240 commenti di renzo marrucci
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12767
di renzo marrucci
del 31/01/2014
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Mosco colpisce ancora
di
Sandro Lazier
Al lungo scritto di Lazier faccio due battute soltanto: gli eroi ci sono, ci sono... ma possono essere benissimo sopraffatti cos che non paiono degli eroi ma poveri uomini. Finiscono nel tritacarne della politica e della stupidit. Oggi non si muore con la bandiera in pugno, si muore e basta... e qualcuno pu anche non saperlo.
Il disegno pi che mai un fondamentale strumento per un architetto ma questo deve essere inteso non alla maniera della forma, cio di uno strumento per finire e per rappresentare la forma, ossia alla vecchia maniera. Il disegno il vero modo per capire lo spazio e la spazialit se usato con il cuore e con il cervello. Ci fa vedere le cose nello spazio e impariamo a vederlo, a pensarlo, ad amarlo ... sicch l'architettura nasce davvero con il cuore dell'uomo e porta amore... nella citt.
La mancanza dell'insegnamento alto del disegno nelle scuole italiane ha interrotto, cio non ha favorito lo sviluppo di una maniera di pensare l'architettura con il cuore e con il cervello. Viene purtroppo capito ed insegnato al modo vecchio e accademico... e non va bene neanche per la pittura... si usa sempre alla stessa maniera ottocentesca... in modo acritico e piatto, e allora non serve a nulla e va bene anche il solo computer che di fatto sostituisce ma non sostituisce proprio nulla e aumenta il baratro....
Dispiace fermarmi ma credo che questi due punti siano eccezionalmente importanti. grazie Lazier...
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10642
di renzo marrucci
del 29/07/2011
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Universit per ricchi
di
Luca Guido
Bh si! non si pu che condividere... aggiungerei che proprio uno schifo ma
non bisogna troppo martellarsi sulle ...
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10641
di renzo marrucci
del 29/07/2011
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Cielo Infinito. Il cimitero-grattacielo e la super
di
Paolo G.L. Ferrara
Rileggo il mio commento 9312 su anthitesi e lo confermo ora con pi forza...
la vai della morte naturale e l'uomo dovrebbe avere l'intelligenza e la sensibilit di rispettarla ...
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9312
di renzo marrucci
del 11/04/2011
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Cielo Infinito. Il cimitero-grattacielo e la super
di
Paolo G.L. Ferrara
Qualcuno, non ricordo chi, afferm che : all'imbecillit non c' limite...
credo sia ormai un classico ... e accade soprattutto quando si vuole innovare senza sapere che cosa voglia dire innovare... Capita, questo, solo agli amminustratori e con una certa frequenza direi...
Al ministero di qualche ministro c' anche qualche ufficio addetto all'innovazione che naturalmente invecchia e uccide tutto ci che f e mi pare anche naturale del resto ...
Perci che concerne un grattacielo dei morti che dire... sembra anche una poetica asserzione se non fosse davvero una autentica prova di incapacit a pensare ..
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9245
di renzo marrucci
del 17/01/2011
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Corredo Libeskindiano
di
Domenico Cogliandro
IL PONTE SULLO STRETTO VA LARGO?
Adesso si arriva al problema vero del ponte sullo stretto di Messina.
Dopo aver perso tempo si arriva al problema.
Dopo aver perso tempo in opinioni retr e punti di vista malinconici si comincia a scorgere l'obbiettivo.
QUALE PONTE DEVE CONGIUNGERE LO STRETTO?
Mentre il salotto si snervava tra Scilla e Cariddi, si progettava e si pensava di
chiamare qualche superstar da rotocalco per la furba e necessaria "tocca" di guscio da destinare alle pagine della Kultura... necessaria per far andare in brodo di giuggiole le satinate e lucenti pagine del vuoto rotocalco architettonico ed anche quelle satinate e non dell'informazione massiva.
Naturalmente, questo per progettare le delicatissime opere di raccordo tra i due estremi terreni punti e semmai da prevedere, con qualche pseudo-invenzione, come oggetto di una sorta di esangue risoluzione formale ai danni del territorio che sar tutta da assistere e da osservare per il divertimento di tutti coloro che gettavano il sudario : sul ponte si sul ponte no! l'Italia due spaghi.
La logica quella di sempre, chiara chiara, che fa anche un po schifo a dire il vero. La parte tecnica tecnica e basta , la parte poi del raccordo territoriale si risolve con un imbellettatura secondo lo stile crudo e asettico di una star : e cho pronto pure il pennello per madama la marchesa... Per cui si chiama l'archistar pi in agio sul territorio oggi in Italia o similia. E via? Simulando e tratteggiando un bel chi se ne frega della realt italiana qui gli affari contano e su questi, si sa, si piegano penne e pennini... al vento che tira.
L'architetto non pi neanche la succulenta, affabile ballerina del can can, ANZI PEGGIO: LINVENZIONE DELLE VELINE con quel balletto un po sullo stitico costituisce la cosa pi congeniale e geniale da rilevare per il tempo di oggi, per dare l'immagine, cio coprire legittimando il guscio ed alla parte sostanziale ci pensa qualche buona societ di ingegneria dimenticandosi tutto quello che c' da dimenticarsi e alla faccia di quel fantomatico e incomprensibile rompi, che il rapporto integrativo tra manufatto e ambiente in fondo non vale nulla !
Su questo si potrebbe discutere : su ci che non vale nulla e sull importanza
dell incapacit a capirlo
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9209
di renzo marrucci
del 18/12/2010
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Pompei
di
Leandro Janni
Cosa entra il "buon" lo puoi spiegare tu ... Forse per stimolare un dibattito? Ma gli argomenti devono essere sostanziali caro amico...
dirti che continui a non comprendere mi sembrail minimo se ti riferisci alle parole del soprintendente. Bisognerebbe capire un po pi a fondo... pi a fondo, e non girare s come fai...
Cio andare a vedere dove inizia la politica di dotare i sistemi museali con attrezzature di confort e documentazione in italia... e quindi capire perch e come... E capire anche quale stato il lavoro dei ministri, almeno degli ultimi cinque, sulla conservazione in Italia. Setu lo avessi fatto forse avresti trattato il dramma dove si trova... per questo l'articolo non sul tema caro Janni e fa solo polichetta scussa scussa. Sarebbe un buon contributo far capire che di Pompei tutti si son dimenticati, tutti!!!
E anche il perch....
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9205
di renzo marrucci
del 15/12/2010
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Rivendichiamo l'AntiPiacentinismo
di
Antonino Saggio
Non difficile non concordare con il nostro grande Zevi che i convegni in Italia hanno sempre un odore un po stantio nell'esser celebrazioni di questa o quella idea politica che in quel momento "comanda". Che vu f ?? Ricordo anche alcuni nobel in odore di propaganda ma che Vu F... se la cultura italica viaggia nella sottocorsia della politica? C' chi tiene alla carriera sempre e c' sempre stato e la faccenda vecchia ahim... e in molti, troppi! si mettono anche oggi in calzoncini e corrono sulla corsia preferenziale del cadreghino e... che Vu F ?
Ma Saggio perch si stupisce ??
E' un mistero?
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9204
di renzo marrucci
del 15/12/2010
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Pompei
di
Leandro Janni
Il pensiero con cui apri l'articolo uno di quei pensieri cosidetti nobili, buoni per tutte le occasioni e non si sbaglia certo a citarlo oggi.
Il motivo per cui non mi sollecita dibattito perch si regge su una strumentalizzazione a sfondo politico che non mi attira per come impostata. Posso dire per alcune cose:
_ Le Soprintendenze italiane hanno perso la loro attendibilit da molto tempo e non pu essere attribuita ad ora la loro struttura inadeguata e fuori della realt di oggi. Fosse solo fuori della realt di oggi sarebbe un buona cosa, ma non sufficiente.
Il Ministro Bondi non ha capito questo ministero e non ci entrato dentro, se non con scelte consuete, ordinarie, come ogni ministro ha fatto prima di lui e con la stessa leggera visone del mondo della cultura italiana. Per esempio la stessa approvazione del Codice Urbani, che io salutai come uno dei provvedimenti pi illuminati dal 1939 ad oggi, venne notevolmente ridimensionata dagli apparati di ogni politica, compresa quella di cui tu fai parte caro Janni, e con ci dicendola assai lunga sulla realt della tutela di questo problema del paesaggio in italia... A tutto ci si aggiunge il fatto che di Pompei non se ne occupato nessuno con seriet... e questo da molto tempo.
Presentire altri crolli e altri misfatti anche in ambito territoriale oggi un dovere da segnalare all' opinione pubblica. Dal punto di vista intellet
tuale, credo ci sia onestamente da responsabilizzare a raffica ed indistin
tamente sulla storia della gestione di questa nostra realt storico-artistica e sul paesaggio,cos come sulla cultura dei Centri Storici. Io per esempio, sono testimone dell' incapacit politica per alcuni Centri Storici importanti della Toscana retta da tuoi idem sentire. Questa volta non concordo con il tono che hai dato a questo tuo articolo, che ritengo assai leggero sui contenuti e specialmente in riguardo al discorso sulla indignazione e il riferimento agli intellettuali organici.
Il buon Seneca non pu essere usato a discrezione di una sola parte!
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8958
di renzo marrucci
del 15/09/2010
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Molinari: Biennale ailati ...ma de che?
di
La redazione
Manganello dice cose giuste a le dice anche in tono garbato.
Ma questa abitudine tipicamente italiana dura e non c' modo di cambiarla, appartiene ad una consuetudine vecchia e vecchia non pu che essere la sua risultanza come del resto la cultura oggi in Italia.
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8914
di Renzo marrucci
del 01/08/2010
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L'Italia del petrolio
di
Leandro Janni
Che vuoi che ti dica caro Janni... dopo che il barattolo della marmellata schiantato gi a terra sporcando tutto... anche i bimbi hanno un moto di vergogna e attenzione, di pentimento sincero, almeno loro...
Ora si cercheranno vie diverse per consentire... attraverso pubblicit e silenzi... e gi chiacchere per irretire una sorta di ripresa e magari un p pi in la nel tempo... E speriamo ci diano tempo ...
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8768
di renzo marrucci
del 24/07/2010
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Addio Giannino Cusano
di
La redazione
Siamo di passaggio in questa avventura umana e non ci resta che accettarlo e farne, per quello che possiamo e per quello che riusciamo,
una esperienza per altri... per i propri familiari e per i propri amici e per i propri compagni di avventura... ma anche per gli altri... con quello in cui crediamo con passione, cio amore e sincerit...
Cos capita... e cos capita che anche con la tua scomparsa riflettiamo di pi e pi a fondo anche la tua esperienza per il tempo che rimane e che Dio ci d ...
Non immaginavo che fosse arrivato il tuo tempo cos come non immaginavo che fosse arrivato il tempo della mia Rosa... ma arriva e quando arriva ti arriva dietro alle spalle e nulla e nessuno ci pu fare niente...
E' un arrivederci Giannino... continueremo la buona costruttiva polemi
ca... e ora il mio umile e sincero cordoglio ai tuoi familiari ed amici.
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8642
di Renzo marrucci
del 09/07/2010
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L'Italia del petrolio
di
Leandro Janni
IL MARE DI OBAMA
Leandro Janni bench compiti di architettura e urbanistica... ma questa una moda oggi molto diffusa in Italia, ha dato il meglio scrivendo un bellisimo articolo SU ANTITHESI sul disastro ambientale recentissimo che io chiamo il "mare di Obama"... (non certo per cattiveria ma per ironia della sorte semmai) e ricordo che gli stato dato il premio Nobel anticipato forse facendogli un dispetto... presupponendo all'orizzonte disgrazie del genere, con una portata enorme sul globo e sulle tendenze di sviluppo odierne, vista la cultura in atto di dare carta bianca alle compagnie senza tutelarsi da questo genere di disgrazie che possono inginocchiare il mondo.
Dice bene Janni sullo strapotere delle compagnie... cio dei gruppi economici che riunendosi hanno in mano la possibilit di distruggerci il pianeta e restituirci i cocci, creando le condizioni per la macelleria di cui a volte si parla con una certa puzzetta sotto il naso. Di questo passo altro che polemiche sull' energia eolica (i nuovi mulini al vento) che offende l'occhio di sofisticati dilettanti o salottieri estetisti o rotocalchisti professionali di provincia, per esempio circa l'impiego rozzo dei pannelli fotovoltaici... ma che con una certa attenzione e volont di ricerca possono benissimo integrarsi al territorio... Si tratta di energia pulita tutto sommato e reversibile quando il peggio viene dal petrolio e dalla sua scelta indiscriminata di sfruttamento.
Si profila oggi e il bravo Janni lo dice... un gara allo sfruttamento arido e pervicace, indifferente e consentito... su questo fronte acritico e da cui necessario guardarsi... da cui necessario difendersi.
Un sincero grazie !
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8564
di renzo marrucci
del 04/06/2010
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Arte senza senso
di
Sandro Lazier
La poesia poesia... ci sar logica nella poesia ? C' logica nell'arte?
Una e fondamentale quella di aiutare a ristabilire dentro l'animo dell'uo
mo il suo filo interno con la societ e il mondo... La logica scaturente oppure lavorata affinata costituita e pensata ed un aiuto puro quando un processo vero e sentito espresso per esternare come a spingere fuori il senso di una coscienza in lacrime o il sorriso, la gioia e la felicit oppure il dolore... una instintiva volont di compensare la vita, la citt, di equilibrarla... di farcela sentire vicina e amica nonostante la cattiveria dell'uomo ... Meraviglioso risoluto tentativo di riconquistare la forza e la capacit di amare...
C' logica nell'architettura oggi ?
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8197
di Renzo marrucci
del 19/05/2010
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Molinari: Biennale ailati ...ma de che?
di
La redazione
Loro del merlo
E soprattutto: e de che cosa ??
E' la prova della grande confusione generata da una certa ricerca giocata sull'equivoco di una rimessa sulle idee... o meglio sulla mancanza di idee... accade, accade e non ci pu fare molto !
Parliamo della felicit dell'incoscienza? O della coscienza che gioca sui destini dell'uomo e della citt ? Di chi cerca l'opera d'arte quando invece ci sarebbe da cercare l'opera di senso, cio quello che utile ad avere una citt meno asfissiante e la speranza di un degrado risolvibile nelle forme della civilt. Non la festa dell'egoismo fatto pseudocultura di Molinari e altri E la speranza di un rifugio nella felicit di F.O.G. o dei suoi illusi o incerti fans... falsa felicit e semmai egocentrismo a tutta forma... incompatibile con una citt che pensi al futuro. Ideuzze e tecnologia vanno avanti perch colpiscono subito la fantasia di chi distratto o annoiato, oppure ha bisognoe producono che cosa? Un senso sbagliato senza dubbio... uneconomia acida e corrosiva, inseguendo miti sbarellati che hanno la parvenza del nuovo ma fuggono la verifica... come appunto lo la ricerca facilmente entusiasta del capolavoro in architettura! Non si cercano i capolavori in ci che crea effetto! In ci che luccica nelloro del merlo ! n si possono voler vedere per forza ! Ci si interroga sul tempo che durano e semmai della riuscita della finalit e sul valore che esercitano nel contesto in cui sembrano inserirsi, ma non fanno vera incetta dei problemi che affliggono la citt, n ad essa si sposano se ne distaccano quanto possono! Si isolano sdegnati inserendo un sogno senza risveglio ! Ci si muove con programmi che umiliano per la forza degli investimenti senza curarsi della verifica e dellimpatto che creano e ricorrendo alla esposizione economica che intimidisce la memoria del presente... ma accampano il sicuro degrado del futuro. Nessuno si interroga del dopo per non bruciare innanzi tempo la festa La festa ora sar a Roma, ma che festa sar ? De che? E soprattutto : de che cosa ?
Renzo Marrucci
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8196
di Renzo marrucci
del 19/05/2010
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Arte senza senso
di
Sandro Lazier
Altro che senso nella felicit di F. O. G. e beato lui che ottiene incarichi di quel tipo... l'unica vera cosa da invidiargli... ma se poi cos li sfrutta me ne astengo con facilit ma anche questo interessante perch fa crescere in qualche modo ... Osservare chi nuota nell'abbondanza e nella leggerezza... giocare con l'uomo e con i suoi mezzi tilascia li per l stupefatto... poi dopo capisci...
L'arte ha senso sempre se non per il fatto che arte quando Arte... Quindi ha senso F.O.G. e altri, molti altri come lui ... e per fortuna in questo mondo che noi passiamo nella sua grande fessura aperta ...
Devo dire che sono ammirato e stimolato dallo scritto della Signora Torselli che ringrazio della sua umilt davvero efficace e semplice.
Renzo Marrucci
Devo aggiungere che l'articolo di Lazier mi ha procurato dei dolorini acuti ma non semplice mal di pancia...
Grazie ...
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8017
di Renzo marrucci
del 19/04/2010
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Kairos e modernit
di
Paolo G.L. Ferrara
Libro circolare e articolo circolare ? Per me va benissimo, non ci sono problemi ma che vuol dire ? Che lo giro e lo leggo, se leggo? Oppure se lo rivolto e lo inclino mi appare un ellisse? Oppure una delle trasformate del cerchio? Perfino una iperbole? Sempre ammesso che sia possibile leggere un libro partendo dalla fine, come si fa per una rivista femminile odi architettura oppure... lo si fa a volte per pezzi a risalire per individuare i punti chiave ecc... Ma il cerchio non cerchia ... Lo dico con rispetto evidentemente e non vorrei che si offendesse nessuno qui.
Molto rispetto per i greci antichi, ci mancherebbe ! Io sono pi Etrusco semmai...
Mi piace pensare che la vita o il discorso non abbia mai un punto di ritorno e continui oltre come un viaggio pensando che il corpo abbia cibo e altro
Ma sono con Torselli per certe sue strette riflessioni sulla mano e sulla mente e sul programma e ripeto anche che la modernit non assomiglia che ad una idea di libert molto parziale... e se ne parliamo osservando l'ombra proiettata dal cerchio, allora si ingarbugliano le idee e le parole tornano dove partono come un certo circolo... mi pare... chiuso! O come, se preferite, lanimaletto che si morde la coda
addio libert...
Tanzi per rientra sull'idea dello spazio virtuale ed utile parlarne e comincia a interrogarsi... si vede che l'architettura non deve mai dimenticare l'uomo e le sue necessit di essere singolo e di essere sociale come nella citt... e tutto viene da l e nel saper tenere il carro sulla strada oppure il timone sulla barca quando il mare con molta umilt ! In aderenza alle cose della citt e dell'ambiente che ci ospita.
Giannino vola dalle sue radici radicate e radicali e trova che "catorcio" vuol dire chiave... ma che bello! Per essere una chiave la "cosa" di Bilbao ci inchiavarda il cervello o meglio il cittadino che entra e poi esce e rientra nella sua citt... solo dopo una escursione? Non nascondo un certo fascino iniziale come tutte le cose superflue... ma dopo perdo anche la pazienza nel mio piccolo, camminando per la citt, e mi pare perch sulla citt non si dovrebbe pi scherzare occorre cominciare a fare sul serio... S, caro Giannino, proprio un "catorcio" ma questa volta usiamo il senso che passa nella vita corrente tra le mie vecchie vie di pietra... appunto di brutta serratura, che spesso non si apre e nemmeno si chiude ...
Renzo M.
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7998
di Renzo marrucci
del 12/04/2010
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Architettura e modernit
di
Brunetto De Batt
Giannino io amo il dadaismo e tutto quello che segna un passo Avanti nella storia dell'uomo. Che lo stimola e lo contraddice per dare all'evento
umano e culturale tuttoquello che serve per far sentire viva e critica la condizione dell'uomo rispetto alla sua dimensione e aspettativa di qualit edi futuro. Ma mi piacerebbe capire perch ti passi l'idea sul dadaismo in particolare... mentre apprezzo l'ironia del tuo commento .
Pensa un p credevo di aver scritto "cartoccetto" invece di scartocetto e forse sarebbe piaciuto di pi ? Mia nonna mi diceva sempre : "attento bimbo a come usi le parole che l'omini si raccapricciano... "
Avevo in mente le mie vecchie lezioni di disegno professionale a qual
che studente a cui davo un foglio accartocciato, proprio sotto i loro occhi,
da disegnare... Mi guardavano sorpresi ma poi cominciavano divertiti a disegnare... li vedevo divertiti e disegnavano senza inibizione e proprio loro che non erano ben dotati e il bello era vedere come si interessava
no... al cartoccio o cartoccetto che dir si voglia... Il loro professore li inibiva a scuola e io, modestamente..., li disinibivo... Ma che bello che bello che bello!
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7995
di Renzo marrucci
del 12/04/2010
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Il 'particulare' di La Maddalena
di
Paolo G.L. Ferrara
Caro Lazier, mi suggerisca Lei quale opinione devo o dovrei avere per poterne parlare liberamente fuori del bar sottocosa Vede, io non faccio e non ho mai fatto vita da bar, ma se potessi parlare di architettura anche al bar non mi sentirei sottoutilizzato n in qualche modo emargi
nato. Rispetto le sue idee e quelle degli altri, ma desidero essere me stesso sapendo di essere libero di difendere le mie idee in fatto di ar
chitettura. E poi guardi, con tutto il rispetto mi creda Lazer la solitudine non mi ha mai spaventato, specialmente oggi, semmai da lei mi sarei aspettato che mi avesse detto : caro Marrucci, ci pieghi per cortesia per quale motivo ritiene un "catorcetto" la cosa di F.G. ? Oppure anche altro semmai
Caro Tanzi, mi hai sintetizzato credo abbastanza il contenuto del libro ma conoscendo l'autore per altre cose ho connesso il suo pensiero con le sue righe e certo, quando posso ne far lettura senza dubbio!
Da quello che scrivi, l'autore mi sembrato fermo a certe visioni che gi conosco, il quale certamente stimo pur essendo tra quelli che non la pensa come lui Ma vivaddio mi sembra che sia anche utile al dibat
tito e utilmente fuori di un coro, come dire concertato, oppure anche lei mi invita al bar ? Oppure ad andare al bar ?
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7993
di renzo marrucci
del 12/04/2010
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Architettura e modernit
di
Brunetto De Batt
Non sul piano di Morris il mio punto di vista, non pu essere, dai!
Le implicazioni sono diverse e commisurate alle problematiche della realt che viviamo. Sono motivi che derivano dal vivo della societ, della spettacolarizzazione e dell'uso della tecnologia a prescindere dalle necessit umane. Uso spronato e incanzalte, oltre l'uomo, sopra l'uomo inesorabilmente. Mancanza di commisurazione allo spazio dell'uomo... Per esempio nel "catorcetto" metallico di Bilbao che fa di Frank Gehrj uno snob copiatore furbo dell' italico futurismo dell'architettura dei salotti pseudo critici, che non capiscono bene... per dirla in poche parole:
R.P. pu stare per l'altro tecnologo della situazione italica benpensante ? Sar un indovinello? E mettici poi tutte le sigle che vuoi... quelli che sono italiani e quelli che sono stranieri e che snobbano l'uomo come cittadino, ma ragionano in termini del "si pu fare" , ritenendo che la sfida sia seguire l'ultimo risultato, anche se mai sperimentato nella sua logica umana e sociale. Ma dove oggi l'architetto ? a Dubai ? O portano Dubai nelle nostre citt ?
Dobbiamo svegliarci e non dormire tra le forme che vivono l'isolamento non degno dell'uomo...
Io credo sicuramente con te che un libro o un intervento possa essere positivo nel suo assunto, sia che sia condiviso o no! E chi lo nega Giannino? Sarebbe sciocco sicuramente! Utile invece entrare nel merito sia partendo da un verso o da un'altro verso... e arrivare, se possibile... al nocciolo della questione.
12/4/2010 - Sandro Lazier risponde a renzo marrucci
..."catorcetto" metallico di Bilbao che fa di Frank Gehri uno snob copiatore furbo dell'italico futurismo dell'architettura dei salotti pseudo critici....
Questi dirscorsi li faccia al bar sottocasa, Marucci, non qui. Se no rischia una desolante solitutine alla ricerca di un improbabile nocciolo della questione.
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7991
di Renzo marrucci
del 11/04/2010
relativo all'articolo
Architettura e modernit
di
Brunetto De Batt
Non c' altro ? A me pare che Iassunto cos posto lasci molte perplessit al tempo che trova... caro Tanzi... Da quello che scrivi, sembra che si registri il fatto e lo si consegni ad altri... con dei timidissimi segnali di percorrenze tutte da affrontare
Certo, da considerare positivo in s il tentativo di organizzare le esperienze... ma pensavo per che con loccasione maturasse qualche cosa di pi, oltre alla rassegnazione tutta da spiegare al digitale che fino a prova contraria, segna la fine di una ricerca architettonica seria e soprattutto vera... per il passaggio conclamato ad un nuovo eclettismo reboante quanto banale e spettacolare, arido nella migliore delle ipotesi...
Quegli stessi autori che citi e di cui tratta A.S. ne sono una prova evidente e chiara. Vedi l'ultimo progetto di J.N. per esempio sembra esplicitamente copiato o derivato sfacciatamente da un organizzazione cellulare materiale ripresa dalla composizione chimica dei materiali... ma se cos... allora si apre un campo infinito di schede enciclopediche da cui attingere a disposizione per R.P. e F.G. e la Hadid e via di seguito... Ed aperto, dispiegato a tutti coloro i quali abbiano il potere di attingere incarichi e non l'anima, la poesia, la sensibilit umana per svolgerli? Pacifico ?
Consegneremo, secondo A. S., le nostre citt al digitale e poi andremo in campagna per i nostri ultimi giorni???
La noia pi o meno mortale non sta certo solo nella campagna caro Tanzi
RM
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7989
di Renzo marrucci
del 09/04/2010
relativo all'articolo
Architettura e modernit
di
Brunetto De Batt
Caro Tanzi come vedi non faccio altro che aumentare la gioia di Antonino.
Spero allora che mi faccia avere il suo libro anche sulla mia scrivania ...
Devo dire per che se ne ha fatto lettura... interessante sarebbe discuter
ne anticipando qualche contenuto saliente e non farebbe male neanche
alla divulgazione del libro e dei suoi contenuti... Credo ci sia tanta neces
sita di discutere pi che di approvare ... Gi questo fatto di leggere e di non parlarne, mi scusi tanto, mi sa tanto di lontananza ...
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7988
di Renzo marrucci
del 09/04/2010
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Il 'particulare' di La Maddalena
di
Paolo G.L. Ferrara
Perdita di sogni ? Non direi che l'atteggiamento suggerito nei tuoi com
menti propendano verso il sogno o la capacit di sognare ... mi pare che invece siano di un realismo molto "in" alla cultura del tempo ... io mi sento pi avanti caro Zappal, mi sento davvero un sognatore nella mia voglia di giustizia e di qualit e non mi offro alla fresca vecchiezza delle idee... perch meglio essere se stessi col tempo e andare con lui... lucidamente pero!
Parlo per me naturalmente !
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7983
di Renzo marrucci
del 08/04/2010
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Il 'particulare' di La Maddalena
di
Paolo G.L. Ferrara
Come nipote avrei molti dubbi a riconoscertene la provenienza ma come
biscugino una strana somiglianza la trovo soprattutto nel fiore del verbo non ispirato... ma tenacemente arenato in una filosofia semplice e anche alla moda... ma forse occorrono correnti d'aria salubre e concentra
zione... prima di attribuire parentele ... solo un p azzardate... Puoi riconoscerlo ?
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7979
di Renzo marrucci
del 04/04/2010
relativo all'articolo
Il 'particulare' di La Maddalena
di
Paolo G.L. Ferrara
Caro Zappal quello che dici ovvio e scontato e anche senza nulla nulla di interessante per il futuro. Pensare al presente una logica diffusa che non mi sento di condannare, ci sono tante condizioni nella vit che non il caso di criticare ma da accettare e per finisce l.
Io se fossi in te cercherei di non farne una religione ... troppo stretta e
poi non indica altro che aumentare la zuffa ... Coraggio Zappal si pu mantenere il controllo anche nella confusione...
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7975
di renzo marrucci
del 02/04/2010
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Il 'particulare' di La Maddalena
di
Paolo G.L. Ferrara
Non credo che il dispiego della filosofia del cinismo serva a molto se non al cinismo in quanto tale... e lei parla di salotto Zappal e poi fa il solito discorso del falco pigliatutto e se piglia ha gli attributi, altrimenti uno da mettere a lato... No! Mi dispiace non cos ! libero per di dire quello che vuole ma se applica quello che dice .... siam pi poveri di prima ! Lei evita di pensare e cos facendo si pone nella condizione di
accettare le scorciatoie del sistema e le legittima, mi pare.
Io faccio parte di quelli che credono che ci debba essere un limite alla indecenza in un contesto che voglia definirsi accettabile e passibile di essere propositore del futuro. Credo che ci debbano essere delle regole, non troppe, ma quelle importanti altrimenti come dice lei... alla guerra come alla guerra e alla guerra quando si in pace si finisce con il trovarsi nella merda tutti quanti (mi scusi non volevo usare questa parola...) come pare stia accadendo per il nostro mestiere e per certa qualit che non viene prodotta ormai pi nelle nostre citt.
Commento
7972
di Renzo marrucci
del 02/04/2010
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Il 'particulare' di La Maddalena
di
Paolo G.L. Ferrara
Freddezza secchezza di idee freddezza secchezza di contenuti... acidi e
ossuti di qualit... Progetti per essere fotografati e messi a cartolina sulle pagine satinate di riviste secche e fredde, ma poveri i nostri bei paesaggi mediterranei sospinti e violentati leggermente dal fare, dalla filosofia del fare come se fosse filosofia del guadagnare... per chi e per ch cosa non dato sapere... in fin dei conti il cittadino pura entit astratta e sia nei pensieri che nei programi che nell'anima dell'architetto. Appunto freddezza e secchezza nell'anima. Gelo mediterraneo o del nord ? Ma il gelo sempre gelo... Pagliardini dice speriamo che frani? Gli scricchiolii li sente? Io no ! speriamo abbia un udito pi fino del mio...
Commento
7969
di renzo marrucci
del 31/03/2010
relativo all'articolo
Il 'particulare' di La Maddalena
di
Paolo G.L. Ferrara
Questa per non acqua calda Zappal... una minestrina sciapa mi pare...
Commento
7966
di renzo marrucci
del 26/03/2010
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Il 'particulare' di La Maddalena
di
Paolo G.L. Ferrara
Coscienza dell'impegno civile??
Ma che cosa ? Bisognerebbe farlo spiegare ad un comico perch altrimenti vieni preso per fesso... (Parlo a me stesso naturalmente e a chi vuole sentire )
Se un'architetto oggi debba avere coscienza del proprio impegno civile?
Si pu credibilmente ragionarne? Se non muta qualche cosa di profon
do nella realt che si vive? Chi st per sprofondare nella mota oppure solo per campare... pu avere coscienza dell'impegno civile ? E chi pro
venendo da famiglia ricca o benestante che non ha problemi di sussis
tenza e conosce la realt per come gliel'anno raccontata pu ragionevol
mente interrogarsi sulla coscienza dell'impegno civile ? Tale dibattito si pu estendere forse tra chi sogna ad occhi aperti senza contaminazioni di nessun genere ovvero tra Angeli e nuovi Angeli...
A parlarne con seriet si rischia davvero di far la figura dei fessi ma per dirlo con tenerezza !
Come se oggi l'architetto dovesse essere bravo per lavorare... ma ci si mai domandati se l'ultima cosa ? Conta, se conta , essere alla mano di chi comanda..., meglio al piede e quindi imparare a galoppare, fare l'architetto secondario... spesso una vera perdita di tempo... meglio fare le parole crociate e insegnarle a fare perch possono chiedertele anche all'universit dove vuoi studiare...
Questo non pessimismo solo una forma di ottimismo critico di nuova concezione ...
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7964
di renzo marrucci
del 25/03/2010
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Il 'particulare' di La Maddalena
di
Paolo G.L. Ferrara
Meglio stappare le bottiglie di questi tempi... meno impegnativo e senza dubbio pi piacevole. A furia di stappar bottiglie si possono fare architetture traballanti? Ho conosciuto architetti che beveveno come spugne per le architetture erano buone e interessanti... proprio il tempo, cio l'epoca, che induce a far architetture traballanti e senza bisogno di altro liquido n del nettare di bacco.
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7963
di renzo marrucci
del 25/03/2010
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Architettura e modernit
di
Brunetto De Batt
Trattasi di semplice sceneggiata all'italiana, del resto molto diffusa nel panorama dell'architettura italiana e non solo... ma del resto se non si sostengono tra di loro... il mercato di questi tempi duro per tutti per cui
si pu capire... Un cordiale saluto
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7960
di Renzo marrucci
del 24/03/2010
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Architettura e modernit
di
Brunetto De Batt
Scusi De Matt per si capisce solo che ne parla bene dell' A. Saggio e fa sempre piacere specialmente all'autore... ma non si capisce il perch!
Ci faccia capire... visto che sul nostro tavolo non arrivato...
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7818
di Renzo marrucci
del 10/03/2010
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Regalo di Natale 2008. A Marco Casamonti
di
Paolo G.L. Ferrara
Scrivere fare cultura o controcultura che poi fare cultura in antitesi non implica lo stare in poltrona e avvitarsi in riflessioni narcisistiche o barbo barocche annaffiate da litri di vino e piattini di salame puro o piccante...
secondo il gusto... Anche cos, ma per me, e non solo per me... vuol dire essere e sentire, vivere tra persone e magari offrire esempio con la propria realt senza ricorrere a vari o diversi trombini o trombette. Offrirsi personalmente autenticamente e si pu solo migliorare e talvolta anche sparire dalla circolazione dei vivi. Non vedo e non capisco come potreb
be essere diversamente ! Senza ripari e semiripari e senza paura dei propri limiti... dura... ma c' da crederci davvero!
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7817
di Renzo marrucci
del 02/03/2010
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Regalo di Natale 2008. A Marco Casamonti
di
Paolo G.L. Ferrara
Fare cultura non vuol dire parlare o scrivere a vuoto e non vuol dire divagare e non vuol dire fare sfoggio di un sapere fine a se stesso ma oserei dire che " fare cultura" non ripetizione del nulla o reiterazione della forma . Dire quello che si pensa costituisce una buona semplifi
cazione della realt e soprattutto aiuta a riportare il confronto sui conte
nuti... in parole semplici aiuta a divulgare la realt a e non ha eluderla.
Cultura una parola giovane e organica...
Credo che abbia una grande forza di innescare una operazione di grande aiuto per chi voglia comprendere la realt e dare il proprio contributo a migliorarla.
Poi ad ognuno la propria disponibilit e libert di azione morale e di altra natura. Capire per esempio che fare cultura non solo organizzare mostre sfilando quadri dai musei secondo i circuiti tradizionali espositivi
ad uso dei soliti stregoni spendendo enormi somme di denaro pubblico
e lasciare le periferie allo stato della condizione attuale. Fare cultura soprattutto agire nella societ secondo i benefici della partecipazione alla bellezza e esercitare l'uso della bellezza per elevare la vivibilit della citt. Non esibizione per speciali palati di primarie opere facendo riferimento ad un settore della societ. Generare dalla vita e non dalle cantine dei musei... La vita presente l'oggetto primario della cultura come esercizio critico della realt... volto a capire dove sono gli errori e dove sono le malversazioni e dove sono le incompatibilit che rendono difficili le aspettative di vita e di speranza nel futuro. Alla ricerca di un ottimismo che reale fiducia nella vita e non illusione pubblicitaria sulle idee e coercizione della speranza. La speranza deve essere restituita alla vita e alla societ e non vedo un'altra possibilit utile per rigenerarne la materia se non il ricorso alla scaturente flagrante reale condizione della vita e dei suoi contenuti espressivi.
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7812
di renzo marrucci
del 24/02/2010
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Il coccodrillo come fa...? la politica lo sa
di
Paolo G.L. Ferrara
Piacerebbe sapere Il prof. dr. Antonino Saggio della Sapienza di Roma quale contributo vuole portare alla gi consistente confusione italiana con il suo blog sulla pagina di antithesi. Impermeabile e autonomo si concede alla visione senza contraddittorio forse per timore di ricevere delle critiche ? Oppure cos sicuro delle approvazioni ? Oppure puro narcisimo intellettuale o roba simile... sia detto per necessit di capire come mai ci si protende per immagini autocelebrando un vizio gi molto consistente in giro e senza uso della parola quando in realt ce ne sarebbe almeno in parte bisogno...
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7805
di renzo marrucci
del 17/02/2010
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Regalo di Natale 2008. A Marco Casamonti
di
Paolo G.L. Ferrara
Bravo Giannino! Io credo che la cosa importante sia parlarne e scriverne.
Farne cultura o contro cultura. Seguendo il filo della quotidianit. Le posizioni estreme consentono solo di essere messi fuori luogo e tempo... La crosta per essere buona deve avere una ferita da proteggere ... La crosta della societ attuale fine a se stessa...non una cosa sana...
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7795
di Renzo marrucci
del 14/02/2010
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Regalo di Natale 2008. A Marco Casamonti
di
Paolo G.L. Ferrara
Fossero solo molte leggi... Le molte leggi derivano, si motivano nelle precedenti leggi, per cambiare o per nascondere o per permettere o per
impedire... Un uso leggero e intenso per muovere le cose ai fini dei fini che la societ presenta rispetto ai gruppi di potere... Cio chi st al comando cerca di muovere secondo il senso che si muove, cio interes
si che se coincidono con la necessit un bel caso...
Quindi molte leggi ma leggi parziali e sbagliate... Il serpentone dove comincia? Da quando hanno capito che chi al governo il tempo non gli basta, cio mobile e cambia quello che pu e che gli conviene...
In questo contesto difficile muoversi, pensare... ed anche difficile vivere da quello che vedo in giro e capisco io ... Non voglio fare il pessimista ma anche l'ottimismo a vuoto mi stufa e da qualche volta fastidio...
Se la societ diventa sempre di pi un pastrocchio come fa a sviluppare la citt secondo criteri umani e sociali? Se il bene da raggiungere deviato nella sua concezione semplice e naturale quale lospirito con il quale unarchitettooggi esercita il suo mestiere ? Ogni mestiere un valore ed tale fin tanto che il valore ideale rimane... Lo stagno cio l'ambito sociale della cultura bolle e ribolle su se stessa ... come le leggi che attraversano iter incredibili per arrivare strozzate nella societ... come possiamo pensare di fare architettura e migliorare le citt ? Chi si salva da questo ribollire di fatica e di senso del denaro che diviene unico valore della vita ?
Spero di essere stato pi chiaro...
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7788
di Renzo marrucci
del 13/02/2010
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Regalo di Natale 2008. A Marco Casamonti
di
Paolo G.L. Ferrara
Pensierino per Giannino...
Mentre il nostro Janni s'accalora contro il ponte che gli farebbe tanto bene alla salute ma...
cosa successo Giannino ? Ma sei proprio convinto anche te della loffia e archiloffia, arc(h)imatura e un p rafferma statica incrostata condizione dello stato degli ordini italiani e mi riferisco... a quelli degli architetti italiani che gli altri non li conosco ... In questa realt pavida ma che dico pavida... madornale! o se preferisci archipavida... occorrerebbe una disperata mossa in avanti e non indietro... a impantanarsi... come invece accade ! O forse non neanche possibile pensarla una mossa nella pietrificata essenza raggiunta ch si sbriciola tutto e allora... sal
viamo l'oracolo della sopravvivenza ???
Lo stagno fermo, macera e bolle e poi ribolle chiss in quali miasmi
si profonder o meglio si sprofonder... ma gi i nasi han perso sensi
bilit... siam diventati lentamente resistenti e la pelle s'indurisce come le papille... saranno i giovani a soffrire e a piangere amare conclusioni ma comunque interessante constatare che la gara tra gli architetti italiani, dall'una e l'altra parte, trionfa nella perseveranza del picco nulla...
Sar un pensiero d'ottimismo ?
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7780
di Renzo MARRUCCI
del 02/02/2010
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Il coccodrillo come fa...? la politica lo sa
di
Paolo G.L. Ferrara
A Ferrara
Sar questione di coccodrilli? Certo, l'immagine procura una certa suggestione, ma credo che sia una questione di mentalit collettiva pi che mai... Chi manda avanti i crostosi coccodrilli (per usare l'immagine di Ferrara)? Sar il fato oppure un certo tipo di lavoro o di interessi, di cultura o che altro? La chiave nella mancanza di senso della collettivit che prevale e quindi prevale tutto il resto... Ci che fa diventare la cultura una idea anzich no e via dicendo... Il rapporto con la societ friabile come lo sono le montagne che franano addosso alle citt, seppellendo intere famiglie nella comune speranza dello speriamo che non succeda mai e dello speriamo che non succeda pi... Si va avanti cos e cos vanno avanti i nostri e vostri politici... i nostri ei vostri uomini di cultura nelle loro posizioni originali e individuali. Siamo un popolo animato da un forte senso della speranza e allora si risorge da ogni misfatto e da ogni realt in un modo o nell'altro mi pare, con la stessa flemma dei cosiddetti poveri coccodrilli che quando perdono la giornata (la preda) si ritirano sulla sponda con santa pazienza, in attesa... Questi antichi animali hanno la giornata dura, cercano di campare anche nell'equilibrio generale della forza della natura o della societ ... Se invece noi vogliamo pensare in modo pi civile, allora ci tocca dire, per esempio, che la materia edilizia non un modo per trovare denaro ma una condizione per migliorare la vita dell'uomo e fargli assumere il meno possibile atteggiamenti pi o meno tribali.
Ci tocca dire che in Italia si odiano i Centri Storici e allora si lasciano franare sotto gli occhi di tutti gli edifici che andrebbero tenuti sotto responsabile controllo . E' un odio che viene camuffato con il sorriso dell amore, cio si dice che il centro storico bellissimo e che con il paesaggio una ricchezza... il bel paese ecc... ma non si fa nulla per tutto ci che viene ritenuto una risorsa da decenni e pi, anzi si continua a fare leggi e regolamenti che ne abusano e ne ritorcono le qualit... oppure si effettuano falsi protezionismi e si lasciano deperire le potenzialit , nella tutela pi ottusa e nella pi grigia salvaguardia, favorendo l'esodo e con esso la progressiva decadenza fino a morte sicura. Ci tocca dire che questo accade oggi in Italia, sia da destra che da sinistra e in Sicilia in un modo e in Toscana in un altro, come in Veneto e in tante altre storiche e affascinanti regioni. Tutto ci mentre i nostri baldi ministeri, sempre sullattenti, non capiscono la realt in cui operano senza nulla di chiaro e serio per recepirne i problemi. Non possiamo evitare di dire che pi che si va avanti le leggi della tutela si fanno pi ingarbugliate e peggiorano con tanta nostalgia delle origini. Sono passati i ministri, ma nulla o poco pi di poco cambiato se non nella burocrazia formale di gattopardesca memoria.
E allora speriamo, non rimane che continuare a sperare, cercando di evitare o mettere sotto tutela il coccodrillo, o stando il meno possibile sulla sponda dove vive e cercando anche di sapere se la giornata gli andata bene, in modo da mantenere la pelle come minimo, auspicabilmente viva
Renzo Marrucci
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7771
di Renzo marrucci
del 30/01/2010
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Il Piano Casa in Sicilia e il Ponte di Messina
di
Leandro Janni
Sar una vittoria di chi? La Sicilia in sordina? Leandro Janni contento?
Evviva evviva ma il ponte non unisce la Calabria alla Sicilia... si sono dimenticati il resto ? Smemoratezza oppure profondo senso di umilt...?
Sar che ancora presto per capire ?
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7744
di Renzo marrucci
del 09/01/2010
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Bruno Zevi due lustri dopo
di
Sandro Lazier
A Volterra, citt storica dove sono nato, stanno per essere approvati due progetti nefasti per il territorio volterrano. Sindaco inesperto, assessore che non conosce la realt volterrana e tira a camp, non sapendo riorganizzare l'ufficio tecnico che rimasto ancora quello di quando governava una giunta di sinistra ubbidiente a Pisa e a Firenze.
Non in ginocchio ma carponi si potrebbe dire, contro al fatto che un centro storico muore, morendo un cuore antico e nobile della toscana. Un fatto nazionale ? No! non gliene frega nulla a nessuno! in un immobilismo di segno rosso-rosa-cilestrino che porta la toscana nei bassifondi della cultura, con demerito altissimo e senza remisione dei peccati, anzi! Escluso il medio evo, escluso il rinascimento e le bellezze ambientali, che vanno perdendo smalto e peluria...da circa mezzo secolo nulla in pi eccettuando il Michelucci...
A Pisa vogliono demolire, anzich capire l'architettura moderna ed... evviva evviva evviva, ripetuto tre volte! Si parla di Democrazia partecipata, senza capire che l'idea di partecipazione dentro la parola democrazia, allora tiriamola fuori che fa anche figura! Sento parlare o scrivere di urbanistica partecipata, ma questo andrebbe bene anche sintatticamente, se non fosse come Pagliardini dice una uatentica presa per il.... La gente purtroppo non capisce e aprire la decisione ai cittadini direi il minimo, potrebbe essere che ci scappa fuori anche una posizione intelligente con un minimo di organizzazione. E comunque il principio sano!
Si potrebbe dire: " che cosa ci fai con il fucile?" Se sono una persona sana lo uso come paletto di riferimento, in mancanza di legname... oppure ? L'importante impedire ai sindaci di fare i podest e lasciar loro imporre decisioni mortificanti perch non capiscono l'architettura o il territorio come accade a Volterra, a Salerno, A Roma, a Milano e in tante altre digraziate realt urbanistiche in cui al potere c' gente che non capisce e di qualsiasi colore siano.
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7725
di Renzo marrucci
del 06/01/2010
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Zevi, Craxi, prestigio, potere
di
Paolo G.L. Ferrara
Concordo sul " diversamente vivi " e anzi non vedo nenche tanto di buon occhio l'accostamento in verit... Zevi un'altra cosa.
Le lotte che Zevi ha rilevato e propugnato coincidono con il miglior momento del movimento radicale che poi non ha saputo far tesoro
"neanche" di questo apporto vero autentico e che definirei fondamen
tale per il rinnovamento della nostra societ.
