Opere faraoniche e tragedie annunciate 2
di Leandro Janni
- 12/10/2009
Sicilia, ottobre 2009.
Lennesimo, tragico, paradossale gioco delle parti. Alle prime dichiarazioni
dei sopravvissuti della frana che tutto ha travolto, portandosi dietro fango e
distruzione lungo le fiumare dei centri abitati del Messinese, di quei poveri
sopravvissuti che parlavano di disastro annunciato, si
sono, ora dopo ora, aggiunte quelle di politici, amministratori e tecnici che
ripropongono lo stesso tema: Si sapeva, la strage si poteva evitare.
Lo confermano i resoconti che, dopo lalluvione di due anni fa, passata
senza vittime, i tecnici della protezione civile avevano presentato alla Procura
della Repubblica: La causa scatenante le forti alluvioni stata
certamente lelevata intensit di eventi meteorici, ma non pu
non essere presa in considerazione la leggerezza di alcune scelte territoriali,
che si sono rilevate determinanti negli effetti provocati dal dissesto idrogeologico.
Scelte che hanno fatto s che il degrado dei corsi idrici del Messinese
diventasse un fenomeno ormai generalizzato e diffuso, capace di provocare un vero
e proprio disastro. Ci che sconcerta, allora, il
fatto che gli stessi artefici e in qualche modo responsabili di questo disastro
annunciato, scarichino adesso le responsabilit lun laltro,
come se nel frattempo fossero stati da qualche altra parte a fare altro, anzich
gli amministratori. Il sindaco dei Messina, Giuseppe Buzzanca, che ricorda di
essere da appena quindici mesi a capo dellAmministrazione comunale, e dimentica
che per dieci anni ha ricoperto la poltrona di presidente della Provincia. Il
governatore della Regione, Raffaele Lombardo, che soltanto ora parla di crimini
per demolizioni mancate e che il primo firmatario di uno
sconcertante disegno di legge sul Piano casa siciliano, adesso velocemente ritirato,
congelato. Non un piano casa, ma
un condono preventivo diciamo noi di Italia Nostra
che viola il diritto comunitario ed costituzionalmente illegittimo.
Il ministro dellAmbiente, Stefania Prestigiacomo, che lamenta il ricorso
ai condoni edilizi e i tagli ai fondi per la difesa del suolo, avendo in entrambi
i casi preso parte alle riunioni di Consiglio dei ministri che li ha permessi.
Sino ad arrivare al premier Silvio Berlusconi che, scaricando di fatto la responsabilit
su chi non ha agito di conseguenza, candidamente ammette: Era stato
previsto con anticipo: tutto era stato previsto, era stato previsto che si sarebbero
verificate delle situazioni critiche in queste zone. Avevamo dato avviso per tempo.
Tutte affermazioni che, in un Paese normale, sarebbero seguite da immediate dimissioni
da parte dei responsabili. A tutti i livelli.
Ma, noi non abitiamo in un Paese normale: tanto che, nonostante vi siano ancora
alcuni dispersi sotto il fango e le macerie, si afferma senza alcun pudore che,
nonostante sia nota la situazione di gravit che affligge non solo la Sicilia
ma tutto il territorio italiano, non ci sono risorse economico-finanziarie per
metterlo in sicurezza. Mentre non mancano, a quanto pare, risorse economico-finanziarie,
per mandare avanti opere faraoniche come il ponte sullo Stretto. Lo ha affermato
il ministro delle Infrastrutture e trasporti, Altero Matteoli: Conosco
abbastanza bene il problema dellassetto idrogeologico del nostro Paese
ha detto Matteoli. Per metterlo in sicurezza ci vogliono
35 miliardi, ma non ce li abbiamo. Per, ha assicurato che
il ponte sullo Stretto si far, asserendo che se le opere collaterali alla
realizzazione del ponte vero e proprio fossero gi avviate, con le migliorie
al territorio previste forse il disastro del Messinese
sarebbe stato inferiore. Una dichiarazione, quella del ministro Matteoli,
seguita alle parole del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che aveva
sollecitato un piano serio che investa, piuttosto che su opere faraoniche,
sulla garanzia e sicurezza, rilevando come vi sia una situazione
di diffuso disseto idrogeologico in parte causato dallabusivismo, a Messina
e in molte altre parti dItalia. Lattuale ministro delle
Infrastrutture ha ineffabilmente commentato, dicendo: Io non mi permetto
di polemizzare col capo dello Stato, per voglio chiedere: cosa centra
il ponte di Messina?. Certo diciamo noi che
di vero e di concreto, per la realizzazione di questa inutile e faraonica opera,
ci sono solo i finanziamenti pubblici di 1,3 miliardi di euro stanziati dal Cipe.
