God bless the child
di Ugo Rosa
- 25/4/2007
Il pretore romano Vario Messana si appropri,
a Catania, di un orologio solare. Se lo fece trasportare fino a Roma dove, per
via della differente latitudine, lorologio segn per decenni lora
sbagliata
Edward Gibbon, Declino e caduta dellimpero romano
Il destino sempre giovane
Oswald Spengler, il Tramonto dellOccidente
Il comico televisivo fortunato.
Se le sue barzellette non fanno ridere gliene resta sempre unultima:
spararsi in diretta. Se la cosa non funziona e lui sopravvive pu ritentare
la sorte sparando a un collega durante il talk show successivo al suo mancato
suicidio.
Male che vada avr comunque fatto unazione umanitaria
Sam Walker, Su e gi per Sunset Boulevard, memorie di un comico di strada
Questa la prima volta che sono invitato a far parte di una giuria che assegna un premio allarchitetto e la cosa, in effetti, ha sorpreso anche me. Ma viviamo tempi strani e, come si dice, Anything can happen.
In questo caso si trattava, come ciascuno verificher sfogliando le pagine seguenti, di un premio destinato a (pi o meno) giovani architetti che, negli ultimi anni, hanno progettato o costruito qualcosa in Sicilia.
Per esercitare in Italia il mestiere di architetto senza avere alle spalle uno
o pi politici di riferimento (con possibilit di ricambio) e senza appartenere ad un ambiente di livello economico tale da garantirti almeno una clientela privata necessaria incoscienza totale e, se non sei ricco di famiglia, una tenace vocazione allascetismo per accettare il fallimento professionale, lumiliazione quotidiana, la disoccupazione
e la povert senza colpi di testa. Mi sorprende sempre, per, devo ammetterlo, la capacit degli architetti italiani nel far finta di illudersi circa le possibilit effettive che avrebbe larchitettura nella penisola. In Sicilia, poi, tale capacit possiede seriamente dimensioni titaniche. Verrebbe da pensare che o noi architetti siamo vittime di cretinismo
pantagruelico, oppure, senza meno, siamo eroi superumani e Pietro Micca ci fa un baffo. Probabilmente siamo ambedue le cose, perch non detto che il cretinismo e leroismo si escludano a vicenda (diciamo che stanno su piani differenti e possono sovrapporsi). Ma c dellaltro: c una buona dose degocentrismo che fa persuasi molti di
essere talmente bravi da potercela fare.
E risaputo che la parola Architetto (e per la parola Artista lo stesso) designa, a partire dal Rinascimento, lelemento affetto da unescrescenza tumorale dellego che oggi, allo stato terminale, ha assunto proporzioni ripugnanti. Il che, se non proprio cretinismo, non esula per dalla dabbenaggine, giacch deriva dallillusione perniciosa che, per larchitettura, valga ci
che spesso (se non proprio sempre) vale per le altre professioni. In effetti, se sei un bravo medico e lo dimostri, la gente prima o poi verr a farsi curare da te e tu avrai ottime probabilit di diventare ricco e famoso.
Lo stesso se sei un avvocato in gamba. E se sei un bravo falegname, un idraulico coi fiocchi, un cuoco o un massaggiatore sopraffino. La tragedia dellarchitettura consiste invece in questo: che non solo il fatto che sei bravo non ti porter
n soldi n incarichi, ma che vero esattamente il contrario. La bravura di un architetto, in brevi parole, inversamente proporzionale alle sua effettive, concrete e reali possibilit di successo.
Dappertutto in Italia, ma soprattutto in Sicilia.
Non pessimismo, matematica.
Il bello che tutti si danza la giga della raffinatezza intellettuale, si parla delle nubi e dei colori del tramonto e si fa finta di non vedere questa iridescente, fosforescente, elefantiaca, inespugnabile e rozza verit: che i migliori sono, da anni, professionalmente falliti e, stando cos le cose, continueranno immancabilmente a fallire. Pratichiamo invece il sorriso, la pacca sulla spalla e laugurio eterno del cialtrone: vinca il migliore!