Che dire di Bruno Zevi... sono disposto a passar sopra agli errori proprio per il coraggio con cui si sempre esposto sui temi che ancora oggi sono pressoch insoluti, direi aggravati! e proprio perch battutti da tutti gli altri che sono venuti dopo di lui con pavida rassegnazione e silenzioso squaliido interesse personale... quindi che volete ? Che cosa desiderate ? Se le strade per Craxi si cominciano a contare come le conta Ferrara allora vuol dire che la storia si copre sempre di comportamenti ambigui che poi tocca a qualcuno di recuperare con il malcontento dei residui...
La vita quello che e se il "bastone" rimane bloccato nella corrente non ci rimane altro che fischiare...
Divertente il commentino di Janni che rileva l'aspetto irritante dei due uomini diversamente rilevanti ... ma che dire... Janni simpaticamente intriso del suo regno ... ma di una Sicilia sola per...
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7702
di Renzo marrucci
del 31/12/2009
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L'arte facile
di
Sandro Lazier
In parole molto semplici : l'artista deve ritrovare se stesso, avere coraggio e rispondere al tempo con un linguaggio vero, non ricostruito da altri o dai mercati che lo stimolano. Manca di autonomia e ne manca sin dalle basi pi sensibili della scuola, oggi assai arretrata e falsa... Come se l'artista dovesse affidarsi agli altri per esistere... a chi detiene il potere sociale e culturale... per ogni artista una critico manager che lo guida all'affermazione... come un attore o tanti aspiranti attori alla ricerca di se stessi... Ma che bellezza ! Come se fosse una creatura da proteggere e da accarezzare... una delicata realt che, senza inserimenti in manovre pseudo culturali, non potesse vivere di vita propria. Innamorarsi o vivere male ? Asservirsi o vivere ai margini... Cos l'artista e l'arte non vivono pi, non esistono pi... se ne perde il valore oppure si trasforma in qualche ovattata condizione di ostaggio pseudo creativo. Cos viene strangolata la cultura e la cultura artistica e viene ridotta alla assunzione di mode, mancando la naturalezza e la forza dell' individualit umana. Difficile ma affascinate il tema, basterebbe che una parte ingorda della societ non vi ci mettesse i suoi sporchi piedi sopra... oppure per questo... ancora pi affascinate il tema e la sfida ?
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7701
di Renzo marrucci
del 31/12/2009
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La farsa del ponte (sullo Stretto)
di
Leandro Janni
Janni, una simpatica persona che fa come il filosofo che, rinchiuso tra le sbarre, cerca di convincere di essere lui il vero libero e che le sbarre non imprigionano veramente lui ... Cio: la Sicilia pi libera senza il ponte e il ponte non uno strumento di maggiore possibilit e sviluppo.... Janni non crede che il ponte possa innescare una visione pi dinamica del mondo e una geografia pi aperta e possibilista di prima... liberare o iniziare a liberare la Sicilia da un retaggio stretto, forse ristretto, appartato e via dicendo. No, non ci crede! Crede invece di perdere dei privilegi e non averne in pi... Il certo per l'incerto o il plagio della tradizione che inviluppa queltanto che fa godere il filo antico e prezioso, ma che fa anche perdere o romanza la visione del mondo. Aristocrazia culturale o asfittica gelosa appartenenza? ...di gattopardiana memoria?L'identit non si perde collegandosi, ma semmai si arrichisce e bisogna spiegarglielo bene che chi traina sar il ponte, non solo una passerella di modernit e il resto vien da s...
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7690
di renzo marrucci
del 29/12/2009
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L'arte facile
di
Sandro Lazier
Lessico di derivazione antica e lessico moderno ? E' una questione di lessico? Ma non una questione sull' avere punti di vista particolari o no! E' questione di capire che cosa l'arte oggi se cio sia un mezzo di importanza sociale oppure velleitaria. Se cio bisogna affidarsi alla testa degli eletti che ti dicono che cosa conta e che cosa non conta nella vita di un uomo... oppure la tendenza ancora quella di negare ad un uomo il diritto di dire pensare e riconoscere che cosa una cazzata da quello che invece cosa seria che contribuisce alla vita degli uomini...
Oggi un artista deve avere capacit individuali ed una forte sincera onest per vivere...o per morire... per essere un artista come del resto nella storia sempre accaduto.... E' la mancanza di questo che...
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7684
di renzo marrucci
del 26/12/2009
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L'arte facile
di
Sandro Lazier
Oggi esiste l'arte in-temporanea o forse sarebbe meglio dire : temporanea... quella che si usa e si affibbia... pensando al valore che avr (se lo avr) per convenzione... stabilita dalla magnatocrazia che stipendia critici e ricerche affabulatorie... si possono anche inventare nuove correnti e stabilire batterie di facitori con un attenta organizzazione... e non significa complicare la vita ???
Janni ogni tanto ci coglie... simpaticamente!
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7676
di Renzo marrucci
del 22/12/2009
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Architetti, crisi e architettura
di
Sandro Lazier
Io penso e credo che l'artista debba avere particolari convinzioni etiche e senza queste convinzioni la societ si perde nella idea del tutto... Io credo anche che certi studiosi abbiano fatto pi male che bene nella loro inconscia volont di potere...
Avere convinzioni etiche non significa agire secondo una idea precisa e
declamata... significa solo che l'arte necessaria all'uomo rispetto alla sua condizione di equilibrio che viene espressa nella vita e nella societ... come condizione indispensabile dell'individuo rispetto al mondo...
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7667
di renzo marrucci
del 20/12/2009
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Architetti, crisi e architettura
di
Sandro Lazier
Forse l'epoca del bello molto relativo sta riproponendo qualche cosa che ci fa sentire non dico nostalgia ma la mancanza di qualche cosa di profondo, o almeno di sensato che sta evaporando dalla vita di tutti i giorni...
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7643
di Renzo Marrucci
del 05/12/2009
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Architetti, crisi e architettura
di
Sandro Lazier
UNA PATRIA PI LARGA E PI GRANDE?
Difficile chiedere ai giovani di non lasciare lItalia
Come possono i giovani non andare via?
Cosa dovrebbero fare?! Rimanere a fare i bamboccioni, come un ministro della Repubblica li defin, con una punta di cinismo pseudo borghese di inizio novecento?
Chi studia e vuole affrontare la vita sui propri valori se ne va altrove, qui non trova che porte chiuse e la speranza senza opportunit e, se qualche speranza esiste, la trova solo nello stare in famiglia. E in quale tipo di famiglia? Non certo in una famiglia normale che oggi fatica a vivere Non certo in questa societ le cui crepe in cui infilarsi sono ormai ben sigillate..Non solo dalla precauzione di scelta, di accesso limitato e preconfezionato da partiti e societ, secondo crismi che possono essere definiti come minimo fuori misura In una realt in cui laccesso alle Universit diventato un problema per gli studenti e non pi possibile studiare ci che vorrebbero, se non attraverso peripezie ecc
Dopo anni di sacrifici nello studio anche i giovani pi impegnati trovano vita difficile in Italia e la ricerca del lavoro sempre pi frustrante
Siamo sinceri: che cosa ha preparato a questi giovani il sistema sociale e politico ? Per quale tipo di sacrificio si preparano ? Capisco bene lo spirito del Presidente della Repubblica Napolitano, ma come si fa a chiedere ai giovani di rimanere in Italia ? A quale costo? Un genitore che vuole il bene del figlio che deve fare: invitarlo al sacrificio in patria, oggi che la patria diventa pi larga e pi grande?
Chi non ha un riparo nella famiglia dove deve trovarlo ? Perch signor Presidente o signor ministronon formare delle case parcheggio per giovani cervelli come ultima possibilit prima dellespatrio? Almeno avremmo loccasione di vergognarci e non nascondere sotto al tappeto le nostre inadempienze, non trova?
E chi ha invece un cervello normale ed animato dalla pi umile idea di trovare un lavoro e farsi una casa e avere un futuro come deve fare ? Se poi uno che possiede altre capacit che deve fare? Formiamo anche qui una cassa per i giovani perch le banche pensano ad altro non trovate? Sarebbe davvero interessante uno specifico impegno
Si parla di cervelli, ma anche solo chi vuole lavorare se ne v come una volta, ma questa volta in patria larga, lEuropae per chi non vuole passare una sorta di umiliante eterno servizio presso Baroni e baronetti, capi e capetti di ogni specie e misura che fare?
Non sar il caso di osservare meglio la realt e navigarci dentro ai problemi di oggi,con pi realismo ?Lo domando anche a me stesso, ma io non ho che delle preoccupazioni
Come si pu chiedere ai giovani di sacrificarsi per la stupidit o limpotenza dei padri... senza un aiuto che non li condanni a seguire concorsi con la sporca abitudine di esser predestinati?...
Bisogna operare affinch in Italia ci sia giustizia e nella societ si recuperi il senso del valore... perch questo di cui non solo i giovani hanno bisogno pi di ogni altra cosa, per trovare e ritrovare un terreno in cui sia possibile sperare e lottare e non solo umiliarsi senza fine, nello sperare in una astratta e fatalistica idea dopo aver fatto il proprio dovere !
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7634
di Renzo marrucci
del 01/12/2009
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Conservatori del moderno e moderni conservatori
di
Sandro Lazier
Piantare pi alberi in citt, ma ben venga, intanto conserviamo e curiamo quelli che ci sono come dovrebbe essere, dopo nulla esclude un
ripopolamento arboreo e una spintina al bianco capelluto assessore Cadeo, non male anche per distogliere dalla mania dei parcheggi che stanno infestando Milano mentre la Moratti non si accorge al di l di ogni logica urbana... Ma poi questo il problema da affrontare e a cui Renzo Piano da con il suo solito sorriso quarantaduedentesco, beato lui, il suo solare soccorso? Milano ha tutt'un tratto un disperato bisogno di alberi ? Di musica e di alberi ? Gi ma quando due stars si incontrano si fa spettacolo o mi sbaglio?
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7627
di Renzo marrucci
del 28/11/2009
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Conservatori del moderno e moderni conservatori
di
Sandro Lazier
..."Stupefacente che Renzo Piano"... ma che dici caro Pagliardini? Come se fosse la prima volta e ci fosse da stupirsi... Oggi la figura di un architetto se non quella di un attore non lavora o lavora male se non ha valore aggiunto... comunque il compiacimento o il conformismo cosa naturale, semmai obbligata o anche gratuita ma sempre accompagnata da Kilometri di parole gratuite o a pagamento ! Quando Piano spiega le sue riflessioni, non so se ci fai caso, in Tv oppure dietro da qualche bancone... c' vero sussiego malcelato con posa tipica del ruolo... quel ruolo appunto! Ormai si vende anche l'eskimo rosso, il sorriso o l'erre moscia con il quale partecipa alla sua grandeur... Ma non solo merito suo... la colpa vera di certi critici ammansiti e di mas media che hanno bisogno di costruire, di enfatizzare, di ingrandire l'immagine per vendere meglio, dicono, anche il prodotto italiano. Oggi la trovata architettonica solo marketing, globalizzazione e interesse diffuso e non c' da stupirsene purtroppo! Autorappresentazione e marchio... La miglior cosa non pensare con la propria testa, non previsto... se ci pensano gli altri...
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7620
di Renzo marrucci
del 25/11/2009
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Conservatori del moderno e moderni conservatori
di
Sandro Lazier
La paura quella di chi non accetta la C. Marchesi con la sua apertura spaziale. Aver paura del futuro e di ci che porta al futuro. La paura di affidarsi ad una spazialit veramente democratica e aperta. Parlo della paura delle persone... e di quelle che non hanno voluto manutenzionarla e lasciarla andare a s...
Chi convinto e chi si lascia convincere dallo stato di fatto attuale a cui si arrivati nella convinzione indurita di procedere alla demolizione. Se Sandro Lazier non tra questi non posso che esser lieto.
Saccente e leggero rivolto a quel numero di persone che vogliono demolire, a Pisa ci sono e son tante, per far posto a qualche cosa di pi appetibile al mercato evitando di consolidare l'idea di una citt che merita invece una scuola intelligente e all'avanguardia anche come architettura e innovante nel comportamento e nel rapporto tra allievi e studenti...
Mi scuso se a volte mi dimentico di spiegare cose che per me sono del vissuto personale e viscerale e mi pare che siano scontate ma dipende dalla forma dello strumento e di scrittura che mi incalza all'immediatezza e mi spinge forse nel criptico e forse solo nella passione.
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7619
di Renzo marrucci
del 24/11/2009
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Conservatori del moderno e moderni conservatori
di
Sandro Lazier
Quell' architettura stata ritenuta da alcuni come un corpo estraneo perch troppo innovativa... Ci piace scrivere INNOVAZIONE sulle targhe e riempirci la bocca con questa parola... ma poi ci tiriamo indietro quando qualcuno affronta e propone il tema nella realt... salvo poi fare tanti gridolini di falsa gioia su architetture delle archistar, concepite e realizzate a senso unico...
Troppa saccenza e leggerezza nel gestire e nel voler intendere il nuovo che, quando viene in termini pensato, crea le vere ipotesi nonostante tutto!
Quell' architettura, Cara Torselli non ha esaurito proprio un bel niente...
Se la si vede ora, la scuola, nello stato di abbandono in cui stata premeditatamente lasciata... si pu anche lasciarsi convincere, ma cos non .
Occorre metterci mano e venire incontro ai tradizionalisti in modo da farli lavorare con le loro idee, ma lasciar leggere l'idea di democrazia e di libert che l'architettura contiene ed esprime... in attesa che uomini dalla mentalit pi aperta e creativa possano agire e "saper vedere" la spazialit di un organismo e semmai utilizzarne lo spirito spaziale che l'architettura contiene...
Tutto questo se vogliamo andare avanti davvero e non fermarsi nelle controtensioni e incrostazioni, animate solo nella viscosit della paura. Occore pi che altro umilt e volont di affrontare in termini concreti il futuro...
24/11/2009 - Sandro Lazier risponde a Renzo marrucci
Marrucci, lei a volte davvero criptico. Seguirla davvero difficile. Ma ci provo:
Quell' architettura stata ritenuta da alcuni come un corpo estraneo perch troppo innovativa... Ci piace scrivere INNOVAZIONE sulle targhe e riempirci la bocca con questa parola... ma poi ci tiriamo indietro quando qualcuno affronta e propone il tema nella realt... salvo poi fare tanti gridolini di falsa gioia su architetture delle archistar, concepite e realizzate a senso unico...
Fin qui tutto bene, ma una semplice lagnanza.
Troppa saccenza e leggerezza nel gestire e nel voler intendere il nuovo che, quando viene in termini pensato, crea le vere ipotesi nonostante tutto!
Chi sarebbe saccente e leggero, e nonostante cosa?
Quell' architettura, Cara Torselli non ha esaurito proprio un bel niente... Se la si vede ora, la scuola, nello stato di abbandono in cui stata premeditatamente lasciata... si pu anche lasciarsi convincere, ma cos non .
Convincere di cosa, che non in stato pietoso? Oppure, questione sulla quale concordiamo, che non da abbattere?
Occorre metterci mano quello che sosteniamo sia Torselli, che Cusano che il sottoscritto e venire incontro ai tradizionalisti in modo da farli lavorare con le loro idee ma non sono proprio questi che hanno avversato lopera rinunciando alla manutenzione? Venir loro incontro vuol dire, quindi, demolire ma lasciar leggere l'idea di democrazia e di libert che l'architettura contiene ed esprime ...la scrittura, appunto in attesa che uomini dalla mentalit pi aperta e creativa possano agire e saper vedere la spazialit di un organismo e semmai utilizzarne lo spirito spaziale che l'architettura contiene ... qualcuno che io ho individuato in Mario Galvagni.
Tutto questo se vogliamo andare avanti davvero e non fermarsi nelle controtensioni e incrostazioni, animate solo nella viscosit della paura. la paura di chi?
Occore pi che altro umilt e volont di affrontare in termini concreti il futuro... infatti! Pi concreti, coraggiosi e umili di cos?!
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7616
di renzo marrucci
del 23/11/2009
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Conservatori del moderno e moderni conservatori
di
Sandro Lazier
Risposta a Vilma Torselli
Per quanto concerne la Concetto Marchesi di Pisa non un problema di architettura asfittica e fuori contesto da inquadrare come un serio problema di sperimentazione sbagliata... Entra il dovere di intervenire per renderla aderente alla realt del contesto nel rispetto della stessa architettura e non esiste un dovere di demolizioneper dar credito al rifiuto bigotto di adeguare interni ed esterni e manutenzioni tali per rendere pi fruibile quella realt. Realt architettonica che si cercato di mandare in malora evitandone la manutenzione che avrebbe dovuto ricevere. Ora esiste anche una cattiva intenzione da nascondere
Nulla in contrario ad abbattere qualche architettura che ha esaurito la sua funzione oppure intralcia la democrazia e la vivibilit e crea problemi di degrado civile e umano... Casi che gi ci sono in Italia e per i quali non si pensa nemmeno lontanamente all'abbattimento, n alla loro recuperabilit... Casi che ci saranno sempre di pi negli anni a venire, per come le cose si vedono andare avanti. Le cose vanno... C' un dibattito nella citt di Pisa che arrivato e si aperto a tanti architetti in Italia, partito proprio dalla fondazione Zeviana e che ha inquadrato bene il problema... Non si tratta di un ostinata ottusa polemica, ma di una polemica civile che reagisce al fatto che non concepibile e soprattutto non ammissibile che si mandi in rovina un architettura e le sue valenze, solo perch ci si rifiuta con ostinazione di apportare manutenzioni o modifiche idonee ad essere funzionali per una gestione di poca lungimiranza e visione. Il compito bisogna farlo in un bunker? Benissimo!
La scuola pu essere ripresa e migliorata funzionalmente secondo i livelli funzionali necessari, rimettendo in gioco le varianti vitali dell'architettura di Pellegrin.
Questo ci si rifiuta di fare contro ad ogni logica umana, sociale, economica e architettonica. Non facendo gli struzzi e rifiutando l'architettura che si risolvono i problemi... e questo accade anche nella vita, per questo il problema assume un forte significato e senso culturale .
Renzo Marrucci
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7612
di Renzo marrucci
del 20/11/2009
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Conservatori del moderno e moderni conservatori
di
Sandro Lazier
Credo di no! credo che sia da mantenere in vita a maggior ragione per la cattiva volont dimostrata dall' amministrazione nel non dare la cura e la manutenzione dovuta... invece di affrontare i problemi di gestione spaziale e funzionale interna ed esterna dello spazio architettonico. Cosa che non stata fatta con una sorta di volont e convincimento prederminato. Conosco quella realt e non la si voleva proprio per ragioni tradizionaliste, cio contro quella architettura. Ora il fenomeno culturale che sta dietro alla volont di liberarsene forte in senso etico e morale inadeguato, caro Lazier. Quell'architettura poi fondamentale in quello specifico contesto, in quanto portatrice di sfida mentale e funzionale e non vi dubbio... non si demolisce un' architettura perch non la si vuole... credo che il valore morale del fare architettura non debba avvalersi di cattive volont. Per questo, in questo volere l'abbattimento ci vedo involuzione e arroganza verso all'intelligenza e per me diventa forte una ragione culturale e sociale .
Per cui credo che sia un dovere dell'intelligenza difendere quella architettura e intervenire nelle sue criticit!
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7610
di Renzo marrucci
del 20/11/2009
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Conservatori del moderno e moderni conservatori
di
Sandro Lazier
Caro Lazier ,sulla Concetto Marchesi di Pisa il problema del conservare il moderno come l'antico non si pone. Il vero problema non cancellare un'architettura moderna in un contesto povero di sollecitazioni vive e di volerla capire, superando un clima culturale piuttosto farraginoso e legato al tradizionalismo anzichen. Una citt rimasta un p ferma sulla torre di Pisa e i suoi cm o mm di bella pendenza e al suo Camposanto e altro l... in quella iperconnotata piazza.
Su quella scuola verte una problematica culturale profonda grazie alla interessante opera di un architetto vivo e stimolante come lo era Pellegrin. Ci significa anche una possibilit di inserire, una volta tanto in questa citt, una nota critica di vitalit e di cultura democratica senza se e senza ma, e che in fondo in fondo lo assai poco se per tradizionalismo si torna indietro con la scusa di non saper capire e gestire una funzione per viscosit culturale, Caro Lazier.
La Concetto Marchesi non ha esaurito alcuna funzione architettonica e nulla che non possa essere normalmente riorganizzato e mantenuto con civile correttezza! Anzi tutta da riscoprire e da rivestire la sua funzionalit, ammesso che sia stata mai usata nelle sue valenze innovative, ancorpi attuali oggi in tutto il suo valore. Si spera solo che qualche mano e cervello un po' pi aperti vi vorranno porre attenzione. Quindi la sua demolizione da combattere culturalmente e in seconda istanza architettonicamente ! Questi sono temi veri per la cultura architettonica e di grande attualit che la politica viscosa e macchinosa e riverberante oggi le sue sonore incapacit, dimostrano con chiarezza la sua dissociazione dai temi della vita attuale.
20/11/2009 - Sandro Lazier risponde a Renzo marrucci
Marrucci dice: Quindi la sua demolizione da combattere culturalmente e in seconda istanza architettonicamente!
Assolutamente no!
Questa una dottrina che non porta da nessuna parte. Se questopera vale tuttora, vale per la sua architettura. Solo ed esclusivamente per la sua scrittura architettonica.
Come si fa a dire che da allora nulla cambiato? Basta vedere il contesto attuale: questopera in totale sofferenza culturale e sociale, soffocata non solo dallincuria e dallanalfabetismo dello scatolame edilizio che la circonda, ma soprattutto dal rifiuto ideologico di comprendere che pu diventare altro da ci che avrebbe dovuto essere e non mai stato. Vederla in tale stato strappa il cuore a qualsiasi persona di buon senso. Quindi o si riesce a farla rivivere degnamente o la si sopprime per un puro sentimento di piet. Occorre essere laici anche nel confronto con le idee, non solo con le persone.
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7607
di Renzo Marrucci
del 16/11/2009
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IN/ARCH compie 50 anni
di
Sandro Lazier
Riflessioni sullarticolo di S. Lazier e sulla Biennale
Va benissimo il principio di non ingessare la Biennale con le archistar di cui, peraltro, si incomincia a capire il fenomeno... Sarebbe l'ora per anche di imparare ad utilizzare queste manifestazioni come attendibili nodi di scambio e di intreccio della cultura architettonica e urbanistica, europea ed internazionale, con temi e problemi reali, contingenti, all'ordine del giorno e del tempo che viviamo se possibile. Sarebbe questo un ottimo momento per interrompere il senso astratto della vetrina che questa manifestazione tende ad avere sempre pi platealmente.
La cultura non dovrebbe volare per conto proprio e dissociarsi da quello che il dibattito sulla citt e favorire l'uso strumentale a cui oggi sottoposta da investimenti economici slegati da un interesse seriamente umano. Sarebbe l'ora di slegare politica e cultura partendo da qui e cominciare a integrare le responsabilit sociali e umane del fare cultura con la realt che viviamo tutti i giorni. Pare poco ? Se pare poco significa che siamo indietro o fuori del tempo, che cio privilegiamo corsie differenziate dalla realt, trascinando la politica nel disinteresse della realt della vita che viviamo nelle nostre citt.
Rileviamo il pessimo servizio che la cultura presta alla citt, alla politica
in favore di una progressiva dicotomia tra senso dell uomo e interesse economico che oggi travolge ogni cosa e soprattutto gli uomini di cultura incapaci.
Non dovrebbe la cultura non essere una semplice appendice del potere?
Non dovrebbe invece mediare, arginare e suggerire criticamente il potere e lasciarlo alle sue responsabilitinvece che esserne il servo ubbidiente e accomodante ?
Recuperare il passo con il tempo considerato troppo difficile? Preferiamo allora separare la realt dalla vita e vivere la contraddizione come snobistico atteggiamento poetico da una parte, favorendo ogni calcolo deteriore da compiersi sul filo freddo di una condizione puramente affaristica? Lo stiamo gi facendo con i sindaci in prima linea sia che siano di DX che di SX. Oggi vi un comune disegno
nelle ideologie, rimaste solo come appendice e in realt sopraffatte dallegoismo e dalla nuda e cruda vanit.
Per quanto concerne gli architetti non credo alle dichiarazioni dell' Inarch anche se proclamate con certa apparente sincerit. Dal periodo di Zevi ad oggi nulla di consistente stato fatto in favore dellarchitettura italiana e credo che oggi sia troppo fuori della compromessa condizione culturale che il sistema archistar, privilegiato dai gruppi economici e dai poteri forti, ha coltivato mettendo in soggezione parte importante della scena sociale italiana, sia mediante i sindaci che li chiamano nelle loro citt evitando il confronto delle culture, sia dai ministeri per apparire svecchiati di una certa ruggine che deriva da una profonda incapacit di rinnovarsi. Quando la cultura viene imposta dallalto si uccide ogni possibilit di semina e tutto ci che nasce localmente sul territorio che sempre stata la nostra salvezza. Nessuna possibilit o opportunit al confronto locale, nessun confronto che linfa vitale e che viene invece affranto e distrutto e non tutelato nella consapevolezza civile della ricerca del valore dei nostri giovani e degli architetti, estromessi da una cultura del concorso malata e corrotta, mossa solo da interessi che prevaricano il territorio.
Dal tempo di Zevi a questa ultima dichiarazione Inarch il tempo volato e appare facile fare relazioni sulla carta e affermare buone intenzioni, ma in assenza di un tessuto culturale che sia in grado di sostenere il dettato dei propositi enunciati.
Sandro Lazier dice alcune cose giuste che vanno seriamente considerate, ma i conti con la realt e con le citt chi li deve portare avanti? Chi deve rendersi conto della realt? Non basta una dichiarazione di buone intenzioni ma serve la coscienza di individuare il tessuto politico e culturale in cui queste parole cadono che del tutto impreparato a sostenerle. Formare i giovani in un contesto in cui sono pi che altro Materia difficilmente impiegabile a che serve? Che cosa che non va? La formazione? Se non ci sono intenzioni di applicare i comportamenti che rimangono nella teoria della formazione Le Universit sono i sistemi pi controllati della societ dalla politica quella politica che non vuole aprire la formazione e che inventa per avere un primato verbale, teorico, costruito dalla forma
Cos la Biennale diventata una sorta di salotto fuori della realt, dove sognare possibile per pochi elettima mentre la realt riempie la citt dei cittadini di
edifici irresponsabili, cancella inesorabilmente i luoghi e le identit senza trasformarle, arricchirle e facendo emarginare i suoi cittadini.
Vedremo anche come la gentile esponente del mondo giapponese interpreta la vetrina di questa Biennale e se ci
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7604
di renzo marrucci
del 16/11/2009
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Kazuyo Sejima direttore della Biennale 2010
di
La Redazione
Presente ! Si! eccome! Altro che aria fritta cara Torselli... Si continua a far vetrina e salotto mascherato... si vede che alla grande parte degli architetti piace di pi seguire le onde che si ripetono in sequenza facili facili pi che pensare a far riflettere e proporre i veri problemi della citt e della ricerca architettonica che alla deriva di questa societ... pi bacchettona e ipocrita che mai... e che serve a chi ci campa e ci prolifica con buona pace di chi non ha il coraggio di affrontatare i temi di questa societ.
Le Sejima sar senza dubbio una gran brava donna ma credo che avergli dato la Biennale rientri proprio nel clima ovattato di effervescenza pi totale che tanto piace per far fare una gita a Venezia...
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7523
di Renzo marrucci
del 17/10/2009
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Opere faraoniche e tragedie annunciate 2
di
Leandro Janni
Il ponte sullo stretto
Davvero interessante che i verdi si scandalizzino tanto per il ponte sullo stretto di Messina quando dimenticano, per esempio, quello che avviene a Salerno per lennesimo crescent post fascista o leninista che dir si voglia al segno di unarchistar o di quello pi o meno analogo che avviene a Milano con city life con quella scorta di grattacieli tentennoni con previsto museo a tazza che oltretutto provincializzano irrimediabilmente limmagine di Milano secondo una svolta allincontrario e non certo per migliorare la vita dei cittadini. Eppure i verdi compaiono e spariscono e non si sa bene il perch Nessuno che si interessi agli scempi di Roma delle giunte scorse e via dicendo Silenzio assoluto compreso il silenzio sulla questione delle recenti esperienze napoletane sulla mercificazione dellimmondizia e come dimenticare la leggendaria fioritura di ogni sorta di immondizia sulle strade e sugli spazi pubblici di citt campane? E come mai questo interesse verso unopera pubblica che potr innescare qualche cosa di nuovo nella vita di unisola tenuta allesterno? Ora si interessano tanto al ponte? Sar che si risveglia lanima per un romantico Caronte? Sar per una nota di agreste mitologica memoria intrisa di sentimento nostalgico ? Oppure la preoccupazione per una futura pagina che non sigli troppo lera della sinistra dello scontento?
Renzo Marrucci
Milano, 15 ott. 2009
da Patrimonio sos
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7519
di renzo marrucci
del 15/10/2009
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Opere faraoniche e tragedie annunciate 2
di
Leandro Janni
Fra le tante cose che il piano casa diventer ci sar anche quello... Ma chi non pu chiudere il balconcino di casa o aggiungere una stanza perch non in villa o in villini vari potr sempre ricorrere alla speranza di farsi una villa al mare o in montagna...
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7517
di Renzo marrucci
del 14/10/2009
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Opere faraoniche e tragedie annunciate
di
Leandro Janni
In Italia si diventa burocrati senza accorgesene caro Janni... che vuole farci, la cultura che abbiamo tutti qui in italia... il paese dei documenti. I documenti certificano e noi abbiamo il culto della certificazioni. I documenti elevano e noi abbiamo il culto dell'elevazione. Dov' possibile andare senza i documenti che certificano e dimostrano e comprovano ed elevano??
Il culto nasce da un atavico complesso di inferiorit indubbio! Noi italiani leggiamo quello che scritto sui documenti con un certo qual senso di consistenza fisica e psicologica perch negarlo? Noi siamo la patria degli esposti,delle petizioni e delle autocertificazioni, con mille volte scritto i rischi che si corrono a dichiarare il falso e non solo... quanti funzionari si dimenticano che la tua domanda incompleta dopo settimane o mesi di ritardo?! Le burocrazie... e le leggi per rendere pi agevole che cosa? un amore profondo per la legge che regola, come elemento regolatore. Per regolare una legge facciamo un'altra legge e poi una leggina per sveltirla, e poi un decreto per miglio
rarle e poi aggiungiamo tre commi e li leviamo, e poi li riscriviamo peggiorandone il senso e poi e poi e poi ... Mi dica Lei... che cosa? e Lei credeva di esserne immune? Che Dio ci aiuti, ne abbiamo davvero bisogno, altro che storie! Ma con quale credibilit... In Italia basta essere presidente di qualche cosa che il tarlo della burocrazia ti si attacca alle mani, si abbarbica nel cervello. Siamo il popolo delle dichiarazioni e lei non lo sapeva? Ma in Sicilia si ha la fortuna di vivere lontano da Roma e dalla burocrazia e poi da che cosa? Noi siamo burocrati anche quando ci avveleniamo il sangue contro la burocrazia... c' lo abbiamo nel sangue, Janni... ecco perch viviamo e sopravviviamo a suon di pasta
sciutta e vino, formaggio buono e beni culturali allegati...
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7504
di renzo marrucci
del 10/10/2009
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Opere faraoniche e tragedie annunciate
di
Leandro Janni
Ben venga il Ponte caro Janni. Ben venga un passo pi vicina la Sicilia all'Italia e far bene a tutti. Da troppi decenni l'italia ha smesso i panni delle grandi opere civili e non fossealtro per questo sarei in accordo.
Tutto il resto e quasi noia.... Io ricordo le mezze giornate passate sullo stretto per fare due km. di mare... un autentico settecentesco dramma alla italiana da sud Italia. Credo nella comunicazione reale pi di quella virtuale caro Janni. Rimetta i remi in barca e aspetti il Ponte per una sicilianit meno rinchiusa, meno gelosa e pi aperta... non potr che fare bene...
Un ponte che un ponte e non la cultura degli spot architettonici che st attraversando l'italia in modo insulso e politicizzato.
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7493
di Renzo marrucci
del 08/10/2009
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Opere faraoniche e tragedie annunciate
di
Leandro Janni
Se non si vuol far fare il ponte sullo stretto un conto, e tra le tante ragioni per non volerlo ci sono tanti sostenitori che la met potrebbero bastare a bloccarlo...
Tragedie come questa sono, se permettete, un'altra cosa, e col ponte non ci azzecca nessuna zecca... lasciatemelo dire gentilmente...
Questo genere di tragedie sono di una Italia all'ordine della cronaca, per motivi sulla cui ragione ogni volta si fa un gran parlare in tv e sui giornali, ma poi non si muove nessuno... a partire dagli stessi luoghi ove queste tragedie accadono. Un giorno segue l'altro in una fatalit sconcertante e allora ci si sveglia e a chi tocca tocca... e qualcuno lo sente accadere per ovvio atavico culto della tragedia. Amministratori con la faccia di marmellata e parole profuse freddamente in tutti i dialetti. Domandiamoci a quale scuola appartengono e poi domandiamoci se davvero esistono i responsabili e devo ammettere anch' io che non c' mai stato vero zelo nel cercare di scoprirlo, anche da parte della stampa ... se non attraverso qualche titolo subito, e poi scoop in TV. Libert di stampa anche in eccesso ma... su altre questioni... Credo a chi sostiene che viviamo una civilt dalla faccia di marmellata, senza alcuna voglia di umanizzazione. Ricorrere o pensare di ricorrere ad una urbanistica sostenibile, in questo nostro contesto, mi sembra davvero un sogno pericoloso. Ancora di pi...
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7444
di renzo marrucci
del 22/08/2009
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Difendere la tradizione dai tradizionalisti
di
Sandro Lazier
Si potrebbe dire che tra gli uomini c' sempre chi si chiude troppo nella realt dei padri e tende a fissar le regole per difendere qualche cosa che comunque difficilmente difendibile... forse chiss... una molla che vedo scattare spesso anche negli insospettabili. Sovviene nell'appartenenza a qualcosa ... alla terra, alla citt e a tutto ci che ci costruisce.
Il tentativo di difenderla troppo la tradizione, la fa ricadere nella imbalsamazione dei suoi contenuti e allora occorre capire il perch in quanto, comunque, nella continuit deve evolversi anche e necessariamente lo spirito di osservazione e il senso critico che se ci porta nel presente elaborando il futuro... ci consente anche di orientarci nell'altrettanto vivo e confuso, spesso elugubrante, speculativo, opportunista falso senso del futuro...
Il passaggio dal senso della tradizione e della storia al presente che viene giorno dopo giorno cio il futuro... troppo spesso vissuto come una noia, una cosa da superare a tutti i costi... una frenesia che non si cura spesso di avere o cercare una vera coscienza. E' forse questo che procura molta confusione? L'intuizione non sempre qualche cosa che andando avanti porta dietro il meglio di noi?
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7353
di renzo marrucci
del 15/07/2009
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Il caso Gela
di
Leandro Janni
Certamente! E' proprio cos! Janni ha ragione!
Ma non si pensi che devono essere gli architetti a contribuire su questo piano. Urbanisti ed architetti che sono le prime vittime di una cultura arretrata e, quando non arretrata, opportunistica e mercantile nella stragrande maggioranza dei casi.
Se un sindaco pensa al rilancio della propria citt, nella maggioranza dei casi pensa a chiamare una archistar, prefigurando la pubblicit sui giornali come comporta l'aver chiamato kukkas o Kakkas, Hocola o Zizza quando non addirittura Bambas; perch magari il professorino della locale scuola di architettura glielo dice assicurando un ritorno di immagine, almeno per la durata del suo quinquennio... Poi se va a finire come a Venezia che per un a passerella a scheletro un po ritoccata da 4 milioni di euro si arriva a.. qual l'ultima cifra? Oltre i dieci milioni di euro o di pi, non ricordo bene, non riesco ancora a capacitarmi... ma certo la pubblicit costa, questo lo sappiamo...
Chiedere sensibilit agli urbanisti poi una chimera da corrierone dei piccoli... Avete mai sentito come parlano? Se non ti fanno crescere i calli stando a sedere, bisogna capire dove ti fanno del male...
Il guaio che manca la cultura, cio la capacit di capire quello di cui si parla ed un senso critico fondato sulla conoscenza delle cose. La mancanza di cultura rende estranea la partecipazione responsabile. La separazione tra cultura e materia, tra teoria e realt, tra coscienza e citt e via dicendo...
Lei Dr. Janni potr parlare e scrivere benissimo dei problemi reali, ma sar del tutto ininfluente se omette di comprendere che un piano urbanistico non materia che deve stare fuori dalla sua conoscenza ma deve potere avere strumenti per giudicarlo e capirlo... solo allora il senso critico sar operativo e former confronto consapevole o altro sulle cose reali e gli architetti urbanisti avranno dei riferimenti forti con cui sperimentarsi nelle loro capacit e andare a fondo, senza fermarsi alle regolucce striminzite della materia debole dell'urbanistica, che molti vogliono far passare come una sorta di scienza, chiudendosi dentro un linguaggio estraniante e incomprensibile che serve solo a dei politici senza capacit, per i quali non e non sar mai neppure una disciplina E' semmai, il piano urbanistico, il frutto sperimentale della coscienza dell'uomo e come tale passibile di essere e di dare anima alla capacit sociale dell'uomo e della citt, solo se recepito in oggettive condizioni culturali poich solo allora consente di formare lo svolgersi delle riflessioni in una reale e sensibile presa di coscienza dei problemi.
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7345
di Renzo marrucci
del 06/07/2009
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Gibellina: vergogniamoci, tutti.
di
Paolo G.L. Ferrara
Caro studente, io non credo che ci sia un particolare disinteresse per le persone palermitane in quel progetto, semmai una sostanziale incapacit di capire con umilt la funzione organica che deve avere un architetto rispetto allambiente in quanto tale e allambiente urbano della citt. E proprio, in effetti, una religiosa convinzione, quella di essere in grado di imporre linguaggio e gusto dove intervengono molti architetti, comunque e ovunque. Parlerei di scarsa umilt e anche di un certo delirio teorico che fa perdere il contatto della realt.
Prendiamo lesempio di geni come F.L.W e Michelucci (cito questi due che ho a cuore, ma molti altri potrei citarne), lo sforzo di ambientarsi e comprendere la realt del luogo per integrare l opera nel contesto, intenso e preoccupato, proprio per corrispondere ai cittadini il senso della vocazione di architetti e comunque il timore di non riuscirci una linea di tensione di alta qualit creativa che sempre presente nella loro anima, come una costante dellimpegno umano.
Quindi il disinteresse non mirato a quei cittadini palermitani o romani, milanesi o altro ma generale e dipende da una visione errata, forse egoistica e cruda della realt e del pensiero, di un pensiero, chiamiamolo cos, diffuso anche dalla scuola e del resto, molto comune, come comune di fatto il disinteresse da parte di molta architettura e urbanistica verso il cittadino inteso proprio come uomo.
Voglio includere in questo commento una citazione da Luis Sepulveda nel suo Le rose di Atacama: Quelluomo che dispone sulla spiaggia i suoi amuleti protettori,
le pietre verdi e azzurre che terranno il fiume al suo posto, quelluomo mio fratello, con lui guardo la luna che ha tratti si mostra tra le nuvole inondando dargento le chiome degli alberi.
Un caro saluto allo studente
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7325
di Renzo marrucci
del 23/06/2009
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Utilit e inutilit dell'arte
di
Sandro Lazier
Dispiace di non essere pienamente con voi ma alcune incomprensioni sviano il discorso. Pazienza, per me non ripetitivo ma spinge il cuore ed il cervello a capire. Mi dispiace davvero che il limite tra arte seria e poco seria sia cos frainteso. Prendi pezzi di discorso e lo metti tra vir
golette come se fosse la frase da incriminare e condannare... il tuo modo? Va bene ma allora leggi con calma per favore... e disteso... sempre che sia possibile e capisco che non sempre possibile. Tuttavia per me il limite esiste anche se non posso indicarlo come se fosse un recinto con filo di ferro montato su tralicci... Lo sento dentro di me e poi lo razionalizzo... gli do parola e lo identifico e ogni volta diverso e ogni volta profondo...
Quello che dici della mia esperienza di quando ero ragazzo non posso elevarlo ad arte solo perch nel mio ricordo gioioso di vita e perch ilsuo valore nel racconto e nel ricordo rievocato... Letteratura se entra nel filo di una realt e ne parte espressiva... ma non in s amore per l'uomo, almeno in quanto non esprime pienamente valore sulla sua esistenza e sulla sua crescita sensibile... Ecco come arte io la definirei poco seria... in quanto si fonda sulla esaltazione di un gesto a cui si offre un valore che non c' oltre quello di un virtuoso funzionalismo....
Ora basta certamente... se diventa ostile l'argomento!
Comunque mi dispiace.
Salvatore Di Giacomo? Stupendo Poeta!
Caro Giannino io avevo, fino a qualche mese f, una moglie meravigliosa
mente napoletana... E sono molto legato a quella realt.
samente napoletana...
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7323
di Renzo marrucci
del 23/06/2009
relativo all'articolo
Utilit e inutilit dell'arte
di
Sandro Lazier
Certo che sono ovviet... anche quella di essermi dimenticato una "e", lo . Ma sicuramente non ovviet quello che scritto dopo... s, a volte non ci si capisce, ma non un problema, l'importante che uno ci rifletta sopra... bont sua... o forse per lei anche quest un' ovviet ? Cosa vuole che mi importi se il termine accreditato, ho sentito dire tante di quelle sciocchezze di cui la met potrebbero bastare a farmi cambiare treno... ma si vede che avendo fede riesco a essere capace di convivere... e di vivere...
E poi per me, l'arte difficile per chi sostanzialmente non la capisce, la sente perch la vuol sentire, ma in realt non l'arte che cerca... La societ piena di chi non la capisce, ed per questo che c' chi se ne approfitta.
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7310
di Renzo marrucci
del 19/06/2009
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Utilit e inutilit dell'arte
di
Sandro Lazier
Risposta a Giannino detto Eraclito
Arte dotata di aurea sacrale?
Un ci si capisce! Suvvia, un po di ragionevolezza! Devi per forza radicalizzare? Spingere all'estremo e cos via... caro Giannino...Quando parlavo dei buoi davanti dietro al carro, non lo intendevo il "carro" che intendevi tu... Chiss come mai...
Si perde la semplicit nel mondo, si ragiona per convenzioni e non si pi liberi... Per non ci rifletti un attimo vai gi sparato nelle tue ombre e ti ci attorcigli...
Ma quale Arte dotata di aurea sacrale?! L'arte vita e per questo sincera e profonda, quando seria... non tende trappole logorroiche o pseudo-accademiche o ortodonzie professorali, per liberi di fare quello che si vuole!
Siccome l'arte vita, spiritualit, poesia e anche amore... ma non uno sputo per terra, neanche quando arriva a cinque o sei metri e potr semmai entrare in quel guinnes dei primati... poi il mercato pu far dire a qualcuno che arte e farci scrivere qualche volume sopra, se ne trovano assai, e magari anche una trasmissione pettegola, narcisistica e teatrineggiante, pronta a fare breccia su un folto pubblico di casalinghe o qualche banchiere ignorante che se la crede... tra questi poi ci cascano in tanti purtroppo! Ora, c' bisogno di capirci qualche cosa dentro a un quadro e in una scultura, non bastano pi gli scritti che certificano... Siccome lha detto tizio aumenta il prezzo
I valori si sfumano nel nulla e nei discorsi retorici che oggi vanno tanto di moda.
C chi ha bisogno di chiarezza. Oggi vi lesigenza di recuperare qualcosa di importante dell'uomo che andato calpestato, messo fuori uso... Ecomostri riempiono le nostre piazze che perdono qualit e socialit, perdono se non ti piace la parola identit, trovane unaltra
Abbiamo (hanno) sputato sul futurismo quando era una nostra espressione di grandezza nel mondo... diciamo una bella ricerca nostrana, nell'imbecillit generale di tanta critica d'arte vacua, viziata, faziosa. Adesso ci ritornano i rigurgiti del futurismo dallamerica tramite le superstar le archistar o ballerine che dir si voglia, balla pure con loro se senti la musica non cambia molto... E siccome ritornano gli echi dagli americani o postamericani... tutti contenti? Liberi di stare nella rete amico mio e se ci vuoi stare stacci... Un po mi dispiace.
Riguarda Mir, Matisse, Picasso oppure altri che come loro erano dentro il mondo e sono nel mondo ancora mentre noi (loro) si perdono nelle stronzate andando a casa pieni di parole e teorie balzane e taluni messi in trono pieni di soldini come accade in questi contesti attuali Dove i giovani brancolano nelle accademie con risultati devastanti
Non hanno saputo fare una rappresentazione seria del futurismo neppure oggi, ne hanno parcellizzato e sfumato limportanza attraverso una serie di minuscole mostre senza incidere, senza rappresentarlo nella sua importanza.
Nello spirito sciocco delle mostre e mostriciattole che si fanno senza il criterio di una coscienza che vada appena fuori della provincia
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7304
di Renzo marrucci
del 18/06/2009
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Utilit e inutilit dell'arte
di
Sandro Lazier
Per devo dire che la mia esperienza di quando ero ragazzo non la ritenevo arte, speravo si capisse. Se me la metti in arte allora vuol dire che proprio non ci siamo. Allora che cosa arte? Tutto arte..anche sputar per terra o pi lontano di altri... Mi sembra davvero una cosa strana... Ho l'impressione che non si parli la stessa lingua?
Ti chiedevo di parlare del pisciatoio ma non per tergiversare o altro...
ma che centra la casa che li f... desideravo che sviluppassi il ragio
namento su basi critiche magari per definirne la ragione e l'utilit che
porta come azione sociale che si evolve attraverso uno studio che oggi risolve nel design ma non nell'arte! Arte una ricerca pura, profonda, che non si accontenta e che non si chiude nello stantio di un egoismo chiuso... cio di una funzione in s che si esaurisce con l'uso e con una certa forma...che pu variare nel tempo... pi o meno edonista oppure aristocratica. L'oggetto non arte anche se puoi dargli il compasso d'oro o di platino rientra in una categoria di utile pratico e fisiologico, funzio
nale alla societ e all'uomo. Io credo che l'arte possa informare il desi
gn, animarlo ecc... ma che rientri in una sfera pi pura e alta e una vera e prorpia educazione alla vita intesa come principio e ideale. Per cui non capisco il tono che hai voluto prendere, mi dispiace!
