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6639
di christofer giusti
del 31/12/2008
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Auguri 2009
di
Sandro Lazier
Tanti tanti auguri all'italia che se ne sbatte della cultura e dell'equit, ma che, una volta per tutte, ha la giusta rappresentanza in chi, per mera popolarit, disposto a fare leggi che consentano la prevaricazione dei figli di puttana sugli onesti!
e chi vuol lavorare, dio buono, diventi star se ne capace, non faccia l'invidiosetto!
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6638
di christofer giusti
del 31/12/2008
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Regalo di Natale 2008. A Marco Casamonti
di
Paolo G.L. Ferrara
Bene,
al signor Marucci un grazie per la sua molto italiana "ambiguit"!
ma cos' lei un moderatore? o per caso uno che vorrebbe, si, ma poi forse, per, meglio stare con un piede di qua e l'altro di l?
meglio "dissociarsi", cambiare "luogo" di conversazione.
Benissimo, non avevo alcun dubbio!
a parer mio il, sapere, il conoscere e soprattutto il cambiare, passa proprio attraverso la citazione di fatti, luoghi, circostanze e, per i pi arditi persone.
Ognuno faccia secondo il prorio coraggio (totale o parziale, Sciascia o non Sciascia) secondo la propra coscienza.
Se ci non si far, qui o altrove, mi parebbe ben esaurita la conversazione sul come e perch, non cambiera un bel niente, sig Marucci, .
al signor De caro, il quale dice che certe cose vanno combattute ad armi pari, da dentro il "sistema", vale a dire diventando star, bh che dire, tocca soccombere, di nuovo, ad uno che "finge" di non aver capito, per continuare, male che vada, a curare bene il proprio ricco tornaconto
Qui, nuovamente, si giustifica la "non etica" (vale a dire il "forzoso" dover diventare star ) in nome dell'etica.
Complimenti, a guardare il suo palmares mi pare che le riesca alquanto naturale, sia fare la starletta che esprimere la non cultura.
Mi auguro che non incappi in itercettazioni, anche se, visto anche l'attivismo in certa parte politica (suo o di un suo omonimo), queste dureranno ancora assai poco.
Non conosco il suo pensiero, ma mi pare di poter dire che lei appartiene a quelli dotati della personalit arrogante e arrivista, che "vivono il loro tempo", che cavalcano l'onda.
E al diavolo gli ideali, gli dia gi di luxury houses (un titolo indicativo del contenuto)!
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6637
di renzo marrucci
del 31/12/2008
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Auguri 2009
di
Sandro Lazier
Il nostro paese non ha interesse alla cultura? Alla lealt ed alla competizione? Ma il paese che cosa si crede che sia? Diventare archistar? Se son parole al vento son proprio piene di vento... Aspiranti a veleggiare di fiume? Di mare non mi sembra!
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6642
di Renzo marrucci
del 31/12/2008
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Regalo di Natale 2008. A Marco Casamonti
di
Paolo G.L. Ferrara
Bravo Signor Sgiusti ... Complimenti ! Mi sembra che lei abbia capito quasi tutto ... Ma pu perfezionare se vuole... Oppure... Se non diventa archistar pu sempre diventare sindaco da qualche parte e chiamarne una... Se proprio ci tiene... Le auguro un Felice 2009
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6629
di christofer giusti
del 30/12/2008
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Regalo di Natale 2008. A Marco Casamonti
di
Paolo G.L. Ferrara
Dibattito vivace e interessante, ma devo dire che a scoprire le carte c' molta ma molta reticenza.
Assai poche rivelazioni, assai poche indiscrezioni, assai pochi appigli.
Ma si vuol cambiare o no?
vogliamo cercare di uscire da questa fogna o no?
se di moralit c' bisogno, ae moralit ed equit che si vuole, queste hanno certamente una via privilegiata di esprimersi proprio attraverso l'architettura!
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6619
di carlo tagli
del 30/12/2008
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Regalo di Natale 2008. A Marco Casamonti
di
Paolo G.L. Ferrara
Non lavoro in Italia da almeno 10 anni e ne sono molto felice, osservando come vanno le cose li; chi ha detto di conoscermi su questo blog, non credo proprio mi conosca in realt, dato che non ho il piacere di conoscere voi... Comunque, all'estero (almeno dove ho lavorato io) non c'e' architettura corrotta, c'e' solo architettura bella o brutta... e soprattutto c'e' un rapporto professionale tra tutte le parti coinvolte, amministratori, architetti e imprese!
Non approvo alcun tipo di illegalita' ma sinceramente non me la sento di giudicare e di condannare nessuno, prima di una giuria, come fanno tutti. Le cose non sono mai bianche o nere, ci sono sfumature che purtroppo non tutti riescono a cogliere...
Buon lavoro... ora che Marco Casamonti e' fuori gioco sembra che ci sara' lavoro per tutti, vedremo che bell'architettura farete VOI!
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30/12/2008 - Paolo gl ferrara risponde a carlo tagli
Le auguro di lavorare sempre nell'onestà. Per quanto riguarda la Sua attesa di vedere chi sarà in grado di fare "bella architettura" dopo Casamonti, desidero solo ricordarle che in Italia di grandi architetti ce ne sono sempre stati e sempre ce ne saranno.
Cordialità
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6620
di sandro crivelli
del 30/12/2008
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Regalo di Natale 2008. A Marco Casamonti
di
Paolo G.L. Ferrara
Delle due l'una: esistono gli ordini? esiste un codice deontologico (evidentemente per i fessi)? si!
Casamonti, Femia, Pellegrini, Segantini, (e chiss quanti altri) lo hanno palesemente e assai gravemente disatteso? si!
Bene, soluzione: o si radiano i suddetti, assieme ai molti probabili altri che qualcuno, si spera, vorr rivelare, o si elimininano una volta per tutte gli ordini professionali! evidentemente anch'essi conniventii parassiti
Sig. Sirica, attendiamo Sue.
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6621
di pino archini
del 30/12/2008
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Regalo di Natale 2008. A Marco Casamonti
di
Paolo G.L. Ferrara
Caro Tagli - ho provato a digitare il suo cognome su Internet e vengono fuori i tagli alle spese - roba italiana, qundi chiss. L, cio qui - attento: con l'accento sulla i, in Italia- ci sono molti altri imbroglioni e tolto uno si fatto poco- la bonifica potr avvenire se la societ si ribeller a questo puzzo di fogna. I nuovi collettori sono i tecnici, sindaci e assessori non firmano- state attenti.
Ci sono questi che pensano di essere impunibili- trottole del progetto.
Cacciamoli via rapidamente e speriamo che non siano molti a truccare i concorsi. In Toscana Emilia Lombardia Liguria tutto sotto controllo della cupola mafiosa.
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6622
di lilly greemens
del 30/12/2008
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Auguri 2009
di
Sandro Lazier
Mi dispiace, caro Sandro Lazier... ma fare del qualunquismo generico affossando tutto nn porta a nulla... si fa la fine del marito che x fare dispetto alla moglie, etc, etc...
I spunti di riflessioni che tu metti sul piatto sono sacrosanti e veri... si fatto sfregio del decostruttivismo barattandolo con i soldi e il profitto... e' vero... ma bisogna fare nome e cognome... chi l'ha fatto (libenskind sicuramente, un po' purtroppo la Hadid, etc...) e chi no (vedi Gehry)... Come bisogna fare dei distinguo sugli Ordini... mi trovi completamente d'accordo se x Ordine parli del CNAPPC, capeggiato da Raffaele Sirica da almeno un decennio ed eletto antidemocraticamente (ogni Ordine vale 1, ossia un presidente che rappresenta 15.000 iscritti ha lo stesso potere di voto di un presidente che ne rappresenta solo 100!!!), che pur di andare a braccetto con il potere di turno ha venduto, uno ad uno, TUTTO... vedi codice appalti: a parole si detto contrario all'appalto integrato... a fatti NO, anzi ha esultato quando nn si riuscito a toccarlo!!!... Come x la riforma delle professioni, si detto contrario e ha fatto una gran cagnara buttandola sulla difesa delle tariffe (come se avesse sempre controllato qst) solo xch si stava tentando di eleggere i rappresentanti del Consiglio nazionale in modo democratico... qst la verit... Bisogna seguire le vicende, prima di buttare tutto nel calderone!!!
Gli Ordini provinciali, invece, nel limite del loro potere (di fatto con il Governo pu parlare solo il consiglio nazionale) si stanno battendo, certo chi + chi -, almeno x dare voce ai problemi e x proporre iniziative concrete... Non facciamo del facile qualunquismo, che porta a gran battute di mano alla Grillo ma ci lascia + scemi di prima... nn cambiando nulla!!!
Senza Ordini, certo si pu sopravvivere... cos come sono, senza una seria e vera riforma nn possono fare molto... ma davvero credi che staremo meglio??? Le battaglie da fare contro chi usurpa ogni giorno la nostra professione sono troppe... e con il qualunquismo e l'individualismo che gira, credi davvero che le cose possano andare meglio??? Io credo fermamente di no... serve UNITA' tra architetti... meglio se tra veri architetti, cercando un modo, una via x eliminare il superfluo sdoganato senza senso negli ultimi decenni dalle universit...
La battaglia contro l'universit sacrosanta... l la piaga di tutto!!!... E sono pi che mai attuali le ragioni che Zevi urlava... se era un esamificio 30anni fa... ora un import/export dozzinale, dove la cultura nn abita + da decenni... il peggio che i giovani architetti ne escono anche con tanta boria, si sentono delle neo-archistar solo xche' sanno smanettare con i rendering, sanno fare il copia&incolla; (il computer ha facilitato di molto il nefasto sistema dei "riferimenti", combattutto a sangue da me e pochi altri!!!)... ma chiedi loro di fare una semplice sezione (nn dico uno spaccato assonometrico, che te li giochi) e potrai constatare tutto il loro limite di percezione spaziale... purtroppo nn nemmeno colpa loro xch lo spazio, la visione dell'idea in testa (la sola che ti permette poi di disegnarla con qualunque mezzo)... nn viene + insegnata... xch chi insegna (la maggior parte, le eccezioni, che ci sono, nn riescono ad incidere... purtroppo) nn sa vederla, nn ha mai saputo vedere l'architettura!!!
Il vero problema, caro Lazier, tentare di tenere la barra + che mai dritta... senza ripensamenti, capisci che la guerra contro le archistar fa comodo al potere di turno, o no??? Vogliamo forse ri-assistere al neo-ismo vario??? neo-razionalismo, neo-post-modernismo, etc, etc???
NO GRAZIE....
Le potenzialit del linguaggio decostruttivista sono + che mai VIVE, infatti il vero linguaggio architettonico segue un filo rosso con la storia (l'eritreo greco, le citt medioevali, il barocco borrominiano, le avanguardie del '900, etc...)
E' la contro-storia che ci deve guidare... nn scivolare su qst... vuoi unirti, forse, all'imperante richiamo dei nostalgici degli anni 30, ricostruendo l'arco dell'Eur e facendo rivoltare nella tomba, + di quanto ha dovuto in vita, il popolo Libera??? Attenzione!!!
Parliamo, gridiamo, urliamo affinch RITORNI LA CULTURA DEL PROGETTO e nn il protagonismo solo dei PROGETTISTI divenuti famosi!!!
Cerchiamo di indirizzare la nostra rabbia verso un fine... che deve essere quello delle pari opportunit x tutti... che invece dalla legge Merloni fino al Codice degli appalti hanno tolto... lo sai o no, che x fare un concorso in Italia devi essere scelto come progettista (fatturato, numero dei dipendenti, sconto sulla tariffa, etc) e nn x l'idea che proponi??? Fino a che le cose stanno cos, davvero l'Architettura muore... lentamente... ma sta morendo... Quindi che facciamo, aboliamo gli organi che potrebbero aiutarci??? NO... costringiamoli ad aiutarci davvero, controllandoli!!!
AUGURI anche a te ;)
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30/12/2008 - Sandro Lazier risponde a lilly greemens
Postilla all'articolo.
A puro scopo dissuasivo di termini come qualunquismo, pressapochismo, grillismo
e altre ingiustificate accuse che potrebbero venire da ulteriori commenti non
appena si tocca il tema degli ordini e dell'universit, di seguito propongo
i seguenti link di approfondimento:
Ordini
professionali contro larchitettura di Beniamino Rocca - 29/7/2003
La
qualit dell'architettura per legge - di Sandro Lazier - 8/8/2003
Abolire
l'ordine degli architetti - di Sandro Lazier - 2/11/2003
Ancora
sull'abolizione dell'ordine degli architetti - di Sandro Lazier - 26/11/2003
Sulla
riforma dell'ordinamento professionale - di Alberto Scarzella Mazzocchi
- 19/10/2006
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6624
di piera marconi
del 30/12/2008
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Regalo di Natale 2008. A Marco Casamonti
di
Paolo G.L. Ferrara
Ora che Casamonti si messo fuori ( poveretto) non ci illudiamo - resta un bel gruppo di imbroglioni in attivit. Pensa al giro largo- caro Tagli- un numero notevole di manovratori che hanno sedi fortini nelle universit italiane -in accordo con gli ordini. Commissioni decise a tavolino - come gli arbitri di Moggi. Il Cna manda i commissari in Piemonte in Puglia in Sardegna secondo richieste dei presidenti degli ordini locali. E' un paese allo sbando, ci serve un Saviano che faccia la denuncia pubblica.
Il 70% degli incarichi sono controllati dal 10% dei professionisti. Come per la ricchezza in questo mondo archispazzatura.
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6625
di lilly greemens
del 30/12/2008
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Auguri 2009
di
Sandro Lazier
Errata corrige: volevo dire "povero Libera"... ma ho scritto "popolo"... scusatemi... palesamente un no-sense... ma, incosciamente, potrebbe pure avere senso... ;)
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6628
di Renzo Marrucci
del 30/12/2008
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Regalo di Natale 2008. A Marco Casamonti
di
Paolo G.L. Ferrara
Gentile signor Tagli, le ho risposto come si risponde a chi ragiona e ora, leggendo il suo ultimo commento mi accorgo che lei ha finto di ragionare e mi perdoni... Lei un paladino di Casamonti e questo non la rende in condizioni di difenderlo bene anzi... Del resto l' architettura del Casamonti una normale architettura da rivistoteca, uso un mio vecchio termine ancora nuovissimo... Una montatura in fatto di qualit stata fatta dalle riviste che hanno alimentato una certa immagine (oggi cos fan tutte purtroppo) e anche se funziona verso chi non ha, e qui mi scuso, particolare senso critico... Vi poi da dire, diciamola tutta, che la linea editoriale da lui diretta rimane stretta alla tradizione del gioco del mercato editoriale... E non porta nulla di particolarmente interessante come linea di ricerca... Ad esser buoni. Questo devo ribadirlo : una normale linea editoriale e nulla di pi per cui si possa in termini di contenuto e di ricerca soffrirne la mancanza. Con i miei cordiali auguri
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6630
di aleksandar petrov
del 30/12/2008
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Regalo di Natale 2008. A Marco Casamonti
di
Paolo G.L. Ferrara
spero he cadono anche altri suoi sostenitori che sull suo nome incapaci hanno fatto la strada cosi..!!tutti quelli come Giberti ,Roccabruna...e altri tiranni e sfruttatori che non possiedono nemenno una A dell architettura...che sciffo che fanno!!
a sto punto potrei essere solo felice e colgo occassione di ringraziarlo che mi ha licenziato!! forza casamonti e i tuoi sfigatti!!!
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6631
di christofer giusti
del 30/12/2008
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Auguri 2009
di
Sandro Lazier
Signor Lazier,
ottima sintesi!
le porgo i miei saluti e i miei auguri per un buon 2009!
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6633
di sandro crivelli
del 30/12/2008
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Regalo di Natale 2008. A Marco Casamonti
di
Paolo G.L. Ferrara
,,,"Le cose non sono mai bianche o nere, ci sono sfumature che purtroppo non tutti riescono a cogliere"...
Signor Tagli, immagino che lei sia uno di quei "privilegiati" in grado di coglierle tali sfumature.
In genere tale sensibilit si acuisce nei disonesti, quando cercano ansiosamente di pacificare la propria tormentosa coscienza.
Generalmente ci riescono, a patto che vi sia "tacito assenso" e ignavia.
Tutti i commenti di sandro crivelli
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6634
di renzo Marrucci
del 30/12/2008
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Auguri 2009
di
Sandro Lazier
iL Giusti che cosa si aspettava? Che da questa finestra ne uscisse che cosa?
Di quale reticenza parla? Voleva fonti di accusa verso chi si conosce solo per l'arresto segnalato dalla stampa su qualche attivit ? Credo che non solo abbia male interpretato e pardon: male capito... Ma ha anche male agito perch il compito quello di capire il problema e misurarne se possibile l'entit morale come architetti e farne materia di coscienza e importante di discussione .... N un processo n un blaterare sulle spalle della gente... e se cos lei lo avesse capito... sono davvero allibito!
Che il 2009 gli porti consiglio caro signor Giusti.
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6635
di Maurizio de caro
del 30/12/2008
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Auguri 2009
di
Sandro Lazier
sandro carissimo, intanto ricambio gli auguri e spero che il nuovo anno ti porti quella serenit che l'architettura ti toglie.
non ti risponder perch conosci il mio pensiero. vorrei chiederti,invece se pensi che il "nostro mondo"non faccia parte di un sistema pi ampio (il nostro paese) che non ha nessun interesse per la cultura, la lealt professionale, la corretta concorrenza.
le invettive fanno male a tutti fuorch ai destinatari. invece di rassegnarci non meglio diventare archi-star e contrastare ad armi pari star, starlette, maestri presunti, geni incompresi, intellettuali di nicchia, invidiosi e invidiosetti?
per vincere ogni guerra, specialmente culturale, servono forze ingenti. le parole,belle come le tue possono solo rendere meno amara una prevedibile sconfitta
Un abbraccio
Maurizio
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6636
di carlo tagli
del 30/12/2008
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Regalo di Natale 2008. A Marco Casamonti
di
Paolo G.L. Ferrara
Credo che le sfumature possano essere colte da persone con una certa sensibilita' e non credo che i disonesti ne abbiano molta... se questo era un modo sottile per darmi del disonesto, lo trovo alquanto offensivo, dato che lei non mi conosce affatto! Parlando di sensibilita' e di sfumature le risposte sono proprio nei vostri perche' e nel modo in cui fate presto a condannare... E parlando di disonesti, se non sbaglio, le intercettazioni relative a questa vicenda sono state rese pubbliche illegalmente e, certamente, insensibilmente... quindi non c'e' solo qualche architetto disonesto qui...
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6627
di Renzo marrucci
del 30/12/2008
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Auguri 2009
di
Sandro Lazier
Cara Lilly, chi ti dice che per tenere la barra dritta ci sia bisogno degli Ordini professionali? Hai una ricetta segreta nascosta da qualche parte? Faccela vedere... Altrimenti dopo il disservizio reso continuare davvero da tosti ma da tosti per davvero! La casa degli architetti dovr essere ricostruita semmai e se ne vale la pena... Quest la mia idea...e se gli architetti si accorgono... che la societ di oggi demanda al collettivo che oggi assente nella presenza, ossia c' ma non si esprime e accetta perch ha paura di progettare il futuro...allora come minimo cambieranno le cose e si andr avanti migliorando sulle ceneri della vecchia casa incrostata sul vecchio che non funziona e che a tenere in piedi costa pi in termini di arretratezza culturale e organizzativa che altro... Come mai il settanta per cento degli architetti non vogliono... e si interrogano nella crisi di valori e della professione che oggi stiamo vivendo e pagando carisssima sia in termini di vita che di economia che di educazione che di cultura e di tutto altro? La cui realt, cos come , tutto sommato, torna bene a chi torna bene... Mentre agli architetti non torna solo nulla di fatto ma purtroppo funge da ancora alla paura del progetto... Vivacchiare nella vecchia casa non va pi bene ed il dovere morale coincide con un po di coraggio... per il bene di tutti...
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6614
di renzo marrucci
del 29/12/2008
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Regalo di Natale 2008. A Marco Casamonti
di
Paolo G.L. Ferrara
La speranzaC n poca ma Resiste
Io non conosco la persona e non entro nel merito della persona. Assisto al fenomeno e mi auguro profondamente che ci sia giustizia sapendo che la giustizia in QUESTI TEMPI in Italia un p in declino e comunque spesso relativa a pesi e contrappesi, al loro valore politico e questo lo si deduce da dichiarazioni di politici e studiosi, di amici e conoscenti e non possibile, purtroppo, fare finta di niente. Augurando che ci sia giustizia ma temendo che ce ne sia poca... Non si pu esimerci dal fare alcune considerazioni che riconosco non essere purtroppo piacevoli. Il sistema all'interno del quale un architetto si viene a trovare oggi, nello sviluppo del suo lavoro delle sue relazioni ecc Deve essere valutato nelle sue peculiarit per essere inquadrato nella specificit del suo impegno. Ci per valutare e capire le motivazioni e le responsabilit personali. Se il lavoro o la funzione svolta una funzione derivata, appoggiata, consentita e anzi aiutata e ritenta conveniente ad un certo sistema identificato Allora le responsabilit saranno ripartibili, immagino, tra chi appoggiava e sosteneva e consentiva e magari tuttora
Nel caso emerso, di cui si scrive, e per il periodo che viviamo, da credere che un architetto non possa avere molta capacit di dialogo con amministrazioni e imprese ecc... ecc... senza avere appoggi chiari e identificati anche politicamente. Il dato ambientale delle Amministrazioni in Toscana non facilmente penetrabile senza una chiara identificazione politica che funziona da sponsor o da angelo custode che dir si voglia. Allora solo dopo avere bene compreso si potr anche dire con entusiamo che l'architetto si sacrificato al dato ambientale in funzione delle sue meravigliose idee e ha fatto del bene e fatto fare del bene a tanti... Se cos fosse mi si aprirebbe il cuore e il cavaliere azzurro o rosso che sia verr celebrato dal sottoscritto anche se per ora no! Carlo Tagli avr pazienza le cose vanno cos in Italia. Rimane da comprendere se chi non ha avuto del bene abbia avuto del male...Questo deve essere valutato per capire se invece una specie di trust esisteva oppure no! Speriamo effettivamente non esista...e non spetta a noi giudicarlo e soprattutto a me! Anche se, come dice, il mio ortolano malignamente, gli odori arrivano, purtroppo, sotto il naso. Io che mi son presentato in alcune giunte in Toscana ho ricevuto sorrisi e complimenti ma se
Ma se qualcuno ha i mezzi e li usa per aiutare e per fare ordine, per sperare che con un p di pulizia si realizzi un ambito pi vivibile e aperto, pi compatibile dove sia possibile fare un' architettura migliore senza che questo sia una sorta di alibi ...Io mi sento personalmente pronto a capire e senza pregiudizio leggerei con serio interesse. Credo ci sia qualche altro "ingenuo" che la pensi come me. Anche se in Toscana notorio che, per la maggior parte, i cavalieri devono essere ancora tutti"rossi"... Se no! Il cavallo non glielo danno!
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6615
di gino cinici
del 29/12/2008
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Regalo di Natale 2008. A Marco Casamonti
di
Paolo G.L. Ferrara
Che paura questi commenti che gustificano il maestro. Ma come che fanno finta di non capire. Io- abito in prov. di Arezzo - potevo fare un'offerta a Terranuova, potevo essere io invitato, e potevo vincere, anzi avrei vinto perch questi schifosi hanno fatto il max ribasso 2%. Vi rendete conto che miserabili- miserabili ! Io facevo il 15%. E vincevo. No, non bastava vincere onestamente, ecco la truffa ai danni della comunit, fanno un ribasso che non esiste il 2%. Caro Tagli- vergogna. Ma chi sei? Ma quanto ammiri il maestro imbroglione- innamorato del Ligresti? Perch lo ammiri?
Per favore mandiamo il link di questo bel dibattito a Sirica presidente architetti e chiediamo cosa vuole fare mentre si va avanti con le indagini. Aspettare il terzo grado? Dieci anni? Mentre i maetri archistar fanno gli imbrogli?
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6611
di carlo tagli
del 29/12/2008
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Regalo di Natale 2008. A Marco Casamonti
di
Paolo G.L. Ferrara
Che tristezza mi fa questa vicenda sapete una cosa? Io conosco il colpevole, si perche tutti lhanno gia messo alla forca il povero Marcoma per me, nonostante levidenza, rimarra sempre innocente e piuttosto vittima di un sistema e di un vortice che lo ha completamente deviato e soprattutto imbrogliato non giustifico lillegalita ma talvolta in Italia lillegalita e mascherata da legalita, soprattutto se approvata dagli uffici governativi e amministrativi...
Non nascondo la testa sotto la sabbia e riconosco lesistenza di un sistema che non nasce certo con Marco Casamonti! In Italia, si sa, da certi sistemi non si scappa, non ci scappa nessuno, anche i giornalisti per ottenere incarichi leccano il culo a qualche politico di destra o di sinistra e in piu sputtanano le persone, puramente per far notizia e far apparire il proprio nome; sbandierando intercettazioni telefoniche che dovrebbero rimanere in mano alle autorita' e servire a risolvere casi giudiziari e non a soddisfare la sete di questi ipocriti italiani che tanto sono capaci a puntare il dito, ma che tanto alla prima occasione cadono nel sistema pure loro, dal dentista che non fa mai una ricevuta fiscale, al muratore che si fa assumere in nero, dal postino che lascia il posto di lavoro per andare a fare la spesa, al dipendente netturbino che si porta a casa la carta igienica e i sacchetti della spazzatura dal posto di lavoro This is our beloved country ma come ho fatto bene a lasciarlo!
E quello che piu mi fa rabbia e che la persona presa come bersaglio e una persona che davvero vive per larchitettura e il suo lavoro, uno che non ha mai guardato ai soldi, ma solo alla creazione di belle opere, si, proprio come ha detto lui! Ha lavorato a numerosi progetti senza prendere un soldoCio che di bello si e costruito a Firenze negli ultimi anni ha il suo nome sopra
Quello che in tutta questa storia e disonesto e il dire che Marco Casamonti ha creato un sistema, mentre la verita e che ci si e solo dovuto immergere dentro e sporcarsi le mani per poter lavorare e mi dispiace davvero per lui perche non se lo merita proprio! Marco e, al contrario di chi lo descrive come una persona che ha peccato di presunzione, una persona estremamente modesta, per nulla arrogante, nonostante le sue qualifiche e posizione; e direi piuttosto che ha peccato di ingenuita e il suo amore per l'architettura lo ha letteralmente fregato! Per chi Marco lo conosce davvero questa storia fa male e fa male leggere che lo si paragoni a un mafioso
Ma che schifo che fate voi giornalisti ma non sara mica Marco Casamonti ad aver creato questo sistema vecchio come lItalia, no? E pensate che la sua redenzione possa servire a salvare lItalia? Ma come siete ingnui o, forse dovrei ribadire, ipocriti e falsi!
Ma perche non andate a intervistare lintoccabile Ligresti e gli altri architetti che di favori, non ne hanno solo fatti, ma anche ricevuti! Per non parlare degli amministratori e politici coinvolti, non credo proprio che Marco Casamonti avesse questo incredibile potere, di cui si parla, su tutti, altrimenti bisognerebbe davvero complimentarsi con lui per riuscire a gestire 5 studi, la carriera di professore universitario, 2 riviste, una famiglia e in piu questo sistema massonico!
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29/12/2008 - Paolo GL Ferrara risponde a carlo tagli
E' vero: la vicenda realmente triste. E' certamente lodevole che Lei voglia difendere Casamonti, soprattutto perch in questi momenti gli amici si dileguano, ma l' "essere vittima" significa esserlo inconsapevolmente. Casamonti era assolutamente consenziente e sapeva ci che faceva. Di pi: proprio perch, come Lei dice, Casamonti "viveva per l'architettura" avrebbe dovuto assolutamente lottare per l'etica che ingrediente fondamentale del nostro lavoro!
Da certi sistemi non si scappa? No, caro amico, si scappa eccome! e lo si fa lottando e denunciando come fa antiTHeSi da sempre, anche parlandoproprio di Ligresti (legga l'articolo "Miserere Ligresti").
Concludo. S, penso che la redenzione di Casamonti possa innescare un processo di nuovo corso e la mia fiducia dovrebbe solo farle piacere poich basata sull' "uomo" Casamonti, ovvero l'amante dell'architettura e della bellezza etica ed estetica per cui si deve lottare.
Mi importa poco se le faccio "schifo": a me interessa solo dare sempre e comunque una seconda possibilit a tutti.
Cordialit
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6612
di paolo marcuccio
del 29/12/2008
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Regalo di Natale 2008. A Marco Casamonti
di
Paolo G.L. Ferrara
Caro Tagli, credo di conoscerti e la tua difesa di Marco mi mette tanta tristezza. Io sono tra quelli ( ma siamo migliaia) che con il metodo Casamonti stato tagliato fuori dalle gare pilotate-- sai cosa vuol dire turbativa d'asta ? Ti interessa questo dettaglio o cosa credi che non sia un reato grave e reiterato ? Eppure anche io ho tanto amore per l'architettura.... Ma dai! Ingenuit? Ma non hai idea di quanto faccia schifo questo modo alle persone per bene. Un vero schifo. Perch questa mafia- m a f i a ! Vedrai se andranno avanti cosa verr fuori. Se andranno avanti, se quelli del Cons Naz faranno ci che devono. Lascia perdere e pensa ai tanti colleghi onesti che si sono illusi di fare concorsi e gare che il maestro truccava.
Insomma una vergogna - e lui rischia di essere il Parmalat dell'architettura.
Complimentarsi con lui ? Davvero pensi cos ? Per riuscire a gestire "5 studi, la carriera di professore universitario (ndr- ci va 3 volte all'anno ), 2 riviste, una famiglia e in piu questo sistema massonico " ci vuole qualcosa che facile capire... non abilit caro Tagli, non solo abilit. Anche se abile Marco di sicuro.
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6618
di Giuseppe artusi
del 29/12/2008
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Regalo di Natale 2008. A Marco Casamonti
di
Paolo G.L. Ferrara
Marco Casamonti, alfonso Femia, Pietro Carlo Pellegrini, Maria Alessandra Segantini.
Si cominci con il radiare a vita questi!
e via via di seguito tutti gli altri, tutti gli imbroglioni e i conniventi.
Tanto hanno gi colto a piene mani il coglibile, si sono gi garantiti una bella pensione, e che fior fiore di opportunit, che cimenti!
Ora lascino le briciole agli altri, magari anche a lei sig. Tagli, che tanto con sta recessione e con la scusa di questo scandalo di concorsi e gare in italia non sentiremo pi parlare, le faranno di sottobanco, col bene placito del nostro premier.
Banana republic.
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6616
di carlo tagli
del 29/12/2008
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di
Paolo G.L. Ferrara
Si come no adesso gli architetti minacciano gli amministratori, ma su quale pianeta vivete?
Ma non e' che il sistema parte proprio da questi ultimi e dai politici? Che potere puo' avere un semplice progettista su questi?
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6617
di paola marchetta
del 29/12/2008
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Regalo di Natale 2008. A Marco Casamonti
di
Paolo G.L. Ferrara
Guarda Tagli che sei tu che vivi in uno strano pianeta. Ma davvero non ti ripugna quello che accaduto? Non arrossisci a rileggerti? Io non so se Marco sar condannato. E me ne importa poco. Bastano le sue telefonate per capire che il suo sistema uno schifo doppio. Un arraffare tutto che espelle le persone oneste. Solo chi nel suo giro di privilegiati pu farcela. Docenti che non insegnano, direttori di riviste comprate dalla famiglia, rapporti con imprese di pregiudicati, funzionari ricattati, politici felloni. Questa una rete da cosanostra. Cos tutto sotto controllo e l'archittettura anche e di pi. Le cose belle che ha fatto Marco a Firenze....e se fosse una competizione libera? Guarda il concorso ultimo a Fi. Lo vince Pietro - sempre Pietro il prestanome - e guarda chi perde.
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6613
di christofer giusti
del 29/12/2008
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Regalo di Natale 2008. A Marco Casamonti
di
Paolo G.L. Ferrara
....."Che tristezza mi fa questa vicenda sapete una cosa? Io conosco il colpevole, si perche tutti lhanno gia messo alla forca il povero Marcoma per me, nonostante levidenza, rimarra sempre innocente e piuttosto vittima di un sistema e di un vortice che lo ha completamente deviato e soprattutto imbrogliato non giustifico lillegalita ma talvolta in Italia lillegalita e mascherata da legalita, soprattutto se approvata dagli uffici governativi e amministrativi"...
STENTO A CREDERE CHE MARCO CASAMONTI ABBIA POTUTO REALMENTE E INGENUAMENTE CONFONDERE ILLEGALE CON LEGALE, PIUTTOSTO DIREI CHE QUESTA ERA UNA COMODA SCUSA PER LA SUA COSCIENZA.
da certi sistemi non si scappa, non ci scappa nessuno.
PER ORA IO SI! CERTO NON SONO LA ZAHA HADID ITALIANA, ANZI TUTT'ALTRO, MA ANCHE QUANDO DOVESSI ESSERE COSTRETTO A SPORCARMI LE MANI PER LAVORARE, PER MANTENERE IL MIO UNICO STUDIO E MANTENERE LA MIA FAMIGLIOLA, NE SAREI PERFETTAMENTE CONSAPEVOLE E NON GIUSTIFICHEREI IN ALCUN MODO LA COSA NEMMENO IN NOME DELLA GIUSTA ARCHITETTURA (ANCHE PERCHE' IL PRESUMERE DI FARLA NON E' CERTO DIMOSTRAZIONE D'UMILTA')
"Cio che di bello si e costruito a Firenze negli ultimi anni ha il suo nome sopra"
MI CONSENTIRA' DI ESPRIMERE LE MIE RISERVE SU QUESTO,
CHI LO DICE CHE SONO BELLE OPERE? FORSE LE SUE RIVISTE?MAGARI QUALCUN'ALTRO LE AVREBBE FATTE ANCHE PIU' BELLE, O MAGARI DIVERSE, SE SOLO AVVESSE POTUTO CONTARE SU COMPETIZIONI E GIUDIZI EQUI E COSTRUTTIVI.
VEDE, CERTAMENTE CASAMONTI ERA PRIVILEGIATO NELL'ACCESSO, ANCHE ALL'ILLEGALITA', E DI QUESTA LUI HA VOLUTO CONSAPEVOLMENTE SERVIRSI, ANZICHE' DENUNZIARLA COME AVREBBE POTUTO CON MAGGIOR EFFICACIA..
......"Marco e, al contrario di chi lo descrive come una persona che ha peccato di presunzione, una persona estremamente modesta, per nulla arrogante, nonostante le sue qualifiche e posizione";
MI SPIACE,MA CI SONO MOLTI COMMENTI E TESTIMONIANZE A CONFUTAZIONE, IN OGNI CASO RI-CITO IL CONCORSO ANAS 2005:
....nel bel mezzo dell appassionato ed entusiastico approntamento della seconda fase, arriva al capogruppo una telefonata del Casamonti, gi in rapporti con lui per altri lavori:
Lascia perdere, cosa mia.disse il Casamonti
Cos fu, Casamonti vinse!
DAVVERO UNA BELLA PROVA D'UMILTA', DI SPORTIVITA' E SOPRATTUTTO DI INGENUITA', A RIPROVA DELLA SUA INCONSAPEVOLEZZA.
......"E pensate che la sua redenzione possa servire a salvare lItalia? Ma come siete ingnui o, forse dovrei ribadire, ipocriti e falsi!"
BENE, ALLORA SI VDA AVANTI COSI,
SIG.TAGLI, LA STORIA CI INSEGNA CHE CHI SI ESPONE, CHI VUOL PRIMEGGIARE A QUALSIASI COSTO, (E MI PARE CHE SIA QUESTO IL CASO) GODE DEGLI ONORI IN CASO DI RIUSCITA, MA SI DEVE FAR CARICO ANCHE DEGLI ONERI, TRA QUESTI, ASSAI SPESSO, QUELLI DEL FARE DA CAPRO ESPIATORIO
NON CREDO CHE NICCHIARE SU QUESTO RENDA IL CASAMONTI MENO IPOCRITA RISPETTO ALLA MEDIA ITALIANA.
..."Ma perche non andate a intervistare lintoccabile Ligresti e gli altri architetti che di favori, non ne hanno solo fatti, ma anche ricevuti! Per non parlare degli amministratori e politici coinvolti"......
PIU' CHE GIUSTO, SI FACCIA UN BEL REPULISTI!
CERTI AMMINISTRATORI HANNO PERO' LAMENTATO IL FATTO D'ESERE SOTTO RICATTO DEI POLITICI E DEI PROGETTISTI.........
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6610
di christofer giusti
del 28/12/2008
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Regalo di Natale 2008. A Marco Casamonti
di
Paolo G.L. Ferrara
Il sito Italia nostra onlus Firenze
pubblicava due dettagliati articoli sulla vicenda del casamonti con relativi commenti dei lettori.
http://italianostrafirenze.splinder.com/post/19309226/Arrestato+Marco+Casamonti,+l'a
Il sito non pi accessibile
Spero che non tocchi analoga sorte a questo sito.
Marrucci ha ragione, nessuno dice niente (o comunque assai pochi hanno il coraggio di fare schiette denunzie), nonostante l'inequivocabilit delle intercettazioni, il "metodo" Casamonti, in grande o in piccolo, ancora un modello da persguire, proteggere con l'omert e in nome dello scambio di favore.
