Erice. Il progetto nuovo per la citt antica
di Vito Corte
- 3/11/2008
Da poco concluso il Concorso Europan 9, la citt di Erice che prima aveva promosso se stessa alimentando il dibattito architettonico sul rapporto tra nuovo ed antico in ambiti di pregio storico e paesaggistico attraverso un innovativo Piano Particolareggiato di Recupero a firma di Bruno Gabrielli sembra ora disinteressarsi degli esiti concorsuali e pare che abbandoni alloblio i vincitori, insieme con il problema di dare dignit ad unarea degradata del margine del suo centro storico.
Gli spagnoli Eugenio Gnzales e Beatriz Fierro non sono stati nemmeno contattati per un briefing sui possibili sviluppi delle loro pur interessanti ipotesi. Analoga sorte toccata ai portoghesi Armando Rabaa e Rui Alfonso Silva (progetto menzionato) e agli austriaci Gernot Kupfer e Roland PabelI (progetto segnalato).
Eppure il tema Europan 2007/2008 era perfetto per Erice: centrato su una visione europea di urbanit, che si preoccupasse di innovare gli spazi pubblici spesso residui dequalificati per offrire modelli di fruizione che fossero sostenibili.
La sostenibilit ad Erice diventerebbe un tema arduo, o magari inopportuno, se fosse sviluppato con i soli e desueti strumenti del progetto edilizio: non culturalmente giustificabile infatti che un ambiente di cos alto pregio storico ed ambientale, pur se compromesso in quellarea che stata oggetto di sperimentazione progettuale da parte dei partecipanti ad Europan, possa pensarsi come oggetto di sole e semplicistiche azioni di costruzione.
Occorre invece, e alcuni tra i progetti partecipanti ne hanno dato prova convincente, lasciare che la disciplina architettonica (ancora troppo radicata a schematismi costruttivisti ed autocelebrativi) si lasci pi dolcemente penetrare da saperi un tempo extradisciplinari ma oggi, invece, del tutto pertinenti: leconomia, la sociologia, lecologia.
Cos facendo si potrebbe pervenire ad una condizione di vera sostenibilit attraverso un processo praticato con nuovi argomenti ma che, in realt, conferma la centralit del progetto di architettura quale azione articolata e complessa di una com-posizione tra fattori eterogenei.
E che confermerebbe, ancora una volta, larchitetto come knowledge worker nella cultura occidentale di oggi.
Ho avuto modo di seguire da vicino lesperienza Europan ad Erice e posso dire che si era prefigurato un interessante preludio di project management: E questo risultava essere il centro della domanda posta dallAmministrazione ai progettisti al momento del bando, ovvero non tanto ricevere sollecitazioni per soluzioni formali interessanti quanto piuttosto ricevere stimoli per risolvere complessi sistemi di gestione urbana ed ambientale!
Poi, il mutare dellAmministrazione Comunale ha determinato il pi tipico degli atteggiamenti: ovvero quello di voler gettar via lacqua sporca insieme con il bambino, tornando a mostrare un profondo disinteresse verso tali problemi.
La stessa organizzazione scientifica del Concorso aveva individuato una strategia culturale per offrire soluzioni al tema della marginalit ericina: per prima cosa ha compreso che nel caso in specie non possibile pensare che un intervento di qualit possa essere condotto a buon fine solo confidando nellazione pubblica. Di conseguenza, ha offerto la propria esperienza alla citt di Erice per porre ai partecipanti degli utili parametri di riferimento, ovvero: che tipo di nuovo progetto urbano pu essere proposto per costruire la citt sopra la citt nelle zone obsolete o nei quartieri gi consolidati da modernizzare? Ma ha fatto ancor di pi: ha suggerito una strategia dazione. Per il bordo urbano in esame Europan ha compreso che lindeterminatezza degli spazi, cos belli eppure cos sospesi come se fossero in attesa di una scelta per chiarire finalmente cosa fare e come fare, ha suggerito che con tutta probabilit lazione giusta fosse quella di intensificare.
Ovviamente intensificare non certo secondo laccezione tardo-speculativa di costruire metricubi di cemento armato, quanto piuttosto secondo lidea di rammendare un tessuto sfilacciato: cos come facevano le nonne dopo la Guerra.
Perch sapevano che il tessuto era prezioso e che non si poteva (o non si voleva) gettar via.
Nei giorni scorsi, in Facolt di Architettura a Palermo, stata discussa una tesi di laurea (io relatore) che aveva il medesimo obiettivo: anzi si poneva come simulazione concorsuale assumendo il bando Europan come punto di partenza.
Chiss se ai giovani Ignazio Amico e Damiano Caruso, ottimamente laureatisi, verr riservato il medesimo ostracismo culturale gi manifestato ai colleghi stranieri.
