Pompei
di Leandro Janni
- 6/12/2010
Ho sempre sentito il peso terribile dellespressione era imprevedibile, impiegata da uomini la cui ignoranza imperdonabile, che cercano solo di coprire le proprie responsabilit: perch, se luomo non pu impedire tutto, pu prevedere molto. E ben pochi sono i disastri di fronte ai quali non resta che contare i danni o chinarsi a piangere i morti. Questo scriveva anni fa il grande geologo francese Marcel Roubault, e questo si adatta pi che mai allItalia di oggi.
Il crollo della Schola armatorum a Pompei una notizia che ha fatto il giro del mondo, analogamente a quanto successo negli ultimi mesi a Roma con i crolli alla Domus Aurea e al Colosseo. La vera notizia, comunque, che molto altro, a Pompei, a Ercolano o a Roma ancora regge, sta in piedi, a dispetto dellincuria, dei brutali tagli di bilancio, delle continue riduzioni del personale, della mancanza di turn over. Altri crolli, altre rovine, altri disastri arriveranno, inesorabilmente. Vogliamo rassegnarci a tenere il conto dei monumenti condannati alla distruzione, o interrogarci sulle cause?
Quando il Governo annunci, col decreto-legge 112 (nel luglio 2008), un taglio ai Beni Culturali per oltre un miliardo e 200 milioni di euro nel triennio, noi di Italia Nostra fummo tra i pochi a denunciare lenormit dello scippo a un bilancio gi drammaticamente inferiore alle necessit di un patrimonio straordinario come il nostro. Ma quasi nessuno volle capire che a un taglio di tale rilevanza non potevano che seguire disfunzioni e problemi dogni sorta. Anzi, ad ogni nuovo disastro non manca chi cade dalle nuvole e si chiede come mai?, senza collegare gli effetti con le cause. Lirresponsabile taglio dei finanziamenti dunque una causa primaria di questi e altri crolli, ma non la sola. Da ventanni, nel nostro Paese, governi di ogni colore hanno fatto poco o nulla per rinnovare i quadri delle Soprintendenze, lasciando invecchiare i funzionari senza sostituirli. Anzi, si fatto di tutto per svuotare gli organici, spedendo in pensione eccellenti archeologi e storici dellarte allo scadere dei 40 anni di servizio. Emblematica la situazione di Pompei: andato in pensione Piero Guzzo, uno dei migliori soprintendenti italiani, si sono succeduti nel giro di un anno e mezzo ben tre soprintendenti ad interim, creando ovvie discontinuit di gestione.
Come se non bastasse, i soprintendenti di Pompei (ma non solo a Pompei) sono stati ripetutamente esautorati e delegittimati mettendo al loro fianco un commissario straordinario del Ministro: il primo fu un prefetto in pensione, Profili, il secondo un funzionario della Protezione Civile, Fiori. Come mai si possa affidare Pompei a un prefetto in pensione, e non invece ritardare di un solo giorno il pensionamento di un archeologo, un enigma contemporaneo in attesa di soluzione.
Pompei fra i siti archeologici pi visitati al mondo, e ha introiti annui di circa 20 milioni di euro. Al Ministero per i Beni e le Attivit Culturali si ritiene evidentemente che siano troppi, dato che il 30% sono dirottati su altri poli museali; inoltre, il commissario ha incamerato almeno 40 milioni di euro destinandoli in buona parte non allarcheologia, ma ad eliminare i cani randagi, a illuminare strade malfamate e ad altre operazioni di facciata, peraltro a quanto pare con scarso successo. di pochi mesi fa lapertura di uninchiesta della Corte dei Conti sulle procedure di emergenza adottate a Pompei.
Dunque: anzich affrontare questi ed altri problemi, anzich reperire nuove risorse, chi ci governa si accontenta di annunciare periodicamente lavvento di prodigiose Fondazioni, la pioggia di capitali privati, gli imminenti, prossimi miracoli della Protezione Civile. Ingabbiati in un effetto-annuncio autoreferenziale e inutilmente consolatorio, ministri e sottosegretari forse non riescono pi nemmeno a vedere il nesso elementare fra il taglio delle risorse e il crescere dei problemi. O forse, sono ancor pi colpevoli, perch lo vedono e lo nascondono ai cittadini. Non fanno nulla per rimediare alle crescenti, drammatiche carenze di personale. Intanto la delegittimazione delle Soprintendenze ha fatto un altro passo avanti: il Consiglio di Stato ha appena cestinato la tutela del sito archeologico di Saepinum (in Molise), con una sentenza che offende il Codice dei Beni Culturali e la Costituzione, autorizzando un nuovo impianto eolico contro il divieto della Direzione Regionale ai Beni culturali. Laffermata priorit di un permesso comunale sulle esigenze di tutela gravissima non solo perch condanna a morte un sito archeologico di primaria importanza, ma perch costituisce un pericoloso precedente, quasi il prevalere della Costituzione immaginaria vagheggiata dal ministro Tremonti, dove la libert dimpresa sarebbe il principio supremo, sulla Costituzione reale e vigente secondo cui la libert dimpresa non deve essere in contrasto con lutilit sociale (art. 41), e la tutela del paesaggio e del patrimonio storico artistico della Nazione (art. 9) un valore primario e assoluto.