Che dici Paolo, cambier mai qualcosa?
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6609
di Giuseppe Artusi
del 28/12/2008
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Regalo di Natale 2008. A Marco Casamonti
di
Paolo G.L. Ferrara
Da "il Giornale"
....Riguardo alla gara di Terranuova Bracciolini il 3 settembre Casamonti insiste con la Montefusco perch sia affidato lincarico a un amico (fammi un regalone Iole). Il 5 Casamonti chiama la Montefusco e le ricorda i nominativi dei 5 studi professionali che devono essere invitati alla gara. Poi chiama larchitetto Alonso Fema: La gara la dovrebbe vincere Pietro (Pellegrini, ndr) perch poi la facciamo assieme ma io non posso vincerla perch in questo comune ho fatto troppi lavori. Linterlocutore assicura che fornir lofferta di appoggio. Anche la collega Alessandra Segantini d il suo assenso. Casamonti: Mi chiami io ti dico la cifra da mettere dentro cos la mettete un po pi alta e Pietro vince.E si rende disponibile a ricambiare il favore: Se hai bisogno della stessa cosa in altri comuni conta su di noi. Casamonti a Pellegrini il15 settembre: Metti novantacinque e gli altri fanno zero ribasso. E il 3 ottobre Pellegrini con un sms lo informa che la gara stata vinta e lui risponde: Ci mancherebbe che non vincevi; ci si divide il lavoro. Secondo i pm Casamonti risulta un formidabile e instancabile organizzatore di trame atte a pilotare gli esiti di gare di aggiudicazioni di appalti di enti pubblici saltando da una pubblica amministrazione allaltra con assoluta dimestichezza e una trasversalitche lo rende assai insidioso . Il 16 ottobre emerge che Casamonti parlando con un collega si interessa a un appalto della Provincia di Firenze relativo a lavori da realizzarsi nella zona di Montelupo Fiorentino, intende informarsi se si tratti di gara libera e quindi suscettibile di turbativa: C unimpresa che comanda il Consorzio Etruria... faccio un po di sondaggi siccome ci lavoro con questi qui per capire se la gara gi assegnata o viceversa una gara libera; va bene...il presidente della Provincia lo conosco ci andr a parlare per dire se ha senso fare sta roba.
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6608
di Renzo Marrucci
del 28/12/2008
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Regalo di Natale 2008. A Marco Casamonti
di
Paolo G.L. Ferrara
E' bene che gli architetti comprendano una volta tanto e abbiano il coraggio di dire, pensare, parlare, scrivere un po del disgusto che si prova...Tenerselo dentro fare il gioco di chi marcia a piene mani e riempie lo studio di giovani adepti in cerca del riparo che non c' in questa societ se non e nelle forme in cui la politica ha sopraffatto l'iniziativa sociale e vendola irretita ha trasferito la fiducia nelle istituzioni ma solo perch detentrici del potere di far girare le cose ed i permessi che sono funzianali alle opere e ai finanaziamenti, quello il giro per tenere il controllo dello stato sociale e per impedire alla societ di crescere secondo istruzione e senso morale. Una volta deviato il senso o ti movi da quella porta o sei tagliato fuori o devi vivere di nicchia cosa che consentita ai soli fortunati ormai rari anche quelli. Al riparo di una tessera o similli...esercito di qualcuno e quando il qualcuno esagera per stapotere ed impunit in troppi tremano e in troppi perdono e si rinchiu
dono... Architetti aiutate la societ a migliorare, prendetevi la responsa
bilit che legata alla vostra libert e alla vostra moralit... Alla bellezza del mestiere... In questo mestiere bello vivere se lo si ama e si genera felicit e non amarezza, non necessario il potere per essere felici e allora Aiutate l'architettura italiana a sfangare dalla inutilit dei pesci cani che muovono la bocca sugli incarichi pi grassi e grossi con la scusa di fare bene soltanto loro...che coraggio! Che spudoratezza!
A tanta tracotanza si allinea la presunzione e la sicurezza di presumere!
E quel che pi delude vedere che questi atteggiamenti trovano in parte conferma proprio nei sindaci e nei promotori economici a farci capire da quale effetto sia e venga drogata la ruota della societ...E da quale informazione estesa a dismisura...
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6607
di paola marchetta
del 27/12/2008
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Regalo di Natale 2008. A Marco Casamonti
di
Paolo G.L. Ferrara
Che brutte storie! Professori di sinistra e imprenditori di destra danno ordini agli assessori che ordinano al tecnico a contratto.
Dovrebbero indagare sugli intrecci tra cattedre universitarie e professione, e tecnici a contratto nella PA.- ma su questo andranno cauti perch cascherrebbe tutto. Il sistema si regge cos.
I poveri architetti a contratto nei comuni, prendono ordini e se non ubbidiscono li cacciano via come quella di Terranuova.
Il settantapercento di concorsi e gare di architettura pilotato, prima di tangentopoli si prendevano tutto con incarichi diretti - ora si devono sporcare le mani, fare la regia delle conbinazioni. Le gare al ribasso si fa l'accordo, le gare con commissari basta mettere quelli giusti...
Mai visto un sorteggio?
Tra qualche anno Marco sar il Cusani dell'architettura a spiegarci come si faceva. Con le riviste che si comprano se servono, giocattoli che i babbi ricchi danno ai figli archi per farsi forza. Un aiutino che non guasta.
Ma nel frattempo altri avranno preso il suo posto in un Paese di imbroglioni. Le archistar di seconda fila che rastrellano si possono sputtanare, basta guardare bene le opere che sono una vergogna, mentre la critica se ne sta zitta. Ci sono dipartimenti universitari estensioni di studi professionali, facile da vedere a occhio nudo, senza intercettare. S ha ragione chi ha detto che questi architetti sono come le azioni Parmalat. Grillo aveva avvisato.
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6606
di alfredo romeo
del 27/12/2008
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Regalo di Natale 2008. A Marco Casamonti
di
Paolo G.L. Ferrara
Mannaggi'a maronn'
ma allora non avete capito,
non date retta
tirate a campà
per quanto capisca che vi puzzate e famm, e la fame è na brutta bestia
questa è l'italia.
siate italiani
le cose non sono per tutti, lo sono solo in apparenza, solo nei proclami
in quanto a me...
io, speriamo che me la cavo......!
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6604
di sandro crivelli
del 27/12/2008
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Regalo di Natale 2008. A Marco Casamonti
di
Paolo G.L. Ferrara
concorso anas?
concorso venezia magazzini frigoriferi. Venezia 2000
Sera prima della premiazione della giuria. Selezionati in 10.
Lui (Marchetto) si presenta con un gruppo. Lui fa il piacione e il piazzista. Progetto decoroso ben disegnato, da altri come sempre. Buono per la 20esima posizione. Che fa Lui?
Organizza una cena a casa sua sul canal grande con invitati i giurati in testa ai quali la vestale di Marino. Folin
Risultato terzo premio. Prima di lui ovviamente ben van berkel e Miralles.............
Capito, studenti di architettura, come si fa marketing. Mica andando a scuola e facendo l'onesto lavoro. No, devi corrompere, aggraziarti, circuire....
Qua non si tratta di passione o qualit ma di come si depista, e si uccidono le regole, minime del reale confronto.
Questa generazione di ciarlatani , agence d'architecture, bon ton, recerche patiente che fine far? e i giornali dell'architettura che pensano di questo corrotto meccanismo, in cui il progetto bel che venduto e superpubblicato ancor prima di aver applicato le figure di belle donne in photoshop..................????
terra bruciata, da cui ci risolleveremo con lentezza e grazia, ma l'architettura e la vera passione, la consistenza e la corenza avranno alla fine il loro peso!!!!!!!!!!!!!!
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6602
di pino archini
del 26/12/2008
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Regalo di Natale 2008. A Marco Casamonti
di
Paolo G.L. Ferrara
Ma davvero pensate che andranno avanti? Mah. Io ci credo poco. Se interrogano quelli coinvolti il cerchio si allargherebbe molto. Daltra parte il 5+ dice lo abbiamo fatto altre volte; dovrebbe dirle le altre volte o no? con chi, dove; e quelli che stavano nel giro stretto, i prescelti da Marco quelli che una volta peruno. E quelli che lo sceglievano? Se ci fosse un Consiglio nazionale degli architetti - sob - dovrebbe prendersi a cuore la cosa e costituirsi parte civile contro i truffatori del progetto, altro che archistar delle nostre scarpe. Cos questi fanno danno a tutti i professionisti per bene. Dovreste stamparlo nella copertina delle riviste di architettura- voi che potete se potete - in una tempesta di stelle dorate - formato dwg- quella frase di MarcoLigresti prendimi sono tuo. Ma cosa volete che accada in questo disperato paese di gabbati e rassegnati. Le riviste proporranno i migliori divani alla moda come se niente fosse.
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6603
di gino cinici
del 26/12/2008
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Regalo di Natale 2008. A Marco Casamonti
di
Paolo G.L. Ferrara
captatio benevolentiae
orizzonte Ligresti
cos pensava di battere Zaha
e andare sopra Renzo
tra 10 anni noi scurdarielli
lui nell' Olimpo
gli inventano il premio Antinori
anzi il premio Parmalat dell'architettura
noi fuori da tutto
lui veni vidi
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6598
di carlo alberto cegan
del 25/12/2008
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Miserre!...Ligresti....
di
Paolo G.L. Ferrara
Bello e intrigante il testo.
Le consiglerei un articolo con un titolo pi o meno di questo tipo:
MASTERPLAN E FONDI DI INVESTIMENTO!!!!!!
lE GARANTISCO SUCCESSO EDITORIALE ASSICURATO.
UNA PENTOLA ESPLOSIVA.
POI CASAMONTI E GLI ALTRI ACCOLITI VENGON DA SE..........
AIDA, IPOSTUDIO , L'UNIVERSITA' ITALIANA CHE FINALMENTE HA VISTO LA STRADA PER RIEMERGERE E SI E' INFILATA NEL BUCO PROFONDO DELLA PEGGIOR SPECULAZIONE FONDIARIA/FINANZIARIA E DI COSTUME DELGI ULTIMI 100 ANNI.
Redenzione a Casamont????
Dice il giudice che formidabile e instancabiele organizzatore di trame ....un'architetto !!! Capite la gravit ??? La soglia superata.
Arrestato per reiterazione di reato e inquinamento.
Infatti pur inquisito 1 anno fa per castello telefona con spregiudicatezza alla fine di ottobre del 2008 agli accoliti e si mette d'accordo con stupefacente sicurezza e arroganza con tutti al telefonino.
Spavaldo e sicuro.
e PARETCIPAVA A CONVEGNI, KERMESSE, DIBATTITI, WORKSHOP.
E il branco di studenti a contestare il decreto trasparenza nell'universit !!
Son tempi grami cari architetti , bui e cupi.
Io che non sono affatto uomo di sinistra andate a vedere la Gabbianelli e il suo report sull'affare speculativo che sis sta bbattendo su roma e che coinvolge tutti..........
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6600
di samu
del 25/12/2008
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Il design cambia il mondo?
di
Gianni Marcarino
Va bene, pero, noi come posiamo sostenere anche la classe pi potente e chiamiamola pi bisognosa? Sto parlando delle famiglie che vivono con 1500 euro al mese.
Ci dovrebbe essere una soluzione se non arricchirli tutti per permettersi ci che piace a tutti noi.
Oppure i oggetti di gran classe da essere pi accessibili cosa impossibile dal punto di vista morale (non puoi chiedere ad artisti di gran classe a produrre degli oggetti a basso costo, ed altro ancora), oppure quelli in seguito dovrebbero comprare da fuori Italia e investire in paesi dove anche la mano di artisti costa molto meno di qua (cosa gi presente nella nostra vita) che porta a un sviluppo sempre sempre pi in basso.
Perch alcuni si e altri no? Chi dice ci che alcuno debba avere e che i altri non possono? Voi? Tu? Io? O no.. non se ne parla proprio.
Probabilmente l'unica possibilit da differenziare sar sempre di portare l'innovazione, e un nuovo stile, sempre pi arrogante pi intrigante e pi razionale, esattamente simile a un ritorno al passato con nuove tecnologie e materiali eco sostenibili.
Pensateci comunque a una soluzione che potrebbe differenziare questo "clonaggio" , simile al come sono differenziati i marchi automobilistici, e non criticate l'opportunit per ogni uno di avere quello che desidera.
Buon Natale e Auguri per il nuovo anno che suona'l campanello.
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6599
di christofer giusti
del 25/12/2008
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Regalo di Natale 2008. A Marco Casamonti
di
Paolo G.L. Ferrara
Caro Paolo Ferrara,
mi arrivata la cartolina d'auguri della redazione di antithesi.
Non so se siano personalizzate o se siano uguali per tutti, fatto sta che Paul Klee il "degenerato" che preferisco sin dai tempi dei primi anni del liceo, al punto che, a sedici anni, scovai nella incustodita biblioteca il gi allora introvabile suo "teoria della forma e della figurazione".edito da feltrinelli.
Per la verita riuscii a trovare (e, ammetto i miei modesti illeciti, sgraffignare) solo il primo volume, le lezioni, il secondo: la storia naturale infinita, non ho mai avuto l'avventura n di sfogliarlo, n di leggerlo.
Ben inteso, Paolo, non ho la presunzione di aver capito Klee, ma certamente tale libro mi ha aperto la porta ad un universo parallelo e alla comprensione delle sue regole.
Ti ringraio molto, ancora auguri a te e famiglia.
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6597
di carlo alberto
del 24/12/2008
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Regalo di Natale 2008. A Marco Casamonti
di
Paolo G.L. Ferrara
Cristian Giusti dice bene. C'e' poco da aggiungere.
Se fossi un magistrato farei per un salto da
AIDA - (associazione italiana devastazione architettura ....certo non nelle forme ma nei modo...i lobbisti)
IPOSTUDIO
M. SAITO Piazzale Michelangelo
5+1 Femia (fai angramma) e peluffo - Savona
ART DESIGN di genova ( una socia preside facolt l'altra la figlia di pericu ex sindaco - insieme lavorano al parco Brombini.....concorso vinto ........ Gabrielli era presidente)
PIETRO C. PELLEGRINI che accetta di fare la gara con il trucco
C+S ( cappai e segantini )
adesso mi fermo ma questa merda viene fuori dall'universit italiana . Caspita la cultura di sinistra e gli imprenditori di destra......
Una volta diceva la fiaba.
Adesso che la politica ha bisogno di fondi tutto questo sistema dei masterplan luccicanti a che cosa pensiamo servano ??????????'
Mazzette , mazzate , mazziati.........
Io vado a portare un dono alle suore della scuola di mio figlio e gli auguri li faccio a chi ne ha bisogno...........
Ciao
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6596
di RENZO MARRUCCI
del 24/12/2008
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Regalo di Natale 2008. A Marco Casamonti
di
Paolo G.L. Ferrara
PROFESSIONE CON IL MAL DI STOMACO...
L'argomento molto interessante...Spingendo con seriet e con calma, senza lasciarsi prendere da astiosi fumi come alcuni fanno...Il botto e via... Forse meglio enucleare con serenit gli argomenti per capire la societ malata e le istituzioni che generano il virus... Cio di una Italia che soffre il male che va dall'andazzo torvo al moralmente perverso. Interessante questa linea emergente secondo la quale chi corrotto a destra corrotto e basta mentre invece chi corrotto a sinistra possiede una sorta di aureola come di chi fosse in controtendenza...Una interes
sante versione angelicata del corrotto su cui la mano della giustizia sarebbe gi posata e in qualche modo sgravata. Cio esisterebbe una corruzione baciata e una sgradevole e sfigata. Sento alcuni commenti in TV sul sindaco di Pescara e sul caso Casamonti e anche altri...In italia ci si diverte cos... Si ride si ride quando invece c' da piangere lacrime amare... Grillo infatti da quel gran paracadute che ci marcia sopra e una miniera di spunti arrivano alla sua professione... Nulla da eccepire anzi una buona apertura verso uno dei mestieri da indicare ai giovani... Architetti di poesia e di amore, innamorati del rude e aspro costruttore.
..In Italia si ride per un semidose di inconscenza storica e la comicit scaturisce dalla normale amministrazione alle pietre angolari... Ma in questo contesto oggi gli architetti soffrono e non godono dal mal di stomaco e... le ulcere aumentano come la depressione oppure sono comprese nel mestiere?
Che ci vuoi fare? Non ho ancora visto un pronto soccorso per Architetti nei sintomi iniziali... Ognuno si cura per s...Ma consigliabile avere un buon rapporto con il medico...Dovrebbero gi spiegarlo sin dai primi anni di Universit e gli Ordini dovrebbero almeno curare dei buoni e seri rapporti con case di cura pi che con le banche...
ben attrezzate... Buon Natale...
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6594
di emanuele piccardo
del 24/12/2008
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Regalo di Natale 2008. A Marco Casamonti
di
Paolo G.L. Ferrara
Giovanni Damiani ha perso una buona occasione per stare zitto, qui non si fa sciacallaggio, semmai lui si deve vergognare delle sue parole scritte nel post di Abitare che, abilmente, ha tolto dalla home del sito. Solo facendo "cerca" si risalgono ai post. Archpoto, la rivista che dirigo, rifletter sul tema Architettura e Potere con una serie di interventi. Il primo intervento di due giornalisti, autori del libro-inchiesta "Il partito del cemento" sugli intrecci affari-politica-architetti in Liguria.
vi regalo un link sulla questione Casamonti a Genova
http://ilsecoloxix.ilsole24ore.com/genova/2008/12/23/1101968742590-appalti-teleguidati-gare-beffa.shtml
Buon Natale e Onesto 2009 a tutti!
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6593
di alfredo romeo
del 24/12/2008
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Regalo di Natale 2008. A Marco Casamonti
di
Paolo G.L. Ferrara
Santa a maronna !
marco, ma nessuno dei tuoi amici e colleghi t'ha mai suggerito, in confidenza, di non parlare mai di certe cose per telefono?
quella zoccola...ma l'ABC!
ora con la tua "capa fresca" ci vai di mezzo non solo tu ma tutta la compagnia.di suonatori!
San Gennaro, aiutaci tu!
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6592
di christofer giusti
del 24/12/2008
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Regalo di Natale 2008. A Marco Casamonti
di
Paolo G.L. Ferrara
"MA PERCHA' PARLATE DELL'ARCHITETTURA???? QUESTA NON C'ENTRA .DELL'UOMO POI...OGNUNO PENSI QUEL CHE VUOLE"
Il fatto che secondo il mio modesto parere tale sua architettura l'espressione dell'appartenenza a tale vizioso sistema, non potrebbe essere altrimenti. Essa arrogante e invadente, piuttosto che ipocritamente moralizzante.
Laddove si arrivi ad essa, l'archittettura, accettando come giusto prezzo l'imbroglio, la prevaricazione, la presunzione, assecondando poteri occulti e illeciti per la propria autoaffermazione, essa non potr che essere criicabile alla pari dell'uomo che l'ha prodotta.
La chiave di tutto l'umilt, l'annoso lavoro e la costante dedizione, solo acquisita tale dote, una volta che uno ben corazzato culturalmente e moralmente, probabilmente anche con l'et, pu arrischiarsi ad accettare di lavorare (con atteggiamento critico) con personcine del calibro del Ligresti alias Finanziaria Sai, alias Pirelli etc.
Diverso l'andarsele a cercare fidando nel "giro giusto".
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6591
di rossi
del 23/12/2008
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Ricercatori di verit
di
Ugo Rosa
caro Ugo tutto triste, ma c' di peggio!
A Palermo in corso un concorso di ricercatore in progettazione. Concorso affidato ad una commissione capeggiata da un eccelso uomo-architetto-pensatore come Roberto Collov. Concorso dove tutti si sono affaticati a sconsigliare di parteciparvi perch il vincitore sar il discepolo del presidente della Commissione Giuseppe Marsala. Quel marsala che durante le manifestazioni degli studenti si affaticato a voler spiegare agli stessi cosa non funziona dell'universit italiana.
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6584
di christofer giusti
del 23/12/2008
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Regalo di Natale 2008. A Marco Casamonti
di
Paolo G.L. Ferrara
Sogni d'oro paolo,
tra qualche giorno arriva babbo natale!
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6585
di christofer giusti
del 23/12/2008
relativo all'articolo
Regalo di Natale 2008. A Marco Casamonti
di
Paolo G.L. Ferrara
Caro Ferrara,
letta la tua risposta a emanuele piccardo debbo dirti quanto segue:
Cosa significherebbe per Casamonti cambiare?
diventare un "gola profonda"? se si potrebbe certamente innescare e contribuire al repulisti, e poi? diventare un umile architetto? che fa umilmente il suo lavoro? che limita grandemente il suo apporto editoriale e critico proprio in nome di tale umiltà? che cede addirittura le sue riviste ad altro/i? o meglio le chiude lasciando a ciascuno il vuoto e la fatica del trovarsi una strada espressiva da solo o attraveso ambiti più faticosi ma alternativi alle riviste?
Il mio personale punto di vista è proprio quello che la grandezza di Casamonti, fosse proprio fondata sul niente, sul gran battage mediatico, sull'enorme necessita dello stesso di vedere affermato il suo enorme ego. Queste furono le sue finalità, fin dall'nizio.Ma si può realmente pensare che un commercinate d'arte, quale è suo padre, conservi una inviolarta, pura incantata passione per l'arte? è una facciata, il fine ultimo di un commerciante è quello di far quattrini, e per quanto esso possa avere "trasporto" intuito , sensibilità verso l'arte, l'arte vera di un commerciante è quella di saper vendere, di saper persuadere che una cosa non giusta sia giusta, che una cosa non bella sia bella.
Il genio del padre è stato prorio quello di intuire che avrebbe avuto buon gioco a fare tutto ciò propro con l'arte moderna, quell'arte di cui, da sempre, nessuno ha mai capito un accidente, non fosse altro che perche essa è l'espressione del personalissimo mondo di ciascun autore.
Ora questa è stata la primissima scuola del Casamonti, lo è stata e non l'ha ripudiata, il suo decennale agire, culminato con gli attuali eventi, ne è la lampante dimostrazione.
Egli è un commerciante al pari di suo padre, con la differenza che Marco si definisce ed è architetto, e nel farlo dimentica che con tale titolo sposa quei valori morali ed etici che, al contrario della sua architettura, non sono aria fritta!
o forse si?
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6586
di Maurizio de caro
del 23/12/2008
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Regalo di Natale 2008. A Marco Casamonti
di
Paolo G.L. Ferrara
di che modello parli,Caro Paolo della fast-architecture che macina,stravolge e trasforma ogni ricordo di deontologia professionale?
ti riferisci forse alle cattedre come merce di scambio,ai cartelli si studi.
ai rapporti spregiudicati con la pi spericolata delle imprenditorie?
volevi forse parlare delle riviste usate per pubblicare i lavori di quelli "che possono servire".
mi pare che pi che una persona in disgrazia(non ricordo molti architetti arrestati) si debba parlare della massima espressione di un metodo che esclude la reale libert espressiva e l'uguaglianza dell'accesso alle grandi commesse.
mi dispiace Paolo ma il costruttore fa il suo mestiere ma l'architetto che lo irretisce,lo intriga(non mi riferisco al solo inquisiti ma a tanti altri),costruisce un universo parellelo,esclusivo.
Pensa per esempio a quanti svendono la nostra professione accettando incarichi al massimo ribasso. Il regalo di Natale vivere in un paese culturalmente esente da ipocrisie o idoltrie, che consideri la ricerca progettuale un valore non solo di moda e il valore della legalit operativa una prassi irrinunciabile.l
'architettura pu scegliere o meno l'estetica ma non pu rinunciare all'etica,questo dovrebbero saperlo(oltre agli inquisiti cui va la mia solidariet umana) anche Babbo Natale.
Auguri
Maurizio De Caro /Maurizio de Caro Architect&Planners.;
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6588
di christofer giusti
del 23/12/2008
relativo all'articolo
Regalo di Natale 2008. A Marco Casamonti
di
Paolo G.L. Ferrara
Mi arrivata la notizia del pubblicato articolo su Casamonti..dalla mailing list di antithesi.
Bho, io l'ho gi letto ho gi mandato fior di commenti su di esso.
I tra le righe, il non detto, le allusioni, mi trovano forse lento di comprendonio.
Io ho un amico che, fatte le superiori (un istituto commrerciale) trov un'occasione di lavoro assai allettante, ma anche di gran responsabilit, si trattava della direzione di un'agenzia di assicurazioni.
Si mostr abile, nonostante la giovane et era bravo, sapeva fare, aveva la dote innata, l'agenzia andava assai bene...era un enfant prodije.....!
Bene, questo mio amico era un ragazzo che aveva come punto d'arrivo far soldi, sempre stato questo il suo pallino, farli e farli in fretta,ma non farli per accumularli da tignoso, farli per mostrare di averli, per fare lo splendido.
Era, ed immagino che sia tutt'ora, un generoso e uno spaccone.
Si mont la testa, cominci a spendere i soldi dei premi, in cene, auto, vestiti, ricevimenti, fidando nel fatto di poter ripianare i buchi.
Fu la rovina.
fu denunciato,e alla fine, fu perseguito per truffa, per essersi appropriato, spendendoli, di non so quanti milioni.
Da allora sparito, per noi di qui che continuiamo la nostra vita egli non esiste pi.
Eppure lui era bravo nel suo lavoro, davvero, anche per fare l'assicuratore il talento conta, ma nessuno, ripeto nessuno gli ha pi dato una seconda chance, nessuno gli ha proposto di nuovo un posto di assicuratore in virt di tale talento e bravura, fidando nella sua redenzione.
E' dovuto emigrare!
Casamonti ha esagerato, ha approfittato della sua posizione di vantaggio e privilegio, ha pestato i piedi, snobbato e prevaricato troppe persone e ha favorito quelli che potevano favorirlo o quelli che gli leccavano il culo nel modo giusto o pi allettante.
Lo ha fatto sapendo bene quel che faceva, non era un bambino!
Non il solo, questo sicuro; fanno pi schifo i reconditi, altra grande verit. Si arrivi anche a quelli, si faccia tabula rasa.
l'umilt la virt dei fessi, e Casamonti fesso non si riteneva davvero, visti i suoi modi sprezzanti, diunque che potenziale c' in lui?.
tu vuoi scindere la parte cattiva dal potenziale buono...
ma qual' questo buon potenziale?
per conto mio la sua architettura poteva piacere solo ai suoi intontiti e suonati e arroganti studenti, quelli che accettano di lavorare in uno dei suoi studi per 400 euro al mese, in condizione di estremo arrivismo e cruda competizione, perch questo il prezzo per fare l'architetto, per avere i canali giusti, per l'onore di poter scrivere sul proprio curriculum: "lavorato presso lo studio Archea".
La sua vuota architettura si presta solo a rappresentare persone come Ligresti, che cercano una grancassa per rappresentare la loro marcia magnificenza, ma che in cambio non danno nulla.
E non mi sembra che casamonti si sia messo in alcun modo in polemica con tal mecenate, nemmeno in meniera sottile come fecero: il Michelangelo, l Borromini, il Guarini.....egli anzi dice che ne un p innamorato.
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6590
di carlo alberto cegan
del 23/12/2008
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Il professore protesta
di
Ugo Rosa
Caro prof. Rosa,
che dire? tutto e nulla.....a rileggere i verbali delle intercettazioni telefoniche ho un senso di stordimento , di vertigine.
E penso all'onesta , gioviale, passionale e faticossissima lotta in terra di sicilia fatta da un vero uomo e architetto di cefalu'. Paquale Culotta.
Ma questa immondizia chi l'ha alimentata ??
.......No.! mi scuso, vorrei stare dalla parte della BELLEZZA .
allora ripenso alle scorribande in facolt con il Pasquale italiano io che arrivavo giovanissimo dal nord italia e lo andavo a trovare nel suo polversoso studio, per il piacere dell'onest e della sagacia, delle cose profonde e dei valori.
Questo ti insegna la vita e la professione!!
Rettitudine. R-E-T-T-IT-U-D-I-N-E..
lavoro duro , fatto di pazienza e sacrificio, lentezza, progettare, eseguire costruire e poi pubblicare .....Forse.
Qui, mio caro professore (mi permetta fraternamente questa debolezza a lei che non conosco) l'architettura si inabissa , in un mare di indifferenza e di raggiro in cui tutto si annulla nell'indistinta poltiglia della comunicazione, marketing , amici di amici, cattedre e favori, partito e affari, imprenditori e politici e architetti DI 3DSTUDIOMAX...........
buon natale
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6589
di carlo alberto
del 23/12/2008
relativo all'articolo
Regalo di Natale 2008. A Marco Casamonti
di
Paolo G.L. Ferrara
Immagino , cari amici, che avrete letto con una certa cura le intercettazioni telefoniche. Me co...........mplimeto!! direbbe Gigi projetti.
Dico, avete letto? bene e attentamente?
Tu fai la cosa qui, dopo ti sistemo di la, lo stadio qui, il parco, Pietro fai la gara, e chiama al cellulare (con tale sicurezza) tutti, da Alfonso Femia alla segaligna Segantini (che sta progettando la cittadella della Giustizia a venezia.... capito, magari il posto giusto) e poi un geometra di Merate che ex assessore all'ufficio tecnico e che ha venduto l'area della Ticosa, in cui consulente di archea.
Poi se fai quello magari poi il prossimo, quando io sono in giuria ti piazzo, e se magari il concorso complicato e non sono sicuro organizziamo una banda (con metrogramma, 5+1 ( l'uno che non mi torna... magari ligresti) ,ma se devo vincere quelli che partecipano devono togliersi di mezzo, e se devo prendere un premio (a Venezia io c'ero) organizzo una festa a casa mia sul canal grande con Folin, dal Co e la giuria al gran completo.
Poi facci la torre delle arti e piazzo un edificio uguale a quello di Tirana, e se fossi il finanziatore mi farei scontare la parcella della met, almeno. Poi faccio la cantina e la pubblico, prima della costruzione, ventisette volte, vado al convegno ,invito gli amici ..........
BASTAAAAAAAAAAAAAAAAAAA !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
A TANZI HANNO DATO 10 ANNI, E GLI STUDENTI DI ARCHITETTURA, CHE ADESSO HANNO CAPITO COME VANNO LE COSE, DALLA VERGOGNA DOVREBBERO OCCUPARE L'UNIVERSITA' PER QUESTO E NON CONTRO LA GELMINI.
L'ARCHITETTURA L'HA UCCISA IL MARCO NAZIONALE ALTRO CHE BALLE. E' COME VINCERE IL TOUR DROGANDOSI, FARE I CENTO METRI CON L'EPO E VINCERE LE OLIMPIADI.
MA PERCHA' PARLATE DELL'ARCHITETTURA???? QUESTA NON C'ENTRA .
DELL'UOMO POI...OGNUNO PENSI QUEL CHE VUOLE.
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6587
di giovanni damiani
del 23/12/2008
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Regalo di Natale 2008. A Marco Casamonti
di
Paolo G.L. Ferrara
Scusate l'intrusione, voi direte che dovere di cronaca e che occasione di dibattito, francamente mi pare un certo sciacallaggio con tanto di giudizio morale appiccicato dietro.
Gli auguri di natale personalmente li faccio con altro spirito e con altre dediche.
Visto poi che una persona in questo paese sacrosantemente innocente fino a che non dichiarato colpevole non vedo perch dover parlare dell'innocente Marco Casamonti.
auguri sinceri a tutti
giovanni damiani
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23/12/2008 - Paolo GL Ferrara risponde a giovanni damiani
Se c' una cosa che non ho mai fatto in vita mia lo sciacallaggio. Damiani, rileggi bene quello che ho scritto. Comunque sia, non avendo leccato il culo a nessuno durante i 45 anni della mia vita, potrei anche permettermi di fare la morale sull'onest.
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6583
di christofer giusti
del 22/12/2008
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Regalo di Natale 2008. A Marco Casamonti
di
Paolo G.L. Ferrara
La non pubblicazione non mi impedisce certo di esprimerti i miei pensieri.
Tu vuoi salvare il "salvabile" di Casamonti, il suo impegno accademico, il suo impegno nell'editoria, le sue potenzialità come architetto.. ebbene io non sono d'accordo! secondo me non c'è nulla da salvare!
1)andiamo alle origini.
Casamonti è figlio di un commerciate d'arte moderna, dico un commerciante, non un artista e, l'arte moderna? certamente l'espressione, che alcuni nel passato e altri di nuovo oggi, definiscono degenerata, certamente l'espressione che piu si presta, opportunisticamente a persuadere di una cosa piuttosto che del suo contrario in funzione del dover vendere e realizzare denaro!
I critici? si comprano, glI espertise? si comprano anch'essi, le recensioni, le pubblicazioni favorevoli o che invoglino al tal investimento in quello o l'altro artista di cui, specie chi investe, non capisce un cazzo? si comprano anch'esse.
2)Casamonti decide, ahinoi, per l'architettura.
Siamo nel 2008, ma già quando lui si laurea è tra i più recenti architetti pro-pronipoti del cosidetto movimento moderno.
i legami con l'arte moderna e l'architetura moderna sono noti a tutti coloro che abbiano aperto qualche libro di critica o storia dell'architettura, persino a me.
Indi? Casamonti, erede dello spirito imprenditoriale commerciale del padre, perfettamente consapevole e approfittando della "palude" (da Zevi stesso citata) ossia dello stato di perenne crisi creativa in cui versa l'architettura italiana dal dopoguerra in avanti, elegge se stesso a genio salvatore e decide che è una mera questione mediatica, oppio dei popoli, mettendosi in proprio pubblicizzando da imbonitore di gran scuola quale è, una vuota e eclettca "interdisciplinare" architettura "contemporanea", spacciandola e vendendola come il nuovo sangue dell'architettura italiana.
I metodi per persuadere e i mezzi per farlo li ha fin dall'inizio, tramite il padre stesso e poi...a seguire, in crescendo per gemmazione.
L'humus di attecchimento? coeatenei e più giovani (ben uinteso, quelli più inclini all'esaltazione perchè già suonati di loro), già ben avezzi al lavaggio del cervello dei nuovi modelli di vita propinati da un altro intoccabile (lui si) genio italico, il signor Cazzone col goldone infilato (Silvio Berlusconi).
E l'accademia? bella roba! ma da quand'è che anche le facoltà di architettura sono in crisi? da tempo immemorabile. E anche qui c'entra l'audience, il richiamo, ossia la necessità dell'università a richiamare gente a se vantando il fenomeno da baraccone, l'uomo di karisma......!
Casamonti di gran carriera si presta a questo, egli ha l'argento vivo addosso, è persino convinto nell'autoesaltazione che già lo pervade di aver realmente trovato, di essere il genio che tutti dicono che sia,...il messia, e gli danno il dottorato, e gli danno le cattedre, egli è un enfant prodije, dicono..... ma va a....!
Che ne dici della mia sintesi? c'è qualcosa da salvare in tutto questo?
a me pare snceramente di no!
del nazismo si buttò tutto!(?)
del fascismo si buttò tutto!(?)
del comunismo si buttò tutto!
del berlusconismo cazzone con annesi e connessi, spero che si butterà tutto! ma la prospettiva è assai lunga mi pare
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6582
di christofer giusti
del 22/12/2008
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Regalo di Natale 2008. A Marco Casamonti
di
Paolo G.L. Ferrara
Caro Ferrara,
ricambio gli auguri che mi hai fatto nella tua ultima risposta.
Decisamente nè io, ma mi pare nemmeno tu, abbiamo la forza necessaria a cambiare questo mondo di merda!
decisamente nè io, ma mi pare nemmeno tu, abbiamo quel coraggio di cui assai coraggiosamente(?) scrive Sciascia
E poi, lo capisco, a Natale siamo tutti più buoni, e poi siamo entrambe persone di cuore e di buoni sentimenti (ahinoi). Ma si, certe persone prevaricano, la mettono in culo a tutti usando la loro posizione di privilegiati o i loro "prodijes", ma noi auspichiamo il loro ravvedimento, e poi anche la divulgazione "educativa" della loro esperienza di redenzione.
Le persone che valgono, quelle destinate a essere leader (oltre che lader), sono portate a sbagliare, ed essendo persone importanti fanno anche sbagli importanti, ma a essi è tutto concesso perchè il mondo è in mano loro, di esso loro riscrivono le regole, tra un pò nemmeno disturbati da quelle sciocche intercettazioni di matrice sinstrorsa e plebea. Che non si dica che, in realtà, tali persone sono cazzoni con il goldone infilato!
Ma si, a noi non resta che il rifugio consolatorio degli anelli al forno (che tra l'altro non essendo siciliano non ho mai mangiato), delle melanzane e dei cannoli alla siciliana ( questi si, buoni)
Sul jack Daniel's, scusami, ma passo.
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6580
di Renzo Marrucci
del 21/12/2008
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Regalo di Natale 2008. A Marco Casamonti
di
Paolo G.L. Ferrara
L'arroganza l'arroganza... Quello che , e quello che appare...
La riflessione per essere seria dovrebbe svolgersi, a mio giudizio, su che cosa ha determinato il contesto sociale che ha consentito questo tipo di andamento che evidentemente va bene a molti...Troppi e non solo politici ed uomini di cultura. Come e che cosa ha corrotto l'ambiente e l'esercizio del potere amministrativo e politico e quindi sociale? Credo che in un paese serio la riflessione dovrebbe essere di questo tipo.... Salvo poi scagliarsi idividualmente o colletivamente contro questo o quel personaggio. Cio, quest'ultimo atteggiamento pu essere utile allo sfogo individuale e personale di chi su quel particolare tragitto ha subito l'arroganza e il malcostume ma poi non lascia traccia edificante e costruttiva nella coscienza morale di chi legge e di chi opera. La giustizia che compiti ha nel nostro paese? Si in grado di svolgere il tema serenamente, senza le false trite tiritere di facciata?