Fondi che, invece, dovrebbero immediatamente essere destinati alle necessarie
opere di messa in sicurezza delle due aree dello Stretto. Cos come altre
risorse dello Stato destinate ad opere infrastrutturali, considerate prioritarie,
potrebbero andare a costituire un fondo per mettere mano a quella che si palesa
davvero come la vera priorit del Paese: la tutela, la messa in sicurezza
del territorio. Forse non si arriver ai 35 miliardi ritenuti necessari
da Matteoli, o ai 25 richiesti da Guido Bertolaso (considerati una provocazione
dal premier Berlusconi) ma, senza dubbio, saranno meno dello zero euro
in cassa, che ha confermato il ministro Prestigiacomo per il 2010.
Tra laltro, il parere che il ponte sullo Stretto rimanga una priorit,
sembra sostenuto ormai dal solo ministro Matteoli, considerato che anche da Confindustria
arriva un ulteriore no alla mega infrastruttura: Secondo noi non
la priorit ha dichiarato la presidente Emma Marcegaglia.
Abbiamo bisogno prima di tutto di mettere in sicurezza il territorio
ha osservato la Marcegaglia a margine dell'Assemblea annuale degli industriali
di Pavia perch ci sono continui e preoccupanti casi ambientali,
ma occorrono anche piccole opere, necessarie per dare pi efficienza al
sistema infrastrutturale e logistico italiano.
Ci chiediamo: ha senso parlare di tragedie annunciate in
un Paese come lItalia che, negli ultimi novantanni, ha registrato
oltre 5.000 grandi alluvioni e 12.000 frane? In media, un episodio ogni giorno
e mezzo. In soli cinquantanni, i fenomeni naturali hanno provocato circa
3.500 morti, mediamente 7 morti al mese. Cos stima una recente ricerca
dellAssociazione nazionale bonifiche e irrigazioni. In Sicilia, il 70 per
cento del territorio ad alto rischio. Il presidente della Regione Sicilia
Raffaele Lombardo, a seguito dei drammatici eventi dei giorni scorsi, ha espresso
lintenzione di adottare un atteggiamento intransigente verso labusivismo
e di porre in essere interventi seri ed efficaci per ridurre il dissesto idrogeologico.
Lombardo ha anche proclamato che intende congelare il Piano
casa siciliano. Ma che vuol dire congelare? La consueta,
sconcertante ambiguit del potere politico, in attesa di tempi migliori?
E comunque, non pochi malumori hanno manifestato i deputati regionali di Palazzo
dei Normanni, a seguito delle recenti dichiarazioni del governatore della Sicilia.
Noi, in conseguenza di quanto accaduto, non solo di recente, non possiamo non
chiedere al Governo regionale un atto di responsabilit: la Sicilia rinunci
ad approvare un Piano casa che prevede un rilevantissimo e scriteriato aumento
delle cubature edilizie e di consumo di suolo, in una realt gi
pesantemente pregiudicata. Una realt in cui l80 per cento dei comuni
a rischio di dissesto idrogeologico. La Sicilia non ha certo bisogno
di un ulteriori costruzioni, ma di un grande progetto di riqualificazione del
territorio, che preveda la liberazione delle aste e delle foci fluviali dal troppo
cemento che le ha invase, delocalizzando laddove necessario
gli edifici e le infrastrutture dalle aree pi vulnerabili, consolidando
i versanti delle montagne e delle colline con interventi di rinaturazione e rimboschimento.
Tutto questo si pu fare. Deve essere fatto. Senza perdere altro tempo.
