Ricercatori di verit
di Ugo Rosa
- 21/11/2008
E una superstizione perbenista quella
che pretende che non sia comme il faut
parlare di ci che ti tocca personalmente.
Al contrario: di cosaltro possiamo parlare
fino in fondo e pour cause? Inoltre vi
sono parole e azioni di tale impudica
protervia, di cos miserabile ipocrisia che,
per quanto minimo sia il loro raggio
dazione, si qualificano subito come
crimine estetico contro lumanit. Il
lasciarle correre pu essere perci anche
peggio di un'omissione e virare
impercettibilmente verso la complicit:
bisogna farsene carico a costo del
ridicolo
Cornelius Lathbury
Domenica 16 novembre ero a pranzo da mia sorella.
Cerano: mia zia, le mie cugine, mia madre, laltra mia sorella,
mio figlio piccolo e mia moglie. Abbiamo mangiato: anelli al forno (senza le
melanzane perch a una delle mie cugine non piacciono) involtini alla
palermitana, insalata, una torta al cioccolato, pistacchio e nocciola e dei
deliziosi tranci alla ricotta e alla mousse di pistacchio.
Avevo appena finito la torta che sento la suoneria del cellulare.
E un amico: Capisco che domenica e tu sei a pranzo, ma
questa non te la puoi perdere. Accendi la tv, rai uno, Domenica in. Subito.
Ciao.
E, misteriosamente, riattacca.
Un pranzo in famiglia non un pranzo di gala; certe deroghe alletichetta
si possono pure fare. Perci mi scuso e, incuriosito, mi alzo da tavola
e mi porto a tre metri di distanza, dove c la televisione. Accendo
e sintonizzo su rai uno.
La prima faccia che appare quella di Stefano Zecchi.
Gi questo mi provoca disturbi alla digestione.
Insomma, non certo il dopopranzo che avevo preventivato. Io gi
mi disponevo ad accomodarmi sul divano con un bicchiere di Jack Daniels
e, magari a fare (finta) di giocare una partita a scacchi con mio figlio.
Tuttavia mi dispongo allascolto e alla visione, rassegnato.
Lo Zecchi uno che parla di tutto, perci non si pu certo
desumere, dalla sua sola presenza, largomento della discussione. Si potrebbe
parlare dei miracoli di Padre Pio, dei tradimenti dellisola dei famosi
e di qualsiasi altro anello della catena di santAntonio che congiunge
questi due estremi, passando attraverso le tragiche vicende della principessa
del popolo e le battute di spirito di qualche coglione sullabbronzatura
dei neri. Dopo sei parole capisco che non si chiacchiera di nessuno di questi
fondamentali argomenti (probabilmente se n trattato prima). Il
tema della discussione, invece, oggi quello dei raccomandati e delle
raccomandazioni. Dopo Zecchi intervengono, infatti, anche Mario Giordano (direttore
di un giornale veramente indipendente che appartiene ai Berlusconi ma, per equanimit,
prende anche i soldi dello Stato) Pippo Baudo e Bruno Vespa (un altro noto libero
pensatore). Tutti pratici, si capisce, di raccomandazioni. Cazzo, penso, Davide
(lamico che mi ha telefonato) la sua dose di Jack Daniels deve
essersela gi fatta fuori: perch mi ha chiamato? Che me ne frega
di Zecchi che parla dei raccomandati con Bruno Vespa?
A un tratto ecco che i pixel dello schermo si dispongono magicamente mettendo
a fuoco una faccia che mi nota in un modo diverso da quello delle altre
facce che ho visto fino ad ora. Faccio mente locale e realizzo che io, quella
faccia, lho gi vista da qualche parte, quando, sotto la faccia,
appare una scritta: Maurizio Oddo, architetto e ricercatore universitario.
Ecco chi : abbiamo fatto il concorso per ricercatore insieme!
Anche lui un esperto di raccomandazioni? Evidentemente s, perch,
se no, che ci sta a fare l?
Lui puntualizza: Io rappresento uneccezione eccezionale, avendo
vinto il concorso per ricercatore, eccezionalmente, senza raccomandazione, dopo
ben tredici anni.
Tredici anni di che?
Di raccomandazioni andate a vuoto? No.
Tredici anni e basta. Tredici anni a prescindere.
Lui, insomma, eccezionalmente presente nella veste di quelleccezionale
eccezione che dopo tredici anni (forse bastava arrivare a quindici e lo nominavano
dufficio) ha vinto un concorso per ricercatore universitario.