Le istituzioni a cosa servono? L'esercizio di un potere serve solo a gratificare chi ne detiene in quel momento la funzione? E' sufficiente il controllo esercitato sull'operato delle istituzioni? Chi pu comprendere la ralt delle cose come effettivamente accadono salvo casi eclatanti? Chi esprime le valutazioni su competenze specifiche? La politica delle idee che poi trasuda dalle istituzioni come permea l'ambiente sociale? La linea di comportamento sottaciuta e poi quella che contorce di fatto il sistema sociale e il sistema che qu dove noi si vive e non sulla TV e su cui raramente e in modo precario si interviene e semmai sulla spinta di qualche motivo o fumus anche questo politico?
Come possibile costruire una societ o sperare che una ricerca architettonica ritrovi le condizioni di riprendere in questa societ se poi per avere quello che ti spetta devi ricorrere a vie contorte, umilianti e svuotanti estenuanti sull'interesse di cui non immagini lo scopo... Quale il livello della societ se non hai o trovi vie traverse... non vivi? Oppure accumuli frustrazioni e rinunce che la stessa cosa ? E come entri nella societ con normali aspettative di vita e di speranza? A chi fa l'architetto oggi senza avere aspettative protezionistiche o carriere politiche da intraprendere al riparo di veri e propri interessi di potere come troppo spesso accade... Quale futuro gli ritagli ? Io credo che occorra riflettere con seriet e capisco che possa costare una certa fatica... Eppure penso che molti leggerano queste righe scritte cos... Indigeste comunque...
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6579
di christofer giusti
del 20/12/2008
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Regalo di Natale 2008. A Marco Casamonti
di
Paolo G.L. Ferrara
Caro Ferrara,
sono pienamente d'accordo con quanto hai detto!
il coraggio non per tutti, non a caso Sciascia ne scriveva.
Per non si arrivi a dire adesso che il Casamonti ha lasciato la retta via perch nessuno lo ha correttamente indirizzato.
Cos si giustificano anche Mussolini e Hitler!
diciamo pure che quel "capogruppo" fa parte di quei colleghi/amici vigliacchi che hanno usato il Casamonti per i loro interessi.
Il fatto per rimane.
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6578
di Christofer Giusti
del 20/12/2008
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Regalo di Natale 2008. A Marco Casamonti
di
Paolo G.L. Ferrara
Caro Ferrara, rieccomi dopo lungo tempo.
E penoso constatare come Marco Casamonti sia stato abile nella persuasione. Egli per ha plagiato e esaltato soprattutto se stesso, al punto di credere di essere legittimato a farsi le regole su misura, in nome dellunica architettura possibile: la sua.
Tutti coloro che lo hanno appoggiato o ne hanno esaltato il ruolo, hanno finto e fingono di essere compartecipi, emotivamente o intellettualmente coinvolti, solo per il loro sporco tornaconto.
Che gran amici, che gran intellettuali, che gran amministratori o imprenditori, che gran vigliacchi!
Si faccia dunque un bel repulisti, ma di tutte queste brave persone in vista o non in vista, siano esse Casamonti..o non Casamonti!
eh, dio buono! (citazione della conversazione intercettata tra Marco Casamonti e Pietro Carlo Pellegrini).
Un altro piccolo e... ingenuo contributo alla sua grandezza:
con tutto il rispetto per lannosa dedizione, la sincera passione, i meriti intellettuali, il talento vero o presunto, ossia, detto per inciso, per tutte queste cose che posso dire di condividere con il Casamonti, anche se io non ho riviste su cui sbandierarle e non sono professore, cito solo un episodio a testimonianza dei metodi del nostro:
concorso Anas 2005 per la rinaturalizzazione di un tratto autostradale e nuovo museo archeologico. Concorso internazionale in due fasi, con preselezone in prima fase di tre candidati finalisti in forma anonima.
Una bella e insperata chance per pi giovani e meno giovani studi, uniti in associazione temporanea, e capeggiati da una societ di ingegneria.
Felicissimi per il gradimento della commissione che li aveva selezionati, nel bel mezzo dell appassionato ed entusiastico approntamento della seconda fase, arriva al capogruppo una telefonata del Casamonti, gi in rapporti con lui per altri lavori:
Lascia perdere, cosa mia.disse il Casamonti
Cos fu, Casamonti vinse!
Ritenete che ci sia molta differenza tra questa e le vicende per cui Inquisito o stato arrestato? che forse il suo probabile annoso adoperamento, foriero alla fine di questo concorso, legittimano il tutto, sia pure in nome di una sua presunta superiorit intellettuale o della superiorita tutta da dimostrare del suo progetto proposto per il concorso?
Ma stato selezionato e ha vinto per il suo progetto o ha vinto perch Casamonti?
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20/12/2008 - Paolo GL Ferrara risponde a Christofer Giusti
Caro Giusti, non conosco la vicenda "Anas" e il Suo commento riporta una denuncia molto pesante. Detto ci, mi chiedo come mai il capogruppo di cui parla non abbia denunciato Casamonti. Vede, credo fermamente in ci che diceva Leonardo Sciascia, ovvero che "il coraggio una dote intera; a met falso eroismo".
Il suddetto capogruppo, avendo accettato la cosa (certamente squallida e illegale), avrebbe dovuto agire e non lamentarsi. Non lo ha fatto poich gi in rapporti con Casamonti, dunque ne condivideva il sistema. E, presumibilmente, gli stava bene che Casamonti avesse il potere in gestione.
Cordialit e buone feste.
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6577
di Renzo Marrucci
del 19/12/2008
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Regalo di Natale 2008. A Marco Casamonti
di
Paolo G.L. Ferrara
Milano dette in testa a tutti, buoni e cattivi, facendo una sorta di tamburello mediatico con magistrati e nomi sbandierati su pagine di giornali con tanta incompetenza mediatica trascinata da un facile illusorio furor che definire religioso mi par troppo per l'esagitazione di quegli anni... Quello che fatto fatto ma facciamone tesoro caro signor Piccardo, (mi permetta) se non sicuro di quello che scriver ci pensi. E' facile farsi prendere dal furore se specialmente si ha nel cuore qualche amarezza... a far del male in pi se si pu evitare meglio... Non solo questione di deontologia ma di qualit umana e la Toscana, si s, un ducato il cui colore noto e se non hai una certa tessera non la spunti proprio...
speriamo che migliori anche se ci credo poco...Bisogna ricordare che il malcostume un dato ambientale e culturale e se non una attenuante tuttavia una grave condizione che un giovane trova gi di fronte a s e se vuole andare avanti... La via non larga caro amico te ne sarai accorto anche te... E se vivi in questo paese non fai un passo e non fai un decimo che politico non voglia... Ricordati che viviamo in un mondo cos e... Quindi, stai attento nel tuo scrivere...
Grazie
Tuo Renzo Marrucci
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6572
di Leandro Janni
del 18/12/2008
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Regalo di Natale 2008. A Marco Casamonti
di
Paolo G.L. Ferrara
Nella mia complicata -ma credo coerente- vita da cittadino, architetto o ambientalista, ho sempre pensato che PROCESSO, CONTENUTO e REGOLA non possano essere disgiunti, separati.
Insomma: il fine NON giustifica il mezzo.
I migliori auguri -comunque- a Marco Casamonti. E all'ITALIA.
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6573
di giuseppe caruso
del 18/12/2008
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Regalo di Natale 2008. A Marco Casamonti
di
Paolo G.L. Ferrara
L'indagato, d'accordo coi suoi legali, ammette i fatti, i fatti sono ignobili. Perch mai dovremmo essergli vicini?
Gli stiano vicino coloro che si sono resi -a vario livello- complici, per interesse, soggezione o quant'altro.
Io resto agli antipodi nell'intendere la professione e la vita: la mia solidariet va a chi i torti li ha subiti e non arrecati.
Con l'augurio che queste indagini non rimangano un fatto isolato.
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18/12/2008 - Paolo GL Ferrara risponde a giuseppe caruso
Gentile Caruso, la Sua attenta lettura del mio articolo Le avr chiarito da che parte mi schiero rispetto certe cose, e la storia di antiTHeSi lo dimostra ampiamente. Ma c' un "per", che strettamente legato alla fiducia che dobbiamo avere non solo nella Giustizia ma anche, e soprattutto, in chi, consapevole di avere sbagliato, si renda persona migliore. Infatti, "certe cose" esistono perch sono le persone a crearle e, dunque, se le persone cambiano ecco che anche "certe cose" cambieranno.
Chi sbaglia deve assolutamente pagare, ci mancherebbe, ma dopo avere pagato che facciamo?...lo mandiamo all'Isola dei Famosi per riciclarlo? Suvvia, cerchiamo di essere persone di intelligenza riflessiva e non aggressiva: non difendo Casamonti, n lo giustifico, ma ci non toglie che non mi possa augurare che, capendo i propri errori, egli possa fare capire a molti altri che vivono la professione all'opposto di come la vive Lei che non vale la pena finire in galera e rovinarsi perch si vuole sempre di pi.
Non amo Casamonti, ma non ha senso combattere l' "uomo": si combattone le idee e queste, si sa, l' uomo pu cambiarle.
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6574
di renzo marrucci
del 18/12/2008
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Regalo di Natale 2008. A Marco Casamonti
di
Paolo G.L. Ferrara
DEGLI AUGURI DI NATALE NE ABBIAMO BISOGNO TUTTI !
Ci sono storie e storie e quella dell'architetto Casamonti ancor tutta da capire negli sviluppi delle indagini che la magistratura, credo, porter avanti, spero, nel modo pi serio possibile e certamente gli auguri di Natale gli vanno fatti e anche quelli di uscirne con il minor danno possibile e non mi riferisco a quello economico poich seppure giovane il Casamonti non dovr chiedere prestiti per difedersi o almeno me lo auguro per Lui. Conosco invece, e la cosa grave, chi stato tirato dentro in cose inesistenti o quasi e ha dovuto dar fondo ai suoi modesti risparmi per difendersi e vivere mentre si difendeva... La giustizia italiana sar da rivedere? Vedo che in molti pensano di si! Noi la vorremmo pi umana ed equilibrata e competente se possibile, seria certamente ma che sia una giustizia aderente alla realt il pi possibile.... Ma lasciamo andare queste romanticherie... Che bella cosa lavorare in Toscana appoggiati, bene appoggiati si capisce... Non dir da chi e lo si pu capire... Ma che bellezza lavorare... Comunque bello lavorare e fa bene al cuore e all'anima! Sarebbe da sperare anche questo! Pi giustizia e pi civilt nella distribuzione del lavoro... Ma non mi prendete per ingenuo se formulo un sincero saluto... un sincero augurio di Buon Natale che faccio di cuore agli architetti che amano questo mestiere al di l dei pregi che alcuni ne ricavano... e non solo a loro... Con la speranza dura a morire che fare l'architetto possa diventare pi bello di quello che oggi e non peggiore!... Perch le cose possono anche peggiorare.... Mi bisbiglia qualcuno accanto... In buona sostanza io il regalo di Natale non lo aspetto! E' gi un regalo quello che batte in petto...
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6576
di emanuele piccardo
del 18/12/2008
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Regalo di Natale 2008. A Marco Casamonti
di
Paolo G.L. Ferrara
caro paolo,
bravo come sempre sei lucido, puntuale e pungente.
Abitare ha aperto una discussione sul suo sito da una mail di Stefano Mirti, io sto scrivendo un articolo sul personaggio Casamonti che verr pubblicato sia su Liberazione che Archphoto. Apprezzo il tuo scritto tranne la possibilit di redenzione del Prof. Casamonti (sospeso dalla docenza e dallo stipendio), un personaggio che ho contrastato nel mio piccolo dal 2002, scaltro e intrallazzone nel formare quel capolavoro dell'Aid'a (Agenzia italiana di architettura). Una associazione culturale che ha l'obiettivo di costruire una vera lobby di cui fanno parte docenti, progettisti, presidi. Casamonti l'esempio di una pessima pratica in voga tra gli architetti, i quali dovrebbero ritornare a fare architettura con l'etica assumendosi una responsabilit sociale ogni volta che progettano o che si scelgono il committente. Perch vergognoso leggere le intercettazioni di Casamonti dove afferma la sua stima per Ligresti.
Un abbraccio
Emanuele
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18/12/2008 - Paolo GL Ferrara risponde a emanuele piccardo
Caro Emanuele, brevemente, ti racconto un fatto di mafia.
Nel marzo 1973, tale Leonardo Vitale, dopo essere stato arrestato nel 1972 e, successivamente, rimesso in libert, si present alla Questura di Palermo per denunciare Riina, Provenzano e Ciancimino. Non fu creduto, o meglio: per le note compromissioni politiche mafiose, non si poteva ammettere tale verit. Fu rinchiuso in un manicomio criminale. Ne usc anni dopo e fu subito ammazzato. Vitale era stato un killer, un uomo che, arrestato, era poi tornato in totale libert. Ma si pent e cerc di contribuire allo sradicamento dei corleonesi.
Detto ci, vengo al dunque: chiunque pu cambiare, persino un mafiso/killer, e chiunque pu dare il personale contributo per combattere il malaffare.
Credo fermamente nell'onest e combatto per essa, da sempre. Marted scorso ho fatto una lezione/dibattito in facolt sulla questione etica dell'architettura (le colpe e le responabilit degli architetti) e specificatamente sul "caso Gibellina Nuova". Ieri mi stato consigliato da qualcuno che "dire certe cose pericoloso per la tua carriera universitaria". Ho risposto: "la carriera la facciano gli altri".
Tutto ci non mi ha per mai portato ad avere l'assoluta certezza che chi ha sbagliato non possa cambiare. Sar difficile che Casamonti possa cambiare? Non so esattamente il perch, ma credo che lo far.
Piuttosto, dove sono tutti quelli che lo osannavano? Pensa un p: se Casamonti diverr un uomo diverso, che faranno costoro? dovranno trovarsi un altro sedere da leccare! Minchia che risate che mi far!
Un caro abbraccio
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6575
di Franco Porto
del 18/12/2008
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Regalo di Natale 2008. A Marco Casamonti
di
Paolo G.L. Ferrara
Sono molto colpito dell'arresto di Marco Casamonti.
Sar stata fatale la sua doppia visione del fare architettura. Sono convinto che si muoveva nella consapevolezza di dover finanziare quanto di bello voleva poi realizzare. I successi fanno parte della sua ostinazione a svettare.
Lo ricordo a Genova per 7x70 con i Grandi dell'Architettura mondiale, un'organizzazione perfetta. L'ho invitato a Catania qualche anno fa e la sua generosit a "darsi" al pubblico lo ha stremato per le cinque ore di "professionale" conferenza.
Credo che di questi progetti non ci avrebbe mai parlato, sono da incasellare nella sezione "altro". Per su questi che si inciampa.
Ha ragione Paolo che bisogna parlarne, anche perch ne sentiremo parlare spesso dal momento che l'architetto partecipa sempre di pi a competizioni come questa in cui le imprese hanno molta pi esperienza.
Una caduta ci pu stare. Sono sicuro che Marco si assumer tutte le sue responsabilit.
Agli studenti va raccontata anche questa parte della storia......
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6567
di Leandro Janni
del 14/12/2008
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Soprintendenze di Sicilia: Quod non fecerunt barba
di
Leandro Janni
BREVE NOTA AGGIUNTIVA
Ormai chiaro, chiarissimo: alle politica per i beni culturali, viene di gran lunga preferita la politica nei beni culturali. Daltronde cos, se non uno straordinario bene culturale, il superbo Palazzo Reale di Palermo, nel quale ha sede e opera lAssemblea Regionale Siciliana?
E per, colpisce non poco lo scarto tra qualit (alta) del luogo di produzione e qualit (assai bassa, spesso rovinosa) del prodotto. Comunque sia, politici e amministratori una cosa lhanno capita: i beni culturali e ambientali rappresentano il palcoscenico, la location ideale per mettersi in mostra, darsi visibilit, consolidare o accrescere il consenso personale, certificare la propria esistenza politica. Daltronde, una bella cornice, una buona scenografia meglio di niente.
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6565
di rosario ferraro
del 01/12/2008
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Ricercatori di verit
di
Ugo Rosa
Forse meglio un amaro, magari un amaro Averna invece che un Jack Daniels, avresti anche fatto omaggio al campanile e aiutato la digestione. Il valore di un uomo lo sancisce il tempo e la storia, anche se pu sonare retorico. Non sono un accademico, sono solo un architetto che da studente, in facolt ha conosciuto Ugo Rosa come assistente di un ottimo Prof. Architetto e l'altro come assistente di chi? Non ricordo!
Ugo vai avanti, continua a scrivere e la lavorare come sai fare. E' difficle che cambi qualcosa e chi veramente capisce di architettura sapr sicuramente discernere, in fin dei conti siamo o no della terra del Gattopardo........... meglio omettere.
Complimeti per il coraggio e per quello che hai scritto.
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6564
di mario ventimiglia
del 01/12/2008
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Soprintendenze di Sicilia: Quod non fecerunt barba
di
Leandro Janni
completamente d'accordo.
se posso essere utile alla mappatura degli scempi sono a disposizione.
architetto Mario Ventimiglia
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6563
di Leandro Janni
del 01/12/2008
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Miserre!...Ligresti....
di
Paolo G.L. Ferrara
NUTRIRE IL PIANETA, ENERGIE PER LA VITA. Per chi ancora non ne fosse a conoscenza, quello qui riportato lambizioso, aureo motto che contrassegner la quasi imminente, o meglio, incombente Expo milanese del 2015.
Un appuntamento che, come molti segni concordi mostrano inequivocabilmente, minaccia di trasformarsi in una sterile esibizione di muscolatura dolce, per un capitalismo globale in fatale crisi.
Tanta verbale soavit, tanta ostentata attenzione per la sostenibilit - ambientale, territoriale, sociale, economica, etnica, culturale, ecc., ecc. - non possono che apparire superficiali mascheramenti per unimpresa che, al di sotto della patina di una nuova coscienza ecologica, nasce oggettivamente e inesorabilmente sotto il segno della cementificazione e della infrastrutturazione forzate. Oltre che, dalla insensata celebrazione del mito della crescita illimitata, della subordinazione sistematica dellagricoltura, e del suo territorio, alle ragioni provvisorie dellindustria e del commercio globalizzati.
Insomma: italiche mistificazioni, in grande stile.
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6561
di Leandro Janni
del 28/11/2008
relativo all'articolo
Architettura: la Sicilia torna ad essere 'bedda'
di
Paolo G.L. Ferrara
IRREDIMIBILE. Questo - ben noto - il termine utilizzato da Leonardo Sciascia per descrivere la realt sociale e politica siciliana. Quale termine potremmo utilizzare oggi? Forse, informe?
Il problema, il dramma della Sicilia attuale linsostenibile contrasto tra la forma - forte e definita, direi assoluta - dellIsola, e la sua informe sostanza sociale, culturale, politica. Come un corpo senzanima e senza ragione. Forse il compito degli intellettuali siciliani oggi troppo arduo e faticoso. Irrisolvibile, insomma.
Ma gli architetti sono, o no, intellettuali?
Un caro saluto,
Leandro Janni
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6562
di michele zampilli
del 28/11/2008
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Erice. Il progetto nuovo per la città antica
di
Vito Corte
come faccio a commentarlo se no l'ho ancora letto?
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6560
di renzo marrucci
del 27/11/2008
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Miserre!...Ligresti....
di
Paolo G.L. Ferrara
Di gravidante attualit l'articolo di Ferrara. Non saprei dedurre n il tipo di gravidanza n il tempo ma la rotondit apparente certo complessa.
Di De-crescimento piuttosto che di Nuovo-rinascimento parlerei ma non avrei pi paura di quei tre clandestini imbelinati di futura cittadinanaza milanese... Che ormai sono come macchiette e metabolizzata la nausea non ci resta che almeno ridere...
Rimarranno sulla coscienza di qualcuno vero ma soprattutto dei mila
nesi... che ormai non ci sono pi e allora?
Bisogna anche ridere alla battuta di Maggiora per la nuova piazza del Duomo? E' ha discrezione... Ognuno secondo il suo spirito... Ovviamente l'avvocato Assessore Masseroli vuole portare a duemilioni i cittadini milanesi? Ma ancora nessuno gli ha spiegato? Che con la politica che lui pensa, che crede attuabile, riuscir a far diminuire... appunto a de-crescere gli abitanti attuali? Nessuno gli ha spiegato? Milano diviene invivibile sempre di pi per una serie di tragiche ingordigie urbanisti che... La bellezza salver il mondo? Ci dovrebbe spiegare di quale bellezza assertore... Dovrebbe pensare a mantenere gli abitanti che sono "costretti" a rimanerci ma... come fa a pensare? Dia una occhiata al Centro Storico e accolga l'invito a qualche raccoglimento spirituale sullo stesso... Poi un altro sulla periferia e... magari ... E convinca poi anche la gent.ma signora Moratti ad un attimo di riflessione... Mi sembra che sia da rilevare una totale assenza di spiritualit ma potrei sbagliarmi....?
Gli imprenditori sono imprenditori caro Ferrara... Im-prendi-tori... Non latino ma a imprenditor... poche parole...
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6557
di Maurizio de Caro
del 22/11/2008
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Erice. Il progetto nuovo per la citt antica
di
Vito Corte
Qualcuno di voi ha realmente qualche dubbio sull'utilizzazione delle elaborazioni concorsuali nel nostro paese, e in Sicilia in particolare? smontato il carrozzone della conferenza stampa politica, ricevuto l'obolo del trafiletto sul giornaletto locale, il progetto viene accantonato e quindi rimosso. Conosco benissimo la realt ericina e non vedo nulla di nuovo sotto il sole.
Maurizio de Caro/Maurizio de Caro Architcts&Planners;
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6556
di Leandro Janni
del 22/11/2008
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Ricercatori di verit
di
Ugo Rosa
E un mondo trans-autentico, caro Ugo, quello che abitiamo.
Verosimile insomma! meglio che vero.
E comunque, di autentico (o quasi) ci restano gli anelli al forno, gli involtini alla palermitana, linsalata, la torta al cioccolato. I cannoli siciliani.
POSCRITTO
Come avrai notato, io, nel "gran catalogo dell'architettura contemporanea siciliana", redatto da Oddo, sono riuscito a non entrarci.
Ecologica sapienza?
Un caro saluto,
Leandro
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6555
di renzo marrucci
del 22/11/2008
relativo all'articolo
Ricercatori di verit
di
Ugo Rosa
Mi dispiace soprattutto per la cattiva digestione che il simpatico Ugo Rosa avr, purtroppo, sinceramente fatto. Prende un certo gelo che arriva sino alle ossa a leggere lo scritto di Rosa su quello che ha sentito e visto a Domenica In e per il resto naturalmente e ci nonostante che da noi accadimenti di questo genere siano ormai non dico un classico ma un procedere corrosivo e insano certamente... e a cui la stragrande maggioranza degli italiani, complice la politica, ha fatto il cosiddetto"callo". Chi in un modo chi in un altro...E non tutti hanno la capacit di scriverne soprattutto, anche se il tono tra il sarcasmo e l'odor di........che Rosa intelligentemente tratta. Tuttavia mi permetterei di aggiungere che in fondo l'Universit italiana non sarebbe quello che ..... senza queste deliziose storielle che ne dimostrano l'umus... che oggi.... se vero quello che sento e vedo dire ma di cui non c' da fidarsi... perch probabilmente si potranno (sic) cambiare un p di uomini ma non il vizio... Il Vizio troppo grande e radicato da noi per non essere considerato sistema e non potr quindi essere facilmente mutato... Un caro amico mi disse: se sei bravo devi stare piatto altrimenti ti fregano... se non hai potere... Complimenti a Ugo Rosa per il suo scritto che ritengo un contributo serio e da apprezzare sinceramente.
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6505
di Renzo marrucci
del 04/11/2008
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Erice. Il progetto nuovo per la citt antica
di
Vito Corte
Gentilissimo Vito, articolista ma solo per indicare chi ha scritto l'articolo... e non certo che un vecchio termine giornalistico... ma capisco che possa anche non piacere... Conosco Erice e non esce per nulla dalle polemiche sui Centri Storici che in Italia sono purtroppo in bilico tra la vita e la morte, tra la visione ghiotta e salottiera (vecchio termine anche questo, oggi infatti lo fanno in tv) degli architetti sperimentalisti e seguaci (non li chiamo pi, per oggi, archistar) che pensando a se stessi credono che basti alla scena tirando dietro i politici ... alla ricerca di visibilit... Il grosso del tema quello... ma sarebbe bello e utile approfondirlo su una realt cos interessante!
Un caro saluto
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6504
di vito corte
del 04/11/2008
relativo all'articolo
Erice. Il progetto nuovo per la citt antica
di
Vito Corte
Rispondo brevemente a Renzo Marrucci:
giusto tutto (tranne che io non mi senta propriamente un "articolista").
Giusto e condivisibile.
Se Marrucci avesse potuto verificare i progetti cui facevo cenno forse anche lui avrebbe condiviso che non faccio appello ad alcuna "retorica intemperante asserzione e complicit culturale".
Se la redazione potesse darne la possibilit, si potrebbe ospitare entro qualche spazio alcuni dei progetti per quell'area cui mi riferisco: quindi parlarne con cognizione, piuttosto che per dichiarazioni di principio.
Quelli definiti scempi dell'architettura moderna non mi sembra che alberghino tra le ipotesi di sperimentazione progettuale che sollecito si facciano ad Erice.
Ma sarebbe molto interessante discuterne insieme.
Grazie comunque per l'ospitalit
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6503
di marco ferri
del 04/11/2008
relativo all'articolo
Novoli: la citt separata
di
Giovanni Bartolozzi
Serve eccome il ricordare, il rivedere, il ripercorrere anche fisicamente in questo caso le strade e gli spazi di Novoli Nova. Ho notato anch'io le condizioni eufemisticamente pessime delle abitazioni (dopo pochi mesi si pu dire) e il goffo tentativo di ricreare la piazzetta con i negozi come se fosse una nuova borgo ognissanti o simile, in periferia. Non basta il pessimo (per ora) spiazzo di verde posto al centro dell'area a bilanciare la densit abitativa della parte est dell'area stessa. Quanto a Ricci, se pur stravolta dall'originale, resta un'architettura. Il palazzo di Grassi credo sia la nuova sede della Stasi.
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6502
di renzo marrucci
del 04/11/2008
relativo all'articolo
Erice. Il progetto nuovo per la citt antica
di
Vito Corte
La realt particolare di Erice impone considerazioni che forse ancora sfuggono all'articolista nella sua voglia di sperimentare il nuovo con l'antico. La disciplina purtroppo oggi davvero ardua e troppo spesso si avvale proprio di retoriche intemperanti asserzioni e complicit culturali per ricucirne a tutti costi i lembi smagliati. Occorre una capacit accettante e intelligente che non imponga attraverso delle sperimentazioni eccentricit o delle estraneit al delicatissimo tessuto antico e di cui neanche la nonna pi risparmina pi in grado di fornire scorte per rattopparne l'antico fascino. Forte per il desiderio di "ingerire con i segni del tempo" (una simpatica allocuzione scaturita nei salotti del menefreghismo itellettuale) e spostare il problema ad una visione di condizione architettonica mentre un problema eminentemente culturale e sociale appunto con forti valenze interpretative sul piano della "relazione" urbana.
Si vuole mantenere un carattere alla citt storica? La citt storica possiede valenze sufficienti per essere considerata un unicum? Per storia e carattere? Allora occorre che i segni del tempo siano sospesi...e operare e pensare senza "dolcezza "ma obbiettivamente e certamente con "sapienza". Precisamente non questo il tempo per pensare cos? Allora dovr essere guadagnato oltre gli scempi dall'architettura attuale come una nuova visione del recupero di quello che resta oggi per il domani e soprattutto vale per il caso di Erice ma... anche di Volterra e di tutti li altri centri storici importanti che ancora abbiamo. PER CUI IL CONCORSO IN QUESTI LUOGHI DEVE E DOVREBBE ESSERE SOPRATTUTTO UNA ESPLORAZIONE DI POSSIBILITA E DI ricerca della COSCIENZA...
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6501
di renzo marrucci
del 01/11/2008
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Saudade
di
Sandro Lazier
PUNTA PEROTTI
ESEMPIO NOBILE DA SEGUIRE e da considerare per un dibattito serio sul "Il timore di vedere demolita la costruzione pu essere un deterrente per evitare pessime progettazioni e pessime edificazioni e pessime programmazioni?" La cultura della paura non ha mai prodotto nulla di buono lo sappiamo benissimo ma il disinteresse genera qualunquismo che l'ambito nel quale si diffonde la peggiore degradazione a cui possiamo andare incontro e quello che conta discuterne... avere il coraggio di parlarne... per prendere e fare prendere coscienza di quello che oggi sta accadendo nelle nostre citt nel nostro sistema di fare cultura e nel nostro sistema di fare ricerca
L'architettura il sintomo oggi forse pi palese e che mette in luce quello che oggi maggiormente incide nelle modificazioni sbagliate del nostro sistema di vita.
Occorre parlarne in modo chiaro e diffuso affinch si possano comprendere e far comprendere le ragioni del fare architettura, per far aumentare la capacit di senso critico sull'architettura che oggi completamente fuori dalla comune portata di chi vive la citt...
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6499
di Renzo marrucci
del 30/10/2008
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Saudade
di
Sandro Lazier
La scultura se arte raggiunge il suo massimo e non ha bisogno di contenerla semmai ha bisogno degli spazi adeguati rispetto alluomo per essere fruitaPer esprimere la sua essenza, la sua qualit espressiva e l'equivoco nasce per effetto di chi confonde la scultura con l'architettura...In effetti equivoca, ambiziosamente, perdendo i rapporti con la vita e mischiandone confusamente i valori. E' difficile mantenersi in linea con i bisogni dell'uomo pi facile evaderli....Cos difficile fare ricerca per rispondere ai problemi della citt... meglio inventare qualche cosa di diverso, di distraente che assorbendo aiuti comunque a dare visibilit...a coltivare il tempo breve dell'ambizione....
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6498
di Carlo Sarno
del 26/10/2008
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Saudade
di
Sandro Lazier
Carissimo Sandro e carissimi amici di Antithesi, l'intervento di Bruno Zevi qui riportato dimostra che ancora vivo, le sue parole scolpiscono la nostra anima, dimostrano la sua lungimirante spiritualit, il suo genuino Amore per la vera Architettura!
Questo suo modo di scrivere ed attaccare senza remore n timori - che pu sembrare a volte troppo duro ed esagerato - scaturisce dalla sua strenua difesa delle verit costitutive dell'onesto fare dell'uomo, un fare rivolto alla creativit e alla felicit. E guai chi si contrappone a questo fine ! Guai a chi vuol far passare il genio di Borromini per un classico!
Il suo credo e il suo pensiero si spos nei suoi anni giovanili con l'Architettura Organica e fu fedele ai suoi principi per tutta la vita, e oggi, bench le maggiori riviste spesso trascurino la nuova generazione di architetti organici, essa risulta pi viva che mai nei suoi continuatori, fratelli spirituali di Bruno Zevi.
L'Architettura Organica Architettura con Amore, Bruno Zevi Critica Organica Integrale con Amore : entrambe non tramonteranno mai!
Fraternamente e organicamente, Carlo.
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6497
di renzo marrucci
del 26/10/2008
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Saudade
di
Sandro Lazier
Una copertura di libeskind evoca G. Michelucci
Al Museo ebraico di Berlino una nuova copertura inserita dallarchitetto Libeskind
nel cortile interno delledificio progettato nel 1735 da P.G. stata ufficialmente presentata alla fine del mese di settembre. Lopera caratterizza fortemente quello spazio attraverso una struttura derivata dallo spirito naturalistico di matrice michelucciana declinandola con toni inquieti e contriti in una sorta di atmosfera tardo-tardo gotica, insomma tutta riverberi di angoli acuti con ombre e luce nei toni geometrici duri e contrastanti la naturalit a cui comunque si allude. Il principio della struttura ad alberi, tema felicemente studiato e sviluppato da Giovanni Michelucci anche nella chiesa sullautostrada del sole, trova in questo portico una traduzione asettica e senza la felicit che il maestro pistoiese genialmente interpreta nella sua ricerca poetica della campagna toscana.
Le citazioni da Leonardo sono per ora sospese... Qui tocca a Giovanni Michelucci
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6492
di Renzo Marrucci
del 23/10/2008
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Saudade
di
Sandro Lazier
Dubai: un museo di arte moderna firmato UNStudio : Museum of Middle East Modern Art ( Momema ), il primo museo di arte moderna del Medio Oriente di Dubai .
Un' astronave arenata...
Hadiddiana fino al midollo ma senza volont fisiologica...
Dalla natura al lunapark oppure un prodotto industriale da stampare in serie? Una architettura oggetto oppure un oggetto che aspira... A diventare architettura? E' del poeta il fin la meraviglia chi non sa far stupir vada alla striglia? Il barocco dialogava...Questo sta zitto senza dire niente di s...
Dubai Dubai... Un'altro museo dell'inconscio inquieto e...
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6489
di Giannino Cusano
del 22/10/2008
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Saudade
di
Sandro Lazier
A Renzo, cordialmente:
mi rendo conto delle sue perplessit. Per fortuna, siamo qui per non essere tutti d'accordo. Il solo pensiero, anzi, mi farebbe venire la pelle d'oca..
Fino al terzo liceo classico volevo fare il medico. A met anno cambiai idea leggendo quasi per caso "Testamento" di F.L. Wright e "Saper vedere l'architettura" di Bruno Zevi. E c' ancora chi sostiene che leggere non cambia la vita! Non sapr mai se in meglio o in peggio, naturalmente, ma tant'. Sta di fatto che mi considero tuttora un medico, se penso alle nostre citt malate :)
Come sia, quei libri mi fecero immediatamente toccare con mano cosa significa ragionare in termini di spazi. "Saper vedere", poi, tratteggiava la storia dell'avventura, della scoperta e dell'esplorazione dello spazio come creazione umana: una faccenda entusiasmante. Il luogo del vivere assieme, del sociale, dell'intimit personale. L'umanit si esprime e si rappresenta cos. Si pu anche pensare legittimamente che questo rispecchiarsi negli edifici, pi in generale nella storia, sia una cosa da Narcisi. E' che anche il mito di Narciso va riletto a fondo e per intero. E' una faccenda drammatica; il mito della ricerca della nostra identit: col narcisismo non ha nulla da spartire.
Trovai, l'anno dopo, un testo altrettanto limpido, di quelli che non si dimenticano: "Architettura e Societ'", di Erwin Anton Gutkind.
Se non si presi dal feticismo delle "cose", degli "oggetti", della "buona composizione", ma anzitutto dalla vita che consente loro di esistere, ci vuole davvero passione, per mettersi davanti a un tavolo e studiare un modello o un disegno, modificarlo, ripensarlo da cima a fondo o reimpostare tutto da capo, perch nel frattempo la vita passa e non sappiamo mai se stiamo spendendo bene il nostro tempo.
La societ, la vita, sono quello che sono. Non ci si pu limitare a rispecchiarle fotografandole, come farebbe un reporter di guerra, ma nemmeno si pu rifarle da capo a nostro piacimento. Non si pu, insoma, progettare senza qualche forma di simpatia per i nostri simili. Anche se ci sembrano totalmente calati nella follia, nell'incoscienza, nello sperpero pi totale, c' sempre una buona possibilit, un raggio di umanit che splende dietro a tutto questo: e non viene da noi, ma dal mondo. Non sarebbe nemmeno possibile tentare di lavorare, se cos non fosse.
Ho visto, in dei filmati, Gehry al lavoro e ne ho tratto la netta conferma che animato da uno spirito simile. Che non il mio, sia chiaro, ma secondo me quello di qualsiasi vero architetto.
Sono certo che, come ha anticipato, sapr spiegare meglio alcune sue convinzioni. Abbiamo tutto il tempo: chi ci corre dietro?
Ho letto con attenzione il suo articolo su Ronchamp. Viviamo forse in tempi difficili, ma come umanit ne abbiamo passate di peggiori: non c' da disperare. Lo stesso Le Corbusier fu incalzato pi di noi da eventi drammatici e persino tragici. Ma i principi (o, come lei preferisce chiamarli, i valori) non muoiono per per questo :)
Un cordiale saluto,
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6488
di renzo marrucci
del 22/10/2008
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Saudade
di
Sandro Lazier
A Giannino con cortesia...
E' vero la parola tecnologianon compare ma sotto e sopra alle vostre righe e per qualche misteriosa assonanza mi si formata nella mente ed entrata di forza nel mio commento subito, appena ho cominciato a scriverlo. Sar che oggi si vive nella dominanza di questa parola... Che entra come un sogno e esce come un incubo a volte... ma solo nella coscienza di chi come me in qualche modo ne vede gli aspetti che soverchiano... Come una materia che andrebbe usata con attenzione e discernimento... Rispetto all'uso un p sviscerato e esibito, anzi troppo spesso gratuito e comunque privo di sostanziale sensibilit direi... senza quel filtro sensibile che media tra tecnologia e citt Che passa dalla mano, dal cuore e sostenuto dal cervello dell'uomo architetto. Tutte cose che affinano la sensibilit e la capacita del ragionamento e del sentire e capire quindi dell'operare, del pensare e del progettare. Mentre il pensabile appartiene ad una sfera slegata il pensiero scaturisce dai valori identificati nel problema che vivimo oggi Oggi tutto l il problema! L'uso senza filtro, cio senza l'architetto che non pi un filtro, ma tutto, o guasi, schierato direi ma meglio dire schienato... da questa benedetta parola "tecnologia" che traduce il tempo in materia e spazio servendosi dell'architetto formale e quindi poi dell'uomo che ci andr dentro. Di quale qualit si tratta?
