Cielo Infinito. Il cimitero-grattacielo e la supercazzola prematurata
di Paolo G.L. Ferrara
- 10/3/2011
Chi non ricorda lo scherzo della scena di Amici Miei -atto II girata allinterno
del Cimitero Monumentale di Firenze, in San Miniato al Monte? Uno scherzo nello
stesso tempo geniale e tremendo, che celava la voglia di esorcizzare la morte
anche da parte di chi viveva la vita alla leggera.
Per chi non lavesse presente, la pu guardare su YouTube.
Lasciamo Amici Miei (ma ci torneremo) e veniamo ad Epicuro.
Sono passati oltre 2.300 anni da quando il filosofo di Samo esorcizzava cos
la morte:... il pi terribile dunque dei mali, la morte, non nulla per
noi, perch quando ci siamo noi non c la morte, quando c la morte noi non
siamo pi. Non nulla dunque, n per i vivi n per i morti, perch per i vivi
non c, e i morti non sono pi.
Amici Miei ed Epicuro, ovvero due modi certamente lontanissimi di esorcizzare
la morte ma che della stessa prendono atto egualmente quale fatto imprescindibile
della vita.
Quelli che ci separano da Epicuro -e quelli che precedettero il filosofo- sono
stati secoli durante i quali luomo ha espresso anche attraverso larchitettura
il rapporto delle diverse Civilt con la morte, dando vita a testi architettonici
che sono il palinsesto della storia.
Insomma, i luoghi e soprattutto i modi in cui luomo rendeva omaggio ai defunti
possono essere definiti dei veri e propri palinsesti della storia, documenti
che ci aiutano a conoscere le societ che ci hanno preceduto, le loro istanze,
usanze, mutamenti.
Palinsesti in cui si rintracciano capolavori dellarchitettura, che qui inutile
stare ad elencare; sufficiente fare scorrere la mente dalle necropoli sicane
sino alla tomba di Le Corbusier per avere compiutezza di quanto grande sia stato
lapporto della funzione morte allarchitettura che, attraverso diversi linguaggi
(a prescindere dal tipo di fede religiosa) ha sempre espresso sentimento di
rispetto dei vivi verso i morti, quasi a volere dare loro continuit su questa
Terra, ma con la malcelata incertezza che nessuno sappia cosa realmente ci aspetta
dopo la morte se non a livella, cos come Tot recit:
'A morte 'o ssaje ched''e?... una livella.
'Nu rre, 'nu maggistrato,'nu grand'ommo,
trasenno stu canciello ha fatt'o punto
c'ha perzo tutto, 'a vita e pure 'o nomme:
tu nu t'h fatto ancora chistu cunto?
Perci, stamme a ssenti...nun fa''o restivo,
suppuorteme vicino che te 'mporta?
Sti ppagliacciate 'e ffanno sulo 'e vive:
nuje simmo serie ... appartenimmo morte!
Ah! grande Tot! Dal suo monito poetico sono passati solo pochi decenni ma la
velocit con cui, nella nostra Era Moderna, i tempi cambiano sembra renderlo
anacronistico, soprattutto dopo che gli architetti Lanza e Manfrin hanno avuto
lidea di proporre un cimitero al di fuori degli schemi classici. Infatti, consapevoli
del mutamento delle istanze della societ, si sono impegnati per dare vita ad
un progetto alternativo, moderno, rispettoso dellambiente. Un progetto che
non prevede pi a livella nel significato etico con cui Tot la intendeva:
cambiano i tempi e, con essi, anche i luoghi ed i modi di vivere il rapporto
con il caro estinto ed cos che l'architetto Manfrin ha inverato architettonicamente
l'idea di Pier Giulio Lanza, progetto assolutamente inedito, denominato Cielo
Infinito.
Un' idea che sembra essere talmente innovativa e geniale tanto che moltissimi
mass media se ne sono occupati, persino Domus.
Idea che, considerata consona ai mutamenti che una metropoli qual Milano deve
fare propri per potere essere parte della modernit del XXI secolo, la municipalit
ha creduto opportuno fare esporre il progetto allUrban Center, in Galleria
Vittorio Emanuele.
Se tanta attenzione data alla cosa, anche sostanza ci deve essere. Vediamo.
Dice Manfrin: Cielo-Infinito nasce come alternativa al cimitero classico,
in considerazione sia della progressiva mancanza di spazi e superfici idonei
a ospitare i luoghi di culto della memoria, sia della tradizione, ma anche dellevoluzione
dei costumi della societ.
Dunque, Manfrin ha deciso che i costumi della societ si sono talmente evoluti
che, per starne al passo, assolutamente normale progettare, proporre e cercare
di costruire un cimitero-grattacielo.
Costumi talmente cambiati che la spazialit e la funzione del classico cimitero
non hanno pi motivo desistere: al giorno doggi il cimitero va pensato quale
spazio multifunzionale, con annesse aree che possano ospitare eventi della vita
di tutti i giorni. Insomma, visti i mutamenti sociali -tipici della metropoli-
che Milano sta vivendo (e, soprattutto, quelli che vivr nel futuro), secondo
Manfrin il cimitero potrebbe benissimo essere una sorta di centro culturale
ed espositivo, capace di innescare ulteriori attivit, sfociando magari nel
merchandising.