Non ti cito articoli e non ti espongo bibliografie solo perch appesantirei troppo la discussione, poi proprio perch aborro l' uso professorale che non mi piace, distaccato e alto da cui per principio mi astengo. Se si vuol capire mi fa piacere altrimenti pazienza...
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7300
di Renzo marrucci
del 18/06/2009
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Utilit e inutilit dell'arte
di
Sandro Lazier
L'arte un cosa seria e ci salva dal cinismo dell'uomo e dal suo cattivo gusto impositivo e da tutte le mistificazioni mercantili che oggi invadono letteralmente il nostro mondo rendendolo sempre pi povero. L'arte una condizione di salvezza quando vera e ci aiuta a capire.Quando sentita e ci comunica il sentire, lo trasmette a noi appunto tramite il sen
tire di uomini pi uomini di altri. Il resto son fregnacce... Spot e balle varie e se noi non le possiamo impedire possiamo per capire. Capire fa vivere!
Ci sono momenti storici di confusione e di manipolazione ma, si pu manipolare solo se il menefreghismo vige legato a delle opportunit e a menti sottilmente perverse in senso interessato, che non rispetta e non ama l'uomo. Si potrebbe fare nomi e "cagnomi" dirrebbe il mio amato Tot... Ma servirebbe a farsi dei nemici e aumentare il caos o la con
fusione che dir si voglia. Sarebbe meglio che la scuola italiana capisse l'importanza dell'arte e si rendesse conto della cretinata fatta sulla storia dell'arte e sullo stesso settore da politici responsabili per incompetenza grave e rimediare meglio... Finch uomini modesti ci governano, finch uomini incapaci ci governano, capaci di far solo parole... il fiume diventa carsico ma rispunta fuori non appena il sole o la luce ripigliano la natura illuminate che gli propria.
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7299
di Renzo Marrucci
del 18/06/2009
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Utilit e inutilit dell'arte
di
Sandro Lazier
Ma! Giannino? Ancora non hai capito che io sono un tipo che cerca di portare il complesso al semplice e naturale della vita? Cerco ahime! levar lo scuro, per quanto possibile... naturalmente! che questa vita tanto breve disgraziatamente!
Ora io penso sempre pi spesso a quando s'era ragazzi e si faceva a gara a chi la faceva pi lontano... Cosa vuoi che me ne freghi di quella casa che fa i cessi o di quel tipo che ci rimugina sopra? Il krauss e il buon M.Duchamp e altri...
Bisogna riportar le cose alla propria natura per non smarrirsi troppo nella selva contorta dell'inutile... Tirare o spingere l'utile? che cosa meglio? Stare dietro il carro o avanti? Ma non mi dire che preferisci starci sopra al carro per piacere!
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7287
di Renzo Marrucci
del 17/06/2009
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Utilit e inutilit dell'arte
di
Sandro Lazier
Ciao Giannino, parlaci un p del pisciatoio... lo trovi molto sensuale oppure onirico? O come lo trovi ? Io stimolante ma ... alla bisogna... e se non lo dovessi trovare alla bisogna :assai doloroso e forse problematico.
Lo dovessi trovare in un museo penserei di avere sbagliato sala ma su
bito mi ripiglierei... L' effetto arte? Ma se fosse molto bello nella sua idea assurgerebbe a mito? Cio a idea fondante? staccandosi dalla funzione che sarebbe? Se stesso oppure ?
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7291
di Renzo marrucci
del 17/06/2009
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Utilit e inutilit dell'arte
di
Sandro Lazier
Gentile Torselli, va bene che l'arte ha bisogno di un contesto economico
ma direi che oggi il contesto economico che si serve dell'arte in un modo che definire vergognoso mi sembra anche un eufemismo....
Per cui un p come il carro messo davanti ai buoi...
Quando a Volterra da ragazzo li vedevo passare su per quelle salite di pietra arrancando sotto i colpi di frusta del contadino vociante...avevo una gran simpatia per loro che osservavo bianchi e dignitosi e impegnati
a fare e a fare fare bella figura...
Spingere meglio che tirare?
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7289
di Renzo marrucci
del 17/06/2009
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Utilit e inutilit dell'arte
di
Sandro Lazier
Verrebbe qualche battuta sarcastica di fronte alla difesa dell'arte contem
poranea di Giannino detto Eraclito. Pu essere che sia proprio un pisciatoio a salvare il mondo? Non me la sentirei di poterlo escludere...
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7283
di Renzo Marrucci
del 15/06/2009
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Utilit e inutilit dell'arte
di
Sandro Lazier
Come ci sono oggi tendenze culturali ma che in realt sono, a mio parere, para-culturali o pseudoculturali che invadono il campo dell'arte a piene mani, c molta disponibilit verso la curiosit della fantasia umana. Non che queste tendenze siano fasulle nella loro realt, in quanto spingono verso interrogativi che impegnano, comunque energie umane qualificate nel tentativo di capire, esplorare e rispondere in tono appunto para-artistico e filosofico.
Questo atteggiamento viene chiamato arte ma in realt pura speri
mentazione, a volte assai coraggiosa, su contenuti artificiosamente sostenuti con la sfida alla ragione... Il rischio che poi lo sforzo viene inevitabilmente assorbito e pagato non solo dall'artista ma dalla societ intera, attraverso interlocutori che fanno da mediazione e garanzia... come critici e storici e via dicendo... Si assumono il rischio fazioso evidentemente, ma che gli consente di scommettere su sfide iperboliche a volte con sperimentale ardire sostenuto per da una realt economica, mercantile senza la quale
L'abuso sulla coscienza che fruisce il dato prioritario e costante, spesso viene caricato anche dalla realt pubblica sulle persone che, perplesse accettano l'opera d'artista, senza spiegazioni e spesso rinunciando ad averle...
La societ mantiene il divario, la separazione... e non fa nulla per elevare il senso critico dei cittadini, anzi forse toglie gli strumenti per questa crescita della sensibilit artistica e poetica. Per questo a volte viene lo sconforto a domandarci a cosa serva larte e se sia utile
Larchitettura delle archistar si rifugia nellincomprensibile, sostenuta da chi usa il potere mediatico per affari cio nel nuovo, esageratamente esibito, che vale solo con la complicit del richiamo, un valore preciso quando esercitato sulla curiosit umana e sociale
Renzo Marrucci
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7270
di renzo marrucci
del 06/06/2009
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Utilit e inutilit dell'arte
di
Sandro Lazier
Pensierino piccolo piccolo di tarda mattinata...
L'arte utile se la si capisce... altrimenti e un pretesto sulla buona coscienza di chi non la capisce...
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7265
di renzo marrucci
del 03/06/2009
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Utilit e inutilit dell'arte
di
Sandro Lazier
Piazza de campo a Siena. E o non la pi bella piazza del mondo?Mi piace la domanda e voglio pormela qu, sotto l'occhio di chi legge...
Beninteso io che son nato a Volterra la pi bella piazza del mondo mi sembra proprio la mia piazza dei Priori. La ferrigna piazza dei Priori come ebbe modo di definirla Cesare Brandi in alcuni suoi scritti. Ferrigna per il modo serio e conserto di definire il suo spazio contornato di edifici concatenati, costruiti serrati con la pietra locale, il panchino. Una pietra che prende il suo tono dall'atmosfera del giorno. Una gamma cromatica che si esalta e rivela il suo cuore umano e caldo quando piove e la pietra bagnata diventa colorata di giallo oro ambrato venato e macchiato di bleu trattenuto. Una Piazza che io amo definire umana. Come un uomo brusco e arcigno che capace di diventare comprensivo e tenero, ironico e dolce, loquace e chiuso...Insomma una piazza che ti stimola e ti contiene e ti trattiene e se non fosse per il modo sbagliato con cui viene usata manterrebbe sempre un grande carattere spaziale e infinito ad ogni uso...
Ho descritto solo un p il carattere di questa piazza per dire come questo genere di piazze, realizzato nella storia e dalla storia esprima sempre un carattere spaziale e umano che sempre profondamente espressivo del tono, dell'anima della citt, della radice terrioriale di cui questa piazza ne un luogo, il luogo espressivo e profondo.
Piazza del campo uguale! Nel senso che nella sua diversit esprime la sua specifica realt di piazza teatro, di piazza luogo dello spazio teatrale, rappresentativo della realt della identit urbana e territoriale. Realizzata in una cavea naturale rispettata e amata si contornata e racchiusa in s. Teatro naturale di se stessa. Appunto come piazza bella e accoglie
nte. Provate a prendere un caff seduto in uno di quei tavolini sulla fascia alta che non un loggione ma un piano di spazio sospeso... si st l e si sta fuori della realt, sospesi nella identit senese fatta di scuri e di chiari, piccoli e grandi, di quinte e di intercalari dove le persone sono attori e protagonisti nella semplicit. L'architettura fatta per l'uomo e diventa citt, luogo urbano dove bello stare e pu sembrae bello vivere oggi. Molte piazze sono cos, ma non proprio cos. Queste sono due capolavori di piazze e non sono rappresentative anche se hanno edifici tipici della rappresentazione urbana ma che si fonde con la realt, con la personalit e carattere fortemente diverso e intenso...dello spazio che inventano con i propri materiali e dislivelli e proprie ottiche, senari e visioni e colore naturali ed estremamente impersonificanti il territorio rispettato nel costruito, reso sicuro amabile e protetto. Mantenendo la propria anima che comunica al cittadino... e soprattuto a chi la cerca un'anima... da portare con se... e da...... nelle citt dove torniamo...
Si parlava di utilit dell'arte?
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7257
di renzo marrucci
del 28/05/2009
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Utilit e inutilit dell'arte
di
Sandro Lazier
Gentile sig.ra Torselli
capire per me vuol dire entrare nelle cose, siano quello che siano e poi ti accorgi se le senti o no! Capire e sentire ci che ci relaziona e che ci fa crescere. La si pu fare molto complessa, ma non il caso Ci fa scegliere e partecipare e ci da la possibilit di conoscere, confermare ecc rimanere fuori di quella emozione o ragione ecc o condividerla, farla propria, crederci. Di fronte ad un quadro oppure ad una scultura come ad un architettura Avendo un minimo di linguaggio, si entra dentro al tema o alla funzione e se ne pu apprezzare e o rifiutare la soluzione o la emozione ecc Sentirla estranea Se di fronte ad un paesaggio naturale si prova attrazione il registro nella misura della propria sensibilit, ma anche perch abbiamo gli elementi per capire e sentire quella realt ed apprezzarla rapportandola alla propria attitudine. E una questione di educazione per tutti avere elementi idonei ad esercitare il proprio discernimento critico. Tale discernimento cresce, come soffoca senza educazione e conoscenza e con educatori inadatti Oggi purtroppo di educatori inadatti ne sono piene le scuole (Sic) Di venditori di parole ne sono piene soprattutto le TV e via dicendo
Se io capisco un quadro posso valutarlo nella sua comunicazione emozionale e se mi prende dice esprime, parla sia che abbia valori formali riconoscibili o no!
Una cosa nuova, fuori dalla convenzione, senza codici formali, pu benissimo essere riconosciuta nella nostra coscienza e comunicare il suo valore e poi essere tradotta da chi ci arriva primaMir per esempio di fronte al quale vedo sempre molte perplessite via dicendo. Una buona opera di spiegazione avrebbe portato pi avanti il mondo e via dicendoCapire, come recepire coscientemente, non vuol dire condividere.
Puoi capire e non condividere. Puoi capire e condividere. Capire viene prima e poi entra la tua sensibilit, esperienza ecc che ti porta a condividere nei gradi della tua sensibilit a recepire. Capire il primo atto razionale che ti collega al mondo e permette di avere percezione della tua realt vitale, chi sei e cosa sei nel contesto in cui sei. Qualcuno disse: conosci te stesso Poi la scelta di aprire le braccine verso ci che ti tocca, che senti, che ti stimola ecc ecc
Una volta la mia povera mamma guardandomi forte negli occhi mi disse : hai capito o no! E io tutto compito, agitando la testolina, dissi di si! In realt avevo paura di prendere degli scapaccioni e sul momento non seppi dire altro
Quando mi pass il timore cominciai a capire qualche cosa
Apprezzo personalmente quello che scrive, ma credo che oggi ci sia molta confusione orchestrata e micidiale e non sta scritto da nessuna parte che gli si debba dare credito. Io in arte, come in architettura mi fido di quello che vedo e che sento. Pu darsi che sia limitato, ma larte non va confusa con lo sperimentalismo e se qualcuno lo gabella facendo esercizio della retorica, io posso farci poco. La carenza critica di questa nostra societ non favorisce la selezione tra i valori, e allora che altro fare? Nella buriana c solo chi ci guadagna, ma non la societ.
La ringrazio per Bruciafoco
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7253
di Renzo marrucci
del 28/05/2009
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Utilit e inutilit dell'arte
di
Sandro Lazier
Quando dico che l'arte utile non dico che utilitaristica e nella diffe
renza c' la spiegazione. Utile per vivere, pensare e essere nonostante tutto. Qualcuno ha detto che la bellezza salver il mondo... Si dice sempre qualche cosa per incoraggiare... io non lo so se lo salver perch c' sempre qualcuno che ti dice: ma quale bellezza? A me piacciono le cose tutte verdi o le cose gialle e rosse e come fai a discutere... Bisogna prima educare senza imporre... Conosco scultori che saldano tubi e profilati dell'industria e pensano di rappresentare il mondo. Pittori innamorati della pittura che non si sentono compresi...E via dicendo... ma spero gli faccia bene. Uno mi fece capire che non bello ci che bello ma che bello che bello che bello... Io dico che l'arte qualche cosa di infinatamente vitale che cerca relazione con l'intorno, con il prossimo che ami in una forma completa e totale... e ci permette di condividere partecipare e amare. Entrare nell'infinito delle cose e comunicarlo... e se non lo comunichi devi non capirlo perch allora sei condannato alla solitudine e alla sofferenza a prescindere dal valore... Ci non esclude che tu possa realizzarti lo stesso. Fare, l'arte un fare purissimo, decantante e trascinante quando riesci a comunicare i tuoi sentimenti e i tuoi pensieri e farli condividere. L'arte se arte unisce e non divide. La perdit di rapporto divide, la pazzia pu essere amata ma divide, la sensibilit unisce quando vera... L'ideale deve esser, per me, una fonte sincera e non una scusa...
Caro Giannino... leva l'ombre e non le mettere... ora spero mi capirai di pi.
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7250
di Renzo marrucci
del 27/05/2009
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Utilit e inutilit dell'arte
di
Sandro Lazier
Secondo Lei, gentile Sig.ra Torselli, appunto secondo Lei. Io, per quello che posso dirle, credo in quello che dico. Capita di cambiare o perfezionare posizione e sentimento di fronte a certe opere, certo, la vita corre e anche noi andiamo dietro a quello che amiamo.
Ho un idea chiara di quello che Arte. Su poche cose credo di avere chiare le idee, ma capita che questa mi sia congeniale. Mio padre era un artigiano, mio zio faceva l'animalista in bottega con il mio babbo. Son cresciuto tra i loro piedi, mettevo le mani sui ritagli di pietra sin da quando ero bambino, che per questo ora sono cosparse di ricordi e cicatrici. Lasciai la scultura per andare a studiare architettura a Roma.
Che cosa sar l'arte per me? Non che la possa interessare tanto, ma io lo so! Sar incosciente? Ma che bello, che bello, che bello! Constatando quelli che oggi non so se si ritengano veramente coscienti... mi sento sempre meno incosciente...
Una volta incontrai per strada a Volterra, dove sono nato, Bruciafoco, che era un signore ricoverato ma sempre in uscita dall'ospedale psichiatrico, che girava per le strade di Volterra e senza inibizione alcuna rimproverava pi o meno tutti, eccetto bambini e le ragazze. Avevo ventidue o pi anni e quella volta mi vide, si avvicin a me con fare amichevole e mi disse : te! con codesta faccia vedrai... e c posto anche per te! Io li per l rimasi perplesso, era noto per le sfuriate che faceva e se anche venivano prese come barzellette facevano un certo effetto, ma questa volta con una brusca tenerezza che mi stup...e mi fece riflettere... Scene vive per le vie di Volterra. Teatro della vita.
Ora anche lei mi da dell'incosciente... ma non avr un po dell'anima di Bruciafoco? Che ora ci guarda, dal suo posto lass...
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7248
di renzo marrucci
del 27/05/2009
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Utilit e inutilit dell'arte
di
Sandro Lazier
Arte sempre utile.
Bisogna stabilire che cosa si intenda per utilit. Non cos scontato dal momento che ci sono pubbliche vendite e pubbliche dimostrazioni e che anzi lesercizio dellattivit culturale e visiva oggi si esprima e divulghi in cos tante forme
Si pu ancora affermare che oggi l'arte sempre utile a qualcuno e in tutti i sensi.
Per il resto bisogna imparare a capirla necessariamente. Ne ho viste e sentite di tutti i colori e anche in bianco e nero riferendomi ad esperienze, in questo settore, sino ad oggi e osservo le nuove cose con divertente curioso interesse sapendo dove fermarmi.
C da credere che abbia dato pi contributo, per esempio, Gianna Nannini, con il cantare i maschi innamorati confondono le curve di Mir Di tanti saggi di storici e critici dellarte oggi, per la comprensione del suo mondo fantastico e creativo
Come Montanelli nella storia facendo innervosire i parrucconi dei vari istituti di storia. Capire la cosa pi importante oggi. Larte utile in quanto ci insegna che c sempre un modo migliore per capire e far capire avendo rispetto degli altri, e mi riferisco agli uomini in senso lato, di ogni forma e colore, lingua o vissuto.
Larte utile quando segue un percorso serio, lineare, e non si rivolge alla sola elite. Quanto che mai oggi tranne limbecillit che utile solo a sprazzi e talvoltanasce dalla esigenza di comunicare al mondo. Comunicare appunto e non necessariamente solo morte ed infelicit, sofferenza e vita e felicit e tutto il resto che sia parte del vissuto delluomo e del suo pensiero e della sua storia in rapporto a se stesso e al mondo. Larte questo e per questo un fatto fondamentale di civilt studiarla e farla studiare. Non solo migliorer il mercato dellarte ma anche luomo e tutta la sua societ.
Appunto larte utile pi che mai oggi....
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7231
di Renzo marrucci
del 22/05/2009
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La ricostruzione a L'Aquila non roba da Archista
di
Vito Corte
Elucubrazioni caro Giannino, elucubrazioni... solo elucubrazioni poco chiare e molto ombrose. Ombrose appunto perch poco chiare...
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7228
di renzo marrucci
del 21/05/2009
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La ricostruzione a L'Aquila non roba da Archista
di
Vito Corte
Car Zappal, nessuno gli nega di credere alla politica dei premi e delle menzioni che gratificano soprattuto chi le d o qualcuno o qualche cosa d'altro dietro... Ma lei per quello che mi riguarda uno che crede ai premi e comunque e per fortuna libero di crederci e dischienarsi dove vuole... Che vuole il mondo vario e la coda lunga...
Ha mai visto lei dove girano i denari? Quanta spontaneit e creativit...
Ma che bellezza ! he! Zappal ?
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7217
di Renzo marrucci
del 19/05/2009
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La ricostruzione a L'Aquila non roba da Archista
di
Vito Corte
Io credo che bisogna darsi una calmata con questi architetti, andrebbero ridimensionati e invitati a vedere e capire meglio la societ vivendo di pi nelle loro confortevoli abitazioni e meditare... sono strapieni di lavoro e lo svolgono in modo che non da ritenere accettabile nella societ di oggi. Bisogna ridare fiducia alle forze interne e alle generazioni locali. Bisogna finirla di favorire i grossi che sono solo grossi e non hanno nulla da darci in pi di quello che potremmo avere rilanciando un professionismo diffuso serio e coerente con il territorio. Globalit per chi non ha identit ma non per chi, come noi, in italia, l'identit un pregio di cui andare orgogliosi, a cui necessario ispirarsi e sviluppare ricerca. Occorre pensiero e ricerca vera e solo con il professionismo libero oggi possibile rilanciare la ricerca.
Non sono in sintonia con la faciloneria morbida e possibilista... che ricerca il capolavoro del genio preconfezionato dalla TV O DA CAMPAGNE DI PESSIMO GIORNALISMO PRECONFEZIONATO come una sorta di CATARTICA medicina terapeutica DEL GUSTO formato nello sperimentalismo acido di tecnologia e astrusit di superficie... non credo alla strategia spottistica delle archistar che taluni baggiani identificano come una sorta di sperimentalismo liberatorio mentre invece... mentre invece asservimento vero e distaccato alla tecnologia per la tecnologia. Asservimento a mentalit immobiliaristica e economica che specula sulla crisi della citt.Che non si interessa dei bisogni umani ma che ricerca clamore con artificio patinato e folcloristico. Inutile dirti che la tecnologia di questa gente funzionale ad una certa sperimentazione virtuosa e citazionista che fa la ribalta di un mondo superficiale e pericoloso per il cittadino e per la nostra cultura umana.
I consulenti archistar non servono per fare spettacolo dove lesigenza reale e contingente, ma per fare spettacolo montato ad arte, funzionale alle campagne elettorali sulla povera gente. Mi riferisco alla gente che essendo in crisi di senso critico , anche a causa del trauma del terremoto, pu credere si possono risolvere i problemi con la bacchetta ed il cilindro nello spettacolo in citt, e poi lasciando alla vita di rivelare unimmancabile squallido senso del futuro.
.
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7212
di renzo marrucci
del 19/05/2009
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La ricostruzione a L'Aquila non roba da Archista
di
Vito Corte
Caro Giannino io non ho nessun dubbio che una pianificazione sia necessaria all' Aquila soprattutto per non addizionare volumetrie a caso. La tua riflessione in s io non la contesto. Sono indignato che il sindaco di Aquila pensi in questa fase ad un architetto specifico... E di quel tipo...Perch? qualcuno mi spieghi il motivo della scelta... E' arrivato un Angelo notturno o diurno? Se qualcuno non lo vuole spiegare a me... poco conto... lo spieghi a tutti! forse anche meglio. Come riflessione mi pare allucinante e di poca levatura culturale e sociale... e mi fa
molto temere sul futuro dell'Aquila. Pensare a fuksas per le scelte urbanistiche mi pare allucinante (stavo per scrivere alluvionante ma ci poteva stare). Se proprio gli vuoi far fare qualche cosa dagli da fare
un albergo o una pista da ballo turco cipriota oppure qualche ninnolo volatile in qualche piazza nuova... ma che per favore che non siano nuvole... che se ne pu pi e poi non le sa fare... quelle belle son tutte lass...
Io credo che occorra scrivere poco ma bene e chiaro a costo di essere stringati e specialmente su questo mezzo interessante ma con proprie specifiche condizioni. Direi che lo strumento offre un ottimo esercizio per arginare e contenere la retorica vuota e elugubrante che magari molti architetti ,e non solo, abusano, e in altre realt ci vanno a nozze. Ma sono mie idee e rispetto pertanto le altre...
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7211
di Renzo marrucci
del 18/05/2009
relativo all'articolo
La ricostruzione a L'Aquila non roba da Archista
di
Vito Corte
Forse dovevo spendere pi parole ma se si seguiva la logica dei com
menti si capiva bene. La chiarezza del sindaco di cui non ho fatto il nome era proprio quella del sindaco dell'Aquila per la scelta di un architetto che con l'Aquila non entra un fico secco! non il Corte sia ben chiaro e di cui condivido lo scritto. Chiarezza poi si fa per dire! Per dire ironicamente il massimo della confusione e anche di pi e oggi molto diffusa. Direi una chiarezza allucinante nella sua miopia e limitatezza, disarmante ! e mi auguro che ci ripensi o lo facciano ripensare... Si vede che la notizia mi ha cos scioccato che mi son mangiato le parole... ora spero di essermi spiegato.
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7205
di Renzo marrucci
del 18/05/2009
relativo all'articolo
La ricostruzione a L'Aquila non roba da Archista
di
Vito Corte
Si dovrebbero risparmiare elugubrazioni pseudointellettualoidi di fronte alla chiarezza del sindaco dell'Aquila. Ancora una volta un sindaco che ha capito tutto, speriamo che chi ha fatto promesse abbia il coraggio di mantenerne almeno un p. Fate ricostruire ad architetti locali, fate con
corsi seri semmai... ma tenete fuori per cortesia pseudo cervelloni spot
tizzati... fate della vostra terra orgoglio per ricostruire e ridare dignit ai suoi abitanti e non altari pubblicitari di sacrificio per la vostra vanit.
Abbiate fiducia nei vostri concittadini e dategli la voglia di rifare con le loro mani.
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7201
di renzo marrucci
del 16/05/2009
relativo all'articolo
La ricostruzione a L'Aquila non roba da Archista
di
Vito Corte
Sarebbe un'altro terremoto, una solida presa per i fondelli... Ma questa volta senza morti veri... almeno questo!
Il berlusca durante una delle sue discese abruzzesi non aveva proclamato che avrebbe dato lavoro agli abruzzesi?
E' possibile che sotto casco qualche idea gli sia uscita un p bollita?
Speriamo di no! E mi auguro di no!
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7181
di Renzo marrucci
del 04/05/2009
relativo all'articolo
Piano C.A.S.E. : Complessi Antisismici Sostenibili
di
Massimo Pica Ciamarra
Residenza, poi campus o viceversa
Condivido, questa volta, il breve e incisivo articolo sui campus di M.P.C.
Quello che da temere in modo preoccupante, proprio che questa tempestiva volont di precipitarsi nel campo dei nostri aquilani a promettere, si trasformi nella realizzazione di nuovi villaggi a doppio uso, con scartamento ridotto della vivibilit. Se da una parte buona cosa dimostrare vicinanza e interessamento con le parole, poi occorre applicarsi costantemente affinch questo interessamento sia corris
posto e tradotto sinceramente nei termini pi giusti e appropriati che sia possibile, in modo che il trauma possa essere storicizzato, ma non eternizzato sul territorio e nella coscienza delle persone che lo hanno vissuto.
Infatti, la necessit ora non solo del bene strumentale della casa com era nel primo momento della paura, ma ora una formula di civilt da concretizzare. Non nego che si possano realizzare ed escogitare doppie funzioni, ma nella valutazione accorta dei contenuti progettuali e urbanistici, in modo da non ritrovarci sacche di edifici, frutto di una tecnica sapiente quanto diseducativa e frustrante qualit edificata.
In altre parole, occorre formare dei luoghi di vita capaci di generare identit e assimilarsi nel territorio, senza creare fratture dispersioni sociali e culturali come le rigidit annunciate nellarticolo di M.P.C. , con le progettazioni annunciate e impostate su rigide formule economico-funzionali. Nella creazione di queste nuove strutture occorre riferirsi alla dimensione della organizzazioni di luoghi capaci di generare vita comune, come nella socialit identitaria e culturale degli abruzzesi. Quindi non aride formule, destinate a perpetrare frustrazione post terremoto e tracce somatiche e traumatizzanti sul territorio.
Non quattro mura allineate e coperte con aree razionali e anonime per ricoverare abitanti ma soprattutto luoghi umani in grado di continuare il senso di identit sociale e culturale nel rapporto che la citt storica ha dato come patrimonio civile agli abitanti dell'Aquila.
Lo sforzo non quindi solo quello di progettare o inventare schemi sulle quantit da distribuire sul territorio ma fondamentalmente creare, avendo presenti le qualit da rigenerare, la carica e lo spirito sociale e comunitario con una urbatettura di qualit che motivi gli abitanti a continuare a vivere in questa parte affascinante della terra di Abruzzo.
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7172
di Renzo marrucci
del 28/04/2009
relativo all'articolo
'Ed io che sono Carletto l'ho fatta nel letto...'
di
la Redazione
Non si pu essere contrari al tempo che viviamo ma critici un dovere esserlo, almeno per chi voglia esser controtendenza a ci che ridicolizza il bisogno di chi vive appunto il tempo che viviamo e abbia coscienza del tempo che vivremo compreso quello dei figli. Sembra che non ci si esprima mai abbastanza. Internet un mezzo che consente il dialogo ma rivela le sue lacune, come ogni altra cosa che crei spazi diversi dal naturale del resto... Io per esempio son contrario alla falsa modernit, ma solo quella che sfrutta la voglia di diverso che vedo nella massa... un p come la pasticca inutile, quella che ti illude... prescritta dal medi
co furbo o molto esperto. In architettura oggi cos e per capire occorre una solida infanzia vissuta a contatto dei materiali e delle cose vere, de
gli affetti e della prima amicizia che poi ti porti dietro. Per me cos. Occore anche una grande aderenza alla semplicit profonda della vita e questa considerazione che mi viene dall'interno e sempre con grande affetto, la faceva mio padre, nato e morto a Volterra con grande coerenza e continuit organica a quella terra antica dove ha lavorato sempre la pietra degli etruschi e bevuto quel vino che sapeva scegliere e... non le brodaglie... Non posso neanche pensare che fosse morto vecchio, al contrario mor giovane nelle idee e con pensieri profondi che mi rimugi
no ancora nella testa senza risposta... avendo appunto vissuto fino a ot
tantadue anni e passa la vita.
E cosi sar, sono portato a pensare, che l'architettura fatta con "amore" o la voglia di risolvere... per non dire parola "amore" impegnativa e rite
nuta a torto, oggi, da molti, un po melensa... Oggi occorre far ciccia si sente in giro da pi parti da chi comanda e dai pi triviali, mentre altri usano altri segni e linguaggi. Distinguere la modernit dalle "fetecchie" dirrebbe tot. Dall'eccesso di narcisimo acritico e arrogante dico io... Che striscia nel tempo che si vive ma che forma, inizia a formare, i propri anticorpi critici, come una sorta di risveglio, come capita, non sempre purtroppo, nelle cosiddette migliori famiglie... Noto con piacere che si parla della Chiesa? di San Giacomo, l'interrogativo mi scivolato e qualche cosa mi impedisce di toglierlo... Sembra fatta per togliere la fede o insinuare dei dubbi atroci a chi la frequenter... Ma solo perch vi una sostanziale elugubrazione intellettualoide campata in aria, sospesa, come quella scatola inscatolata evoca. Ma la massa di cemento esibito che sciocca per la mancanza di mediazione sensibile e non solo per l'interruzzione traumatica con l'umilt di una tipologia che ricorda la casa, una grande o piccola celebrante casa... che dura da reiventare... Allora si vola, ma senza l'ali dove voli? Ti ritorna tutto indietro purtroppo. Falsa modernita? Nuovo medioevo cementizio? L'angolo retto
al posto dell'ogiva e via le vetrate meglio i cannocchiali corridoio?
Retorica di retorica? La tipologia delle chiese nella storia, quella di una casa preparata per la celebrazione della vita e per ringraziare della vita... la dico a soldoni... anche per chi scettico... comunque un segno di bellezza e anche di accoglienza interiore nella citt...
Comunque non solo Fuksas ha non averlo voluto capire... Gi da tempo questo argomento delle nuove chiese preoccupa... forse non lo ha proprio compreso e quel che peggio, con lui, anche altri da imma
ginare... purtroppo! Mi sa che dovrete verniciarla di bianco come ha fatto Meyer e, questa volta, con l'aggiunta di fiorellini e alberelli rosa !
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7175
di renzo marrucci
del 28/04/2009
relativo all'articolo
'Ed io che sono Carletto l'ho fatta nel letto...'
di
la Redazione
Nessun fiume ha un alveo e una corrente determinata... ma di solito una infinit di storie e di accidenti, di anime e di tante altre cose... semmai il fiume fosse il riferimento... ci potremmo riconoscere tanti caratteri e tratti...tante e differenti omogeineit... Perfino la sua stessa esistenza in funzione di...
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7167
di renzo marrucci
del 26/04/2009
relativo all'articolo
Un'idea per la Ricostruzione: proposte per l'emerg
di
La Redazione
Interessante la partecipazione di Cucinella come membro giudicante della giuria, avr preferenze per una sorta di razione Kappa della residenza...
Il concorso di Exarch ( il contrario di "in") davvero calzante con il tema del terremoto di Abruzzo e se non vado errato ripete una vecchia idea di venti o trenta anno or sono? Ma poi resa di grande attualit e tempestiva... Le baracche d'autore son sempre baracche d'autore se poi le facciamo disegnare da qualche superstar ci si vivr bene dentro...
Una volta L'(in)arch aveva intelocutori perch aveva una certa passione... e quindi anche una certa attenibilit... ora i tempi son cambiati e... non bisogna demordere...
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7165
di renzo marrucci
del 25/04/2009
relativo all'articolo
'Ed io che sono Carletto l'ho fatta nel letto...'
di
la Redazione
Risponderei cos
Sul concetto di continuit credo che non ci sia sofisma in quello che sostengo. Se mi si dice che occorre dimostrarlo anche con le opere, allora capisco di pi e questo sino ad oggi, parte di che ho vissuto nelle mie esperienze. Naturalmente non ho la natura del sofista. Sono nato in una citt in cui continuit ed integrazione sono organicamente realizzate. Questa concezione organica rapportabile anche allarchitettura di oggi, che non ha necessit di una particolare autonomia e non c bisogno neanche di tante elucubrazioni prendo a esempio Michelucci e non solo.
Questa riflessione nasce dalla consapevolezza grave della realt in cui si addiziona volume nella citt, che vedo crescere in modo disorganico e irrazionale. Peggio, aggravando lesistente in una forma che sento destinata ad accumulare invivibilit e non tensione creativa o altro e a cui sono contrario. Non vedo nel progetto rispetto per chi la vive, ma un certo cinismo nel lavoro di gran parte degli architetti attivi. Sar una impressione? Ognuno pensa a lasciare il suo segno, ma quale segno? Il sentirsi protagonista vissuto male, riscontro un senso di superiorit derivata da arrogante convinzione. Non mi convince! Naturalmente non sono solo gli architetti i responsabili, la crisi dentro la citt e nei suoi operatori. In quale altro modo sarebbe possibile spiegare il cinismo con cui la periferia viene lasciata a s? A produrre esseri umani svantaggiati in volumi assurdi e il centro che esagera nella sua deformante visione mercantile. Manca il controllo della cultura architettonica e la societ, con la sua visione morale e politica complice.
Per me, continuit e integrazione sono valori semplici e chiari nella loro complessi
t, ma ogni volta mi rendo conto che viscoso parlarne.
Si deve imparare dalla storia per non calpestarla o violentarla e non esserne schiavi. Per andare avanti davvero si devono affrontare le realtE difficile, e me ne accorgo bene, ma non ci sono fughe artistiche per un architetto vero Un albero cresce e diventa quello che diventa (una magnifica manifestazione di vita) con lintera storia dei suoi traumi, le sue cicatrici, che son segno di dolore vissuto e assimilato e di mutilazioni che sono la sua sapienza e la sua bellezza, il suo fascino e per cui mi incanto e mi compiaccio della sua esistenza e per la sua funzione che mi necessaria. Tutto ci avviene nella organica continuit del suo principio interno, che poi quello di crescere e di esistere, di respirare, andare sempre verso la sua natura ... Per me un grande esempio di continuit e di armonia con gli altri, e le sue vicissitudini naturali diventano la sua storia, nulla si rifiuta ogni cosa si affronta La legge che c' dentro di lui organica, cos i traumi sono linfa naturale e funzionali alla sua crescita.
Quando vedo per esempio una periferia come Ponte Lambro, vedo che l'insediamento umano non organico, non ha connesioni n spazialit aperte e organizzate che ne connettano il tessuto. Persino la chiesa e la parrocchia una sorta di bunker progettato in modo orribile. E una realt lasciata crescere senza una legge interna, come tanti episodi interrotti, senza relazione tra edificio e spazio e edificio. Traumi e valori critici non vengono assorbiti Tutto resta desolato e interrotto e cos l'uomo che quello spazio vive.
Passare dal progetto alla realt tecnica vuol dire per me riorganizzare quegli spazi, dopo avere capito che cosa manca, per avere lautosufficienza vitale e necessaria a potersi sentire e riconoscere in quella qualit, per guardarsi in faccia e sentire la voglia di comunicare, scambiare parole... passare dal segno sulla carta al valore preso e compreso della realt, magari seguendo un tracciato di riflessioni che si integrano e si perfezionano, osservando e studiando. Questo io lo faccio nel mio mestiere e, quando vedo i segni che si concretizzano, procurano la gioia di chi quello spazio vive o torna a vivere mi sento pienamente realizzato dal mio mestiere.
Cercare di formulare risposte che integrino, che valorizzino la spazialit in cui riconoscersi armonia, si cio ristabilita una continuit tra uomo e ambiente con dei valori che integrano il dinamismo e la provvisoriet in quel momento si realiz
zata quella continuit tra tensione e spazio e vita... Tra uomo e spazio e ambiente ... e credo sia questo il mestiere dell'architetto...
In questo senso potrei citare alcune opere di Michelucci (e F. L.W. ma anche di molti altri ma non tutti organici) che nato e vissuto a pochi km da dove io sono nato. Opere che rivelano, nella loro ricerca una forte essenza organica connessa alla spiritualit dell'uomo e dell'ambiente. Potrei citare Galvagni nella sua ricerca didat
tica per esempio
Adesso non mi si dica che sono michelucciano per favore, perch questo accadeva gi molto prima di M. e di solito accade dove l'uomo vive
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7159
di Renzo marrucci
del 24/04/2009
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'Ed io che sono Carletto l'ho fatta nel letto...'
di
la Redazione
Caro Giannino, l'umore una cosa bella e spero che mi ritorni presto!
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7157
di renzo marrucci
del 24/04/2009
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'Ed io che sono Carletto l'ho fatta nel letto...'
di
la Redazione
Caro Pacciani, solo per essere chiaro...
Rinascita della tradizione come segno di continuit? Ma allora bisogna leggere con attenzione, per cortesia, almeno il possibile! Nessuna rinascita della tradizione ! continuit vuol dire andare avanti, ci siano o non ci siano i problemi o le crisi e se ci sono si lavora per superarli con aderenza al senso della realt... al senso della storia con logica attitu
dine o consenquenzialit e che non vuol dire smettere la tensione o addormentarsi ! Semmai il contrario! Nella logica della vita vi dina
mismo e creativit come il suo contrario e come il peggio, si tratta di arginare il peggio, il non creativo o almeno di capirlo! Non ho detto che continuit significhi dormire il sonno della beatitudine e per capirlo basterebbe leggere i miei commenti o i miei articoli... Ma forse va bene anche scrivere come sulla spiaggia? Pazienza si riscrive.
Per me, spero di essere riuscito a spiegarmi... continuit vuol dire tens
ione morale e sacrificio e lotta all'imbecillit simulata e naturale.
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7156
di Renzo marrucci
del 24/04/2009
relativo all'articolo
'Ed io che sono Carletto l'ho fatta nel letto...'
di
la Redazione
Intesa come dice Lazier la continuit come giocare con le parole e poi con la vita. Io semplicemente la intendo come continuit a vivere, mettendo a frutto l'opera migliore dell'uomo, affinch la vita possa esprimersi in un consorzio umano dove i problemi giusto che ci siano, ma quelli veri... quelli che ti porta a vivere... I problemi o la crisi sono impliciti nella continuit, ma siamo noi che dobbiamo capirlo... Considerarla come noia o come la morte... mi sembra molto personale e in questo caso non rientra nella mia idea di vita e di ricerca. A ciascuno il suo...
Se La citt si rende sempre pi invivibile, si creano condizioni di morte e di degrado della cultura... Credo che bisognerebbe non continuare a coltivare l'errore, perch l'errore il culto dell'errore... La vita non solo questo, ma l'aspirazione al bene comune, appunto aspirazione...
Nella mia vita per esempio, i maggiori e pi gravi problemi sono derivati dalla mediocrit e dalla cattiveria e giuro che la continuit per me cre
scita che non esclude per nulla i problemi, ma sostengo che bisogna impedire almeno (sic! )a quelli pi stupidi e inutili e evitabili... di renderci questa meravigliosa avventura almeno pi umana...
La continuit, ho sempre sostenuto questo, un flusso che non esclude anzi ammette la crisi e la ricerca per la sua soluzione...
24/4/2009 - Sandro Lazier risponde a Renzo marrucci
Marrucci parla di problemi veri che larchitettura dovrebbe risolvere ma sottovaluta il fatto che il suo problema principale, dellarchitettura intendo, quello linguistico, rigorosamente teorico.
Il resto in mano alla tecnica, che padrona assoluta della storia e nessuno ne discute le capacit. Finalit e mezzi forse, ma non la dote di darsi traguardi precisi e raggiungerli con precisione.
Ci che danna gli architetti non quasi mai cosa dire ma come dirlo. Poi le cose possono anche complicarsi compenetrandosi, ma il problema principale rimane sempre quello di dover riempire con dei segni un foglio bianco.
Sul concetto di continuit bisogna evitare i sofismi.
Continuare, persistere nellincoerenza non porta alla coerenza. Se si incoerenti per tutta la vita non si pu, per questo, chiamarsi coerenti. E viceversa.
Cos come, rivolgendomi a Pacciani, la pretesa continuit e coerenza della tradizione storico-architettonica persiste nella sua coerenza anche quando questa si dice incoerente rispetto a chi, ad essa, si oppone. una semplice questioni di segni: due negazioni confermano.
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7154
di Renzo marrucci
del 24/04/2009
relativo all'articolo
'Ed io che sono Carletto l'ho fatta nel letto...'
di
la Redazione
Il ritorno al passato un errore grave come quello di un "nuovo" narcisista... fine a se stesso... ma cos difficile coprendere che cosa sia la continuit? Andare avanti in coerenza? Mi domando come si faccia a non capire che la frenesia del nuovo contro l'intelligenza della vita? I problemi nuovi sono coerenti con il crescere e le risposte devono essere coerenti e se possibile anche di pi. L'idea di rompere con il passato una sorta di complesso di inferiorit non maturato... crea sempre difficolt... Nessuno demonizza, e specialmente io, ma di fronte a tante elaborazioni sotto i nostri occhi, si capisce che la vanit sia una sorta di tarlo presentuoso che trova nella pseudo comunicazione una sorta di terreno di cultura... per diventare una specie di virus...
Oggi sentirsi terrone una sorta di non senso... anzi perfino un po snob... Ma uno si sente come desidera in fondo...caro Giannino.
Si potrebbe parlare di falso nuovo... Di perfido saccheggio della storia ecc... cio di ci che non risponde ai problemi della citt ma che illude sull'operazione e dato che il tempo denaro e coincide con gli interessi temporali di alcuni (che aumentano), sempre un affare di fronte all'ingenuit collettiva. Poi tutte queste cose realizzate o in via direalizzazione, dopo grosse erogazioni di denaro... imprese sempre associate a nomi di architetti pubblicizzati... rimangono a frustrare la vita dei cittadini a riempire le pagine di strombazzanti riviste e giornali... e a rendere, in definitiva, ingestibile la citt. Ma la paura che centra? Si tratta di coscienza dopo aver visto e capito...
Spuntano adesso delle pubblicazioni che cominciano a fare una certa chiarezza e una di J0hn Silver: le architetture dell'assurdo. La condivido solo in parte, per me il fenomeno per certi aspetti anche pi grave.
24/4/2009 - Sandro Lazier risponde a Renzo marrucci
Marucci dice: "ma cos difficile coprendere che cosa sia la continuit?"
Tutti sanno cos' la continuit. Ma questa non appartiene alla storia dell'uomo e non serve alla sua vita, n a quella biologica n a quella sociale. La discontinuit, il rinnovamento continuo, l'incertezza, questi s sono gli argomenti della nostra storia. Un continuo e costante conflitto tra regola e tradimento. Senza questa tensione non avviene nulla. Senza questa tensione non c' adattamento, evoluzione e quindi non c' sopravvivenza. La vita ha bisogno di calore e il calore solo disordine, discontinuit. Il nuovo a tutti i costi, anche forzando il linguaggio? In queste condizioni (fisiche, oggettive) assolutamente s! Serve alla sopravvivenza. La continuit la fine, peggio del ritorno al passato.
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7150
di Renzo marrucci
del 23/04/2009
relativo all'articolo
'Ed io che sono Carletto l'ho fatta nel letto...'
di
la Redazione
Si lo capisco, ma da questo mezzo che interessante per la vivacit che permette, poi rischia di diventare pesante anche per chi legge... E bisogna pensare,almeno io penso, posso anche sbagliarmi chiaro, che se si riesce a dare stimoli e ad ottenere stimoli... gi interessante. E a dire il vero stimolante il mezzo. Pi che terrone sei passionale, ma questo un pregio. La passione oggi rara e va stimolata negli altri semmai.
Leggere la citt quello che hai fatto quando scrivevi di Roma. E si va avanti a prendere coscienza di come formata la citt, perch solo osservandola con gli occhi di un uomo, si capisce dove consente la vita e dove la soffoca... dove si sviluppa aggregazione e perch, dove si vive bene anche se gli edifici non sono il massimo... In altre parole non avere la sindrome del capolavoro che ti spinge sulla strada abbagliata, falsamente intellettuale. Capire le cose semplici ci aiuta a capire le cose meno semplici e a riconoscere dove si sbaglia e dove altri sbagliano... Io ci provo sempre e mi piace, devo ammetterlo.
Uno volta mi sono trovato ad assistere alla presentazione da parte di R. Piano a Ponte Lambro( periferia di Milano), di un progetto residenziale commisionatogli se ben ricordo dall'Europa. Mi sono infiltrato in quella sala dalla grande curiosit ben sorvegliata e ho ascoltato il mago magistrale mentre interrompeva, come se fossero dei registrati collaboratori... i suoi due giovani architetti... Dire che ne ho riportato una impressione fortemente deludente poco perch il progetto non nasceva a Ponte Lambro, ma nel suo studio... nonostante mandasse i suoi a giro per questa realt... appariva come una sorta di scena di fronte al sindaco e alla sua giunta l radunata a ricevere il dono e in una sorta di gran segreto...
Il progetto era formato da due volumi rettangolari paralleli distesi, con gruppo di scala al centro che li raccordava... ero allibito per la sceneggiata.