La qualit io la riferisco sempre alluomo che usa gli strumenti, nellusare gli strumenti che hae d quella cosa importante e fondamentale che permette all'uomo di volere considerare gli altri nella loro realt e nelle loro possibilit di vita, che consente di capire e discernere la sostanza dei materiali e la loro capacit relazionante, che consente di entrare nella natura dell'ambiente e dello spazio, capirlo per enuclearne le valenze nella propria felicit, quella dell'uomo. Qualit intesa nel senso esteso dell'essere che si spinge nell'ideale per una traduzione realizzazione nel reale. Ecco! Direi che proprio quella sostanza umana che percepice il senso tra il brutto funzionale e il bello funzionale, tra il cattivo e il buono... e la possibilit di vivere...
Tutto ci che lontano da noi va riportato a noi come alla vita. Questa dovrebbe proprio essere lo sforzo dell' architetto tra gli uomini, ognuno nella sua misura. Funzione che stata grandemente tolta agli architetti privati della loro capacit rispetto all'ambiente della vita. Su Borromini le rispondo che era un eretico rispetto alle convenzioni del tempo per la sua grande qualit interpretativa del suo sentire, a cui non rinunciava in virt della sua capacit di credere in modo appassionato. Borromini aveva la passione... Oggi gentile dr. Cusano la passione? La forza di sentire e di credere? Ma ancora un sentimento? Che cosa . Ecco quale qualit. Se non sono stato chiaro ora abbia pazienza... lo sar... pi avanti...
F.L.W. commisurava ogni funzione alla realt del luogo usando materiali antichi e moderni i modo umano filtrando la tecnologia da quel grande architetto che era.
Ora ci rimane la sua lezione che non viene studiata e approfonditaPer mancanza di amore Di quellamore che spinge Il pensiero sulla realt.
Oggi ha senso parlare di eretici? Chi sono oggi gli eretici? Sono quelli che vivono sotto i ponti o ai margini della societ... sono quegli uomini che rifiutano il sistema mercificato della vita di oggi e di domani credo... Queli che pagano di pelle ?
La parola eretico oggi ha perduto la sua forza significante. Chi sarebbe un eretico tra gli architetti? Hadid, Gehry ? Ma se sono delle Star di un firmamento che si sta rivelando sempre pi formale vuoto e celebrativo... se Gehry ha costruito il suo museo nel posto dove il degrado regnava ... Tale museo non rimane che il museo di se stesso... Il problema rimane intero
Ebbene? Quali altri contenuti Lesasperato individualismo della Hadid che attira come un manifesto di diversit Cogliendo al volo quel senso della sfida del fare della sfida del possibile che tanto piacema a chi? Forse ai poteri che l impongono Dopo aver rimestato americanamente (cio facilmente e superficialmente nelle tasche del futurismo anche lei) il coniglio lucente tirato fuori dal cappello del prestigiatore di citt?
Zevi non ha fatto in tempo a vedere e capire questi dieci anni che sono stati come trenta e forse se ne anche andato via imaginandolo
Mi scuso per non aver curato la forma del mio scritto.
Cordialmente
Tutti i commenti di renzo marrucci
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6483
di renzo marrucci
del 21/10/2008
relativo all'articolo
Saudade
di
Sandro Lazier
Credo che non sia solo da condividere questo scritto di Bruno Zevi ma assolutamente da rilevarne la sua sofferente attualit insieme a chi lo ripropone e direi anche giustamente in fin dei conti... E' un'epoca ingiusta quella che viviamo oggi e che non favorisce il coraggio e anzi lo bastona abbondantemente spesso tritandolo nelle maglie di una societ che predilige la cattiveria e il cinismo. Detto questo non vorrei atteggiarmi in posizioni sbagliate... Mi limito a fare delle constatazioni che lo stesso Zevi ha avuto il tempo di fare perch ci rifletto ormai dagli anni della sua scomparsa. Ogni uomo dice cose giustee cose da approfondire e rivalutare alla luce dei fatti nuovi che accadono e il giudizio come risultante storica si conferma o si modifica a volte si ribalta... E comunque si approfondisce sempre in qualche modo. Al tempo di Borromini si poteva essere eretici e coraggiosi ma al tempo nostro non pi. Un p di nostalgia lecito averla specialmente per chi ha conosciuto queste persone e ha studiato e a pensato con loro e non solo ma anche il dovere e l'onere di portare avanti idee e ragioni che sono il frutto di un lavoro vero e appassionato. Appunto il compito ideale e pertiene la singola coscienza e volont senza invidie e senza paure.
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6482
di giannino cusano
del 21/10/2008
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Saudade
di
Sandro Lazier
Ha scritto Renzo Marruccci:
"Il futuro non nel potere della tecnologia ma nella qualit delluomo"
Non mi pare che in questa sede, e in particolare nell'articolo di Lazier intitolato "Saudade" e nei commenti che ne sono seguiti, ci sia stato una sola persona che ha voluto identificare "futuro" con "potere della tecnologia".
La qualit umana -gi cara ad Aurelio Peccei- certo il punto focale, ma a patto di precisare cosa sia oggi la qualit umana, e pi in generale la "qualit". Che, altrimenti, rischia di scadere a formula vuota buona per ogni salsa.
Vorrei, peraltro, ricordare che nel 1957, 6 righe dopo essersi dichiarato "Romantico", a definire il suo lungo iter creativo "Un'architettura che spesso definita tecnologica. Di fronte all'aspra accusa, mi dichiaro colpevole" fu Frank Lloyd Wright (Testamento, ed. Einaudi, TO 1963). Qualcosa non torna? Temo che sia cos.
Prosegue Marrucci :" Non del pensabile che abbiamo bisogno ma di qualit! Abbiamo bisogno di chi voglia misurarsi con i problemi reali senza evaderli schierandosi piattamente con la tecnologia e i mass media dellinformazione. Abbiamo bisogno di chi non sostituisce la ricerca della misura umana con settanta ferracci e tiranti che ti segano la voglia di pensare e di vivere nella citt..." ecc.ecc. Mi permetto di insistere: proprio del pensabile, dell'immaginabile che abbiamo un gran bisogno. Di un'immaginazione che vada oltre la miopia e le conseguenze contingenti e immediate.
Torniamo al dunque: Borromini e i borrominiani di oggi. Con Borromini non possibile compromesso di sorta: pone degli aut-aut che non ammettono mezze misure. Traccia senza mezzi termini le alternative possibili ("pensabili") al torpore del suo tempo senza mai tirarsi indietro. E, bench gli incarichi che gli vengono affidati siano oltremodo modesti, non rinuncia ad additare strade "altre" da quelle.
Scrive ancora Marrucci:"Borromini agiva con gli strumenti consolidati del tempo marcando il tempo con la sua ardente genialit e non inseguiva tecnologie e false sperimentazioni" vero, ma solo a met. Manca l'altra met: Borromini denuncia con decisione l'usura di quegli strumenti, li scardina, li corrode dall'interno. E quali erano gli strumenti del suo tempo? La suadente deformazione barocca dei canoni classici, il manierismo nevrotico, elitario e teatralmente dubbioso anche quando non c' nulla di cui essere dubbiosi, infine il codice rinascimentale: l'unico dal quale Borromini parte convinta, nella efferata versione michelangiolesca, estraendone valenze inedite per procedere oltre. E riesce in pieno a bruciare qualsiasi connotato classicistico proprio in un'epoca in cui intervenire sui contenuti sociali dell'architettura precluso dalla Controriforma.
Ma -questo il punto, a mio avviso- si pu sempre agire sulle forme-significanti per svincolarle dalla strumentalizzazione tridentina e rendere quegli stimoli-significanti aderenti a nuovi contenuti tutti da concepire e inventare. Anche cos si addita e si incentiva il nuovo in quanto "pensabile" e fattibile.
Non solo, in un edificio minuscolo come San Carlino, brucia qualsiasi connotato cruciforme latino o greco, qualsiasi distinzione e scomposizione in successione di navata, transetto, tamburo, cupola e ogni possibile lettura "analitica" delle dimensioni spaziali; in Sant'Ivo fa molto di pi. Rende esplosivo e centrifugo un organismo a pianta centrale, teoricamente univoco nelle sue possibili letture in quanto subordinato.a un solo punto focale. Ma lui ne fa saltare l'impianto bloccato e semplicistico in una visione quanto mai complessa e ricca di dissonanti indicazioni dinamiche. Persino le "camere di luce", i sistemi ad illuminazione indiretta che prediligeva e inventava in continuazione, non consentono alla luce di fendere e ferire la continuit spaziale, ma contribuiscono a rifondere in un unicum continuo tutte le articolazioni del discorso. E' qui, tra l'altro, il cuore della critica di Zevi alla mostra sul Borromini nell'articolo riportato meritoriamente da Lazier: un'occasione sprecata, quella mostra, perch non se ne fece un incentivo a ripensare borrominianamente spazi espositivi dinamici ed esplosivi. Pigrizia eletta a rango di rigore!
Riassumo ci che penso: dopo la nutrita sperimentazione sociale incarnata dall'habitat '67 di Safdie fino a Byker di Erskine (primi anni '80), passando per Renaudie, Geilhoustet, Blom, pi nulla. La via dell'impegno comunitario sembra preclusa, interrotta dalla cattiva socializzazione in atto, di cui tardiva prova la crisi dei mutui e dei derivati di questi giorni. Eppure l'architettura pu ancora agire in profondit, malgrado le multinazionali della finanza internazionale siano tra i suoi principali committenti. Del resto, Borromini -al pari di Gaud- lavor per ordini della Chiesa Cattolica controriformata, non certo per dei luterani o dei calvinisti ribelli.
Ma, an
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6481
di maurizio zappal
del 21/10/2008
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Saudade
di
Sandro Lazier
Comprendo benissimo quello che scrive Lazier in un momento di grande "nanismo" architettonico e urbanistico italiano! Passatemi l'ossimoro e vi chiedo: un miserabile paese di volpi sa cosa farsene della "contemporaneit" e del coragggio? Per chi conosce un pochino i portoghesi, la saudade era, tanto per semplificare, il sentimento che prendeva le donne che vedevamo allontanare i propri uomini sulle navi, alla conquista del mondo! E viceversa agli uomini che lasciavano i propri affetti, sapendo per lo pi, di non far ritorno a casa! Ora, credo che se vogliamo veramente "disturbare" un sentimento cos forte e carico di introspezionee significato, dobbiamo essere almeno degni dei Portoghesi! Purtroppo non cos! (Avete presente le trasformazione urbane di Lisbona, Porto, Setubal, Aveiro, Matosinhos, Coimbra ???) E sappiamo tutti che raramente ad un grande maestro corrispondono buoni discepoli! e cos per i padri con i figli, e etc etc...quindi, risarcito il lutto di Zevi, con grande difficolt e sempre avendo presente il suo "ingombro" intellettuale, la realt quella che non esiste un replicante di Zevi! Insomma, cosa vogliamo fare, vivere sempre nel passato? Non vi sembra altrettanto ingombrante, nel momento dell'acme della crisi, ricordare quando stavamo meglio? Non credo si faccia un buon servizio e Lazier lo dice chiaramente, a Zevi , se utilizziamo male il passato! Quindi che noia, ribadisco, "abitare le case degli avi"!Che vergogna non comprendere la contemporaneit! Il nostro problema che riusciamo a distorcere il passato per giustificare l'inabilit a vivere il presente ed ad immagginare il futuro! Insomma un paese di parrucconi, di volpi , di ovofans!!!
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6480
di Leandro Janni
del 20/10/2008
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Saudade
di
Sandro Lazier
La prima volta che ho letto un testo di Zevi avevo ventanni.
Oggi ne ho quasi cinquanta. A ventanni Zevi mi entusiasmava.
Oggi, il radicalismo estremo e anche un po forsennato dellultimo Zevi mi inquieta.
E comunque, Zevi un maestro. Un grande personaggio dellarchitettura moderna.
Di certo, un intellettuale che non ha voluto intendere, che ha categoricamente rifiutato il post-moderno.
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6476
di Renzo marrucci
del 20/10/2008
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Luigi Turra feat. Tadao Ando
Texture.Vitra
di
Sara Bracco e Emanuela Giudice
Tadao Ando' a farsi monaco? Mi sembra di capire tra le righe dell'articolo
Bracco-Giudici... Io credo che questo tipo di architettura richiami un desiderio tombale inconscio molto vicino al fascino dello spazio ancestrale della piramide egizia... Avete presente quei corridoi con porte scure e improvvisi gettiti di luce che sembano centellinare o giocare con la presenza dello spazio...dove inserisce neon come a definire un calore che proviene dallo squarcio della parete sia che provenga dal basso sia che provenga dall'alto con il profondo a smaterializzare il piano orizzontale da quello verticale come separazione o invenzione imprevista che ti sbalza l'idea di camminare nel reale...
Ebbene se trovo interessante il riferimento all'astrazione dello spazio di Ando come una proiezione emozionale fondata sul coraggio e sulla paura lo interpreto come una emozione del vivere mentalmente lo spazio in un rappresentazione intellettuale che percepisco come una essenza sacrale e con una idea della cavit che non solo minimalista ma anche rigorosamente non prevista per la vita. Io non mi ci sento bene in quegli spazi di costrinzione ludica dove l'emozione mi tiene lontano dalla vita...e pare evocare un sentimento di paura che l'architettura dovrebbe contrastare... vincere e risolvere sul piano della gioia di vivere.
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6474
di Renzo Marrucci
del 19/10/2008
relativo all'articolo
Saudade
di
Sandro Lazier
Il futuro non nel potere della tecnologia ma nella qualit delluomo
Non del pensabile che abbiamo bisogno ma di qualit! Abbiamo bisogno di chi voglia misurarsi con i problemi reali senza evaderli schierandosi piattamente con la tecnologia e i mass media dellinformazione. Abbiamo bisogno di chi non sostituisce la ricerca della misura umana con settanta ferracci e tiranti che ti segano la voglia di pensare e di vivere nella citt. Abbiamo bisogno di chi cerca la realt evitando la voglia di diverso per il diverso che viene formata nella testa di molti dalla pseudo immaginazione dei media. Insomma abbiamo bisogno di chi abbia il coraggio di vedersi dentro e poi volga lo sguardo al mondo reale. Indispensabile chi percepisce il distacco che va formandosi nella realt tra il momdo reale e il mondo sensibile di chi vive la citt. Indispensabile chi sente la necessit di recuperare la funzione civile dellarchitetto nella sua funzione di tramite sensibile e disinteressato tra il mondo dellarte e della creazione e quello della vita reale, come abbiamo visto fare in molte architetture dei maestri americani ed europei della storia recente. Nessun ritorno al passato ma una ripresa di dialogo con il filo interrotto della storia che non vuol dire nostalgia o statica venerazione. Borromini agiva con gli strumenti consolidati del tempo marcando il tempo con la sua ardente genialit e non inseguiva tecnologie e false sperimentazioniAgiva senza inseguire astrazioni e materializzando il suo filtro sensibile di uomo e di architetto. Bruno Zevi ne rileva laspetto creativo e inquieto modellando forme e spazi sulla misura delluomo e del suo ambiente sicch le sue opere sono inventive e geniali e non manifestazioni di gratuito potere tecnologico e impositivo. Forme e spazi sulla misura delluomo devono essere pensati oggi perch la citt un organizzazione umana sociale e vera ! Non una scenografia vivente, o virtuale La citt il luogo della vita e non della rappresentazione della vita. Ogni uomo ha il suo tracciato nella societ in cui vive e purtroppo non servono nostalgieo manifestazioni di egocentrismo progettuale. Occorre interpretare e comprendere il proseguimento evitando cadute e ricadute e involi narcisistici fuori dalla realt, che da sola contiene tutto ci su cui giusto e importante esprimerci. Considerare come degli eretici oggi le archistar francamente un errore di interpretazione profondobisogna riflettere sulla differenza di contesto storico-sociale e considerare la societ avida e dissacrante di oggi per comprendere anche la lezione dinamica della storia, oltre che il Borromini rispetto al tempo che viviamo.
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6472
di Maurizio de caro
del 18/10/2008
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Saudade
di
Sandro Lazier
Immenso spessore critico unito ad una veemenza eretica.Zevi voce anche quando sceglie il silenzio disgustato.ha contrastato il "portoghesismo"con furia leonina. stato l'antidoto letterario alla bidimensinalit teorica e alla deriva polverosa della critica dominante.ma tanta forza non servita,hanno vinto gli idioti cerebrolesi che per tutta la vita ha umiliato. come se allo Strega avesse vinto Baricco contro Gadda..quer pasticciaccio brutto de via Nomentana.
Maurizio De Caro
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6473
di Giannino Cusano
del 18/10/2008
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Saudade
di
Sandro Lazier
SAUDADE DE FUTURO !
... uno storico che cercava il dopo e un critico che comprendeva il prima ha scritto Lazier: mi pare centrale. E come non essere d'accordo?
Il futuro forse non lo mai stato, e mai come oggi non pi quello di una volta. La sensazione di aver perso la dimensione del domani mi pare la sola, vera "saudade" con cui fare i conti.
Non pi possibile, se mai lo stato, estrapolare alcun futuro dal presente o dal passato prossimo o remoto. Non concesso alcun "ritorno" o "predire" alcunch partendo dai presupposti di ieri e di oggi, perch le premesse del nostro agire sono, in brevissimo tempo, mutate alla radice.
Ecco perch il passato bell'e fatto, cos com' e magari "phylologically correct", non serve se non reinventato e rivissuto in un'avventura interiore. Noi siamo, e forse per la prima volta seriamente nella storia, "condannati" a inventare il nostro futuro a un grado poco tempo fa impensabile . Con una visione globale inedita e tutta da costruire, consapevoli dei rischi e delle responsabilit che questo comporta. Non c' pi un rassicurante domani che possa somigliare anche lontanamente a ieri o ad oggi perch gi l'oggi impone dei salti di inventiva e di qualit umana impensabili solo 30 anni fa. Dovremmo esserne felici: e invece ...
Solo, dunque, le "eresie" del passato e i punti di discordanza contro cui i conti s'infrangono e continuano a non tornare, possono esserci di un qualche aiuto. Perch di questa rottura con le inerti e fallimentari abitudini di ieri e di oggi , che c' davvero bisogno per ricominciare a sperare fattivamente.
Dopo la sbornia degli anni '50 -ricostruzione postbellica-, quella della crescita illimitata (anni '60) e il suo frenetico sperimentalismo, dopo la disillusione (anni '70) e l'ingiustificato senso di frustrazione, negli anni '80 si giunge timidamente ma decisamente a disancorarsi dalla "struttura" e dai miti strutturalisti, bench "La Struttura Assente" di Umberto Eco risalga gi al 1968. Dopo 40 anni ne abbiamo davvero tradotto l'apporto in architettura? E in quanti?
Gli eretici di oggi si chiamano Gehry, Eisenman, Hadid, Moss, Behnisch ... Archistar? Certo. Ma solo perch la distanza tra il reale quotidiano e il pensabile infinitamente pi ampia di 10 anni fa. Ma proprio del pensabile che abbiamo un tremendo bisogno: di tradurlo in quotidianit senza arrenderci all'illusoria prosecuzione del reale cos come il passato ce lo tramanda: questa , infatti, la sola vera fonte possibile di sconforto. E non ne abbiamo alcun bisogno.
Non abbiamo pi le antiche certezze, per fortuna. Non possiamo far altro che spogliarci di ogni bisogno di sicurezza, smantellare i facili ed illusori appigli e tuffarci nell'insicuro e senza timore di distruggere quanto ideologicamente ci trattiene e ci impedisce di guardare la realt per ci che e chiede di essere oggi perch ancora si possa dire di avere un domani. Non un gioco ma la nostra parte di responsabilit, ciascuno per le proprie capacit.
Zevi ci manca? Certo ... ma allora, ciascuno pu reinventare il suo Zevi interiore e cercare di andare avanti con faticoso ottimismo. Altre possibilit non abbiamo:
SAUDADE DE FUTURO !
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6471
di lilly greemens
del 17/10/2008
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Saudade
di
Sandro Lazier
Colpita e affondata... max nostalgia, malinconia, etc, etc... Se all'inizio del 2000 gi parlava di restaurazione, mi immagino i suoi scritti oggi... dove a Roma si sta pensando ad un finto parco x turisti con finti monumenti e x meri motivi politici si tenta di stoppare tutta la nuova architettura, perfino gi in cantiere... dove si d voce a Salingoros ed a tutte le sue idiozie... quando x ammazzare l'architettura contemporanea leggiamo trite e ritrite pseudo-critiche a generici archistar, senza saper + discernere chi davvero un architetto e chi ci fa solo x business... dove tutto il mondo accademico ha finto di essere decostruttivista ammazzandone l'indole, facendola diventare una moda senza senso... non capendo un 'acca del filo rosso che lega qst contemporaneo linguaggio architettonico alle + fervide sperimentazioni del passato, medioevo urbano - Borromini - costruttivismo ed avangiuardie del primo '900... con enormi buchi neri di restaurazione... ora stiamo cadendo dentro un nuovo buco nero, dove i vari Krier, salingoros, La cecla, etc... cercano di "redimere" le anime storte alla leggiadria geometrica dell'angolo retto...
Caro Bruno Zevi, ci manchi.
Il tuo grido, continua tu, tu, tu... caduto nel vuoto... nessuno, nessuno ha il tuo coraggio limpido, scevro ed estremamente vero.
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6469
di Renzo marrucci
del 09/10/2008
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Case vere, case false
di
Andrea Florio
La prima riflessione che mi viene che la funzione dellabitare non riguarda solo uno spazio determinato dalla sua particolare composizione funzionale cio quello dellappartamento in citt o della casa fuori della citt, ma credo debba essere estesa ad uno spazio ampio ed integrato dalle funzioni necessarie alla vita e al contesto della citt, della zona, a tutto lambito di riferimento culturale e sociale in cui la nostra vita si svolge. Si discuteva di alloggio e delle sue varie possibilit ma anche dei prolungamenti dellalloggio come condizione necessaria e sufficiente per garantire lo svolgersi della vita in una misura umana e soddisfacente Si discuteva anche di periferia e centro citt e delle contraddizioni che oggi si verificano su questo tema ampio dellabitare che implica una condizione di civile ottimizzazione della funzione, cio si cerca lo spazio che ci consente di vivere e di crescere Ma implica lesistenza di un sistema di relazioni sociali ed umane che ci consentono la vita ed il piacere della vita, le necessarie realt che consentono di sviluppare e consolidare ed evolvere le nostre condizioni di vita.
La seconda riflessione che pensando a progettare e costruire si comprende come il ruolo dellarchitetto oggi sia pi importante se esercitato con coscienza e amore nella consapevolezza dellimportanza della funzione sociale dello spazio abitativo e che non si ferma e conclude entro i mq vitali fisiologici dellappartamento ma che coinvolge il sistema territoriale culturale e sociale e amministrativo della citt.
Da ci si pu capire come non si possa oggi limitarsi alle aristocrazie individuali dellabitare inteso come universo specialissimo in cui relegare il proprio mondo individuale ed emotivo come se fosse laspirazione fondamentale della vita ci per oggettivi limiti esistenziali anche se molti di noi lo ricercano La vita delluomo sempre pi ricca e alla ricerca di una spazialit dinamica e diversa e ricca di contesto per essere concentrata e collocata nello spazio importante ma fisiologico delle funzioni eminenti e protettive della vita. Cos come abitare non vuol dire esistere ma una parte nellequilibrio della qualit dell esistenza
In questo senso Michelucci ha davvero contribuito molto a far maturare il rapporto uomo e storia allinterno della citt storica facendoci riconoscere un modo diverso e pi giusto, pi felice, di usufruire e vivere la citt.
Tra forma e contenuto credo che sia fondamentale il rapporto organico della rispondenza tra spazio interno e esterno e la riconoscibilit tecnico materica dei materiali nel gradiente estetico morfologico e funzionale rispetto al territorio e allidentit urbana proprio come F.L.W. ha eminentemente dimostrato nella sua esperienza di vita
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6467
di Renzo Marrucci
del 27/09/2008
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Novoli: la citt separata
di
Giovanni Bartolozzi
Polemizzare oggi serve a poco dice Bartolozzi... Ma non cos... e la memoria deve essere lunga se si vivi anche per una rielaborazione che prende il senso di una disamina con il senno di poi, Il tempo azzera il senso aspro della polemica per prendere il senso vivo della realt e nella storia c' sempre la ragione del futuro, sia un futuro costruito male e sia un futuro costruito bene... Almeno se lo spazio della riflessione esiste ancora come deve esistere. Polemizzare serve... Se la polemica volta all'interpretazione della realt con lo spirito di chi voglia capire dove sono gli errori e farli riemergere alla riflessione degli spiriti liberi e baypassare quell'atteggiamento ipocrita e falso che tende a mettere la realt in sordina... Si dir che rivangare il campo utile soprattuto per una nuova semina... a Dio Piacendo
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6466
di Martinelli Elena, Ruffinazzi Gianluigi
del 26/09/2008
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Ranaulo per il Teatro Popolare di Sciacca
di
redazione antithesi
La vita reale soltanto il riverbero dei sogni dei poeti. La vista di tutto ci che bello in arte o in nature, richiama con la rapidit del fulmine il ricordo di chi si ama (Stendhal) - Martinelli Elena, Ruffinazzi Gianluigi
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6465
di RENZO mARRUCCI
del 25/09/2008
relativo all'articolo
Abbasso gli architetti e le loro ''Tombe dell'arch
di
Gian Paolo Manfredini
La Biennale di A. Betsky una performance poco chiara
Biennale assai modesta che si esercita in un contributo privo di un reale contesto critico efficace rispetto alla realt delle problematiche che affliggono la ricerca architettonica nel suo rapporto diretto con la citt e l'ambiente.Tempo sostanzialmente perduto in vezzi e contorsionismi intellettualistici devianti in quanto aristocratici nel senso pi retrivo del termine. Si conferma la tuttologia pretestuosa di una ricerca di eliteChe non RIESCE HA MANTENERE LE COORDINATE DEL REALE e si rifugia nel vago indecifrabile mondo dell'onirico... ma fuori del nostro mondo e ci rimane ritagliandosi un fantomatico diritto-dovere di starci... Mentre lo sforzo vero quello di portare nella realt i contenuti e tradurli in grado di fornire idee per aiutare e migliorare il nostro rapporto nel mondo migliorando la vita dell'uomo. Questa biennale la possiamo leggere come una fuga intellettuale e servile dalla realt.
Soldi spesi male purtroppo...come troppo spesso accade...in questo nostro emblematico paese.
Renzo Marrucci
Milano, 26-09-2008
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6418
di renzo marrucci
del 19/09/2008
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Abbasso gli architetti e le loro ''Tombe dell'arch
di
Gian Paolo Manfredini
Viva gli architetti che nutrono speranze di vita mediante il pensiero dell'architettura intesa come un mezzo per rendere la permanenza su questo mondo il meno infelice che sia possibile...Potr ssere un pen
siero retorico? Non credo! Semmai una ingenua espressione di confronto e di speranza nella fiducia di una professione che deve riguadagnare il suo senso della societ. Ingenua perch in mezzo a tanta certezza tira di pi il carro di chi si dimentica che il giorno scorre accanto all'altro... in un alternarsi di luci e di ombre, di cose fatte senza troppo pensarci e in una sperimentazione fagocitata nel ritmo senza il tempo del pensiero...della riflessione...ma sull'impronta dei programmi fatti al tavolo di una cinica, ansiosa rappresentazione della realt.
Non tombe ma veri encefalogrammi celebrativi nello spazio-tempo della cultura dell'immagine... che si stinge nella fragile frenesia della sperimentazione come se fosse cultura della materia che si consuma...
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6408
di renzo marrucci
del 16/09/2008
relativo all'articolo
Dorigati a Pavia. Ingresso al mercato coperto. Let
di
Giueppe Zappelloni
Gentile Giovannetti
tanti oggi dicono di amare la propria citt ma di fatto non si capisce di che cosa sia fatto questo "amore" ma di sicuro quando troppo esclu
sivo va controllato perch si traduce sempre in qualche cosa di diverso...
Nulla meglio della partecipazione... Un caro saluto
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6407
di Giovanni Giovannetti
del 16/09/2008
relativo all'articolo
Dorigati a Pavia. Ingresso al mercato coperto. Let
di
Giueppe Zappelloni
Caro Marrucci, da anni mi batto contro quello che lei chiama mancanza di rispetto nei confronti del cittadino, vale a dire il mancato accesso alla partecipazione. In generale sono d'accordo con lei - ci mancherebbe! -; nella fattispecie, la mia posizione resta quella che vi ho sottoposto in lettura. La ringrazio. Suo Giovannetti
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6406
di Renzo marrucci
del 15/09/2008
relativo all'articolo
Dorigati a Pavia. Ingresso al mercato coperto. Let
di
Giueppe Zappelloni
Caro Giovannetti io non conosco le persone relative al contesto della famosa tettoia pavese e non sono a conoscenza di una eventuale raccolta di firme in merito alla rimozione della stessa...Sono intervenuto perch il caso dimostra una chiara mancanza di quel senso della citt che poi cos fortemente porta alla mancanza di rispetto del cittadino e sulla poca volont a coinvolgerlo nelle scelte e sulle decisioni che lo riguardano. Quindi, mi perdoni, ma continuando a pensare con molta intensit alle cose molti importanti...nulla la distoglie dal poter prendere atto e capire... Un caro saluto
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6404
di Giovanni Giovannetti
del 14/09/2008
relativo all'articolo
Dorigati a Pavia. Ingresso al mercato coperto. Let
di
Giueppe Zappelloni
Che senso ha opporsi allinutile tettoia costruita a Pavia in piazza Grande a lavori ormai ultimati? Non sarebbe stato meglio pensarci per tempo? Che idea di citt si comunica rivendicandone labbattimento, dopo che la sua costruzione andata avanti per quasi un anno sotto gli occhi di tutti? Dovera lopposizione politica e Zapelloni quando sono cominciati i lavori?
Un anno fa la pi lungimirante Giunta che la citt ricordi ha preteso il trasferimento dei Rom fuori dal suo cortile. Ora il turno degli squattrinati, che lamministrazione locale vede come rappresentazione del brutto. Cos non per limperdibile tettoia, che la banda Zapelloni biasima e ne sollecita la rimozione o quantomeno il trasferimento in luogo diverso. Sono due punti di vista speculari, chiamati a riflettersi luno nellaltro.
Cari benpensanti dei miei stivali, siate allora pi risoluti e implacabili: dilatate lorizzonte, assumete un analogo trattamento per lorribile e vetusta copertura consorella in piazza Leonardo da Vinci, e lancora peggiore palazzo di vetro presso il ponte dellImpero.
La raccolta delle firme dovrebbe sollecitare anche la demolizione delle case sul Lungoticino, rifatte in malomodo dopo i bombardamenti alleati del 1943-44, che hanno straziato la citt molto meno delledilizia pervasiva dei vari Febbroni e Fasani (i costruttori) negli anni Cinquanta e Sessanta, con la complicit solo politica? dei nani del loro tempo. Si dia corso senza indugi allabbattimento del palazzo al Demetrio e dellorribile edificio posto dietro linutile ipogeo. Non fermatevi: raccogliete altre firme per riedificare il ponte Vecchio cos comera, a condizione che ci venga restituito pedonale. Una volta ultimato il lavoro nel centro storico si passi alle periferie, a partire dalla madre di tutte le porcate: il Carrefour sulla Vigentina, lannesso parcheggio e il giro di tangenti e altro ancora che vi sta dietro (il magistrato Luisa Rossi si legga il dossier della Guardia di Finanza in suo possesso).
Si pu fare? No, non si pu. Se si vuole frenare il brutto dilagante allora va denunciato il brutto che ci ha gi allagato, dal centro alle periferie; se invece in gioco il destino gi scritto del mercato coperto (luogo che sollecita enormi appetiti), e se la tettoia far presto da ingresso, a spese dei contribuenti, ad una futura zona commerciale modello Gs-Carrefour, lo si denunci ai cittadini e alla Procura, senza indulgere in fuorvianti sparate goliardiche.
Quanto a me, non firmer per labbattimento n per lo spostamento dellorribile tettoia. troppo tardi. Resti pure dov. Cos come gli altri numerosissimi piccoli e grandi inganni del recente passato, procurati dalle betoniere degli immobiliaristi, in accordo con i politicanti di oggi e di allora, con la complice omert o copertura di altri settori cittadini.
I perditempo, con il sindaco Capitelli e la pseudosinistra, vorrebbero che non ci occupassimo dei problemi veri; vorrebbero farci combattere inutili battaglie e istigarci a contemplare il dito mentre il dito sta indicando la luna. Nel nostro orizzonte ci sono altre emergenze cittadine e planetarie: le speculazioni immobiliari favorite dalle tangenti; le mafie che edificano e bonificano banconote e come a Genova si candidano a bonificare anche le tossine delle aree dimesse; lecomostro autostradale Broni-Mortara che sottrarr 8,6 milioni di metriquadri di verde al territorio e calamiter in provincia da 30 a 40.000 autoarticolati al giorno, con conseguenze sulla nostra salute; linutile e devastante collegamento autostradale tra la tangenziale ovest e larea Neca; le povert vecchie e nuove; i disagi dei giovani e degli anziani ghettizzati in quartieri dormitorio privi di servizi, e di chi ogni giorno rischia la vita nel lavoro nero; gli effetti della crisi della globalizzazione come il calo occupazionale e la difficolt per le famiglie ad arrivare a fine mese, ecc. Su tutto questo sarebbe opportuno concentrare ogni energia residua e proporre un modello alternativo di citt e di vita, invece di balbettare indignazione fine a se stessa al riparo dellorrenda e fuorviante tettoia.
Giovanni Giovannetti, Pavia
[email protected]
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6403
di Giuseppe Zapelloni
del 13/09/2008
relativo all'articolo
Dorigati a Pavia. Ingresso al mercato coperto. Let
di
Giueppe Zappelloni
Per maggiore completezza d'informazione credo opportuno proporre l'articolo a firma del progettista cui la mia lettera fa riferimento.
La loggia sar luogo dincontro (la Provincia Pavese 29 luglio 2008)
Prosegue il dibattito sulla copertura all'ingresso del mercato sotterraneo in piazza della Vittoria. Dopo le critiche, arrivate da pi parti, interviene uno dei due progettisti (l'altro l'architetto Vittorio Prina, dell'ufficio tecnico comunale di Pavia). Si tratta di Remo Dorigati, professore di Progettazione architettonica e urbana al Politecnico di Milano, che spiega cosa c' dietro l'opera.
Penso sia importante cogliere l'occasione di dibattito nato dalla costruzione della nuova loggia in Piazza della Vittoria per affrontare alcune questioni che riguardano i processi di trasformazione e conservazione della citt storica. I due termini non rappresentano di per s polarizzazioni inconciliabili ma convivono e attraversano i continui processi di adattamento di una cultura urbana. Essa si alimenta della propria storia ma anche del desiderio di adeguarsi alle diverse modalit di usare e interpretare lo spazio pubblico. Comprendere quale sia il significato contemporaneo delle citt non per nulla semplice poich viviamo la presenza di culture plurime che usano e percepiscono la citt secondo modalit spesso conflittuali. Anche le memorie sono molteplici: vi la memoria di chi, abitante, ricorda i luoghi della citt e gli avvenimenti che vi si sono svolti poich l'ha vissuta nel tempo. Ma vi una memoria di chi, visitatore, si muove nello spazio e associa i luoghi che percepisce a tutti gli altri luoghi che ha vissuto: citt di ferro e di mattone, citt di vetro e citt di pietra. Una memoria che la storia di una citt e una memoria che lega quella citt a tutte quelle del mondo e che la fa appartenere ad altro e ad altri, allo stesso tempo. Questo crea anche dei sussulti e delle ferite che il tempo, e ci stupefacente, ha reso accettabili: i differenti linguaggi e le diverse tecniche oggi vengono vissuti come un fatto unitario. Rinascimento, barocco, eclettismo e modernismo si sono assemblati in un coacervo di forme, una cava di linguaggi, che sul retro del Duomo si riversa verso la Piazza: una macchina costruttiva senza l'apparato decorativo. Non un'idea di architettura un insieme di esperienze e di fatiche che hanno cercato un continuo adeguamento alle ragioni del tempo. E' un'architettura fatta da tante idee e da tanti uomini ostinati a trovare un senso nuovo alla loro citt e che hanno utilizzato ogni traccia, in primo luogo perch vi hanno riconosciuto una risorsa. Sono nate nuove qualit urbane che, costantemente, hanno messo in discussione il concetto di contesto come fatto identitario. Ma anche qui le opinioni sono assai diverse ed difficile trovare una unit di interpretazione fra i cittadini. Quando, anni fa, R. Bossaglia aveva proposto una nuova riflessione fra arte e spazi pubblici, molti avevano apprezzato la presenza di alcune sculture pi di altre in nome di un principio contestuale che privilegiava la materia. La pietra di P. Cascella andava bene per il centro storico mentre l'acciaio di C. Mo o la vetroresina di A. Pomodoro venivano considerate estranee. Buone per spazi residuali esterni al centro. Fu cos che Pomodoro rimosse, con il pretesto di un restauro, le colonne collocate a Porta Milano visto che era innegabile che la triade non fosse particolarmente amata dai pavesi.
