Kairos e modernit
di Paolo G.L. Ferrara
- 15/4/2010
Kairos è una parola che nell'antica
Grecia significa "momento giusto o opportuno" o "tempo di Dio".
Gli antichi greci avevano due parole per il tempo, kronos e kairos. Mentre la
prima si riferisce al tempo logico e sequenziale la seconda significa "un
tempo nel mezzo", un momento di un periodo di tempo indeterminato nel quale
"qualcosa" di speciale accade. Ciò che è la cosa speciale
dipende da chi usa la parola. Chi usa la parola definisce la cosa, l'essere della
cosa. Chi definisce la cosa speciale definisce l'essere speciale della cosa. È
quindi proprio la parola, la parola stessa, quella che definisce l'essere speciale.
Mentre chronos è quantitativo, kairos ha una natura qualitativa. Nella
lotta tra kairòs e chronos, kairòs è sempre perdente. È
con questa perdita che la parola cessa.
Il tempo Kairos è spesso percepito come un periodo di crisi. I caratteri
cinesi per "crisi" sono spesso una combinazione di caratteri per "pericolo"
e "opportunità", sebbene questo non è del tutto vero.
A tal fine, si ha una possibilità di partecipare "ad una nuova creazione".
Si ha la scelta tra il pericolo e l'opportunità, una possibilità
di costruire qualcosa di nuovo da qualcosa di vecchio. Il tempo Kairos
colma lo strappo con "il vecchio modo" creando un "nuovo modo".
(tratto da Wikipedia)
Architettura e modernit, di Antonino Saggio, non un lavoro che vuole essere un excursus storico n, tantomeno, una storia dellarchitettura.
Ed infatti, il libro non ha un inizio e, soprattutto, non ha una fine:Gli anni della macchina 1919-1929, prima parte del libro, e La rivoluzione informatica dellarchitettura. Dopo il 2001, ottava parte del libro, sono appunto parti della modernit, ciascuna mai slegata dallaltra.
Va da s che, per il loro contenuto, le ultime pagine del libro non sono altro che il rimando a quelle iniziali.
In sintesi, ma solo in prima battuta, potrei dire che il testo di Saggio circolare, ovvero senza un inizio e senza una fine, bens un cerchio che non ha per diametro fisso: ogni nuovo fatto vi si potr inserire aumentandolo.
Ma ci vero, come detto, solo in prima battuta poich la vera sostanza che lautore trasmette la lucida capacit di liberare la storia dalla gabbia del kronos, del tempo sequenziale ove tutto si colloca secondo logica. In realt anche la lettura attraverso il concetto di circolarit degli avvenimenti storici da scartare poich la sostanza del testo ci dice chiaramente che la circolarit del tempo non ammette la modernit.
Si parlava delle ultime pagine quali rimando al suo inizio. Nel momento stesso in cui Saggio ci parla di Mockbee -e lo fa appunto a chiusura del suo libro- ecco che ci dice chiaramente cosa la modernit del XXI secolo: niente altro che lo stato attuale di tutta la modernit nella storia.
Secondo questa ottica assolutamente impossibile leggere il libro semplicemente quale mero apprendimento della storia della modernit, un atteggiamento che porterebbe a sottrargli valore e conferirgli una connotazione anacronistica.
Ma anacronismo non ci pu essere: richiamare -come fa Sggio- i significati di ci che larchitettura rappresenta per luomo un forte monito a non intendere la materia esclusivamente in termini di rappresentazione di se stessa bens basarla sul concetto di progresso umano = progresso architettonico, da sempre e in ogni luogo. E se vero che il progresso umano sidentifica con la capacit di migliorare la vita risolvendone le problematiche con le giuste cure, altrettanto vero che tali cure debbano avere sempre meno controindicazioni.
Re-iniziando con Mockbee, Saggio ci dice chiaramente che il progresso umano = progresso architettonico non mai da intendere quale quello riferito alla tecnologia, allelettronica, allinformatica ma -e soprattutto oggi- soprattutto la capacit di comprendere i risvolti negativi del progresso stesso e trasformarli in nuove potenzialit.