A Giampilieri (Messina) si ripetuto in modo pi eclatante,
con risultati pi tragici quello che era accaduto due anni fa,
quando, fortunatamente, non ci furono morti. Inesorabilmente, alla prime piogge
autunnali di questanno, il territorio messinese ha mostrato tutta la sua
fragilit con conseguenze pesantissime, stavolta anche in termini di vite
umane. Negli ultimi anni questo territorio stato offeso, violentato da
unurbanizzazione aggressiva e dissennata, che ha stravolto i delicati equilibri
ambientali e paesaggistici. Numerose sono le inchieste della magistratura che
riguardano abusi e speculazioni edilizie perpetrate in aree torrentizie. Noi di
Italia Nostra ribadiamo quanto detto in altre occasioni. necessaria una
svolta seria, concreta, efficace nella gestione del territorio,
che ridia ruolo e valore agli strumenti di pianificazione urbanistica e paesaggistica
e li impronti a criteri di tutela, equilibrio, sostenibilit ambientale.
E necessaria una svolta anche nelle politiche di protezione civile, che
devono prevedere anche efficaci e tempestive azioni di prevenzione. Ovviamente,
per realizzare tutto questo, occorrono politici e amministratori seri e responsabili,
capaci di gestire, governare la complessit. Capaci di pensare, programmare
e attuare uno sviluppo equo e sostenibile dellIsola. Politici e amministratori
capaci di coniugare passato, presente e futuro; tutela e innovazione.
(Leandro Janni
- 12/10/2009)
Per condividere l'articolo:
Altri articoli di Leandro Janni | Invia un commento all'articolo |
Stampa: "Opere faraoniche e tragedie annunciate 2.pdf" |
Commento 7513 di Pietro pagliardini del 13/10/2009
Mi scusi se insisto sig. Janni ma ho da farle un'altra domanda (non mi scambi per con Repubblica che ne ha fatte molte di pi):
Lei dice che scriteriato aumentare del 20% le cubature delle abitazioni, una catastrofe ambientale, un grande "consumo di suolo", come va di moda oggi dire. Pu anche darsi che lei abbia ragione, non posso confutarlo perch non conosco la situazione siciliana ma.... le stesse cubature approvate con legittimi strumenti urbanistici, ancorch regolari (cio contrattate politicamente) diventano per ci stesso buone?
Non le sembra che siamo sempre al solito scambio tra metodo e merito, tra forma e sostanza, tra luogo comune e pensiero?
Caspita, Repubblica fa scuola anche tra i suoi ex lettori
Saluti
Pietro
Tutti i commenti di Pietro pagliardini
Commento 7516 di Vilma Torselli del 14/10/2009
Sono d'accordo con Pietro (una volta tanto!), il problema sta a monte. Se, come scrive Janni, "negli ultimi anni questo territorio stato offeso, violentato da unurbanizzazione aggressiva e dissennata, che ha stravolto i delicati equilibri ambientali e paesaggistici. Numerose sono le inchieste della magistratura che riguardano abusi e speculazioni edilizie perpetrate in aree torrentizie", concentrarsi sul piano casa un p come guardare la pagliuzza e dimenticarsi della trave.
Se il disastro incombeva da anni per una scriteriata gestione del territorio perch gli stessi cittadini, diretti interessati e oggi direttamente danneggiati, non hanno scelto di farsi governare da politici corretti e capaci, ma hanno scelto di barattare licenze abusive e demolizioni mancate contro voti.
Non avremo politici con una coscienza civile finch non saremo cittadini con una coscienza civile.
Tutti i commenti di Vilma Torselli
Commento 7518 di Leandro Janni del 15/10/2009
Il Piano casa un condono preventivo.