I risultati? Ve li espongo in breve.
Lanno scorso sono stato alla facolt darchitettura di Palermo proprio nel giorno degli esami di ammissione al primo anno. Sembrava di stare in un documentario sullU.R.S.S. dei vecchi tempi, quando tutti saccalcavano per assaggiare la coca cola e comprarsi le scarpe da ginnastica provenienti dal mondo dei sogni. Ho dovuto farmi largo, praticamente a nuoto, tra ondate di giovani dambo i sessi che premevano da ogni parte, come in cerca dapprodo e di salvezza, contro quella scogliera abbandonata. Giunto ai piedi del portale (accuratamente chiuso per impedire ai flutti di penetrare) bussai. Mi apr un signore con un foulard di seta al collo. Una visione di benessere, freschezza e serenit (scoprii in seguito che si trattava di un professore ordinario di Storia dellArchitettura facente parte della commissione esaminatrice). Spiegai perch ero l e quellangelo del signore mi preg dattendere in ormeggio. Dopo un po (i marosi intanto crescevano e tenersi aggrappato allo stipite era oramai questione di vita o di morte) il portale si riapr come per magia ed apparve un occhiale assai spesso, mi parl come il genio della lampada: Che desidera?. Io rispiegai il perch della mia dolente e intempestiva apparizione ed espressi non tre ma un solo desiderio, quello di attraccare in quel porto fiabesco. La porta allora si richiuse per riaprirsi subito dopo, come se il custode avesse levato la catena. Fui lasciato entrare mentre due forzuti bagnini, sulla soglia, si opponevano eroicamente, petto in fuori, alla marea montante e fortemente desiderosa di approfittare di quella falla provvidenziale. Riuscii solo a fatica a penetrare quella fortezza, assediata da un esercito di speranzosi futuri architetti, che, pi tardi, rividi allinterno, seduti a centinaia a compitare misteriosi test dingresso. Abbastanza felici e con locchio, si vedeva, rivolto al futuro.
Dio li benedica, poveri figli.
La cosa che pi fa arrabbiare, tuttavia, che assieme a questa benedizione arrivano i sensi di colpa. Perch so che se andr ad effetto e se alcuni di loro diventeranno ricchi e costruiranno sul serio, allora, proprio quelli, non lavranno meritata. Loro, lo so gi sin da ora, saranno invece da stramaledire. Sempre per via della dannata matematica. Pensate allora in quale trappola grottesca siamo imprigionati. Qui, nellisola, ancora peggio che altrove.
Perci prendete questo piccolo riconoscimento per quello che vale. Equivale ad uscire per un attimo fuori della tagliola e a poter dire, per una volta, a un architetto bravo (senza che la mano ti resti anchilosata in eterno, per punizione, nel gesto di un pantocratore incazzato): Dio ti benedica.
Niente pi di questo.
Ma, insomma, anche nulla di meno.
(Ugo Rosa
- 25/4/2007)
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Commento 5315 di phil pippins del 11/05/2007
Ogni tanto vengo qui e leggo, leggo, leggo... alla fine vengo sempre pervaso da un profondo rammarico... ci vogliono mesi x smaltirlo... o semplicemente mi basta riandare in cantiere e continuare imperterrito il mio umile mestiere di architetto, parlare con gli operai, con i committenti, con gli artigiani... insomma vedere e controllare che le mie piccolissime idee prendere forma e sto di nuovo bene.... (nn sono ricco e nn vorrei esserlo, nn sono figlio di e ne vado fiero, nn ho pubblicazioni patinate e nn le cerco, nn ho "premi" e nn li voglio... etc, etc...)
Parlando in qst modo, continuiamo a farci solo del male tra di noi, da anni... decenni... possibile che ci continua ad accadere???
Scimmiottare cos Zevi nn fargli un favore, anzi testimonia solo che quel continua tu, tu, tu... inesorabilmente caduto nel + completo vuoto..