Ricordo che Piano tir fuori lidea dellarchitetto condotto che sta in mezzo ai mutuati a recepire le difficolt chiacchere, parole senza passione, distaccate e formali
Ponte Lambro ha bisogno di essere ricreato, ritrovato, riorganizzato in forma umana, sociale e nei volumi esistenti( come tanta periferia italiana) non ci voleva molto a capirlo, solo predisposizione a recepire e saper leggere il brano di citt. Bisognava leggere la citt, o il pezzo di citt e capire cosa manca, per eliminare il disagio e farne un luogo dove vivere, dove poter stare accanto agli altri e perch non funzionasse e per quale motivo produce degrado e smarrimento sociale... Niente di tutto questo...
Caro Giannino leggere la citt vuol dire capirla umilmente e personalmente ...avere pazienza e non farla capire ad altri su commessa. Ricordo bene la lezione che ne ho tratto e che mi spavent la leggerezza della risposta...
Se non sono riuscito a spiegarmi ora ci ritorno sopra...
Renzo Marrucci
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7146
di renzo marrucci
del 22/04/2009
relativo all'articolo
'Ed io che sono Carletto l'ho fatta nel letto...'
di
la Redazione
In un commento non facile argomentare per varie condizioni e anche il tempo sempre di profilo. Non ho creduto opportuno farlo ma lo far con pi calma, in un altro momento, che la questione non finisce con l'ultimo rigo purtroppo. Cio dovevo argomentare la continuit organica di una citt o di qualche citt per essere anche io fuori dal luogo comune
e vero? Ma... caro Giannino io sostengo che si deve essere contro ten
denza al modo di fare in uso tra pessimo committente e superarchistar o mi sbaglio? ( finanziaria, o altro che gli assomigli..)E se questo ora una sorta di sistema o modo di fare che viene imitato dai precursori della "tumulta" e del "si pu fare ci sono le tecnologie" come se fosse una sfida in astratto dimenticandosi di tuto il resto come lo fa il Fuksas, il Piano, la Hadid e aiutetemi voi nella filastrocca noiosa di questa sorta di pseudoartisti dello spettro della multinazionalit architettonica... che ha dimenticato l'uomo o lo ripete nei concetti stereotipati che gli sono ormai noti... Io penso a chi fa il mestiere dell'architetto con amore e con grande difficolt, che crede sia necessario progettare per la felicit dell'uomo sotto forma di cittadino abitante della citt... o del paese o del territorio... Io penso a chi non conosce il luogo della sua progettazione e lo conosce dai filmati e dalle foto o per racconti vari... Io penso a chi ci v su quel luogo e cerca di capirne le peculiarit e le esigenze di chi ci vive e elabora con l'architettura che vi esiste risposte praticabili e coerenti con i materiali e la vita che vi scorre. Quando vedo organizzazioni umane mi fermo e ci rifletto e mi chiedo come funzioni e quale sia stata la magia che le fa funzionare e che l'architetto ha scoperto e cercato senza presumere di cambiare o considerare l'uomo come una marionetta da infilare nei pertugi di spazialit immaginata sulla carta e neanche spesso voluta.
Che cosa la modernit se non una risposta concreta al presente nei problemi che palesa e che affliggono l'uomo? Poi verr il capo d'opera ma certo non attraverso la sponsorizzazione di qualche acciaieria o altro...
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7142
di Renzo marrucci
del 22/04/2009
relativo all'articolo
'Ed io che sono Carletto l'ho fatta nel letto...'
di
la Redazione
Il nuovo allora non tutela la citt
Ma questo dimostra che se non si sa leggere la citt e non solo la citt storica... si distrugge e basta o si altera rovinosamente il rapporto con la continuit funzionale e ambientale della citt. Ma se questo l'assunto che non si capiva... allora per me accettabile. Gli slogam assai pericoloso farli perch fungono da pretesto... un formidabile pretesto alla committenza di oggi per interrompere lo sviluppo della citt e farlo cadere in catalessi con i numerosi segni di architetti filo archi-super-travi-star... Con le loro architetture nuovissime che se ne fregano della citt e del cittadino ma ci tengono molto alla loro narcisistica performace... Dire che "il nuovo tutela la citt" senza spiegarlo non , abbi pazienza, igienico, ma crea condizioni che aprono le porte alla "tumulta" equivoca della peudo architettaglia d'assalto che imperversa, in una disastrosa autostima, a danno non solo della citt ma di tutti.
La continuit organica, pensata, rispetta la qualit urbana senza arroganza e non solo il modo di evolvere la funzione della citt nei suoi aspetti umani e sociali, ma consente un dialogo che si riversa nell'architettura e quindi nell'uomo, ne ascolta i bisogni e li interpreta con sensibilit che speciale matrice del vero nuovo che si rapporta sempre a ci che vive... e a ci che ci consente di vivere nell'armonia... Questo tipo di nuovo una tutela, o se vuoi ragiona con la citt e non ne scarica i valori distorcendoli o disinnescandone il contenuto come oggi accade in ogni luogo a dirla fuori dai denti. Se la commitenza oggi deresponsabilizzata grazie alla politica e si disinteressa al contesto, nella sua massima parte, ne risente la citt e la cultura della citt, e in buona sostanza siamo noi tutti che ci perdiamo. Oggi cos la nostra citt cresce Lasciamo perdere luoghi comuni caro Giannino Non una questione di veline
renzo marrucci
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7139
di Renzo Marrucci
del 22/04/2009
relativo all'articolo
'Ed io che sono Carletto l'ho fatta nel letto...'
di
la Redazione
W il quasi Re!
Caro Giannino fai pure il disegnino perch non si capisce bene quello che dici. Principi e Re, Imperatori o Consoli oppure Contesse e materassi... Dicono quello che dicono, ma se affermi che il nuovo tutela l' antico, non solo devi fare il disegnino, ma lo devi anche spiegare bene! I casi in cui il cosiddetto nuovo (a piacere?), cio alquanto "a-specificato", tuteli l'antico, a parole fa effetto e nei fatti... fa tragici danni spesso irreversibili. Si parla della maggioranza dei casi e ovviamente di ambiente urbano come di architettura e territorio
Si va dalla borsa merci di Pistoia di un certo G. Michelucci, che aveva il pallino raro del nuovo accanto allantico e nella natura e cos la capacit di andare avanti... contro l'insofferenza di capire l'architettura storica di quella parte di architetti che credono di essere la vetta del mondo e di imprimere il propriocome dire: aristocratico, altezzoso, incriticabile segno? A tutela non solo dellantico.
Se reclamava lo scarpaio o se preferisci lo scudiero del principe, cosa dici gli avrebbero riso in faccia? Nessuno se lo sarebbe curato? Se invece contesta lui in persona allora gli rimproverano di usare il suo aristocratico piglio? Farlo per i canali non giusti e balle varie? Ammesso che possa avere, il Carlo, una certa antipatia per certi architetti "super-archi-travi-star", non certo il solo che sente il peso di una sovraccaricante, manipolante cordata da sistema globale... che impongono e non presentano n amano discutere e solo presenziare... e quale sarebbe il torto eventuale? l'aver manifestato senza peli sulla lingua il proprio pensiero? Altri lo avrebbero fatto in modo pi ragionato e convenzionale... ma sempre critiche a denotare non una dichiarazione di continuit nella citt, cio una ricerca architettonica di materiali e qualit, ma uno strapotere convenzionale di segni archi-super-travi-star, che il Carlo non ha.... sebbene Principe e quasi Re, condiviso! Almeno qualche volta fa bene allorecchio caro Giannino in questa nuova epoca di fagocitato extramedioevo a pagamento che, direttamente, il quasi Re dica quello che pensa... e andrebbe bene si facesse di pi e spesso in giro... Re o chiunque altro.
Non dimenticare che il Carlo, quasi Re, non propriamente solo-quasi-Re ma anche cittadino che dalle sue frequentazioni trae per il proprio giudizio critico. Lo scarparo, o lo scudiero, nonostante lepoca pseudo-evoluta... non spessissimo si pronuncia e forse anche perch non conoscono i canali giusti?
Renzo Marrucci
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7125
di Renzo marrucci
del 19/04/2009
relativo all'articolo
Berlusconi e il Piano Casa per chi ce l'ha gi
di
Teresa Cannarozzo
Teresa Cannarozzo comincia diventarmi simpatica... ci va gi duro con il piano casa. Lei cosa farebbe? Il piano casa per chi non ce l'ha? Lo dica chiaro e semmai ci dica anche come lo far o lo vorrebbe fare...visto che v gi di penna che proprio un piacere... Il mestiere dell'urbanista ripiglia quota rispolverando vecchi concetti nonostante gli scempi perpetrati nelle citt italiane ed il fallimento dell'urbanistica italiana... tutto sommato, meglio far finta di nulla... Questo il tempo giusto.
Berlusconi vuol fare l'Aquila 1 e poi l'Aquila 2 e via di seguito con 3 e 4... e va a portare la lieta novella nelle tendopoli come fosse il Messia che viene dopo il recente terremoto in terra d'Abruzzo. Come se poi gli esempi berlusconiani di edificazioni immobiliari a Milano abbiano portato qualit urbana... Solo alcune qualit private... Nessuno entra dentro al problema per cautela oppure per timore reverenziale? Ci sorprende vero ma bisogna ammettere che ha portar speranza si sempre a tempo... ma sarebbe bene andarci piano con tutti gli interessi che una realt come la ricostruzione della citt dell'Aquila smuove e sveglia tra centro storico e il resto della citt...e non si sa dove e come finir. Cautela e seriet sarebbe opportuno e rimandare gli spot alla fase dei fatti e non delle parole... ma non per far i saggi o altro... solo perch in Italia quando si voluto fare presto non stato peggio o mi sbaglio?
L'Aquila deve essere ricostruita come era prima del terremoto, ne pi ne meno applicando la sicurezza che deve essere applicata in quei territori a rischio sismico... molto chiaro e semplice... senza andar a sollevare
gli aspetti pubblicitari di una ricostruzione secondo principi da mercato immobiliare, che non sono propriamente opportuni nel caso della citt abruzzese piena di storia e senza grandi aspettative di incremento abitativo.
Tutto ci per non rischiare di farci rimanere male chi ha gi sofferto e infliggere anche l'umiliazione di una campagna pubblicitaria del tutto inutile.
Questo si dice perch i meccanismi della macchina statale o regionale non sono certo nelle condizioni di dare la massima garanzia possibile viste le esperienze pregresse e quelle ancora in atto. Per cui la misura cautela seriet e coerenza... almeno dove possibile... e aver memoria... attitudine poco italiana mi dicono...
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7114
di renzo marrucci
del 18/04/2009
relativo all'articolo
Gibellina: vergogniamoci, tutti.
di
Paolo G.L. Ferrara
Personalmente trovo commovente il Signor Messina. Agli altri dico che la Sicilia una bella terra e andrebbe visitata di pi magari passando da Gibellina e augurandole tutto il bene possibile...
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7102
di Renzo marrucci
del 15/04/2009
relativo all'articolo
Gibellina: vergogniamoci, tutti.
di
Paolo G.L. Ferrara
Sono nato in una citt storica che ha in comune con l'Aquila una forte identit storica e paesaggistica e naturalistica e se clicca un p ci arriva da solo. Per la polisapienza metropolitana che mi attribuisce le dir che godo volentieri con due fette di pane e mortadella, una bella birra e... magari "io" un bel bicchiere di vino rosso... specialmente se mi trovo nell'ambiente giusto altrimenti potrebbero anche andarmi di traverso...
E' proprio partendo dal piccolo centro che si capisce fino in fondo l'importanza dell'identit e qui non un problema di sapienza, mi perdoni... ma ben di altro... e mi dispiace che non lo capisca e tuttavia sono convinto che anche lei lo pu capire... se ci si impegna... naturalmente!
E facendo le esperienze giuste.... sia detto con il massimo della gentilezza, caro signor T.V.
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7098
di Renzo Marrucci
del 15/04/2009
relativo all'articolo
Gibellina: vergogniamoci, tutti.
di
Paolo G.L. Ferrara
Si rivolga a chi crede Gentile Tino V. ma, quale che sia l'architetto, si dovr agire nell'ambito di norme e programmi e criteri urbanistici che dovranno essere studiati e quindi applicati per riformare identit... E se saranno seri qualche cosa di interessante ne verr per tutti ! Anche da criticare e valutare, come giusto che sia, per fare una passo avanti e non kilometri indietro... La sua gentile Finocchiaro forse la prende un po troppo alla lontana ma si pu capire... L'importante che ci si avvicini a capire che i problemi di identit sono alla base di ogni realt sociale ed urbana e spezzarne la qualit-organica di cui Lei (mi perdoni) profila una visione un p paesana e superficiale (come f del resto anche il politico Finocchiaro da ci che lei riporta) e senza considerazione del fatto che soprattutto i terremoti, purtroppo, nel loro potere stravolgente, se cambiano le persone... rinforzano la voglia di ritornare a riconoscersi in un contesto culturale e urbano... di cui l'appartenenza formata dal carattere organico delle relazioni... da una forza di continuit visiva e funzionale somatizzata e pi o meno come capita in una comunit o famiglia... sguardi truci o d'amore che siano!
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7095
di Renzo marrucci
del 15/04/2009
relativo all'articolo
Gibellina: vergogniamoci, tutti.
di
Paolo G.L. Ferrara
Gibellina l'esempio squallido di come non si deve fare... Ma pu esserci anche di peggio a ben vedere... Ci sono sperimentazioni senza vincolo della storia, teoriche e allucinanti e... realizzazioni pratiche tutte da capire... Essendo Aquila in Italia dove il rapporto con la storia ormai realt universale... Cio che riguarda il mondo! Abbiamo il dovere di recuperare L'Aquila secondo il suo cuore urbano e la sua anima proprio per continuarne la memoria semmai senza trascurare certe nuove intelligenti possibilit che si sposano nella realt pratica della memoria. L'identit pu essere salvata ricostruendo la storia senza pensare al "falso" che concetto ampiamente superato dall'importanza di una volont umana e identitaria della consapevolezza della coscienza del ruolo, anche storico, esercitato tra gli abitanti e la cultura di quella regione e via dicendo... Il Presidente del consiglio dice la sua ma poi gli fanno capire e si adegua... non il caso di storcere troppo il naso e la sua voglia di fare pu essere molto utile... La citt storica va rimessa in condizioni di essere se stessa... la memoria importante e la ricostruzione scienza oltre che cultura e il bravo Aug ha diritto di dire quello che pensa ma si va avanti per fortuna... e pu anche, inoltre, pensarsi di impostare la crescita meglio di come previsto e con regole e strumenti urbanistici pi operanti e mirati. E speriamo che ci accada... che non assolutamente detto... Speriamo che gli interessi che posso
no accalcarsi su questa nobilissima citt e cultura... non ne riducano in polvere l'identit abruzzese...
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7041
di Renzo marrucci
del 06/04/2009
relativo all'articolo
Galvagni all'universit di Genova
di
Sandro Lazier
Il fiato a volte pesante e conviene tenerlo dentro prima di ammorbare...
Calvani a Genova e perch? Io me lo domando sapendo che la furbizia ha cento e mille code vive e forse anche troppo vive...
Su Calvani mi sono gi espresso e non posso che continuare a dirne bene se ci utile. Si capisce! Ma non con un incontro con lui che si lavano i panni al lavatoio. Questa maniera di fare per riguadagnarsi... mi turba e non pu che turbare...
La politica possiede un coefficiente di veleno che pu inquinare anche usando il bene per il male... Questo aspetto feroce e io non posso evitarlo nelle mie riflessioni, non ce la faccio...
La ricerca di Calvani dovrebbe essere fatta metodo e metodo anche l'umilt con la quale si partecipano i propri studi e non basta ai ragazzi sentire una conferenza o una lezione pur interessante che sia... sarei stato contento che l'invito si fosse risolto in un ciclo di lezioni, in un corso o qualche cosa del genere per lasciare buona traccia nella crescita dei ragazzi. E ci mi pare la cosa pi importante!
Cio riconoscere il metodo come condizione necessaria per arrivare alla qualit, ognuno secondo se stesso. In mezzo a questo can can dell'autostima che... diventa mostroridicolo dell'esaltazione di ogni cazzata... arrivando al fanatismo per le vie, appunto malsane, della aggressivit ideologica e visiva pi tronfia... vestirsi cio di un credo fittizio... diventa come lavarsi alla marana e non alla sorgente ... che praticamente ci di cui hanno bisogno le nostre scuolette universitarie...
Sia detto senza offesa per nessuno naturalmente!
Renzo Marrucci
Qualcuno dir che... meglio di niente ? Ma se nel niente si conclude...
allora ?
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7038
di renzo marrucci
del 05/04/2009
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Rapporto da una periferia territoriale:
la Val
di
Teresa Cannarozzo
L'articolo articolato della Cannarozzo poteva essere anche pi lungo e articolato e senza dubbio continuare ad avere "formale" ragione... Poteva trattare anche delle ragioni per cui gli "asini" hanno volato e dove invece hanno pesantemente zoppicato... non soltanto raramente qualcuno si alzato da terra... probabilmente si capisce che volare l'unica possibilit o alternativa? Teresa cannarozzo probabilmente lo s ma vola anche Lei, elegantemente, sulla realt storica, urbanistica e territoriale siciliana.
Un cordiale saluto
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7000
di Renzo marrucci
del 30/03/2009
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Berlusconi e il Piano Casa per chi ce l'ha gi
di
Teresa Cannarozzo
Inarch ecumenico... sembra una cattedrale... dice e non dice? Oppure dice? Sembra che dica? Exarch? Bisognerebbe fondare exarch...
Un caro saluto
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6987
di renzo marrucci
del 27/03/2009
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Muore il filosofo della decostruzione
di
Sandro Lazier
Riflessioni a perdere
Morire a settantaquattro anni non poi troppo male. Ci metterei la firma e parlo per me naturalmente! Viva chi va oltre e con la mia benedizione.
Caro Giannino sei forte! Per le categorie con cui dividi gli architetti bisogner ritoccarle di almeno una cinquantina di posizioni... perch tra corporei e concettuali non ci sono differenze o sono cos minime... Si tratter di perdere aria da punti diversi ma sempre aria perduta ci sar... Aria con sonoro pi o meno articolato ma pur sempre aria...e non c' bisogno di fraintendersi tutto cos organico e naturale. Le archisuperstar o le stararchitet o gli architetti da seduta televisiva o da rotocalco spettacolar-popolare ( si pu cambiare le parole che, come vedete, non calza un tipo quanto una moda) piacciono a chi ha da spendere il denaro degli altri e a colpire l'immaginazione di chi immaginazione non ha... e come dice J. Silber : un po di meno a chi spende il suo e a chi capisce e ci va con i piedi per terra... Quindi finch il denaro pubblico foraggia, amici carissimi, c' e ci sar decostruzione o la dematerializzazione o la cementificazione o la mineralizzazione ecc... e la voglia di andare al kilometroalato (grattacieli)... vedete un p come vi viene la parola. Quando si spendono i soldi con attenzione si bada al sodo, cio si cerca quello che effettivamente ci vuole ed necessario e questo non implica che il prodotto debba essere modesto o non essere un vero capo d'opera. I mezzi contati e la responsabilit sono ancora una realt su cui si misuran le cose. Chi ha posizione far sempre la festa, ci sar ancora ma chi vivr vedr, come si suol dire... La ricerca cosa seria e umana, sa pensare all'uomo e non alle cose che si vogliono fare per mutato senso della responsabilit o per il rincoglionimento di alcuni... Io considero l'artista sempre fondamentale alla nostra societ e la sua libert ci permette di viverne il senso... ma proprio per questo utile e ha senso nella societ... lo vogliono emarginare e svuoltarlo di senso? Ci stanno riuscendo benissimo! Trasferitelo sempre laddove l'uomo deve vivere e sviluppare la sua disponibilit organizzata alla vita e allora sar cosa che non . In questo mondo tutto ci che passa nella realt deve o dovrebbe essere criticamente mediato
Renzo Marrucci
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6979
di renzo marrucci
del 26/03/2009
relativo all'articolo
Berlusconi e il Piano Casa per chi ce l'ha gi
di
Teresa Cannarozzo
Caro Pagliardini allora vuole farmelo dire ancora? Chi che si candida a rigenerar bellezza? ( rilevare una sincera innoqua ironia per piacere) Attraverso il piano Berlusconi? Ma i cari architetti... nostrane superstar, a partire dagli ospiti di fratel Santoro, e via dicendo, cio l'autore di nuvole romane all'Eur , oppure l'arzillo Gregotti della Bicocca o la signora Aulenti, autrice dell'infiocchettamento francesizzante di piazza Cadorna... Il "Piano" dei grattacieli intrinati e via di seguito... a crescere o decre
scere per l'imbigottimento di qualche amministratore che ripescher archistar e substar...a piacere... Bellezza a diffusione con il piano Berlusconi? Il territorio italico non poteva rimanere bello a lungo, sarebbe stato innaturale... Sar l'economia italiana a guadagnare? Ma naturalmente in funzione della persuasione o della pi o meno sua
dente retorica che, illuminati critici galoppatori simpatizzanti di partito, sapranno far fiorire al momento della bisogna... Poi ci saranno altri o chi ti pare ( si fa per dire naturalmente), poich saranno le regioni a poter disporre e a imporre da come vedo che va la faccenda... Ah! Eppoi geometri e non solo, ma come dice Lei Caro Pagliardini. L'importante che la torta abbia il suo bilancino secondo le regole non scritte ma tenute bene a mente... tanto, che vuoi che sia?
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6971
di renzo marrucci
del 25/03/2009
relativo all'articolo
Berlusconi e il Piano Casa per chi ce l'ha gi
di
Teresa Cannarozzo
Riflessioni a perdere
Chi potr aggiungere una stanza alla sua casa? Quali gli edifici da abbattere per essere ricostruiti con un'aggiunta di cubatura? Io non lo nascondo, ma sono curioso di vedere con quali criteri si realizzeranno queste due semplici e prensili indicazioni.
Chi e come decider quali sono le volumetrie da abbattere? Non che non ci siano edifici terribili in giro, ma sar divertente vedere come si decider nel merito. Si sa che basta creare il pernio.. ma poi il discorso chi lo ferma o chi lo controlla?
Salter fuori che nella stragrande maggioranza delle citt italiane si abbatteranno edifici terribili e se ne ricostruiranno di migliori? Almeno a parole le buone intenzioni contano? C' gi chi si candida a far sognare il bello che verr... sar una sagra della bellezza? E della compassione verso chi aspira ad una camera in pi?
O tuttalpi servir a chiudere una terrazza o un terrazzino per farci l'angolo cottura? Sar utile per ospitare la giovane moglie del figlio o viceversa, in attesa di una casa propria?
Ci sono gli ingredienti giusti per una soap-opera TV in cui buttarsi per far parte della partita... Le archistar nostrane affilano disponibili le armi nella liturgia della rico-decostruzione Si fanno avanti e con loro gli altri... per avere, creare lavoro certamente! Nasceranno commissioni zeppe di professori professorali o di politici o tecnici galoppanti? Sar l'ennesima spolpacciata ai danni del solito cittadino?
Sono solo semplici dubbi, questi che assalgono nei momenti scuri, nella percezione sconcertante della perdita di valori a cui si assiste e di cui non interessa nulla a nessuno? ..Il denaro fagocita la speranza della felicit rendendola un sogno inarrivabile, gonfiato dalle parole. Ma allo
ra? La speranza di sposare uno dei figli di Berlusconi? Che fine ha fat
to? Ma basterebbe anche una nipote di Prodi?...
renzo marrucci
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6967
di Renzo marrucci
del 24/03/2009
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Muore il filosofo della decostruzione
di
Sandro Lazier
Per quanto riguarda lo spazio di piazza del Campo a Siena, dico volentieri la mia opinione alla luce dell' integrazione architettura citt e territorio.
Lazier, forse, semplifica un po' troppo. Lo spazio di piazza del campo vive della sua architettura per come stata pensata e costruita e con il materiale che si vede nelle facciate, che poi facciate non sono ma oganici riferimenti alla citt, che nello spazio della piazza si rappresenta.
Materiale e colore e scuri profondi come continum materico-spaziale e funzionale che si estende alla citt. Consistente spazio temporalit scandita nel ritmo organico del territorio che produce spazio organico umano, in un felice rapporto integrato alla forma cavea del terreno, in cui la citt si incontra con i suoi tre crinali, in un realt rispettata, amata e assecondata dal genio locale. Esempio di continuit e di profondit umana che F.L.W. ammirando, riport nella felicit del suo cuore di architetto.
Quale spazio pi caratterizzato di quello? Spazio urbatettonico in tuti i sensi. Da studiare e da capire alla luce della realt odierna. Quando si vuole capire il tipo di perversione o sbandamento che stiamo attraversando sufficiente andare a prendere un th o un bicchiere di vino in quella realt spaziale... in cui tutto architettura... e gli edifici sono una sola cosa, un contrappunto di pieni e di vuoti come individuo spaziale che fondendosi, accarezza il cuore e l'anima di chi vuole farsi rigenerare.
Si pu osservare ammirati come una cartolina, piazza del campo, e cercarne gli elementi che la connotano, uno per uno e allora si scopre cosa vuol dire integrazione spazio temporale e citt territorio, e se si vuole si pu anche non decifrare la cifra o il valore architettonico peculiare degli elementi che lo compongono, non cambia nulla. E' una risposta come altre, da studiare nella sua magia instancabile e eterna per capire anche, per esempio che cosa un luogo umano e urbano e che cosa l'architettura che non deve distinguersi, ma fondersi in un comune linguaggio che pare quello della modestia ma appare invece, per magia umana esplodente, un luogo della pienezza e della forza organica della spiritualit umana.
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6959
di renzo marrucci
del 23/03/2009
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Berlusconi e il Piano Casa per chi ce l'ha gi
di
Teresa Cannarozzo
Per la seriet di una legge
Naturalmente con la necessit di far fronte al problema grave della recessione economica, si dovrebbe anche andare incontro alle necessit degli italiani che vivono le esistenti importanti problematicit urbane. Tutto ci senza schienarsi alle necessit di "portar grasso" ai gruppi economici gi molto attivi e agguerriti all'interno delle nostre citt, con proposte e realizzazioni allucinogene e bollite. La cementificazione possibile non dovrebbe essere peggiore di quella gi esistente... anche se garbatamente paventata da alcune archistar nostrane, pi o meno superstar... o da fantomatici e criptici urbanisti della cazzuola sempre aulicamente nostrana.
Peggio di come ... francamente difficile supporre.
Se il progetto di legge viene incontro ai problemi della citt e dei cittadini sar un colpo di salute evolutivo alla nostra cultura edilizia e economica, altrimenti si rimane nel mosto a fermentarecon addebito di nuove decomposizioni realizzate.
Certo, non bisogna creare ulteriori escamotage o vizi di cui siamo gi pieni nelle nostre amministrazioni e determinante sar il loro comportamento discrezionale nell'applicazione della legge. In Italia c' tanta architettura minore che non meno importante di quella cosiddetta monumentale o maggiore vincolata per Decreto. Questa architettura minore, che non concerne solo i Centri Storici, dovr essere opportunamente tutelata nella sua realt e bisogner definire le valutazioni specifiche, per non incorrere in una "lavatura" sciagurata che rischierebbe di essere consentita dalla leggerezza o dalla superficialit di un Decreto legge non particolarmente curato. In Italia si molto bravi a far passare leggi firmate da qualcuno che lo consenta. Opportunamente normata questa possibilit e organizzate opportune fasce e tipologie di rispetto, sar possibile avere un campo di azione interessante dove applicare norme per un effettivo rilancio economico del settore edile e anche di sperimentazione possibile. Sar cio possibile, quindi, esercitare un campo di azione critica serio e costante, responsabile, anzich allargare generici proclami di suggestiva preoccupazione morale occorre essere attivi e propositivi nei contenuti.
Renzo Marrucci
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6958
di Renzo marrucci
del 23/03/2009
relativo all'articolo
Berlusconi e il Piano Casa per chi ce l'ha gi
di
Teresa Cannarozzo
Se un piano casa sar interessante e aiuter gli italiani
Atrimenti perpetrer l'andamento esistente con buona pace della coscienza italiana. Da questo stato di cose nessuno pu tirarsi indietro, nessun pseudo moralismo consentito a architetti ed urbanisti la cui opera si aggiunta alla realt odierna e soprattutto non ci si riscatta cavalcando fantomatici proclami di rischiosa cementazione. La cementazione in corso all'interno delle nostre citt nessuno la vede e la osserva? Quali i criteri attraverso cui si presume di essere migliori e di salire in cattedra? Sarebbe bello poter leggere autocritiche sull'operato di architetti e super-architetti dalle grosse dimensioni dello studio ma sarebbe come siglare la propria scomparsa vivente in questa cultura architettonica in cui la critica sta ormai scomparendo oppure viene messa in vendita al miglior offerente. Quale prova di moralismo attendere dalla cultura architettonica italiana?
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6941
di Renzo marrucci
del 21/03/2009
relativo all'articolo
Muore il filosofo della decostruzione
di
Sandro Lazier
Non per nulla igenuo... anzi!
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6921
di Renzo marrucci
del 16/03/2009
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Una proposta per la tutela del paesaggio in Sicili
di
Leandro Janni
Proprio ieri sera Report ci allibisce con la maniera siciliana e le sue pillole di probit urbanistica non diverse dalle abitudini gi osservate per esempio a Roma, con la giunta dei molto eloquenti due ultimi sindaci...(Alemanno pare un dilettante in oratoria speriamo sia professionale in altro). In Sicilia le coste sono importanti e non meno le citt che vi si affacciano... Bisognerebbe cantare "bello e impossibile" di Gianna Nannini... oppure scriverne un'altra simile a quella della "camera a gas"
...s perch meglio cantare come nella migliore tradizione italiana per
esprimere un sogno o un desiderio irrealizzabile... Con buona pace di Soru ma anche nostra...
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6916
di renzo marrucci
del 11/03/2009
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Agilit e velocit
di
Massimo Pica Ciamarra
Risposta a M.P.C.
Dalla realt si prende lo spunto per svolgere riflessioni e considerazioni e fin qu a me pare normale. Cio, si osserva come vanno le cose e se le cose che vengono realizzate, o che sono in previsione di essere realizzate, rispondono alle esigenze e a quali esigenze... Se poi questi programmi o leggi che siano sono esposte alla considerazione... allora cosa vuol dire? Che si vuole collaborazione? Oppure che cosa? Altrimenti si assiste ad un certo trionfo dell'imbecillit (che a me non pare normale) che ha forza di diffondersi tramite le televisioni o giornali in genere (eccettuati forse alcuni che si sforzano) provoca un appiattimento tale che fa gioco all'interesse del momento, e a chi, ovviamente, in grado di gestirlo e in definitiva di tramutarlo in soldoni e potere.
Se la critica oggi appiattita al seguito delle correnti di potere anche per merito della scuola che, anche lei, caro professor M.P.C. in qualche modo esprime, nei suoi due articoli, e per forma e contenuto.
Si scambia il contenuto con la forma e questo capita anche in architettura e non solo. Si ragiona al presente come se fosse infinito, mentre si evita di parlare dei problemi che attanagliano questa professione oggi e domani saranno ancor pi gravi (sic!). Il futuro lasciato alla tecnologia che guida il progetto e gli architetti
gli corrono dietro con affannosentono che cos non v ma che vuoi fare La scuola non ha pi rapporti che con una realt decaduta filtrata e arroccata su quel poco prestigio che ancora gli resta.
Quando parlo di architetti non parlo di lei o delle archistar, ma degli architetti che
saranno e quelli che spendono ci che rimane del loro povero narcisimo che gli tocca ancora per un mestiere in rapido declino... Che non riesce a trovare un ruolo e forse non lo vuole pi per stanchezza e mancanza si senso collegiale. In questa societ tutto marcia di fronte a interessi che non vedono e riconoscono ruoli che non siano istituzionali, la libera professione in balia di questi in vario modo. La professione un intermediazione povera e meschina e lo sta diventando sempre di pi. Lei parla di rivoluzione? Ma dove? Le commissioni edilizie sono il filtro degli interessi politici e di quelli sociali assoggettati. Che cosa altro sono? Filtri della qualit e di quale ? Non vede come cresce la citt
Dove si finanzia comanda il cinismo che viene riflesso dalle Amministrazioni che invece dovrebbero... Se la gara trovar le parole che presentino interessi in modo che non siano imposizioni dove e come si svolge l'intelligenza oggi? Larte retorica ritorna di moda, B. Zevi sosteneva che oltre ad essere rappresentanza di quello che non c, ma che si pu immaginare come esercizio Il nuovo barocco delle star si esprime con lo spettacolo e linformazione sottilmente manipolataMa non ha vissuto tanto, purtroppo, da poterlo vedere e applicare bene
Le commissioni edilizie... Gli assessori, ci dica cosa sono le commissioni edilizie nei comuni italiani... se lo desidera naturalmente! E quale il ruolo dell'architetto nella societ italiana visto che siamo qui, ben dentro questa realt nella quale passiamo i nostri anni Se Lei, come qualsiasi, impegnato a vivere e a produrre
potr porsi queste domande? Dare delle risposte poi pertiene alla differenza tra il coraggio personale e l'interesse ? Oppure c' una terza via? Che quella che cercano tutti coloro che devono, come si dice : tirare a camp e che quella dell'ac
cettazione passiva, e magari poi emarginare coloro i quali non accettano l'ipocrita formale fraseggio di alcuni che nella politica vivono il loro interesse professionale?
Non si tratta di far rivoluzioni caro M.P.C. si tratta di ragionar su ci che esiste anche per non perdere la stima di se stessi.
Si tratta di far capire, per esempio al Buon Bondi che non ci sar qualit con la sua legge, se non si ha il coraggio di riconfigurare i ruoli della professione oggi al di la degli interessi politici e delle ipocrisie di stato. Si tratta in fondo di capire che senza coraggio il Ministro lo pu fare chiunque con le chiacchere e noi lo sappiamo bene
Si tratta appunto di rivedere la figura dell'architetto e quella delle altre professioni tecniche senza le masturbazioni che di solito sostituisco
no la ragione nella scuola e nella societ, che non rispondono pi n sul piano ideale n sul piano professionale, e tanto meno culturale.
Ci sono delle righe di Biondillo romanticamente scritte su ci che ti darebbe lo studio dellarchitettura che io trovo stranamente assurde quanto commoventi per la scuola di oggi e forse utili allultime righe dell introduzione di Metropoli per principianti.
In questi tempi che viviamo le idee non si misurano pi con il metro dell'uomo, ma dell'interesse che lo sacrifica.
Mi dispiace per la lunghezza.
Renzo Marrucci
11/3/2009 - Massimo Pica Ciamarra risponde a renzo marrucci
Caro Marucci, non replico perché condivido quanto riesco a capire del suo lungo dire, tranne il sentirmi attribuire dell’accademico.
Privo di ruoli significativi di questo tipo (cfr.: “fuori-dentro l’Università” www.pcaint.eu/news 2007) rifuggo (forse senza successo) da “toni professorali”. Superando lo sconforto per l’evidente insuccesso, continuo a riflettere per la sostanziale, profonda, mutazione di regole che sempre più sviliscono ed ammorbano il lavorare nei nostri contesti e rendono improbabili qualità diffuse. Se siamo in tanti a crederci, costruiamo coesioni, esprimiamo brevemente condivisioni e dissensi.
Credo che le prime prevalgano.
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6905
di Renzo marrucci
del 09/03/2009
relativo all'articolo
Agilit e velocit
di
Massimo Pica Ciamarra
Agilit e velocit scusi! Ma per andare avanti, oppure indietro?
Avere una visione del futuro possibile... sarebbe bello! Ma tutte le volte che questa visione apparsa o anche solo balenata, il risultato stato contraddittorio e sempre comunque interrotto o realizzato con il predominio pi del male che del bene. Allora ci rivolgiamo alla storia per vedere la continuit e l'organicit dello sviluppo che non ci riesce pi imprimere se non a chiacchere. Certo, se le leggi che regolano lo sviluppo della citt sono fatte sull'interesse del rilancio della economia... Aumentare gli affari con la scusa di far lavorare, che viene fatta avanzare come prima ragione per realizzare le altre... Il problema della casa, per esempio, da quale punto di vista pensato? L'idea di un grande disegno che tutto inquadri ora una grande bufala? La vita come procede? per grandi disegni oppure per realt che avanzano e imprimono l'esigenza di una necessit di vivere, di lavorare, di avere possibilit? Basterebbe avere una concezione organica della vita e della realt per poterne rispettare la sequenza e le regole che cambiano solo formalmente, ma nella sostanza permettono all'uomo di essere e di realizzarsi. L'idea di un progetto potente e omnicomprensivo un palliativo ideologico per sognatori invecchiati, superato dai ritmi della storia e della vita. Occorre invece saper comprendere il senso organico della vita e del suo mutamento...come la citt deve ospitarla e quindi regolarne la crescita senza compromettere l'esistente o annientarlo, come succede adesso.
Tutto ci pu accadere con la discussione, il dibattito, con l'apporto delle forze pensanti che vogliono partecipare, che sentono l'esigenza di parteci
pare, facendo emergere una competenza vasta e larga che coinvolga altre realt sensibili; che estrometta o collochi il calcolo progettuale della economia e della impresa nella posizione che gli compete, che la spartizione poi comunque ci sar... ma dopo aver pensato e progettato secondo il bisogno, e non prima ancora. E la mente distorta che pensa le leggi e il linguaggio distorto degli urbanisti che distruggono la citt perdendo la ragione tra retini e segni senza coscienza . Occorre ritrovare una nuova idea di ragione e di pensiero ispirato allo sviluppo della citt, pi semplice e pi profonda, al tempo stesso aderente alle necessit che oggi caratterizzano i problemi dei cittadini nello sviluppo urbano e rispetto all'uso del territorio. Meno parole degli urbanisti e maggiore coinvolgimento di architetti e uomini di cultura, che il problema sia al centro e non la scusa... uomini che sappiano pensare in termini attuali e fuori dalle regole di una urbanistica politicizzata, obsoleta e di evocazione pseudo-razionalista.
Renzo Marrucci
9/3/2009 - Massimo Pica Ciamarra risponde a Renzo marrucci
I due miei ultimi interventi si intrecciano l’un l’altro, auspicano discontinuità, rifondazione, azioni rivoluzionarie. I miei interlocutori vi colgono difetti simultanei e contrapposti: nostalgia di futuro talmente forte da apparire utopica; ambizione di concretezza talmente spinta da apparire piatta.
Concordo: l’introduzione delle SuperDIA ha sancito la rinuncia alla qualità dell’edificare. Ma le Commissioni Edilizie sono inutili se non hanno la forza di vietare interventi che rispettano le norme o di proporre anche deroghe (brutta parola, spero non generi equivoci) per progetti non ossequiosi ma che accendano qualità. Per una collettività che abdica e vuole tutto appiattito su congruenze normative, bastano timbro e firma del progettista come “notaio”: non sospetto disonestà, sotterfugi e furbizie, credo (utopisticamente) in rigorosi controlli forti di norme chiare, semplici e poche.
Concordo: se approvato, il Disegno di Legge che si sta delineando produrrà danni. E’ ovvio: una banale sommatoria di espedienti corrode, certo non può esprimere una politica territoriale ed urbana.
Ma continuo a credere che se qui oggi gli interventi di qualità sono miracoli è anche perché le regole vigenti li rendono improbabili. La qualità diffusa sarà sempre una chimera senza tensione utopica e azioni concrete per l’unità concettuale di quanto regola la continua trasformazione dei paesaggi, per legare costruito e non-costruito, per evitare la dicotomia piano/progetto.
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6889
di Renzo marrucci
del 06/03/2009
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All'architettura italiana serve una legge?
di
Massimo Pica Ciamarra
Capita di leggere con un occhio solo anche a Pagliardini. Tono professorale e sparso... Non significa pensieri sparsi mi creda.
Ad ogni modo basta rifletterci un tantino di pi e se ne accorger certamente. A volte si parla di tutto anche per non parlare di niente... Si salvano gli interrogativi nello scritto lungo di M. P. C. caro Pagliardini...
Lei ha in mente una citt pi umana della mia? Umana con la guerra ma attraverso la bandiera della pace? Faccio per dire non se la prenda.
Una citt pi umana che cosa altro potrebbe essere se non una citt pi
curata, pi vicina agli interessi dell'uomo e al suo futuro ? Capire il cen
tro storico le sue realt... e lavorare per uno sviluppo in armonia con le esigenze dei cittadini, punto per punto, rispettando luogo per luogo e via di seguito proprio come non succede. Aggiunga lei se vuole...
Non mi interessa la retorica su una umanit diversa dall'altra... Non mi interessa proprio! Mi sembra una vera sciocchezza anche il solo supporlo. Lei crede nel mio buon senso? Lei non pu immaginare il dispiacere che mi muove nell'anima. Un cordiale saluto
Commento
6886
di Renzo marrucci
del 05/03/2009
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All'architettura italiana serve una legge?
di
Massimo Pica Ciamarra
All'architettura serve una legge ? Certamente non certo con una legge che si diventa poeti ma certo si pu aiutare i talenti a crescere e a sopravvivere di quel pane come anche per molti architetti, oggi, qualche spiraglio di sopravvivenza potrebbe essere recuperato. Certo! Servirebbe molto di pi ma in mancanza di altro... proviamoci! Chiss che scrivendo leggi non si aggravi quel senso di restrinzione o di precariet che viviamo oggi Occorre per un sincero scatto morale necessario a far rivivere la vergogna di non saper tutelare la citt e la sua crescit morale oltre che sociale... magari anche attraverso vie diverse da quelle ipocrite del ricorso ai gruppi economici. Se una volta si riuscisse a capire o a generare l'idea che il vero fine quello di avere una citt pi umana e a misura d'uomo... Che gli architetti fossero messi in condizioni di vendere pi progetti e meno l'anima ecc... chiss che questi concetti e idee non possano ritrovare una qualche via per riemergere con nuova sincerit.
Certo che una legge senza la base morale della coscienza comune e della consapevolezza non ha speranze... La velleit e la forma coprono il corpo e le sue malformazioni, danno apparenza ai vizi e alle sue magagne nella maggior parte dei casi... Spesso servono a reiterare il problema e a farlo istituzionalizzare vero! Ma bisogna correre il rischio.
Si cominci almeno a considerare il problema... ecco il senso! Poi ci sar una gara a far di meglio? Speriamo!
Se si riesce almeno a stimolare il dibattito sui temi di una urbanistica sociale e civile e non tecnica, una architettura alla ricerca del dialogo e non solo virtuale e sperimentale, di sola immagine, cio completamente in mano alla tecnologia e agli interessi economici... Io credo che parlarne sia comunque una realt e una presa di coscienza del clima paradossale che in Italia si in modo preoccupante affermato.
Massimo P. C. dice la sua... forse un tono un p professorale e sparso ma con i suoiinterrogativi pone la curiosit e la perplessit verso l'ipotesi in concorso di ipotesi... Si spera che la gara cominci...
E poi una legge incerta e lacunosa di questo tipo... accende il clima e aumenta la crisi... pu sempre dare la speranza a un nuovo valore che emerge.
Renzo Marrucci
Commento
6872
di renzo marrucci
del 26/02/2009
relativo all'articolo
Geografia interstiziale
Audible geography
di
Sara Bracco e Emanuela Giudice
Torselli levi pure il "maschietto" scivolato l con autoironia...
Commento
6869
di Renzo marrucci
del 26/02/2009
relativo all'articolo
Geografia interstiziale
Audible geography
di
Sara Bracco e Emanuela Giudice
Non mi dispiaccciono le sue interpretazioni su di un piano intellettuale e anche un p aristocratico... forse lubrificano un p la secchezza dell'articolo che si presta ad esser archiviato con relativa fretta.
Della geografia io ho una idea molto semplice e pertiene il territorio e l'uso del territorio e su questo ho una sensibilit diretta e concreta da architetto e di uomo che vede divorare e spregiarne il senso e l'importanza con falsi edulcorati intellettualismi che aprono la strada ad un consumo generalizzato... come se fil territorio fosse "roba senza presente e senza futuro".
La geografia moderna deve indicare l'errore dell'uomo o degli uomini.
Deve o dovrebbe uscire dalla nicchia di uno strano ottocentocinquanta
oggi fuori della realt e assumersi delle responsabilit come scienza del territorio e ogni dormita, o ritardo, delitto.
Poi potete parlarne come vi pare... certamente! Ma scrivere addirittura a quattro mani per non dire nulla mi sembrato, nella mia visione di maschietto che prende sul serio le cose... un po leggerino quando invece oggi un grave argomento su cui non si assumono delle responabilit vere...
Grazie comunque della sua volenterosa intercessione femminile che apprezzo moltissimo.
Renzo Marrucci.
26/2/2009 - Sandro Lazier risponde a Renzo marrucci
Caro Marrucci, credo che lei si stia infilando in un territorio piuttosto insidioso, da ...maschietto!?
Vedo temporali allorizzonte
Commento
6862
di renzo marrucci
del 25/02/2009
relativo all'articolo
Geografia interstiziale
Audible geography
di
Sara Bracco e Emanuela Giudice
Gentile Torselli se il commento rivolto me lo poteva , senza dubbio,
esplicitare, e cos si fa di solito.
Il suo protezionismo tenero ma non dia troppa importanza ad una critica che serve, semmai, per capire. di pi...
Cordialmente, Renzo Marrucci
Commento
6850
di Renzo marrucci
del 24/02/2009
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Geografia interstiziale
Audible geography
di
Sara Bracco e Emanuela Giudice
Un piccolo sasso? Un sassolino cosi piccino cara Torselli... per un argomento che assai delicato e centrale in questo nostro povero paese. Ma forse ha ragione Lei con le carezze, forse, si ottiene di pi...
Il nostro territorio e la nostra cultura si riempie di rifiuti e veleni oppure oggetto di speculazioni selvagge e le nostre citt crescono come perife
rie da terzo mondo... ci possibile perch ci si scherza sopra oppure si trattano gli argomenti con fare astratto e aristocratico...
Nella materia trattata siamo ancora all'ottocentocinquanta cara e gentile signora Torselli... Un po pi di seriet sar forse tranciante?