Il Piano casa attribuisce ai privati la scelta di ampliare labitazione, in deroga alla pianificazione urbanistica che, con un complesso procedimento amministrativo fatto anche di partecipazione pubblica, stabilisce limiti alla propriet per assicurare, secondo lart.42 della Costituzione, linteresse pubblico delluso equilibrato di un bene limitato come il territorio. Questa deroga alla pianificazione, determina una profonda modificazione nei rapporti tra bene pubblico e interessi privati. La stessa modificazione dei condoni edilizi, cambia solo il rapporto tra la legge e lintervento edilizio: nel caso del condono viene prima lintervento edilizio e poi la legge, nel Piano casa il contrario. In tutti e due i casi c un aumento del consumo del suolo e del carico urbanistico in contrasto con il piano regolatore generale, vale a dire che viene alterato il rapporto tra numero di abitanti e quantit di servizi. Il Piano casa, secondo i suoi sostenitori, andrebbe incontro alle esigenze del figlio che si sposa e invece di comprar casa amplia quella dei genitori, con la conseguenza che, considerato che si prevedono ampliamenti del 20% degli edifici uni o bi-familiari (oltre alle demolizioni e ricostruzioni fino al 35%), nelle zone con questa tipologia di edifici (si pensi alle tante villettopoli cresciute intorno alle nostre citt) ci determiner un aumento del numero degli abitanti, mentre rimarranno immutate le strade, i parcheggi, le fognature, le scuole, gli uffici pubblici, il verde pubblico, le reti di gas, luce e telefono, ecc.
Per queste ragioni, a difesa della pianificazione pubblica del territorio, sin dallinizio - e oggi ancor di pi, dopo la tragedia di Messina - Italia Nostra si opposta al Piano casa, indipendentemente dal fatto che a proporlo ed attuarlo fosse il Governo o le Regioni, indifferente anche al fatto che alcune Regioni ne abbiano mitigato la portata. Italia Nostra, dopo aver presentato nelle scorse settimane un reclamo alla Commissione europea per violazione del diritto comunitario, impugner innanzi al TAR le deliberazioni dei Comuni sul Piano casa e sollever la questione di legittimit costituzionale della legge regionale per violazione di diversi articoli della Costituzione, in particolare dellart.42. Senza contare che non risulta che i Comuni, nellapprovare a loro volta il Piano casa, abbiano tenuto conto dellart.78 del Testo unico enti locali che prevede lastensione dei consiglieri comunali nei casi in cui sussiste una correlazione immediata e diretta fra il contenuto della deliberazione e specifici interesse del consigliere o di parenti o affini entro il quarto grado. Siamo sicuri che non c alcun consigliere comunale, o parente o affine del medesimo, al quale faceva comodo ampliare la villetta?
Questo sotto il profilo giuridico, mentre per quello economico, se nel Piano casa evidente linteresse dei cementieri, meno sicuro quello dei costruttori che gi oggi hanno serie difficolt a vendere i tanti edifici costruiti sullonda della bolla immobiliare (chi li acquister se, in piena crisi delledilizia, i figli che si sposano amplieranno la casa dei genitori?), mentre linvenduto e il disabitato, con adeguati incentivi, potrebbero risolvere il reale fabbisogno abitativo.
Un interesse opposto hanno invece i settori del turismo, dellagricoltura, delle energie rinnovabili e di quelleconomia verde che si va affermando nel mondo. La devastazione del nostro territorio e paesaggio, vera ed irripetibile ricchezza del nostro Paese e del nostro turismo di qualit, non la via di uscita dalla crisi economica, ma il definitivo e irrimediabile affossamento della nostra economia e della capacit dellItalia di attrarre talenti e ricchezza. Per superare la crisi serve un diverso modello di sviluppo, non il Piano casa, non altro cemento. Quel modello al quale sta lavorando Obama negli Stati Uniti e quello che ci incoraggia a perseguire il Presidente Napolitano quando dice facciamo della crisi unoccasione perch lItalia cresca come societ basata sulla conoscenza, sulla valorizzazione del nostro patrimonio culturale e del nostro capitale umano.
Tutti i commenti di Leandro Janni
Commento 7519 di renzo marrucci del 15/10/2009
Fra le tante cose che il piano casa diventer ci sar anche quello... Ma chi non pu chiudere il balconcino di casa o aggiungere una stanza perch non in villa o in villini vari potr sempre ricorrere alla speranza di farsi una villa al mare o in montagna...