Certo noi di Italia Nostra lo diciamo da anni che per affrontare degnamente i problemi della tutela in Italia basterebbe recuperare meno dell1% della gigantesca evasione fiscale, la pi grande del mondo occidentale in termini assoluti e relativi. E di fronte a Pompei che crolla, a Saepinum invasa dalla pale eoliche, di fronte ai territori inondati, devastati dalle acque, che cosa intende fare il Governo?
Pompei patrimonio non italiano, ma mondiale: Italia Nostra chiede al Ministro Bondi di affidare immediatamente agli organi scientifici del suo Ministero lelaborazione di un piano di conservazione del sito, quale premessa indispensabile, non solo delle elementari e irrinunciabili esigenze della tutela, ma altres del rilancio culturale di Pompei. Gli avvenimenti di oggi dimostrano, nella loro drammatica evidenza, la necessit di rafforzare lopera degli organismi della tutela: Pompei deve diventare un laboratorio a cielo aperto delleccellenza italiana nel campo del restauro e della conservazione e non una Fondazione mirata al lancio di eventi estemporanei e dagli incerti valori culturali.
Come per difendere il nostro territorio non servono le Grandi Opere, ma la quotidiana, incessante opera di ripristino e contenimento del rischio idrogeologico, cos per salvare il nostro patrimonio culturale non abbiamo bisogno di iniziative effimere e culturalmente risibili o addirittura controproducenti, bens di restituire la piena operativit alle Soprintendenze (a Pompei come a LAquila), in termini non solo di risorse economico finanziarie, ma di efficienza amministrativa e di riconoscimento istituzionale.
Leandro Janni
Consiglio nazionale Italia Nostra
(Leandro Janni
- 6/12/2010)
Per condividere l'articolo:
Altri articoli di Leandro Janni | Invia un commento all'articolo |
Stampa: "Pompei.pdf" |
Commento 9150 di Leandro Janni del 08/12/2010
Le tante scritte, le frasi rimaste intatte sui muri degli edifici di Pompei, visibili ancora oggi, ci informano su quali fossero le speranze, i rancori, gli amori e gli umori dei suoi abitanti. Una mi ha particolarmente colpito:
Mi meraviglio, o muro, che tu non sia crollato sotto il peso di tante sciocchezze. Cos'altro dire?
Tutti i commenti di Leandro Janni
Commento 9204 di renzo marrucci del 15/12/2010
Il pensiero con cui apri l'articolo uno di quei pensieri cosidetti nobili, buoni per tutte le occasioni e non si sbaglia certo a citarlo oggi.
Il motivo per cui non mi sollecita dibattito perch si regge su una strumentalizzazione a sfondo politico che non mi attira per come impostata. Posso dire per alcune cose:
_ Le Soprintendenze italiane hanno perso la loro attendibilit da molto tempo e non pu essere attribuita ad ora la loro struttura inadeguata e fuori della realt di oggi. Fosse solo fuori della realt di oggi sarebbe un buona cosa, ma non sufficiente.
Il Ministro Bondi non ha capito questo ministero e non ci entrato dentro, se non con scelte consuete, ordinarie, come ogni ministro ha fatto prima di lui e con la stessa leggera visone del mondo della cultura italiana. Per esempio la stessa approvazione del Codice Urbani, che io salutai come uno dei provvedimenti pi illuminati dal 1939 ad oggi, venne notevolmente ridimensionata dagli apparati di ogni politica, compresa quella di cui tu fai parte caro Janni, e con ci dicendola assai lunga sulla realt della tutela di questo problema del paesaggio in italia... A tutto ci si aggiunge il fatto che di Pompei non se ne occupato nessuno con seriet... e questo da molto tempo.
Presentire altri crolli e altri misfatti anche in ambito territoriale oggi un dovere da segnalare all' opinione pubblica. Dal punto di vista intellet
tuale, credo ci sia onestamente da responsabilizzare a raffica ed indistin
tamente sulla storia della gestione di questa nostra realt storico-artistica e sul paesaggio,cos come sulla cultura dei Centri Storici. Io per esempio, sono testimone dell' incapacit politica per alcuni Centri Storici importanti della Toscana retta da tuoi idem sentire. Questa volta non concordo con il tono che hai dato a questo tuo articolo, che ritengo assai leggero sui contenuti e specialmente in riguardo al discorso sulla indignazione e il riferimento agli intellettuali organici.
Il buon Seneca non pu essere usato a discrezione di una sola parte!
Tutti i commenti di renzo marrucci
Commento 9208 di Leandro Janni del 18/12/2010
Ho limpressione che il buon Renzo Marrucci abbia fatto una certa di confusione (pu succedere) nel commentare sommariamente alcune mie recenti riflessioni qui - su antithesi.info - diversamente pubblicate. Egli, tra molteplici affermazioni, sostiene: Il motivo per cui (il tuo articolo) non mi sollecita dibattito perch si regge su una strumentalizzazione a sfondo politico che non mi attira per come impostata.