Zevi sapeva provocare, stuzzicare, far reagire... purtroppo era una persona insostituibile.... cos invece si induce al pessimismo e basta... e nn si costruisce nulla, si scava solo sempre + profonda la fossa alla vera architettura, che nonostante tutto continua ad esistere... basta imparare a riconoscerla... o meglio saperla vedere...
Un piccolo appello ai giovani: nn smettete mai di credere in voi stessi... nn facile, nessuno vi inseguir mai x complimentarsi con voi, anzi insospettitevi se questo dovesse accadervi... ma continuate a credere nel + antico e meraviglioso mestiere dell'architetto, che nn mai colui che vi incanta con le parole... ma colui che stanco e sporco di calce ha ancora un occhio vispo e critico, prima di tutto verso se stesso, e nn ha mai il tempo di intrattenervi... credeteci , studiate da autodidatti (l'universit ormai serve solo a certificare le vostre conoscenze, nn a formarle) , sporcatevi quanto prima le scarpe in cantiere, conservando sempre l'umilt di apprendere... nessun cantiere mai vi far svoltare la vita... ma si pu vivere progettando, si pu...
All the best
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Commento 5324 di giancarlo genovese del 19/05/2007
Gentile signor Rosa, sono talmente daccordo che quando qualcuno mi chiede (e per fortuna accade raramente) se vorro' davvero fare l'architetto e perche', io rispondo parafrasando Borges quando spiego' la sua adesione al partito nazionalista: "I gentiluomini preferiscono le cause perse". Per farlo in Sicilia poi, non c'e' alcun dubbio, bisogna essere proprio dei gran signori.
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Commento 5327 di alessandro giugno del 21/05/2007
Anche io provo lo stesso rammarico di cui parla il collega Pippins, ma purtroppo non riesco a smaltire il tutto in cantere, per il semplice motivo che attualmente non ho cantieri aperti.
Sporcarsi le scarpe ....facile a dirsi. E' uno dei sogni ricorrenti di molti "giovani" architetti siciliani, che non sono figli di e a cui viene negata la possibilit di confrontarsi con gli aspetti della professione legati alla progettazione (nel senso nobile del termine) e del cantiere. Quei giovani trentacinquenni che si agitano tra la ristrutturazione del cesso della zia e la pratica di sanatoria edilizia, aspettando che qualcuno si accorga di quanto sono bravi e gli consenta di progettare il villino a mare o gli conferisca l'incarico per la realizzazione della scuola.
Continuare ad avere ostinatamente ed eroicamente sguardi vispi e critici , anche se lescarpe sono pulite, compito assai arduo in Sicilia, a volte si vorrebbe essere ciechi. Eppure c' chi continua a credere. Mi creda, se cos non fosse molti di noi avrebbero virato verso lidi pi comodi.
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Commento 6214 di pietro marcozzi del 29/04/2008
Anzitutto mi scuso se ho percorso questo articolo in ritardo; chissa' perche' la mia generazione sempre in ritardo...Ma vede il suo "punto" mi ha fatto soffermare su alcuni elementi di riflessione a cui ognuno di noi attinge quando le amarezze della professione pervadono efficacemente quella zona parietale della scatola cranica sottoposta allo sfreghio delle dita in assenza di "idee", rimbombando qua' e la' le stesse, identiche, seriali, giustificazioni. Il primo, il piu' classico : Di chi la colpa? Ancora: perche' in questo paese impossibile fare l'architetto? Mio Dio, quando lei cita l'egocentrismo (quello si' veramente pantagruelico) di cui siamo veramente persuasi, allora e solo allora si "sgarra" la porta cigolante della razio e finalmente riesco a sbirciare dentro, scoprendo l'uovo di Colombo: cerchiamo l'arte, l'architettura? o cerchiamo l'affermazione del nostro piu' intimo ego. Veda sono convinto che se chiedessimo in giro tra i nostri colleghi se meglio essere affermati, famosi e ricchi ed essere grandi architetti, la maggior parte sceglierebbe la