Novoli: la citt separata
di Giovanni Bartolozzi
- 26/9/2008
Larticolo su Novoli che riproponiamo con un aggiornamento fotografico del cantiere stato scritto sei anni fa. Lo scrissi da studente infuriato, in seguito alla pubblicazione di un allegato di Casabella - N 703 -, che ricostruiva la storia di questo grande progetto fiorentino e che, senza alcun pudore, lo innalzava a traguardo dellarchitettura contemporanea con lindifferenza e il perbenismo di unoperazione politica. Commenti e dibattiti si sono innescati, anche su queste pagine, sulla scia dellarticolo, e con sorpresa ne ho ritrovato degli stralci su alcune riviste. In questi sei anni abbiamo visto crescere il cantiere settimana dopo settimana, e oggi buona parte dellarea costruita e funzionante.
Assieme alle immagini fotografiche alcuni rapidi aggiornamenti:
Nel 2004 la Banca CR di Firenze, con sede storica in via S.Egidio, nel celebre edificio progettato da Giovanni Michelucci (tra 1953 1957 per la Cassa di Risparmio di Firenze), bandisce un concorso internazionale ad inviti per la progettazione di una nuova sede a Novoli. La giuria composta da eminenti personalit del mondo accademico di cui non dato sapere i nomi, ha giudicato vincitore il progetto di Giorgio Grassi, decisamente il peggiore. Il progetto oggi in fase avanzata di cantiere e simboleggia lennesima sconfitta del settore privato, incapace - come quello pubblico - di puntare sulla qualit e linnovazione.
Nel 2005, in un clima di attenzione verso le starwoman dellarchitettura sollevato dalla rivista Casabella, vengono affidati tre edifici del area di Novoli rispettivamente a Zaha Hadid, Odile Decq e Carme Pinos. Tre edifici di indubbio interesse, che parleranno i linguaggi consolidati delle rispettive autrici e che strideranno con le pesanti e nostalgiche cadute linguistiche degli edifici fin qui costruiti. In sostanza unoperazione politica strategica (ampliamente collaudata dalle pubbliche amministrazioni del nostro Paese) che si somma a tutte le manovre politiche che larea ha subito negli ultimi decenni.
Lo scorso anno abbiamo visitato il cantiere del Palazzo di Giustizia. Va subito precisato che solo il progetto originario era di Leonardo Ricci, poich ledificio oggi costruito stato manomesso in una percentuale pari all85%. Lara Vinca Masini ripete continuamente che il progetto di Ricci stato pantografato, ingigantito, deformato, ma il dato pi sconcertante rimane il raddoppiamento delle superfici interne rispetto al progetto originario. In altre parole stata stravolta la spazialit, chiusi i doppio volumi e annientata lidea della basilica, vertiginoso congegno spaziale ideato da Ricci e collaudato nel tribunale di Savona. Unico dato certo che il progetto non quello di Leonardo Ricci.
Versano gi in condizioni di degrado i primi edifici realizzati e mancano soprattutto, come ha dimostrato una recente mini-inchiesta degli studenti, gli spazi pubblici per laggregazione, per la sosta, per il ritrovo. Il parco recintato e chiuso durante la notte, gli edifici nascono come funghi e ripetono finestrelle, archetti, pergolati, mattoncini e colonne. In questa indefinibile operazione urbana che quotidianamente cresce sotto e sopra gli occhi di tutti, lunico riconoscimento va allo studio C+S per aver realizzato, malgrado le vincolanti limitazioni imposte dal Piano Particolareggiato di Krier, ledificio pi significativo dellarea universitaria.
Polemizzare oggi serve a poco ma fare un aggiornamento mi sembrato doveroso.
Firenze 26/09/2008
La vicenda Novoli
di Giovanni Bartolozzi
La vicenda che da pi di un ventennio interessa larea della Fiat-Fondiaria di Novoli, a nord-ovest di Firenze, rappresenta uno dei pi complessi, intricati e per certi versi misteriosi capitoli dellurbanistica italiana. Francesco Dal Co nelleditoriale di Casabella n.699 titolava: Firenze, Novoli: una vicenda lunga, istruttiva e emblematica avviata a buon fine. Nove architetti per un brano di citt. Istruttiva, ma per chi? Avviata a buon fine, ma in che modo? Brano di citt, ma che citt? Il numero 703 di Casabella contiene invece un allegato che illustrata i progetti dei nove architetti selezionati per Novoli - Achea, Bruna e Mellano, Bucci, Cendron, Cristofani e Lelli, Ferlenga, Galatino, Ipostudio, Tscholl - introdotti da saggi critici di Gianni Biagi, Assessore allurbanistica del comune di Firenze, di Epifanio Furnari e di Gaetano Di Benedetto, responsabile della Direzione Urbanistica del comune.