Commento
6840
di renzo marrucci
del 17/02/2009
relativo all'articolo
Geografia interstiziale
Audible geography
di
Sara Bracco e Emanuela Giudice
Bracco e Giudice (in due) scrivono di geografia nel modo che credono. Niente di pi astratto e formale e soprattutto in linea con i tempi che viviamo. Dire che incomprensibile l'articolo mi sembra normale per uno che pensa come penso io. Non spiega nulla del concetto di geografia che abbiamo oggi e che potrebbe essere molto utile per certe rivisitazioni critiche a comprendere la necessit di quello che rimane dell'idea di ambiente, sul quale nulla si dice e invece sarebbe fondamentale dire per informare e per sensibilizzare. Si preferisce parlare di geografia urbana credendo di applicare contenuti alla citt... atteggiamento anonimo tipico di quell'ambito di incultura che ha portato e conduce la citt alla sua disumanizzazione per il modo asettico e sbrigativo di scriverne e di parlarne, tanto equivoco porta a chi, in materia di uso del territorio cade dalle nuvole, non avendone ancora messo a fuoco il ruolo nel contesto della vita attuale e futura, perch distratto e fuorviato da vari bombardamenti visivi che la societ attuale impone.
Si parli del valore umano e sociale, culturale della geografia, della riscoperta o rilettura del territorio e della sua importanza per l'uomo. La citt di oggi non pi valore antropico se non per la storia che ha, che eredita, agisce con pulsioni perverse dettate non dall'esigenza dell'uomo, ma dell operazione economica che tutto travolge senza regole e consapevolezze...
Oggi stiamo distruggendo il territorio...lo stiamo saccheggiando in vario modo attraverso formule aride di una sperimentazione che non servono all'uomo ma all'interesse che lo strumentalizza. Io credo che sarebbe bene scriverne e parlarne in modo chiaro, mettendo in evidenza criticamente e chiaramente le perversioni culturali di oggi, per far crescere generazioni di uomini disposti ad amare i propri figli e ripercorrendo consapevolezze e valori fondamentali alla crescita...ma, evidentemente, non interessa molto... o a molto pochi...Non di moda...
Cos va il mondo...
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6807
di renzo marrucci
del 02/02/2009
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Galvagni, Gaud e la ricerca
di
Sandro Lazier
Ma io il cavolo lo mangio anche a merenda! Ed buonisimo se cucinato bene... Forse non mi vuoi seguire... e bussi per conto tuo... Va bene anche questo... Ora non desidero farla lunga...
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6793
di renzo marrucci
del 31/01/2009
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Galvagni, Gaud e la ricerca
di
Sandro Lazier
Meglio del nulla e del silenzio?... Giannino ma cosa dici? Il nulla ed il silenzio sono superabili con una ricerca seria e autentica e se a questa si sceglie la sponsorizzazione tecnologica e l'affarismo economico che riduce le citt alla funzione di comparsa immaginaria? Perch scegli due categoria tra le meno interessanti? Per pigrizia o per che cosa? Prima dello scempio o dell'annullamento dei valori c' la seriet di una ricerca impegnata che non viene sviluppata che da pochi uomini oggi e contrastati...Non lo storicismo ma andare avanti e senza far finta... Il nostro Zevi se viveva dieci anni di pi si sarebbe accorto della sua errata valutazione entusiasta del Ghery boccionioniano o degli altri affiliati alla tecnologia dell'ostracismo umano... O della morte della citt e dei valori essenziali di una continuit che che non deve strappare nulla ma semmai superare l'idea della storia negli anni e farne il futuro... Ma che radicale sei? Spiegami se vuoi...
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6772
di renzo marrucci
del 24/01/2009
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Auguri 2009
di
Sandro Lazier
ABOLIRE GLI ORDINI NON VUOL DIRE ANARCHIA
Gli ordini professionali gestiscono l'esistente in modo vecchio e superato, bisogna avere il coraggio di abolirli per rifondarli in modo aderente alla realt.
Riconquistare e obbligare a riconquistare la partecipazione attiva degli architetti che preferiscono RAGIONEVOLMENTE ignorarne l'esistenza. I problemi che oggi affliggono la professione non trovano casa in questo Ordine che chiede denaro come una tassa obbligata agli iscritti senza dare neppure il ricontro nei termini della tutela della professione che svolge senza nessuna dinamica nei confronti della so
ciet che cambia in ogni momento dietro qualsiasi impulso i termini del dibattito.
ABOLIRE GLI ORDINI VUOL DIRE RIFLETTERE PER DARE ORDINE E COSCIENZA
AD UNA STRUTTURA CHE HA PERSO LA SUA RAGIONE DI ESSERE
Occorre una struttura in grado di dialogare E RAPPRESENTARE I PROBLEMI DEGLI ARCHITETTI con le autorit e LE ISTITUZIONI SOCIALI per svolgere il dovere di capire e proteggere gli interessi dei suoi iscritti ed il loro rapporto con la societ. Occorre una struttura rifondata e moderna, attuale, in grado di essere all'altezza delle problematiche che sussistono oggi. Concorsi, gare, incarichi, professionalit e specializzazioni, competenze e limiti nella societ costituiscono la materia primaria dove urgente una costante volont ad assumersi responsabilit specifiche di critica e controllo Osservate il recente caso Casamonti... Nessun Ordine se ne vuole occupare sia pure in termini deontologici e per comprendere ed esaminare come mutato il rapporto tra societ e professione mentre ci sarebbe una notevole propensione da parte degli iscritti a capire, silenzio e silenzio inconprensibile... Mentre la societ restringe e affievolisce i campi e i margini anche culturali della professione e celebra incontrastate le stars dell'architettura... Schiere di giovani e meno giovani validi architetti mordono la polvere o sono condannati a perseguire livelli di contrattazione marginali ed umilianti senza l'interessamento fattivo di nessuno. Tutto ci va contro ogni volont di possibile ripresa della ricerca e della architettura italiana
Renzo Marrucci
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6770
di Renzo marrucci
del 24/01/2009
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Auguri 2009
di
Sandro Lazier
Abolizione degli ordini professionali? Sono perfettamente in sintornia con Pagliardini. Fotocopie sbiadite di un sistema a perdere che riesce a
essere dannoso pi che altro agli iscritti e non un caso che non rap>
presenti le problematiche della vita e della relt professionale della quale oggi ci troviamo ormai in balia. Triste ragione ma ragione!
Si tratta solo di attendere che gli architetti riprendano fiato o prendano coscienza... Magari scossi dalle teorie qualche matematico umanista o chiss da quale filantropo di montagna... Una disamina impietosa sulla scienza della incapacit a diventare trasparenti o....piatti come veline nonostante lo spessore del corpo in carne ed ossa... Uscir anche se i sociologhi dormono sonni profondi e parentali.
Ecco! Ora capisco anche io... Ma non c' alcun bisogno di chiamarlo Carolina, Caro Giannino...visto che il pi bravo degli onesti in Italia rischia di fare il massimo del suo schifo in queste condizioni di sbando della giustizia e del senso di libert. La libert come una bistecca... La mangi da dove ti pare, cominci con i tuoi strumenti a tagliare da dove l'occhio si posa sopra. E' come fare una vera scelta...L'ambiente dove vivi e operi non deve fare altro che pensare a te! Prende i tuoi soldi e la tua anima e la tua fiducia e se poi ti illude di pensare a te...
Interessanti le considerazioni sui sassi di Matera...Meriterebbero un serio approfondimento!
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6760
di renzo MARRUCCI
del 23/01/2009
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Caso Casamonti
di
La Redazione
Anche io chiedo cortesemente che cosa vuol dire nella vostra intesa che in italia fondamnetale avere laico lo stato, le legggi, ecc... Io, permettetemi, pensavo pi semplicemente che fossse fondamentale avere una Stato capace di tutelare l'interesse dei cittadini, di fare delle leggi giuste e serie, rispondenti alla realt della vit e poi di saperne controllare l'attuazione e poi di saperne vigilare la qualit e via... Tuttte queste che son tante cose importanti ed altre... Il Laico che centra in tutto cio? La qualit di un programma dove va vista..Tra i denti? Tral le parole? La capacit di amare il paese e la propria cultura deve evere etichette? La possibilit di essere oggi deve essere offerta dai sitemi della ideologia? o da che cosa?
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6753
di Renzo marrucci
del 22/01/2009
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Galvagni, Gaud e la ricerca
di
Sandro Lazier
Per rottura non intendo una rottura di balle ma una ipotesi che inserisce qualche cosa di quello che altri non hanno avuto il coraggio di pensare o suggerire. Ecco, quando l'ipotesi suggerisce la risoluzione del problema e agisce nel contesto della societ costruita urbana allora si nel caso di una continuit che dovrebbe venire realizzata ma non viene relizzata. Agire e pensare, pensare ed agire nel senso della realt e dei bisogni dell'uomo. Si studi per esempio la citt di Roma, di Milano o una a caso... Rispetto ai problemi che oggi viviamo... Studiare la citt che funziona e fa vivere bene... Andare avanti con il criterio di responsabilit aderente al territorio e quindi alla citt. Continuit vuol dire garantire un futuro alle generazioni e non trovarci di fronte ad un cumulo di monnezza "realizzata" cio costruita con progetti e imprese edili... Che soffoca la citt nel degrado urbano sociale e culturale che stiamo vivendo oggi con leggerezza e spensieratezza... Capisco di parlare Turco ma oggi anche il turco una lingua che viene studiata... Quando l'ipotesi propone nulla rompe ma si aggiunge rispetto alla convenzione e la muove verso ci che non ristagno o falsa creazione, o incrostazione senza risposta alle nuove problematiche che la citt proprone. Se invece non si sa proporre ma fare spettacolo, prendere alla larga la realt, prestandosi all'uso tecnologico formale senza impiegarlo per copiacere e non risolvere i problemi per esempio delle periferie urbane che sono solo dei mostri di depressione... Ricordo Ponte Lambro e un progetto di archistar... Per dirne uno a caso... Penoso dal punto di vista umano e non solo...
Seguire il corso del Fiume finch il Fiume esiste facendo rimanere l'acqua pulita... Far crescere la citt seguendone la sua vocazione umana e la sua dignit sociale senza ismi ma con il senso che la rottura che rompe solo un arresto e un problema in pi che ci allontana servendo solo determinati interessi non a vantaggio dell'uomo.
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6750
di Renzo marrucci
del 21/01/2009
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Galvagni, Gaud e la ricerca
di
Sandro Lazier
Salingaros ha molti meriti per il dibattito che ha proposto e se non fosse stato Lui altri lo avrebbero proposta perch ora... Dopo diverse sperimentazioni eclatanti si cominciato a capire di pi e meglio sulla decostruzione ecc... Ma senza ingratitudine intendiamoci... Capire di pi e meglio possibile solo con le realizzazioni e allora si capisce l'impatto con la realt e soprattutto con il cittadino inteso come massimo committente. Ora non il precisamente ritorno al passato che si celebra ma una sorta di continuit che non esclude le sperimentazioni e la ricerca e anzi... Che sono essenzialmente ricerca. Chi vive in piccole citt forse non si accorge del peso di progetti che tirano a fare il lustro del principe
(oggi pro-tempore: il sindaco) calati come valanghe nella citt in nome di quale avanguardia? Di quale rapporto con la citt? Non si deve dimenticare mai che l'architettura non infatuazione del futuro, la rappresentazione di una qualche volont a sforare i limiti del sogno... Ma una sapiente mediazione con la vita e con gli uomini che non esclude, anzi include la bellezza ed il capolavoro ma non la farsa del capolavoro annunciato... Oggi si parla di capolavoro prima ancora del progetto per alcuni basta citare un nome... E' davvero allucinanante! Bisogna capirlo...
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6738
di Renzo marrucci
del 13/01/2009
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Galvagni, Gaud e la ricerca
di
Sandro Lazier
Pi che come modello di architetto mi permetterei di dire che lo riproporrei per la sua singolare ricerca organica condotta per la particolare passione nel metodo di indagine da lui proposto nel rapporto con la natura... da cui attinge studiando i modo sempre nuovo e con l'amore che gli riscontriamo. Su questo non ho dubbi personalmente. L'esito della ricerca poi un'altra cosa con le sue applicazioni nell'architettura che possono anche essere risposte molto personali e sul cui valore possono esserci molteplici interpretazioni. Il fatto che io credo importante in Galvagni sicuramente l'approccio metodologico che predilige nella sua riflessione vissuta sull'ambiente che trovo personale e geniale. In questo concordo! Cio il metodo rivoluzionario inquesto scavare nella sua identit e sensibilit e andrebbe esteso come base alla progettazione per la formazione del ruolo dell'architetto nella nostra societ. Sviluppare cio nell'architetto la capacita dell'osservazione, che oggi notevomente diminuita e all'aderenza ai contenuti, che sono fondamentali per sensibilizzare... una forza che si istilla nella natura degli individui e induce a rispondre organicamente e in modo aderente alla natura dell' uomo e quindi all'ambiente costruito... la citt. Prepara cio l'individuo ad attingere forza e coscienza nelle sue risposte. La cosa pi importante, per me, far crescere secondo le individualit.
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6734
di Renzo marrucci
del 11/01/2009
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La qualit architettonica non solo cultura. mo
di
Renzo Marrucci
La tua conoscenza del panorama architettonico italiano dovrebbe supportare la curiosit sui nomi della critica operativa architettonica italiana... Ed in funzione della propria opinione e sensibilit che si considera la qualit di un critico... e questa pu anche essere cosa personale pare... Io per esempio ho studiato con Zevi e Benevolo e con C. Brandi per l'architettura e l'arte e vedo che il panorama attuale ha perso vitalit e impegno. Tutto si purtroppo molto appiattito e deresponsabilizzato. L'indecisione e la provvisoriet con la quale la critica si muove oggi dovuta credo alla sponsorizzazione della cultura architettonica che riceve prebende e lusinghe in vario modo. E' un momento di crisi spensierata dell'architettura italiana come il caso C. rivela e su cui interessante riflettere al di la delle sue implicazioni personali. Almeno per quanto mi riguarda cerco di riflettere sulla societ e sulle varie realt che la condizionano senza cinismo n disillusione anzi per alimentare la forte fiducia che ho e che nutro nelle energie sane che ci sono in Italia e che spero trovino spazio per esprimersi e non si facciano trascinare e disssolvere dalla virtualit superficiale delle archistar e degli aspiranti star. Ognuno di noi ha una esperienza che lo sostiene nelle argomentazioni e nelle riflessioni e non importante spiegare la propria e non importante l'et ma importante impegnarsi a capire... Stammi bene Cristoforo.
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6728
di Renzo marrucci
del 10/01/2009
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La qualit architettonica non solo cultura. mo
di
Renzo Marrucci
Al solo scopo informativo segnalo la presenza di tre miei commenti, di diversi mesi or sono, sulla questione dei grattacieli in seguito alla lettera pubblicata sul blob di Pierluigi Diaco EXPO' 2015 dagli architetti Peluffo e Femia in risposta ad Adriano Celentano che... poi...Che io sappia, non ha detto pi nulla...
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6731
di renzo marrucci
del 10/01/2009
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La qualit architettonica non solo cultura. mo
di
Renzo Marrucci
Caro Cristoforo, non oscillare tra una incazzatura e un vago senso di precipitazione... Mantieniti tra le due e fatti coraggio... Il mondo quello che ... E i furbi ci sono sempre stati e sempre ci saranno ma non una ragione sufficiente per autodefinirsi dei fessi. Anzi...
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6723
di renzo marrucci
del 09/01/2009
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La qualit architettonica non solo cultura. mo
di
Renzo Marrucci
Certo per studiare architettura e fare l'architetto sarebbe obbligatorio, tra le righe... Di fare un corso parallelo di estrazione e tiro... Come nel vecchio Far west? Mi scusi ma le categorie che lei espone sono invece un p come quelle: uomo, mezzo uomo e qua-qua-ra-qua? Si accorger che un p come dire: ambiguo? Cerrrto che noi sappiamo che c' chi st abbottonato fino alle "recchie" (orecchie). E quale interesse entrare in questo dibattito? E con questi argomenti poi dove c' da rompersi le.... Mi scusi, ma Lei interviene per una ragione umanitaria? Oppure ha sentito il bisogno di immergersi un p come il richiamo della foresta? E per gli altri bisognerebbe apettar che la luna diventi piena per vedere a chi cresce il pelo? E poi gli altri chi? Non vedo molta gente viva nel panorama italico... Son quasi tutti incartati caro amico pi o meno come, mi scusi, Lei... Una botta di vita? Ne aveva bisogno? Caro marchesini ...
Mi stia bene!
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6719
di renzo marrucci
del 09/01/2009
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La qualit architettonica non solo cultura. mo
di
Renzo Marrucci
Caro Carta...
Se Lei convinto io no! Il pessimismo e l'ottimismo sono categorie che influenzano il carattere dell'individuo ma la realt vuole equilibrio... Appunto come il critico dovrebbe averne insieme alla capacit...
Come si dice... E lo ripeteva spesso il nostro Bruno Zevi : chi si contenta gode... Mentre la spinta alla realizzazione un'altalena che impone una certa tensione morale.
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6716
di Renzo Marrucci
del 09/01/2009
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Il ruolo della critica
di
Sandro Lazier
Caro Carta, ci sono? C'erano semmai ma ora son morti purtroppo... Hanno preso il posto ma non la respobilit... Si spartiscono sedi e presidenze e cattedre ecc... oppure convivono prendendo abbagli che potrebbero essere utili con sufficiente umilt...ma non la dimostrano...
Che ci facciamo ?
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6710
di Renzo Marrucci
del 08/01/2009
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Il ruolo della critica
di
Sandro Lazier
il ruolo della critica particolarmente importante. Tanto vero che la mancanza di veri critici oggi causa di una profonda confusione negativa. Non confusione positiva, cio creativa, ma vera e propria simulazione della creativit di cui si ha la responsabilit culturale e morale.
Non molto tempo fa si parlava di "contaminazione" nella sua accezione positiva, cio influenza e osservazione, ora la parola sparita perch di fatto sussiste la corruzione. Corruzione come deviazione e smarrimento, come filosofia del comportamento. Oggi copiare una sorta di abitudine e pare che chi lo faccia prima vince... L'importante saccheggiare, vedere, guardare, la sindrome della cattura visisiva con successiva digestione male organizzata. I materiali suppliscono alla incapacit creativa a diversi livelli ma la gara circoscritta. Poco amore per l'uomo anzi pochissimo e talvolta nullo. Ecco, il ruolo del critico proprio nell' individuare dove manca l'amore verso l'uomo e la societ. Il critico dell'architettura lo fa studiando l'architettura, interrogandosi sul valore del progetto e le sue fasi. il valore della realizzazione e le sue fasi, quindi il prodotto nella sua reazione nell'ambiente dell'uomo.
Si riesce a comprendere il valore morale del progetto e quindi della realizzazione? E' sufficiente osservarlo rispetto all'uomo e alle sue esigenze e necessit di vivere una vita sociale priva di degrado culturale e umano. Quando l'architettura fallisce rispetto all'uomo il giudizio nelle cose...Quado la citt fallisce rispetto all'uomo il giudizio nelle cose... Il bello in architettura compendia l'utile con la necessit dell'uomo alla sua spirtualit... L'architetto deve preoccuparsi soprattutto del rapporto uomo e ambiente e societ, seriamente e con gioia... Il materiale entra dopo... e scaturisce dalla comprensione sensibile della realt...
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6708
di Renzo marrucci
del 08/01/2009
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Caso Casamonti
di
La Redazione
Caro Bernini non avrei fatto la stessa cosa. Sono lontano dall'essere un giustizialista ma non accettabile il metodo di C. Non accettabile perch indica disprezzo e arroganza per gli altri. La selezione deve esserci con le regole valide per tutti, non solo un fatto di principio ma un fatto selettivo della qualit. A questo dobbiamo aspirare, ad avere delle regole e la moralit che serve per poter andare avanti nel mondo in una competizione vera, autentica... Questo importante realizzare e non ci saranno solo i migliori.... ma verr fuori qualche cosa di pi importante
nella cultura e nella qualit di una scuola o di una e pi generazioni.
Il vostro modo di fare porta alla morte, alla aridit come di fatto accade nella architettura italiana e non solo. Nessuno pu arrogarsi il diritto di imporre una falsa idealit e in nome di questa adottare comportamenti illeciti e non solo sprezzanti della capacit che il luogo dove la cultura sviluppa il talento. Come fate voi il voletto della farafalla impazzita e poi la morte... non la bellezza! E' opportunismo miope e non genio. Questa avarizia e non generosit... Purtroppo non ci siete solo voi a pensare cos ed per questo che i giovani che possono se ne vanno...
Siete vittime di una forma di esaltazione che non riguarda solo voi...
Purtroppo!
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6700
di renzo marrucci
del 07/01/2009
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La qualit architettonica non solo cultura. mo
di
Renzo Marrucci
Caro Rinaldo, lei troppo forte, ma non credo si stia prendendo gioco di noi... Semmai un autentico prodotto di una scuoletta pericolosa... Che andrebbe tenuta sotto osservazione per da subito!
Mi tolga una curiosit.... Su quali testi ha curato la sua singolare formazione? I professori... gi l'abbiamo capito... chi sono...
Auguri caro Rinaldo... Auguri sinceri...
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6695
di renzo marrucci
del 07/01/2009
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Caso Casamonti
di
La Redazione
Simpatico l'elenco dei fattori che Marcarino riduce a tre mentre sono in realt sono quattordici e potrebbero essere ragionevolmente almeno quaranta ... e via...
Ma ci siamo capiti e non purtroppo il caso di sottilizzare. Speriamo si riesca a capire quale sia la direzione di marcia non solo dal punto di vista delle responsabilit che se sono evidenti dal punto di vista sociale, almeno per quello che dato di capire dalle intercettazioniPer noi architetti assumono una particolare rilevanza proprio per l'arroganza delle convinzioni che sono alla base di quei comportamenti e che anche il forum di Antithesi rileva in modo chiaro e sconcertante. Fin quando esiste atteggiamento sprezzante tra gli architetti non ci sono speranze di ripresa della qualit architettonica. L'alterigia e lipocrisia, la falsa modestia che derivano anche dalla capacit di assunzione di grossi incarichisostenuta da una legge sbagliata, oltre a squilibrare il sistema delle professioni, troppo spesso pi forte della qualit a risolverli nell'interesse dell'uomo. L'ingordigia non ha pi base morale e la base morale il primo requisito per fare architettura. Per un architetto la base morale nella coscienza del mestiere ed un dato prioritario e pu esserci condanna penale o meno... se non vi base morale l'architetto ha perso la sua battaglia ideale nei confronti delluomo. Ricostruire la base morale nella professione oggi prioritrio per salvare la societE viceversaNessuno pu pensare di sentirsi il migliore e per questo arrogarsi il diritto di usare persone e interessi per il proprio personale o condiviso interesse. La qualit deve poter scaturire sulla base di una autentica capacit selettiva altrimenti il sistema umano si droga e si squilibra e perde valori esattamente come sta accadendo oggi
Chi accetta la legalit allora fuori gioco in questa societ ? INVITEREI QUESTE PERSONE HA DIRE APERTAMENTE CHE SICCOME IL SISTEMA NON FUNZIONA ALLORA BISOGNA SALVARSI e OGNUNO SI AFFIDA ALLE PROPRIE RISORSE e cerca una difesa Almeno cos il bubbone potrebbe scoppiare e far scendere la febbre... Forse contribuirebbe a migliorare questa societ... E noi architetti saremmo grati Questo dal punto di vista morale e culturale e sociale io almeno lo apprezzerei... Per il resto, la strada nella ricerca dell'assunto ideale e umano per cui i nostri maestri si sono realizzati anche umanamente con il loro esempio di architetti. E non ci sono scuse! E poi se questa nostra societ non all'altezza degli assunti morali... che sono l'anima e nella cultura e nell'architettura e nella citt... A chi toccherebbe farlo capire?
Renzo Marrucci
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6691
di RENZO MARRUCCI
del 06/01/2009
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La qualit architettonica non solo cultura. mo
di
Renzo Marrucci
Non solo cultura certamente! E' anche civilt, capacit sociale e poi anche e soprattutto amore per l'uomo inteso in senso ampio e ideale nei confronti dei luoghi in cui passa la sua esistenza... L' amore per la bellezza di cui leggo in merito a C. proprio una cosa fuori della realt, astratta, visionaria e fuori misura... Vuota! Un errore! E come tutti gli errori gravi...Hanno un costo per tutti... Niente di meglio di questo ambiente Toscano poteva favorirlo con quella vena astratta del culto della bellezza...Ma per un ristagno politico e culturale delle sue strutture e in quanto tale, terreno di cultura favorevole, cornice e supporto teorico in negativo. Tuttavia pseudo-cultura da archistar in pieno svolgimento, in atto! Pseudo-cultura da aspiranti star a tutti i costi in pieno svolgimento. Discorsi a senso unico senza risposta... Al limite della ragione e di pi... Oltre la ragione e oltre l'uomo. L'uomo come soggetto e non come oggetto. Questo il periodo storico che abbiamo il dovere di capire...
Fino a quale punto si pu scambiare la forma con la sostanza,il guscio con la coscienza senza svuotare il senso della vita attraverso il mondo degli affari e dei sindaci che pensano all'amministrazione della citt come se fosse un' azienda. Riprendere stima nella cultura locale forse il senso pi vero da cui ripartire, con la semplicit della sicurezza e senza quella carenza di credo nelle proprie mani che porta verso false stupide forme di spettacolarit e colore. La globalit non st in ci che ci arriva... Ma a come pensiamo al futuro utilizzandone gli strumenti nel presente e a come facciamo crescere i nostri ragazzi...
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6689
di Renzo marrucci
del 06/01/2009
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Caso Casamonti
di
La Redazione
Per il Rinaldo normale controllare le gare? I concorsi? Gli incarichi?
e che altro ancora? Nella sfera del pubblico a una persona normale non
pu essere possibile neanche immaginarlo... Alcuni progettisti italiani sono concordi con C. su che cosa? Bisogna esplicitare meglio caro Rinaldo il concetto... cos non si capisce bene e si rischia di ingenerare
il sospetto che, quei progettisti, a cui ti riferisci... anche loro...
Sai a noi normali che i bacioni a Firenze glieli mandiamo come faceva il grande stornellatore toscano... E non li riceviamo... Come facciamo a sacrificarci per l'amore immenso di C. per l'architettura? Un tale amore smisurato lo porter forse all'inferno? Oppure in paradiso? A chi la sentenza? Come puoi non ammettere che ci sia gente un p incazzata? Altra un p disgustata? Altra un p delusa? ... Via... Rinaldo!
Posso capire anche la tua buona fede... E' che mi sembra troppa sinceramente! Quando si portava il progetto al concorso... alcuni ridevano sotto i baffi altri qualche parola se la lasciavano sfuggire... Si vorrebbe un p di seriet se possibile... Ci vuole molto cervello per capire? Spero proprio di no! Stammi bene caro rinaldo ...
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6683
di renzo marrucci
del 05/01/2009
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Caso Casamonti
di
La Redazione
Il mio articolo non chiude proprio nulla caro Giusti. Semmai apre o se vuoi estende, ma non chiude proprio nulla. La redazione decide e mi pare normale. Ma lei pu continuare a discrezione insieme a tutti coloro che lo ritengono... Ci mancherebbe altro!
Una riflessione per devo farla... Vede, l'importante avere capito e poi riflettere perch la vita continua e bisogna fare tesoro per maturare quale atteggiamento oggi sarebbe necessario, siamo noi che facciamo la societ. Per quanto mi riguarda cerco di dare il mio contributo e alcune cose le ho messe su - orenz Wikio - e esprimono la mia idea di architettura e di citt e il mio pensiero. Sarebbe bello che la mia Toscana andasse avanti e non si incrostasse cos come oggi... E' una speranza che nel cuore di tanti ma manca il coraggio delle idee.
Da quello che ho capito io il caso C. ora nelle mani della giustizia italiana e con il cuore sospeso mi auguro che abbiano la forza di andare a vanti. Di pi non possono le mie buone speranze e continuo nella mia idea ormai consapevole. Ma lei pu capire e mutare il suo stato d'animo e fare parte di quelli che possono avere una giustizia pi moderna ed efficiente, una scuola moderna ed efficiente e via di seguito... Senza fuochi fatui... O adagiarsi, dopo l'indignazione, come fa la maggioranza degli italiani...
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6673
di Renzo marrucci
del 04/01/2009
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Caso Casamonti
di
La Redazione
Tanti auguri a C. e che dopo aver capito... possa fare la migliore archi
tettura del mondo se davvero ci tiene. Gli esami non finiscono mai e gli auguriamo che anche perseguendo un modo "normale" gli sia possibile... E concentrando tutte le sue energie a migliorare la sua architettura perch in fin dei conti l'aspirazione all'architettura consiste proprio nell'aspirare ad un mondo migliore per se a gli altri...
Tanti auguri infine alla magistratura fiorentina nella speranza che possa operare libera e serena nell'interesse di tutti.
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6677
di Renzo marrucci
del 04/01/2009
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Caso Casamonti
di
La Redazione
Tancredi Giuseppe invita a prendere posizione chi posizione non vuole prendere... Come andr a finire? E poi quale posizione ci sarebbe da prendere? L'imbarazzo totale...E che possono fare questi Ordini? Sono in mezzo al bailamme della societ italiana con il bene placido di tutti gli iscritti quelli che votano che sono pochi e quelli che non votano e che sono troppi... Che pretendere da istituzioni cos, cosa possibile chiedere oltre ad un certificato di iscrizione? Lo abbiamo voluto cos e se non lo sappiamo reinventare idoneo alla sociat che viviamo, sulle problematiche che emergono che volete? Paghiamo gli affitti contro voglia e non abbiamo fiducia in queste rappresentanze che per eleggono e vanno a Roma se ci vanno oppure no! Chi ci v decide e poi tutti zitti a casa o a studio dentro ai propri pensieri e dormienti per ci che riguarda il bene comune. Che devono fare? Siccome si pagano pi di trecento euro all'anno si ha diritto di reclamare? Lo domando anche a me stesso!
Se poi qualcuno pi furbo di altri naviga nel sistema sociale e politico e qualche cosa riesce a muoverlo in questo contesto schifoso che non si creato da solo... Bisogna dargli addosso? Capisco che la voglia possa prendere in moltiCon la magistratura che abbiamo in Italia, ormai lo dicono tutti indistintamente Che non vuole modifiche e che si sente onnipotente nel giudizio anche quando trita le persone fine fineFacciamo fatica a migliorare e con tutte le amministrazioni che abbiamo che, Sindaci in testa, corrono a chiamare le stars per farsi la pubbicit e guadagnare voti... Tancredi non avrebbe torto Ma se ci pensi bene... E' un bel casino ! In questa Italia dormiente, per nulla sveglia, sarebbe necessario e indispensabile fare qualche cosa e cominciare a parlarne per avere pi civilt in questo nostro... diciamolo come quelli che parlano bene : poco ortodosso contesto italico... Navigando tra le sonnolenti balle prodiane ...E le battute che non fanno ridere del premier che abbiamo.
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6667
di renzo marrucci
del 03/01/2009
relativo all'articolo
Caso Casamonti
di
La Redazione
Molto interessante la titubanza di Vito Corte, ma se poi sceglie di parlare come a teatro... per non confondere le parti che poi allora non sono solo tre ma ben oltre...a ben vedere e cio oltre a quella di Professor, di Presidente di un Ordine e poi di Architetto ci sar, immagino, anche quella di Capofamiglia? Oppure Single...Oppure Cittadino o anche qualche altra ... Si sa, si scrive quello che si scrive ma poi a volte si rilegge e si controlla ... Ora, si fa per dire ovviamente ma comunicare in triplice posizione davvero un bell'esercizio. Scrivere dai tasti poi non poi come parlar tra i denti cio il massimo della spontaneit Ora mi perdoni Gentile collega, parlo all'architetto naturalmente per semplicit per dire che Casamonti non rappresenta solo quello che si potrebbe immaginare e che si immagina ma... Anche l'arretratezza e il degrado di una societ che non si saputa evolvere sul piano morale... Culturale e in molte delle sue istituzioni... E che trascina con s giovani e meno giovani proprio sui tre versanti in cui Lei si scambia. E sempre con tanta comprensione... Se ha voglia naturalmente Visto che lei rappresenta un Ordine e come dice lei stesso avrebbe un piede nelluniversit e un altro nella professione e non volendo essere indiscreto mi permetta di rivolgerle una domanda : Quale delle tre parti, diciamo cosi per dire La attrae di meno? Visto che la Sicilia una bellissima regione piena di sole di questo nostro simpatico paese. Per le altre posizioni la lascio crogiolare tranquillamente... Se lo desidera...
Un cordiale saluto.
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6657
di renzo marrucci
del 02/01/2009
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Regalo di Natale 2008. A Marco Casamonti
di
Paolo G.L. Ferrara
Io non intendevo frenare lo sfogo, forse se si legge con animo pi sereno forse... lo si comprende meglio... Volevo far osservare sulle cause di questo fenomeno del degrado della societ italiana attraverso il caso Casamonti e sempre che lo vogliano mettere in luce per quello che molti si apettano, e mi aspetto! Ma che sar difficile perch in gioco ci sono interessi politici non indifferenti. Ricordate la Dr.ssa Forleo? ecc... Per come le cose sono andate e quali i fatti e il male fatto non solo agli architetti ma a tutti gli altri. Un architetto questo lo deve capire profondamente al dila del lavoro perduto...Lo scrivo e lo ripeto ma quale spirito ecumenico... Ognuno parla e scrive dalla sua esperienza e l'impazienza sempre una ragione assai piccola. Cari Cristoforo e Cinici, fate un p come vi pare ma se non capite chi vi ha preso per i fondelli siete punto e a capo a sfogarvi ma poi ricomincia da qualche altra parte il gioco... Se Casamonti si scoperchiato con il suo fare pontificale... ci sono quelli pi furbi e pi in alto di lui e non son pochi... Immagino, evidentemente, ma potreste immaginarlo voi se vivete a Firenze... Allora?Come si formata e come si degradata la rete e la cultura della rete, l'ambiente, il clima politico ecc... in Toscana? In quale modo vi potreste difendere e aspirare a fare i concorsi e lavorare come giustamente dite e come giusto che sia? Altro che "ecumenico" sar questione di dolcezza delle parole? Oppure sar proprio un sogno quello di dare pi consistenza al vostro senso critico e non prendervela a male soprattutto!
Posso dirlo? : scagliarsi su ci che si muove come fanno i cacciatori di oggi nella frenesia di sparare pallini o parole non neanche da dilettanti. Sia detto in amicizia naturalmente e senza offesa alcuna.
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6656
di renzo marrucci
del 02/01/2009
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Auguri 2009
di
Sandro Lazier
A Cinici devo dire che avevo ben capito e mi son servito della sua prosa per nulla comica per sviluppare una riflessione. Si poteva capire ma co
munque niente di particolare. A me interessa che si comprenda il dato ambientale ed il livello di degrado della politica e della societ italiana. Apprezzo lo spirito comico ma il mio umile parere che deve fare ancora esercizio ... pi utile del rancore ma vero... siamo entrambi dilettanti.
Di Casamonti o simili, sempre che sia dato per certo....perch non ho ancora letto l'ordinananza che mi auguro sia aderente alla realt... Fosse che fosse la volta buona? Potrebbe venirne fuori qualche cosa di buono e almeno una volta ne potrebbero spuntare i funghi, quelli che asfissiano le piante se son sane, in questa italietta politicizzata secondo ideali sopraffini e di ispirazione, badi bene : Popolari... e via dicendo. Non mi interessa scagliarmi su quello che si vede... Sento dall'odore quello che c' nell'aria e nessuno tira s neanche un ciglio... Sfuriate e basta... Cosa vuole signor Cristoforo, sar per la mia origine contadina ma io non ho uno spirito retorico e senza spinta o contenuto non mi si muovono le mani. Spero apprezzi il buon umore e non se la prenda ma se non conosce il lavoro duro buon segno o almeno me lo auguro... Libero di capire come desidera meglio, ci mancherebbe altro... E in fin dei conti meglio le parole che sassi o monetine e... Poi basta !
...
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6647
di renzo marrucci
del 01/01/2009
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Regalo di Natale 2008. A Marco Casamonti
di
Paolo G.L. Ferrara
Il coraggio una forma della ragione
Se il commento di Ganni Cinici proprio un commento, allora la cosa si definisce da sola a mio parere... Ma se fosse un virgolettato ripreso da una telefonata intercettata allora sarebbe interessante.
Sempre per il fatto che non conoscendo la fonte non posso esprimermi con certezza... ovvio. Mi parrebbe di aggiungere vuoto su vuoto e non mi piace neanche declamare astio... Rancore ecc... Mi pare proprio povera cosa...
Bello sarebbe se ragionare sulle cose portasse a capire le cose e quelle che vanno e quelle che non vanno... Il gioco al massacro chi lo vuol fare lo faccia... Non posso farci niente io...Ma credo fermamente che la ragione pu pi della frustrazione anche legittima che questa societ elargisce a piene mani con un sistema politico vecchio e a quanto pare anche piuttosto rancido. Vedremo in Toscana cosa accadr ma siccome sono nato in Toscana so e capisco e intuisco quello che accadr ma lascio ad altri libero pensiero e, comunque, con rispetto, anche se mancando la fiducia nella giustizia italiana non possono certo farsela da soli e peggio che mai dalle pagine di giornale o dalle pagine on line. Credo che cose peggio di queste siano gi state fatte e con abbondanza e che continuino tranquillamente a essere fatte. Da quello che capisco basta leggere attentamente lo strapotere manifestato e il sussiego accettante e confacente dei colleghi e la rete dei collaboratori dellprofessore architetto implicato in questa tristissima vicenda fiorentina per essere coscienti del marcio nel sistema culturale sociale e politico.
Mi ferisce profondamente il fatto, anche solo teorico, che possano ritenersi "nipoti di Michelucci"... Questo significa che non si in grado neanche di leggere il valore dell'architettura e in questo una certa vasta complicit si verificata ....Solo ora ve ne accorgete? Ora che il sistema stato momentaneamente fermato? Se accade come accaduto a Milano c' da piangere e nulla di pi Egr. Sig. Giusti Cristofer ... Se lei i piedi sa dove tenerli sar che allora dovr imparare a muoverli? Risponda con la sua testa e lasci stare i piedi degli altri... Ma dove vive? Lei tira qualche sassata da dietro il masso? Faccia pure... ma cerchi di capire anche di pi il perch e anche lannientamento della cultura architettura, altrimenti pu con la sua rabbia solo sfogarsi ma essere anche poco credibile.
Il potere degli incarichi assoggetta critici e personaggi compiacenti ma soprattutto i giovani che con questa disoccupazione non sanno che pesci prendereLei dove era quando Casamonti operava? Io che non sono un professore a stipendio ne un architetto di potere ero impegnato a vivere di duro pane amico caro... E in toscana ci vado quando posso. Casamonti per me non era nessuno fino a quando non ho letto su antithesi... Solo allora ho fatto come potevo il punto sulla situazione e nulla di pi possibile poteva essere per come conosco io la Toscana, rimasta ferma e dura, incrostata senza sviluppo delle sua potenzialit. Io che sono sempre stato impegnato a scrivere su Volterra ed il territorio Toscano trascurato come nessuno pu credere n pensare... Volterra la mia citt di nascita governata dalla sinistra a morire invece che a rinascere ! Conoscete Volterra ed il suo territorio?
E' unoffesa al genere umano spogliare questa citt antichissima cos come stato fatto sino ad oggi solo per interesse di arido avido potere politico...La sinistra con la cultura? Di quale sinistraparlate? quella di Casamonti? Ma cerrrrto! Caro Cristoferr lei si che ha capito... Facendo con passione questo mestiere lo vivo... ma non avendo un gruppo o un esercito di studenti che mi riportano, scopro da solo... le cosePi o meno come quelli per cui la legge ritiene di potersi dimenticare insieme agli Ordini in Italia anche e certamente! Lei capir come mi interessa che cambino le cose e cessi lo strapotere parziale e inibente delle istituzioni e cambino in fretta ma... La mia grande amarezza proprio questa... Dopo gli sfoghi un po balzani come il suo sentirmi dare dellipocritaAbbia pazienza ! Manca ogni volont e capacita di costruire allora si st con la passione come una importante condizione dell'animo che ti aiuta comunque a vivere perch fiducia nel valore, in quello in cui credi e che ti sostiene e comunque sia... tua!
A lei il rancore e la presunzione di dareA me quello con cui vivo Ma questo scritto lo devo soprattutto a chi legge su questo luogo
Renzo Marrucci
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6642
di Renzo marrucci
del 31/12/2008
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Regalo di Natale 2008. A Marco Casamonti
di
Paolo G.L. Ferrara
Bravo Signor Sgiusti ... Complimenti ! Mi sembra che lei abbia capito quasi tutto ... Ma pu perfezionare se vuole... Oppure... Se non diventa archistar pu sempre diventare sindaco da qualche parte e chiamarne una... Se proprio ci tiene... Le auguro un Felice 2009
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6637
di renzo marrucci
del 31/12/2008
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Auguri 2009
di
Sandro Lazier
Il nostro paese non ha interesse alla cultura? Alla lealt ed alla competizione? Ma il paese che cosa si crede che sia? Diventare archistar? Se son parole al vento son proprio piene di vento... Aspiranti a veleggiare di fiume? Di mare non mi sembra!
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6634
di renzo Marrucci
del 30/12/2008
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Auguri 2009
di
Sandro Lazier
iL Giusti che cosa si aspettava? Che da questa finestra ne uscisse che cosa?
Di quale reticenza parla? Voleva fonti di accusa verso chi si conosce solo per l'arresto segnalato dalla stampa su qualche attivit ? Credo che non solo abbia male interpretato e pardon: male capito... Ma ha anche male agito perch il compito quello di capire il problema e misurarne se possibile l'entit morale come architetti e farne materia di coscienza e importante di discussione .... N un processo n un blaterare sulle spalle della gente... e se cos lei lo avesse capito... sono davvero allibito!
Che il 2009 gli porti consiglio caro signor Giusti.
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6628
di Renzo Marrucci
del 30/12/2008
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Regalo di Natale 2008. A Marco Casamonti
di
Paolo G.L. Ferrara
Gentile signor Tagli, le ho risposto come si risponde a chi ragiona e ora, leggendo il suo ultimo commento mi accorgo che lei ha finto di ragionare e mi perdoni... Lei un paladino di Casamonti e questo non la rende in condizioni di difenderlo bene anzi... Del resto l' architettura del Casamonti una normale architettura da rivistoteca, uso un mio vecchio termine ancora nuovissimo... Una montatura in fatto di qualit stata fatta dalle riviste che hanno alimentato una certa immagine (oggi cos fan tutte purtroppo) e anche se funziona verso chi non ha, e qui mi scuso, particolare senso critico... Vi poi da dire, diciamola tutta, che la linea editoriale da lui diretta rimane stretta alla tradizione del gioco del mercato editoriale... E non porta nulla di particolarmente interessante come linea di ricerca... Ad esser buoni. Questo devo ribadirlo : una normale linea editoriale e nulla di pi per cui si possa in termini di contenuto e di ricerca soffrirne la mancanza. Con i miei cordiali auguri
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6627
di Renzo marrucci
del 30/12/2008
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Auguri 2009
di
Sandro Lazier
Cara Lilly, chi ti dice che per tenere la barra dritta ci sia bisogno degli Ordini professionali? Hai una ricetta segreta nascosta da qualche parte? Faccela vedere... Altrimenti dopo il disservizio reso continuare davvero da tosti ma da tosti per davvero! La casa degli architetti dovr essere ricostruita semmai e se ne vale la pena... Quest la mia idea...e se gli architetti si accorgono... che la societ di oggi demanda al collettivo che oggi assente nella presenza, ossia c' ma non si esprime e accetta perch ha paura di progettare il futuro...allora come minimo cambieranno le cose e si andr avanti migliorando sulle ceneri della vecchia casa incrostata sul vecchio che non funziona e che a tenere in piedi costa pi in termini di arretratezza culturale e organizzativa che altro... Come mai il settanta per cento degli architetti non vogliono... e si interrogano nella crisi di valori e della professione che oggi stiamo vivendo e pagando carisssima sia in termini di vita che di economia che di educazione che di cultura e di tutto altro? La cui realt, cos come , tutto sommato, torna bene a chi torna bene... Mentre agli architetti non torna solo nulla di fatto ma purtroppo funge da ancora alla paura del progetto... Vivacchiare nella vecchia casa non va pi bene ed il dovere morale coincide con un po di coraggio... per il bene di tutti...
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6614
di renzo marrucci
del 29/12/2008
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Regalo di Natale 2008. A Marco Casamonti
di
Paolo G.L. Ferrara
La speranzaC n poca ma Resiste
Io non conosco la persona e non entro nel merito della persona. Assisto al fenomeno e mi auguro profondamente che ci sia giustizia sapendo che la giustizia in QUESTI TEMPI in Italia un p in declino e comunque spesso relativa a pesi e contrappesi, al loro valore politico e questo lo si deduce da dichiarazioni di politici e studiosi, di amici e conoscenti e non possibile, purtroppo, fare finta di niente. Augurando che ci sia giustizia ma temendo che ce ne sia poca... Non si pu esimerci dal fare alcune considerazioni che riconosco non essere purtroppo piacevoli. Il sistema all'interno del quale un architetto si viene a trovare oggi, nello sviluppo del suo lavoro delle sue relazioni ecc Deve essere valutato nelle sue peculiarit per essere inquadrato nella specificit del suo impegno. Ci per valutare e capire le motivazioni e le responsabilit personali. Se il lavoro o la funzione svolta una funzione derivata, appoggiata, consentita e anzi aiutata e ritenta conveniente ad un certo sistema identificato Allora le responsabilit saranno ripartibili, immagino, tra chi appoggiava e sosteneva e consentiva e magari tuttora
Nel caso emerso, di cui si scrive, e per il periodo che viviamo, da credere che un architetto non possa avere molta capacit di dialogo con amministrazioni e imprese ecc... ecc... senza avere appoggi chiari e identificati anche politicamente. Il dato ambientale delle Amministrazioni in Toscana non facilmente penetrabile senza una chiara identificazione politica che funziona da sponsor o da angelo custode che dir si voglia. Allora solo dopo avere bene compreso si potr anche dire con entusiamo che l'architetto si sacrificato al dato ambientale in funzione delle sue meravigliose idee e ha fatto del bene e fatto fare del bene a tanti... Se cos fosse mi si aprirebbe il cuore e il cavaliere azzurro o rosso che sia verr celebrato dal sottoscritto anche se per ora no! Carlo Tagli avr pazienza le cose vanno cos in Italia. Rimane da comprendere se chi non ha avuto del bene abbia avuto del male...Questo deve essere valutato per capire se invece una specie di trust esisteva oppure no! Speriamo effettivamente non esista...e non spetta a noi giudicarlo e soprattutto a me! Anche se, come dice, il mio ortolano malignamente, gli odori arrivano, purtroppo, sotto il naso. Io che mi son presentato in alcune giunte in Toscana ho ricevuto sorrisi e complimenti ma se
Ma se qualcuno ha i mezzi e li usa per aiutare e per fare ordine, per sperare che con un p di pulizia si realizzi un ambito pi vivibile e aperto, pi compatibile dove sia possibile fare un' architettura migliore senza che questo sia una sorta di alibi ...Io mi sento personalmente pronto a capire e senza pregiudizio leggerei con serio interesse. Credo ci sia qualche altro "ingenuo" che la pensi come me. Anche se in Toscana notorio che, per la maggior parte, i cavalieri devono essere ancora tutti"rossi"... Se no! Il cavallo non glielo danno!