Vorrei che i cittadini cercassero di comprendere il senso della nuova loggia o almeno le sue ragioni in modo che, come avviene in un dibattito civile, le loro opinioni anche contrarie fossero sostenute da una riflessione sugli spazi della loro citt. Non mi soffermo sulle motivazioni funzionali (coprire l'accesso al mercato, inserire un ascensore per disabili, dare ordine all'edicola e al fioraio, ecc.) che, pur essendo la prima vera ragione dell'intervento, non giustificano del tutto la nuova forma. Essa il risultato di molti fattori che nascono dalla storia del luogo ma anche da valori urbani contemporanei. Se si osservano le incisioni storiche della citt del XVII secolo, si pu notare che la piazza era delimitata sui lati corti da una sorta di filtro fatto da paracarri in pietra che lasciavano libere le due vie al transito ridimensionando il dominio della piazza mercantile. Il nuovo intervento aiuta a ri-proporzionare uno spazio indeciso fra essere un grande slargo o uno spazio pi contenuto, pi consono al suo essere piazza. Non un caso che, nel tempo, i due limiti abbiano definito il luogo cui collocare le diverse installazioni per la politica e per gli spettacoli. E la loggia pu accogliere anche questo.
La piazza uno dei pochi luoghi della citt dotata di portici (che al contrario sono ricorrenti nelle corti interne). Lo spazio coperto pubblico, che in modo discontinuo avvolge la piazza trova nelle loggia un nuovo "fuoco" che pu avere il ruolo di spazi
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6402
di renzo marrucci
del 10/09/2008
relativo all'articolo
Dorigati a Pavia. Ingresso al mercato coperto. Let
di
Giueppe Zappelloni
Il cittadino fa bene a dire la sua opinione se altri cittadini dicessero la loro, se fossero cio invitati ad esprimersi... al di l della loro competenza specifica...sarebbe un bene per tutti.
Al di l degli estetismi da quello che si vede nella foto, ma bisogna andare a vederlo... c' una certa ingerenza nel contesto storico dello spazio della piazza che poi una pizza del centro storico di Pavia...Una citt interessante dal punto di vista architettonico storico...e anche se l'architetto cerca di essere il meno invasivo possibile... tuttavia, se avesse usufruito della sensibilit dei cittadini attenti, forse, avrebbe potuto essere ancora pi libero e leggero...per esempio sperimentando l'impiego di materiali diversi....
In questo senso ,credo, che l'intervento del cittadino qualche cosa lo rilevi...dobbiamo ammetterlo.
Interventi di questo tipo avrebbero bisogno di un rapporto pi vivo con la cittadinanza ed i progetti essere prima esposti ai cittadini, farne attivit di dialogo.
La funzione pubblica dell'architettura dovrebbe essere compresa pi a fondo...proprio per evitare di considerare i cittadini una sorta di ultima sponda che pu solo dare fastidio...Forse anche l'architetto avrebbe avuto uno scambio pi utile che lo avrebbe fatto lavorare con pi piacere...
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6393
di renzo marrucci
del 30/08/2008
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Gibellina: vergogniamoci, tutti.
di
Paolo G.L. Ferrara
Punta Perotti come Gibellina sono casi di grande responsabilit per l'architettura italiana
e per l'urbanistica italiana ed europea e parlarne un bene. Bisognerebbe parlare di pi anche di tanti altri casi che sono accaduti e accadono costantemente oggi. Una sorta di "striscia la notizia" dell'architettura italiana o degli eco-mostri che popolano e stanno per popolare la repubblica del bel-paese. Parlarne fa bene al cuore? La Gabanelli qualche volta ci prova ma chiss quali problemi gli arrivano...Comunque sempre meglio che star zitti come vitellini da latte. Ci senza volere far male a nessuno certamente! Solo per dovere di coscienza giusto che se ne parli e con coraggio ....e allora qualche giovane in pi potr aprirsi gli occhi e pilotarsi meglio nelle sue avventure che poi sono le avventure del futuro.
Gli errori sono occasioni di riflessione e non di cattiveria...Forse lo sono di pi di ci che riesce bene...Invece su questi si butta l'oblio della memoria e allora si vede affiorare la malafede, cio l'errore che coltiva l'errore...Diviene un fatto di solo potere e basta! Questo si s non ci insegna nulla...anzi ci fa andare indietro tutti quanti...
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6392
di renzo marrucci
del 29/08/2008
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Gibellina: vergogniamoci, tutti.
di
Paolo G.L. Ferrara
Il commento scritto prima non riguarda Ferri ma Giuseppe Pompole. Mi scuso per il bisticcio.
Renzo Marrucci
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6390
di Renzo marrucci
del 29/08/2008
relativo all'articolo
Gibellina: vergogniamoci, tutti.
di
Paolo G.L. Ferrara
Caro Ferri, trovo molto sincero e onesto il suo commento su Gibellina. Lei pensi anche a Vema se vuole...Questa citt per fortuna non si pu raggiungere in moto essendo il frutto di una progettata virtuale ma che pu studiare o almeno comprendere per poter spiegare meglio ai suoi studenti che genere di teorizzazioni si fanno...ma non solo qu da noi...E poi quello che fanno in Cina alcuni grossi professionisti italiani ma non solo... In tema di citt...Poi pensi anche a quello che fanno in Italia alcuni architetti detti archi-super-star o simili e a tutto questo pensi con senso della realt altrimenti smette di viaggiare in moto e nolegger...credo... Per il prosssimo viaggio... un romantico e poetico pallone aereostatico per osservare la trasformazione delle citt e del paesaggio italiano che st molto a cuore ai sensibilissimi uomini di cultura e ai politici italiani....
Un cordiale saluto
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6389
di Giuseppe pompole
del 26/08/2008
relativo all'articolo
Gibellina: vergogniamoci, tutti.
di
Paolo G.L. Ferrara
"A narrar il mutar delle forme in corpi nuovi, mi spinge lestro". Ovidio, Metamorfosi
Torno ora da 3000 km in moto, solo, attraverso la Sicilia.
Desideroso di toccare gli esiti della ricostruzione "d'autore", mi sono trovato all'ora di pranzo (attenuante?) in un "villaggio" fantasma dove ho incrociato non pi di dieci persone. L'istintivit e la passione sono subito mutate in stupore e disinganno.
Ho trovato Gibellina arida e spietata,
infuocata come il sole inclemente che ha acconpagnato la mia visita,
stizzosa come una bacchettata sulle nocche di un bambino irruento.
Ho avvertito il fallimento di un esperimento, del tutto fuoriluogo;
Ho sofferto, aggirandomi fra i pezzi abbandonati di un giocattolo ormai infranto;
Ho tentato di immaginare cosa c' stato dietro il devastante schianto del "balocco";
Ho confrontato i "danni" di Gibellina Nuova con quelli di Gibellina "vecchia";
Ho cercato avidamente quello che per anni avevo seguito sulle pagine lucide delle autocelebrative monografie;
Ho provato vergogna nello scattare fotogrfie sotto gli occhi esterrefatti dei dieci di cui sopra;
Ho riflettuto su quello che ho sentito/letto/ascoltato/fatto per anni in ambito accademico;
Ho dubitato ripensando a quello che a mia volta provo a trasmettere agli studenti.
Lascio Gibellina, sconcertato, pensando al solito Calvino... "Arrivando a ogni nuova citt il viaggiatore ritrova un suo passato che non sapeva pi d'avere".
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6388
di marco ferri
del 25/08/2008
relativo all'articolo
Vicenda Novoli
di
Giovanni Bartolozzi
Carissimo Bartolozzi, leggo solo ora questo articolo pubblicato anni fa. Lo condivido in toto come condivido quanto detto dal collega Manganello. Come diceva Le Corbusier, per fare una buona archiettura occorrono un buon progettista, un buon committente e una buona impresa...In Italia buoni committenti ce ne sono pochissimi. A Firenze non esistono. Mi viene in mente una situazione simile, Maastricht, e come stata gestita e conclusa. Ci voleva molto? Perch a Firenze l'autolesionismo cos forte?
Saluti
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6387
di riccardo
del 25/08/2008
relativo all'articolo
Nonsolomoda, anche idiozie
di
Paolo G.L. Ferrara
Credo che con tutto quel poco che la televisione dice e con scarsa credibilit non sia male, anche se in contesto glamur parlare di "arte" , l' archittettura simo sicuri che sempre lo sia? C' buon gusto e cattivo gusto, dipende dai punti di vista. oggi di architettura se ne parla, credo, solo all'universit, quante persone comuni guardando un comune programma, ben confezionato, possono apprendere, interessarsi a qualcosa di bello e edificante. Nonsolomoda si occupa di tendenze e bellezza e se l'architetturza non di tendenza, beh... ce ne siamo accorti tutti. Quanta povert nelle nostre citt. Si lasci perdere Nonsolomoda se non piace, ognuno fa il suo lavoro, lei credo abbia un p perso tempo per fare una critica superflua su un qualcosa che considera superfluo eppure suppongo sia un architetto! L'architettura arte, il bello lo da molto prima.
Riccardo Barracu, Docente di architettura,universita di Alghero
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6331
di renzo marrucci
del 30/07/2008
relativo all'articolo
Appello contro l'insensata privatizzazione dei ben
di
Leandro Janni
Ho riletto il commento e mi sembra chiaro per quello che dice ...ma da un commento, per quanto serio possa essere, comprensibile una certa leggerezza anche per come si scrive ....non sempre con chiarezza e completezza e sar lieto di essere pi chiaro e preciso e disponibile mentre ringrazio per la nota di condivisione su un problema cos farraginoso e tipico della italiana falsofacile disinvoltura.
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6329
di maurizio zappal
del 29/07/2008
relativo all'articolo
Privatizzazione alla siciliana dei Beni Culturali
di
Teresa Cannarozzo
La posizione espressa in questo pezzo, dallesimia prof.ssa dott.ssa Teresa Cannarozzo, ha il tenore di una difesa dufficio che lascia, naturalmente, basiti!
La prima operazione per far funzionare le cose, alla luce delle esperienze internazionali, organizzare una governance, snella e competente (minimamente politicizzata!!!), pochi progetti strategici nel pi ampio disegno di rivitalizzare, sia dal punto di vista culturale che economico, citt o zone di esse abbandonate al degrado che anche degrado intellettuale! Bisogna e siamo gi molto in ritardo, lanciarsi in un lifting radicale per concorrere, in epoca globale, con le realt gi esistenti. Per intercettare i flussi del nuovo turismo. Che nessun specialista del settore, nega, esistere! E naturalmente, mi riferisco allesperienza spagnola! Il fine dovrebbe essere convertire la nostra citt regione in un centro di cultura e turismo scevro da bigottismi e arroccamenti storico-immobilisti! In altre parole (turatevi le orecchie passatisti e abitanti delle case degli avi!) se bisogna mettere mano a siti archeologici per rivitalizzare la vita intorno, facciamolo subito e con qualit, degna della nostra tradizione!
Perch possibile lavorare, rimodellare un sito come quello di Santiago de Compostela, la citt santa di Spagna per eccellenza? Si, in Galizia. In quella regione che assomiglia tanto allIrlanda e che i Celti avevano popolata nellEt del ferro. E in questo lembo estremo della penisola iberica che sorge Santiago. Poco lontana dalle coste frastagliate, che si gettano nellOceano Atlantico, qui i Romani, erano convinti che terminasse il mondo! Diciamo che Santiago di storia ne ha! Toh, ma ha anche i cyber caf, Il Centro Galiziano DArte Contemporanea (dellarchitetto portoghese Alvaro Siza) e lauditorium di Santiago (in sito archeologico), di P. Eisenman. Qui sono passati i Celti, i Romani e gli Arabi, questultimi non sono mai riusciti a sradicare il forte culto cristiano. Anzi, la citt divenne un simbolo della Riconquista! E stata dichiarata Patrimonio dellUmanit! Vi immaginate, Villa del Casale a Piazza Armerina, riprogettata da P. Eisenman?
Lintento principale delle nostre istituzioni dovrebbe essere esclusivamente quello di contrastare la disoccupazione promuovendo la cultura e concepirla come motore della vita economica! Ci significherebbe, nessuna remora tra cultura e interessi derivanti dal tintennio del denaro! Quale figura istituzionale o maitre pensier, oggi pronto, nella nostra Sicilia, a governare questo concetto che dai pi, considerato non etico o addirittura immorale?
Allora dovremmo iniziare a pensare come primo investimento, a progetti di risonanza internazionale! Subito dopo o contestualmente, al fattore trasporto, per lo sviluppo di un territorio indispensabile, quindi a progetti di porti, aeroporti, teleferiche, metr e ferrovie! Non per nani, ovviamente!
E certo, largomento complesso e borderline! Ma di una sol cosa sono sicuro: non c, oggi, in Sicilia e oserei dire, in Italia, la CULTURA dellinvestimento estetico!
Per come la vedo, da architetto che qualche viaggetto lha fatto, non c alcuna capacit, sia politica - amministrativa che culturale estetica, di far valere le nostre risorse! Attenzione, non si tratta esclusivamente dei templi, dei mosaici, del mare e dei monti! Mi riferisco, allincapacit di rintracciare nuove forme di attrazione turistica del nostro territorio! O meglio, dellinvigorimento delle nostre bellezze, che andrebbero riviste partendo, naturalmente, dalla capacit dellaccoglienza e dei famosi waterfronts! Su questo terreno, in Italia, figuriamoci in Sicilia, siamo davvero non al grado ma all'anno zero! Continua a mancare una classe dirigente e politica conscia dei drammi e delle sfide del territorio-maritorio. Appassionati di letteratura, di pittura, di musica, di sport, tanti, nessuno appassionato di architettura! Dove sono i Pompidou, i Mitterand i Sarkozy di Francia, i Maragall di Spagna, i Soares del Portogallo? Dove sono i Manuel Salgado, (che stato uno degli architetti progettisti dellarea dellExp di Lisbona) o i Bohigas (artefice della nuova Barcellona) o gli Stimmann, (contemporaneamente politico e tecnico, del risorgimento estetico di Berlino dopo la caduta del muro)?
Le citazioni non sono a caso e potrebbero proseguire ma sarebbero un mero ed inutile esercizio di stile che poco cinteressa!!
Dalle nostre parti non esiste una strategia dintervento che miri in poche fasi a raggiungere lobiettivo! E immediatamente tutti gli Enti prendono le distanza o mettono in piazza i propri esercizi di stile!
Per cui, badate bene, ci sar sempre uno studio disatteso, un allarme dato o un: io lavevo detto!!! E intanto, in barba alla nostra atavica mollezza e al nostro tradizionale conservatorismo e ai mille calepini di Don Loll (vedi la Giara di Pirandello), il territorio e
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6327
di Leandro Janni
del 29/07/2008
relativo all'articolo
Appello contro l'insensata privatizzazione dei ben
di
Leandro Janni
Il commento di Renzo Marrucci - sebbene non del tutto chiaro - sostanzialmente condivisibile.
Assumo l'impegno ad approfondire la "questione soprintendenze", assai delicata
e controversa.
Leandro Janni
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6328
di Renzo marrucci
del 29/07/2008
relativo all'articolo
Rileggendo 'Frank Owen Gehry - Luna meccanica', d
di
Renzo Marrucci
Trovo condivisibili le riflessioni di Cusano con alcune eccezioni che tutto sommato forse utile svolgere ... Zevi riteneva l'opera di Gehry proprio come Cusano spiega nelle prime righe del suo commento contributo. L'attesa era tanta verso opere che potessero rianimare il mondo dell'architettura o la ricerca architettonica e al punto che forse si dato troppo valore ....o i cordoni della critica si sono allargati a dismisura senza prevedere uno sviluppo che si prestava ad una sorta di esaltazione individuale che ha in qualche misura portato a pensare e a credere , e taluni ancora credono, che la citt sia diventata un qualche cosa di diverso o incomprensibile o di ridefinibile attarverso astrazioni su cui esercitare un falso criticismo senza valori. autentici. Certo non questa la sede per svolgere riflessioni definitive ma credo che questo atteggiamento abbia fruttato molto alla a quella confusione generalizzata che dato terreno e causa favorevole alla proliferazione di atteggiamenti rinunciatari della ricerca e della morale. Per morale intendo il senso del rapporto citt cittadino e citt territorio, ambiente e vivibilit che sono elementi primari e fondamentali di ogni agire e di ogni pensiero e che tale voglia essere .
La citt rimane la citt con tutte le sue valenze che sono fondamentali e che riemergono con problematiche lancinanti oggi. Credo che sia fondamentale recuperare il tempo e la ragione perduta per studiarle e capire la citt e i suoi rapporti e capirla nei suoi nuovi problemi con umilt e seriet, senza enfasi e nuova ipocrita retorica. Il secondo punto del commento di Cusano una traccia che condivido pienamente e su cui si svolge la strada su cui lavorare e recuperare e riequilibrare il senso profondo e forte su cui si sviluppa la cultura della citt.
Un caro saluto
renzo marrucci
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6326
di Renzo marrucci
del 28/07/2008
relativo all'articolo
Quando gli architetti attentano all'Architettura.
di
Andrea Tartaglia
Car o Florio mi pare che il delta che a cui fa riferimento sia un po troppo casuale per arrivare all'arte...che poi la stessa cosa della poesia...ma soprattutto non un gioco.
Il gioco davvero arriva all'ambiguo e al complesso o direi piuttosto al contorto e al nevrotico quando diventa insistito e formale e non diventa mai qualche cosa di pi profondo, di pi attinente e inerente la necessit dell'uomo che in architettura e nella citt ricerca di equilibrio e risposta organica all'armonia, alla sequenza della vita.... Il Gioco utile quando si cercano dei palliativi o delle pause ed bello soprattuto se dura quel tanto che basta... se offre svago e compensazione al piacere ... allora diventa anche uno spazio che relaziona e integra tra le funzioni ma poi si deve esserci continuit ...Cio doverbbe affermarsi il flusso della serenit, della sicurezza e si dovrebbe uscire necessariamente dal delta definito dello spazio del "giuoco" e fare sul serio se possibile.... Forse cos si evita anche di attentare...di rendere insicuri perch in realt il gioco, in et adulta, copre o tenta di coprire ... Un cordiale saluto
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6320
di Renzo marrucci
del 24/07/2008
relativo all'articolo
WE should HAVE A DREAM . Il XXIII Congresso UI
di
Gian Paolo Manfredini
Manfredini c'era, benissimo... e lo racconta nel suo articolo che non mi convince ma questo importa poco. Qualche cosa va sempre per il verso giusto come quel nobile e gentilissimo signore che vorrebbe la citt come luogo della cooperazione e non della competizione come disgraziatamente e sempre pi feroce... Che vorrebbe l'architettura per tutti e il senso del luogo dove si allevia la tristezza di esistenze meno fortunate.
Che bellissimo pensiero...Quale aspirazione....ne basterebbe almeno un terzo, un quarto o un decimo di quell'idea vera a dare un impulso verso una societ pi vivibile. Ma se si vuol sognare si pu farlo, certamente e che male c'? Basta un solo sogno per ammantare il mondo? Anche quello piccolo della periferia di una citt...Mi fanno capire che invece si deve essere in tanti su quel sogno che poi si perde da solo nei meandri del tempo e proprio mentre le file si ingrossano di sognatori veri e falsi ...diventando allora solo un sogno...o un mezzo incubo? Irrealizzabile? Ma al di l di questo l'uomo continua a sognare e speriamo che decida di rompere la magia di quel distacco con la realt e che sta diventando sempre pi ampio...appunto come proprio del sogno che smette di essere fuori della realt per entrarvi e far diventare le nostre periferie sempre meno il luogo della diseducazione sociale e del degrado...dell' insicurezza e della marginalit come categoria umana. Di questo non si vedono segnali ma solo chiacchere faticose e verbose e non solo ....forse inutile anche preoccuparsene? Se si capiscono le periferie si capisce anche il centro della citt e tante altre cose che ci perdiamo per il futuro delle nostre citt e quindi del mondo.
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6318
di andrea florio
del 23/07/2008
relativo all'articolo
Quando gli architetti attentano all'Architettura.
di
Andrea Tartaglia
Non conosco l'architettura di Grassi sono solo pienamente d'accordo col principio che un architetto deve saper motivare le sue scelte fino in fondo.
In realt si tratta di esplicitare le motivazioni funzionali, spaziali, statiche, comunicative di quanto si costruisce. Cio' deve essere sempre chiaro (razionale?) nella testa di chi progetta e quindi si puo' tentare di trasmetterlo ad altri, se uno ne ha voglia e capacit.
Non scontato che le due condizioni esistano sempre, anzi.
Se l'architettura si riduce al "mi piace - non mi piace" ben misera cosa.
Chi vuole pu conoscere il mio pensiero e il mio approccio progettuale nell'articolo "CASE VERE,CASE FALSE" pubblicato sul mio blog :
www.andreaflorio.org
Sarei felice di proseguire il dialogo, dopo trent'anni di cantiere e di duro mestiere credo di essere arrivato a interessanti sintesi personali, ma soprattutto alla conclusione sconsolata che di Architettura in Italia si capisce veramente ben poco.
L'architettura SEMPRE comunicazione di funzioni, pratiche o statiche, brutte o sottili.
In questo delta che va dal massimo della funzionalit al massimo dell' estetica si esplica il "gioco", che quando diventa complesso e ambiguo pu assurgere a poesia, cio aspirare ad essere arte.
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6316
di Giannino Cusano
del 21/07/2008
relativo all'articolo
Rileggendo 'Frank Owen Gehry - Luna meccanica', d
di
Renzo Marrucci
Credo che Zevi condividesse la carica profetica di architetture come il Guggenheim di Bilbao. Che comunque a mio giudizio incarna un valore molto forte della contemporaneit. Se si ripensa alla lunga stagnazione -segnatamente, ma non solo italiana- degli anni ''70 e '80, pur con eccezioni, non si pu che salutare con un sospiro di sollievo edifici come quelli di Gehry. Segnano finalmente un nuovo affrancanento e una riscossa dell'architettura attesa troppo a lungo.
Mi sembra, per, di poter dare ragione a Marrucci su una cosa , se bene interpreto il suo pensiero: oggi nelle nostre citt resta come un vuoto enorme marcato da una crescente proliferazione di temi "eccezionali" e spesso di mera rappresentanza di grandi entit transnazionali come banche, cartellli petroliferi, superfinanziarie o grandi gruppi iinformatici che si traducono spesso in azioni che paiono calate dal cielo. e a volte rischiano di collimare con meri fattti di immagine.
Sia chiaro: trovo giusto che questi edifici abbiano una collocazione adeguata nelle nostre citt e che siano interpretati con chiara coscienza contemporanea. Tuttavia sembrano. a mio parere, funzionare sempre meno due cose:
1. credo che sappiamo sempre meno cosa designare col termine "citt", se non il prodotto di un pragmatismo che appare sempre pi anarcoide e riluttante a inscriversi in strategie di medio e lungo respiro ;
2. abbiamo completamente perso di vista incentivi e valenze fortemente sociali dell'architettura.
Sul primo punto mi pare sempre pi radicata in background l'illusione che l'universo consumistico e dello spreco di risorse possa di per s fornire un coerente quadro d'assieme che, invece, lungi dal poter e voler perseguire. Le nostre citt sono ancora fortemente ipotecate dall'approccio razional-riduzionista, per il quale basterebbe scomporre i problemi in sotto-unit semplici e controllabili per accedere anche al controllo dell'assieme. Il risultato tuttora il vecchio miraggio della crescita illimitata.
Sul secondo, invece, vorrei sottolineare - a supporto della tesi di Marrucci- l'avvenuto abbandono (e da tempo) di straordinarie indagini architettoniche e spaziali sul complesso rapporto tra individuo e socialit. Colloco tra l'Habitat '67 di Safdie a Montreal e Byker di Erskine (primi anni '80) Il periodo pi felice e promettente , ancorch interrotto, di questa sperimentazione per tanti versi innovativa. Passando, naturalmente, per i brani di Jean Renaudie, Renee Gailhoustet e gli interesanti villaggi urbani di Piet Blom in Olanda. Ricerca operativa fortemente centrata sui contenuti, sulle architetture "senza edifici" di cui parlava Nathan Silver, abbondantemente ripreso e citato dallo stesso Zevi ne "Il linguaggio moderno dell'architettura".
Soprattutto centrate, mi pare, sulla volont e capacit di cercare nuove valenze del vivere associato: non astratte e omologanti ma capaci di registrare ed esaltare gli apporti della singola persona; e per contro non disgreganti o antisociali come certe sterminate collezioni di "villlette con giardino" suburbane,
Mi pare che su temi del genere non si registri alcun sostanziale avanzamento e impegno anche delle amministrazioni da almeno un paio di decenni. Segnale, credo, non solo sintomatico ma preoccupante di una montante cattiva socializzazione che fa pericolosamente il paio con un crescente scetticismo nei confronti della citt come organismo. E organismo da pianificare, se vero che ad ogni satlo di scala si manifestano inevitabilmente problemi ignoti alle scale inferiori.
Giannino Cusano
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6307
di RENZO MARRUCCI
del 13/07/2008
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We would have a dream
di
Gian Paolo Manfredini
XXIII CONGRESSO A TORINO
L'ipocrisia non regna sovrana ma un segno di normalit... Non c' da stupirsene... Bisogna accontentarsi di quello che c' e, se lo scopo era quello di fare una festa della comunicazione, spero sia riuscito e che gli organizzatori ne siano contenti. Da qui a dire che abbia fatto bene agli architetti e alla condizione dell'architetto ognuno pu dire quello che vuole ma... Rimane il solito narcisismo inconcludente e la solita manifestazione numerica... Almeno si contano le presenze e le facce. Per il resto un'altra vetrina mas mediatica su cui dare spazio alla stampa o alla comunicazione della comunicazione. Alcuni hanno fatto pubblicit al numero dei grossi incarichi e ai clienti facoltosi che ne saranno contenti, altri hanno parlato per hobby del problema della casa e della eventuale propositivit degli architetti su tale problema sic! Come se ne attanagliassero l'anima. Architetti poi che si occupano dei loro facoltosi e prestigiosi clienti o attori di operazioni prevalentemente snob o intellettualoidi... Che certamente sul problema della casa non ci dormono di notte... Altri hanno tergiversato sulle grandi linee dando sfoggio di una grande competenza sui problemi della architettura che pare siano solo quelli che interessa a loro... Certo! Va benissimo! Ma a cosa servono queste pantomime mondiali? A far Conoscere Torino? Ecco tocca a Torino e siamo tutti contenti. Per non bisogna dire a nessuno che l'architettura di tutti perch viene da ridere e con sommessa tristezza!
Vorrei anche dire che per quanto concerne la flessibilit chi ha scelto il carcere per quella strana manifestazione pseudo qualche cosa... ha sbagliato di grosso... Con la solita freschezza intellettuale?
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6299
di Renzo Marrucci
del 12/07/2008
relativo all'articolo
Appello contro l'insensata privatizzazione dei ben
di
Leandro Janni
Di Italia nostra conservo fresca in mente la sponsorizzazione culturale sgraziata del parcheggio di sant'Ambrogio. Non risolve i problemi che vi sono ma in compenso li complica moltissimo in una zona che da considerare di grande qualit urbana e architettonica oltre che culturale spirituale. Alcuni diranno che la solita solfa... si capisce! Ma di fronte agli scempi che la citt di Milano ha visto perpetrarsi nel suo centro storico ora sarebbe bene darsi una controllata. Chiss cosa riuscir a fare il Ministro Bondi rispetto a Rutelli, siamo davvero curiosi peraltro augurandogli di avere polso e carattere, il carattere che non si ancora potuto vedere in questo campo cos contorto e difficile eppure tanto importante per noi italiani che ne siamo i depositari.
Dicevo di Italia nostra perch Janni la cita nel suo articolo sulla privatizzazione dei beni culturali in Sicilia mentre riporta una notizia che davvero ci turba e non poco. Ma come mai Lombardo nella sua nuova responsabilit di governatore della bellissima e problematica Sicilia arriva a pensarci? Forse per il fallimento della gestione fatta sino ad oggi dei beni culturali in Sicilia? Certo le Soprintendenze non sono sufficienti ormai questo lo dicono in molti e da tempo e la societ va avanti in fretta e con questo andare in fretta fagocita le contraddizioni esistenti e anzi le aggrava in molti aspetti. Queste soprintendenze sono un p il problema vero che non sappiamo risolvere. Abbiamo un Ministero che le guida ma per una ragione o per un'altra non si riesce a mettervi mano in modo responsabile ed efficiente, vuoi per i ministri che non sono nel problema vuoi per il poco tempo che possono dedicare all'impegno di studiare il problema, vuoi per la poca importanza che lo stato gli d nei fatti concreti... E' davvero un bel problema e Il governatore della Sicilia, subito appena insediato, subito pensa a liberarsene o almeno ci prova sperando di cogliere una opportunit. Sar quella giust? La regione Sicilia aveva la possibilit come Regione autonoma di attuare una buona sorveglianza e inserire delle moderne opportunit di collaborazione con i cittadini ed attuare un rilancio del suo patrimonio culturale nel mondo. In Verit non ho mai visto molto attivismo in questo senso e questo per non mi meraviglia perch anche nel resto d'italia non ci si fatti in quattro per dare una orgogliosa sveglia sulla conoscenza e la messa a frutto del nostro patrimonio.
Si era abbastanza bravi a fare il controllo ma assai contenuti nella promozione e organizzazione economico divulgativa del nostro grande patrimonio. Eppure sappiamo quanto importante sia agli occhi del mondo e nonostante questo non si mai avuta la condizione d'animo per essere efficaci nella promozione. Forse Lombardo questo lo ha percepito? Se cosi personalmente gli faccio molti auguri se andr avanti con questa idea e ne ha davvero bisogno ... e per il resto tiro un sospiro d'animo nella speranza che non si vada dalla padella nella brace... Soprattutto spero che sappia esigere un attento controllo nella gestione privatistica che non dovr mai essere libera ma dovr assumere le idonee responsabilit.
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6297
di Pietro pagliardini
del 09/07/2008
relativo all'articolo
Bravo Eisenman. Anzi, no
di
Vilma Torselli
Come al solito ho fatto confusione: avevo cominciato a scrivere il commento poi ho pigiato per errore un tasto ed partito prima di finirlo. Non so nemmeno se partito o annullato. Mi scuso nell'uncaso o nell'altro.
Riprendo daccapo, ringrazoandoti per il link e per avermi dato l'opportunit di leggere un articolo che parla di arte e di architettura.
Ho anche letto il commento di Marco Mauro, mi pare, e la tua risposta che, nella parte in cui maltratti gli architetti che non si interessano di arte io mi sono riconosciuto, quindi il risciacquone vale anche per me.
Probabilmente hai ragione te, sotto il profilo strettamente culturale, io per sono viziato un p dalla mia testardaggine e "grettezza" antropologica, come ti dicevo riferendomi alla mia citt, un p dalla mia professione che mi porta a diffidare degli architetti-artisti e in questo magari confondo l'arte con gli artisti e l'architettura con gli architetti, sapendo che non sempre, anzi quasi mai, l'una coincide con gli altri, in entrambe i casi.
Per questo tendo a separare e a trascurare la parte artistica (oltre che per prigrizia mentale).
Vorrai comunque riconoscere che un'opera delle dimensioni del mausoleo di Eisenman paragonabile, per le conseguenze sulla citt, pi ad un'architettura che ad una scultura, che ha cio una grandissima valenza urbana, ben superiore quantitativamente, e come forza espressiva, ad esempio, ad una stele al centro di una piazza o, che so, alla colonna al centro di Place Vendome, che pure fondamentale come perno intorno a cui tutto ruota e come punto focale dalla strada che si immette nella piazza stessa.
Quella che te giudichi come arte concettuale non produce gli stessi effetti della libreria con gli elenchi dei telefoni di tutto il mondo. Questa , perdona il paragone, un mobile, lungo quanto vuoi, all'interno di una stanza, grande quanto vuoi ma sempre un mobile, un oggetto. Quella di Eisenman occupa qualche ettaro, qualcosa di paragonabile ad un parco, in termini dimensionali, e, se ben ricordo, in citt, anche se sullo sfondo vedo alberi.
Io non voglio dire che non avrebbe dovuto essere eseguita perch troppo grande poich lo spazio urbano fatto anche di garndi spazi non necessari dal punto di vista utilitaristico, dico per che quell'opera ha conseguenza sulla citt non piccole e, laddove l'artista e il critico d'arte vede, con i limiti di cui tu parli, la perpetuazione del ricordo di una violenza immane ai danni di un popolo, l'architetto, ma direi pi propriamente, gli abitanti della citt possono vedere un problema: di sicurezza, di pulizia, di ordine pubblico, di inserimento nel contesto (che non conosco in verit). Vogliamo dire che il ricordo dell'olocausto degli ebrei, proprio nella patria di coloro che pi di altri, o insieme ad altri, hanno perpetrato quell'infamia, merita un sacrificio per la citt? Va benissimo se i cittadini l'hanno accettato. Ma, se potessimo togliere (e non lo possiamo ma vale come esempio) la tragica valenza simbolica a quel mausoleo e si trattasse di uno dei tanti monumenti ai caduti delle varie guerre di cui sono piene le nostre citt, lo potremmo accettare? (senza voler stabilire gerarchie tra i caduti per una guerra o per l'altra).
Ricordo, se la memoria non mi inganna, le polemiche per il cubo di Aldo Rossi a Milano mi pare per i martiri della Resistenza, un affare di qualche metro di lato!
Penso anche all'effetto imitativo e di trascinamento che opere come queste, tanto pi se di una archistar, portano con s nella mente degli architetti (non tutti) e dei parallelepipedi in sedicesimo che viene voglia di mettere al primo concorso per una piazza del centro storico, sputtanandola definitivamente, o di periferia, aumentandone il degrado.
Questa banale riflessione ti volevo sottoporre a parziale giustificazione della mia, e non solo mia, difficolt a mescolare arte e architettura .
Saluti
Piero
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6289
di Renzo marrucci
del 22/06/2008
relativo all'articolo
We would have a dream
di
Gian Paolo Manfredini
Trovo lo scritto condivisibile e auspicabile e del tutto applicabile alla realt proprio dalle prerogative dell'esercizio di un mestiere millenario come quello dell'architetto. Non sem
bri strano strano e falso il contrario. Partire dal territorio con una visione semplice e umile sempre opera di grande intelligenza e sensibilit. Leggere il territorio e la sua architettura naturale...non cosa che tutti possono fare e l'equivoco parte da qui...Biso
gnerebbe imparare a leggere l'architettura della terra prima di farne altra... Dove lo insegnano? Fatemi per piacere l'elenco delle scuole che ci sono in Italia dove si apprende a leggere il territorio nella sua naturale espressione architettonica...o come naturalistica vocazione a un dialogo che comprenda l'architettura come conseguente
vocazione all'ambiente umano. OGNI REALT COSTRUITA DALL'UOMO HA IL SUO ARCHITETTO non necessario risalire al nome e cognome. Occorre l'intelligenze o la sensibilit di comprendere e scindere tra architettura e potere. TUTTA QU LA DIFFE
RENZA.. Scegliere tra la cattiveria e la qualit. Spesso non scelta possibile lo capisco e il limite dell'uomo credo sia anche in questo. Nel fare ci dovrebbe essere compreso l'amore del fare e questo spesso un caso che quando accade si pi omeno sempre di fronte ad unagrande opera sia che ci sia scritto nome e cognome e sia che il mistero
aleggi su quellla magia del fare meraviglioso che la necessit della passione alla vita.
Imparare a capirle queste opere la cosa pi importante che non viene insegnata forse proprio per cattiveria umana. Questo sogno di poter fare con amore e passione lo hanno in molti anche in italia, anche certamente in Calabria dove c' molto da capire...e da fare..
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6258
di renzo marrucci
del 21/05/2008
relativo all'articolo
Gli architetti di 'carta' e non di 'muratura'
di
Maurizio Zappal
Gentile Marcozzi,
Zevi sosteneva che quando unarchitettura rimette in gioco i valori della crescita
ogni crisi un valore. Cio ogni valenza suscita altre valenze e il dibattito prende
la strada che meglio prende. Io penso che la crisi deve essere misurata anche ris
petto al sociale cio a quello che si vede e si sente mentre si vive la citt di tutti i giorni. Il mio rapporto quindi con la vita che vivo e le cose che vedo e quello che sento e quello che faccio e da cui sono fortemente influenzato. Influenzato per forza di cose, naturale. In quello che vedo e vivo c storia e vita, presente e futuro. Zevi stato per me importante per le cose giuste che ha detto e scritto e che porto con me insieme a quello di altri maestri che in qualche modo costituiscono la mia coscienza e la mia come direcontinuit, il mio nucleo interno che contribuisce a generare la mia risposta il mio modo di essere e di pensare. Mi sembra spontaneo e aderente e la cosa la ritengo importante per andare avanti. Poi ce la vita e le problematiche proprio tipiche della professione oggi, in particolare in quella dellarchitetto come sensibile realt nella nostra societ e facente parte di una realt vasta e complessa. Io credo che lapproccio sia quello di andare vanti organicamente, cio commisurando i problemi nei quali ci ritroviamo, perche da questi ne discende anche lapproccio teorico e comportamentale. Larchitetto vive nella citt degli uomini che sono di carne e pensano al presente come al domani in un rapporto di divenire crescente e vitale. Nessuna preoccupazione quindi per un rapporto con la storia che sia di valore per la continuit, purche sia organico, sano e rivolto ai problemi della nostra esistenza. Larchitetto responsabile in questo contesto di una sua presenza cosciente e critica. Mi fermo qui. Nessuna paura della storia e se la conosci ti anche amica. Gli architetti che vengono da fuori e che poi non calano dal cielo ma sempre per vie molto terrene esattamente come i nostri archistar e aspiranti star, non sono da paventare ma da capire, per il fenomeno che rappresentano rispetto anche alla crisi italiana su cui occorre il contributo serio di chi desidera pensare ma anche operare concretamente. Tra gli architetti di carta e di muratura ci sono altri architetti mi creda.