C di pi. Un cimitero allinterno di un grattacielo risolverebbe il problema
delloccupazione di aree da destinare a questa funzione, aree vastissime se
si pensa che a Milano muoiono in16mila ogni anno. Secondo i progettisti il loro
grattacielo/cimitero sarebbe cos la perfetta soluzione per ridurre limpatto
ambientale.
Lidea sembra originale tanto quanto larchitettura con cui si materializza.
Ma non cos.
Il cimitero/grattacielo ha un precedente (foto sopra) nel Memorial Ncropole Ecumenica, costruito
negli anni 80 del XX secolo a San Paolo del Brasile; 100 metri daltezza e
30.000 posti pardon! loculi.
Ma Manfrin d il meglio allorquando si tratta di esprimersi con il linguaggio
dellarchitettura: talmente banale che diventa spiazzante parlarne.
Trattasi di un normalissimo grattacielo interamente di vetro, con pianta a sei
braccia la cui tipologia d vita allo sviluppo in verticale di 34 piani, concluso
da una grande cupola di vetro posta in sommit del fulcro centrale.
In sintesi, il linguaggio architettonico di Manfrin di stampo classico, al
di fuori della modernit e ci esclude qualsiasi spinta propulsiva che possa
dare vita a mutamenti linguistici di rilievo.Il cimitero Cielo-Infinito
progetto talmente carente di contenuti architettonici che non vale neanche la
pena di dilungarsi; chi sa leggere larchitettura potr guardare le immagini
diffuse dai mass media e farsene unidea critica.
Ma il paradosso non sta solo nella banalizzazione del grattacielo che (pur nascendo
quale luogo di vita e di produzione) diviene qui luogo di morte, ma anche nel
considerare tale indirizzo quale elemento a beneficio dellambiente, cos come
si legge da Domus: La creazione di una struttura appositamente progettata,
con un basso impatto ambientale e orientata alla valorizzazione delle aree verdi,
pu offrire tutte le garanzie e le soluzioni ottimali, coerentemente con i principi
di civilt e umanit che contraddistinguono Milano: metropoli moderna e all'avanguardia,
ma da sempre sensibile al rispetto e la tutela del proprio patrimonio culturale.
Impatto ambientale definizione a cui spesso ci si aggrappa per rendere pi
appetitoso un piatto che non lo di suo, un po come quando per dare sapore
a pietanze insignificanti le si copre di parmigiano o, per dirla come Popper
allorquando parla di cattivi programmi tv, coprirli di spezie/audience.
Non bastasse ci, anche dal punto di vista delle motivazioni civiche addotte
le carenze sono infinite poich esse non possono essere superficialmente generate
da considerazioni connesse ai mutamenti dei costumi della societ e alla sua
conseguenziale evoluzione.
Nonostante tutte queste carenze il progetto CieloInfinito ha avuto grande
risonanza attraverso i mass media, fatto su cui non si pu non riflettere.
Ritorniamo a Popper: "Non ci pu essere informazione che non esprima una
certa tendenza. E ci si vede gi nella scelta dei contenuti, quando si deve
scegliere su che cosa la gente dovr essere informata. Per fare questo bisogna
aver gi stabilito in anticipo che cosa si pensa dei fatti, decidere circa il
loro interesse e il loro significato. Questo basta a dimostrare che non esiste
informazione che non sia "di tendenza". Bisogna scegliere, e il nostro intendimento
determina la nostra scelta."
Pur se riferito principalmente alla televisione, il pensiero di Popper si pu
traslare anche agli altri mass media: quando si parla di argomenti tesi a fare
cultura poich direttamente riconducibili alla societ, creandone cos i presupposti
per influenzarla positivamente, non pu esserci differenza tra informare
ed educare.
Dunque, parafrasando il filosofo si pu affermare che la diffusione del progetto
Cielo-Infinito da parte dei mass media significa educare alla cattiva architettura,
arrecando un danno ancora pi grande di quanto non faccia all'architettura lo
stesso progetto di Manfrin/Lanza ,che non meritava assolutamente tutta la pubblicit
avuta.
Quello dei mass media generici (ma Domus non lo ...) atteggiamento che non
fa altro che dimostrare quanta ignoranza ci sia in merito allarchitettura e
alla diffusone dei messaggi culturali che essa potrebbe esercitare ma che, data
in pasto a giornalisti neofiti della materia diventa semplice e superficiale
informazione/cattiva educazione.
Ma tant: quando lo stesso Comune di Milano a presentare in pompa magna un
progetto, i mass media non possono esentarsi dal darne diffusione (ci valga
per mass media generici ma non pu certo valere per prestigiose riviste quale
Domus ) e riportare lentusiasmo dei politici milanesi.