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6608
di Renzo Marrucci
del 28/12/2008
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Regalo di Natale 2008. A Marco Casamonti
di
Paolo G.L. Ferrara
E' bene che gli architetti comprendano una volta tanto e abbiano il coraggio di dire, pensare, parlare, scrivere un po del disgusto che si prova...Tenerselo dentro fare il gioco di chi marcia a piene mani e riempie lo studio di giovani adepti in cerca del riparo che non c' in questa societ se non e nelle forme in cui la politica ha sopraffatto l'iniziativa sociale e vendola irretita ha trasferito la fiducia nelle istituzioni ma solo perch detentrici del potere di far girare le cose ed i permessi che sono funzianali alle opere e ai finanaziamenti, quello il giro per tenere il controllo dello stato sociale e per impedire alla societ di crescere secondo istruzione e senso morale. Una volta deviato il senso o ti movi da quella porta o sei tagliato fuori o devi vivere di nicchia cosa che consentita ai soli fortunati ormai rari anche quelli. Al riparo di una tessera o similli...esercito di qualcuno e quando il qualcuno esagera per stapotere ed impunit in troppi tremano e in troppi perdono e si rinchiu
dono... Architetti aiutate la societ a migliorare, prendetevi la responsa
bilit che legata alla vostra libert e alla vostra moralit... Alla bellezza del mestiere... In questo mestiere bello vivere se lo si ama e si genera felicit e non amarezza, non necessario il potere per essere felici e allora Aiutate l'architettura italiana a sfangare dalla inutilit dei pesci cani che muovono la bocca sugli incarichi pi grassi e grossi con la scusa di fare bene soltanto loro...che coraggio! Che spudoratezza!
A tanta tracotanza si allinea la presunzione e la sicurezza di presumere!
E quel che pi delude vedere che questi atteggiamenti trovano in parte conferma proprio nei sindaci e nei promotori economici a farci capire da quale effetto sia e venga drogata la ruota della societ...E da quale informazione estesa a dismisura...
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6596
di RENZO MARRUCCI
del 24/12/2008
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Regalo di Natale 2008. A Marco Casamonti
di
Paolo G.L. Ferrara
PROFESSIONE CON IL MAL DI STOMACO...
L'argomento molto interessante...Spingendo con seriet e con calma, senza lasciarsi prendere da astiosi fumi come alcuni fanno...Il botto e via... Forse meglio enucleare con serenit gli argomenti per capire la societ malata e le istituzioni che generano il virus... Cio di una Italia che soffre il male che va dall'andazzo torvo al moralmente perverso. Interessante questa linea emergente secondo la quale chi corrotto a destra corrotto e basta mentre invece chi corrotto a sinistra possiede una sorta di aureola come di chi fosse in controtendenza...Una interes
sante versione angelicata del corrotto su cui la mano della giustizia sarebbe gi posata e in qualche modo sgravata. Cio esisterebbe una corruzione baciata e una sgradevole e sfigata. Sento alcuni commenti in TV sul sindaco di Pescara e sul caso Casamonti e anche altri...In italia ci si diverte cos... Si ride si ride quando invece c' da piangere lacrime amare... Grillo infatti da quel gran paracadute che ci marcia sopra e una miniera di spunti arrivano alla sua professione... Nulla da eccepire anzi una buona apertura verso uno dei mestieri da indicare ai giovani... Architetti di poesia e di amore, innamorati del rude e aspro costruttore.
..In Italia si ride per un semidose di inconscenza storica e la comicit scaturisce dalla normale amministrazione alle pietre angolari... Ma in questo contesto oggi gli architetti soffrono e non godono dal mal di stomaco e... le ulcere aumentano come la depressione oppure sono comprese nel mestiere?
Che ci vuoi fare? Non ho ancora visto un pronto soccorso per Architetti nei sintomi iniziali... Ognuno si cura per s...Ma consigliabile avere un buon rapporto con il medico...Dovrebbero gi spiegarlo sin dai primi anni di Universit e gli Ordini dovrebbero almeno curare dei buoni e seri rapporti con case di cura pi che con le banche...
ben attrezzate... Buon Natale...
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6580
di Renzo Marrucci
del 21/12/2008
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Regalo di Natale 2008. A Marco Casamonti
di
Paolo G.L. Ferrara
L'arroganza l'arroganza... Quello che , e quello che appare...
La riflessione per essere seria dovrebbe svolgersi, a mio giudizio, su che cosa ha determinato il contesto sociale che ha consentito questo tipo di andamento che evidentemente va bene a molti...Troppi e non solo politici ed uomini di cultura. Come e che cosa ha corrotto l'ambiente e l'esercizio del potere amministrativo e politico e quindi sociale? Credo che in un paese serio la riflessione dovrebbe essere di questo tipo.... Salvo poi scagliarsi idividualmente o colletivamente contro questo o quel personaggio. Cio, quest'ultimo atteggiamento pu essere utile allo sfogo individuale e personale di chi su quel particolare tragitto ha subito l'arroganza e il malcostume ma poi non lascia traccia edificante e costruttiva nella coscienza morale di chi legge e di chi opera. La giustizia che compiti ha nel nostro paese? Si in grado di svolgere il tema serenamente, senza le false trite tiritere di facciata?
Le istituzioni a cosa servono? L'esercizio di un potere serve solo a gratificare chi ne detiene in quel momento la funzione? E' sufficiente il controllo esercitato sull'operato delle istituzioni? Chi pu comprendere la ralt delle cose come effettivamente accadono salvo casi eclatanti? Chi esprime le valutazioni su competenze specifiche? La politica delle idee che poi trasuda dalle istituzioni come permea l'ambiente sociale? La linea di comportamento sottaciuta e poi quella che contorce di fatto il sistema sociale e il sistema che qu dove noi si vive e non sulla TV e su cui raramente e in modo precario si interviene e semmai sulla spinta di qualche motivo o fumus anche questo politico?
Come possibile costruire una societ o sperare che una ricerca architettonica ritrovi le condizioni di riprendere in questa societ se poi per avere quello che ti spetta devi ricorrere a vie contorte, umilianti e svuotanti estenuanti sull'interesse di cui non immagini lo scopo... Quale il livello della societ se non hai o trovi vie traverse... non vivi? Oppure accumuli frustrazioni e rinunce che la stessa cosa ? E come entri nella societ con normali aspettative di vita e di speranza? A chi fa l'architetto oggi senza avere aspettative protezionistiche o carriere politiche da intraprendere al riparo di veri e propri interessi di potere come troppo spesso accade... Quale futuro gli ritagli ? Io credo che occorra riflettere con seriet e capisco che possa costare una certa fatica... Eppure penso che molti leggerano queste righe scritte cos... Indigeste comunque...
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6577
di Renzo Marrucci
del 19/12/2008
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Regalo di Natale 2008. A Marco Casamonti
di
Paolo G.L. Ferrara
Milano dette in testa a tutti, buoni e cattivi, facendo una sorta di tamburello mediatico con magistrati e nomi sbandierati su pagine di giornali con tanta incompetenza mediatica trascinata da un facile illusorio furor che definire religioso mi par troppo per l'esagitazione di quegli anni... Quello che fatto fatto ma facciamone tesoro caro signor Piccardo, (mi permetta) se non sicuro di quello che scriver ci pensi. E' facile farsi prendere dal furore se specialmente si ha nel cuore qualche amarezza... a far del male in pi se si pu evitare meglio... Non solo questione di deontologia ma di qualit umana e la Toscana, si s, un ducato il cui colore noto e se non hai una certa tessera non la spunti proprio...
speriamo che migliori anche se ci credo poco...Bisogna ricordare che il malcostume un dato ambientale e culturale e se non una attenuante tuttavia una grave condizione che un giovane trova gi di fronte a s e se vuole andare avanti... La via non larga caro amico te ne sarai accorto anche te... E se vivi in questo paese non fai un passo e non fai un decimo che politico non voglia... Ricordati che viviamo in un mondo cos e... Quindi, stai attento nel tuo scrivere...
Grazie
Tuo Renzo Marrucci
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6574
di renzo marrucci
del 18/12/2008
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Regalo di Natale 2008. A Marco Casamonti
di
Paolo G.L. Ferrara
DEGLI AUGURI DI NATALE NE ABBIAMO BISOGNO TUTTI !
Ci sono storie e storie e quella dell'architetto Casamonti ancor tutta da capire negli sviluppi delle indagini che la magistratura, credo, porter avanti, spero, nel modo pi serio possibile e certamente gli auguri di Natale gli vanno fatti e anche quelli di uscirne con il minor danno possibile e non mi riferisco a quello economico poich seppure giovane il Casamonti non dovr chiedere prestiti per difedersi o almeno me lo auguro per Lui. Conosco invece, e la cosa grave, chi stato tirato dentro in cose inesistenti o quasi e ha dovuto dar fondo ai suoi modesti risparmi per difendersi e vivere mentre si difendeva... La giustizia italiana sar da rivedere? Vedo che in molti pensano di si! Noi la vorremmo pi umana ed equilibrata e competente se possibile, seria certamente ma che sia una giustizia aderente alla realt il pi possibile.... Ma lasciamo andare queste romanticherie... Che bella cosa lavorare in Toscana appoggiati, bene appoggiati si capisce... Non dir da chi e lo si pu capire... Ma che bellezza lavorare... Comunque bello lavorare e fa bene al cuore e all'anima! Sarebbe da sperare anche questo! Pi giustizia e pi civilt nella distribuzione del lavoro... Ma non mi prendete per ingenuo se formulo un sincero saluto... un sincero augurio di Buon Natale che faccio di cuore agli architetti che amano questo mestiere al di l dei pregi che alcuni ne ricavano... e non solo a loro... Con la speranza dura a morire che fare l'architetto possa diventare pi bello di quello che oggi e non peggiore!... Perch le cose possono anche peggiorare.... Mi bisbiglia qualcuno accanto... In buona sostanza io il regalo di Natale non lo aspetto! E' gi un regalo quello che batte in petto...
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6560
di renzo marrucci
del 27/11/2008
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Miserre!...Ligresti....
di
Paolo G.L. Ferrara
Di gravidante attualit l'articolo di Ferrara. Non saprei dedurre n il tipo di gravidanza n il tempo ma la rotondit apparente certo complessa.
Di De-crescimento piuttosto che di Nuovo-rinascimento parlerei ma non avrei pi paura di quei tre clandestini imbelinati di futura cittadinanaza milanese... Che ormai sono come macchiette e metabolizzata la nausea non ci resta che almeno ridere...
Rimarranno sulla coscienza di qualcuno vero ma soprattutto dei mila
nesi... che ormai non ci sono pi e allora?
Bisogna anche ridere alla battuta di Maggiora per la nuova piazza del Duomo? E' ha discrezione... Ognuno secondo il suo spirito... Ovviamente l'avvocato Assessore Masseroli vuole portare a duemilioni i cittadini milanesi? Ma ancora nessuno gli ha spiegato? Che con la politica che lui pensa, che crede attuabile, riuscir a far diminuire... appunto a de-crescere gli abitanti attuali? Nessuno gli ha spiegato? Milano diviene invivibile sempre di pi per una serie di tragiche ingordigie urbanisti che... La bellezza salver il mondo? Ci dovrebbe spiegare di quale bellezza assertore... Dovrebbe pensare a mantenere gli abitanti che sono "costretti" a rimanerci ma... come fa a pensare? Dia una occhiata al Centro Storico e accolga l'invito a qualche raccoglimento spirituale sullo stesso... Poi un altro sulla periferia e... magari ... E convinca poi anche la gent.ma signora Moratti ad un attimo di riflessione... Mi sembra che sia da rilevare una totale assenza di spiritualit ma potrei sbagliarmi....?
Gli imprenditori sono imprenditori caro Ferrara... Im-prendi-tori... Non latino ma a imprenditor... poche parole...
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6555
di renzo marrucci
del 22/11/2008
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Ricercatori di verit
di
Ugo Rosa
Mi dispiace soprattutto per la cattiva digestione che il simpatico Ugo Rosa avr, purtroppo, sinceramente fatto. Prende un certo gelo che arriva sino alle ossa a leggere lo scritto di Rosa su quello che ha sentito e visto a Domenica In e per il resto naturalmente e ci nonostante che da noi accadimenti di questo genere siano ormai non dico un classico ma un procedere corrosivo e insano certamente... e a cui la stragrande maggioranza degli italiani, complice la politica, ha fatto il cosiddetto"callo". Chi in un modo chi in un altro...E non tutti hanno la capacit di scriverne soprattutto, anche se il tono tra il sarcasmo e l'odor di........che Rosa intelligentemente tratta. Tuttavia mi permetterei di aggiungere che in fondo l'Universit italiana non sarebbe quello che ..... senza queste deliziose storielle che ne dimostrano l'umus... che oggi.... se vero quello che sento e vedo dire ma di cui non c' da fidarsi... perch probabilmente si potranno (sic) cambiare un p di uomini ma non il vizio... Il Vizio troppo grande e radicato da noi per non essere considerato sistema e non potr quindi essere facilmente mutato... Un caro amico mi disse: se sei bravo devi stare piatto altrimenti ti fregano... se non hai potere... Complimenti a Ugo Rosa per il suo scritto che ritengo un contributo serio e da apprezzare sinceramente.
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6505
di Renzo marrucci
del 04/11/2008
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Erice. Il progetto nuovo per la citt antica
di
Vito Corte
Gentilissimo Vito, articolista ma solo per indicare chi ha scritto l'articolo... e non certo che un vecchio termine giornalistico... ma capisco che possa anche non piacere... Conosco Erice e non esce per nulla dalle polemiche sui Centri Storici che in Italia sono purtroppo in bilico tra la vita e la morte, tra la visione ghiotta e salottiera (vecchio termine anche questo, oggi infatti lo fanno in tv) degli architetti sperimentalisti e seguaci (non li chiamo pi, per oggi, archistar) che pensando a se stessi credono che basti alla scena tirando dietro i politici ... alla ricerca di visibilit... Il grosso del tema quello... ma sarebbe bello e utile approfondirlo su una realt cos interessante!
Un caro saluto
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6502
di renzo marrucci
del 04/11/2008
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Erice. Il progetto nuovo per la citt antica
di
Vito Corte
La realt particolare di Erice impone considerazioni che forse ancora sfuggono all'articolista nella sua voglia di sperimentare il nuovo con l'antico. La disciplina purtroppo oggi davvero ardua e troppo spesso si avvale proprio di retoriche intemperanti asserzioni e complicit culturali per ricucirne a tutti costi i lembi smagliati. Occorre una capacit accettante e intelligente che non imponga attraverso delle sperimentazioni eccentricit o delle estraneit al delicatissimo tessuto antico e di cui neanche la nonna pi risparmina pi in grado di fornire scorte per rattopparne l'antico fascino. Forte per il desiderio di "ingerire con i segni del tempo" (una simpatica allocuzione scaturita nei salotti del menefreghismo itellettuale) e spostare il problema ad una visione di condizione architettonica mentre un problema eminentemente culturale e sociale appunto con forti valenze interpretative sul piano della "relazione" urbana.
Si vuole mantenere un carattere alla citt storica? La citt storica possiede valenze sufficienti per essere considerata un unicum? Per storia e carattere? Allora occorre che i segni del tempo siano sospesi...e operare e pensare senza "dolcezza "ma obbiettivamente e certamente con "sapienza". Precisamente non questo il tempo per pensare cos? Allora dovr essere guadagnato oltre gli scempi dall'architettura attuale come una nuova visione del recupero di quello che resta oggi per il domani e soprattutto vale per il caso di Erice ma... anche di Volterra e di tutti li altri centri storici importanti che ancora abbiamo. PER CUI IL CONCORSO IN QUESTI LUOGHI DEVE E DOVREBBE ESSERE SOPRATTUTTO UNA ESPLORAZIONE DI POSSIBILITA E DI ricerca della COSCIENZA...
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6501
di renzo marrucci
del 01/11/2008
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Saudade
di
Sandro Lazier
PUNTA PEROTTI
ESEMPIO NOBILE DA SEGUIRE e da considerare per un dibattito serio sul "Il timore di vedere demolita la costruzione pu essere un deterrente per evitare pessime progettazioni e pessime edificazioni e pessime programmazioni?" La cultura della paura non ha mai prodotto nulla di buono lo sappiamo benissimo ma il disinteresse genera qualunquismo che l'ambito nel quale si diffonde la peggiore degradazione a cui possiamo andare incontro e quello che conta discuterne... avere il coraggio di parlarne... per prendere e fare prendere coscienza di quello che oggi sta accadendo nelle nostre citt nel nostro sistema di fare cultura e nel nostro sistema di fare ricerca
L'architettura il sintomo oggi forse pi palese e che mette in luce quello che oggi maggiormente incide nelle modificazioni sbagliate del nostro sistema di vita.
Occorre parlarne in modo chiaro e diffuso affinch si possano comprendere e far comprendere le ragioni del fare architettura, per far aumentare la capacit di senso critico sull'architettura che oggi completamente fuori dalla comune portata di chi vive la citt...
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6499
di Renzo marrucci
del 30/10/2008
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Saudade
di
Sandro Lazier
La scultura se arte raggiunge il suo massimo e non ha bisogno di contenerla semmai ha bisogno degli spazi adeguati rispetto alluomo per essere fruitaPer esprimere la sua essenza, la sua qualit espressiva e l'equivoco nasce per effetto di chi confonde la scultura con l'architettura...In effetti equivoca, ambiziosamente, perdendo i rapporti con la vita e mischiandone confusamente i valori. E' difficile mantenersi in linea con i bisogni dell'uomo pi facile evaderli....Cos difficile fare ricerca per rispondere ai problemi della citt... meglio inventare qualche cosa di diverso, di distraente che assorbendo aiuti comunque a dare visibilit...a coltivare il tempo breve dell'ambizione....
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6497
di renzo marrucci
del 26/10/2008
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Saudade
di
Sandro Lazier
Una copertura di libeskind evoca G. Michelucci
Al Museo ebraico di Berlino una nuova copertura inserita dallarchitetto Libeskind
nel cortile interno delledificio progettato nel 1735 da P.G. stata ufficialmente presentata alla fine del mese di settembre. Lopera caratterizza fortemente quello spazio attraverso una struttura derivata dallo spirito naturalistico di matrice michelucciana declinandola con toni inquieti e contriti in una sorta di atmosfera tardo-tardo gotica, insomma tutta riverberi di angoli acuti con ombre e luce nei toni geometrici duri e contrastanti la naturalit a cui comunque si allude. Il principio della struttura ad alberi, tema felicemente studiato e sviluppato da Giovanni Michelucci anche nella chiesa sullautostrada del sole, trova in questo portico una traduzione asettica e senza la felicit che il maestro pistoiese genialmente interpreta nella sua ricerca poetica della campagna toscana.
Le citazioni da Leonardo sono per ora sospese... Qui tocca a Giovanni Michelucci
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6492
di Renzo Marrucci
del 23/10/2008
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Saudade
di
Sandro Lazier
Dubai: un museo di arte moderna firmato UNStudio : Museum of Middle East Modern Art ( Momema ), il primo museo di arte moderna del Medio Oriente di Dubai .
Un' astronave arenata...
Hadiddiana fino al midollo ma senza volont fisiologica...
Dalla natura al lunapark oppure un prodotto industriale da stampare in serie? Una architettura oggetto oppure un oggetto che aspira... A diventare architettura? E' del poeta il fin la meraviglia chi non sa far stupir vada alla striglia? Il barocco dialogava...Questo sta zitto senza dire niente di s...
Dubai Dubai... Un'altro museo dell'inconscio inquieto e...
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6488
di renzo marrucci
del 22/10/2008
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Saudade
di
Sandro Lazier
A Giannino con cortesia...
E' vero la parola tecnologianon compare ma sotto e sopra alle vostre righe e per qualche misteriosa assonanza mi si formata nella mente ed entrata di forza nel mio commento subito, appena ho cominciato a scriverlo. Sar che oggi si vive nella dominanza di questa parola... Che entra come un sogno e esce come un incubo a volte... ma solo nella coscienza di chi come me in qualche modo ne vede gli aspetti che soverchiano... Come una materia che andrebbe usata con attenzione e discernimento... Rispetto all'uso un p sviscerato e esibito, anzi troppo spesso gratuito e comunque privo di sostanziale sensibilit direi... senza quel filtro sensibile che media tra tecnologia e citt Che passa dalla mano, dal cuore e sostenuto dal cervello dell'uomo architetto. Tutte cose che affinano la sensibilit e la capacita del ragionamento e del sentire e capire quindi dell'operare, del pensare e del progettare. Mentre il pensabile appartiene ad una sfera slegata il pensiero scaturisce dai valori identificati nel problema che vivimo oggi Oggi tutto l il problema! L'uso senza filtro, cio senza l'architetto che non pi un filtro, ma tutto, o guasi, schierato direi ma meglio dire schienato... da questa benedetta parola "tecnologia" che traduce il tempo in materia e spazio servendosi dell'architetto formale e quindi poi dell'uomo che ci andr dentro. Di quale qualit si tratta?
La qualit io la riferisco sempre alluomo che usa gli strumenti, nellusare gli strumenti che hae d quella cosa importante e fondamentale che permette all'uomo di volere considerare gli altri nella loro realt e nelle loro possibilit di vita, che consente di capire e discernere la sostanza dei materiali e la loro capacit relazionante, che consente di entrare nella natura dell'ambiente e dello spazio, capirlo per enuclearne le valenze nella propria felicit, quella dell'uomo. Qualit intesa nel senso esteso dell'essere che si spinge nell'ideale per una traduzione realizzazione nel reale. Ecco! Direi che proprio quella sostanza umana che percepice il senso tra il brutto funzionale e il bello funzionale, tra il cattivo e il buono... e la possibilit di vivere...
Tutto ci che lontano da noi va riportato a noi come alla vita. Questa dovrebbe proprio essere lo sforzo dell' architetto tra gli uomini, ognuno nella sua misura. Funzione che stata grandemente tolta agli architetti privati della loro capacit rispetto all'ambiente della vita. Su Borromini le rispondo che era un eretico rispetto alle convenzioni del tempo per la sua grande qualit interpretativa del suo sentire, a cui non rinunciava in virt della sua capacit di credere in modo appassionato. Borromini aveva la passione... Oggi gentile dr. Cusano la passione? La forza di sentire e di credere? Ma ancora un sentimento? Che cosa . Ecco quale qualit. Se non sono stato chiaro ora abbia pazienza... lo sar... pi avanti...
F.L.W. commisurava ogni funzione alla realt del luogo usando materiali antichi e moderni i modo umano filtrando la tecnologia da quel grande architetto che era.
Ora ci rimane la sua lezione che non viene studiata e approfonditaPer mancanza di amore Di quellamore che spinge Il pensiero sulla realt.
Oggi ha senso parlare di eretici? Chi sono oggi gli eretici? Sono quelli che vivono sotto i ponti o ai margini della societ... sono quegli uomini che rifiutano il sistema mercificato della vita di oggi e di domani credo... Queli che pagano di pelle ?
La parola eretico oggi ha perduto la sua forza significante. Chi sarebbe un eretico tra gli architetti? Hadid, Gehry ? Ma se sono delle Star di un firmamento che si sta rivelando sempre pi formale vuoto e celebrativo... se Gehry ha costruito il suo museo nel posto dove il degrado regnava ... Tale museo non rimane che il museo di se stesso... Il problema rimane intero
Ebbene? Quali altri contenuti Lesasperato individualismo della Hadid che attira come un manifesto di diversit Cogliendo al volo quel senso della sfida del fare della sfida del possibile che tanto piacema a chi? Forse ai poteri che l impongono Dopo aver rimestato americanamente (cio facilmente e superficialmente nelle tasche del futurismo anche lei) il coniglio lucente tirato fuori dal cappello del prestigiatore di citt?
Zevi non ha fatto in tempo a vedere e capire questi dieci anni che sono stati come trenta e forse se ne anche andato via imaginandolo
Mi scuso per non aver curato la forma del mio scritto.
Cordialmente
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6483
di renzo marrucci
del 21/10/2008
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Saudade
di
Sandro Lazier
Credo che non sia solo da condividere questo scritto di Bruno Zevi ma assolutamente da rilevarne la sua sofferente attualit insieme a chi lo ripropone e direi anche giustamente in fin dei conti... E' un'epoca ingiusta quella che viviamo oggi e che non favorisce il coraggio e anzi lo bastona abbondantemente spesso tritandolo nelle maglie di una societ che predilige la cattiveria e il cinismo. Detto questo non vorrei atteggiarmi in posizioni sbagliate... Mi limito a fare delle constatazioni che lo stesso Zevi ha avuto il tempo di fare perch ci rifletto ormai dagli anni della sua scomparsa. Ogni uomo dice cose giustee cose da approfondire e rivalutare alla luce dei fatti nuovi che accadono e il giudizio come risultante storica si conferma o si modifica a volte si ribalta... E comunque si approfondisce sempre in qualche modo. Al tempo di Borromini si poteva essere eretici e coraggiosi ma al tempo nostro non pi. Un p di nostalgia lecito averla specialmente per chi ha conosciuto queste persone e ha studiato e a pensato con loro e non solo ma anche il dovere e l'onere di portare avanti idee e ragioni che sono il frutto di un lavoro vero e appassionato. Appunto il compito ideale e pertiene la singola coscienza e volont senza invidie e senza paure.
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6476
di Renzo marrucci
del 20/10/2008
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Luigi Turra feat. Tadao Ando
Texture.Vitra
di
Sara Bracco e Emanuela Giudice
Tadao Ando' a farsi monaco? Mi sembra di capire tra le righe dell'articolo
Bracco-Giudici... Io credo che questo tipo di architettura richiami un desiderio tombale inconscio molto vicino al fascino dello spazio ancestrale della piramide egizia... Avete presente quei corridoi con porte scure e improvvisi gettiti di luce che sembano centellinare o giocare con la presenza dello spazio...dove inserisce neon come a definire un calore che proviene dallo squarcio della parete sia che provenga dal basso sia che provenga dall'alto con il profondo a smaterializzare il piano orizzontale da quello verticale come separazione o invenzione imprevista che ti sbalza l'idea di camminare nel reale...
Ebbene se trovo interessante il riferimento all'astrazione dello spazio di Ando come una proiezione emozionale fondata sul coraggio e sulla paura lo interpreto come una emozione del vivere mentalmente lo spazio in un rappresentazione intellettuale che percepisco come una essenza sacrale e con una idea della cavit che non solo minimalista ma anche rigorosamente non prevista per la vita. Io non mi ci sento bene in quegli spazi di costrinzione ludica dove l'emozione mi tiene lontano dalla vita...e pare evocare un sentimento di paura che l'architettura dovrebbe contrastare... vincere e risolvere sul piano della gioia di vivere.
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6474
di Renzo Marrucci
del 19/10/2008
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Saudade
di
Sandro Lazier
Il futuro non nel potere della tecnologia ma nella qualit delluomo
Non del pensabile che abbiamo bisogno ma di qualit! Abbiamo bisogno di chi voglia misurarsi con i problemi reali senza evaderli schierandosi piattamente con la tecnologia e i mass media dellinformazione. Abbiamo bisogno di chi non sostituisce la ricerca della misura umana con settanta ferracci e tiranti che ti segano la voglia di pensare e di vivere nella citt. Abbiamo bisogno di chi cerca la realt evitando la voglia di diverso per il diverso che viene formata nella testa di molti dalla pseudo immaginazione dei media. Insomma abbiamo bisogno di chi abbia il coraggio di vedersi dentro e poi volga lo sguardo al mondo reale. Indispensabile chi percepisce il distacco che va formandosi nella realt tra il momdo reale e il mondo sensibile di chi vive la citt. Indispensabile chi sente la necessit di recuperare la funzione civile dellarchitetto nella sua funzione di tramite sensibile e disinteressato tra il mondo dellarte e della creazione e quello della vita reale, come abbiamo visto fare in molte architetture dei maestri americani ed europei della storia recente. Nessun ritorno al passato ma una ripresa di dialogo con il filo interrotto della storia che non vuol dire nostalgia o statica venerazione. Borromini agiva con gli strumenti consolidati del tempo marcando il tempo con la sua ardente genialit e non inseguiva tecnologie e false sperimentazioniAgiva senza inseguire astrazioni e materializzando il suo filtro sensibile di uomo e di architetto. Bruno Zevi ne rileva laspetto creativo e inquieto modellando forme e spazi sulla misura delluomo e del suo ambiente sicch le sue opere sono inventive e geniali e non manifestazioni di gratuito potere tecnologico e impositivo. Forme e spazi sulla misura delluomo devono essere pensati oggi perch la citt un organizzazione umana sociale e vera ! Non una scenografia vivente, o virtuale La citt il luogo della vita e non della rappresentazione della vita. Ogni uomo ha il suo tracciato nella societ in cui vive e purtroppo non servono nostalgieo manifestazioni di egocentrismo progettuale. Occorre interpretare e comprendere il proseguimento evitando cadute e ricadute e involi narcisistici fuori dalla realt, che da sola contiene tutto ci su cui giusto e importante esprimerci. Considerare come degli eretici oggi le archistar francamente un errore di interpretazione profondobisogna riflettere sulla differenza di contesto storico-sociale e considerare la societ avida e dissacrante di oggi per comprendere anche la lezione dinamica della storia, oltre che il Borromini rispetto al tempo che viviamo.
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6469
di Renzo marrucci
del 09/10/2008
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Case vere, case false
di
Andrea Florio
La prima riflessione che mi viene che la funzione dellabitare non riguarda solo uno spazio determinato dalla sua particolare composizione funzionale cio quello dellappartamento in citt o della casa fuori della citt, ma credo debba essere estesa ad uno spazio ampio ed integrato dalle funzioni necessarie alla vita e al contesto della citt, della zona, a tutto lambito di riferimento culturale e sociale in cui la nostra vita si svolge. Si discuteva di alloggio e delle sue varie possibilit ma anche dei prolungamenti dellalloggio come condizione necessaria e sufficiente per garantire lo svolgersi della vita in una misura umana e soddisfacente Si discuteva anche di periferia e centro citt e delle contraddizioni che oggi si verificano su questo tema ampio dellabitare che implica una condizione di civile ottimizzazione della funzione, cio si cerca lo spazio che ci consente di vivere e di crescere Ma implica lesistenza di un sistema di relazioni sociali ed umane che ci consentono la vita ed il piacere della vita, le necessarie realt che consentono di sviluppare e consolidare ed evolvere le nostre condizioni di vita.
La seconda riflessione che pensando a progettare e costruire si comprende come il ruolo dellarchitetto oggi sia pi importante se esercitato con coscienza e amore nella consapevolezza dellimportanza della funzione sociale dello spazio abitativo e che non si ferma e conclude entro i mq vitali fisiologici dellappartamento ma che coinvolge il sistema territoriale culturale e sociale e amministrativo della citt.
Da ci si pu capire come non si possa oggi limitarsi alle aristocrazie individuali dellabitare inteso come universo specialissimo in cui relegare il proprio mondo individuale ed emotivo come se fosse laspirazione fondamentale della vita ci per oggettivi limiti esistenziali anche se molti di noi lo ricercano La vita delluomo sempre pi ricca e alla ricerca di una spazialit dinamica e diversa e ricca di contesto per essere concentrata e collocata nello spazio importante ma fisiologico delle funzioni eminenti e protettive della vita. Cos come abitare non vuol dire esistere ma una parte nellequilibrio della qualit dell esistenza
In questo senso Michelucci ha davvero contribuito molto a far maturare il rapporto uomo e storia allinterno della citt storica facendoci riconoscere un modo diverso e pi giusto, pi felice, di usufruire e vivere la citt.
Tra forma e contenuto credo che sia fondamentale il rapporto organico della rispondenza tra spazio interno e esterno e la riconoscibilit tecnico materica dei materiali nel gradiente estetico morfologico e funzionale rispetto al territorio e allidentit urbana proprio come F.L.W. ha eminentemente dimostrato nella sua esperienza di vita
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6467
di Renzo Marrucci
del 27/09/2008
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Novoli: la citt separata
di
Giovanni Bartolozzi
Polemizzare oggi serve a poco dice Bartolozzi... Ma non cos... e la memoria deve essere lunga se si vivi anche per una rielaborazione che prende il senso di una disamina con il senno di poi, Il tempo azzera il senso aspro della polemica per prendere il senso vivo della realt e nella storia c' sempre la ragione del futuro, sia un futuro costruito male e sia un futuro costruito bene... Almeno se lo spazio della riflessione esiste ancora come deve esistere. Polemizzare serve... Se la polemica volta all'interpretazione della realt con lo spirito di chi voglia capire dove sono gli errori e farli riemergere alla riflessione degli spiriti liberi e baypassare quell'atteggiamento ipocrita e falso che tende a mettere la realt in sordina... Si dir che rivangare il campo utile soprattuto per una nuova semina... a Dio Piacendo
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6465
di RENZO mARRUCCI
del 25/09/2008
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Abbasso gli architetti e le loro ''Tombe dell'arch
di
Gian Paolo Manfredini
La Biennale di A. Betsky una performance poco chiara
Biennale assai modesta che si esercita in un contributo privo di un reale contesto critico efficace rispetto alla realt delle problematiche che affliggono la ricerca architettonica nel suo rapporto diretto con la citt e l'ambiente.Tempo sostanzialmente perduto in vezzi e contorsionismi intellettualistici devianti in quanto aristocratici nel senso pi retrivo del termine. Si conferma la tuttologia pretestuosa di una ricerca di eliteChe non RIESCE HA MANTENERE LE COORDINATE DEL REALE e si rifugia nel vago indecifrabile mondo dell'onirico... ma fuori del nostro mondo e ci rimane ritagliandosi un fantomatico diritto-dovere di starci... Mentre lo sforzo vero quello di portare nella realt i contenuti e tradurli in grado di fornire idee per aiutare e migliorare il nostro rapporto nel mondo migliorando la vita dell'uomo. Questa biennale la possiamo leggere come una fuga intellettuale e servile dalla realt.
Soldi spesi male purtroppo...come troppo spesso accade...in questo nostro emblematico paese.
Renzo Marrucci
Milano, 26-09-2008
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6418
di renzo marrucci
del 19/09/2008
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Abbasso gli architetti e le loro ''Tombe dell'arch
di
Gian Paolo Manfredini
Viva gli architetti che nutrono speranze di vita mediante il pensiero dell'architettura intesa come un mezzo per rendere la permanenza su questo mondo il meno infelice che sia possibile...Potr ssere un pen
siero retorico? Non credo! Semmai una ingenua espressione di confronto e di speranza nella fiducia di una professione che deve riguadagnare il suo senso della societ. Ingenua perch in mezzo a tanta certezza tira di pi il carro di chi si dimentica che il giorno scorre accanto all'altro... in un alternarsi di luci e di ombre, di cose fatte senza troppo pensarci e in una sperimentazione fagocitata nel ritmo senza il tempo del pensiero...della riflessione...ma sull'impronta dei programmi fatti al tavolo di una cinica, ansiosa rappresentazione della realt.
Non tombe ma veri encefalogrammi celebrativi nello spazio-tempo della cultura dell'immagine... che si stinge nella fragile frenesia della sperimentazione come se fosse cultura della materia che si consuma...
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6408
di renzo marrucci
del 16/09/2008
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Dorigati a Pavia. Ingresso al mercato coperto. Let
di
Giueppe Zappelloni
Gentile Giovannetti
tanti oggi dicono di amare la propria citt ma di fatto non si capisce di che cosa sia fatto questo "amore" ma di sicuro quando troppo esclu
sivo va controllato perch si traduce sempre in qualche cosa di diverso...
Nulla meglio della partecipazione... Un caro saluto
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6406
di Renzo marrucci
del 15/09/2008
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Dorigati a Pavia. Ingresso al mercato coperto. Let
di
Giueppe Zappelloni
Caro Giovannetti io non conosco le persone relative al contesto della famosa tettoia pavese e non sono a conoscenza di una eventuale raccolta di firme in merito alla rimozione della stessa...Sono intervenuto perch il caso dimostra una chiara mancanza di quel senso della citt che poi cos fortemente porta alla mancanza di rispetto del cittadino e sulla poca volont a coinvolgerlo nelle scelte e sulle decisioni che lo riguardano. Quindi, mi perdoni, ma continuando a pensare con molta intensit alle cose molti importanti...nulla la distoglie dal poter prendere atto e capire... Un caro saluto
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6402
di renzo marrucci
del 10/09/2008
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Dorigati a Pavia. Ingresso al mercato coperto. Let
di
Giueppe Zappelloni
Il cittadino fa bene a dire la sua opinione se altri cittadini dicessero la loro, se fossero cio invitati ad esprimersi... al di l della loro competenza specifica...sarebbe un bene per tutti.
Al di l degli estetismi da quello che si vede nella foto, ma bisogna andare a vederlo... c' una certa ingerenza nel contesto storico dello spazio della piazza che poi una pizza del centro storico di Pavia...Una citt interessante dal punto di vista architettonico storico...e anche se l'architetto cerca di essere il meno invasivo possibile... tuttavia, se avesse usufruito della sensibilit dei cittadini attenti, forse, avrebbe potuto essere ancora pi libero e leggero...per esempio sperimentando l'impiego di materiali diversi....
In questo senso ,credo, che l'intervento del cittadino qualche cosa lo rilevi...dobbiamo ammetterlo.
Interventi di questo tipo avrebbero bisogno di un rapporto pi vivo con la cittadinanza ed i progetti essere prima esposti ai cittadini, farne attivit di dialogo.
La funzione pubblica dell'architettura dovrebbe essere compresa pi a fondo...proprio per evitare di considerare i cittadini una sorta di ultima sponda che pu solo dare fastidio...Forse anche l'architetto avrebbe avuto uno scambio pi utile che lo avrebbe fatto lavorare con pi piacere...
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6393
di renzo marrucci
del 30/08/2008
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Gibellina: vergogniamoci, tutti.
di
Paolo G.L. Ferrara
Punta Perotti come Gibellina sono casi di grande responsabilit per l'architettura italiana
e per l'urbanistica italiana ed europea e parlarne un bene. Bisognerebbe parlare di pi anche di tanti altri casi che sono accaduti e accadono costantemente oggi. Una sorta di "striscia la notizia" dell'architettura italiana o degli eco-mostri che popolano e stanno per popolare la repubblica del bel-paese. Parlarne fa bene al cuore? La Gabanelli qualche volta ci prova ma chiss quali problemi gli arrivano...Comunque sempre meglio che star zitti come vitellini da latte. Ci senza volere far male a nessuno certamente! Solo per dovere di coscienza giusto che se ne parli e con coraggio ....e allora qualche giovane in pi potr aprirsi gli occhi e pilotarsi meglio nelle sue avventure che poi sono le avventure del futuro.
Gli errori sono occasioni di riflessione e non di cattiveria...Forse lo sono di pi di ci che riesce bene...Invece su questi si butta l'oblio della memoria e allora si vede affiorare la malafede, cio l'errore che coltiva l'errore...Diviene un fatto di solo potere e basta! Questo si s non ci insegna nulla...anzi ci fa andare indietro tutti quanti...
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6392
di renzo marrucci
del 29/08/2008
relativo all'articolo
Gibellina: vergogniamoci, tutti.
di
Paolo G.L. Ferrara
Il commento scritto prima non riguarda Ferri ma Giuseppe Pompole. Mi scuso per il bisticcio.
Renzo Marrucci
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6390
di Renzo marrucci
del 29/08/2008
relativo all'articolo
Gibellina: vergogniamoci, tutti.
di
Paolo G.L. Ferrara
Caro Ferri, trovo molto sincero e onesto il suo commento su Gibellina. Lei pensi anche a Vema se vuole...Questa citt per fortuna non si pu raggiungere in moto essendo il frutto di una progettata virtuale ma che pu studiare o almeno comprendere per poter spiegare meglio ai suoi studenti che genere di teorizzazioni si fanno...ma non solo qu da noi...E poi quello che fanno in Cina alcuni grossi professionisti italiani ma non solo... In tema di citt...Poi pensi anche a quello che fanno in Italia alcuni architetti detti archi-super-star o simili e a tutto questo pensi con senso della realt altrimenti smette di viaggiare in moto e nolegger...credo... Per il prosssimo viaggio... un romantico e poetico pallone aereostatico per osservare la trasformazione delle citt e del paesaggio italiano che st molto a cuore ai sensibilissimi uomini di cultura e ai politici italiani....
Un cordiale saluto
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6331
di renzo marrucci
del 30/07/2008
relativo all'articolo
Appello contro l'insensata privatizzazione dei ben
di
Leandro Janni
Ho riletto il commento e mi sembra chiaro per quello che dice ...ma da un commento, per quanto serio possa essere, comprensibile una certa leggerezza anche per come si scrive ....non sempre con chiarezza e completezza e sar lieto di essere pi chiaro e preciso e disponibile mentre ringrazio per la nota di condivisione su un problema cos farraginoso e tipico della italiana falsofacile disinvoltura.
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6328
di Renzo marrucci
del 29/07/2008
relativo all'articolo
Rileggendo 'Frank Owen Gehry - Luna meccanica', d
di
Renzo Marrucci
Trovo condivisibili le riflessioni di Cusano con alcune eccezioni che tutto sommato forse utile svolgere ... Zevi riteneva l'opera di Gehry proprio come Cusano spiega nelle prime righe del suo commento contributo. L'attesa era tanta verso opere che potessero rianimare il mondo dell'architettura o la ricerca architettonica e al punto che forse si dato troppo valore ....o i cordoni della critica si sono allargati a dismisura senza prevedere uno sviluppo che si prestava ad una sorta di esaltazione individuale che ha in qualche misura portato a pensare e a credere , e taluni ancora credono, che la citt sia diventata un qualche cosa di diverso o incomprensibile o di ridefinibile attarverso astrazioni su cui esercitare un falso criticismo senza valori. autentici. Certo non questa la sede per svolgere riflessioni definitive ma credo che questo atteggiamento abbia fruttato molto alla a quella confusione generalizzata che dato terreno e causa favorevole alla proliferazione di atteggiamenti rinunciatari della ricerca e della morale. Per morale intendo il senso del rapporto citt cittadino e citt territorio, ambiente e vivibilit che sono elementi primari e fondamentali di ogni agire e di ogni pensiero e che tale voglia essere .
La citt rimane la citt con tutte le sue valenze che sono fondamentali e che riemergono con problematiche lancinanti oggi. Credo che sia fondamentale recuperare il tempo e la ragione perduta per studiarle e capire la citt e i suoi rapporti e capirla nei suoi nuovi problemi con umilt e seriet, senza enfasi e nuova ipocrita retorica. Il secondo punto del commento di Cusano una traccia che condivido pienamente e su cui si svolge la strada su cui lavorare e recuperare e riequilibrare il senso profondo e forte su cui si sviluppa la cultura della citt.
Un caro saluto
renzo marrucci
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6326
di Renzo marrucci
del 28/07/2008
relativo all'articolo
Quando gli architetti attentano all'Architettura.
di
Andrea Tartaglia
Car o Florio mi pare che il delta che a cui fa riferimento sia un po troppo casuale per arrivare all'arte...che poi la stessa cosa della poesia...ma soprattutto non un gioco.
Il gioco davvero arriva all'ambiguo e al complesso o direi piuttosto al contorto e al nevrotico quando diventa insistito e formale e non diventa mai qualche cosa di pi profondo, di pi attinente e inerente la necessit dell'uomo che in architettura e nella citt ricerca di equilibrio e risposta organica all'armonia, alla sequenza della vita.... Il Gioco utile quando si cercano dei palliativi o delle pause ed bello soprattuto se dura quel tanto che basta... se offre svago e compensazione al piacere ... allora diventa anche uno spazio che relaziona e integra tra le funzioni ma poi si deve esserci continuit ...Cio doverbbe affermarsi il flusso della serenit, della sicurezza e si dovrebbe uscire necessariamente dal delta definito dello spazio del "giuoco" e fare sul serio se possibile.... Forse cos si evita anche di attentare...di rendere insicuri perch in realt il gioco, in et adulta, copre o tenta di coprire ... Un cordiale saluto
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6320
di Renzo marrucci
del 24/07/2008
relativo all'articolo
WE should HAVE A DREAM . Il XXIII Congresso UI
di
Gian Paolo Manfredini
Manfredini c'era, benissimo... e lo racconta nel suo articolo che non mi convince ma questo importa poco. Qualche cosa va sempre per il verso giusto come quel nobile e gentilissimo signore che vorrebbe la citt come luogo della cooperazione e non della competizione come disgraziatamente e sempre pi feroce... Che vorrebbe l'architettura per tutti e il senso del luogo dove si allevia la tristezza di esistenze meno fortunate.