Una frase di Saggio racchiude il concetto: Forse, ma i miti antichi lo avevano profetizzato, servito andare sulla luna per ritrovare il senno.
Di fatto, se la circolarit del tempo kronos non ammette la modernit, ecco che il libro esclude a priori sia il fissare due estremi (Bauhaus/Rivoluzione Informatica) su di un asse rettilineo che, soprattutto, la circolarit stessa.
Piuttosto si hanno due polarit che trasformano la storia/circonferenza in oggetto tridimensionale, in una sfera/storia.
I poli -apparentemente opposti- della rivoluzione industriale e della rivoluzione informatica sono interconnessi da materia che s li separa ma, allo stesso tempo, li congiunge.
Non basta. Eliminato il modus di lettura quale kronos, il libro va letto secondo il significato di ci che kairos, modus che ci permette di cogliere non solo la superficie della sfera ma anche tutti gli elementi che ne compongono il volume, ed in tutte le loro singole dimensioni:
la "sfera/storia" adesso concettualmente quadridimensionale.
Il passo successivo ne conseguenza: chi legger il libro non si aspetti di trovare la spiegazione codificata di ci che oggi modernit a dispetto di cosa lo era nel 1919-1929.
Chi lo legger con questa consapevolezza non rester deluso nel non trovare alcuna netta presa di posizione, nessuna affermazione di codificazione, nessuna certezza.
Ma la domanda che ci si deve fare ancora prima di leggere il libro semplicemente: cos la modernit del XXI secolo?.
Domanda da farsi relazionandosi al nostro modo di vivere contemporaneo che un vero e proprio momento di passaggio di consegne tra l Era industriale e lEra informatica, molto diverse nei mezzi che le (ed) esprimono ma entrambe preposte alla produzione di beni atti a migliorare la vita.
Lautomobile serve da pi di un secolo a farci muovere pi velocemente e senza fatica, dunque il suo scopo sempre lo stesso ma mutato ci che sta dietro alla sua produzione. La catena di montaggio degli inizi del XX secolo anchessa la medesima dal punto di vista della propedeuticit della lavorazione per lassemblaggio del prodotto ma luomo stato sostituito dal robot. Ora, il robot la massima esternazione dellinformatica ma dietro il prodotto informatico vi sempre e comunque la mente umana, lo studio, lapprofondimento, la sperimentazione, in sintesi tutto ci che porta all'innovazione.
Dalla automobile-carrozza alle nostre automobili intelligenti non vi un balzo in avanti ma semplicemente un cammino passo dopo passo. La modernit prerogativa di entrambe ma la sua sostanza, il suo inverarsi profondamente diverso: non pi solo strumento di uso pratico per luomo ma strumento che ha il valore aggiunto di soddisfare i bisogni delluomo senza necessariamente creare controindicazioni deleterie per luomo stesso (inquinamento, sicurezza stradale, etc.).
Vale lo stesso discorso per larchitettura: la modernit degli anni 20 del XX secolo poteva dirsi tale solo allorquando si riferiva alla risoluzione delle crisi indotte dallera industriale, quella stessa da cui la nuova architettura era potuta nascere.
Oggi siamo allo stesso punto: cos modernit del XXI secolo? Semplicemente coscienza della propria era, a 360, coscienza delle positivit, delle negativit e soprattutto delle potenzialit, queste ultime intese quali la capacit di eliminare le negativit della stessa modernit.
In fondo la modernit sempre stata la capacit delluomo di avere coscienza delle proprie potenzialit, sin dal primo uomo che, scoprendo la caverna, ne fece il proprio habitat spaziale.
Con la sua Torre dei Venti Toyo Ito rompe definitivamente il rapporto architettura = esclusivamente linguaggio. I passaggi sono certamente molto pi complessi di come qui riassunti ma ci che conta che la sostanza sta nel nuovo rapporto tra elemento urbano e suo intorno, che non pi un intorno spaziale ed estetico scisso dal singolo fatto architettonico bens un unicum con larchitettura.
Modernit, dunque.
Prendiamo la torre Eiffel, massima espressione della modernit del XIX secolo, oggetto rivoluzionario rispetto il significato che sino ad allora aveva larchitettura, oggetto scultoreo poich non ha spazialit interna percorribile ma oggetto comunque architettonico poich si pone spazialmente in relazione con il tessuto della citt, lavorando in tridimensionalit (pur se prospettica).