Allora capisco il senso della cifra e di quella faccia: lui uno che
sarebbe dovuto diventare ricercatore tredici anni fa, ma, per via di raccomandazioni
mancate o andate a vuoto, ingiustamente non lo divenne. Lo divenuto,
eccezionalmente, adesso, perch il tempo galantuomo.
Il dibattito prosegue, ma io mi fermo l.
Mi avvento sulla bottiglia di Jack Daniels lascio perdere gli scacchi
(facendo un favore a mio figlio che pu cos dirottarsi sul computer)
e faccio s che i pensieri si dispongano in fila per uno.
Questo signore, dunque, io lo conosco personalmente.
E uno di quei formidabili compilatori di schede progettuali altrui che,
raccolte in tomi si accumulano fino a divenire monografie, e che vengono poi
commentate da periodi le cui tracce si perdono nelle azzurre lontananze di una
fiabesca e imperscrutabile sintassi.
A titolo di esempio ne voglio riportare qui uno, espressivo, con cui larchitetto
Oddo sintetizza il contenuto del libro che, a tuttoggi, rimane il suo
capo dopera: Pur senza addentrarsi nelle futili diatribe degli
storici dellarchitettura su inutili specificit, che nelleconomia
di un quadro complessivo non servono, accettando la divisione in decenni del
secolo appena trascorso, secondo una operazione semplificatrice che tende a
prolungare gli effetti di singoli fenomeni su un arco temporale pi ampio
rispetto al loro primo manifestarsi, nelle pagine che seguono sar descritta
e analizzata, nellarco di tempo considerato, larchitettura in
Sicilia com davvero, anche nei suoi turbamenti profondi, senza
incorrere in facili provincialismi, lontana dallossessione delloriginalit
che, come scrive Alvaro Siza nel sottolineare limportanza del regionalismo
critico a cui faremo costante riferimento atteggiamento
incolto e superficiale.
(Architettura contemporanea in Sicilia, M. Oddo, pag. XXVII).
E evidente che chi scrive darchitettura in questa maniera si raccomanda
da solo: perch mai qualcuno dovrebbe prendersi la briga di raccomandarlo?
Una volta, accoratamente, lOddo mi chiese un pezzo (da lui definito straordinario,
in tempo reale a pag. XXV del medesimo volume, il che conferma la sua propensione
alluso dei superlativi) proprio per questo incunabolo triste e ponderoso
sullarchitettura contemporanea in Sicilia.
Pezzo che, malauguratamente, scrissi e che oggi si trova incastrato tra un pensoso
pistolotto di Franco Purini e quel periodare dissenterico e acquerellato di
cui ho fornito un breve esempio (il libro, per saperlo, consta di 862 pagine,
di cui 59 scritte da Oddo e il resto da altri, fra i quali, come ho detto, quel
povero testa di minchia del sottoscritto).
Il volume era stato, infatti, messo insieme giusto in tempo per fare
titolo al concorso per ricercatore universitario al quale anchio,
come un coglione, mi avventurai a partecipare.
Larchitetto Oddo, infatti, vinse il concorso ed io mi trovai, come mi
capita pi spesso di quanto sarebbe auspicabile, ad aver contribuito,
alacremente, alla mia medesima defenestrazione.
Il concorso si svolse il 14, 15 e 16 maggio 2008, ma il 27 maggio alle
ore 20.10 ricevo una bella mail dallarch. Oddo nella quale, fra le altre
cose, c scritto (cito testualmenteluso del congiuntivo
e della punteggiatura non fanno parte del bagaglio culturale richiesto a un
vincitore di concorso, quindi non fateci caso):
Tu penso non abbia nessun problema, a parte la tua preparazione e
la tua bravura, il tuo nome girava da tempo immemorabile nella facolt
palermitana.
I problemi - direbbe un siciliano doc, cazzi sua - sono del secondo candidato
di cui, anche in questo caso, qualcuno conosce il nome o gioca alla roulette
russa.
Il mio nome, dunque, Girava da tempo immemorabile nella facolt
palermitanama tu pensa come se la sono presa nel culo i bookmakers!
Dir per dovere di cronaca (i posti in palio erano due, come s
capito) che quel secondo candidato (o primo, non saprei)
il quale, caso ancora eccezionale, si aggiudic la famosa roulette russa
si chiama Marzullo Calogero.
Costui, sembra, ha prodotto, eccezionalmente, un volume (di cui non posso citare
nulla perch non rintracciabile) cos intitolato: Sequenze.