Che bellissimo pensiero...Quale aspirazione....ne basterebbe almeno un terzo, un quarto o un decimo di quell'idea vera a dare un impulso verso una societ pi vivibile. Ma se si vuol sognare si pu farlo, certamente e che male c'? Basta un solo sogno per ammantare il mondo? Anche quello piccolo della periferia di una citt...Mi fanno capire che invece si deve essere in tanti su quel sogno che poi si perde da solo nei meandri del tempo e proprio mentre le file si ingrossano di sognatori veri e falsi ...diventando allora solo un sogno...o un mezzo incubo? Irrealizzabile? Ma al di l di questo l'uomo continua a sognare e speriamo che decida di rompere la magia di quel distacco con la realt e che sta diventando sempre pi ampio...appunto come proprio del sogno che smette di essere fuori della realt per entrarvi e far diventare le nostre periferie sempre meno il luogo della diseducazione sociale e del degrado...dell' insicurezza e della marginalit come categoria umana. Di questo non si vedono segnali ma solo chiacchere faticose e verbose e non solo ....forse inutile anche preoccuparsene? Se si capiscono le periferie si capisce anche il centro della citt e tante altre cose che ci perdiamo per il futuro delle nostre citt e quindi del mondo.
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6307
di RENZO MARRUCCI
del 13/07/2008
relativo all'articolo
We would have a dream
di
Gian Paolo Manfredini
XXIII CONGRESSO A TORINO
L'ipocrisia non regna sovrana ma un segno di normalit... Non c' da stupirsene... Bisogna accontentarsi di quello che c' e, se lo scopo era quello di fare una festa della comunicazione, spero sia riuscito e che gli organizzatori ne siano contenti. Da qui a dire che abbia fatto bene agli architetti e alla condizione dell'architetto ognuno pu dire quello che vuole ma... Rimane il solito narcisismo inconcludente e la solita manifestazione numerica... Almeno si contano le presenze e le facce. Per il resto un'altra vetrina mas mediatica su cui dare spazio alla stampa o alla comunicazione della comunicazione. Alcuni hanno fatto pubblicit al numero dei grossi incarichi e ai clienti facoltosi che ne saranno contenti, altri hanno parlato per hobby del problema della casa e della eventuale propositivit degli architetti su tale problema sic! Come se ne attanagliassero l'anima. Architetti poi che si occupano dei loro facoltosi e prestigiosi clienti o attori di operazioni prevalentemente snob o intellettualoidi... Che certamente sul problema della casa non ci dormono di notte... Altri hanno tergiversato sulle grandi linee dando sfoggio di una grande competenza sui problemi della architettura che pare siano solo quelli che interessa a loro... Certo! Va benissimo! Ma a cosa servono queste pantomime mondiali? A far Conoscere Torino? Ecco tocca a Torino e siamo tutti contenti. Per non bisogna dire a nessuno che l'architettura di tutti perch viene da ridere e con sommessa tristezza!
Vorrei anche dire che per quanto concerne la flessibilit chi ha scelto il carcere per quella strana manifestazione pseudo qualche cosa... ha sbagliato di grosso... Con la solita freschezza intellettuale?
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6299
di Renzo Marrucci
del 12/07/2008
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Appello contro l'insensata privatizzazione dei ben
di
Leandro Janni
Di Italia nostra conservo fresca in mente la sponsorizzazione culturale sgraziata del parcheggio di sant'Ambrogio. Non risolve i problemi che vi sono ma in compenso li complica moltissimo in una zona che da considerare di grande qualit urbana e architettonica oltre che culturale spirituale. Alcuni diranno che la solita solfa... si capisce! Ma di fronte agli scempi che la citt di Milano ha visto perpetrarsi nel suo centro storico ora sarebbe bene darsi una controllata. Chiss cosa riuscir a fare il Ministro Bondi rispetto a Rutelli, siamo davvero curiosi peraltro augurandogli di avere polso e carattere, il carattere che non si ancora potuto vedere in questo campo cos contorto e difficile eppure tanto importante per noi italiani che ne siamo i depositari.
Dicevo di Italia nostra perch Janni la cita nel suo articolo sulla privatizzazione dei beni culturali in Sicilia mentre riporta una notizia che davvero ci turba e non poco. Ma come mai Lombardo nella sua nuova responsabilit di governatore della bellissima e problematica Sicilia arriva a pensarci? Forse per il fallimento della gestione fatta sino ad oggi dei beni culturali in Sicilia? Certo le Soprintendenze non sono sufficienti ormai questo lo dicono in molti e da tempo e la societ va avanti in fretta e con questo andare in fretta fagocita le contraddizioni esistenti e anzi le aggrava in molti aspetti. Queste soprintendenze sono un p il problema vero che non sappiamo risolvere. Abbiamo un Ministero che le guida ma per una ragione o per un'altra non si riesce a mettervi mano in modo responsabile ed efficiente, vuoi per i ministri che non sono nel problema vuoi per il poco tempo che possono dedicare all'impegno di studiare il problema, vuoi per la poca importanza che lo stato gli d nei fatti concreti... E' davvero un bel problema e Il governatore della Sicilia, subito appena insediato, subito pensa a liberarsene o almeno ci prova sperando di cogliere una opportunit. Sar quella giust? La regione Sicilia aveva la possibilit come Regione autonoma di attuare una buona sorveglianza e inserire delle moderne opportunit di collaborazione con i cittadini ed attuare un rilancio del suo patrimonio culturale nel mondo. In Verit non ho mai visto molto attivismo in questo senso e questo per non mi meraviglia perch anche nel resto d'italia non ci si fatti in quattro per dare una orgogliosa sveglia sulla conoscenza e la messa a frutto del nostro patrimonio.
Si era abbastanza bravi a fare il controllo ma assai contenuti nella promozione e organizzazione economico divulgativa del nostro grande patrimonio. Eppure sappiamo quanto importante sia agli occhi del mondo e nonostante questo non si mai avuta la condizione d'animo per essere efficaci nella promozione. Forse Lombardo questo lo ha percepito? Se cosi personalmente gli faccio molti auguri se andr avanti con questa idea e ne ha davvero bisogno ... e per il resto tiro un sospiro d'animo nella speranza che non si vada dalla padella nella brace... Soprattutto spero che sappia esigere un attento controllo nella gestione privatistica che non dovr mai essere libera ma dovr assumere le idonee responsabilit.
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6289
di Renzo marrucci
del 22/06/2008
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We would have a dream
di
Gian Paolo Manfredini
Trovo lo scritto condivisibile e auspicabile e del tutto applicabile alla realt proprio dalle prerogative dell'esercizio di un mestiere millenario come quello dell'architetto. Non sem
bri strano strano e falso il contrario. Partire dal territorio con una visione semplice e umile sempre opera di grande intelligenza e sensibilit. Leggere il territorio e la sua architettura naturale...non cosa che tutti possono fare e l'equivoco parte da qui...Biso
gnerebbe imparare a leggere l'architettura della terra prima di farne altra... Dove lo insegnano? Fatemi per piacere l'elenco delle scuole che ci sono in Italia dove si apprende a leggere il territorio nella sua naturale espressione architettonica...o come naturalistica vocazione a un dialogo che comprenda l'architettura come conseguente
vocazione all'ambiente umano. OGNI REALT COSTRUITA DALL'UOMO HA IL SUO ARCHITETTO non necessario risalire al nome e cognome. Occorre l'intelligenze o la sensibilit di comprendere e scindere tra architettura e potere. TUTTA QU LA DIFFE
RENZA.. Scegliere tra la cattiveria e la qualit. Spesso non scelta possibile lo capisco e il limite dell'uomo credo sia anche in questo. Nel fare ci dovrebbe essere compreso l'amore del fare e questo spesso un caso che quando accade si pi omeno sempre di fronte ad unagrande opera sia che ci sia scritto nome e cognome e sia che il mistero
aleggi su quellla magia del fare meraviglioso che la necessit della passione alla vita.
Imparare a capirle queste opere la cosa pi importante che non viene insegnata forse proprio per cattiveria umana. Questo sogno di poter fare con amore e passione lo hanno in molti anche in italia, anche certamente in Calabria dove c' molto da capire...e da fare..
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6258
di renzo marrucci
del 21/05/2008
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Gli architetti di 'carta' e non di 'muratura'
di
Maurizio Zappal
Gentile Marcozzi,
Zevi sosteneva che quando unarchitettura rimette in gioco i valori della crescita
ogni crisi un valore. Cio ogni valenza suscita altre valenze e il dibattito prende
la strada che meglio prende. Io penso che la crisi deve essere misurata anche ris
petto al sociale cio a quello che si vede e si sente mentre si vive la citt di tutti i giorni. Il mio rapporto quindi con la vita che vivo e le cose che vedo e quello che sento e quello che faccio e da cui sono fortemente influenzato. Influenzato per forza di cose, naturale. In quello che vedo e vivo c storia e vita, presente e futuro. Zevi stato per me importante per le cose giuste che ha detto e scritto e che porto con me insieme a quello di altri maestri che in qualche modo costituiscono la mia coscienza e la mia come direcontinuit, il mio nucleo interno che contribuisce a generare la mia risposta il mio modo di essere e di pensare. Mi sembra spontaneo e aderente e la cosa la ritengo importante per andare avanti. Poi ce la vita e le problematiche proprio tipiche della professione oggi, in particolare in quella dellarchitetto come sensibile realt nella nostra societ e facente parte di una realt vasta e complessa. Io credo che lapproccio sia quello di andare vanti organicamente, cio commisurando i problemi nei quali ci ritroviamo, perche da questi ne discende anche lapproccio teorico e comportamentale. Larchitetto vive nella citt degli uomini che sono di carne e pensano al presente come al domani in un rapporto di divenire crescente e vitale. Nessuna preoccupazione quindi per un rapporto con la storia che sia di valore per la continuit, purche sia organico, sano e rivolto ai problemi della nostra esistenza. Larchitetto responsabile in questo contesto di una sua presenza cosciente e critica. Mi fermo qui. Nessuna paura della storia e se la conosci ti anche amica. Gli architetti che vengono da fuori e che poi non calano dal cielo ma sempre per vie molto terrene esattamente come i nostri archistar e aspiranti star, non sono da paventare ma da capire, per il fenomeno che rappresentano rispetto anche alla crisi italiana su cui occorre il contributo serio di chi desidera pensare ma anche operare concretamente. Tra gli architetti di carta e di muratura ci sono altri architetti mi creda.
Un sincero saluto
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6256
di renzo marrucci
del 13/05/2008
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Gibellina: vergogniamoci, tutti.
di
Paolo G.L. Ferrara
Gi appunto che dire di architetti che non sono stati capaci di valutare il contesto
Ma tutto il bene possibile evidente E questo riferendomi al commento di Marullo Reedtz che del tutto condivisibile!
Il gioco tetro ma se non lo fosse forse non ci si divertirebbero a pensare una citt di nome Vema. Questa orribile gi nel nome :Vema Dal tono sinistro angoscioso e anche un p insulso se ci pensiamoMa potrebbe anche saltare in testa a qualcuno magari con una grande mosca al centro
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6255
di renzo marrucci
del 11/05/2008
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Zaha Hadid si aggiudica tutto. Anche a Reggio di C
di
Gian Paolo Manfredini
LAra Pacis rischia di diventare lAra Guerris ?
Ottimo argomento per scagliarsi subito contro Alemanno! Italica graziosa e capricciosa reazione . Sar un buon sindaco? Ogni mossa buona per screditare prima ancora di vederlo al lavoro, prima ancora
E davvero una mossa agile perch se poi governa beneChe figuraaa
LAra Pacis rischia di montare troppo? Allora lasciamola dormire un po sonni tranquilliSindaco Alemanno se voleva rimuoverla non doveva dire una parola sola perch ora la bombarderanno nelle intenzioni e il caso monter fino alla caricatura, ma si sa che in Italia le caricature diventano pese e anche insopportabili
Ogni architetto dice la sua. Ma soprattutto sono le archistar che si lamentanonon sia mai che un sindaco invece di chiamarle per incarichi arcimiliardari insinui il dubbio che addirittura possono far.Ma via! Demolire ci che si costruito con i soldi pubblici? No! Non si pu! Bisogna subirlo tutto sul groppo e poi diventa storia anche seCome se i soldi pubblici a Roma fossero stati usati con religiosit e parsimonia cosa che non mi dicono amici romanie soprattutto in modo tale da perdere le elezioni? Come mai il binomio stato bocciato? Forse per sbaglio?
A parte le ovviet persino Portoghesi si interessa al tema con una idea tutta al risparmioMentre Aymonino deciso. Gregotti non crede alle sue orecchie? Allora a quali? Il buon Fuksas adesso la nuvola per chi la far essendo arretrata la sua sirena? Speriamo che Roma lapprezzi perch i soldi pubblicil, son davvero tanti.
Ma anche altri signori e signore che scrivono e che pensano credono che gli inter
venti fatti con i soldi pubblici non vanno toccati, cio ormai sono sotto unaulica protezione e tutela moralea prescindere dal fatto che rispondano o no alla funzione e non costituiscano una alterazione urbana? Ma se mancano di rispetto anche agli edifici artistici, pratica che troppo spesso si verifica a Roma e in Italia.
Ma cos allora davvero! Non un problema secondario il cassone che ingloba lAra Pacis ma una autentica vera problematica morale che oltrepassa qualsiasi altro problema a Roma? Ma davvero gentilissimi signori, vi siete dimenticati di Reporter e del ditino che la gentile e seria signoraha leggermente indicatonella recente edizione su Roma? Su misfatti incredibili davveroNon vi ricordate pi ?
Qualche problema cNon vi pare?
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6217
di renzo marrucci
del 03/05/2008
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God bless the child
di
Ugo Rosa
L' enorme quantit degli architetti che ci sono oggi in Italia e che ci saranno in futuro durera' almeno per qualche decennio? E' davvero scoraggiante! Pare davvero un fenomeno paranormale. Non si pu dire diversamente! Non cito i numeri ma ora capisco perch certi amici se sono andati a Parigi o in altre citt europee a tentare la fortuna, la speranza di conoscere il piacere di esercitare questo mestiere . Emigrazione intellettuale non fuga di cervelli. La definirei umilmente cos anche se si tratta di ragazzi in gamba che hanno una pessima idea del proprio luogo di origine. Questa emigrazione intellettuale trae la sua origine da una storia che in Italia ha predecenti molto illustri e per questo, solo per questo, del tutto onorevole e anzi sintomo di coraggio. O forse il coraggio oggi proprio quello che si dimostra sulla propria pelle standosene a casa propria? Pensandoci mi viene questo dubbio. Certo! se ci sono ancora i genitori disposti a sostenere, a sponsorizzare, i propri figli che hanno subito il fascino di esercitare un mestiere creativo. Dipende dalle storie personali tutto sommato, se migliore inserirsi nelle crepe sociali d'italia o di Francia o di Germania? Quando parlo con qualche architetto straniero non sento risposte felici...Tutto il mondo oggi presenta pi o meno gli stessi problemi e in certi paesi anche peggio!
Non voglio essere ottimista ma la voglia di lottare che dovrebbe migliorare la qualit della professione e di reagire ai soprusi pi o meno legali , pi o meno politici, pi o meno qualche cosa che grazie al sistema che abbiamo raggiunto, oggi in Italia, ci porta deavvero all' eroico! Soprattutto sar un eroismo nuovo....creativo, che emerge dal caos e proprio inventato da noi... Pensate alla leggerezza con cui ci si riferisce a Leonardo da Vinci che noi non citiamo per rispetto profondo....Pensate alla leggerezza con cui si attinge ad un futurismo di cui noi siamo stati abituati a guardare con sospetto fin da ragazzi....E soprattuto a come le nostre citt, tramite i suoi sindaci eletti dal popolo, sia di destra di centro che di sinistra , si rivolgono alle superstar nella speranza di portare cose belle qu da noi pensando che gli architetti nostrani ne abbiamo smarrito il senso e la propriet.... pensate ai modelli di architettura che cos ci vengono propinati spesso e volentieri con
sigliati dalla cosiddetta pseudo-intellighenzia critica della attuale scuola italiana...Che cerca l'opera d'arte fuori dai canoni della realt dimenticandosi, di chi vive in citt...
E si! C' proprio molto da pensare....Ma che bello!
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6215
di renzo marrucci
del 01/05/2008
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Zaha Hadid si aggiudica tutto. Anche a Reggio di C
di
Gian Paolo Manfredini
Giovedi primo maggio 2008, leggo sulla pagina Cultura di un un noto quotidiano milanese "Libeskind: la mia torre ispirata al duomo disegnato da Leonardo". Proprio per la festa dei lavoratori...Leggo questo articolo rimanendo perplesso e sbalordito...Credo che accadr anche ad altri proprio oggi... Libeskind pensa davvero che Leonardo sia un p come il prezzemolo? E c' a chi piace metterlo un p su tutto ,questo non si pu negare, soprattutto con l'immagine di Leonardo si vende bene tutto o quasi...Ma un conto vendere una bella ricostruzione in legno di qualche interessante modello idraulico o un affascinate pensiero architettonico o letterario scaturito dalla sua matita leggera e viva o dalla svolazzante e agile penna d'oca in presa diretta dalla natura .... E un conto, mi si perdoni se si pu... Vendere un prodotto estraneo alla citt e alla sua cultura affidandosi ad una millantata parentela con una cultura che mette al centro l'uomo con le sue esigenze e riferendosi a quel cinquecento nostrano... di cui siam tutti figli, fino a prova contraria... E proprio tutti, di Leonardo da Vinci. Siam proprio figli il caso di dirlo...di padre certo e poco si sa della madre sfortunata... Ora venendo al sodo ci pare che l'appa
rentamento a Leonardo tramite i due progetti del museo e della torre di Liberskind... Sia proprio lontano...ma molto lontano anche se lui dice di sentirlo vicino... Si potrebbe dire anche lontano in modo esagerato e un tantino spregiudicato nell'accostamento.... Ma si dice in tutta tranquillit. Forse perch viviamo sul globo e lo calpestiamo possiamo decidere la parentela senza limiti di tempo e di spazio? Quel che conta sar chi te lo fa dire? Non si rischia pi di coprirsi di ridicolo per affermazioni lanciate chiss dove .... C' sempre qualcuno disposto a credere nel salotto buono e tutto il resto noia? pur di andare avanti cercando di eludere la realt....Chiss chi sar... E come sar? l'architetto libeskind ascolta i figli che parlano tra di loro talvolta italiano e attinge paternit ai suoi progetti rispolverando uno dei simboli fin troppo spesi della milanesit.... Operazione poco simpatica anche dove ,per la necessit di vendere, molto consentito ..e a noi non ci resta che augurarci una maggiore e seria presa di coscienza da parte della societ milanese .
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6213
di renzo marrucci
del 23/04/2008
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WOZ 2008. Un altro passo avanti.
di
Domenico Cogliandro
Personalmente sono fortemente convinto che si debba armonicamente sostenere chi si da fa fare per contribuire a risolvere le situazioni insolute della citt di oggi, certamente e senza dubbi di sorta... Chi parte operando nei valori della cultura e della identit. Per cui gli auguri a piene mani...In armonia sulla realt per risolvere i problemi della realt che sono sempre i problemi di chi vive la citt, di chi la soffre al di l ogni idea propriamente ideologica o politica. Auguro al lavoro di Woz 2008 e a quelli che lo sosterranno di anda
re vanti e lontano per incidere positivo nella cultura sociale e nel corpo vivo di Palermo onde poter restituire il valore proprio di questa antica e nobile citt europea. Tanti auguri sinceri!
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6149
di renzo marrucci
del 18/04/2008
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Zaha Hadid si aggiudica tutto. Anche a Reggio di C
di
Gian Paolo Manfredini
"Gli architetti di sinistra hanno mangiato le citt" scrive Chiara Beria d'Argentine su un'articolo comparso su La Stampa del 12.4.2008 dove riporta le critiche di Filippo Penati ai casermoni senza anima che oggi popolano le periferie di Milano ma non solo. Sono i luoghi negativi della desolazione urbana, che hanno finito con il gettare sfiducia soprattutto negli architetti politicizzati specialmente quelli di sinistra... Questo il senso delle ammissioni dI Penati, che appaiono davvero di una onest sconcertante, emerse da una intervista di Klaus Davi al Presidente della Provincia di milano. Casermoni allucinanti davvero squallidi e deprimenti, lo comprendiamo benissimo, tanto che oggi sono il frutto del degrado fisico e morale da parte di chi li abita....E un danno sicuro per tutta la citt. Penati troppo preso nella sua critica e dimentica che il demerito per una periferia cos degradata non tocca solo gli architetti di sinistra ma un p all'incoscienza della politica del tempo e anche alla non grande cultura prodotta in materia urbanistica da una societ che ancora non si rendeva conto bene della organizzazione della citt storica, civile e colta. Architetti di ogni colore e censo in verit, chi pi chi meno, ha prodotto in quegli anni il problema. Penati non un esperto e confonde in modo semplicistico l'agio delle piccole palazzine e villette progettate dai geometri, che interpreta come edilizia umana. In ci si sbaglia ma per comprensibile.
Sui casermoni vero...Sono stati una tragedia nella citt e ancora continuano ad esserlo senza che qualcuno voglia prenderne coscienza ma la responsabilit tutta di architetti e di fior di architetti , alcuni potenti e danarosi e di sinistra in bella parte e via dicendo...Non c' molto da ridere purtroppo! Se oggi la fiducia viene data a chi viene da lontano o anche a italiani di fama esterofila ci tocca! Dobbiamo subire per il ricorso storico di una fase bruttina che dura da troppo tempo e che si fonda sulla ignoranza della politica italiana e di una cultura balzana che passa in tutta la nostra amata societ, in senso lato, che riguarda tutta la realt del paese pi bello e pi arretrato d'europa? o sbaglio? e il bello che adesso si vogliono infilare grattacieli dappertutto, anche a quell'agglomerato urbano di Sesto S. Giovanni da cui Penati proviene, che mentre si scuote il petto per i casermoni dimentica il presente.
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6147
di Renzo marrucci
del 14/04/2008
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Zaha Hadid si aggiudica tutto. Anche a Reggio di C
di
Gian Paolo Manfredini
L'expo propone polemiche interesanti a milano. Dalla societ civile arrivano le riflessioni pi interessanti. Adriano Celentano e Silvio Berlusconi anche se sono cittadini di Milano che arrivano bene alla fine del mese esternano opinioni che giusto riflettere e prendere bene in considerazione perch frenano sull'impiego di tipologie che non appartengono alla realt milanese. Ancora una volta si prendono a pretesto la torre Velasca ed il grattacielo Pirelli per la loro eccezzionalit irripitibile ma ricordando ci che interessa: l'altezza .
Si dimentica con facilit che il loro adattamento alla citt stato faticoso e accetato per lo sforzo di architetti consapevoli di inserire tipologie ostiche al territorio e alla cultura urbana di Milano. Non si pu prendere a preteso una ricerca sofferta per dozzinarla al contesto del territorio milanese...Per frenesie che prendono e che scatenano interessi di alcuni architetti superstar e multinazionali preoccuate solo di continuare ad essere i protagonisti della scena.
Assessori e sindaco faranno benissimo a rilfettere....Nessuno esclude che si possa fare dell' expo una carta vincente ma occorre calma e saggezza e soprattutto occorre ascoltare e capire . Altre sirene Architette mettono avanti parole di cupidigia nella reiterazione dei piani e nei vantaggi economici derivanti dalla soluzione banale dei grattacieli... Speriamo che Milano tiri fuori la sua anima migliore che pur sempre risiede nel fondo della sua radice padana. Tanti auguri
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6145
di renzo marrucci
del 10/04/2008
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Zaha Hadid si aggiudica tutto. Anche a Reggio di C
di
Gian Paolo Manfredini
Quantit di denaro e tecnologia prendono il diritto a realizzare qualsiasi cosa che possaessere realizzata, sicch uno scultore pu diventare un architetto purch abbia cognizioni di scala e di funzione . Cos un architetto pu diventare una sorta di scultore purch abbia cognizioni d'arte sia di scultura che di architettura. Quando si parla di una scultura da vivere ....Ma anche il colore entra come valore nella articolazione delle materie se non proprio come vere e proprie zone di colore senza materia. E la materia stessa per un architetto diviene colore, emozione e che cosa d'altro?... Basta vedere intorno architetti come Hadid e le sue progettazioni, Gehry e il suo spettacolare museo di bilbao ecc...Ricordo Zevi nelle sue manifestazioni su questa opera...Forse precipitoso? Forse sono esempi in cui si buttato il cappello oltre il muro e si perso il cappello? Esempi da capire per la loro natura di architetture d'arte? Di spettacolo? Di immagine che contesta, che vuole smuovere a capire per rimettere valore nella ricerca architettonica? Nell'egocentrismo un po spericolato di certe architeture artistiche si vuole comunicare al mondo il confine di qualche cosa che stiamo raggiungendo? Toccando? Oppure stiamo celebrando l'uso di una libert tecno
logica che prima apparteneva alla ricerca pittorica come arte di avanguardia teorica, alla ricerca scultorea come senso della forma? Quello che mi stupisce appunto come in questa sorta di ricerca si perda di vista le esigenze dirette dell'uomo e l'amore verso l'uomo e la sua storia e come le arti spesso si confondono perdendo il senso della citt.
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6144
di renzo marrucci
del 06/04/2008
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Zaha Hadid si aggiudica tutto. Anche a Reggio di C
di
Gian Paolo Manfredini
Quando ero ragazzo e studiavo all'istituto d'arte di Volterra avevamo un professore che ci insegnava disegno professionale per la invenzione e la realizzazione di oggetti di alabas
tro, atttivit storica tipica della cultura locale tramandata su questo territotori addirittura dal popolo degli etruschi. Questo professore ci faceva fare un esercizio che reputavamo quanto meno originale e insolito ma anche interessante, ci faceva ac
cartocciare un foglio qualsiasi e ci chiedeva di buttarlo l, davanti a noi , sul tavolo.... Quindi
diceva : Ora disegnatelo una volta e pi volte fin quando non siete sicuri di averlo capito.
Noi si disegnava secondo le indicazioni e dopo averne fatti un po... si sceglieva uno di questi e si andava dal professore che ci diceva di disegnarlo per darlo a un artigiano da realizzare. Lo scopo era quello...di imparare a rendere leggibile a chiunque una idea e poterla realizzare. Attivit didattica interessante e di qualit..avevamo circa quattordici o quindici anni se ricordo bene. Io ricordo quel professore con gratitudine, anche per la sua
vivacit intellettuale, ancora oggi. Recentemente un amico architetto senza sapere di questa mia esperienza mi manda un filmato dei Simpson in cui si verifica una cosa analoga a quella vissuta da me decenni or sono. La differenza e che da quell'accartoccia
mento o simile ne venuto fuori qualche cosa che ha portato al Museo di Bilbao.
Allora non sarebbe stato possibile concepire che questa esercitazione potesse avere un senso nel grande salto nella realt di una qualsiasi forma possibile. Il passaggio dalla fantasia alla realt oggi stato reso possibile, e con una certa facilit, da una tecnologia i cui limiti veri sono sempre di pi nella quantit di denaro a disposizione!
Ma guarda un po... Mi son detto... A quattordici anni si faceva gi della buona ricerca architettonica senza che ce ne rendessimo conto!
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6143
di Renzo marrucci
del 05/04/2008
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Zaha Hadid si aggiudica tutto. Anche a Reggio di C
di
Gian Paolo Manfredini
Trovo interessante la comparsa di articoli sull'architettura contemporanea da Salingaros, a Scruton e altri... sulle pagine di giornali italiani in merito al tema che si delinato sulle archistar o stararchitectes che dir si voglia. Interessante quello che dice Salingaros sull'architettura del culto oggi che si infilata in una strada chiusa per aver seguito lo stesso modo di progettare la chiesa aderendo a formalismi privi di uno studio
vero e profondo, producendo il pi delle volte edilizia di scarso significato o comunque scarso di amozionalit spirituale. Una frettolosit nervosa, generica, forse arrovellata da
concetti troppo teorici sono probabilmente la ragione di una enfatizzazione distaccata dai problemi reali, che non ha saputo costruire sul piano di una partecipazione che non si rinnovata nella sostanza. Cos anche l'architettura cosiddetta civile si concentrata su soluzioni formali legate ad una eccentricit individuale che porta inevitabilmente a non generare una cultura del sociale riferita lla citt e all'uso della citt. A questi architetti molto noti dato di intervenire pi per creare eventi in punti strategici della citt, cio inventare forme che poi spesso sono solo eventi a livello della comunicazione, cio che non lasciano, nella sostanza, l'esempio di un rinnovato rapporto con la citt da parte del cittadino che la usa e la vive. Tra "episodio urbano" e "luogo" la differenza risiede forse nella mancanza degli elementi umani che formano la memoria, o il senso della memoria e la poesia dell'accoglienza....Su J.Nouvel stato detto che un "genio del luogo" in occasione del premio recente ma io ho vista quello che sta facendo a Colle val d'Elsa e sono molto imbarazzato. Questa polemica che sta emergendo delinea il "culto dell'episodio urbano" legato all'individuo che interviene con un suo linguaggio personale o con proprie ricette che lasciano com' il funzionamento della citt anzi spesso lo complicano. In questo contesto pare si senta la voce di cosiddetti tradizionalisti e di chi sostiene la linea attuale. Salingaros, Scruton e altri credono nella continuit della ricerca. Cio nella ricerca non possono essere tagliati i ponti con la storia ma questi ponti devono essere funzionanti ed efficenti, cio collegati ai problemi della citt e orientarsi nella soluzione dei problemi, verso il futuro della vita ed il futuro del pensiero dell'uomo. In questo non occorre essere contro qualcuno ma essere il pi lucidi che sia possibile, magari aiutandosi con il dibattito a capire, portando la propria esperienza senza scudi e spade o altro che la parola e la sincerit. Non mi pare una cosa tanto ardua... Non si tratta di contestare Gehrj o Calatrava se producono nel "culto dell'episodio urbano" che magari poi produce le crepe o problemi d'altro genere...come altri del resto,e neppure si tratta di stracciarsi le vesti inchinandosi in adorazionitemporanee...O "pellegrinaggi ipocriti" e via dicendo...Magari si tratta di capire quello che la realt produce e come .... Dando pi concretezza che sia possibile ai fatti.
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6135
di RENZO MARRUCCI
del 31/03/2008
relativo all'articolo
C' un seguito alle invarianti di Bruno Zevi?
di
Franz Falanga
Ho letto con una certa fatica questo intervento incuriosito dal fatto che prendeva a riferi
mento le invarianti di Zevi. Incuriosito anche perch non vedevo nesun commento allo scritto e appunto leggendo credo di capire. Certo che se questo contenuto stato applicato agli studenti... Pi che augurarmi che ne siano usciti indenni non mi possibile .... e sia detto in semplicit, senza offesa naturalmente e tanto meno mettere in dubbio la buona volont di Falanga, sicuramente! Rimango perplesso dalla complicatezza con cui si tratta l'argomento che rende difficile la comunicazione e quindi la comprensione....
Zevi quando venne fuori con le sue sette invarianti proponeva una discussione attraverso una indagine sull'architettura lunga e meditata . Proponeva linee di lettura, una base per la interpretazione linguistica dell'architettura citava da dove venivano le sue sette linee di rilfessione, preferisco chiamarle cos. Non regole da prendere e applicare nella progettazione corrente come invece in molti hanno frainteso. Zevi sperava che la sua ricerca avesse la possibilit di alimentare un dibattito e dentro di s stava a vedere come venissero interpretati questi sette cavalieri.... se con la spada o senza spada. Che potessero cio spronare, aiutare il dibattito su una architettura pi umana e pi rispondente ai bisogni della societ. Se osserviamo oggi, la distanza sembra enorme...forse occorre stare pi attenti perch lo sforzo di zevi stato preso a pretesto per consentire e garantire una licenza che travalica ogni speranza di realizzare le aspettative che l'uomo comunque esprime inascoltato nella citt di oggi, dove sempre di pi preda di una visione del tutto scollata dalla realt. L'architettura possiede dei doveri che sono dati dalla realt... Cio direttamente connessi alla esigenza dell'uomo e non al narcisimo di chi la produce. L'architettura deve tenere conto della storia e della psicologia umana e non baipassare la realt come succede con l'aiuto malsano della comunicazione mediatica.
Il fenomeno delle archistar esprime una condizione critica, oggi , che considera l' uomo sulla base di una condizione teorica complessa e insincera, non al servizio della societ. Fenomeno che usa l'intelligenza e l'arbitrio ma non la passione per rispondere ai problemi della citt e per questo non produce vera cultura. Zevi, non poteva prevedere questa accellerazione arbitraria, fagocitata e distorcente, dovuta ad un uso freddo e squilibrato della visibilit mediatica.
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6132
di renzo marrucci
del 29/03/2008
relativo all'articolo
Zaha Hadid si aggiudica tutto. Anche a Reggio di C
di
Gian Paolo Manfredini
Proprio ieri apparso un'articolo su Repubblica : "Gli architetti:stop a Libeskind" a firma di M.Bono dove si accenna la opposizione dell'ordine di Milano all'affidamento di un grosso incarico senza procedere ad un concorso che abbia selezionato il miglior progetto. Dopo la buonista posizione assunta dall'Ordine degli architetti sul caso del Teatro Arcimboldi ... realizzato anche dopo avere avuto ragione....Si spera che questa volta si tuteli l'interesse degli architetti rispetto alla moda non solo milanese delle decisioni... Arroganti? Di Sindaco e Assessore che facendo finta di nulla si disinteressano di risoluzioni e procedure nelle quali sia possibile rrispettare la dignit degli architetti italiani e lombardi. Grati all'Ordine di questa sua doverosa iniziativa ci auguriamo che faccia rispettare le sue buone ragioni.
Detto questo urge dire che nulla abbiamo contro Libeskind a cui auguriamo agni bene
... Il vero problema con la classe politica di oggi che non contenta di spadroneggiare asservisce intellettuali e tecnici pur di consolidare la propria arrogante posizione che sta conducendo il bel paese ad una sorta di monnezzaio culturale o gi di li. Presi come siamo in Italia tra le logorroiche squenze verbali di Veltroni e le battute surreali di Berlusco
ni, davvero diventa assai difficile che l'italia possa sperare di tornare ad avere il ruolo che gli compete e che gli storicamente riconosciuto. Se la scuola oggi fa schifo non pu essere da meno la cultura italiana che non si salva per qualche risultato individuale di qualcuno. La scuola un risultato siglato da un allucinante di declino che stiamo vivendo in magnifico menefreghismo ed elegante confusione politica .
E impossibile che il contributo italiano possa tornare ad essere di valore e omogeneit se si impedisce una ricerca architettonica che viene continuamente stramazzata e falcidiata tra gli interessi politico-economico di qualche gruppo o cordata politica che va per la maggiore in un succedersi continuo di alternanze di pari cupidigia anche se di diverso orientamento politico. Gli Ordini dovrebbero lavorare affinch si possa sviluppare una critica seria alla realt che oggi gli architetti attraversano e che riguarda il modo di funzionamento delle stesse istituzioni invece di sottostare, anche con compiacimento, a tutto ci che accade intorno a danno degli stessi iscritti tutto sommato che, per la maggioranza, poi preferisce starsene lontana e con un forte senso di pessimismo. Se I NOSTRI POLITICI non capiscono in quale stato stanno portando il paese di chi il compito di fargli capire le cose....? Se l'architettura italiana viene interpretata per le nuvole di qualcuno o per lo strapotere di altri architetti ipernoti tanto da essere battezzati ironica
mente come delle "superstar" ....il cui narcisimo, non avendo quiete, non comunica che il senso di una arrogante posizione raggiunta. Spesso animati da un saccente mal dissi
mulato egocentrismo predicano ipotetici sensi di responsabilit molto difficili da attuare ed esibire come esempi concreti. Abili contrattualmente non promettono sviluppi ma solo aristocratiche elucubrazioni che spesso non rispondono alle necessit delle nostre citt ma solo sostanzialmente all'interesse e al successo di pochi abili manovratori. Basterebbe anche avere il coraggio di rispondere per tutelare la posizione di chi intende la professione un modo di vivere il proprio impegno professionale e sociale ispirato ai valori civili e spirituali, organici di una cultura che porta e dovrebbe portare alla produzione di quella bellezza che rende dignitosa la vita di tutti. Esiste una dimensione della profes
sione che ha diritto di essere tutelata e sulla quale dovrebbe reggersi una societ nor
male o sana o intelligente che dir si voglia e all'interno della quale sarebbe sciocco e persino stupido pensare che la maggiore aspirazione possa essere quella di divenire una star . Realt che oggi in italia trova margini angusti e ristretti di espres
sione a causa di una vera autentica egoistica imbecillit che stabilisce le regole di un gioco al massacro civile e culturale.
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6131
di Renzo marrucci
del 28/03/2008
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Zaha Hadid si aggiudica tutto. Anche a Reggio di C
di
Gian Paolo Manfredini
Caro d'Amico, per quanto riguarda il nepostismo mette il dito su una piaga che in Italia trova alimento antico e profondo nel senso che tutto ci che finisce in "ismo" in qualche modo finisce per essere pernicioso. Io, nel mio ramo familiare non ho purtroppo pi parenti in grado di aiutarmi, quando ero ragazzo mi davano la paghetta e ero contentis
simo! Chiss se il nepotismo nasce da qu... Bisognerebbe indagare , avere il coraggio di indagare, perch lei su questo punto pu avere ragione di temere...!
Da quello che capisco al sud c' una maggiore disinvoltura che al nord su questo as
petto dove tuttavia l'amicismo ( l'aiutarsi tra amici), il politicismo ( tessere e tessuti vari ecc...)che ben funziona.... forse le parole sono un po fantasiose ma sforziamoci a capirci. Si mai trovato di fronte all'imbecillit?
Quella di persone non amiche ne parenti? Posso dire che non vi cosa pi brutta al mondo caro d'Amico!
Desideravo risponderle su questo piano solo per essere un po pi chiaro.
Io temo, questo lo dico forte! L 'imbecillit di un politico, di un professore, di un architetto di un sistema ecc...ecc... perch annulla le energie, le rende vane e se ci fosse da andare all'estero, caro amico d' Amico potremmo fare valigia insieme...non le pare?
Io preferisco star qui e dare il mio contributo contro quello che dicevo... Le pu sembrar poco ...Ma a me piace cos ....
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6129
di renzo Marrucci
del 27/03/2008
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Zaha Hadid si aggiudica tutto. Anche a Reggio di C
di
Gian Paolo Manfredini
Caro d'Amico, forse non sempre possibile spiegarsi bene in poche righe ma la questione non come la mette nelle sue ancor pi frettolose righe. Non un fatto di confini territorili e nazionali e neppure di avere paura come Lei dice. Neppure di afferma
zione rubata... Tanto di cappello... anche se non lo porto... alla Hadid. Qualche problema
si verifica nella esterofilia (non che una parola) di qualche sindaco estroso che introduce nella profonda provincia italiana...forse traumaticamente ? Invenzioni plastiche che in verit mi interessano.... ma che... mi accorgo, non ancora troppo dominate sul piano della vivibilit (sar una mia impressione?) , di fatto da qualche parte sono gusci e forme bellissime ma vuote e ci mi dispiace... Un caro saluto d'Amico!
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6122
di Renzo marrucci
del 23/03/2008
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In the night all cows are Brown (V)
di
Domenico Cogliandro e Ugo Rosa
Caro La Camera, il ponte di cui tu parli passer alla storia soprattutto per il suo costo lievitato oltre ogni umana speranza e professionale. Tra il punto A e il punto B avrei dato gratis una consulenza e cio avrei suggerito al sindaco filosofo di venezia di affittare una zattera tipo quella di Caronte e un Caronte novello cos almeno un posto o due di lavoro in pi li avrebbe prodotti. Non solo ma avrebbe dato un impulso in pi a carattere turistico in una Venezia triste e come dicono...mal gestita. Parlare dei requisiti di un ponte in pieno periodo pasquale rischia certamente di rimanere indigesto a qualcuno ....
Dal 2003 ad oggi sono passati tanti di quegli euro sotto e sopra a quel ponte che ogni parola sulla sua struttura o architettura diventa una barzelletta eurotragica come quella recente sulla spazzatura.... Tanti saluti
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6118
di renzo marrucci
del 20/03/2008
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Zaha Hadid si aggiudica tutto. Anche a Reggio di C
di
Gian Paolo Manfredini
Non solo la hadid si aggiudica molto, ma anche altri non dormono. Liberskind non scherza per nulla sul suolo italiano, anzi padano per esser puntigliosi. Certo saranno contenti quelli che amano, o forse sarebbe pi preciso dire quelli che odiano l'umus nostrano che se langue nello spaesamento generale non si accontentano....Avremo tempi migliori quando non solo gli architetti italiani, anche altri... avranno pi coraggio.
Il dr. Davide Rampello e' entusiasta io no! Io sono davvero costernato e affranto e siccome il sindi contento .... Basta che un architetto americano-polacco ci dica di essersi ispirato a Leonardo che si va in brodo di giuggiole...E le vesti che si stracciano da sole volano nell'aria...nello sfondo azzurrino grigio del cielo di Milano? Ci dicono che " con una struttura che fonda insieme le forme del quadrato e del cerchio" si ispira, -"il museo di arte contemporanea di liberskind da mettere nell'area City life ex fiera di Milano entro la primavera del 2011" a niente popodimenoch Leonardo da Vinci. Allelluia, Allelluia...Pare che ci siamo tutti rincoglioniti direbbe il mio povero nonno...Se si ispirava a Brunelleschi
mago tipo la "cupola fiorentina" che fine avrebbe fatto quel progetto? Sar opportuno che
l'architetto giri l'italia proponendo analoghi rintocchi alla prosopopea locale che rimmarr in Italia fino alla pensione? Siamo in pochi a non volerlo? Tanti saluti
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6117
di Renzo marrucci
del 19/03/2008
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Il Libeskind di Antonello Marotta: architettura qu
di
Paolo G.L. Ferrara
Proprio ieri sera ho visto e sentito Davide Rampello in Tv elogiare il progetto di libeskind sul museo che sar (disgraziatamente) realizzato a Milano City, speriamo che ci ripensi
no... Certo ho visto solo il plastico ma poi sono andato subito a cercare di capire qualche cosa di pi...L'effetto strabiliante, bisogna stropicciarsi gli occhi, tutti allibiti....Con il gaudio di qualche intellettuale innamorato...E a noi ci tocca subirlo! Sgarbi sorridente, ma in modo strano, lo annunciava come un progetto voluto dal Dr. Rampello che dicono
ma io non ci credo...molto portato dal Signor Sindi Letizia Moratti. Dal quadrato al cilindro... una metamorfosi assai faticosa dicono.... compiuta in due mesi....ma se erano tre cosa sarebbero usciti fuori? Tanti palloncini? Complimenti una bella gestazione progettuale che a Milano far certamente impazzire qualcuno....sar interessante vedere chi . Noi la coda tra le gambe ci tocca e ci rintocca. Comunque Milano City si candida al progettone
pi provinciale e retr di questo inzio di secolo... Ci consoleremo a pane prosciutto e vino.... e di quello bono! Tanti cari saluti anche se stanotte non ho dormito bene.
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6116
di renzo marrucci
del 19/03/2008
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Fuochi d'Italia
di
Leandro Janni
Interessante la segnalazione di L. Janni sulla esperienza del direttore del parco dell'aspromonte Tonino Perna che con il suo saggio operare coinvolge altri operatori nella tutela agli incendi contribuendo al loro controllo e salvagurdando quanto resta di quel bellissimo importante parco territoriale....
Speriamo venga preso di esempio come modo per eliminare il disastroso evento estivo
ormai diventato un desolante programma televisivo sulla devastazione al vivo del territorio italiano. Utile anche il riferimento del commento che segue dell'architetto Vito dove si auspica la ripresa di un coinvolgimento morale nelle vicende del terriotorio italiano e pi in generale al dibattito aperto e visibile delle vicende dell'architettura italiana...Dibattito che da quando mancano gli Zevi, i Brandi, gli Argan. i De Carlo ecc... pare costellato di archi
tetti o studiosi a mezzo servizio con grave sindrome da confusione ed opportunismi vari...Che d'altro canto nulla fanno o dicono contro la sconfortante politica dovuta alla realizzazione di pessimi programmi edilizi cui sindaci giulivi vanno incontro nelle citt italiane e sul territorio. Se da una parte alcuni si impegnano a non far bruciare il bellissimo territorio italiano dall'altra c' un fuggi fuggi sull' impegno a riqualificate le periferie, un vuoto chiaro di coscienza sull'importanza di curare la citt o riumanizzare il centrostorico delle grandi citt o a frenare lo sperpero del territorio ... e via verso la ricerca di una viibilit illusoria che a tutti interessa tranne che al cittadino....unico vero eroe incompreso nella citt d'oggi.
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6113
di renzo marrucci
del 12/03/2008
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PresS/Tletter? no, PresS/Tabloid
di
Paolo G.L. Ferrara
Zappal propone grandi passi avanti? Benissimo.!..E' anche altamente meritorio che proponga le regole... Chiss cosa intende per botta e risposta...Penser ad un incontro di puglilato via internet ? Non si capito ma va bene lo stesso. Cari saluti
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6111
di renzo marrucci
del 12/03/2008
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Zaha Hadid si aggiudica tutto. Anche a Reggio di C
di
Gian Paolo Manfredini
Non mi sono spiegato bene...Io non proponevo il tirare a camp come sbarcare il lunario o si fa per dire..alla giornata, o alla disperata... Neanche il mio povero nonno la intendeva cos. Mi sono profuso in una spiegazione non per fare simpatia ma perch dove volevo far emergere l'idea di un orgoglio che cultura e che conduce alla formazione di una filosofia, di una mentalit che tipica della vita professionale di un architetto come di un qualsiasi altro metiere creativo o come quella di un artigiano. Una filosofia di vita in cui i tempi si alternano ma sono sempre ugualmente importanti e pieni. Una filosofia che consente di imparare ad essere tenaci e a lottare, a non arrendersi ....in poche parole a non abbandonarsi alle prime difficolt come vedo fare a molti giovani oggi. Studiare non sifignifica disimparare a prendere la vita o a pretendere la vita, ma ha dare il meglio che possibile. Studiare non significa pretendere perch ci si sottoposti allo studio....Io non so quale sia l'equivalente di "tirare a campare" nella sua origine ma le assicuro che dove sono nato io vuol dire tuttaltro che "tirare a camp " e vuole dire avere il coraggio e la dignit della propria dimensione spirituale culturale e umana ....seconda a nessuno !