La Torre dei venti, cos come la Torre Eiffel, certamente senza spazio interno ma non n scultura e n architettura nel senso in cui lo la Torre Eiffel.
Non , e non pu essere, oggetto urbano in relazione spaziale / volumetrica / estetica con altri edifici ma elemento centrifugo di ogni altro elemento della citt, e non pi solo di quelli architettonici. Lo spazio non pi solo quello di relazione dimensionale, prospettica, dinamica dato dagli oggetti in relazione tra di loro ma spazio immateriale che generato dalla citt viva.
Nelle grandi fabbriche erano le macchine a dettare lacustica, i rumori, la vita. In Ito loggetto silenzioso ad essere macchina che introietta, elabora e reimmette ci che la vita vissuta dalluomo contemporaneo in rapporto anche con i fenomeni naturali.
La Torre Eiffel e la Torre dei venti vanno oltre qualsiasi riferimento temporale cronologico: sono kairos della modernit.
In tutto il libro di Saggio il riferimento temporale non il kronos bens il kairos, che poi nullaltro che il Ri-creare, lesserci nel tempo opportuno.
Re-inizi / Ri-creare. Il succo sta tutto qui.
Re-iniziare significa Ri-creare ovvero vivere il proprio kairos, il tempo opportuno di cui Aristotele ci parlava, "tempo" che d valore a ci che accade, un valore che non si mummifica in una datazione ma che, seppur sottotraccia dalla superficie della sfera/storia, sempre presente.
E se vero che dal punto di vista etico Kairos nella letteratura greca sinonimo di insicurezza, tutto perfettamente chiaro: Ri-creare (Re-iniziare) significa avere assoluta consapevolezza etica dei cambiamenti. E la consapevolezza dei problemi pone s tutti in una situazione di insicurezza ma, altres, sprona alla risoluzione degli stessi. Linsicurezza dunque "consapevolezza".
Dal Bauhaus alla rivoluzione informatica: ci sarebbe da chiedersi il perch lautore usi un edificio simbolo per identificare la rivoluzione industriale in architettura e non faccia altrettanto per la rivoluzione informatica, lasciando alla stessa definizione il ruolo di polo della modernit contemporanea. La domanda perde ogni significato una volta letto il libro: impossibile identificare in un solo edificio simbolo ci che significa rivoluzione informatica in quanto il farlo significherebbe dare allarchitettura contemporanea un ruolo identico a quello che la Bauhaus esprimeva. Sarebbe un errore fondamentale perch si perderebbe il significato delle diversit di due epoche, certamente consequenziali ma altrettanto certamente assolutamente diverse nei contenuti che larchitettura ha il compito di esprimere. Ed allora, ecco che anche l'uso "Dal Bauhaus [...]" siamo certi che non si riferisca "solo"all'edificio, all'architettura, anzi. Bauhaus sostanzialmente volano della modernit di quegli anni e lo per le idee dei singoli, per gli intenti comuni, per le divergenze. Lo perch introietta la rivoluzione industriale quale semplice evoluzione, la centrifuga con l'etica e la rilancia nel futuro.
Ecco perch il Dalla Bauhaus alla rivoluzione informatica non un sottotitolo ma lepicentro del terremoto che scuote gli elementi della sfera/storia sino a configurarne nuove sinergie.
Saggio coglie i momenti primi del Re-iniziare/Ri-creare che hanno fatto la modernit e lo fa approfondendo le figure di alcuni architetti che hanno segnato profondamente il percorso del progresso in architettura, appunto Ri-creando/ Re-iniziando.
Ed allora, ecco che da questo punto di vista non vi alcuna differenza tra Gropius e Le Corbusier, tra Wright e Mies, tra Aalto e Mendelsohn, tra Kahn e Rossi, tra Eisenman e Gehry.
Detto ci, la lettura non deve assolutamente indirizzarsi a rintracciare nelle forme architettoniche il significato del loro essere nella storia. Saggio elimina il kronos che uccide i suoi figli e, cos facendo, li riporta in vita quali kairos.