prima; sicuramente. Perche' si portati, per emulazione o per asinaggine a credere che successo e architettura debbano per forza camminare lungo lo stesso idota binario. Bisognerebbe imparare che su questo stranissimo mondo le cose vanno per conto loro, forse nulla coincide; perche' allora mi chiedo dovrebbe coincidere l'architettura col successo? Esiste anche l'architettura dell'insuccesso, che non piace, che rompe i marroni ai benpensanti; insomma mai possibile che oltre ad essere gigioni dobbiamo piangerci anche addosso? I tempi sono stretti; stramaledetto orologio. Mi ritrovo con i miei 53 anni e penso di essere fottuto; non c' tempo nemmeno di rimpiangere quello che abbiamo perduto. Meglio affrettarsi allora, ogni minuto e prezioso; sa cosa le dico, credo che non correro' piu' appresso alle chiemere, cerchero' di sopravvivere prendendomi le mie intime rivincite applicando la regola aurea tipicamente ed unicamente italiana, che non scrivo qui per pudore, ovviamente. Con stima Le auguro buon lavoro. P.S. Un'ultima cosa; sarebbe cosi' cortese da chiedere alla redazione se vuole essere cosi' cortesie da cambiare i colori di questa finestra? Sa, ho gia' tanti problemi di vista, grazie.
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Commento 6217 di renzo marrucci del 03/05/2008
L' enorme quantit degli architetti che ci sono oggi in Italia e che ci saranno in futuro durera' almeno per qualche decennio? E' davvero scoraggiante! Pare davvero un fenomeno paranormale. Non si pu dire diversamente! Non cito i numeri ma ora capisco perch certi amici se sono andati a Parigi o in altre citt europee a tentare la fortuna, la speranza di conoscere il piacere di esercitare questo mestiere . Emigrazione intellettuale non fuga di cervelli. La definirei umilmente cos anche se si tratta di ragazzi in gamba che hanno una pessima idea del proprio luogo di origine. Questa emigrazione intellettuale trae la sua origine da una storia che in Italia ha predecenti molto illustri e per questo, solo per questo, del tutto onorevole e anzi sintomo di coraggio. O forse il coraggio oggi proprio quello che si dimostra sulla propria pelle standosene a casa propria? Pensandoci mi viene questo dubbio. Certo! se ci sono ancora i genitori disposti a sostenere, a sponsorizzare, i propri figli che hanno subito il fascino di esercitare un mestiere creativo. Dipende dalle storie personali tutto sommato, se migliore inserirsi nelle crepe sociali d'italia o di Francia o di Germania? Quando parlo con qualche architetto straniero non sento risposte felici...Tutto il mondo oggi presenta pi o meno gli stessi problemi e in certi paesi anche peggio!
Non voglio essere ottimista ma la voglia di lottare che dovrebbe migliorare la qualit della professione e di reagire ai soprusi pi o meno legali , pi o meno politici, pi o meno qualche cosa che grazie al sistema che abbiamo raggiunto, oggi in Italia, ci porta deavvero all' eroico! Soprattutto sar un eroismo nuovo....creativo, che emerge dal caos e proprio inventato da noi... Pensate alla leggerezza con cui ci si riferisce a Leonardo da Vinci che noi non citiamo per rispetto profondo....Pensate alla leggerezza con cui si attinge ad un futurismo di cui noi siamo stati abituati a guardare con sospetto fin da ragazzi....E soprattuto a come le nostre citt, tramite i suoi sindaci eletti dal popolo, sia di destra di centro che di sinistra , si rivolgono alle superstar nella speranza di portare cose belle qu da noi pensando che gli architetti nostrani ne abbiamo smarrito il senso e la propriet.... pensate ai modelli di architettura che cos ci vengono propinati spesso e volentieri con sigliati dalla cosiddetta pseudo-intellighenzia critica della attuale scuola italiana...Che cerca l'opera d'arte fuori dai canoni della realt dimenticandosi, di chi vive in citt...
E si! C' proprio molto da pensare....Ma che bello!
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