Caratteri distributivi degli edifici. La abitazione. Tale volume per
recava, sempre in via eccezionale, una prefazione scritta, appunto, dal professore
ordinario che si trovava, eccezionalmente, a presiedere la commissione del concorso
di cui stiamo parlando: lArch. Prof. Ord. Marcello Panzarella.
Questo per non deve meravigliare, giacch si d il caso,
sicuramente eccezionale, che il Marzullo Calogero era assistente del Panzarella.
Eccezionalmente parlando.
Se nessuno lo conosce non ha importanza: lo conosceva bene il saggio che doveva
conoscerlo e giudicarlo. Siamo, come sempre, su un piano perfettamente, correttamente,
infattamente e quantamente, salomonico.
Ma, dal momento che il concorso era dedicato alla progettazione architettonica
oltre alla scrittura contava, si dir, larchitettura.
Giusto.
E infatti, in via sempre eccezionale, dellarchitetto Oddo noto
un progetto (non finito: una casetta per vacanze) e, dellarchitetto Marzullo
Calogero, nessuno. Non solo. Tuttavia, visto che si trattava di progettazione
architettonica, anche i titoli accademici dovevano avere il loro peso: infatti
larchitetto Oddo detiene s un dottorato, come parecchi di noi
poveri minchioni che si partecipava ingenuamente al concorso, ma contrariamente
agli altri e al sottoscritto (il cui dottorato era, come avrebbe dovuto essere
ovvio, in progettazione architettonica) il suo era stato conseguito,
in via eccezionalmente eccezionale, in storia dellarchitettura.
Evidentemente, lessere specializzati in storia dellarchitettura
dovendo insegnare invece progettazione architettonica non cosa che
guasta il sangue a nessuno, gli studenti si adattano e la commissione di concorso
pure.
Anche ad un cardiochirurgo andrebbe benone essere specializzato in storia della
medicina: il paziente, tanto, pazienta. Per definizione.
Per Dura lex, sed lex, e lArch. Prof. Ord. Marc. Panz., presidente
della commissione, ha fatto bene a non guardare in faccia nessuno: n
chi ha pubblicato decine di progetti in riviste di non secondaria importanza
(italiane e non), n chi, da dieci anni, sta nel comitato di redazione
di una delle riviste di architettura pi importanti del mondo e ci ha
scritto parecchie volte e neppure chi, avendo allattivo parecchie decine
di pubblicazioni (sia cartacee sia in rete, nonch qualche libro) protervamente
osava candidarsi non certo a un posto di ordinario, ma a un semplice posto di
ricercatore. Egli andato per la sua strada ed ha, invece, assegnato
il posto a chi di dovere. Un professore integerrimo e tutto dun pezzo.
Cosaltro potrebbe meglio provare la sua incorruttibile incorruttibilit?
Non dimentichiamo, inoltre, che qui si parla di galantuomini, via.
Anche il presidente della commissione, Arch. Prof. Ord. Marc. Panz. ,
infatti, un caso eccezionale.
Perch neanche lui mai stato raccomandato.
Da nessuno al mondo.
Nevermore.
Non ci pensate nemmeno.
Da ordinario annovera tra i suoi titoli un solo libro interamente a suo nome,
di circa sessanta pagine (la met occupate da figure) pubblicato negli
anni ottanta e intitolato Diario di architettura. Purtoppo, com
naturale, non ce n pi traccia, ed un vero peccato
perch, da quel che ricordo, se ne potrebbe stralciare un istruttivo
florilegio.
Ma, si dir, lArch. Prof. Ord. Marc. Panz. insegna progettazione,
non teoria e neppure storia dellarchitettura. Tiene, appunto, laboratori
di progettazione.
Certo.
Di questo architetto sessantenne le cronache, effettivamente, riportano unopera
di architettura. Essa se ne sta, malinconica, sul corso principale di Cefal
abbacchiata da trentanni di abbandono, libresca e polverosa quasi quanto
il suo autore: che se gli dai una pacca amichevole sulle spalle la tosse viene
a te e non a lui.
La sua monografia comincia e si conclude con quella.
Non importa.
Ci che importa che, finalmente e dopo tredici anni, in via
eccezionalmente eccezionale, lOddo e Marzullo Calogero non erano raccomandati.
Tant che Oddo andato, per ogni buon conto, a metterlo
seriamente e fieramente in chiaro a Domenica In, che, com noto,
oramai la sede accademica adatta a dirimere le questioni inerenti alluniversit
italiana dibattendone assieme a Bruno Vespa, Pippo Baudo e Mike Bongiorno al
quale, del resto, non manca la laurea ad honorem.