Approfondire alcuni architetti significa esclusivamente concentrarsi sui significati che hanno generato le opere, trasmetterci il loro kairos.
Se il lettore avr consapevolezza di ci che oggi modernit potrebbe addirittura partire dalle pagine finali e leggere il libro a ritroso: coglierebbe comunque tutti i kairos che lo compongono.
(Paolo G.L. Ferrara
- 15/4/2010)
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Commento 8013 di giannino cusano del 15/04/2010
Scrive Ferrara:
Bauhaus sostanzialmente volano della modernit di quegli anni e lo per le idee dei singoli, per gli intenti comuni, per le divergenze. Lo perch introietta la rivoluzione industriale quale semplice evoluzione, la centrifuga con l'etica e la rilancia nel futuro. Ecco perch il Dalla Bauhaus alla rivoluzione informatica non un sottotitolo ma lepicentro del terremoto che scuote gli elementi della sfera/storia sino a configurarne nuove sinergie.
Penso anch'io che la "rivoluzione informatica" non possa essere introiettata in un solo edificio perch, starei per dire "per definizione", l'et dei "sistemi a intelligenza distribuita", prefigurata gi negli anni '70 dall'opzione tra energie "dolci", flessibili e diffuse o energie "dure", rigide e centralizzate. Non c' pi l'idea fisico-geometrica di un centro circoscrivibile e controllabile e probabilmente questo incute un certo sgomento rispetto alle abitudini consolidate. Perch, come sempre, vedere non basta, ma occorre ogni volta re-insegnare alla vista e ri-apprendere a vedere. E questo lavoro non meccanico, ma creativo che compete a ciascuno, non solo a chi deputato a questo. Persino le pi burocratiche normative vanno tendenzialmente attenuandosi e vanno aiutate a sparire per far posto a insiemi elastici, capaci di garantire "prestazioni" in luogo di "prescrizioni" e imposizioni.
Modernit coincide con libert? Penso di si. E se cos, la modernit-libert non dovrebbe essere pensata come uno status o come idea pura e perfetta. In quanto tale, sarebbe un fantasma proiettato dal nostro fantasticare, quindi non la incontreremmo mai nei fatti nemmeno se ci spingessimo indietro fino alla preistoria. Ma se per caso la modernit-libert fosse categoria, sarebbe, in quanto tale inesauribile: mai astrattamente perfetta, ma volta per volta com' e riesce ad essere concretamente.
Dunque ( faticoso) bisogna riconoscerla e accettarla nelle condizioni-occasioni date, a maggior ragione nel presente per il futuro: il ncciolo, mi sa proprio, non fisso n dato una volta per tutte. Si sposta, si contrae, si dilata, muta, si sfaccetta, va pi a fondo. Questo sgomenta solo finch, nelle condizioni date, non si conquista nuova forza di creare ancora e rinnovata libert-modernit. Come sempre.
G.C.
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Commento 8014 di Antonino saggio del 18/04/2010
Ho letto pi volte questo articolo che contiene un pensiero molto vivo e molto ricco di conseguenze. Non avevo mai pensato, scrivendo il libro, alla differenza dei due tempi. Una differenza posta da Paolo Ferrara all'attenzione e che apre una serie interessante di conseguenze. Questo di Ferrara e' dunque un vero pensiero che ci illumina tutti.
Naturalmente non solo
il mio volume e' circolare, ma lo e' altretta nto il suo articolo!. Per questa ragione, ad esempiola citazione iniziale (tradotta da Wikipedia da questo saggio in inglese di Mark Freier http://www.whatifenterprises.com/whatif/whatiskairos.pdf ) va assolutamente riletta alla fine dell'articolo di Ferrara e da li... ricominciare.
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Commento 8017 di Renzo marrucci del 19/04/2010
Libro circolare e articolo circolare ? Per me va benissimo, non ci sono problemi ma che vuol dire ? Che lo giro e lo leggo, se leggo? Oppure se lo rivolto e lo inclino mi appare un ellisse? Oppure una delle trasformate del cerchio? Perfino una iperbole? Sempre ammesso che sia possibile leggere un libro partendo dalla fine, come si fa per una rivista femminile odi architettura oppure... lo si fa a volte per pezzi a risalire per individuare i punti chiave ecc... Ma il cerchio non cerchia ... Lo dico con rispetto evidentemente e non vorrei che si offendesse nessuno qui.