Cosa rispondere? Cito poche parole di Pietro Giovanni Guzzo, soprintendente di Pompei dal gennaio 1995 allagosto del 2009, la cui intervista compare in questi giorni su il Venerd di Repubblica.
Dice Guzzo: Pompei stata commissariata e tutti si sono ubriacati con la parola valorizzazione. Una bufala. I pochi soldi che avevamo sono stati dirottati a fare gabinetti e bar, abbandonando la cura del patrimonio. Ci siamo trasformati tutti in albergatori.
Mi pare che le parole del soprintendente Guzzo sintetizzino la tesi principale che, nel mio articolo, sostengo con nettezza (politica???!!!).
Tutti i commenti di Leandro Janni
Commento 9209 di renzo marrucci del 18/12/2010
Cosa entra il "buon" lo puoi spiegare tu ... Forse per stimolare un dibattito? Ma gli argomenti devono essere sostanziali caro amico...
dirti che continui a non comprendere mi sembrail minimo se ti riferisci alle parole del soprintendente. Bisognerebbe capire un po pi a fondo... pi a fondo, e non girare s come fai...
Cio andare a vedere dove inizia la politica di dotare i sistemi museali con attrezzature di confort e documentazione in italia... e quindi capire perch e come... E capire anche quale stato il lavoro dei ministri, almeno degli ultimi cinque, sulla conservazione in Italia. Setu lo avessi fatto forse avresti trattato il dramma dove si trova... per questo l'articolo non sul tema caro Janni e fa solo polichetta scussa scussa. Sarebbe un buon contributo far capire che di Pompei tutti si son dimenticati, tutti!!!
E anche il perch....
Tutti i commenti di renzo marrucci
Commento 9213 di Leandro Janni del 20/12/2010
Inevitabilmente mi chiedo: Marrucci snob, elitario o nichilista - nei suoi insostenibili, incomprensibili piagnistei culturali? Che noia, comunque!
Tutti i commenti di Leandro Janni
Commento 9256 di Silvana Castro del 01/02/2011
Sono sconcertata da quanto ho letto nel tuo articolo!
Trasferire una buona parte degli incassi delle vendite dei biglietti per
accedere all'area archeologica ai musei..........
Io penso che tutti i proventi debbano andare al RESTAURO delle costruzioni, alla sistemazione delle piazze, ai rifacimenti delle Pitture murali che sono esempi irripetibili di ARTE del passato.
Studiando dei Piani adeguati, dando una certa PRIORITA' alle fondazioni
che servono per "aggrappare" il manufatto al terreno e poi proseguendo....
Certo i Tecnici devono essere specializzati, devono conoscere i materiali,
le tecniche di Restauro e non avere assegnato il lavoro per questa o quella conoscenza!!!
Con tanti Restauratori che ci sono in giro a girarsi i "pollici" perch non si convocano e si affidano loro i lavori?
Avremmo meno disoccupazione in Italia e certamente pi Opere QUALIFICATE.
Affidiamo i lavori ai giovani per motivarli e farli crescere, altrimenti i ragazzi si scoraggiano e non IMPARANO MAI!!!
L'esperienza si deve fare sul posto, certo deve essere supportata da un'adeguata preparazione e da un esperto (anziano) , si potrebbero
attribuire dei punti sia al restauratore che all'anziano da potere utilizzare successivamente.
Se pensiamo ai periodi artistici che ci hanno preceduto, quando i ragazzi lavoravano a"bottega" avevano minime capacit per, se erano adeguatamente incoraggiati e gratificati lavoravano alla fine con Armonia
e alla fine l' allievo superava il maestro. Non quello che abbiamo studiato a Scuola?
Non sono d'accordo con il fatto che si debbano affidare i lavori solo ai soliti grandi architetti e tante volte stranieri!
Se i giovani non sono incoraggiati e supportati adeguatamente ci troveremo intorno un' Architettura non NOSTRANA !!!
DIAMO UNA MANO AI NOSTRI FIGLI MERITEVOLI E AI QUALI ABBIAMO INSEGNATO IL VALORE DELLA CULTURA, perch l'Arte italiana unica,
i nostri Pittori, Scultori e Architetti sono stati chiamati negli altri paesi e
hanno esportato CULTURA!
La CULTURA un mezzo per produrre REDDITO, in Sicilia ci sono tante aree che sono trascurate, soprattutto le Madonie, se volete vi invio un repertorio fotografico da dove si potrebbe evincere tutto ci!!!
Abbiamo avuto frane e dissesti Idregeologici, a Castelbuono le strade (delle arterie esterne)fanno acqua da tutti i lati e nessuno si interessa pi di tanto!!!
Mente a S.Fratello e in altri posti stanno realizzando palificazioni in c.a.
da noi non si fa un bel niente, i soldi, se ci sono, sono stanziati per risolvere altre questioni.
Tutti i commenti di Silvana Castro
[Torna su]
[Torna alla PrimaPagina]