Tutti i commenti di renzo marrucci
Commento 7520 di Pietro pagliardini del 15/10/2009
Mi spiace, ma lei non risponde alle mie domande perch non vuole leggere ci che scrivo. Credo,a questo punto, sia sinceramente inutile continuare ad offendere le nostre rispettive intelligenze.
Noi due siamo (stia attento, ho detto SIAMO) lo specchio della catastrofe italiana: da una parte un potere culturale e politico in disfacimento totale che arriva ad appellarsi ad Obama (il quale palesemente non c'entra un piffero con le nostre beghe) come ultima speranza possibile cui riferirsi, nell'impossibilit di trovarne una credibile in casa propria, dall'altra una forza grande che per costretta a muoversi a spintoni e spallate, nell'impossibilit di poter discutere serenamente dei mali che ci affliggono.
Lei non contro il Ponte in s, non una ragione ha addotto, lei contro ogni cosa proposta da Berlusconi, io non sono a favore del Ponte, di cui anzi nutro dubbi, ma sono costretto a difenderlo di fronte al vuoto di motivazioni contrarie che sento.
Se continuassimo a scriverci finiremmo coll'offenderci inutilmente perch non ci capiremo mai e non c' alcun motivo plausibile per farlo.
Quindi lei continui a credere di essere uno strenuo difensore dell'ambiente e un paladino della "legalit", io continuer, ma non con lei, a fare domande, sperando di ottenere qualche risposta coerente con l'argomento.
Saluti
Pietro
Tutti i commenti di Pietro pagliardini
Commento 7523 di Renzo marrucci del 17/10/2009
Il ponte sullo stretto
Davvero interessante che i verdi si scandalizzino tanto per il ponte sullo stretto di Messina quando dimenticano, per esempio, quello che avviene a Salerno per lennesimo crescent post fascista o leninista che dir si voglia al segno di unarchistar o di quello pi o meno analogo che avviene a Milano con city life con quella scorta di grattacieli tentennoni con previsto museo a tazza che oltretutto provincializzano irrimediabilmente limmagine di Milano secondo una svolta allincontrario e non certo per migliorare la vita dei cittadini. Eppure i verdi compaiono e spariscono e non si sa bene il perch Nessuno che si interessi agli scempi di Roma delle giunte scorse e via dicendo Silenzio assoluto compreso il silenzio sulla questione delle recenti esperienze napoletane sulla mercificazione dellimmondizia e come dimenticare la leggendaria fioritura di ogni sorta di immondizia sulle strade e sugli spazi pubblici di citt campane? E come mai questo interesse verso unopera pubblica che potr innescare qualche cosa di nuovo nella vita di unisola tenuta allesterno? Ora si interessano tanto al ponte? Sar che si risveglia lanima per un romantico Caronte? Sar per una nota di agreste mitologica memoria intrisa di sentimento nostalgico ? Oppure la preoccupazione per una futura pagina che non sigli troppo lera della sinistra dello scontento?
Renzo Marrucci
Milano, 15 ott. 2009
da Patrimonio sos
Tutti i commenti di Renzo marrucci
Commento 7550 di Matteo seraceni del 21/10/2009
Io credo che quello del "piano casa" sia un falso problema: la mentalit italiana ad essere fallace.
Vorrei ricordare gli innumerevoli condoni (fatti da governi sia di destra che di sinistra che di centro) succedutisi negli anni, le speculazioni edilizie, le opere iniziate e mai finite (tanto per citarne una, la Salerno-Reggio Calabria), ecc.. ecc..
Il problema pi antico di quel che sembra; non nascondiamoci dietro un dito: il popolo italico pronto a vendere la propria terra, il futuro dei propri figli ed i propri ideali in cambio di qualche soldo e della possibilit di avere un minimo tornaconto.
Mi piacerebbe vivere in un mondo senza palazzinari, speculatori e falsi professionisti; ma vivo in Italia.
Credo che la prima cosa da fare sia piuttosto dare una speranza a chi ancora crede che si possa fare della buona architettura in un contesto come questo...
A presto
Matteo
http://arching.wordpress.com
Tutti i commenti di Matteo seraceni
[Torna su]
[Torna alla PrimaPagina]