Molto rispetto per i greci antichi, ci mancherebbe ! Io sono pi Etrusco semmai...
Mi piace pensare che la vita o il discorso non abbia mai un punto di ritorno e continui oltre come un viaggio pensando che il corpo abbia cibo e altro Ma sono con Torselli per certe sue strette riflessioni sulla mano e sulla mente e sul programma e ripeto anche che la modernit non assomiglia che ad una idea di libert molto parziale... e se ne parliamo osservando l'ombra proiettata dal cerchio, allora si ingarbugliano le idee e le parole tornano dove partono come un certo circolo... mi pare... chiuso! O come, se preferite, lanimaletto che si morde la coda
addio libert...
Tanzi per rientra sull'idea dello spazio virtuale ed utile parlarne e comincia a interrogarsi... si vede che l'architettura non deve mai dimenticare l'uomo e le sue necessit di essere singolo e di essere sociale come nella citt... e tutto viene da l e nel saper tenere il carro sulla strada oppure il timone sulla barca quando il mare con molta umilt ! In aderenza alle cose della citt e dell'ambiente che ci ospita.
Giannino vola dalle sue radici radicate e radicali e trova che "catorcio" vuol dire chiave... ma che bello! Per essere una chiave la "cosa" di Bilbao ci inchiavarda il cervello o meglio il cittadino che entra e poi esce e rientra nella sua citt... solo dopo una escursione? Non nascondo un certo fascino iniziale come tutte le cose superflue... ma dopo perdo anche la pazienza nel mio piccolo, camminando per la citt, e mi pare perch sulla citt non si dovrebbe pi scherzare occorre cominciare a fare sul serio... S, caro Giannino, proprio un "catorcio" ma questa volta usiamo il senso che passa nella vita corrente tra le mie vecchie vie di pietra... appunto di brutta serratura, che spesso non si apre e nemmeno si chiude ...
Renzo M.
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Commento 8018 di maurizio zappal del 20/04/2010
Certo io che sono un tale...veda lei e accoscato perch faccio parte di una "famiglia" internauta di chiaccheroni a sproposito e che ha tentato ultimamente e inutilmente, almeno, di sostenere che i libri vanno letti prima di essere commentati e che non fa altro che insultare (e certo in buona compagnia!) senza argomentare (che gli altri invece alcuni si sentono Joyce, altri Eisenman!) improvvisamente per sostenere sempre la mia tesi, (leggere prima!), en passant vorrei dire la mia minchiata sul "Re"! Intuisco Saggio come un re-imagininger e non nel senso povero di remaker ma nell'accezione pi contemporanea che come le aziende dovono oggi essere reingnerizzate, gli ecosistemi
rinaturati, le citt ripianificate, le aree dimesse rivitalizzate,
i quartieri rigenerati, le piattaforme politiche
riscritte, gli interni ridecorati e i layout delle riviste ridisegnati ad esempio, il nostro, atemporalmente, da storiografo "cairologico\occasionale" (nel senso inteso da W.Benjamin con la nozione di "Jetztzeit"), propone una lettura del nuovo e il
miglior look o forma a qualcosa. E sceglie per l'appunto il periodo che va da Gropius a Koolhaas.Tutto ci con gli strumenti di oggi e non con il compasso e la squadretta! Chi minimamente lo abbia seguito, anche solo a distanza, ritengo che Lui faccia benissimo questo! Il
dibattito relativo allimpatto dello sviluppo tecnologico sulla realt storica e umana ha assunto oggi unampiezza notevole. C' chi se n' accorto e chi fa finta di non accorgersene perch gli viene scomodo maneggiare strumenti pi seducenti!