Un sincero saluto
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6257
di pietro marcozzi
del 19/05/2008
relativo all'articolo
Gli architetti di 'carta' e non di 'muratura'
di
Maurizio Zappal
SEMPRE IN RITARDO
Ebbene si, ci estinguiamo. Il nostro un paese dove tutto sembra spegnersi; lentamente.
L'agonia culturale piu' lunga e travagliata di questi ultimi due secoli.
E non basta. Le maglie della globalizzazione ci stanno pian piano avviluppando nella fittissima e spregiudicata ragnatela, coma la mosca ed il ragno ed alla fine, tutti divorati vivi tra atroci e lancinanti dolori.
Mangiati ed ancora vivi. Certo, perche' non baster essere mangiati. Ci toccher sentire il digrignare delle fauci avventate sulle nostre carni. Gli altri? Proprio quelli che credono nelle opportunit benpensanti del mondo globale che ne pensano?
Tutto bene, l'Italia ce la fara': baster guardare in giro la modernita' che filosoficamente l'intellighenzia esprimer per noi tutti; l'apertura mentale che sgorga come acqua fiorente e cristallina dalle fonti intellettive di chi conosce il mondo reale, ci saziera' in ogni dove.
Grazie a Dio, abbiamo chi pensa per noi.
Intanto il mondo corre; corre cosi' velocemente che il povero sprovveduto, sfinito dalle difficolt e dai problemi quotidiani, finalmente, comincia a vedere la meta. Si accorger presto che tutto il resto stato drammaticamente spostato piu' avanti.
Allora mi domando, la lentezza di cui siamo pervasi un fenomeno astratto che alberga solo e soltanto nella mente di chi rema contro oppure un problema oggettivo, che ha profonde radici strutturali; che affondano nell'umus protostorico della cultura di questo paese?
Perche', vedete, se il punto di cui dobbiamo parlare il secondo, siamo veramente nei guai, guai seri e questi hanno la coda lunghissima, non sono di ieri o l'altro ieri, ma ben piu' antichi.
Partiamo da una considerazione di fondo e credo anche scontata; il nostro paese non cambia sincronicamente con i tempi e, purtroppo non catalizza le mutazioni delle scienze, della tecnologia e della cultura; snatura il meccanismo e lo fa' assurgere, per converso, a strumento separatore dove, appunto, scienza, tecnologia e cultura non si incontrano, si respingono. Questo strano fenomeno dovuto principalmente, almeno credo, al fatto che per secoli non ci siamo posti il problema tirando a campare sui luoghi comuni, tipo: l'Italia il paese della cultura e dell'arte. Michelangelo nostro. La storia della cultura italiana grande.
E' talmente grande la nostra storia che ha finito per strangolarci; non siamo stati in grado di ripeterci perdendo sempre piu' il contatto con la contemporaneita' vissuta sul campo.
A questo punto entra in gioco la struttura attraverso la quale si concretizzata e consolidata questa idiosincrasia; giusto il richiamo appassionato che fa Zappala' in merito al manifesto dei trenta per la tutela degli incarichi, un esempio fondamentale per il ragionamento che cerco di fare e che chiarifica e spiega l'anima del fenomeno separatore.
I maestri nostrani insorgono contro l'intelligenza esogena, contro gli incarichi profusi alle vedette internazionali, contro i concorsi ad invito coatto, fanno scattare, in definitiva, i meccanismi della difesa della corporazione (quella dei sommi, appunto); viene plasmata l'idea di un esterofilismo ingombrante, prevaricante, straripante, offensivo della sacralita' del territorio storico artistico italiano. Pane e companatico per quella politica che non aspetta che l'occasione per suonare le trombe della patria che raccoglie ed insorge, mette al bando la modernita' oscena; piglia e si mette a smontare architetture appena ultimate e le porta altrove (del resto se ne intendono visto che nel passato l'hanno gia' messa in atto questa strategia smontando e riportandosi a casa un bel mucchio di cose altrui).
La giustificazione di regime che il moderno poco si sposa con l'antico, nobile e sacro luogo patrio. Voglio dire, qui ancora stiamo alle ciance da lavandaie, con tutto il rispetto per queste pittoresche e graziosissime signore; ancora si fa' uso della distinzione che vede l'arte posta tra moderno ed antico. Il moderno osceno, provocatorio e anticonformista; l'antico, sacro, ispiratore e chissa' cos'altro. Possibile che non si voglia capire o si faccia finta di non capire che quello di cui abbiamo bisogno profondamente legato ad un processo che vede coinvolte le passioni, la conoscenza, la memoria, il senso del rispetto, le civilta' (uso il plurale perche' non vorrei che si pensasse che la nostra l'unica valente e le altre di meno)?
Amici cari, qui', proprio qui, nella culla della civilta', il bello viene considerato un vezzo; certo se quell'aggettivo dovesse racchiudere il senso della superficialita' cosi' com' espressa dai media, potrei essere anche concorde, ma vedete a quello a cui alludevo io ha un peso specifico molto piu' imponente ed articolato.
Basta aggirarsi tra i palazzi delle nostre citta' periferiche per comprendere la refrattarieta' al nuovo, al sensato, al logico; avete osservato cosa stanno
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6256
di renzo marrucci
del 13/05/2008
relativo all'articolo
Gibellina: vergogniamoci, tutti.
di
Paolo G.L. Ferrara
Gi appunto che dire di architetti che non sono stati capaci di valutare il contesto
Ma tutto il bene possibile evidente E questo riferendomi al commento di Marullo Reedtz che del tutto condivisibile!
Il gioco tetro ma se non lo fosse forse non ci si divertirebbero a pensare una citt di nome Vema. Questa orribile gi nel nome :Vema Dal tono sinistro angoscioso e anche un p insulso se ci pensiamoMa potrebbe anche saltare in testa a qualcuno magari con una grande mosca al centro
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6255
di renzo marrucci
del 11/05/2008
relativo all'articolo
Zaha Hadid si aggiudica tutto. Anche a Reggio di C
di
Gian Paolo Manfredini
LAra Pacis rischia di diventare lAra Guerris ?
Ottimo argomento per scagliarsi subito contro Alemanno! Italica graziosa e capricciosa reazione . Sar un buon sindaco? Ogni mossa buona per screditare prima ancora di vederlo al lavoro, prima ancora
E davvero una mossa agile perch se poi governa beneChe figuraaa
LAra Pacis rischia di montare troppo? Allora lasciamola dormire un po sonni tranquilliSindaco Alemanno se voleva rimuoverla non doveva dire una parola sola perch ora la bombarderanno nelle intenzioni e il caso monter fino alla caricatura, ma si sa che in Italia le caricature diventano pese e anche insopportabili
Ogni architetto dice la sua. Ma soprattutto sono le archistar che si lamentanonon sia mai che un sindaco invece di chiamarle per incarichi arcimiliardari insinui il dubbio che addirittura possono far.Ma via! Demolire ci che si costruito con i soldi pubblici? No! Non si pu! Bisogna subirlo tutto sul groppo e poi diventa storia anche seCome se i soldi pubblici a Roma fossero stati usati con religiosit e parsimonia cosa che non mi dicono amici romanie soprattutto in modo tale da perdere le elezioni? Come mai il binomio stato bocciato? Forse per sbaglio?
A parte le ovviet persino Portoghesi si interessa al tema con una idea tutta al risparmioMentre Aymonino deciso. Gregotti non crede alle sue orecchie? Allora a quali? Il buon Fuksas adesso la nuvola per chi la far essendo arretrata la sua sirena? Speriamo che Roma lapprezzi perch i soldi pubblicil, son davvero tanti.
Ma anche altri signori e signore che scrivono e che pensano credono che gli inter
venti fatti con i soldi pubblici non vanno toccati, cio ormai sono sotto unaulica protezione e tutela moralea prescindere dal fatto che rispondano o no alla funzione e non costituiscano una alterazione urbana? Ma se mancano di rispetto anche agli edifici artistici, pratica che troppo spesso si verifica a Roma e in Italia.
Ma cos allora davvero! Non un problema secondario il cassone che ingloba lAra Pacis ma una autentica vera problematica morale che oltrepassa qualsiasi altro problema a Roma? Ma davvero gentilissimi signori, vi siete dimenticati di Reporter e del ditino che la gentile e seria signoraha leggermente indicatonella recente edizione su Roma? Su misfatti incredibili davveroNon vi ricordate pi ?
Qualche problema cNon vi pare?
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6254
di gIANCARLO mARULLO REEDTZ
del 10/05/2008
relativo all'articolo
Gibellina: vergogniamoci, tutti.
di
Paolo G.L. Ferrara
Tornato da un breve viaggio in Sicilia, dove ho visitato Gibellina vecchia (incementata) e nuova (desolazione allo stato puro) ho cercato in internet qualche notizia su come tutto ci sia potuto accadere. Mi sono imbattutto in questo sito e ho letto l'articolo di Ferrara. Ho pensato che anche lui doveva essere stato recentemente in Sicilia, poi ho visto che l'aveva scritto nel 2002!
Mentre ero a Gibellina nuova dei muratori lavoravano alla chiesa, dotata di una cupola assai vistosa, gi una volta crollata (non per il terremoto!). Pare che la costruzione vada avanti da anni senza concludere (secondo un abitante non finir mai perch altrimenti finirebbe il "lavoro"!). Nella piazza sottostante, accecante gi sotto il sole di maggio, un sistema completo di illuminazione mostra lampade rotte e vetri per terra. Sulla piazza si affaccia un edificio lasciato incompiuto, che mi dicono avrebbe dovuto essere un teatro. Sui muri che contornano la piazza vedo insulse scritte futuriste su maiolica di qualche artista evidentemente un tempo accreditato. Cosa ha a che fare tutto ci con un paese dell'entroterra siciliano?
Vado a prendere un caff in un bar in un grande edificio futuribile, accanto alla piazza. Al piano di sopra, mi dice il barista, c' un pub che funziona solo d'inverno, perch d'estate l'edificio troppo caldo essendo le pareti di vetro.
Certo, la maggiore responsabilit di questo fallimento di chi ha deciso di fare una citt modello senza interpellare gli abitanti. Certo, prima di fare la citt modello si sarebbe dovuto innanzi tutto pensare a come dare alla gente di Gibellina la possibilit di lavorare a Gibellina. Ma che dire di architetti che non sono capaci di valutare il contesto in cui si collocano le loro opere?
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6217
di renzo marrucci
del 03/05/2008
relativo all'articolo
God bless the child
di
Ugo Rosa
L' enorme quantit degli architetti che ci sono oggi in Italia e che ci saranno in futuro durera' almeno per qualche decennio? E' davvero scoraggiante! Pare davvero un fenomeno paranormale. Non si pu dire diversamente! Non cito i numeri ma ora capisco perch certi amici se sono andati a Parigi o in altre citt europee a tentare la fortuna, la speranza di conoscere il piacere di esercitare questo mestiere . Emigrazione intellettuale non fuga di cervelli. La definirei umilmente cos anche se si tratta di ragazzi in gamba che hanno una pessima idea del proprio luogo di origine. Questa emigrazione intellettuale trae la sua origine da una storia che in Italia ha predecenti molto illustri e per questo, solo per questo, del tutto onorevole e anzi sintomo di coraggio. O forse il coraggio oggi proprio quello che si dimostra sulla propria pelle standosene a casa propria? Pensandoci mi viene questo dubbio. Certo! se ci sono ancora i genitori disposti a sostenere, a sponsorizzare, i propri figli che hanno subito il fascino di esercitare un mestiere creativo. Dipende dalle storie personali tutto sommato, se migliore inserirsi nelle crepe sociali d'italia o di Francia o di Germania? Quando parlo con qualche architetto straniero non sento risposte felici...Tutto il mondo oggi presenta pi o meno gli stessi problemi e in certi paesi anche peggio!
Non voglio essere ottimista ma la voglia di lottare che dovrebbe migliorare la qualit della professione e di reagire ai soprusi pi o meno legali , pi o meno politici, pi o meno qualche cosa che grazie al sistema che abbiamo raggiunto, oggi in Italia, ci porta deavvero all' eroico! Soprattutto sar un eroismo nuovo....creativo, che emerge dal caos e proprio inventato da noi... Pensate alla leggerezza con cui ci si riferisce a Leonardo da Vinci che noi non citiamo per rispetto profondo....Pensate alla leggerezza con cui si attinge ad un futurismo di cui noi siamo stati abituati a guardare con sospetto fin da ragazzi....E soprattuto a come le nostre citt, tramite i suoi sindaci eletti dal popolo, sia di destra di centro che di sinistra , si rivolgono alle superstar nella speranza di portare cose belle qu da noi pensando che gli architetti nostrani ne abbiamo smarrito il senso e la propriet.... pensate ai modelli di architettura che cos ci vengono propinati spesso e volentieri con
sigliati dalla cosiddetta pseudo-intellighenzia critica della attuale scuola italiana...Che cerca l'opera d'arte fuori dai canoni della realt dimenticandosi, di chi vive in citt...
E si! C' proprio molto da pensare....Ma che bello!
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6215
di renzo marrucci
del 01/05/2008
relativo all'articolo
Zaha Hadid si aggiudica tutto. Anche a Reggio di C
di
Gian Paolo Manfredini
Giovedi primo maggio 2008, leggo sulla pagina Cultura di un un noto quotidiano milanese "Libeskind: la mia torre ispirata al duomo disegnato da Leonardo". Proprio per la festa dei lavoratori...Leggo questo articolo rimanendo perplesso e sbalordito...Credo che accadr anche ad altri proprio oggi... Libeskind pensa davvero che Leonardo sia un p come il prezzemolo? E c' a chi piace metterlo un p su tutto ,questo non si pu negare, soprattutto con l'immagine di Leonardo si vende bene tutto o quasi...Ma un conto vendere una bella ricostruzione in legno di qualche interessante modello idraulico o un affascinate pensiero architettonico o letterario scaturito dalla sua matita leggera e viva o dalla svolazzante e agile penna d'oca in presa diretta dalla natura .... E un conto, mi si perdoni se si pu... Vendere un prodotto estraneo alla citt e alla sua cultura affidandosi ad una millantata parentela con una cultura che mette al centro l'uomo con le sue esigenze e riferendosi a quel cinquecento nostrano... di cui siam tutti figli, fino a prova contraria... E proprio tutti, di Leonardo da Vinci. Siam proprio figli il caso di dirlo...di padre certo e poco si sa della madre sfortunata... Ora venendo al sodo ci pare che l'appa
rentamento a Leonardo tramite i due progetti del museo e della torre di Liberskind... Sia proprio lontano...ma molto lontano anche se lui dice di sentirlo vicino... Si potrebbe dire anche lontano in modo esagerato e un tantino spregiudicato nell'accostamento.... Ma si dice in tutta tranquillit. Forse perch viviamo sul globo e lo calpestiamo possiamo decidere la parentela senza limiti di tempo e di spazio? Quel che conta sar chi te lo fa dire? Non si rischia pi di coprirsi di ridicolo per affermazioni lanciate chiss dove .... C' sempre qualcuno disposto a credere nel salotto buono e tutto il resto noia? pur di andare avanti cercando di eludere la realt....Chiss chi sar... E come sar? l'architetto libeskind ascolta i figli che parlano tra di loro talvolta italiano e attinge paternit ai suoi progetti rispolverando uno dei simboli fin troppo spesi della milanesit.... Operazione poco simpatica anche dove ,per la necessit di vendere, molto consentito ..e a noi non ci resta che augurarci una maggiore e seria presa di coscienza da parte della societ milanese .
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6214
di pietro marcozzi
del 29/04/2008
relativo all'articolo
God bless the child
di
Ugo Rosa
Anzitutto mi scuso se ho percorso questo articolo in ritardo; chissa' perche' la mia generazione sempre in ritardo...Ma vede il suo "punto" mi ha fatto soffermare su alcuni elementi di riflessione a cui ognuno di noi attinge quando le amarezze della professione pervadono efficacemente quella zona parietale della scatola cranica sottoposta allo sfreghio delle dita in assenza di "idee", rimbombando qua' e la' le stesse, identiche, seriali, giustificazioni. Il primo, il piu' classico : Di chi la colpa? Ancora: perche' in questo paese impossibile fare l'architetto? Mio Dio, quando lei cita l'egocentrismo (quello si' veramente pantagruelico) di cui siamo veramente persuasi, allora e solo allora si "sgarra" la porta cigolante della razio e finalmente riesco a sbirciare dentro, scoprendo l'uovo di Colombo: cerchiamo l'arte, l'architettura? o cerchiamo l'affermazione del nostro piu' intimo ego. Veda sono convinto che se chiedessimo in giro tra i nostri colleghi se meglio essere affermati, famosi e ricchi ed essere grandi architetti, la maggior parte sceglierebbe la prima; sicuramente. Perche' si portati, per emulazione o per asinaggine a credere che successo e architettura debbano per forza camminare lungo lo stesso idota binario. Bisognerebbe imparare che su questo stranissimo mondo le cose vanno per conto loro, forse nulla coincide; perche' allora mi chiedo dovrebbe coincidere l'architettura col successo? Esiste anche l'architettura dell'insuccesso, che non piace, che rompe i marroni ai benpensanti; insomma mai possibile che oltre ad essere gigioni dobbiamo piangerci anche addosso? I tempi sono stretti; stramaledetto orologio. Mi ritrovo con i miei 53 anni e penso di essere fottuto; non c' tempo nemmeno di rimpiangere quello che abbiamo perduto. Meglio affrettarsi allora, ogni minuto e prezioso; sa cosa le dico, credo che non correro' piu' appresso alle chiemere, cerchero' di sopravvivere prendendomi le mie intime rivincite applicando la regola aurea tipicamente ed unicamente italiana, che non scrivo qui per pudore, ovviamente. Con stima Le auguro buon lavoro. P.S. Un'ultima cosa; sarebbe cosi' cortese da chiedere alla redazione se vuole essere cosi' cortesie da cambiare i colori di questa finestra? Sa, ho gia' tanti problemi di vista, grazie.
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6213
di renzo marrucci
del 23/04/2008
relativo all'articolo
WOZ 2008. Un altro passo avanti.
di
Domenico Cogliandro
Personalmente sono fortemente convinto che si debba armonicamente sostenere chi si da fa fare per contribuire a risolvere le situazioni insolute della citt di oggi, certamente e senza dubbi di sorta... Chi parte operando nei valori della cultura e della identit. Per cui gli auguri a piene mani...In armonia sulla realt per risolvere i problemi della realt che sono sempre i problemi di chi vive la citt, di chi la soffre al di l ogni idea propriamente ideologica o politica. Auguro al lavoro di Woz 2008 e a quelli che lo sosterranno di anda
re vanti e lontano per incidere positivo nella cultura sociale e nel corpo vivo di Palermo onde poter restituire il valore proprio di questa antica e nobile citt europea. Tanti auguri sinceri!
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6149
di renzo marrucci
del 18/04/2008
relativo all'articolo
Zaha Hadid si aggiudica tutto. Anche a Reggio di C
di
Gian Paolo Manfredini
"Gli architetti di sinistra hanno mangiato le citt" scrive Chiara Beria d'Argentine su un'articolo comparso su La Stampa del 12.4.2008 dove riporta le critiche di Filippo Penati ai casermoni senza anima che oggi popolano le periferie di Milano ma non solo. Sono i luoghi negativi della desolazione urbana, che hanno finito con il gettare sfiducia soprattutto negli architetti politicizzati specialmente quelli di sinistra... Questo il senso delle ammissioni dI Penati, che appaiono davvero di una onest sconcertante, emerse da una intervista di Klaus Davi al Presidente della Provincia di milano. Casermoni allucinanti davvero squallidi e deprimenti, lo comprendiamo benissimo, tanto che oggi sono il frutto del degrado fisico e morale da parte di chi li abita....E un danno sicuro per tutta la citt. Penati troppo preso nella sua critica e dimentica che il demerito per una periferia cos degradata non tocca solo gli architetti di sinistra ma un p all'incoscienza della politica del tempo e anche alla non grande cultura prodotta in materia urbanistica da una societ che ancora non si rendeva conto bene della organizzazione della citt storica, civile e colta. Architetti di ogni colore e censo in verit, chi pi chi meno, ha prodotto in quegli anni il problema. Penati non un esperto e confonde in modo semplicistico l'agio delle piccole palazzine e villette progettate dai geometri, che interpreta come edilizia umana. In ci si sbaglia ma per comprensibile.
Sui casermoni vero...Sono stati una tragedia nella citt e ancora continuano ad esserlo senza che qualcuno voglia prenderne coscienza ma la responsabilit tutta di architetti e di fior di architetti , alcuni potenti e danarosi e di sinistra in bella parte e via dicendo...Non c' molto da ridere purtroppo! Se oggi la fiducia viene data a chi viene da lontano o anche a italiani di fama esterofila ci tocca! Dobbiamo subire per il ricorso storico di una fase bruttina che dura da troppo tempo e che si fonda sulla ignoranza della politica italiana e di una cultura balzana che passa in tutta la nostra amata societ, in senso lato, che riguarda tutta la realt del paese pi bello e pi arretrato d'europa? o sbaglio? e il bello che adesso si vogliono infilare grattacieli dappertutto, anche a quell'agglomerato urbano di Sesto S. Giovanni da cui Penati proviene, che mentre si scuote il petto per i casermoni dimentica il presente.
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6148
di Altomonte arch. massimiliano
del 15/04/2008
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WOZ 2008. Un altro passo avanti.
di
Domenico Cogliandro
Caro Domenico,
vai avanti SEMPRE...la tua determinazione ed il tuo impegno per le tematiche trattate da WOZ sono lungimiranti....
Passo dopo Passo....
Ti abbraccio...
Massimiliano
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6147
di Renzo marrucci
del 14/04/2008
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Zaha Hadid si aggiudica tutto. Anche a Reggio di C
di
Gian Paolo Manfredini
L'expo propone polemiche interesanti a milano. Dalla societ civile arrivano le riflessioni pi interessanti. Adriano Celentano e Silvio Berlusconi anche se sono cittadini di Milano che arrivano bene alla fine del mese esternano opinioni che giusto riflettere e prendere bene in considerazione perch frenano sull'impiego di tipologie che non appartengono alla realt milanese. Ancora una volta si prendono a pretesto la torre Velasca ed il grattacielo Pirelli per la loro eccezzionalit irripitibile ma ricordando ci che interessa: l'altezza .
Si dimentica con facilit che il loro adattamento alla citt stato faticoso e accetato per lo sforzo di architetti consapevoli di inserire tipologie ostiche al territorio e alla cultura urbana di Milano. Non si pu prendere a preteso una ricerca sofferta per dozzinarla al contesto del territorio milanese...Per frenesie che prendono e che scatenano interessi di alcuni architetti superstar e multinazionali preoccuate solo di continuare ad essere i protagonisti della scena.
Assessori e sindaco faranno benissimo a rilfettere....Nessuno esclude che si possa fare dell' expo una carta vincente ma occorre calma e saggezza e soprattutto occorre ascoltare e capire . Altre sirene Architette mettono avanti parole di cupidigia nella reiterazione dei piani e nei vantaggi economici derivanti dalla soluzione banale dei grattacieli... Speriamo che Milano tiri fuori la sua anima migliore che pur sempre risiede nel fondo della sua radice padana. Tanti auguri
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6146
di marrucci renzo
del 11/04/2008
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Zaha Hadid si aggiudica tutto. Anche a Reggio di C
di
Gian Paolo Manfredini
Leggo articoli e commenti sulla stampa recente che mi ricordano "l'imperatore e l'architetto" e non sono per nulla meravigliato naturalmente... Mi dispiace soprattutto per il ruolo che vedo svolgere all'architetto in balia del Principe o del Cavaliere come anche nel caso di oggi sui grattacieli ex Fiera. Non sono meravigliato no! E' il destino dell'architetto sia che sbagli o che abbia pi luce.... In questo caso... da quando ho visto quel progetto che una sorta di tristezza incominci a palesarsi proprio per la provincialit che esprime come malcelata aspirazione acritica ad avere qualche cosa che accumunasse Milano a N.Y. Dal suo apparire ho sempre manifestato le mie perplessit e anche quando qualcuno me le ha respinte per paura di contrariare l'amministrazione, ho comunque insistito perch ne ero e ne sono sempre pi convinto. L'architetto una foglia al vento...chiss dove si posa con il suo pensiero... O con il suo non pensiero.... Ma non vedo come Milano abbia bisogno di grattare il cielo con i simboli di una cultura gi espressa dove era pi giusto. Ora si dovrebbe cercare qualche cosa di pi attinenente a questa pianura, a questa citt piana, che si inserisca in questo territorio gi abbastanza caotico. Sprattutto si dia fiducia a chi pu farlo con saggezza e lungimiranza evitando Spot. Mettendo al palo i partenti in una sfida di cuore e di cervello che fino ad oggi mancata per malversazioni politiche e culturali... diciamolo francamente per incapacit di amare con intelligenza la citt e senza migliorarla con quel poco coraggio che occorre per levare quella impasse che fa scadere la qualit nell' insipido della quantit del fare per il fare. Forse c' stata nelle giunte scorse una enfasi che deve solo essere rivisitata proprio per eliminare quel carattere retr filtrato nei progetti e che mette in un certo imbarazzo.
Piano piano cresciuta questa consapevolezza fino ad arrivare appunto all'Imperatore o al Principe....Ma anche al Cavaliere che dir si voglia. Ben venga!
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6145
di renzo marrucci
del 10/04/2008
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Zaha Hadid si aggiudica tutto. Anche a Reggio di C
di
Gian Paolo Manfredini
Quantit di denaro e tecnologia prendono il diritto a realizzare qualsiasi cosa che possaessere realizzata, sicch uno scultore pu diventare un architetto purch abbia cognizioni di scala e di funzione . Cos un architetto pu diventare una sorta di scultore purch abbia cognizioni d'arte sia di scultura che di architettura. Quando si parla di una scultura da vivere ....Ma anche il colore entra come valore nella articolazione delle materie se non proprio come vere e proprie zone di colore senza materia. E la materia stessa per un architetto diviene colore, emozione e che cosa d'altro?... Basta vedere intorno architetti come Hadid e le sue progettazioni, Gehry e il suo spettacolare museo di bilbao ecc...Ricordo Zevi nelle sue manifestazioni su questa opera...Forse precipitoso? Forse sono esempi in cui si buttato il cappello oltre il muro e si perso il cappello? Esempi da capire per la loro natura di architetture d'arte? Di spettacolo? Di immagine che contesta, che vuole smuovere a capire per rimettere valore nella ricerca architettonica? Nell'egocentrismo un po spericolato di certe architeture artistiche si vuole comunicare al mondo il confine di qualche cosa che stiamo raggiungendo? Toccando? Oppure stiamo celebrando l'uso di una libert tecno
logica che prima apparteneva alla ricerca pittorica come arte di avanguardia teorica, alla ricerca scultorea come senso della forma? Quello che mi stupisce appunto come in questa sorta di ricerca si perda di vista le esigenze dirette dell'uomo e l'amore verso l'uomo e la sua storia e come le arti spesso si confondono perdendo il senso della citt.
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6144
di renzo marrucci
del 06/04/2008
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Zaha Hadid si aggiudica tutto. Anche a Reggio di C
di
Gian Paolo Manfredini
Quando ero ragazzo e studiavo all'istituto d'arte di Volterra avevamo un professore che ci insegnava disegno professionale per la invenzione e la realizzazione di oggetti di alabas
tro, atttivit storica tipica della cultura locale tramandata su questo territotori addirittura dal popolo degli etruschi. Questo professore ci faceva fare un esercizio che reputavamo quanto meno originale e insolito ma anche interessante, ci faceva ac
cartocciare un foglio qualsiasi e ci chiedeva di buttarlo l, davanti a noi , sul tavolo.... Quindi
diceva : Ora disegnatelo una volta e pi volte fin quando non siete sicuri di averlo capito.
Noi si disegnava secondo le indicazioni e dopo averne fatti un po... si sceglieva uno di questi e si andava dal professore che ci diceva di disegnarlo per darlo a un artigiano da realizzare. Lo scopo era quello...di imparare a rendere leggibile a chiunque una idea e poterla realizzare. Attivit didattica interessante e di qualit..avevamo circa quattordici o quindici anni se ricordo bene. Io ricordo quel professore con gratitudine, anche per la sua
vivacit intellettuale, ancora oggi. Recentemente un amico architetto senza sapere di questa mia esperienza mi manda un filmato dei Simpson in cui si verifica una cosa analoga a quella vissuta da me decenni or sono. La differenza e che da quell'accartoccia
mento o simile ne venuto fuori qualche cosa che ha portato al Museo di Bilbao.
Allora non sarebbe stato possibile concepire che questa esercitazione potesse avere un senso nel grande salto nella realt di una qualsiasi forma possibile. Il passaggio dalla fantasia alla realt oggi stato reso possibile, e con una certa facilit, da una tecnologia i cui limiti veri sono sempre di pi nella quantit di denaro a disposizione!
Ma guarda un po... Mi son detto... A quattordici anni si faceva gi della buona ricerca architettonica senza che ce ne rendessimo conto!
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6143
di Renzo marrucci
del 05/04/2008
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Zaha Hadid si aggiudica tutto. Anche a Reggio di C
di
Gian Paolo Manfredini
Trovo interessante la comparsa di articoli sull'architettura contemporanea da Salingaros, a Scruton e altri... sulle pagine di giornali italiani in merito al tema che si delinato sulle archistar o stararchitectes che dir si voglia. Interessante quello che dice Salingaros sull'architettura del culto oggi che si infilata in una strada chiusa per aver seguito lo stesso modo di progettare la chiesa aderendo a formalismi privi di uno studio
vero e profondo, producendo il pi delle volte edilizia di scarso significato o comunque scarso di amozionalit spirituale. Una frettolosit nervosa, generica, forse arrovellata da
concetti troppo teorici sono probabilmente la ragione di una enfatizzazione distaccata dai problemi reali, che non ha saputo costruire sul piano di una partecipazione che non si rinnovata nella sostanza. Cos anche l'architettura cosiddetta civile si concentrata su soluzioni formali legate ad una eccentricit individuale che porta inevitabilmente a non generare una cultura del sociale riferita lla citt e all'uso della citt. A questi architetti molto noti dato di intervenire pi per creare eventi in punti strategici della citt, cio inventare forme che poi spesso sono solo eventi a livello della comunicazione, cio che non lasciano, nella sostanza, l'esempio di un rinnovato rapporto con la citt da parte del cittadino che la usa e la vive. Tra "episodio urbano" e "luogo" la differenza risiede forse nella mancanza degli elementi umani che formano la memoria, o il senso della memoria e la poesia dell'accoglienza....Su J.Nouvel stato detto che un "genio del luogo" in occasione del premio recente ma io ho vista quello che sta facendo a Colle val d'Elsa e sono molto imbarazzato. Questa polemica che sta emergendo delinea il "culto dell'episodio urbano" legato all'individuo che interviene con un suo linguaggio personale o con proprie ricette che lasciano com' il funzionamento della citt anzi spesso lo complicano. In questo contesto pare si senta la voce di cosiddetti tradizionalisti e di chi sostiene la linea attuale. Salingaros, Scruton e altri credono nella continuit della ricerca. Cio nella ricerca non possono essere tagliati i ponti con la storia ma questi ponti devono essere funzionanti ed efficenti, cio collegati ai problemi della citt e orientarsi nella soluzione dei problemi, verso il futuro della vita ed il futuro del pensiero dell'uomo. In questo non occorre essere contro qualcuno ma essere il pi lucidi che sia possibile, magari aiutandosi con il dibattito a capire, portando la propria esperienza senza scudi e spade o altro che la parola e la sincerit. Non mi pare una cosa tanto ardua... Non si tratta di contestare Gehrj o Calatrava se producono nel "culto dell'episodio urbano" che magari poi produce le crepe o problemi d'altro genere...come altri del resto,e neppure si tratta di stracciarsi le vesti inchinandosi in adorazionitemporanee...O "pellegrinaggi ipocriti" e via dicendo...Magari si tratta di capire quello che la realt produce e come .... Dando pi concretezza che sia possibile ai fatti.
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6135
di RENZO MARRUCCI
del 31/03/2008
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C' un seguito alle invarianti di Bruno Zevi?
di
Franz Falanga
Ho letto con una certa fatica questo intervento incuriosito dal fatto che prendeva a riferi
mento le invarianti di Zevi. Incuriosito anche perch non vedevo nesun commento allo scritto e appunto leggendo credo di capire. Certo che se questo contenuto stato applicato agli studenti... Pi che augurarmi che ne siano usciti indenni non mi possibile .... e sia detto in semplicit, senza offesa naturalmente e tanto meno mettere in dubbio la buona volont di Falanga, sicuramente! Rimango perplesso dalla complicatezza con cui si tratta l'argomento che rende difficile la comunicazione e quindi la comprensione....
Zevi quando venne fuori con le sue sette invarianti proponeva una discussione attraverso una indagine sull'architettura lunga e meditata . Proponeva linee di lettura, una base per la interpretazione linguistica dell'architettura citava da dove venivano le sue sette linee di rilfessione, preferisco chiamarle cos. Non regole da prendere e applicare nella progettazione corrente come invece in molti hanno frainteso. Zevi sperava che la sua ricerca avesse la possibilit di alimentare un dibattito e dentro di s stava a vedere come venissero interpretati questi sette cavalieri.... se con la spada o senza spada. Che potessero cio spronare, aiutare il dibattito su una architettura pi umana e pi rispondente ai bisogni della societ. Se osserviamo oggi, la distanza sembra enorme...forse occorre stare pi attenti perch lo sforzo di zevi stato preso a pretesto per consentire e garantire una licenza che travalica ogni speranza di realizzare le aspettative che l'uomo comunque esprime inascoltato nella citt di oggi, dove sempre di pi preda di una visione del tutto scollata dalla realt. L'architettura possiede dei doveri che sono dati dalla realt... Cio direttamente connessi alla esigenza dell'uomo e non al narcisimo di chi la produce. L'architettura deve tenere conto della storia e della psicologia umana e non baipassare la realt come succede con l'aiuto malsano della comunicazione mediatica.
Il fenomeno delle archistar esprime una condizione critica, oggi , che considera l' uomo sulla base di una condizione teorica complessa e insincera, non al servizio della societ. Fenomeno che usa l'intelligenza e l'arbitrio ma non la passione per rispondere ai problemi della citt e per questo non produce vera cultura. Zevi, non poteva prevedere questa accellerazione arbitraria, fagocitata e distorcente, dovuta ad un uso freddo e squilibrato della visibilit mediatica.
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6132
di renzo marrucci
del 29/03/2008
relativo all'articolo
Zaha Hadid si aggiudica tutto. Anche a Reggio di C
di
Gian Paolo Manfredini
Proprio ieri apparso un'articolo su Repubblica : "Gli architetti:stop a Libeskind" a firma di M.Bono dove si accenna la opposizione dell'ordine di Milano all'affidamento di un grosso incarico senza procedere ad un concorso che abbia selezionato il miglior progetto. Dopo la buonista posizione assunta dall'Ordine degli architetti sul caso del Teatro Arcimboldi ... realizzato anche dopo avere avuto ragione....Si spera che questa volta si tuteli l'interesse degli architetti rispetto alla moda non solo milanese delle decisioni... Arroganti? Di Sindaco e Assessore che facendo finta di nulla si disinteressano di risoluzioni e procedure nelle quali sia possibile rrispettare la dignit degli architetti italiani e lombardi. Grati all'Ordine di questa sua doverosa iniziativa ci auguriamo che faccia rispettare le sue buone ragioni.
Detto questo urge dire che nulla abbiamo contro Libeskind a cui auguriamo agni bene
... Il vero problema con la classe politica di oggi che non contenta di spadroneggiare asservisce intellettuali e tecnici pur di consolidare la propria arrogante posizione che sta conducendo il bel paese ad una sorta di monnezzaio culturale o gi di li. Presi come siamo in Italia tra le logorroiche squenze verbali di Veltroni e le battute surreali di Berlusco
ni, davvero diventa assai difficile che l'italia possa sperare di tornare ad avere il ruolo che gli compete e che gli storicamente riconosciuto. Se la scuola oggi fa schifo non pu essere da meno la cultura italiana che non si salva per qualche risultato individuale di qualcuno. La scuola un risultato siglato da un allucinante di declino che stiamo vivendo in magnifico menefreghismo ed elegante confusione politica .