Tanto di pi oggi in cui pesano le virt che non merito possedere. E anzi, qualche cosa di pi....mi creda! Un caro saluto e la prego...ci rifletta sopra.
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6109
di renzo marrucci
del 10/03/2008
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PresS/Tletter? no, PresS/Tabloid
di
Paolo G.L. Ferrara
Caro Ferrara, l'informazione di oggi non sola nella mostruosit... ma anche perversa. Cio lei, mi sembra di capire... non si accorge di come questo potere abbia oggi effetti incontrollabili? Come l'informazione si sia scostata dalla realt e sia diventata surrealt... Non ci credo! Rilegger il suo articolo di risposta a Prestinenza per vedere se ci sono altri sensi di lettura con pi calma un'altro giorno. Intanto ci si intenda sul fatto che oggi in vetrina tutto ci che vendibile, vetrina legali, vetrine sociali o commerciali, editoriali eccc... Cio una cosa che non in vetrina non sul mercato enon esiste ....certo! Ma il mondo non ti cerca se non sei in vetrina. Ora si potr discutere sul concetto di vetrina e sulla qualit della vetrina con sincerit e si vedr come ampio e non possibile che lei non ne sia informato. Mi permetta di esprimere questa perplessit. Ritengo ingiusto in una materia altamente sociale e umana come la citt, che vita arte e cultura ecc... possa essere affermata l'idea della vetrina come possibilit di esistere. Parlo di esistere che non vuole dire essere. Ora anche la parola esistere entrata nel linguagio con significati perversi come del resto l'idea stessa di vetrina, cio si esiste solo se si sotto l'occhi di tutti o almeno dei pi, nei posti giusti e con le persone giuste, usando tuttii i mezzi leciti e propri come impropri fino a che il merito non pi carta valida per il giudizio, per la scelta,per la chiarezza o per la bont.....Altro che velocit dell'informazione, tutto quello che ne consegue, cio il travolgimento e lo stavolgimento dei valori che questo comporta. L'idea di esistere cos montata non si basa su ci che si , ci sono troppe variabili che bruciano la verit, o se vuole, la rispondenza delle cose. Soprattuto si verificano a catena tutta una serie di disparit che annullano il talento. L'espressione della qualit un valore che ha bisogno di tempi e modi che non devono essere fagocitati . Cari saluti
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6107
di renzo marrucci
del 10/03/2008
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Vicenda Novoli
di
Giovanni Bartolozzi
Gentile Barzaghi
non capisco bene cosa vuol dire quando declama al nuovo urbanismo...ma che i grattacieli li vogliono i tecnologi per sbizzarrisrsi un p si sapeva anche in Italia. Disgraziatamente un rigurgito della cultura architettonica ma in linea con l'attuale cultura italiana fatta da economisti e tecnologi. In grave flessione gli architetti e le loro istituzioni culturali. Ci tocca come periodo storico e vorrei avere un passaggio dalla macchina del tempo a vedere come sar il giudizio dei nipoti dei nipoti . Gi si capisce a orecchio ... La storia ben diversa oggi da quella che si formava nel cinquecento, e troppe variabili inibiscono lo sviluppo e il corso delle idee e fino al punto che non il telento che prevale come prevaleva allora come forza naturale di selezione.
Caro Ferrara
il fenomeno delle "stars" e io aggiungo, la prego di capire, "o ballerine", comunque non dispregiativo ma ironico se vuole, figlio del sistema di comunicazione che abbiamo oggi, manipolato da chi ne ha la forza o il cinismo per cavalcare...tale la forza che non mi pare per nulla n naturale ne normale (pu esserci anche qualcuno che lo considera naturale da quel che sento in giro). Se si vuole credere nel valore positivo della vita e aver fiducia nell'uomo e nel suo futuro... Il rispetto del territorio andr oltre i gli interessi particolari di alcuni anche se non senza averne sacrificato un p. Viviamo una epoca da capire, e non la capiremo bene senza una particolare sofferenza.
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6104
di renzo marrucci
del 09/03/2008
relativo all'articolo
Zaha Hadid si aggiudica tutto. Anche a Reggio di C
di
Gian Paolo Manfredini
Caro Altomonte
Credo che la tenacit non debba mai diminuire e un giovane architetto debba imparare a
a farne uso senza lasciarsi accecare dalle stelle luminose di questo firmamento...cio di
queste firme che imperversano il mondo della cultura architettonica in generale. Campare fondamentale ed per me una visione poetica del vivere non certamente dispregiativa o diminuente...Anzi un veder le cose del mondo con fiducia. Sai avevo un
nonno che usava questa parola meravigliosa che mi ricordava la ripartizione geometrico-spaziale dell'architettura storica : campata. Lo spazio dell'architettura come lo spazio della vita. lo spazio degli alberi che si intrecciano e il fenomeno meraviglioso dell'andare avanti
in un percoroso piccolo o grande, avventuroso o noioso come pu essere la vita nei suoi momenti. Tirare a campare ( o la campata) per me questo anche nelle contrariet che pur ci sono ma ci significa anche tener duro, essere tenaci contro le avversit e l'ingius
tizia di cui il mondo oggi generoso forse come ieri. Tirare a campare costruire dentro o fuori di te , comunicando o costruendo spazio o idee . Se sei convinto puoi sentirti solo
ma recuperi presto. Se credi in quello che fai sicuramente lo comunichi e questo gi abbastanza. Lo spazio della conversazione scritta o parlata fatto di tanti momenti che superano o integrano l'apparenza. Il "no" pu tramurasi in un si! Il dubbio allora una gran cosa per l'uomo ....
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6097
di renzo marrucci
del 02/03/2008
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Lettera aperta a Bruno Vespa dall'estrema periferi
di
Salvatore A. Turturici
Caro arch. Zappal, avevo iniziato a leggere le prime righe del suo lunghissimo com
mento ma vedendo che si riferiva ad altri non vi ho dato attenzione. Alcuni amici mi fanno osservare che pi avanti faceva il mio nome. Mi scuso con Lei se le sembrata una cen
sura, forse per la stringatezza del commento, ma non rientra nel mio carattere censurare le idee degli altri.
Non mi passa neanche nell'anticamenra del cervello. Sono per il dibattito il pi aperto e civile possibile. Per quanto mi riguarda il confronto pi sincero pi apprezzabile e rimanendo a disposizione la saluto cordialmente
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6087
di Renzo marrucci
del 27/02/2008
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Zaha Hadid si aggiudica tutto. Anche a Reggio di C
di
Gian Paolo Manfredini
Caro Altomonte, vero, e proprio come dici tu nell'ultima parte del tuo commento. Io credo
che bisognerebbe farlo capire a tutti con meno eleganza e pi sincerit...In modo che chi fa le leggi possa in qualche modo capire quando disgraziato sia l'ambito della cultura sociale italiana che non riesce a trovare il modo di rendere partecipe le proprie energie creative e di utilizzarle. Si assiste ad un sadismo collettivo davvero insano, come un gioco
superficiale di incompetenza che invece di liberare la realt la stringe e la soffoca. Ti pare poca cosa?
Gli architetti lottano in privato per recuperare una nicchia di sopravvivenza e tirare a campa
re. Poi c' chi la nicchia diventa un nicchione...E si gloria nel contesto dei dannati erigen
dosi in superbia...Spettacolo sublime di presunzione e di stupidit. Ma la via maestra
di chi ha il coraggio...o la pavidit ?
Quando si parla di giovani si dimenticano gli altri e bisogna di parlare anche degli altri...in un mondo civile la selezione avviene sulle idee e la qualit e non sulla soglia della vita ... Il libero confronto genera apertura e qualit, genera ricchezza mentre Il fatturato No! E soprattutto non deve inibire l'entusiamo della partecipazione a gare e concorsi.
Deve essere trovato un modo meno incivile di competere e di selezione, affinch si liberino le risorse che si possiedono...modo che fino ad oggi non c'. La societ che tanto si definisce liberale oggi non capace di concepire neppure l'anticamera dell'idea liberale, elabora solo sinergie idonee a perpetuare inorganicamente e cinicamente l'interese ed il potere di pochi, appunto strangolando le attivit creative che ancora rimangono in l'italia. L'attitudine a regole, regolette, regoline e schifezze varie, tipiche di questa nostra societ italica, non fanno altro che evolvere la scuola ipocrita dei molti e chiudere il campo di azione di un popolo e naturalmente... di noi architetti.
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6084
di Renzo marrucci
del 27/02/2008
relativo all'articolo
Lettera aperta a Bruno Vespa dall'estrema periferi
di
Salvatore A. Turturici
Caro architetto Zappal, se legge la sua identit sulla foto della sua carta di identit non posso darle torto. Se invece si rapporta agli elementi della cultura a cui si formato, incui cresciuto allora dovr accorgersi che la sua personale struttura umana e culturale pos
siede una matrice identitaria e potr accettarla o meno, amarla o meno, esserne orgo
glioso o meno, lottare per migliorarla o dinteressarsene...e questo a tutte le et poich
si sempre la somma di quello che si vissuto, fatto ecc...fino alla fine della nostra avventura...e quindi rientrare alla matrice .terra....
L'etna un magnifico vulcano con un territorio incredibile e posso capire che lei se ne immedesimi con molta passione conoscendolo per averlo studiato nella sua territorialit e morfologia. Tuttavia il collega che scrive a Vespa non dimostra, e lui sapr perch...
Una grande fiducia nella volont dei colleghi architetti verso quei problemi che in tutta l'italia si vivono... purtroppo. Si rivolge a Vespa semplicemente perch spera che almeno lui possa capire di pi e meglio lo smarrimento generale, che la categoria degli architetti vive e accetta con poco splendida rassegnazione nella tendenza verso il basso che ....pare prosegua... Un sincero saluto
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6076
di Renzo Marrucci
del 23/02/2008
relativo all'articolo
Lettera aperta a Bruno Vespa dall'estrema periferi
di
Salvatore A. Turturici
Gentile Arch. Zappal, ma per capire che siamo messi male non c'era mica bisogno di leggere la lettera a Bruno Vespa ....E' cosa ormai risaputa e tanto che se il dibattito su questo argomento doloroso scarso e laconico, stramazzato qu e l... semplice
mente perch gli architetti fan finta di nulla...Cos va il mondo... La lettera del collega invece pi interessante di quello che sembra , e lei mi aiuta a capirlo proprio perch nella confusione.... sbaglia indirizzo? Cos sembra, ma ripensandoci forse non cos sbagliato... sincera e vera!
Ho poco f sentito una interessante definizione di Daverio: comprare al bazar dell'architet
tura. Se vuoi un ponte oggi li vende Calatrava, se Vuoi un centro, un museo o una stazione .... bisogna andare da Hadid o Gehry, se vuoi neoplastico espressionista Hadid altrimenti Gehry o altri... dipende dal professore consulente che decide, dipende anche dal loro stile produttivo e dal Sindi che ha l'occhio sveglio... Ma soprattutto dalla fama satellitare dello studio che se non ha cinquanta collaboratori, due o tre filiali non sei nessuno! E neanche il sindaco ci bella figura. Sicch a Venezia c' il ponte filosofico ispirato da Dal C e dal Filosofo Sindaco. Il costo dell'operazione? Roba da uscirci matti. In Italia non lievitano solo le torte... Bisognerebbe obbligare i sindaci a servirsi di architetti Italiani, autarchia architettonica?Ma solo per non far morire la voglia di un popolo a riscattare la propria cultura in modo che gli italiani riprendano il gusto dell'architettura,
sviluppando il proprio senso identitario prima che prolifichi la miseria acuta dello squallore dell'assimilazione a queste stars....il cui modo di fare e di progettare e di essere esaltato da una comunicazione errata e sciocca. Ma allora si vedr che abbiamo politici di valore eccelso e che le stars non cliccano le stars e cosi sia.
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6068
di Renzo marrucci
del 20/02/2008
relativo all'articolo
Lettera aperta a Bruno Vespa dall'estrema periferi
di
Salvatore A. Turturici
E' arrivato il momento in cui si pu dire che non siamo pi un popolo di santi, di poeti e di navigatori...per, in compenso, siamo un popolo di architetti e di professori...Pi le condizioni diventanio difficili pi aumentno gli iscritti e pi aumentano le universit in centri piccoli o grandi e medi o in qualche villa o castello pi o meno abbandonati ci sta semprebene una bella facolt di architettura...o anche altro ...a piacere. La tariffa minima? Meno si lavora e meno si guadagna, e siccome la concorrenza un mezzo per aumentare la qualit pi diventa minima la tariffa ...pi la qualit dovrebbe aumentare esponenzialmente e sempre secondo il calcolo intelligente di alcuni che pensano al nostro bene generale. Il bello che ci avviene con il tacito consenso delle organizzazioni professionali che capiscono sempre dopo perch il malcontento dell'architetto non estetico, non sta bene. Il collega che dal belpaese di sicilia scrive a Bruno Vespa avr semplicemente sbagliato indirizzo ....Il buon Brunone d'Abruzzo che centra? Gli architettisono dei simpatici soloni anar chici e amanti del bello e dalle stravaganti aspirazioni... suvvia! La tariffa sotto la minima ci far acuire l'istinto di conservazione e ci render molto vicini alla trasparente celeste luce della santit... e ci far contar le nuvole e nuvolette e subir li nuvoloni mentre altri li realizzano in terra...Rimane tra l'altro.... oltre che imparare la Divima Commedia e tradurla in qualche dialetto nostrano.... imparare a farsi ripettare ...Oppure mi sbaglio? Un caro saluto.
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5966
di renzo marrucci
del 26/01/2008
relativo all'articolo
Giuseppe Terragni, da cento anni.
di
la Redazione
Caro Andrea,
Pu darsi sia cos...io riprendo quanto detto in un filmato ascoltato alla Triennale e che mi
rimasto in mente dalla mostra su Terragni.
Quando la confusione anima il dibattito ognuno dice quello che vuole...ognuno cerca e quello che fa fede la propria coscienza e io credo sia gi qualche cosa...saperci cercare dentro. Mio nonno diceva che quando samrrisci il sentiero o senti di andare a tentoni....
segna il percorso cos che puoi ritornare indietro a ripigliar la via. Credo che sia una cosa buona da capire con umilt e poi si vede... Quindi, anche se non mai un ripartire, la memoria vede e assorbe comunque... ragiona, confronta e chiss che non succeda qualche cosa di buono. In troppi vanno avanti sparati e trascinano giovani nella palude
in nome di un narcisimo bloccato...o molto astuto e comunque bisogna guardare con i
propri occhi e ragionar con la propria testa...la strada il cittadino, con i suoi pregi e difetti.
L'uomo con le sue aspirazioni e il suo rapporto con l'ambiente...e la citt...e il desiderio di essere capito....non sfruttato dalla comunicazione e dal falso spettacolo di oggi ....
L'avanguardia come dici tu ...la fa il buon senso e la conoscenza....che pare anche l'unico coraggio possibile
Un cordiale saluto R.M.
Commento
5957
di renzo marrucci
del 25/01/2008
relativo all'articolo
Maurizio Sacripanti sulla linguistica architettoni
di
Maurizio Sacripanti -Zevi
Mi ritorna in mente la presentazione della ricerca di Sacripanti a valle giulia credo nel 75/76 tramite cinque suoi laureandi che si presentarono insieme...sentivo i commenti degli altri docenti che si agitavano tra le tavole che esponevano i disegni...tutta la grande aula al primo piano era piena...tra architetti, studenti e professori si assisteva alla scuola di Sacripanti che si presentava....Quei cinque erano poi anche i suoi assitenti e lo aiutavano nelle lezioni applicative a piazza di fontanella boghese... Rileggere questi scritti mi riporta a quei momenti molto belli di quando Zevi guardava Sacripanti con i suoi occhi di falco pronto a mordere come a parlare...Era bello per noi studenti che sentivamo la passione e coglievamo ogni momento...A Sacripanti le parole uscivano con fatica e forza per una voce di stomaco le trascinava fuori ...come appunto fossero pescate da dentro. Zevi lo defin "umorale e gastrico" ma non per cattiveria... Zevi vedeva, attento... e osservava esteticamente il personaggio... faceva cos stando bene attento al senso. Era il meglio in quel momento a Roma e forse in Italia. Qualche mese pi tardi uscirono di Zevi le sette invarianti dell'architettura moderna nelle edizioni Einaudi. Sacripanti gliene dette la sicurezza e anche questo disse che Roma in quel momento dava frutti interessanti in Italia.
Dalla ricerca di Maurizio S. a Roma, il suo teatro di Cagliari e Dal Michelucci della stazione e della chiesa di S.G.Battista a oggi... successo abbastanza in Italia? Sacripanti e Michelucci due architetti poeti interpretavano profondamente la loro storia umana e sociale e la legavano alla vita e la cattiva architettura aveva un nome in ogni parte d'Italia : speculazione.
Le invarianti che Zevi decifrava aiutando la critica ad aprire le menti ora sono diventate settanta e pi... nessuno le conta e poi ci sono i rendering che studiano l'architettura pensando che sia tutto compreso in fattura...come i critici che non capiscono l'architettura e parlano di luoghi senza capire e senza sapere che dimenticandol'uomo anche la poesia dimenticata e i luoghi piano piano spariscono tra mille chiacchere e intoppi tecnologici e mani troppo anziose...luci e sorrisi...sopra a tutto....
Questi scritti ci danno il senso della coscienza perduta pi che della distanza del tempo....
Commento
5946
di renzo marrucci
del 21/01/2008
relativo all'articolo
Il dubbio Libeskind
di
Paolo G.L. Ferrara
Caro Ferrara ho trovato l'articolo in un momento di buona. Devo dire che ho capito solo nelle ultime righe con chiarezza l'anima di quello che dice. L'articolo del 2000 e se pensa ancora cos sarebbe bene farlo capire di pi e con pi chiarezza. Dico questo perch il maggior male viene fatto dalla poca volont di comunicare con chiarezza o per la ricercatezza o virtuosismo con cui si vuol far cadere la minestrina. Ne viene fuori sempre l'egoismo narcisista che sommerge quello che da dire sia pure mascherandolo con condiscendenza un po....Non vorrei apparire troppo invasivo, si deve essere delicati per carit, ma la chiarezza una qualit rara e a volte fondamentale. Ad esempio leggendo l' articolo su Sgarbi del simpatico Rosa del sud, e anche se dice qua e la alcune cose condivisibili.....per la sua verve direi esuberante e narcisa ....finisce per insinuare dubbi nella credibilit. Parla di Sgarbi come se fosse geloso di Sgarbi...E' un peccato perch quando il virtuosimo si arruota su se stesso finisce per svuotare di senso quel contenuto che pure c'. E chi invece sente la necessit di un dibattito serio su i contenuti, si stanca o rifiuta e comunque ci soffre ...forse sbagliando ma cos... purtroppo...e siccome oggi la retorica accademica nel suo complesso ....ha davvero stancato e prodotto le peggiori nuvule o vere e proprie "nubi" sul cielo italiano, Fuksas a parte che...invece astutamente le cavalca nella confusione... porta a casa i panettoni di Milano e gli abbacchi di Veltroni... accade che da qualche parte... pi debole... aumenta in modo inverosimile il male come sintomo ineludibile di un problema pi vasto e che finisce, in qualche modo per toccare tutti, e il tumore spunta fuori da qualche parte del corpo sociale come frutto di un comportamento che nella responsbailit di tutti. Se a Napoli nessuno ha controllato e se la Campania stata lasciata bollire nel suo brodino egoista e caldo...ora ci sono le barricate dei rifiuti che non sar sufficiente togliere dalle vie e piazze perch il silenzio acritico con cui sono stati prodotti non ha generato cultura della cosa pubblica.... ancora troppo astratta .... Cos in architettura e in urbanistica esiste lo stesso silenzio e lo steso brodino caldo e si parla di trasformazione come se fosse una cosa positiva tra i narcisismi lo spettacolo e la pubblicit...senza nesso reale con il bisogno della citt e del cittadino.
Bruno Zevi aveva capito che nel professionismo la ricerca vera per il modo franco e diretto suoi problemi e le sue difficolt lealmente vissute e ....ci sarebbe ancora vero ma sempre fin tanto che parte sostanziale del mondo accademico non finisca , come diceva non molti anni or sono...di invaderne definitivamente il campo abusando di un potere che lo Stato sempre pi indebolito gli concede nella societ....e io aggiungo....con il poco discernimento sino ad oggi dimostrato....Tanti saluti
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5931
di renzo Marrucci
del 19/01/2008
relativo all'articolo
Il Libeskind di Antonello Marotta: architettura qu
di
Paolo G.L. Ferrara
Io credo che "panter" si sia innervosito solo perch dopo aver fatto lo sforzo di leggere l'articolo di Ferrara, e non averci capito molto, si sferrato su qualche cosa che gli pareva un po sfumata, senza una chiara spiegazione , e tuttavia sbaglia perch si esprime in modo anonimo e poi in forma sbrigativa tipica di un commento della domenica sera...come accade in queste telepatiche trasmisioncine sul calcio. La risposta troppo professorale del Ferrara non otterr mai un'altra risposta dal "panterino" che in definitiva si esprime con falsa aggressivit, anzi una risposta tenera se vogliamo dircela sinceramente.
Ci sono troppi articoli che dicono poco o nulla, capita di scriverne...Quando poi gli articoli sono mossi da libri che attorcigliano le idee capita di rendere ancora pi complicata la digestione. Si scrivono troppi libri inutili solo perch fa comodo alla carriera e alla carriera di chi? Dove contano i libri oggi? Prendete un libero professionista che scrive libri per esempio....Ma anche articoli evidente. Non si leggono ma si scrivono...Si scrivono ma non si leggono! Gli articoli qualcuno li legge, sono rimasti ancora quelli che li leggono...
mi raccomando signor Professor Ferrara li scriva pi facili da capire e il Panterino
le sar pi grato. Mi permette per un solo momento di fare il professore? Mi parli del grattacielo che fa le linguacce e che presto le far da quel di Milano....che cosa le pare?
Libeskind, Libeskind, come ogni americano di oggi non capisce il senso del luogo e quindi che cosa volete che faccia? Wright era ed un mostro sacro...ma perch .siete tutti alla ricerca del nuovo nume tutelare e capitano invece star e ballerine? Mi stia bene
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5934
di renzo marrucci
del 19/01/2008
relativo all'articolo
Zaha Hadid si aggiudica tutto. Anche a Reggio di C
di
Gian Paolo Manfredini
Concordo con quanto scrive G.P.Manfredini. Viviamo l'epoca della politica spettacolo, della cultura spettacolo, dell'architettura spettacolo e via di seguito...Molti sindaci si sono convinti che chiamando star o ballerine fanno cultura e spettacolo al tempo stesso, due piccioni con una fava....solida cultura contadina , ma io i contadini li ricordio intelligenti e saggi e orgogliosi della loro terra. Oggi si richiama l'attenzione di pseudo cultori della pseudoavanguardia architettonica delle universit e si convinti che fare propaganda politica ricorrendo ad affermare la solita completa sfiducia nella ricerca nostrana sia una consolidata consuetudine. Si fa cronaca chiamando chi alla televisione con i suoi spot pubbblicitari , si fa cronaca e si attira l'attenzione su di s chiamando a operare architetti lontani mille miglia dalla mentalit locale, vedi J.Nouvel A Colle val d''Elsa oppure vedi
Hadid a Roma....vedi Calatrava a Venezia con il suo ponte allucinante segno di una voglia matta di fare centro attraverso elucubrazioni filosofiche che lasceranno il segno poco filosofico di un sindaco? Ma vedi dove vuoi....anche la squallida tendenza a mettersi in coda e farsi spettatori di tutto! Vedi la solida ignoranza dei nostri politici che non nasce sui peschi in fiore...ma anche dalla logica astratta di chi fa cultura architettonica in Italia e segue con piattezza assoluta il politico che finisce con il credersi una star anche lui....
Star o ballerine? Comunque si taglia la testa al problema almeno per un p di anni e poi si vedr... la vita dura quanto dura. Comunque instaurando il metodo delle scelte politiche illuminate dall'astuzia di personaggi che la luce non l'anno mai goduta....Ma si buttiamo alle erbe l'architettura Italiana...Dopo aver riempito le universit di incompetenti ci rimangono ancora gli spaghetti e la pizza che ci rappresentano... offuscata come la bandiera del sole di Napoli... Tanti cari saluti.
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5921
di renzo marrucci
del 16/01/2008
relativo all'articolo
Ancora su Zevi
di
Diego Caramma
Editoriale di D.C. Genealogia e progetto di L.G. su Spazio Architettura. Leggo l'editoriale di Caramma e capisco la tentazione di lavorare su Brandi e sui suoi punti fermi per muoverli o almeno scantonarli delle asperit che danno tantofastidio agli architetti. Lo capisco ma ...neanche B. Zevi si azzardava capendo bene l'intelligenza del personaggio e soprattutto conscendone l'amore forte, direi totale, per la materia. Non che sia stato infallibile ma certamente ha piantato dei pali sui quali non si pu evitare di sbatteci il muso....e vangando nella materia brandiana esce sempre alla luce il vivo e sotto varie forme... Quindi va benissimo! Avanti ....Ma non c' bisogno di pensare a confutare o a ribaltare ecc...altrimenti...il palo...Per forza .!...quando si lavora con amore vero per le cose dell'arte o della vita rimane qualche cosa di importante e rimane ad uso di tutti ...per crescere...C' tra gli architetti, e non solo, una certa diffidenza sul restauro e si capisce benissimo per la pletora di gerarchini che lo amministrano inalberandosi sulla conservazione che taluni definiscono ottusa... da parte di molte Soprintendenze... E altre volte troppo liberale per compiacere la politica locale ma giusto estendere la critica anche alla scuola attuale... e ai ministeri, che con i loro ministri intervengono ognuno sempre con un divesro assetto ministeriale ma sostanzialmente con tanta noia e confusione... muovendo tutto... per non muovere niente! La materia del restauro come stata affrontata da Brandi destinata a costituire pietra miliare ancor di pi nella confusione che avanza in questo campo. Oggi invalsa l'idea che per far carriera si debba confutare o almeno far finta di farlo e figurare senza preoccuparsi troppo... Ma bisogna prendere sul serio la materia per aprire un dibattito su fronti interessanti destinati a dare frutti... Sempre che l'impazienza e l'imbecillit non finiscano per distruggere prima ogni cosa. La citt storica utile per continuarla in un futuro di civilt e bellezza funzionale... E senza sovrapporre idiozie sia nel senso dell'antico che di un nuovo pseudoartistico atteggiamento privo di continuit. Tanti saluti
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5913
di Renzo Marrucci
del 13/01/2008
relativo all'articolo
Gli studenti universitari non conoscono la storia
di
Paolo G.L. Ferrara
Caro Ferrara, leggo "gli studenti universitari non conoscono la storia" Confesso sono un p sbigottito dallo svolgimento del tema che lei proprone. Io mi limito a raccontarle prendendo dalla mia memoria. Quando frequentavo le lezioni di Zevi a valle Giulia dal 1970 circa i corsi di storia dell'architettura erano molto seguiti dagli studenti. Aule strapiene e le lezioni di zevi si svolgevano sulla interpretazione dello spazio dell'architettura nella sua evoluzione storica. I suoi assistenti che dovevano fare la storia dell'architettura facevano gli zevini, non gli zerbini, complicando assai le cose agli studenti. Il maestro incedeva per i banchi applicando la critica operativa sulle opere vero ma gli assistenti non provvedevano, come avrebbero dovuto, per lo pi, alla formazione strutturale, cio alla storia dell'architettura. Le lezioni di zevi erano interessanti e i rapporti con gli assistenti un p scarsi e mi fermo qu. Agli esami Zevi faceva delle vere e proprie stragi di studenti. Un giorno uno di questi, animato da sana ragione, gli spiattella che la maest Sua non era troppo servita della necessaria funzione di raccordo. Zevi si arrabbi molto con la sua squadra. Cerc di provvedere. Naturalmente alcuni studenti che avevano strumenti conoscitivi riuscivano benissimo ma dovevano baipassare alcuni assistenti e assumersi personalmente la responsabilit. Quindi la base rimane la storia dell'architettura tradizionalmente intesa svolta con qualit e metodo per poi passare ad un laboratorio sulla applicazione dei contenuti critici interpretativi dello spazio e ci accadeva anche sulle stesse esperienze condotte da studenti nelle matrerie compositive. Quando questo accadeva erano vere esperienze della massima scuola. Credo che sia da riflettere e magari, se lo desidera, discuterne. Pertanto ogni elugubrazione nociva.....Tanti cari saluti
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5868
di renzo marrucci
del 26/12/2007
relativo all'articolo
Bruno Zevi e Franco Franchi? Per Amirante e Carre
di
Paolo G.L. Ferrara
Gentile Isabella A. non credo sia facile risponderle e certo la mia risposta al quesito che pone insignificante per ovvie ragioni ma forse... e se non le offre nulla almeno una opinione....Chi dovrebbe non le risponder certamente ! Per farle piacere,spero...
...ho il caso di un mio carissimo amico tornato in italia per motivi familiari dopo circa
vent'anni di insegnamento ed un curriculum ad alti livelli nella notissima Columbia univer
sity di N.Y. accumulando qualit ed esperienza di primo piano ed sempre arrivato secondo ai concorsi nelle nostre belle universit italiane che a sentire loro sono sempre le migliori del mondo o gi di li. Quando si presentava ai concorsi, e non so se ancora insiste, lo squadravano come si pu fare con chi viene dalla luna. Il merito qui da noi arriva per acquisizione storica.... e consistenti sono le ragioni di famiglia... lei pu essere anche un imbecille o un genio...ma non importante...l'importante agire secondo perfetta e consolidata consuetudine e ipocrita sottomissione ... e sperare che sia sufficiente...ma difficile se non possiede qualit che non merito possedere... equesta realt qui da noi non in grado di cambiarla nessuno! Anzi da questa attinge le stessa societ con le sue evoluzioni o involuzioni... Per cui ...meno male che l'arte di arrangiarsi ancora in vigore... Buon capodanno!
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5854
di renzo marrucci
del 20/12/2007
relativo all'articolo
Ancora su Gehry
di
Alessio Lenzarini
Gehry non un architetto organico un architetto inorganico e i dubbi sono chiariti dal fatto che la sua architettura non cerca rapporti con la citt. Se si vuole cercare una definizione si potrebbe spingersi a dire che molto visibile per le sue visioni deformanti e quindi inorganico perch non si ostina a cercare il suo posto ma lo impone e eccentrico perch scherza con la forma. Gehry incontra l'interesse del pubblico perch la seriosit della citt di oggi inquieta e insicura oltre a funzionare male. Il cittadino rimane preso dal fatto che nelle sue architetture, che non sembrano architetture vere e proprie ma scenografie, grandi rappresentazioni scenografiche che emulano il mondo del fantastico, del diverso, di un fisiologico immaginario rappresentato. Agli architeti che si innamorano facilmente pu dare l'impulso a cercare una poetica, una delle tante. Per esempio io ci vedo il piglio del pubblicitario che usa gli strumenti della comunicazione con un coraggio dissacrante che sta tra il comico e il profetico. Vale come sua personale azione critica nella citt.
Un profeta che sia un profeta deve essere un po' suonato mi diceva il mio povero nonno sorridendo... e pensando ad un suo amico che viveva in un capanno rifiutando... Per se Gehry vuole farci ragionare sul fatto che la citt oggi va a ramengo ci riesce meglio di chiunque altro... di questo io gli sono riconoscente. Speriamo per che non venga perso troppo sul serio... sulla calligrafia... come capita per esempio a molti e anche ad alcuni gentili signori che ho letto, se ho letto bene, anche qu su antithesi, perch allora la citt cosa potrebbe diventare? Ora gli edifici di Gehry ci distendono per la loro vena distensiva, e certamente non informale... direi estremamente formale se per la forma, quelle architetture, si presentano nella citt. Un caro saluto
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5852
di renzo marrucci
del 19/12/2007
relativo all'articolo
Gehry, dunque.
di
Ugo Rosa
Trovo Ugo la Rosa simpatico e unp troppo virtuoso se mi concesso. Credo che se facessse ameno di tanti giri risulterebbe pi fresco e comprensibile...per carit si capisce...per stanca un p e alla lunga perde convinzione. Dico questo perch penso che il tipo di rivista che si legge cos ...ha bisogno di una certa freschezza , di pi spontaneit e senza ricorso a quella cultura architettese che serve solo ad incantare studenti e neofiti ma a incantarli per ostentazione e non a riflettere su contenuti che sono oggi l'unica cosa su cui occorre riflettere. Direi in sintesi: meno narcisismo pi contenuti. Traducete voi in inglese che fa tanto alla moda.... Come disegnar nuvolette alla finestra con le palle degli occhi spinte di traverso come a guardar lo spazio etereo.... Visivamente molto telegenico ....coglie quel senso vago di bellezza che pu essere di tutti e di nesuno ma ti lascia una buona spinta pubblicitaria....e la publicit oggi non l'anima del commercio, proprio la "vita". L'albergo di cui si parla tutto sommato divertente....poco serio ma colpisce per la sua dissacrante scansonata libert. Prende in giro tutti e credo che l'autore, sia un uomo di ottimo umore nella sua giornata...beato lui . Ma pensate a chi si prende sul serio in questo nostro contesto....come anche il grattacielo di Milano, quello che fa le linguacce alla citt....son proprio americani simpatici ma pi simpatici siamo noi .... che ci sriviamo sopra dal contesto degradto in cui ci muoviamo....e su cui in pochi riflettono. E meno male che l'autore si limita alla pensilina come se fosse un truciolo gettato ad arte su volumi utili...altrimenti sarebbe come a Bilbao un'attorcigliato sperimentalismo onirico che depotenzia lo spazio interno di spazialit. Ma che cosa volete....gentili signori? C' chi si masturba con incarichi professionali prestigiosi e chi con seriosit li propina e li im
pone...ma pu essere considerato su un'altro piano di chi si delizia con il verbo? Lo chiedo a voi.... Se si usano le parole per dire nulla o egocentrarsi...(scusate il virtuosimo) si pu essere da meno .....di altri? Cos va il mondo.... dicono spesso.
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5848
di Renzo marrucci
del 18/12/2007
relativo all'articolo
Architetti o sensitivi?
di
Giovanni Bartolozzi
Mi capita di leggere un'articolo di g.Bartolozzi che parte da due righe di portoghesi "l'architettura uno strumento con cui gli uomini del presente colloquiano con quelli del passato, quindi un colloquio con i morti" rischioso imbastire un articolo partendo da due righe cosi... possono dire quello che si vuol capire... e via come fa il Bartolozzi ma una avventura alla giornata...alla mezza giornata ecc... L'articolo scritto mi pare nel 2002 e quindi posso dar io l'impressione di parlare con chi ha cambiato idea...o altro... ma siccome la data sul margine destro in alto 18-12-2007.... parlo con chi pu leggere e sentire... Nello stile di portoghesi quelle righe sono da prendere soprattutto come da chi sente la storia in un certo modo...ecc... ma non tocca a me... Io desidero solo dire che ora anche Michelucci storia e noi parliamo e scriviamo di lui perch nella storia con un messaggio utile a noi.
La sua architettura ci parla direttamente e incide nella nostra vita per come noi la comprendiamo e la facciamo rivivere. Se gliarchitetti fossero pi sensibili caro Bartolozzi sarebbero filtri migliori e pi capaci... visto che chi vive ha il compito di non far andar nel nulla la vita di chi ha ci ha trasmesso qualche cosa di giusto. Ora, la sua visione mi pare la stessa di chi mette in orbita... quando dice che "Dio sta nei pilastri ramificati, nelle membrature strutturali contorte che reggono il tetto ecc..." cos come il Portoghesi delle due righe. La tecnica e la tecnologia sono si strumenti di crescita... ma se non codificano la fantasia... cosa che oggi si st rivelando davvero una realt che l'architetto non riesce a tenere nel controllo della sua sensibilit. E' DEL POETA IL FIN LAMERAVIGLIA...... SE LO RICORDA? Grande parte della trasformazione della citt oggi fagocitata e i ritmi sono diversi... anche dall'epoca del Nostro Michelucci...CHE CI PARE LONTANO. BISOGNA RECUPERARE IL VALORE DI UNA MANUALITA' CHE NON SOLO "MANO" CHE PARE DESTINATA DA UN AFFOLLATO E TRISTE PENSIERO... ALLA VETRINA MEDIATICA E NON SOLO.... tanti cari saluti
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5829
di Renzo Marrucci
del 14/12/2007
relativo all'articolo
Bruno Zevi e Franco Franchi? Per Amirante e Carre
di
Paolo G.L. Ferrara
A Isabella A.
Mi piace rispondere al commento di Isabella A, perch nel suo commento burbero ....mi ha ricordato mio nonno paterno e per questo mi simpatica...mio nonno era un boscaiolo nelle colline del territorio volterrano e tutti gli anni a Natale mi regalava un alberello scelto da lui e preparato su una cassettina di legno e durava tanto....che c' lo avevo l, con me, nell' angolo di salotto fino a tutto gennaio e oltre... e mi doleva separarmene...
Mi ha insegnato tante cose... anche per l'amore che metteva in quel dono... e me lo faceva apprezzare senza parole... il gesto...
L'universit non mai stata interessante per i professori...ma per gli studenti che ci sono e ci vanno, come portatori della loro voglia di essere e di fare. Portatori della loro qualit organica, della loro forza di flusso positivo e creativo. Chi fa bene il professore, a ogni livello... dovr essere contento perch potr trarre anche lui il maggior stimolo dal contatto e dallo scambio che si realizza nell'iinsegnamento e a riconoscere i propri limiti . Visione ottimistica? forse Si! Ma l'ottimismo lo portiamo noi ....altri porteranno un fiasco di vino... altri l'invidia....altri la cattiveria e via di seguito... ma una cosa certa ed che le braccia mancano si! Ma proprio all'architettura, all'urbanistica e alla cultura architettonica .... e c' anche chi dice alla cultura in generale perch....le braccia ma anche le gambe e le idee sono andate tutte al sodo e ....si potrebbe dire al soldo....cio alla ricerca del potere ..... e soprattutto non son sempre le stesse cose ....cos come accade quando la societ perde equilibrio e la capacit di credere ....gentile Isabella A..
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5798
di Renzo Marrucci
del 11/12/2007
relativo all'articolo
Bruno Zevi e Franco Franchi? Per Amirante e Carre
di
Paolo G.L. Ferrara
Chi conosce Bruno Zevi e la sua opera difffcilmente si azzarda ad affermare o anche solo supporre.... Bruno Zevi era molto attento a tutto quello che succedeva in tema di architettura ecc... I suoi occhi entravano nella materia con attenzione e la sua capacit di elaborazione e confronto erano interessanti e stimolanti. I suoi commenti erano vivi e talvolta molto appassionati e talvolta esagerava ma anche quando esagerava aiutava ad amare la materia per cui gli perdonavamo facilmente alcune idee espresse, talvolta in modo bruciante e non molto verificato. Capita nelle migliori famiglie e non il caso di saltargli addosso o insinuare...come accade a qualcuno. Ho sentito con le mie orecchie commenti e opinioni su Zevi talvolta davvvero raccapriccianti. Non mi sono stupito perch il personaggio aveva i suoi eccessi ma che dire... il bello della diretta direbbero quelli dello spettacolo. Io non sono Zeviano per mi ha aiutato molto nel mio rapporto con l'architettura cos come altri importanti riferimenti di crescita personale. Non sinasce pronti e per crescere occorrono appigli ed esperienze che danno spessore alla realt di ognuno di noi. Zevi stesso spesso diceva : se scrivo o dico delle fregnacce sarete voi a corregerle..... Il suo senso critico era forte e spesso lo trascinava e lo sapeva .....ma fa niente.....occorre capire che le regole mutano mentre evolvono le forme e la vita e il tempo ci rende consapevoli pi o meno tutti sulla realt. Zevi non era tipo da prendere da altri libri o da altri uomini se non nella misura utile e viva della sua dinamica organica della vita cos come tutti noi ci nutriamo interpretando, ne pi ne meno come fanno gli alberi che hanno la fortuna di essere piantati in un terreno fertile e umido. Era un personaggio esuberante e anche egocentrico ma si alternava a momenti di grande apertura e semplicit. Era una studioso interessante e vivo e un critico vero come non se ne vedono pi....chiss perch? Zevi bisogna capirlo ora nei suoi scritti, certamente....ma bisogna farlo con intelligenza e se alcuni dei suoi articoli o scritti ora possono apparire non molto approfonditi bisogna tuttavia capire che sono stimolanti lo stesso ....e spingono, spronano a dirle....ad andare avanti....come lui effettivamente desiderava ....con quel suo incalzare continuo.... e magari a contraddirlo.
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5790
di Renzo Marrucci
del 09/12/2007
relativo all'articolo
Su 'Affari Italiani' intervista a Maurizio De Caro
di
La redazione
Con tutto il rispetto l'opinione che De caro ha della citt davvero incommentabile. Forse
davvero secondo necessit....
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5787
di renzo marrucci
del 08/12/2007
relativo all'articolo
Addio a Vico Magistretti
di
la Redazione
Conobbi l'arch.Magistretti proprio nei primi giorni del mio arrivo a Milano durante una inaugurazione di una spazio espositivo in via Durini se ricordo bene o forse un'altro. Aveva disegnato una scala che poteva muoversi su ruote inserite, occultate all'interno di un mobile scala in mezzo a questo solaio pavimentato in legno lucido. La soluzione era funzionale ma non mi convinceva il movimento nascosto e In quel clima di pasticcini e tramezziniecc...gli piantai una sorta di dubbio. Lui mi ascolt con molta attenzione e simpatia invitandomi a visitarlo. Io rimasi interessato dalla sua gentilezza e dal modo serio con cui mi ascolt.
Ho sempre pensato a questo signore serio e gentile con grande rispetto. Era ed un maestro la cui lezione tanto pi utile oggi e soprattutto come una tipica espressione di quel professionismo milanese di gusto e qualit, di sobriet e controllo della forma che oggi non esiste ormai pi se non come lacerto sporadico e poco compreso. F parte di quella patrimonio di identit culturale che la citt sperpera ma che recuperabile dalla memoria attuale e dalla riscoperta..... cos come chi ha sete deve bere acqua e non altro.
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5756
di Renzo Marrucci
del 28/11/2007
relativo all'articolo
L'Architettura Cronache e Storia chiude.
Le ra
di
Sandro Lazier
L'architettura cronache e storia ha chiuso? BENISSIMO! direbbe Bruno Zevi. Ricordo la chiusura di Spazio e Societ di Giancarlo de Carlo, proprio quando mi decisi a mandargli un mio articolo su Giovanni Michelucci. L'ultimo numero non venne mai pubblicato per accordi difficili con l'editore. Le riviste nascono con gli uomini che hanno qualche cosa da dire e la voglia e l'amore di dirlo....e muoiono come gli uomini arrivando alla fine.
Inutile attacarsi al feticcio, il mondo davanti. Occorre invece animare e portare avanti il discorso sulla architettura organica oggi e la sua necessit per la citt di oggi. L'assenza di contenuti nei progetti di oggi allarmante, vige l'architettura della immagine e anzi dello spettacolo, un'agitar profuso di forme....dove infilare l'uomo con falsi prestiti agevolati....
Quello che viene realizzato ha il suo riscontro non nella vita, ma solo nel fatto di produrre denaro o no! Per i tempi dell'architettura sarebbe necessario anche un riscontro diverso ma poco conciliabile con il tempo e lo spazio oggi. Occorre sbalordire... ecco il perch si perde il senso del valore della vita e con l'insicurezza aumentano le malattie esistenziali. La citt perde il rapporto con il suo cittadino? Chi se ne frega....sar compito del bischero di turno. Il bischero di turno e quasi sempre tuo figlio .... Le riviste di qualsiasi tipo, valgono solo se sono motivate ed meglio chiuderle, senza sacrifici per chi pu fare bene o con pi piacere altre cose. Nessuno deve immolarsi ma vivere secondo le proprie sensibilit.
La Fondazione Bruno Zevi gi un grosso lavoro da portare avanti. Ma vorrei chiedere a Luca Zevi come mai non ha viisitato il Convegno di Volterra su F.L..W . ? dove si sentita la mancanza.... Magari come capitato anche a me ...non era informato! Un caro saluto.
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5743
di Renzo Marrucci
del 24/11/2007
relativo all'articolo
L'Architettura Cronache e Storia chiude.
Le ra
di
Sandro Lazier
caro Zevi, a dirla con semplicit era dura continuare il lavoro di tuo padre e fin qu nulla da dire. Tuttavia mi sembra che davvero sia necessario cambiare l'equipaggio prima di ripartire per una nuova traversata ma ancora prima di questo bisogna sapere se si vuole combattere contro chi pesta il territorio e chi sconvolge la citt. E allora ci si accorge che
facile navigare con il faro che ti illumina la rotta. E' facile volere e difficile dare soprattutto se non si sa bene cosa volere e cosa fare. Ora le ragioni di Zevi non sono discutibili perch
legittime e oneste. Zevi si trovato un timone e una barca senza i fari che consentono la navigazione sicura verso una meta. La sinistra opera come la destra e tutte e due fanno la torta. Andare a zig e zag non bello.... lo capisce anche un astemio. Ma la meta ci sa
rebbe ed quella di andare contro... Una quella di combattere, si fa per dire, contro lo schifo intorno e non impa rare a conviverci. Ma questo difficile e duro e soprattutto ammette una forza di direzione del timone che vuole coraggio e rischio. Forse si tratta di cercare appunto il coraggio e la voglia di rischiare.
Grazie, e tanti saluti
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Commento 13340 di renzo marrucci
del 01/11/2014
relativo all'articolo Il linguaggio dell'architettura
di Sandro Lazier
Non una questione di palle ma di equilibrio personale , come dire di natura.
Personalmente lo credo e lo vivo. Ho sempre detto quello che pensavo e pagare normale ... a questo mondo si pagano l'onest e la franchezza perch diventata un lusso che pochi possono permettersi. La lealt poi una gran cazzata che ti consente di prendere bastonate al limite della sopportazione e anzi occorre, fa bene all'intestardimento... e alla purificazione dell'anima... ma non del corpo beninteso...ti possono venire un cancro oppure ipertensione e mal di cuore...
Milano,1/11/2014