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Commento 8019 di Vilma Torselli del 20/04/2010
" ......Il nostro concetto di moderno ATEMPORALE ed cos che si definisce un atteggiamento, un modo di porsi rispetto al mondo e pertanto in quanto tale non definibile temporalmente. Altro concetto quello di crisi. Nel cambiamento delle situazioni si operano grandi e potenti crisi di trasformazioni, sono crisi profondissime , sono crisi che rappresentano la grande difficolta' nel collocarsi.........CRISI e MODERNITA' SI LEGANO, perch la definizione migliore di modernit quella che suscita domande e risposte alle crisi..........": sono parole di Antonino Saggio, le ho lette tempo fa e confesso di non ricordarne l'esatta collocazione (magari ce la pu indicare lui stesso).
Mi pare che ci sia una certa 'circolarit' con l'articolo di Paolo Ferrara.
Per sto leggendo il libro cercando di dimenticarmene, perch sono contraria al fatto di seguire, in qualsiasi lettura, le 'istruzioni per l'uso'. Saluti
Vilma
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Commento 8021 di Renzo marruci del 25/04/2010
Se la crisi una condizione della crescita, allora interessante capire quello che accade nella nostra societ. Verificare e interrogarsi sul perch i fenomeni che questa societ produce sono svincolati dalle necessit dei cittadini e a quale realt vanno incontro. Bisogna avere il coraggio e capire anzich fare discorsi circolari o quadrature del cerchio per terra ...
Mi ha divertito e poi preoccupato molto per esempio, la circolarit delle sciocchezze che il figlio di Piero Angela in accordo con Renzo Piano, ha profuso ieri sera al popolo italiano con la sua leggerissima trasmissione sulla tipologia della casa arrivando ai grattacieli, assumendo un tono poetico e futuribile da" bullone incamiciato" per la vita in verticale, dove gli spostamenti oscillanti sono, dice lui o loro, di solo quindici cm... sotto l'azione del vento. Ma che bello, che bello, che bello!... Cerchiamo il brivido come al Luna Park ? Le concentrazioni di tecnologia a "perdere" che rappresenta il grattacielo possono anche impressionare per il dispiego di mezzi e di prospettive tecnologiche, ma verso quali contenuti umani ci porta questa autentica fagocitazione ?
Questa favola tecnologica distrae il cittadino ma anche la cultura, offrendo una prospettiva da cavia a perdere... e non unorganica ricerca per la cura e lo sviluppo sociale dell'uomo che perde la sua prospettiva naturale e sociale di vita.
Che funzione ha l'architetto in questa fagocitante rincorsa?
Le risposte date da Piano non convincono che la sua ambizione di corrispondere a commesse che vanno oltre la capacit e la qualit di un architetto. La materia virtualizzata e rivolta sul piano del potenziale uso dei materiali e sulla base di una sperimentazione fondata sull ambizione di grandezza, una grandezza che smisura la dimensione umana della ricerca architettonica.
La funzione dell'architetto non certo quella di correre sotto frusta di un sogno di nuova retorica soltanto fondata sulla spinta acritica della tecnologia, a ricreare una sorta di nuovo genere di fascismo velenoso fondato sulla retorica dell'afferma
zione di una capitalismo divorante. Occorre equilibrio! Soltanto con il senso delle
quilibrio possibile ripartire la sperimentazione verso la risoluzione dei bisogni... senza trascinare in un vortice acritico e devastante la societ.
Pi equilibrio significa pi bellezza e pi rispetto dell'uomo ed un azione sincera
mente rivolta al futuro.
La libert un valore che si basa sulla conquista dei bisogni e sulla rispondenza tra uomo e vita senza il sacrificio di nulla... soprattutto dell' ambiente in e su cui l'uomo vive. E qui non vi circolarit, ma solo linearit consapevole che deve raccogliere le nostre energie.
Renzo M.
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Commento 8022 di Brunetto de Batt del 27/04/2010
complimenti a tutti gli amici di antiTHesSi... un bel dibattito...
Kronos & Kairos fanno parte della modernit ... come il progetto partecipato & democratico... lontano dai monumentalismi...
Riprendo il senso dell'amico Ferrara per rilanciare il valore del testo che ha un valore altamente educativo... in un momemto di confusione di forme che circolano nelle "scuole".
Cos come il libro di A.S. ha fondamento didattico per un dibattito teorico.