E impossibile che il contributo italiano possa tornare ad essere di valore e omogeneit se si impedisce una ricerca architettonica che viene continuamente stramazzata e falcidiata tra gli interessi politico-economico di qualche gruppo o cordata politica che va per la maggiore in un succedersi continuo di alternanze di pari cupidigia anche se di diverso orientamento politico. Gli Ordini dovrebbero lavorare affinch si possa sviluppare una critica seria alla realt che oggi gli architetti attraversano e che riguarda il modo di funzionamento delle stesse istituzioni invece di sottostare, anche con compiacimento, a tutto ci che accade intorno a danno degli stessi iscritti tutto sommato che, per la maggioranza, poi preferisce starsene lontana e con un forte senso di pessimismo. Se I NOSTRI POLITICI non capiscono in quale stato stanno portando il paese di chi il compito di fargli capire le cose....? Se l'architettura italiana viene interpretata per le nuvole di qualcuno o per lo strapotere di altri architetti ipernoti tanto da essere battezzati ironica
mente come delle "superstar" ....il cui narcisimo, non avendo quiete, non comunica che il senso di una arrogante posizione raggiunta. Spesso animati da un saccente mal dissi
mulato egocentrismo predicano ipotetici sensi di responsabilit molto difficili da attuare ed esibire come esempi concreti. Abili contrattualmente non promettono sviluppi ma solo aristocratiche elucubrazioni che spesso non rispondono alle necessit delle nostre citt ma solo sostanzialmente all'interesse e al successo di pochi abili manovratori. Basterebbe anche avere il coraggio di rispondere per tutelare la posizione di chi intende la professione un modo di vivere il proprio impegno professionale e sociale ispirato ai valori civili e spirituali, organici di una cultura che porta e dovrebbe portare alla produzione di quella bellezza che rende dignitosa la vita di tutti. Esiste una dimensione della profes
sione che ha diritto di essere tutelata e sulla quale dovrebbe reggersi una societ nor
male o sana o intelligente che dir si voglia e all'interno della quale sarebbe sciocco e persino stupido pensare che la maggiore aspirazione possa essere quella di divenire una star . Realt che oggi in italia trova margini angusti e ristretti di espres
sione a causa di una vera autentica egoistica imbecillit che stabilisce le regole di un gioco al massacro civile e culturale.
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6131
di Renzo marrucci
del 28/03/2008
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Zaha Hadid si aggiudica tutto. Anche a Reggio di C
di
Gian Paolo Manfredini
Caro d'Amico, per quanto riguarda il nepostismo mette il dito su una piaga che in Italia trova alimento antico e profondo nel senso che tutto ci che finisce in "ismo" in qualche modo finisce per essere pernicioso. Io, nel mio ramo familiare non ho purtroppo pi parenti in grado di aiutarmi, quando ero ragazzo mi davano la paghetta e ero contentis
simo! Chiss se il nepotismo nasce da qu... Bisognerebbe indagare , avere il coraggio di indagare, perch lei su questo punto pu avere ragione di temere...!
Da quello che capisco al sud c' una maggiore disinvoltura che al nord su questo as
petto dove tuttavia l'amicismo ( l'aiutarsi tra amici), il politicismo ( tessere e tessuti vari ecc...)che ben funziona.... forse le parole sono un po fantasiose ma sforziamoci a capirci. Si mai trovato di fronte all'imbecillit?
Quella di persone non amiche ne parenti? Posso dire che non vi cosa pi brutta al mondo caro d'Amico!
Desideravo risponderle su questo piano solo per essere un po pi chiaro.
Io temo, questo lo dico forte! L 'imbecillit di un politico, di un professore, di un architetto di un sistema ecc...ecc... perch annulla le energie, le rende vane e se ci fosse da andare all'estero, caro amico d' Amico potremmo fare valigia insieme...non le pare?
Io preferisco star qui e dare il mio contributo contro quello che dicevo... Le pu sembrar poco ...Ma a me piace cos ....
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6129
di renzo Marrucci
del 27/03/2008
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Zaha Hadid si aggiudica tutto. Anche a Reggio di C
di
Gian Paolo Manfredini
Caro d'Amico, forse non sempre possibile spiegarsi bene in poche righe ma la questione non come la mette nelle sue ancor pi frettolose righe. Non un fatto di confini territorili e nazionali e neppure di avere paura come Lei dice. Neppure di afferma
zione rubata... Tanto di cappello... anche se non lo porto... alla Hadid. Qualche problema
si verifica nella esterofilia (non che una parola) di qualche sindaco estroso che introduce nella profonda provincia italiana...forse traumaticamente ? Invenzioni plastiche che in verit mi interessano.... ma che... mi accorgo, non ancora troppo dominate sul piano della vivibilit (sar una mia impressione?) , di fatto da qualche parte sono gusci e forme bellissime ma vuote e ci mi dispiace... Un caro saluto d'Amico!
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6124
di Tino vittorio e maurizio zappal
del 26/03/2008
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In the night all cows are Brown (V)
di
Domenico Cogliandro e Ugo Rosa
Illustri Cogliandro e Rosa, leggiamo con grande profitto quanto da voi scritto su PressLetter e su Antithesi. Dagli studi rinomati di architettura e di urbanistica di Leonardo Sciascia, di Robert Stevenson, di L. Borges, di Chandler - su cui il vostro Geist si formato e che Voi simultaneamente o in alternanza amate citare reiteratamente - emerge in trasparenza che la Vostra conoscenza dei lavori dei progetti sul Ponte cieca per cotanto abbaglio di informazioni internazionali. Potreste allietare e dispiegare completamente la Vostra alta visione con poche gocce di collirio documentale? Leggete (o rileggete visto che in coppia, come una ronda di carabinieri dispezione sul Ponte, millantate il possesso e la conoscenza critica di un vasto archivio sullargomento) il numero monografico di Meridiana sul Ponte di Messina (ne avrete copia, sicuramente) e lagile volumetto della Donzelli, La rete possibile, curato da Leandra DAntone. Leggete o rileggete. Vi salutiamo per lintanto, confessandovi che ci ricordate un professore calabro il quale, contestando mezzo secolo fa la priorit della costruzione della Sa-Reggio Calabria, giunse al compromesso tra s e s, tra il suo Spirito e il suo Geist, imponendo come progettista Annibale il Cartaginese, il fratello di Asdrubale, che invece del tracciato tirrenico, mostr ai posteri e ai suoi contemporanei la via aspromontese, quella cosentina di Giacomo Mancini. Unallucinazione reale sorretta da molto Spirito, lo stesso vostro. Voi ci rammemorante, anche, tutti quei profondi amanti, giganteschi nani, del popolo meridionale in nome del quale si opponevano alla costruzione dellautostrada perch volevano prioritariamente, lacqua, la pasta, il vino, la coca cola e il companatico. Salvaguardando il belato delle pecore e la cultura della transumanza. Per le cozze di Messina, frastornate dalla minaccia del costruendo Ponte, avete provveduto a contattare uno psicanalista che conforti lo Spirito turbato dei mitili? E non dimenticatevi dellangiova e del pesce spada, vittime innocenti dellarroganza edificatoria (in questo caso, pontificale) delluomo!
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6123
di Giovanni d'amico
del 25/03/2008
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Zaha Hadid si aggiudica tutto. Anche a Reggio di C
di
Gian Paolo Manfredini
Io non ho paura dello straniero, specie se bravo, mi fa piu' paura l'italiano incapace che per nepotismo insegna nelle facolta' italiane. D'altra parte non vedo nulla di strano nell'affermazione della Hadid a Reggio Calabria, se i concorsi sono "internazionali".
Ai colleghi italiani che si sentono privati dell'affermazione, consiglia di provare ad affermarsi all'estero.
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6122
di Renzo marrucci
del 23/03/2008
relativo all'articolo
In the night all cows are Brown (V)
di
Domenico Cogliandro e Ugo Rosa
Caro La Camera, il ponte di cui tu parli passer alla storia soprattutto per il suo costo lievitato oltre ogni umana speranza e professionale. Tra il punto A e il punto B avrei dato gratis una consulenza e cio avrei suggerito al sindaco filosofo di venezia di affittare una zattera tipo quella di Caronte e un Caronte novello cos almeno un posto o due di lavoro in pi li avrebbe prodotti. Non solo ma avrebbe dato un impulso in pi a carattere turistico in una Venezia triste e come dicono...mal gestita. Parlare dei requisiti di un ponte in pieno periodo pasquale rischia certamente di rimanere indigesto a qualcuno ....
Dal 2003 ad oggi sono passati tanti di quegli euro sotto e sopra a quel ponte che ogni parola sulla sua struttura o architettura diventa una barzelletta eurotragica come quella recente sulla spazzatura.... Tanti saluti
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6118
di renzo marrucci
del 20/03/2008
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Zaha Hadid si aggiudica tutto. Anche a Reggio di C
di
Gian Paolo Manfredini
Non solo la hadid si aggiudica molto, ma anche altri non dormono. Liberskind non scherza per nulla sul suolo italiano, anzi padano per esser puntigliosi. Certo saranno contenti quelli che amano, o forse sarebbe pi preciso dire quelli che odiano l'umus nostrano che se langue nello spaesamento generale non si accontentano....Avremo tempi migliori quando non solo gli architetti italiani, anche altri... avranno pi coraggio.
Il dr. Davide Rampello e' entusiasta io no! Io sono davvero costernato e affranto e siccome il sindi contento .... Basta che un architetto americano-polacco ci dica di essersi ispirato a Leonardo che si va in brodo di giuggiole...E le vesti che si stracciano da sole volano nell'aria...nello sfondo azzurrino grigio del cielo di Milano? Ci dicono che " con una struttura che fonda insieme le forme del quadrato e del cerchio" si ispira, -"il museo di arte contemporanea di liberskind da mettere nell'area City life ex fiera di Milano entro la primavera del 2011" a niente popodimenoch Leonardo da Vinci. Allelluia, Allelluia...Pare che ci siamo tutti rincoglioniti direbbe il mio povero nonno...Se si ispirava a Brunelleschi
mago tipo la "cupola fiorentina" che fine avrebbe fatto quel progetto? Sar opportuno che
l'architetto giri l'italia proponendo analoghi rintocchi alla prosopopea locale che rimmarr in Italia fino alla pensione? Siamo in pochi a non volerlo? Tanti saluti
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6117
di Renzo marrucci
del 19/03/2008
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Il Libeskind di Antonello Marotta: architettura qu
di
Paolo G.L. Ferrara
Proprio ieri sera ho visto e sentito Davide Rampello in Tv elogiare il progetto di libeskind sul museo che sar (disgraziatamente) realizzato a Milano City, speriamo che ci ripensi
no... Certo ho visto solo il plastico ma poi sono andato subito a cercare di capire qualche cosa di pi...L'effetto strabiliante, bisogna stropicciarsi gli occhi, tutti allibiti....Con il gaudio di qualche intellettuale innamorato...E a noi ci tocca subirlo! Sgarbi sorridente, ma in modo strano, lo annunciava come un progetto voluto dal Dr. Rampello che dicono
ma io non ci credo...molto portato dal Signor Sindi Letizia Moratti. Dal quadrato al cilindro... una metamorfosi assai faticosa dicono.... compiuta in due mesi....ma se erano tre cosa sarebbero usciti fuori? Tanti palloncini? Complimenti una bella gestazione progettuale che a Milano far certamente impazzire qualcuno....sar interessante vedere chi . Noi la coda tra le gambe ci tocca e ci rintocca. Comunque Milano City si candida al progettone
pi provinciale e retr di questo inzio di secolo... Ci consoleremo a pane prosciutto e vino.... e di quello bono! Tanti cari saluti anche se stanotte non ho dormito bene.
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6116
di renzo marrucci
del 19/03/2008
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Fuochi d'Italia
di
Leandro Janni
Interessante la segnalazione di L. Janni sulla esperienza del direttore del parco dell'aspromonte Tonino Perna che con il suo saggio operare coinvolge altri operatori nella tutela agli incendi contribuendo al loro controllo e salvagurdando quanto resta di quel bellissimo importante parco territoriale....
Speriamo venga preso di esempio come modo per eliminare il disastroso evento estivo
ormai diventato un desolante programma televisivo sulla devastazione al vivo del territorio italiano. Utile anche il riferimento del commento che segue dell'architetto Vito dove si auspica la ripresa di un coinvolgimento morale nelle vicende del terriotorio italiano e pi in generale al dibattito aperto e visibile delle vicende dell'architettura italiana...Dibattito che da quando mancano gli Zevi, i Brandi, gli Argan. i De Carlo ecc... pare costellato di archi
tetti o studiosi a mezzo servizio con grave sindrome da confusione ed opportunismi vari...Che d'altro canto nulla fanno o dicono contro la sconfortante politica dovuta alla realizzazione di pessimi programmi edilizi cui sindaci giulivi vanno incontro nelle citt italiane e sul territorio. Se da una parte alcuni si impegnano a non far bruciare il bellissimo territorio italiano dall'altra c' un fuggi fuggi sull' impegno a riqualificate le periferie, un vuoto chiaro di coscienza sull'importanza di curare la citt o riumanizzare il centrostorico delle grandi citt o a frenare lo sperpero del territorio ... e via verso la ricerca di una viibilit illusoria che a tutti interessa tranne che al cittadino....unico vero eroe incompreso nella citt d'oggi.
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6113
di renzo marrucci
del 12/03/2008
relativo all'articolo
PresS/Tletter? no, PresS/Tabloid
di
Paolo G.L. Ferrara
Zappal propone grandi passi avanti? Benissimo.!..E' anche altamente meritorio che proponga le regole... Chiss cosa intende per botta e risposta...Penser ad un incontro di puglilato via internet ? Non si capito ma va bene lo stesso. Cari saluti
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6112
di maurizio zappal
del 12/03/2008
relativo all'articolo
PresS/Tletter? no, PresS/Tabloid
di
Paolo G.L. Ferrara
Certo strano che si parli di velocit e di bites in rete e si riprendano querelle di appena tre anni fa! Non il primo caso e consiglierei alla redazione di Antithesi di bloccare, in qualche modo, gli articoli a una certa data!! Cio non pubblicare risposte oltre un certo periodo di tempo!! Perch credo che tra le possibilit infinite di questo "strumento" vi sia limmediatezza tra opinione e confronti, tra botta e risposta, se qualcuno si perde le puntate precedenti, pazienza, potr leggerle ma non intervenire. Soprattutto e meglio, quando, gli interventi non producono grandi passi in avanti! E in ogni caso si ha, sempre, la possibilit di proporre un articolo nuovo che parafrasi quello a cui fa riferimento! Insomma sarebbe auspicabile che, senza offesa per nessuna, i topi di biblioteca facciano il loro mestiere con i libri, con il web la parola magica, diciamo la password velocit e di nuovo pazienza, quando sar impedito ed anacronistico non partecipar alla corsa!!Per cui non mi smentir e non entro nel merito di questo articolo e ce ne sarebbero cose da dire sulla libert dopinione che si presume avere nella direzione di alcun organi informativi come la PresS/Tletter!? Con stima a Lazier e Ferrara
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6111
di renzo marrucci
del 12/03/2008
relativo all'articolo
Zaha Hadid si aggiudica tutto. Anche a Reggio di C
di
Gian Paolo Manfredini
Non mi sono spiegato bene...Io non proponevo il tirare a camp come sbarcare il lunario o si fa per dire..alla giornata, o alla disperata... Neanche il mio povero nonno la intendeva cos. Mi sono profuso in una spiegazione non per fare simpatia ma perch dove volevo far emergere l'idea di un orgoglio che cultura e che conduce alla formazione di una filosofia, di una mentalit che tipica della vita professionale di un architetto come di un qualsiasi altro metiere creativo o come quella di un artigiano. Una filosofia di vita in cui i tempi si alternano ma sono sempre ugualmente importanti e pieni. Una filosofia che consente di imparare ad essere tenaci e a lottare, a non arrendersi ....in poche parole a non abbandonarsi alle prime difficolt come vedo fare a molti giovani oggi. Studiare non sifignifica disimparare a prendere la vita o a pretendere la vita, ma ha dare il meglio che possibile. Studiare non significa pretendere perch ci si sottoposti allo studio....Io non so quale sia l'equivalente di "tirare a campare" nella sua origine ma le assicuro che dove sono nato io vuol dire tuttaltro che "tirare a camp " e vuole dire avere il coraggio e la dignit della propria dimensione spirituale culturale e umana ....seconda a nessuno !
Tanto di pi oggi in cui pesano le virt che non merito possedere. E anzi, qualche cosa di pi....mi creda! Un caro saluto e la prego...ci rifletta sopra.
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6109
di renzo marrucci
del 10/03/2008
relativo all'articolo
PresS/Tletter? no, PresS/Tabloid
di
Paolo G.L. Ferrara
Caro Ferrara, l'informazione di oggi non sola nella mostruosit... ma anche perversa. Cio lei, mi sembra di capire... non si accorge di come questo potere abbia oggi effetti incontrollabili? Come l'informazione si sia scostata dalla realt e sia diventata surrealt... Non ci credo! Rilegger il suo articolo di risposta a Prestinenza per vedere se ci sono altri sensi di lettura con pi calma un'altro giorno. Intanto ci si intenda sul fatto che oggi in vetrina tutto ci che vendibile, vetrina legali, vetrine sociali o commerciali, editoriali eccc... Cio una cosa che non in vetrina non sul mercato enon esiste ....certo! Ma il mondo non ti cerca se non sei in vetrina. Ora si potr discutere sul concetto di vetrina e sulla qualit della vetrina con sincerit e si vedr come ampio e non possibile che lei non ne sia informato. Mi permetta di esprimere questa perplessit. Ritengo ingiusto in una materia altamente sociale e umana come la citt, che vita arte e cultura ecc... possa essere affermata l'idea della vetrina come possibilit di esistere. Parlo di esistere che non vuole dire essere. Ora anche la parola esistere entrata nel linguagio con significati perversi come del resto l'idea stessa di vetrina, cio si esiste solo se si sotto l'occhi di tutti o almeno dei pi, nei posti giusti e con le persone giuste, usando tuttii i mezzi leciti e propri come impropri fino a che il merito non pi carta valida per il giudizio, per la scelta,per la chiarezza o per la bont.....Altro che velocit dell'informazione, tutto quello che ne consegue, cio il travolgimento e lo stavolgimento dei valori che questo comporta. L'idea di esistere cos montata non si basa su ci che si , ci sono troppe variabili che bruciano la verit, o se vuole, la rispondenza delle cose. Soprattuto si verificano a catena tutta una serie di disparit che annullano il talento. L'espressione della qualit un valore che ha bisogno di tempi e modi che non devono essere fagocitati . Cari saluti
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6108
di ALtomonte arch. massimiliano
del 10/03/2008
relativo all'articolo
Zaha Hadid si aggiudica tutto. Anche a Reggio di C
di
Gian Paolo Manfredini
Simpatico l'esempio del nonno...anche perch loro ne sapevano qualcosa di sacrifici e quant'altro....!!! ...sapete ormai mi son talmente affezionato che non riesco a passare giorno senza avere vistitato il sito ed aver dato un'occhiata, magari fugace, alle news......
tornando a noi.....Non riesco a farmene una ragione.....di cosa?... presto detto...!!!!! Un giovane professionista che si imbatte in questa "nostra" realt, nazionale o locale che sia, non pu, sol perch lo impone il sistema, accontentarsi del "tirare a camp"...non dimentichiamo, e perdonatemi la piccola grande presunzione, che "noi" siamo stati per anni sui libri...chi pi, chi meno....non dimentichiamo tutti i grandi sacrifici fatti in passato, durante gli studi, ed per questo che personalmente non accetto il diffusissimo concetto dell'accontentarsi o del tirare a camp...ritengo invece "doveroso" che tutti, nessuno escluso, si debba tentar di cambiare radicalmente il famoso "sistema"....un passo dopo l'altro...pian pianino...ma se non iniziamo mai saremo spacciati...il mondo degli appalti sar sempre gestito e "consumato" dai soliti "ignoti"...la banda degli onesti...per richiamare un "grande" del mondo cinematografico...il mitico tot....parola d'ordine, sempre a parer mio associazionismo, in particolar modo per noi giovani professionisti....ritengo sia l'unico strumento "vero" e "forte" per poter confrontarsi con le realt politico-amministrative che regolamentano il mondo degli appalti e dei lavori pubblici....grazie ed alla prossima.....
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6107
di renzo marrucci
del 10/03/2008
relativo all'articolo
Vicenda Novoli
di
Giovanni Bartolozzi
Gentile Barzaghi
non capisco bene cosa vuol dire quando declama al nuovo urbanismo...ma che i grattacieli li vogliono i tecnologi per sbizzarrisrsi un p si sapeva anche in Italia. Disgraziatamente un rigurgito della cultura architettonica ma in linea con l'attuale cultura italiana fatta da economisti e tecnologi. In grave flessione gli architetti e le loro istituzioni culturali. Ci tocca come periodo storico e vorrei avere un passaggio dalla macchina del tempo a vedere come sar il giudizio dei nipoti dei nipoti . Gi si capisce a orecchio ... La storia ben diversa oggi da quella che si formava nel cinquecento, e troppe variabili inibiscono lo sviluppo e il corso delle idee e fino al punto che non il telento che prevale come prevaleva allora come forza naturale di selezione.
Caro Ferrara
il fenomeno delle "stars" e io aggiungo, la prego di capire, "o ballerine", comunque non dispregiativo ma ironico se vuole, figlio del sistema di comunicazione che abbiamo oggi, manipolato da chi ne ha la forza o il cinismo per cavalcare...tale la forza che non mi pare per nulla n naturale ne normale (pu esserci anche qualcuno che lo considera naturale da quel che sento in giro). Se si vuole credere nel valore positivo della vita e aver fiducia nell'uomo e nel suo futuro... Il rispetto del territorio andr oltre i gli interessi particolari di alcuni anche se non senza averne sacrificato un p. Viviamo una epoca da capire, e non la capiremo bene senza una particolare sofferenza.
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6106
di A. Barzagli
del 10/03/2008
relativo all'articolo
Vicenda Novoli
di
Giovanni Bartolozzi
Che ignoranza Sig. Bartolozzi!
Verso la fine del suo articolo lamenta la mancanza di qualche inutile grattacielo: ma non lo sa che in U.S.A. sempre pi spesso i grattacieli vengo demoliti per essere sostituiti da nuovi quartieri? (ovviamente non mi riferisco a N.Y. City)
Non perdo nemmeno tempo a controbattere ad ogni punto del suo articolo, perch sarebbe capace di farlo anche un bimbo di tre anni.
Viva il NEW URBANISM !
UNITI CONTRO LO SPRAWL URBANO!
A. Barzagli
Portland, USA
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10/3/2008 - Giovanni Bartolozzi risponde a A. Barzagli
Il suo commento è molto costruttivo: è un vero stimolo allo scambio e al dibattito culturale, nei contenuti e soprattutto nei termini.
beato lei
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6104
di renzo marrucci
del 09/03/2008
relativo all'articolo
Zaha Hadid si aggiudica tutto. Anche a Reggio di C
di
Gian Paolo Manfredini
Caro Altomonte
Credo che la tenacit non debba mai diminuire e un giovane architetto debba imparare a
a farne uso senza lasciarsi accecare dalle stelle luminose di questo firmamento...cio di
queste firme che imperversano il mondo della cultura architettonica in generale. Campare fondamentale ed per me una visione poetica del vivere non certamente dispregiativa o diminuente...Anzi un veder le cose del mondo con fiducia. Sai avevo un
nonno che usava questa parola meravigliosa che mi ricordava la ripartizione geometrico-spaziale dell'architettura storica : campata. Lo spazio dell'architettura come lo spazio della vita. lo spazio degli alberi che si intrecciano e il fenomeno meraviglioso dell'andare avanti
in un percoroso piccolo o grande, avventuroso o noioso come pu essere la vita nei suoi momenti. Tirare a campare ( o la campata) per me questo anche nelle contrariet che pur ci sono ma ci significa anche tener duro, essere tenaci contro le avversit e l'ingius
tizia di cui il mondo oggi generoso forse come ieri. Tirare a campare costruire dentro o fuori di te , comunicando o costruendo spazio o idee . Se sei convinto puoi sentirti solo
ma recuperi presto. Se credi in quello che fai sicuramente lo comunichi e questo gi abbastanza. Lo spazio della conversazione scritta o parlata fatto di tanti momenti che superano o integrano l'apparenza. Il "no" pu tramurasi in un si! Il dubbio allora una gran cosa per l'uomo ....
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6103
di ALTOMONTE ARCH. MASSIMILIANO
del 04/03/2008
relativo all'articolo
Zaha Hadid si aggiudica tutto. Anche a Reggio di C
di
Gian Paolo Manfredini
Caro Marrucci,
tante volte ho tentato di approfondire questo argomento con tanti miei colleghi "giovani"...ma, e ne saprai qualcosa, tutto primo o poi cade nel "vuoi cambiare le regole del sistema?"...domanda che ovviamente ti lascia quanto meno perplesso. Il perch presto detto...se un mio coetaneo "giovane professionista (architetto)" si lascia piegare totalmente dal sistema e dalle sue regole, lasciando chiuso un dibattito che nasce e muore in tre minuti...tutto ci ti lascia inebetito (quantomeno)...perch credi e soprattutto "speri" che il confronto verbale possa e debba essere una prima apertura al problema...ma niente...!!!
Siamo un p tutti restii nell'affrontare la dura realt della nostra professione...!!!!
Come dicevi tu..si tira a camp...!!! tutto il resto ha poco senso....
La caparbiet, la tenacia e tante altre doti intrinseche di un giovane professionista non dovrebbero far parte integrante del modo di agire e pensare...???!!!!...
RIFLETTIAMO...
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6097
di renzo marrucci
del 02/03/2008
relativo all'articolo
Lettera aperta a Bruno Vespa dall'estrema periferi
di
Salvatore A. Turturici
Caro arch. Zappal, avevo iniziato a leggere le prime righe del suo lunghissimo com
mento ma vedendo che si riferiva ad altri non vi ho dato attenzione. Alcuni amici mi fanno osservare che pi avanti faceva il mio nome. Mi scuso con Lei se le sembrata una cen
sura, forse per la stringatezza del commento, ma non rientra nel mio carattere censurare le idee degli altri.
Non mi passa neanche nell'anticamenra del cervello. Sono per il dibattito il pi aperto e civile possibile. Per quanto mi riguarda il confronto pi sincero pi apprezzabile e rimanendo a disposizione la saluto cordialmente
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6084
di Renzo marrucci
del 27/02/2008
relativo all'articolo
Lettera aperta a Bruno Vespa dall'estrema periferi
di
Salvatore A. Turturici
Caro architetto Zappal, se legge la sua identit sulla foto della sua carta di identit non posso darle torto. Se invece si rapporta agli elementi della cultura a cui si formato, incui cresciuto allora dovr accorgersi che la sua personale struttura umana e culturale pos
siede una matrice identitaria e potr accettarla o meno, amarla o meno, esserne orgo
glioso o meno, lottare per migliorarla o dinteressarsene...e questo a tutte le et poich
si sempre la somma di quello che si vissuto, fatto ecc...fino alla fine della nostra avventura...e quindi rientrare alla matrice .terra....
L'etna un magnifico vulcano con un territorio incredibile e posso capire che lei se ne immedesimi con molta passione conoscendolo per averlo studiato nella sua territorialit e morfologia. Tuttavia il collega che scrive a Vespa non dimostra, e lui sapr perch...
Una grande fiducia nella volont dei colleghi architetti verso quei problemi che in tutta l'italia si vivono... purtroppo. Si rivolge a Vespa semplicemente perch spera che almeno lui possa capire di pi e meglio lo smarrimento generale, che la categoria degli architetti vive e accetta con poco splendida rassegnazione nella tendenza verso il basso che ....pare prosegua... Un sincero saluto
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6087
di Renzo marrucci
del 27/02/2008
relativo all'articolo
Zaha Hadid si aggiudica tutto. Anche a Reggio di C
di
Gian Paolo Manfredini
Caro Altomonte, vero, e proprio come dici tu nell'ultima parte del tuo commento. Io credo
che bisognerebbe farlo capire a tutti con meno eleganza e pi sincerit...In modo che chi fa le leggi possa in qualche modo capire quando disgraziato sia l'ambito della cultura sociale italiana che non riesce a trovare il modo di rendere partecipe le proprie energie creative e di utilizzarle. Si assiste ad un sadismo collettivo davvero insano, come un gioco
superficiale di incompetenza che invece di liberare la realt la stringe e la soffoca. Ti pare poca cosa?
Gli architetti lottano in privato per recuperare una nicchia di sopravvivenza e tirare a campa
re. Poi c' chi la nicchia diventa un nicchione...E si gloria nel contesto dei dannati erigen
dosi in superbia...Spettacolo sublime di presunzione e di stupidit. Ma la via maestra
di chi ha il coraggio...o la pavidit ?
Quando si parla di giovani si dimenticano gli altri e bisogna di parlare anche degli altri...in un mondo civile la selezione avviene sulle idee e la qualit e non sulla soglia della vita ... Il libero confronto genera apertura e qualit, genera ricchezza mentre Il fatturato No! E soprattutto non deve inibire l'entusiamo della partecipazione a gare e concorsi.
Deve essere trovato un modo meno incivile di competere e di selezione, affinch si liberino le risorse che si possiedono...modo che fino ad oggi non c'. La societ che tanto si definisce liberale oggi non capace di concepire neppure l'anticamera dell'idea liberale, elabora solo sinergie idonee a perpetuare inorganicamente e cinicamente l'interese ed il potere di pochi, appunto strangolando le attivit creative che ancora rimangono in l'italia. L'attitudine a regole, regolette, regoline e schifezze varie, tipiche di questa nostra societ italica, non fanno altro che evolvere la scuola ipocrita dei molti e chiudere il campo di azione di un popolo e naturalmente... di noi architetti.
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6082
di maurizio zappal
del 25/02/2008
relativo all'articolo
Lettera aperta a Bruno Vespa dall'estrema periferi
di
Salvatore A. Turturici
Pensavo che la mannaia della censura ricadasse su di me, come, ormai, in uso su analoghi organi dinformazione, vedi il mio amico Ugo Rosa che ha un po pi fortuna, data la sua straordinaria capacit espressiva, invece P.G.L. Ferrara un grande e quindi per scusarmi della mia irruenza, tenter di chiarire la mia posizione. Ho grande difficolt a rintracciare nel nostro misero panorama nazional-architettonico una posizione espressiva, decente e contemporanea! La Nidiata di epigoni di una scuola di pensiero od unaltra, si compensano e si annullano! Credo, inoltre che il concetto di identit e quindi di tradizione o memoria storica che dir si voglia, sia un concetto falso e truffaldino, messo in atto da accattoni intellettuali, in mala fede! Ed un concetto corrotto in tutti gli ambiti di applicazione! A tal proposito mi venuto in mente lesempio, se volete, semplice ma efficace delle fotografie che mi ritraggono a due, dieci, etc, qual limmagine che rappresenta realmente la mia identit? Scusate lesempio personale ma soltanto cos, con il cucchiaino tutti i manipolatori didee o i matres penser dovrebbero fare mea culpa e sbracciarsi tanto, per lavorare sulla nostra appercezione degli spazi, sul nostro immaginario simbolico per individuare il grimaldello dellinversione di tendenza, onde stabilire strategicamente priorit di sopravvivenza! Se qualcuno, diciamo, di area o pensiero organico o minimale o funzionale o decostruttivo inizia con la citazione dellidentit e a dire che noi siamo la culla dellarte (dal medievo al neoclassicismo!!!sic!) e che gli americani non hanno tradizione, io metto la mano al passaporto ed espatrio perch non voglio essere crocifisso allidentit del Barocco, del Manierismo, del Classicismo e del falso antico! Spero che sia ora chiaro Esimio arch. Renzo Marrucci. Insomma la questione dellidentit un alibi, unoffesa e la sua giustificazione. Senza poi parlare di ricostruzione di confini e dogane! Insomma quei ridicoli trenta e un pochino di architetti orgogliosi della propria identit che avevano maldestramente visto cadere ai minimi storici i propri emolumenti (per la scarsezza della loro capacit progettuale!) non vincendo pi nessun concorso, non possono essere rievocati! In altre parole, arch. Marrucci, tanto per essere chiari, per fare un ponte bisogna chiamare CALATRAVA perch un Gregotti, un Purini, un Botta dovrebbero chiamare come consulente esterno, BRUNELLESCHI e francamente non mi sembra una strada praticabile! Questi qui, non hanno linguaggio contemporaneo, pur vantando tutta lidentit che vuole Lei! Incapaci di capire il nuovo, di usare i materiali con cui si presenta il nuovo, smarriti dalla possibile commistione di vecchio e nuovo, pensano tuttavia a citt completamente nuove - come Vema - resecate dai vecchi insediamenti e costruibili con i criteri scolastici che presumono siano stati alla base delle vecchie citt, dimentichi che il vecchio edificato una stratificazione di epoche e di stili diversi, di antico e moderno. Sono larve, incorniciate nelle cadenti aule dellAccademia snervata ed incartapecorita ma sempre spocchiosamente accomodata in cattedra a dare lezioni di Gusto e di Ornato e di Teleologia. Per darsi un sussulto apparente di vitalit, buono soltanto a scuotere le loro parrucche, s'inventano citt nuove virtuali che non costruiranno mai perch non riescono a sopportare che un palazzotto barocco, insignificante, sia demolito e ricostruito con il linguaggio contemporaneo, fatto magari di vetro, acciaio, titanio o altro! Non hanno percezioni spaziali, solo rigore schematico avulso da sensibilit, loro sono i primi sostenitori dellautoreferenzialit architettonica! E cosa centra la remunerazione professionale con la pochezza intellettuale? Insomma con la storia dellidentit e della memoria storica ci hanno preso in giro, ci siamo presi in giro per tenerci e stare lontani dalle sfide del mondo e divertitevi prendendo per i fondelli le Stars dellarchitettura cos loro lavorano di pi e noi la meniamo sul sesso degli angeli!
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6081
di Leandro Janni
del 25/02/2008
relativo all'articolo
Lettera aperta a Bruno Vespa dall'estrema periferi
di
Salvatore A. Turturici
Cari amici,
come commento- contributo, invio la lettera aperta che scrissi lo scorso 29 settembre 2005, in occasione delle elezioni per il rinnovo del Consiglio dell'Ordine della Provincia di Caltanissetta, per il quadriennio 2005/2009 .
Un saluto,
Leandro Janni
Le elezioni per il rinnovo del Consiglio dell'Ordine, per il quadriennio 2005/2009
Caltanissetta, 29 settembre 2005 - LETTERA APERTA
Secondo quanto previsto dal D.P.R. 8 luglio 2005 n.169 - "Regolamento per il riordino del sistema elettorale e della composizione degli organi di Ordini professionali" - anche gli architetti, i pianificatori, i paesaggisti e i conservatori della provincia di Caltanissetta, procederanno alle elezioni per il rinnovo del Consiglio del proprio Ordine, per il quadriennio 2005/2009.
Finalmente si vota, quindi, a partire da venerd 30 settembre. Finalmente si vota, dopo anni di inerzia, di sconcertanti e ripetuti rinvii delle elezioni degli organi degli Ordini professionali, da parte del Governo nazionale. E di certo, ci sarebbe stato, e c', bisogno di ben altro - oltre all'inerzia e alle proroghe di questi anni. Ad esempio, una modernizzazione degli Ordini, il riconoscimento europeo delle nuove professioni, la crescita delle societ professionali e interprofessionali, un programma di educazione permanete, la razionalizzazione dei tirocini e degli accessi (esami di Stato), il diritto dell'equo compenso e tutele per i giovani praticanti, lo sviluppo delle casse previdenziali, le politiche economiche a sostegno delle professioni (credito e sgravi fiscali sulla ricerca), la promozione dei requisiti della professionalit (e non del capitale) nelle gare per gli appalti di servizi, una maggiore tutela dei cittadini-consumatori, pi deontologia, pi Europa.
Ma veniamo alle questioni locali. Il Consiglio dell'Ordine degli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori della provincia di Caltanissetta in questi anni ha svolto, con efficiente pragmatismo tecnico-burocratico, i tradizionali compiti di un Ordine: tenere l'Albo dei professionisti, vigilare sulla correttezza dell'esercizio professionale, fornire pareri alla pubblica amministrazione. Questo, e poco altro ancora, a dire il vero. Intanto, in questi anni il numero degli architetti dell'Ordine nisseno cresciuto sino a contare, oggi, 578 iscritti.
Comunque sia, ci saremmo aspettati, soprattutto considerato quanto accaduto in questi anni, che le operazioni di voto per il rinnovo del Consiglio dell'Ordine, fossero previste dopo una sacrosanta e doverosa assemblea degli iscritti. Un'assemblea in cui, il Presidente uscente avesse potuto relazionare, insieme ai componenti il Consiglio, sull'attivit svolta. Un'assemblea in cui, cos come si sempre fatto negli anni passati, si potessero presentare eventuali programmi, proposte, disponibilit. Nulla di tutto questo accadr. Non prevista, infatti, alcuna assemblea degli iscritti. Andremo a votare - per il rinnovo del Consiglio dell'Ordine - ordinati e silenti, e in fila per uno.