Chiss se, invece, non si possa fare sintesi delle sollecitazioni di tutti e riuscire a sperimentare forme nuove dellabitare contemporaneo in centro storico.
(Vito Corte
- 3/11/2008)
Per condividere l'articolo:
Altri articoli di Vito Corte | Invia un commento all'articolo |
Stampa: "Erice. Il progetto nuovo per la citt antica.pdf" |
Commento 6502 di renzo marrucci del 04/11/2008
La realt particolare di Erice impone considerazioni che forse ancora sfuggono all'articolista nella sua voglia di sperimentare il nuovo con l'antico. La disciplina purtroppo oggi davvero ardua e troppo spesso si avvale proprio di retoriche intemperanti asserzioni e complicit culturali per ricucirne a tutti costi i lembi smagliati. Occorre una capacit accettante e intelligente che non imponga attraverso delle sperimentazioni eccentricit o delle estraneit al delicatissimo tessuto antico e di cui neanche la nonna pi risparmina pi in grado di fornire scorte per rattopparne l'antico fascino. Forte per il desiderio di "ingerire con i segni del tempo" (una simpatica allocuzione scaturita nei salotti del menefreghismo itellettuale) e spostare il problema ad una visione di condizione architettonica mentre un problema eminentemente culturale e sociale appunto con forti valenze interpretative sul piano della "relazione" urbana.
Si vuole mantenere un carattere alla citt storica? La citt storica possiede valenze sufficienti per essere considerata un unicum? Per storia e carattere? Allora occorre che i segni del tempo siano sospesi...e operare e pensare senza "dolcezza "ma obbiettivamente e certamente con "sapienza". Precisamente non questo il tempo per pensare cos? Allora dovr essere guadagnato oltre gli scempi dall'architettura attuale come una nuova visione del recupero di quello che resta oggi per il domani e soprattutto vale per il caso di Erice ma... anche di Volterra e di tutti li altri centri storici importanti che ancora abbiamo. PER CUI IL CONCORSO IN QUESTI LUOGHI DEVE E DOVREBBE ESSERE SOPRATTUTTO UNA ESPLORAZIONE DI POSSIBILITA E DI ricerca della COSCIENZA...
Tutti i commenti di renzo marrucci
Commento 6504 di vito corte del 04/11/2008
Rispondo brevemente a Renzo Marrucci:
giusto tutto (tranne che io non mi senta propriamente un "articolista").
Giusto e condivisibile.
Se Marrucci avesse potuto verificare i progetti cui facevo cenno forse anche lui avrebbe condiviso che non faccio appello ad alcuna "retorica intemperante asserzione e complicit culturale".
Se la redazione potesse darne la possibilit, si potrebbe ospitare entro qualche spazio alcuni dei progetti per quell'area cui mi riferisco: quindi parlarne con cognizione, piuttosto che per dichiarazioni di principio.
Quelli definiti scempi dell'architettura moderna non mi sembra che alberghino tra le ipotesi di sperimentazione progettuale che sollecito si facciano ad Erice.
Ma sarebbe molto interessante discuterne insieme.
Grazie comunque per l'ospitalit
Tutti i commenti di vito corte
Commento 6505 di Renzo marrucci del 04/11/2008
Gentilissimo Vito, articolista ma solo per indicare chi ha scritto l'articolo... e non certo che un vecchio termine giornalistico... ma capisco che possa anche non piacere... Conosco Erice e non esce per nulla dalle polemiche sui Centri Storici che in Italia sono purtroppo in bilico tra la vita e la morte, tra la visione ghiotta e salottiera (vecchio termine anche questo, oggi infatti lo fanno in tv) degli architetti sperimentalisti e seguaci (non li chiamo pi, per oggi, archistar) che pensando a se stessi credono che basti alla scena tirando dietro i politici ... alla ricerca di visibilit... Il grosso del tema quello... ma sarebbe bello e utile approfondirlo su una realt cos interessante!
Un caro saluto
Tutti i commenti di Renzo marrucci
Commento 6557 di Maurizio de Caro del 22/11/2008
Qualcuno di voi ha realmente qualche dubbio sull'utilizzazione delle elaborazioni concorsuali nel nostro paese, e in Sicilia in particolare? smontato il carrozzone della conferenza stampa politica, ricevuto l'obolo del trafiletto sul giornaletto locale, il progetto viene accantonato e quindi rimosso. Conosco benissimo la realt ericina e non vedo nulla di nuovo sotto il sole.
Maurizio de Caro/Maurizio de Caro Architcts&Planners;
Tutti i commenti di Maurizio de Caro
Commento 6562 di michele zampilli del 28/11/2008
come faccio a commentarlo se no l'ho ancora letto?
Tutti i commenti di michele zampilli
[Torna su]
[Torna alla PrimaPagina]