Quando gli architetti attentano allArchitettura.
di Andrea Tartaglia
- 7/5/2001
DATA: 20/06/2000
LUOGO: Milano, sede dellOrdine degli Architetti della Provincia di Milano.
EVENTO: incontro con Giorgio Grassi che presenta alcune sue architetture.
Anche oggi una forte spallata stata data alla credibilit degli architetti e della disciplina che essi esercitano.
Ma cominciamo dalla fine. Il Presidente dellOrdine degli Architetti della Provincia di Milano per concludere lincontro con larch. Giorgio Grassi afferma che (cito a memoria)larchitettura di Grassi sicuramente di buona qualit e bella e chi non concorde lo solo
per invidia (sicuramente in chi scrive c molta invidia per la
quantit delle architetture di Giorgio Grassi, ma non per la loro qualit,
tuttavia non questo il problema). Come pu un architetto parlare di
architettura bella o brutta, buona o cattiva, e fermarsi l? Un architetto
deve dire il perch delle sue affermazioni e se non ha il tempo per dirlo
meglio che taccia, soprattutto se si trova nella sede dellOrdine
e ricopre una carica elettiva.
Lo stesso Grassi si mostrato molto reticente a rispondere ai perch e a giustificare le sue scelte: (cito sempre a memoria)Io posso dare spiegazioni tecniche e mostrare i disegni il resto se non lo capisce un problema suo!
E no caro professore. Dare descrizioni tecniche davanti ad una pianta
sono capaci tutti, o almeno qualsiasi architetto dovrebbe esserlo ma
se lei il progettista (e non un progettista qualunque, ma un progettista
il cui valore indubbio) deve saper dire a chiunque glieli chieda i perch
delle sue architetture, se no come pu essere un ARCHITETTO DELLA RAGIONE?
Se non si vuole esplicitare il RIGORE intellettuale e concettuale di un architettura il tutto di riduce a rigore formale, il che non ha niente di scientifico.
Se qualcuno afferma che le sedie da Lei scelte sono fredde e Lei ritiene che ci non sia vero non basta dire che qualcosa di soggettivo, il che sicuramente vero, ma larchitetto deve anche esplicitare i parametri soggettivi alla base della sua scelta. Larchitettura non fatta di fulminazioni ma fatta di scelte che devono essere esplicitate tutte le volte che si affronta un progetto.
E non vero, come invece afferma sempre il prof. Giorgio Grassi, che i nuovi maestri dellarchitettura (probabilmente lui si ritiene vecchio o datato) insegnano che per fare dellarchitettura basta fare qualcosa di diverso. Gli scherniti nuovi maestri dellarchitettura insegnano che necessario avere un rigoroso approccio al progetto, ma ognuno deve sviluppare un proprio rigore e non applicare il rigore o meglio le arbitrarie forme di Aldo Rossi o di Giorgio Grassi. Il rigore nelle idee non nelle forme
che come anche ammesso dallo stesso Prof. Grassi davanti allimmagine
di una sala lettura da lui progettata in determinate situazioni possono
sembrare un po carcerarie.
Nessuno mette in dubbio il valore di architetti come Grassi o come il Presidente dellOrdine, ma, proprio per i ruoli che pi o meno volontariamente si trovano a ricoprire, sarebbe forse pi giusto che spiegassero le loro affermazioni affinch non si trasformino in vuote ed arbitrarie parole senza alcun rigore razionale. Sono infatti queste spiegazioni ed il rigore che esse possono svelare che differenziano i progetti o i commenti su delle architetture fatti da dei veri architetti da quelli fatti dai non addetti ai lavori. Solo pi spiegazioni, ecco cosa si chiede ad un incontro sullarchitettura tenuto allOrdine degli Architetti.
Andrea Tartaglia, architetto in cerca di risposte..
(Andrea Tartaglia - 7/5/2001)
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Commento 305 di difrancesco francesca del 10/04/2003
stato un piacere leggere i suoi 3 articoli, sono totalmente d'accordo con tutto quello che ho letto. BRAVO!
...peccato non trovarne di pi recenti...
le hanno messo un 'bavaglio'? se lo tolga e continui a scrivere!!!
francesca difrancesco
(laureanda in architettura -genova-)
Tutti i commenti di difrancesco francesca
10/4/2003 - Paolo GL Ferrara risponde a difrancesco francesca
Bavagli su antiTHeSi? assolutamente no. Chi scrive lo fa liberamente e altrettanto liberamente decide se continuare o meno. Piuttosto che mettere bavagli, noi tentiamo di toglierli.
cordialit
Commento 358 di Alessandro Belli del 20/06/2003
Mah, quando sento parlare di rigore, a me viene in mente solo il rigor mortis. Criticare Grassi per scarsezza di esso mi pare paradossale. Semmai sarebbe giusto consigliargli di mettersi delle camicie hawaiane e di intonare una canzoncina sulle noci di cocco......
Tutti i commenti di Alessandro Belli
Commento 6318 di andrea florio del 23/07/2008
Non conosco l'architettura di Grassi sono solo pienamente d'accordo col principio che un architetto deve saper motivare le sue scelte fino in fondo.
In realt si tratta di esplicitare le motivazioni funzionali, spaziali, statiche, comunicative di quanto si costruisce. Cio' deve essere sempre chiaro (razionale?) nella testa di chi progetta e quindi si puo' tentare di trasmetterlo ad altri, se uno ne ha voglia e capacit.
Non scontato che le due condizioni esistano sempre, anzi.
Se l'architettura si riduce al "mi piace - non mi piace" ben misera cosa.
Chi vuole pu conoscere il mio pensiero e il mio approccio progettuale nell'articolo "CASE VERE,CASE FALSE" pubblicato sul mio blog :
www.andreaflorio.org
Sarei felice di proseguire il dialogo, dopo trent'anni di cantiere e di duro mestiere credo di essere arrivato a interessanti sintesi personali, ma soprattutto alla conclusione sconsolata che di Architettura in Italia si capisce veramente ben poco.
L'architettura SEMPRE comunicazione di funzioni, pratiche o statiche, brutte o sottili.
In questo delta che va dal massimo della funzionalit al massimo dell' estetica si esplica il "gioco", che quando diventa complesso e ambiguo pu assurgere a poesia, cio aspirare ad essere arte.
Tutti i commenti di andrea florio
Commento 6326 di Renzo marrucci del 28/07/2008
Car o Florio mi pare che il delta che a cui fa riferimento sia un po troppo casuale per arrivare all'arte...che poi la stessa cosa della poesia...ma soprattutto non un gioco.
Il gioco davvero arriva all'ambiguo e al complesso o direi piuttosto al contorto e al nevrotico quando diventa insistito e formale e non diventa mai qualche cosa di pi profondo, di pi attinente e inerente la necessit dell'uomo che in architettura e nella citt ricerca di equilibrio e risposta organica all'armonia, alla sequenza della vita.... Il Gioco utile quando si cercano dei palliativi o delle pause ed bello soprattuto se dura quel tanto che basta... se offre svago e compensazione al piacere ... allora diventa anche uno spazio che relaziona e integra tra le funzioni ma poi si deve esserci continuit ...Cio doverbbe affermarsi il flusso della serenit, della sicurezza e si dovrebbe uscire necessariamente dal delta definito dello spazio del "giuoco" e fare sul serio se possibile.... Forse cos si evita anche di attentare...di rendere insicuri perch in realt il gioco, in et adulta, copre o tenta di coprire ... Un cordiale saluto
Tutti i commenti di Renzo marrucci
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