Brevemente, la vicenda progettuale di Novoli ha inizio a met degli anni 80. Caratteristica innovativa per quegli anni nella riconversione di questimmensa area di 32 ettari, sede dei grandi stabilimenti della Fiat per la manutenzione degli aerei, era la progettazione di un grande parco urbano esteso su 15 ettari, cio sulla met dellintero isolato. Il progetto necessitava dunque di una forte idea dintegrazione tra parco, nuovi edifici e citt. Per fronteggiare questinedita e affascinante sfida Bruno Zevi, incaricato dallamministrazione comunale di sovrintendere alla redazione del Piano Particolareggiato, invita il paesaggista americano Lawrence Halprin che, al fianco di un folto gruppo di progettisti, elabora la prima bozza di progetto per il grande isolato. Considero un vero e proprio miracolo quello che mi accingo a raccontare, scriveva Koenig, a cui ho assistito il 9 e il 10 dicembre 1987 a Firenze e che pu sintetizzarsi cos: un momento creativo collettivo, in cui quattordici architetti, in mezzora di lavoro attorno ad unico lenzuolo di carta lucida, hanno eseguito con una tensione spasmodica il progetto per linsediamento FIAT a nord-vest di Firenze.
Un grande parco centrale punteggiato da specchi dacqua informali diveniva nucleo pulsante dellintero progetto, mentre una piazza circolare, parzialmente sovrapposta al parco, faceva da testata al Palazzo di Giustizia e alle funzioni pubbliche e private. Infine la strategica posizione del Palazzo di Giustizia individuava un lungo asse diagonale che segnava tutto lisolato. Gli edifici stabilivano autonome relazione tra fronte urbano e parco, utilizzando svariate forme e differenti altezze in relazione alle funzioni (centro direzionale, edifici per la Fiat, alberghi, uffici, abitazioni). Per la realizzazione degli edifici furono incaricati Cappai e Mainardis, Gabetti e Isola, R. Rogers, L. Ricci, A. L. Rossi, L. Pellegrin, R. Erskine, G. Birkerts, ma in realt tanti altri. Zevi tuonava: No, lurbanistica non deve pi schiacciare, omogeneizzare larchitettura. Che ogni edificio si radichi secondo il proprio istinto, si dilati o decresca con piena autonomia.
A questa prima bozza seguirono ulteriori fasi che lasciarono pressoch inalterata limpostazione preliminare fin qui riassunta. Un progetto di simili ambizioni, non solo per la dimensione ma anche per qualit e quantit di progettisti coinvolti, sarebbe oggi paragonabile al progetto berlinese di Potsdamer Platz. Ma in Italia, e soprattutto a Firenze, non siamo a Berlino, tanto che, dopo tre lunghi e appassionanti Workschop di progettazione (tenuti a Firenze con la partecipazione di tutti gli architetti coinvolti) e il successivo Piano Particolareggiato di L. Ricci del 1989, a causa di un cambio dellamministrazione comunale e di altri intrighi politici, lintero progetto viene bloccato e gettato via. Sul finire degli anni 80 assistiamo dunque ad una delle vicende pi nefaste della storia dellurbanistica italiana, una vera e grande perdita per la cultura del nostro Paese. Nei primi anni 90, lincarico per la progettazione di un piano guida per lintera area di Novoli, viene affidato a Leon Krier. A questo punto si ricomincia da zero, senza tener conto del lavoro precedente (circa dieci anni di lavoro) e senza tener conto del Piano Particolareggiato di Ricci che, a differenza di Halprin e del lavoro svolto durante i tre Workschop, prevedeva la frantumazione in parti del grande parco urbano, garantendo cos una maggiore permeabilit tra parco e spazi edificati. Niente da fare, si ricomincia da zero!
Nel 1993 Leon Krier consegna un piano guida discutibile sotto molti aspetti. Individuiamone in breve i principali:
a) Frammenta lintero isolato in tre grandi zone, due laterali destinate alla costruzione di edifici ed una centrale destinata al parco urbano. Annienta in questo modo ogni rapporto tra ledificato e il grande parco che non pi concepito come elemento vertebrate, ma come una grande macchia di risulta alla quale preclusa la possibilit di dialogare con gli edifici circostanti. Per la progettazione del parco sono incaricati i torinesi Gabetti e Isola che nel 2000 consegnano il progetto definitivo.
b) Elabora per le due fasce laterali destinate alla costruzione degli edifici, delle forme urbane falsamente ispirate al tessuto medievale. La citt medioevale era caratterizzata da una spontaneit e da unintelligenza aggregativa che non lasciava spazio alle regole compositive e prospettiche della citt rinascimentale. Ne risultava un linguaggio essenziale, irregolare, spontaneo, aderente alle caratteristiche morfologiche. Bene, il piano guida di Krier finge, per la societ del terzo millennio, uno squarcio di citt medievale o qualcosa di molto simile. Dalla planimetria risulta leggibile il criterio utilizzato: fissati una serie di lotti regolari in base al numero degli edifici da costruire, si procede alla falsificazione medievale, incurvando e distorcendo dolcemente i lotti e le strade senza alcun criterio valido.
c) Vincola aprioristicamente la forma e lingombro degli edifici, questi vengono infatti preconfezionati prima di essere studiati nelle loro possibilit relazionali, e ad essi preclude ogni possibilit di estendersi oltre.