Ad esempio, secondo Stefano Pillitteri assessore ai Servizi civici- il progetto
deve fare riflettere sul futuro dei cimiteri e sui cimiteri del futuro a
Milano.
Per lappunto, tutto sotto il segno della morte: il futuro dei cimiteri esistenti
destinato a morire poich il cimitero del futuro li fagociter; il futuro
dei cimiteri del futuro uccider larchitettura dei cimiteri diventando semplicissimo
business speculativo commerciale.
In effetti, visto dal punto del federalismo fiscale, che il Comune possa gestire
i cimiteri anche quali centro servizi /mostre/ bar/ convegni/ ristorante cosa
buona per le sue casse. Lo un p meno per chi vorr andare a pregare per chi
sta dentro le casse poich si dovr districare tra molte attivit che non rientrano
tra quelle riferibili al valore della commemorazione di cui parla il Presidente
del Consiglio comunale Manfredi Palmeri: Il valore della commemorazione
stato e sar indice, frutto e seme di civilt. Milano, citt di profonda coscienza
civica, capace da sempre di rinnovarsi conservando la memoria del proprio
Dna, della propria Storia e delle singole storie individuali: apriamo un
dibattito su come tutelare le nostre radici e le nostre tradizioni, anche in
relazione al culto dei morti, introducendo in quel solco elementi di innovazione
alla luce delle dinamiche sociali, che impongono di dare risposte ai mutati
bisogni.
La cantonata di Palmieri totale: se -come afferma- il valore della commemorazione
deve continuare ad essere seme di civilt ecco che lapprovare e sostenere un
progetto che rinnega in toto la civilt della commemorazione sintomo di pressappochismo.
Civilt rinnegata perch l'andare al cimitero significa isolarsi da tutto ci
che parte del mondo materialista, per vivere nel silenzio e nel raccoglimento
i personali momenti di preghiera. E dunque inaccettabile la brillante idea
dei progettisti di inserire, sotto forma di salette mostra e conversazione,una
sorta di sale dattesa da studio professionale adiacenti alle tombe (che poi
tombe non sono: trattasi di loculi, etimologicamente piccoli posti dove accatastare
o riporre oggetti di poco uso).
Concludo ritornando ad Amici Miei.
Per chi ha avuto la pazienza di andare su YouTube e riguardare la scena svoltasi
al cimitero non sar difficile immaginare che non la si sarebbe mai potuta pensare
se non in quel tipo di cimitero, ove tutto rimanda al contatto diretto con la
morte e a ci che esso comporta nellanimo di chi ancora in vita.
Ma ve li immaginate il Necchi, il Sassaroli, il Conte Mascetti e il Melandri
girovagare per il grattacielo/cimitero di Manfrin? Anche a loro, che geni dello
scherzo lo sono per davvero, passerebbe qualsiasi ispirazione
A proposito, ecco cos il genio secondo Amici Miei: fantasia, intuizione,
decisione e velocit desecuzione.
Nulla di ci rintracciabile nel progetto di Manfrin/Lanza, dove il mondo dei vivi
e quello dei morti non pi separato dallAcheronte ma da vetrate e setti in
muratura rifiniti in perfetto stile modaiolo contemporaneo.
Cambiano i tempi e anche Caronte si dovr adeguare: lo troveremo al piano terra,
accanto la porta dellascensore. Se capitasse di non trovarlo l, si potr provare
al bar o in qualche sala espositiva. Caronte sar s di una ferocia illuminata
ma -che diamine!- anche lui ha diritto ai piaceri contemporanei.
(Paolo G.L. Ferrara - 10/3/2011)
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Commento 9312 di renzo marrucci del 11/04/2011
Qualcuno, non ricordo chi, afferm che : all'imbecillit non c' limite...
credo sia ormai un classico ... e accade soprattutto quando si vuole innovare senza sapere che cosa voglia dire innovare... Capita, questo, solo agli amminustratori e con una certa frequenza direi...
Al ministero di qualche ministro c' anche qualche ufficio addetto all'innovazione che naturalmente invecchia e uccide tutto ci che f e mi pare anche naturale del resto ...
Perci che concerne un grattacielo dei morti che dire... sembra anche una poetica asserzione se non fosse davvero una autentica prova di incapacit a pensare ..
Tutti i commenti di renzo marrucci
Commento 10641 di renzo marrucci del 29/07/2011
Rileggo il mio commento 9312 su anthitesi e lo confermo ora con pi forza...
la vai della morte naturale e l'uomo dovrebbe avere l'intelligenza e la sensibilit di rispettarla ...
Tutti i commenti di renzo marrucci
Commento 10790 di Emmanuele pilia del 12/10/2011
Dire che pacchiano come usare un eufemismo. Banale e di cattivo gusto, un modo inutilmente "fighetto" di affrontare un tema che invece dovrebbe meritare il massimo impegno e la massima riflessione. Peccato, perch la sfida molto interessante, e potrebbe essere effettivamente un problema che prima o poi dovr essere affrontato. Certo che questa proposta semplicemente patetica...
Tutti i commenti di Emmanuele pilia
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