Di certo, sarebbe stato interessante e utile verificare, discutere di quanto sia cresciuta, o diminuita, in questi anni (anche ad opera dell'Ordine), nei cittadini della nostra provincia, la consapevolezza del ruolo, della funzione dell'architetto e dell'architettura. Questo, d'altronde, era uno dei punti qualificanti del programma del Consiglio dell'Ordine uscente. Di certo sarebbe stato interessante discutere, chiedersi - tra colleghi - quali strategie adottare per migliorare i modi consueti di operare, come interpretare in maniera pi profonda, efficiente e proficua i nuovi bisogni della societ e dell'ambiente, come migliorare la comunicazione di buone pratiche di architettura attraverso i media, come aggiornare e formare professionalmente i pubblici funzionari, come sensibilizzare gli amministratori, i costruttori e i progettisti rispetto all'importanza e al valore aggiunto della qualit architettonica. E poi, come introdurre materie specifiche sulla conoscenza e percezione dello spazio nei vari corsi di studio, a partire dalle scuole elementari. Come animare il contesto locale attraverso eventi di promozione e diffusione della cultura architettonica. Come coniugare insieme identit e sviluppo, conservazione e innovazione.
Insomma, malgrado tutto, queste e altre domande, questioni, dovrebbe porsi chi oggi si candida a gestire, a governare l'Ordine degli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori della provincia di Caltanissetta. Con umilt, consapevolezza, spirito di servizio. Nell'interesse degli iscritti all'Albo - ovviamente - ma anche dei cittadini e del territorio nel quale, tutti, abitiamo.
Cordialmente,
Arch. Leandro Janni
gi componente del Consiglio dell'Ordine degli Architetti della Provincia di Caltanissetta
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6080
di maurizio zappal
del 24/02/2008
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Lettera aperta a Bruno Vespa dall'estrema periferi
di
Salvatore A. Turturici
Tanto per essere chiaro: identit =falso problema.
Se guardo le mie foto a due anni, a dieci anni, a vent'anni, a trenta e infine a cinquanta qual' la mia vera identit?
Sono sicuro di non aver sbagliato indirizzo!!! Non voglio competere con i miei maestri! Io sono per la forza dell'Etna! Sono Talebano! Odio il Barocco, il Manierismo, il Classicismo e tutti gli epigoni!e non discuto con pseudo ambientalisti e architetti degli AVI!
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6076
di Renzo Marrucci
del 23/02/2008
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Lettera aperta a Bruno Vespa dall'estrema periferi
di
Salvatore A. Turturici
Gentile Arch. Zappal, ma per capire che siamo messi male non c'era mica bisogno di leggere la lettera a Bruno Vespa ....E' cosa ormai risaputa e tanto che se il dibattito su questo argomento doloroso scarso e laconico, stramazzato qu e l... semplice
mente perch gli architetti fan finta di nulla...Cos va il mondo... La lettera del collega invece pi interessante di quello che sembra , e lei mi aiuta a capirlo proprio perch nella confusione.... sbaglia indirizzo? Cos sembra, ma ripensandoci forse non cos sbagliato... sincera e vera!
Ho poco f sentito una interessante definizione di Daverio: comprare al bazar dell'architet
tura. Se vuoi un ponte oggi li vende Calatrava, se Vuoi un centro, un museo o una stazione .... bisogna andare da Hadid o Gehry, se vuoi neoplastico espressionista Hadid altrimenti Gehry o altri... dipende dal professore consulente che decide, dipende anche dal loro stile produttivo e dal Sindi che ha l'occhio sveglio... Ma soprattutto dalla fama satellitare dello studio che se non ha cinquanta collaboratori, due o tre filiali non sei nessuno! E neanche il sindaco ci bella figura. Sicch a Venezia c' il ponte filosofico ispirato da Dal C e dal Filosofo Sindaco. Il costo dell'operazione? Roba da uscirci matti. In Italia non lievitano solo le torte... Bisognerebbe obbligare i sindaci a servirsi di architetti Italiani, autarchia architettonica?Ma solo per non far morire la voglia di un popolo a riscattare la propria cultura in modo che gli italiani riprendano il gusto dell'architettura,
sviluppando il proprio senso identitario prima che prolifichi la miseria acuta dello squallore dell'assimilazione a queste stars....il cui modo di fare e di progettare e di essere esaltato da una comunicazione errata e sciocca. Ma allora si vedr che abbiamo politici di valore eccelso e che le stars non cliccano le stars e cosi sia.
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6073
di Maurizio Zappal
del 23/02/2008
relativo all'articolo
Lettera aperta a Bruno Vespa dall'estrema periferi
di
Salvatore A. Turturici
Siamo veramente messi male! Credo che sia semplicemente ridicolo rivolgere un appello per larchitettura a Vespa, non solo inopportuno ma inutile! Chi Vespa per meritare tale confidenza? Vespa omologo al sistema, inconsistente come giornalista, (trombone e bacchettone!), insensibile allarchitettura e incompetente parimente a Celentano! Insomma inadeguato! Praticamente come rivolgersi alla Marini, con lattenuante che da Lei sapremmo chiaro cosa ricevere! E francamente, io so anche cosa aspettarsi da Vespa! Insomma egregio Arch. Salvatore Alessandro Turturici, mi sfugge il senso della sua azione! E ovviamente non mi sento rappresentato! Non ci vuole grande perspicacia per accorgersi che la politica, linformazione e la Kultura, sono distanti dalle istanze e necessit di un dibattito serio e qualificato sullarchitettura e in particolar modo, su quella contemporanea e siciliana pergiunta! Insomma elementare: si chiede aiuto a chi pu dartelo! E non creda che, in ogni caso, Lei abbia alcuna speranza, neanche quella di fare notizia! Non desidero ridurre il drammatico senso di prostrazione che ci avvolge ma il tema della denuncia deve essere pi alto e non rivolto a nani dellintendimento! E dico che la battaglia persa in partenza, finch non saremo capaci, come categoria professionale e cuturale, a far crescere il desiderio di benessere estetico, di quellestetica non solo virtuale e autoreferenziale ma etica e concreta In altre parole, dobbiamo resistere al di l dei fatti esterni. Cio, con la coscienza e la capacit di poter incidere sulla trasformazione estetica e quindi urbana. Per tutto questo i nostri interlocutori devono essere individui di qualit! Certo, Lei forse ha scambiato Vespa per Jack Lang (l'ex ministro francese della cultura dal 1981 al 1991) che volle fortemente una legge per larchitettura che noi oggi possiamo soltanto sognare! Bisogna iniziare da lontano, dalla formazione e via via gi, con tutte le tappe propedeutiche alla comparsa dellesigenza del bello che dalle nostre parti sembra essere una brutta parola! Cosa pensa di concludere con una lettera a Vespa quando manca il minimo substrato nazionale di attenzione alla qualit urbana? Quando non esistono segnali concreti dalla politica e dallintellighentia di scimmiottare, almeno, quello che si fa nelle altre nazioni europee? Dove si fugge perch possibile lavorare dignitosamente! Per me, architetto caro, il problema sta tutto l! Non vi sono le caratteristiche minime per una svolta atta a far riemergere fiducia che in Italia ce la si possa fare! E non improvvisamente le grandi citt (non italiane) europee sono diventate attrattori di una risorsa che definisco nuovo turismo culturale. Parigi, Barcellona, Berlino, Londra, Rotterdam, Dublino e tante altre hanno puntato pesantemente" sullINVESTIMENTO ESTETICO mettendo nel bilancio del settore, una quota significativa della spesa pubblica, non privileggiando l'offerta culturale canonica ma soprattutto la CONTEMPORANEITA. La nostra Nazione gongola ancora tra Taormina e Cortina!!!
Insomma, si sperimentato, da lungo tempo che molte citt investono sull'architettura contemporanea per crearsi il patrimonio culturale di domani. Cospicue quote di turismo culturale vanno a visitare le citt sopracitate perch attratti dai grattacieli di forme inusuali e dalle tecniche costruttive avanzate, dai musei di arte contemporanea che non importa cosa contengano, perch sono museo di se stessi; in altre parole si va dove lazzardo attrae! Perbacco, questa la nuova economia oltre, naturalmente, a quella dellinformatica!!!
Nuove citt d'arte si sono presentate sul mercato negli anni pi recenti, l'esempio pi evidente Bilbao, e sono entrate a far parte dell'immaginario turistico in una posizione non marginale, spingendosi fino a Dubai city ! Utilizzando una definizione che, alla fine, fonda la tipologia di citt d'arte sulla capacit di produrre cultura, si ricava uno scenario dove la concorrenza tra le citt d'arte diventa di giorno in giorno pi accentuata e non pi il parametro del David a determinare la leadership! Insomma l'entit e la destinazione della spesa (il tintinnio del denaro!) in cultura, in tempi relativamente brevi, ha fatto cambiare le gerarchie urbane consolidate. Pensa che questo dibattito possa minimamente essere nella formazione di Vespa?
La crescita dell'importanza del settore culturale in molte citt specialmente nelle citt globali con la trasformazione della cultura in una centralit urbana strategica per lo sviluppo espressione del profondo cambiamento in atto. I processi di competitivit tra le citt della cultura potrebbero,nel prossimo futuro, diventare ancora pi turbolenti perch: un numero significativo di nuovi potenziali consumatori (per esempio, indiani e cinesi) entreranno nel mercato e, dopo una prima fase di omaggio alla tradizione, potranno, insieme agli altri, essere soggiogat
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6070
di Arch. Massimiliano Altomonte
del 22/02/2008
relativo all'articolo
Zaha Hadid si aggiudica tutto. Anche a Reggio di C
di
Gian Paolo Manfredini
Ritengo, ovviamente a mio parere, che, il coinvolgere stelle del firmamento dell'architettura internazionale per una citt, per ora, periferica possa essere uno strumento strategico assai interessante. Questo non vuol dire che figure, porbabilmente meno in vista e sicuramente molto meno forti a livello economico e strategico, non possano essere coinvolte ma, e credo di non sbagliarmi, nel caso del concorso del waterfront di Reggio Calabria, il bando stato strutturato rispetto a quelle che sono le linne guida di una legge (lavori pubblici) che detta caratteristiche, potenzialit di fatturati e quant'altro. Dunque, per non essere prolissi, penso che le figure proponenti (committenza) non abbiano neanche la possibilit di poter proporre bandi tali da coinvolgere anche figure meno visibili o meglio ancora facenti parte dell'interland cittadino. La possibilit dei giovani professionisti dipende, quanto meno nel panorama dei lavori pubblici, dalla forza che ogni singolo professionista o gruppo di professionisti hanno in termini di esperienze gi concretizzate e dalle potenzialit economiche (fatturati negli ultimi anni). Tutto ci penalizza fortemente quello che lo scenario professionale che tocca i giovani professionisti. Forse uno strumento pi flessibile e quindi pi aperto al coinvolgimento delle giovani leve sarebbe la soluzione ideale.
Grazie.
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6068
di Renzo marrucci
del 20/02/2008
relativo all'articolo
Lettera aperta a Bruno Vespa dall'estrema periferi
di
Salvatore A. Turturici
E' arrivato il momento in cui si pu dire che non siamo pi un popolo di santi, di poeti e di navigatori...per, in compenso, siamo un popolo di architetti e di professori...Pi le condizioni diventanio difficili pi aumentno gli iscritti e pi aumentano le universit in centri piccoli o grandi e medi o in qualche villa o castello pi o meno abbandonati ci sta semprebene una bella facolt di architettura...o anche altro ...a piacere. La tariffa minima? Meno si lavora e meno si guadagna, e siccome la concorrenza un mezzo per aumentare la qualit pi diventa minima la tariffa ...pi la qualit dovrebbe aumentare esponenzialmente e sempre secondo il calcolo intelligente di alcuni che pensano al nostro bene generale. Il bello che ci avviene con il tacito consenso delle organizzazioni professionali che capiscono sempre dopo perch il malcontento dell'architetto non estetico, non sta bene. Il collega che dal belpaese di sicilia scrive a Bruno Vespa avr semplicemente sbagliato indirizzo ....Il buon Brunone d'Abruzzo che centra? Gli architettisono dei simpatici soloni anar chici e amanti del bello e dalle stravaganti aspirazioni... suvvia! La tariffa sotto la minima ci far acuire l'istinto di conservazione e ci render molto vicini alla trasparente celeste luce della santit... e ci far contar le nuvole e nuvolette e subir li nuvoloni mentre altri li realizzano in terra...Rimane tra l'altro.... oltre che imparare la Divima Commedia e tradurla in qualche dialetto nostrano.... imparare a farsi ripettare ...Oppure mi sbaglio? Un caro saluto.
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6010
di Valerio di Mauro
del 06/02/2008
relativo all'articolo
Zaha Hadid si aggiudica tutto. Anche a Reggio di C
di
Gian Paolo Manfredini
Caso appassionante. Sarebbe ulteriormente interessante leggere direttamente la copia integrale del bando, vist o che per casi "fortuiti", il sistema informatico del comune di Reggio Calabria ha qualche "problema" (guardacaso) al caricamento della pagina web che mi interessa. Non ne avrebbe mica una copia, vero?!?
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6011
di Leandro Janni
del 06/02/2008
relativo all'articolo
Oltre gli incerti confini. Il territorio urbano di
di
Leandro Janni
Nel commento n. 6001, Rosario Ferraro definisce esercizio di stile il mio testo sul territorio urbano di Palermo, malamente manifestando l'auspicio di comprenderne il messaggio. Cosa rispondere?
Nulla.
Leandro Janni
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6001
di Rosario ferraro
del 04/02/2008
relativo all'articolo
Oltre gli incerti confini. Il territorio urbano di
di
Leandro Janni
Bellissimo! Ottimo! Eserciziozio di stile.
Oramai e una costante, arrivo in ritardo. L'et! Ma mi spieghi per favore il finale? Tra un rimando e l'altro ho perso il filo. Palermo tutto quello che hai detto e anche oltre, come Trapani, Messina e Roccalumera.
Forse non avr beckground culturale cos elevato, ma vorrei capire il messaggio. Per amore della felicissima citt.
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5966
di renzo marrucci
del 26/01/2008
relativo all'articolo
Giuseppe Terragni, da cento anni.
di
la Redazione
Caro Andrea,
Pu darsi sia cos...io riprendo quanto detto in un filmato ascoltato alla Triennale e che mi
rimasto in mente dalla mostra su Terragni.
Quando la confusione anima il dibattito ognuno dice quello che vuole...ognuno cerca e quello che fa fede la propria coscienza e io credo sia gi qualche cosa...saperci cercare dentro. Mio nonno diceva che quando samrrisci il sentiero o senti di andare a tentoni....
segna il percorso cos che puoi ritornare indietro a ripigliar la via. Credo che sia una cosa buona da capire con umilt e poi si vede... Quindi, anche se non mai un ripartire, la memoria vede e assorbe comunque... ragiona, confronta e chiss che non succeda qualche cosa di buono. In troppi vanno avanti sparati e trascinano giovani nella palude
in nome di un narcisimo bloccato...o molto astuto e comunque bisogna guardare con i
propri occhi e ragionar con la propria testa...la strada il cittadino, con i suoi pregi e difetti.
L'uomo con le sue aspirazioni e il suo rapporto con l'ambiente...e la citt...e il desiderio di essere capito....non sfruttato dalla comunicazione e dal falso spettacolo di oggi ....
L'avanguardia come dici tu ...la fa il buon senso e la conoscenza....che pare anche l'unico coraggio possibile
Un cordiale saluto R.M.
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5962
di andrea pacciani
del 25/01/2008
relativo all'articolo
Giuseppe Terragni, da cento anni.
di
la Redazione
Per Renzo Marucci
Non era la soprintendenza (non credo esistesse ancora) ma la commissione di ornato; ironia della sorte oggi, dopo quasi 100 anni le cose sono esattamente all'opposto: per farsi approvare un progetto classico o tradizionale in una qualsiasi commisione edilizia d'Italia bisogna fare il contrario, disegnare il progetto in maniera modernista omettendo i particolari decorativi. L'ho provato di persona proprio memore dell'esperienza di Terragni....
Ma qual' oggi la vera avanguardia in architettura? quella che come allora da fastidio al mondo istituzionale, ignorata dalle riviste, dai critici e dal mondo accademico, quella che per sa leggere le aspettative della gente contemporanea?
Non credo siano l'espressionismo modernista o l'architettura manierista-modernista o quella storicista-modernista di questo inizio secolo...
E' chiaro infatti che stiamo vivendo la fase storicista e manierista dell'epoca moderna un po' proprio come alla fine 800 primi 900 quando, o ai tempi del rococ o a quelli del gotico fiorito, quando cio la componente stilistica fine a stessa chiude un periodo storico che ha finito il suo corso.
Di solito a qeste fasi seguito un periodo di richiamo alle origini, alle tradizioni alle certezze che vengono dal passato; sar cos anche questa volta? ai posteri l'ardua sentenza
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5957
di renzo marrucci
del 25/01/2008
relativo all'articolo
Maurizio Sacripanti sulla linguistica architettoni
di
Maurizio Sacripanti -Zevi
Mi ritorna in mente la presentazione della ricerca di Sacripanti a valle giulia credo nel 75/76 tramite cinque suoi laureandi che si presentarono insieme...sentivo i commenti degli altri docenti che si agitavano tra le tavole che esponevano i disegni...tutta la grande aula al primo piano era piena...tra architetti, studenti e professori si assisteva alla scuola di Sacripanti che si presentava....Quei cinque erano poi anche i suoi assitenti e lo aiutavano nelle lezioni applicative a piazza di fontanella boghese... Rileggere questi scritti mi riporta a quei momenti molto belli di quando Zevi guardava Sacripanti con i suoi occhi di falco pronto a mordere come a parlare...Era bello per noi studenti che sentivamo la passione e coglievamo ogni momento...A Sacripanti le parole uscivano con fatica e forza per una voce di stomaco le trascinava fuori ...come appunto fossero pescate da dentro. Zevi lo defin "umorale e gastrico" ma non per cattiveria... Zevi vedeva, attento... e osservava esteticamente il personaggio... faceva cos stando bene attento al senso. Era il meglio in quel momento a Roma e forse in Italia. Qualche mese pi tardi uscirono di Zevi le sette invarianti dell'architettura moderna nelle edizioni Einaudi. Sacripanti gliene dette la sicurezza e anche questo disse che Roma in quel momento dava frutti interessanti in Italia.
Dalla ricerca di Maurizio S. a Roma, il suo teatro di Cagliari e Dal Michelucci della stazione e della chiesa di S.G.Battista a oggi... successo abbastanza in Italia? Sacripanti e Michelucci due architetti poeti interpretavano profondamente la loro storia umana e sociale e la legavano alla vita e la cattiva architettura aveva un nome in ogni parte d'Italia : speculazione.
Le invarianti che Zevi decifrava aiutando la critica ad aprire le menti ora sono diventate settanta e pi... nessuno le conta e poi ci sono i rendering che studiano l'architettura pensando che sia tutto compreso in fattura...come i critici che non capiscono l'architettura e parlano di luoghi senza capire e senza sapere che dimenticandol'uomo anche la poesia dimenticata e i luoghi piano piano spariscono tra mille chiacchere e intoppi tecnologici e mani troppo anziose...luci e sorrisi...sopra a tutto....
Questi scritti ci danno il senso della coscienza perduta pi che della distanza del tempo....
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5946
di renzo marrucci
del 21/01/2008
relativo all'articolo
Il dubbio Libeskind
di
Paolo G.L. Ferrara
Caro Ferrara ho trovato l'articolo in un momento di buona. Devo dire che ho capito solo nelle ultime righe con chiarezza l'anima di quello che dice. L'articolo del 2000 e se pensa ancora cos sarebbe bene farlo capire di pi e con pi chiarezza. Dico questo perch il maggior male viene fatto dalla poca volont di comunicare con chiarezza o per la ricercatezza o virtuosismo con cui si vuol far cadere la minestrina. Ne viene fuori sempre l'egoismo narcisista che sommerge quello che da dire sia pure mascherandolo con condiscendenza un po....Non vorrei apparire troppo invasivo, si deve essere delicati per carit, ma la chiarezza una qualit rara e a volte fondamentale. Ad esempio leggendo l' articolo su Sgarbi del simpatico Rosa del sud, e anche se dice qua e la alcune cose condivisibili.....per la sua verve direi esuberante e narcisa ....finisce per insinuare dubbi nella credibilit. Parla di Sgarbi come se fosse geloso di Sgarbi...E' un peccato perch quando il virtuosimo si arruota su se stesso finisce per svuotare di senso quel contenuto che pure c'. E chi invece sente la necessit di un dibattito serio su i contenuti, si stanca o rifiuta e comunque ci soffre ...forse sbagliando ma cos... purtroppo...e siccome oggi la retorica accademica nel suo complesso ....ha davvero stancato e prodotto le peggiori nuvule o vere e proprie "nubi" sul cielo italiano, Fuksas a parte che...invece astutamente le cavalca nella confusione... porta a casa i panettoni di Milano e gli abbacchi di Veltroni... accade che da qualche parte... pi debole... aumenta in modo inverosimile il male come sintomo ineludibile di un problema pi vasto e che finisce, in qualche modo per toccare tutti, e il tumore spunta fuori da qualche parte del corpo sociale come frutto di un comportamento che nella responsbailit di tutti. Se a Napoli nessuno ha controllato e se la Campania stata lasciata bollire nel suo brodino egoista e caldo...ora ci sono le barricate dei rifiuti che non sar sufficiente togliere dalle vie e piazze perch il silenzio acritico con cui sono stati prodotti non ha generato cultura della cosa pubblica.... ancora troppo astratta .... Cos in architettura e in urbanistica esiste lo stesso silenzio e lo steso brodino caldo e si parla di trasformazione come se fosse una cosa positiva tra i narcisismi lo spettacolo e la pubblicit...senza nesso reale con il bisogno della citt e del cittadino.
Bruno Zevi aveva capito che nel professionismo la ricerca vera per il modo franco e diretto suoi problemi e le sue difficolt lealmente vissute e ....ci sarebbe ancora vero ma sempre fin tanto che parte sostanziale del mondo accademico non finisca , come diceva non molti anni or sono...di invaderne definitivamente il campo abusando di un potere che lo Stato sempre pi indebolito gli concede nella societ....e io aggiungo....con il poco discernimento sino ad oggi dimostrato....Tanti saluti
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5934
di renzo marrucci
del 19/01/2008
relativo all'articolo
Zaha Hadid si aggiudica tutto. Anche a Reggio di C
di
Gian Paolo Manfredini
Concordo con quanto scrive G.P.Manfredini. Viviamo l'epoca della politica spettacolo, della cultura spettacolo, dell'architettura spettacolo e via di seguito...Molti sindaci si sono convinti che chiamando star o ballerine fanno cultura e spettacolo al tempo stesso, due piccioni con una fava....solida cultura contadina , ma io i contadini li ricordio intelligenti e saggi e orgogliosi della loro terra. Oggi si richiama l'attenzione di pseudo cultori della pseudoavanguardia architettonica delle universit e si convinti che fare propaganda politica ricorrendo ad affermare la solita completa sfiducia nella ricerca nostrana sia una consolidata consuetudine. Si fa cronaca chiamando chi alla televisione con i suoi spot pubbblicitari , si fa cronaca e si attira l'attenzione su di s chiamando a operare architetti lontani mille miglia dalla mentalit locale, vedi J.Nouvel A Colle val d''Elsa oppure vedi
Hadid a Roma....vedi Calatrava a Venezia con il suo ponte allucinante segno di una voglia matta di fare centro attraverso elucubrazioni filosofiche che lasceranno il segno poco filosofico di un sindaco? Ma vedi dove vuoi....anche la squallida tendenza a mettersi in coda e farsi spettatori di tutto! Vedi la solida ignoranza dei nostri politici che non nasce sui peschi in fiore...ma anche dalla logica astratta di chi fa cultura architettonica in Italia e segue con piattezza assoluta il politico che finisce con il credersi una star anche lui....
Star o ballerine? Comunque si taglia la testa al problema almeno per un p di anni e poi si vedr... la vita dura quanto dura. Comunque instaurando il metodo delle scelte politiche illuminate dall'astuzia di personaggi che la luce non l'anno mai goduta....Ma si buttiamo alle erbe l'architettura Italiana...Dopo aver riempito le universit di incompetenti ci rimangono ancora gli spaghetti e la pizza che ci rappresentano... offuscata come la bandiera del sole di Napoli... Tanti cari saluti.
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5931
di renzo Marrucci
del 19/01/2008
relativo all'articolo
Il Libeskind di Antonello Marotta: architettura qu
di
Paolo G.L. Ferrara
Io credo che "panter" si sia innervosito solo perch dopo aver fatto lo sforzo di leggere l'articolo di Ferrara, e non averci capito molto, si sferrato su qualche cosa che gli pareva un po sfumata, senza una chiara spiegazione , e tuttavia sbaglia perch si esprime in modo anonimo e poi in forma sbrigativa tipica di un commento della domenica sera...come accade in queste telepatiche trasmisioncine sul calcio. La risposta troppo professorale del Ferrara non otterr mai un'altra risposta dal "panterino" che in definitiva si esprime con falsa aggressivit, anzi una risposta tenera se vogliamo dircela sinceramente.
Ci sono troppi articoli che dicono poco o nulla, capita di scriverne...Quando poi gli articoli sono mossi da libri che attorcigliano le idee capita di rendere ancora pi complicata la digestione. Si scrivono troppi libri inutili solo perch fa comodo alla carriera e alla carriera di chi? Dove contano i libri oggi? Prendete un libero professionista che scrive libri per esempio....Ma anche articoli evidente. Non si leggono ma si scrivono...Si scrivono ma non si leggono! Gli articoli qualcuno li legge, sono rimasti ancora quelli che li leggono...
mi raccomando signor Professor Ferrara li scriva pi facili da capire e il Panterino
le sar pi grato. Mi permette per un solo momento di fare il professore? Mi parli del grattacielo che fa le linguacce e che presto le far da quel di Milano....che cosa le pare?
Libeskind, Libeskind, come ogni americano di oggi non capisce il senso del luogo e quindi che cosa volete che faccia? Wright era ed un mostro sacro...ma perch .siete tutti alla ricerca del nuovo nume tutelare e capitano invece star e ballerine? Mi stia bene
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5926
di renzo marrucci
del 18/01/2008
relativo all'articolo
Giuseppe Terragni, da cento anni.
di
la Redazione
Present un progetto storicistico per farlo approvare dalla Soprintendenza...e poi lo realizz come voleva lui...Queste parole mi sono rimaste in testa da un video commentato alla mostra della triennale di Milano. Non mi ricordo con precisione se era la casa del fascio, credo di si... Se dovessi fare una associazione con un architetto di oggi, magari anche un po arbitraria, direi che per il modo di lavorare sul volume si potrebbe parlare di Botta.
La distanza tanta ma Terragni lavora sul volume e tira fuori l'architettura. Non c' retorica nelle sue cose...solo un forte senso classico, delle masse e delle aperture, misurato e studiato per rifuggire da aspetti retorici. Dimostra che si pu non essere monumentali e tetri come l'architettura del ventennio ma anzi inserisce proprio con la sua misura una poetica chiara e subito umana. Per questo la sua magica semplicit ci vicina, ci arriva...e ci rende l'idea del complesso mentre complesso non . Terragni ha senso della misura e un istinto poetico chiaro, semplice e per questo profondo. Originalissimo nella sua pulizia antica...perch antica e forse eterna almeno questa eternit vale fino a quando condomini o militari, casualmente la....modificheranno...visto come van le cose....non da escludere. Botta per esempio, lavora sul volume ma rimane impelagato nella sua idea di perfezione che poi solo una aspirazione estetica, formale , e se vai a vedere le relizzazioni, spesso, rimani perplesso . Chi osserva l'edificio con mente libera, fuori dalla visualit del rendering, o semplicemente non si lascia convincere dalla astrattezza delle immagini , vede la consistenza delle finiture e dei materiali, gli spessori falsi ecc. e persino spazi senza spiegazione...che non ricercano poesia....ma immagine, eleganaza e anche il sogno lontano... una realt dell'occhio che si rivela nella materia....che la spoglia della sua sincerit e si piega alla ricerca dell'immagine. Certo questo un problema di oggi e appartiene a tutta l'architettura tecnologica...quella dove la direzione lavori un fatto puramente economico esigente a scapito della verifica del progetto.
Terragni dunque un poeta ancora da scoprire .... morto con in tasca un mazzolino di fiori secchi raccolti in terra di russia .... Zevi aveva ragione su Terragni quando diceva che la sua architettura contiene un segreto e io aggiungo...se fosse casualit genio....
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5921
di renzo marrucci
del 16/01/2008
relativo all'articolo
Ancora su Zevi
di
Diego Caramma
Editoriale di D.C. Genealogia e progetto di L.G. su Spazio Architettura. Leggo l'editoriale di Caramma e capisco la tentazione di lavorare su Brandi e sui suoi punti fermi per muoverli o almeno scantonarli delle asperit che danno tantofastidio agli architetti. Lo capisco ma ...neanche B. Zevi si azzardava capendo bene l'intelligenza del personaggio e soprattutto conscendone l'amore forte, direi totale, per la materia. Non che sia stato infallibile ma certamente ha piantato dei pali sui quali non si pu evitare di sbatteci il muso....e vangando nella materia brandiana esce sempre alla luce il vivo e sotto varie forme... Quindi va benissimo! Avanti ....Ma non c' bisogno di pensare a confutare o a ribaltare ecc...altrimenti...il palo...Per forza .!...quando si lavora con amore vero per le cose dell'arte o della vita rimane qualche cosa di importante e rimane ad uso di tutti ...per crescere...C' tra gli architetti, e non solo, una certa diffidenza sul restauro e si capisce benissimo per la pletora di gerarchini che lo amministrano inalberandosi sulla conservazione che taluni definiscono ottusa... da parte di molte Soprintendenze... E altre volte troppo liberale per compiacere la politica locale ma giusto estendere la critica anche alla scuola attuale... e ai ministeri, che con i loro ministri intervengono ognuno sempre con un divesro assetto ministeriale ma sostanzialmente con tanta noia e confusione... muovendo tutto... per non muovere niente! La materia del restauro come stata affrontata da Brandi destinata a costituire pietra miliare ancor di pi nella confusione che avanza in questo campo. Oggi invalsa l'idea che per far carriera si debba confutare o almeno far finta di farlo e figurare senza preoccuparsi troppo... Ma bisogna prendere sul serio la materia per aprire un dibattito su fronti interessanti destinati a dare frutti... Sempre che l'impazienza e l'imbecillit non finiscano per distruggere prima ogni cosa. La citt storica utile per continuarla in un futuro di civilt e bellezza funzionale... E senza sovrapporre idiozie sia nel senso dell'antico che di un nuovo pseudoartistico atteggiamento privo di continuit. Tanti saluti
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5913
di Renzo Marrucci
del 13/01/2008
relativo all'articolo
Gli studenti universitari non conoscono la storia
di
Paolo G.L. Ferrara
Caro Ferrara, leggo "gli studenti universitari non conoscono la storia" Confesso sono un p sbigottito dallo svolgimento del tema che lei proprone. Io mi limito a raccontarle prendendo dalla mia memoria. Quando frequentavo le lezioni di Zevi a valle Giulia dal 1970 circa i corsi di storia dell'architettura erano molto seguiti dagli studenti. Aule strapiene e le lezioni di zevi si svolgevano sulla interpretazione dello spazio dell'architettura nella sua evoluzione storica. I suoi assistenti che dovevano fare la storia dell'architettura facevano gli zevini, non gli zerbini, complicando assai le cose agli studenti. Il maestro incedeva per i banchi applicando la critica operativa sulle opere vero ma gli assistenti non provvedevano, come avrebbero dovuto, per lo pi, alla formazione strutturale, cio alla storia dell'architettura. Le lezioni di zevi erano interessanti e i rapporti con gli assistenti un p scarsi e mi fermo qu. Agli esami Zevi faceva delle vere e proprie stragi di studenti. Un giorno uno di questi, animato da sana ragione, gli spiattella che la maest Sua non era troppo servita della necessaria funzione di raccordo. Zevi si arrabbi molto con la sua squadra. Cerc di provvedere. Naturalmente alcuni studenti che avevano strumenti conoscitivi riuscivano benissimo ma dovevano baipassare alcuni assistenti e assumersi personalmente la responsabilit. Quindi la base rimane la storia dell'architettura tradizionalmente intesa svolta con qualit e metodo per poi passare ad un laboratorio sulla applicazione dei contenuti critici interpretativi dello spazio e ci accadeva anche sulle stesse esperienze condotte da studenti nelle matrerie compositive. Quando questo accadeva erano vere esperienze della massima scuola. Credo che sia da riflettere e magari, se lo desidera, discuterne. Pertanto ogni elugubrazione nociva.....Tanti cari saluti
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5890
di panter
del 06/01/2008
relativo all'articolo
Il Libeskind di Antonello Marotta: architettura qu
di
Paolo G.L. Ferrara
credo tu e marotta non capiate un cazzo di architettura: storia non lineare, gropius purista...? ma quali cazzate dite: Gropius e Mies provengono dall'espressionismo e in libeskind non c' proprio alcun riferimento a Le Corbusier...o avete il prosciutto sugli occhi: (le corbusier si che era un purista!!!!!!!!!!!9 lo diceva lui!!!!!) sentite il mio consiglio: cambiate mestiere, ciao panter:
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6/1/2008 - Paolo GL Ferrara risponde a panter
credo tu e marotta non capiate un cazzo di architettura: storia non lineare, gropius purista...? ma quali cazzate dite: Gropius e Mies provengono dall'espressionismo e in libeskind non c'è proprio alcun riferimento a Le Corbusier...o avete il prosciutto sugli occhi: (le corbusier si che era un purista!!!!!!!!!!!9 lo diceva lui!!!!!) sentite il mio consiglio: cambiate mestiere, ciao panter:
Sono molte le cose di cui non capisco un cazzo. Avermene messa in evidenza un'altra è, da parte sua, opera meritoria. Grazie.
Una sola domanda: che intende per espressionismo? che intende per purismo? che intende per storia non lineare?
La invito a scrivere un dettagliato articolo che spieghi ai lettori il motivo per cui Marotta ed io dovremmo cambiare mestiere. Probabilmente, dall'alto della sua capacità critica, riuscirà a convincermi di doverlo fare...
Attendo impaziente e, per favore, con nome e cognome. O si vergogna anche di esporsi pubblicamente...?
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5887
di christofer giusti
del 05/01/2008
relativo all'articolo
Regalo di Natale di Antithesi al Direttore di L'A
di
Paolo G.L. Ferrara
Da Natale 2001 a Natale 2007,
ci sei poi andato da Casati? ti ha fatto vedere i suoi cassetti pieni di progetti propostigli dai tapini architetti vogliosi di mettersi in mostra?
tra quelli ce n' anche uno dei miei, ma forse per farlo pubblicare l'unica (forse)sarebbe pagare!
ora che le tue provocatorie parole, assieme a quelle (assai pi eloquenti) del da te usato Pesce, hanno sortito la consueta reazione ruffiana del Casati, magari ti si aperta una via privilegiata alla visibilit "sull' ARCA"....sempre ammesso che tu abbia mai realizzato qualcosa.
Botto di capodanno.
Tutti i commenti di christofer giusti
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5/1/2008 - Paolo GL Ferrara risponde a christofer giusti
Certe volte mi chiedo come -avendo letto i miei articoli- si possa credere che io sia lì a cercare strade privilegiate...
Caro Giusti, mi sono fatto più nemici in sette anni che nei restanti 36.
Casati non mi ha mai proposto di scrivere o di pubblicare le mie opere, ma posso garantirle che non avrei accettato.
Soprattutto, nessuno dei personaggi da me criticati ha mai voluto incontrarmi per interviste con cui approfondire i temi da me sollevati. Pensì un pò, neanche per farmi un regalo che potesse fare il botto.
Commento 6640 di ganni cinici
del 31/12/2008
relativo all'articolo Regalo di Natale 2008. A Marco Casamonti
di Paolo G.L. Ferrara
facciamo un nuovo accordo- telefona a Pietro e a Femia, tu chiama Iole, dai il numero max ribasso 1% che se non ci prendono per fessi, poi incontra Stefano, digli che mettano in giuria Alessandra e che dicano a quello che non partecipi perch intanto roba mia. La preside la mettiamo dentro, con due spiccioli ce la caviamo che intanto non rompe, sai che non chiede di pi di quello..., Franz lasciamolo fermo un giro ma teniamolo buono con due promesse, un servizio su Area e al concorso per ricercatore ok per la pivella mora tutto pepe. Pietro vince la gara a Firenze e batte Adolfo - ah ah che smacco- in cambio ci fa il progetto e se ne sta zitto per un po'. A Salvatore mon amour ci penso io. Manda una mail che prenotino all'Enoteca P. ci andiamo con il Rettore per quel concorso ci pensiamo il mese prossimo. Parla con il vecchio Paolo che vanitoso e ci scrive una cosa sul prossimo numero. Che schifo quella cosa di Zaha, troppo asimmetrica, sta esagerando. Meglio le cose di Max ma lui no! Con lui non trattiamo antipatico, la moglie poi. Ora se mi chiamano a Firenze si vede di fargli uno scherzo, noi siamo i nipoti di Michelucci, noi ( e anche di Filippo Br. che se fosse tra noi lo avrei conivolto in quella cosa a Massa, lui che lo sapeva fare contro il Ghiberti). Telefona a W. e chiedi un incontro per l'amore del bello, perch noi siamo per il bello. Metti a posto le cose su Internet che se cliccano non deve uscire altro che il mio curriculum e zero riferimenti alle brutture. Babbo mi compra una nuova rivista e il vinaio del Chianti sponsorizza. Se ci fanno le commissioni a estrazione siamo fregati, telefona a Roma all'Ordine nazionale che non ci caschino.
Aumentate di 30 eu al mese lo stipendio ai ragazzi.
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