d) Stabilisce unaltezza limite per gli edifici di quattro piani. Fatta eccezione per il Palazzo di Giustizia, tutti i rimanenti edifici tra cui abitazioni, uffici, universitnon devono superare i quattro piani di altezza. Se il Palazzo di Giustizia raggiunger i 65 metri daltezza e gli edifici della zona raggiungono altezze di otto e nove piani, per quale motivo ci si ferma a soli quattro piani? Perch non costruire edifici che si sviluppino in altezza in relazione alle diverse esigenze? Dopo aver falsato tutto limpianto planimetrico, si procede con lomologazione verticale.
e) Isola senza rimedio il Palazzo di Giustizia di Leonardo Ricci: unico edificio rimasto nelloriginaria disposizione. Esso mantiene infatti lorientamento diagonale dal quale si generava lasse diagonale di Halprin e non trova alcuna relazione col parco e con gli edifici circostanti. Il nuovo Palazzo di Giustizia rimane un edificio diverso ed emarginato, una sorta di gigante tra i nani che il piano guida non riesce ad integrare.
f) Il progetto complessivo rimane un episodio concluso e circoscritto allinterno del perimetro assegnato. Nessun elemento lascia intravedere un atteggiamento dapertura e di dialogo con la citt. Naturalmente il piano guida sopra descritto non ha subito alcuna modifica ed attualmente in cantiere: a nord comincia a svettare il Palazzo di Giustizia mentre dalla parte opposta sono gi ultimate le sedi universitarie, grandi scatoloni bucati da finestre tutte uguali e coronati da pesanti cornici in pietra forte.
Gianni Biagi parla di una nuova stagione di architetture contemporanee a Firenze [] Dove quindi meglio che qui si poteva sperimentare un percorso innovativo per la progettazione e la realizzazione di architettura contemporanea?
Secondo Gaetano Di Benedetto invece: La nuova opzione, affidata nei lineamenti generali a Leon Krier, mantiene al centro dellintervento, come una cattedrale nordica, il palazzo di Giustizia progettato da Leonardo Ricci, ma gli organizza intorno un quartiere interamente pedonale di edifici bassi (non pi di quattro piani), dalle strade strette e tortuose [] si tratta come si pu intuire di un progetto urbanistico antimodernista, nel senso che esclude quasi aprioristicamente larmamentario tradizionale dellurbanistica moderna e cerca di ricominciare da capo con un altro modello di evoluzione dalla citt antica.
Lobiettivo di Krier - scrive Dal Co - chiaro: con il suo progetto egli si propone di definire un metodo e una disciplina al fine di riformare la periferiaPer queste ragioni le indicazioni di Krier sono vincolanti e mirano a configurare una sorta di romantica rivisitazione di modelli insediativi derivati da una idealizzazione della citt ottocentesca: gli edifici distribuiti su lotti irregolari, non debbono superare i quattro piani, i fronti debbono seguire rigorosamente gli allineamenti stradali, le altezze dei portali e dei portici sono fissate tra i 4,5 metri e i due piani, i tetti e i balconi sono ammessi solo per luso residenziale e solo se rivolti verso i cortili degli isolati, ecc.ecc.
nsomma, dai primi workschop di studio tenuti a Firenze al piano guida di Krier, siamo passati da un progetto di citt sperimentale, aperto, democratico ad un impianto chiuso, bloccato nel proprio assetto, falso. A Novoli si costruir una citt chiusa, una citt separata che lascer alle generazioni future unimmagine falsa dei tempi attuali. Ancora una volta ci stato impedito di costruire la nuova citt.
Firenze 1/10/2002
(Giovanni Bartolozzi
- 26/9/2008)
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Commento 6467 di Renzo Marrucci del 27/09/2008
Polemizzare oggi serve a poco dice Bartolozzi... Ma non cos... e la memoria deve essere lunga se si vivi anche per una rielaborazione che prende il senso di una disamina con il senno di poi, Il tempo azzera il senso aspro della polemica per prendere il senso vivo della realt e nella storia c' sempre la ragione del futuro, sia un futuro costruito male e sia un futuro costruito bene... Almeno se lo spazio della riflessione esiste ancora come deve esistere. Polemizzare serve... Se la polemica volta all'interpretazione della realt con lo spirito di chi voglia capire dove sono gli errori e farli riemergere alla riflessione degli spiriti liberi e baypassare quell'atteggiamento ipocrita e falso che tende a mettere la realt in sordina... Si dir che rivangare il campo utile soprattuto per una nuova semina... a Dio Piacendo
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Commento 6503 di marco ferri del 04/11/2008
Serve eccome il ricordare, il rivedere, il ripercorrere anche fisicamente in questo caso le strade e gli spazi di Novoli Nova. Ho notato anch'io le condizioni eufemisticamente pessime delle abitazioni (dopo pochi mesi si pu dire) e il goffo tentativo di ricreare la piazzetta con i negozi come se fosse una nuova borgo ognissanti o simile, in periferia. Non basta il pessimo (per ora) spiazzo di verde posto al centro dell'area a bilanciare la densit abitativa della parte est dell'area stessa. Quanto a Ricci, se pur stravolta dall'originale, resta un'architettura. Il palazzo di Grassi credo sia la nuova sede della Stasi.
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