Ringrazio la Redazione e Sandro Lazier per l'ospitalit
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Commento 8028 di Nicol barbisotti del 09/05/2010
spero che il prof. Antonino Saggio conceda uno sconto studenti al suo libro. La cultura non ha prezzo ma il costo del libro vale quanto una spesa di una settimana.... Non vuole assolutamente essere una critica ( giustamente il saper scrivere una storia dell'arch deve avere il suo prezzo) ma aiutiamoci l'un l'altro....
Buonanotte
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Commento 10452 di Antonino Saggio del 15/07/2011
Un mio dottorando mi ha chiesto "perch il libro finisce con Rural Studio". Ho detto di leggere questo articolo e l'ho riletto ancora oggi anche io, questo articolo, cos denso e importante, pieno di idee e che soprattutto "visualizza la critica." L'idea della sfera, quella dei cerchi tutti diversi eccetera. Sono immagini potenti che interpretano il lavoro. Non possibile, far un libro (o una dissertazione) pensando esplictamente a queste strutture, lo si fa il libro o il quadro o il progetto e basta, ma sacrosanto interpretare e far capire agli altri alcune "strutture" interne al lavoro come fa Paolo Ferrara!. A me sembra di grande profondit e ricchezza questo suoscritto, un vero esempio. raro, di una lettura metodologica.
PS
Rispondendo alla questione sconto, segnalo che Amazon.it fa uno sconto
http://www.amazon.it/Architettura-modernit-Bauhaus-rivoluzione-informatica/dp/8843051644/ref=sr_1_1?ie=UTF8&qid;=1310722377&sr;=8-1
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Commento 10454 di stefano panunzi del 15/07/2011
Ho vissuto l'esperienza del Dottorato inseme a Nino e mi fa molta impressione che alcuni architetti della nostra generazione abbiano una particolare sensibilit per quella che chiamerei una gestione speculativa del Tempo, intesa nel senso pi profondo del termine. Ma credo che sia la chiave per capire molte cose ed ora siamo giunti sicuramente in momento speciale. Cacciari scrisse (Casabella n.705 - novembre 2002) un articolo criptico e difficile, Nomadi in Prigione, che andrebbe riletto oggi e che qualche anno fa mi fece scrivere quanto segue.
Palindroma: la Citt degli Angeli
di Stefano Panunzi
su Metamorfosi n.55 - Quaderni di Architettura - Luglio/Agosto 2005
Stiamo giungendo alla fine del viaggio ma nessuno vuole pi scendere, quasi ci fossimo dimenticati la destinazione. Siamo vicini alla fine del verso di lettura della nostra storia. Ormai quasi tutto il tempo si riversato nello spazio ed disponibile come luogo, non rimane che percorrerlo liberamente avanti e indietro. Nel tempo divenuto spazio, la telecontiguit ha portato a compimento la cronocontiguit in quanto l'attrito della distanza ormai quasi nullo e non produce pi tempo, quel tempo che separava e che consumava l'esistenza negli spazi. La fine di una storia palindroma anche il suo inizio. Il problema che la stringa della storia palindroma solo in una parte del mondo, nell'altra parte non si ancora giunti alla fine e non pu essere svelata, altrimenti non si riuscirebbe a chiuderla. Non tutto il tempo si riversato ovunque. Se il mondo andasse ormai letto cos com', come una stringa palindroma, la nostra storia contemporanea sarebbe tutta compiuta nello spazio attuale, mentre le nostre storie passate servirebbero per capire le altre storie che si stanno compiendo nel resto dello spazio contemporaneo. Palindroma una metropoli uguale a quelle che gi conosciamo, dove lo spazio riuscito a diventare paradossale e reversibile grazie a tre principi, noti da secoli a scienziati, filosofi e poeti ma, ormai in modo esponenziale, sempre pi praticati nelle parti pi elettrificate del mondo :
- la Telecontiguit : ritagli di realt per collage di luoghi distanti
- la Macchina del Tempo : richiami evocativi dal passato e dal futuro per l'apparizione i architetture fantasma
- lo Specchio di Alice : zone di sospensione delle regole tettoniche e dimensionali
Tutti i commenti di stefano panunzi
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