I miei complimenti, dunque, alleccezionalmente eccezionale ricercatore
Maurizio Oddo che non stato raccomandato da nessuno (anche se devo
tirargli le orecchie affettuosamente perch s dimenticato
di precisare che neanche Marzullo Calogero stato raccomandato).
I miei complimenti alleccezionalmente eccezionale Arch. Prof. Ord. Fut.
Pres. Fac. Arch. Marc. Panz. che non solo non mai stato raccomandato,
ma non ha mai permesso che gli fosse raccomandato qualcuno.
Infine i miei complimenti a chi ha invitato Maurizio Oddo a quella trasmissione
come simbolo della giustizia trionfante ed eroe dei nostri tempi.
Evviva lUniversit, evviva la Ricerca, evviva la Televisione,
evviva la Patria: rendiamo lode per esser nati e vivere in questo meraviglioso
paese.
Andate in pace.
Amen.
(Ugo Rosa
- 21/11/2008)
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Commento 6555 di renzo marrucci del 22/11/2008
Mi dispiace soprattutto per la cattiva digestione che il simpatico Ugo Rosa avr, purtroppo, sinceramente fatto. Prende un certo gelo che arriva sino alle ossa a leggere lo scritto di Rosa su quello che ha sentito e visto a Domenica In e per il resto naturalmente e ci nonostante che da noi accadimenti di questo genere siano ormai non dico un classico ma un procedere corrosivo e insano certamente... e a cui la stragrande maggioranza degli italiani, complice la politica, ha fatto il cosiddetto"callo". Chi in un modo chi in un altro...E non tutti hanno la capacit di scriverne soprattutto, anche se il tono tra il sarcasmo e l'odor di........che Rosa intelligentemente tratta. Tuttavia mi permetterei di aggiungere che in fondo l'Universit italiana non sarebbe quello che ..... senza queste deliziose storielle che ne dimostrano l'umus... che oggi.... se vero quello che sento e vedo dire ma di cui non c' da fidarsi... perch probabilmente si potranno (sic) cambiare un p di uomini ma non il vizio... Il Vizio troppo grande e radicato da noi per non essere considerato sistema e non potr quindi essere facilmente mutato... Un caro amico mi disse: se sei bravo devi stare piatto altrimenti ti fregano... se non hai potere... Complimenti a Ugo Rosa per il suo scritto che ritengo un contributo serio e da apprezzare sinceramente.
Tutti i commenti di renzo marrucci
Commento 6556 di Leandro Janni del 22/11/2008
E un mondo trans-autentico, caro Ugo, quello che abitiamo.
Verosimile insomma! meglio che vero.
E comunque, di autentico (o quasi) ci restano gli anelli al forno, gli involtini alla palermitana, linsalata, la torta al cioccolato. I cannoli siciliani.
POSCRITTO
Come avrai notato, io, nel "gran catalogo dell'architettura contemporanea siciliana", redatto da Oddo, sono riuscito a non entrarci.
Ecologica sapienza?
Un caro saluto,
Leandro
Tutti i commenti di Leandro Janni
Commento 6565 di rosario ferraro del 01/12/2008
Forse meglio un amaro, magari un amaro Averna invece che un Jack Daniels, avresti anche fatto omaggio al campanile e aiutato la digestione. Il valore di un uomo lo sancisce il tempo e la storia, anche se pu sonare retorico. Non sono un accademico, sono solo un architetto che da studente, in facolt ha conosciuto Ugo Rosa come assistente di un ottimo Prof. Architetto e l'altro come assistente di chi? Non ricordo!
Ugo vai avanti, continua a scrivere e la lavorare come sai fare. E' difficle che cambi qualcosa e chi veramente capisce di architettura sapr sicuramente discernere, in fin dei conti siamo o no della terra del Gattopardo........... meglio omettere.
Complimeti per il coraggio e per quello che hai scritto.
Tutti i commenti di rosario ferraro
Commento 6591 di rossi del 23/12/2008
caro Ugo tutto triste, ma c' di peggio!
A Palermo in corso un concorso di ricercatore in progettazione. Concorso affidato ad una commissione capeggiata da un eccelso uomo-architetto-pensatore come Roberto Collov. Concorso dove tutti si sono affaticati a sconsigliare di parteciparvi perch il vincitore sar il discepolo del presidente della Commissione Giuseppe Marsala. Quel marsala che durante le manifestazioni degli studenti si affaticato a voler spiegare agli stessi cosa non funziona dell'universit italiana.
Tutti i commenti di rossi
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