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Esame di Stato ogni tre anni per tutti gli architetti gi iscritti all'albo. Lo
sapevate? Pochi ne parlano ma nella proposta di legge sulla riforma delle professioni,
gi in discussione nelle commissioni parlamentari, quando si dice di dare maggiori
poteri agli ordini professionali proprio a questo ci si riferisce ("per garantire
di pi la societ e migliorare l'architettura", s'intende). Da anni governi di
sinistra, di centro, di destra , in dispregio delle risoluzioni dell'Antitrust,
della stessa CEE, della libert di concorrenza (e dell'intelligenza), cedono alle
pressioni delle lobbie ordinistiche e non contenti della sciagurata legge Merloni
-non mi stancher di ripeterlo: una legge che impedisce ogni possibilit di
lavoro con la pubblica committenza ai giovani- aumentano gli ordini e gli albo
e demandano di fatto a colleghi concorrenti sul mercato del lavoro (i consiglieri
dell'ordine appunto), la " periodica verifica"della nostra preparazione tecnica.
Insomma, non contenti di controllare da sempre, in accordo con il mondo accademico,
i concorsi d'architettura, vogliono controllare anche i nostri uffici ("per garantire
di pi la societ e migliorare l'architettura", s'intende). Oggi l'intreccio tra
potere ordinistico e potere accademico sempre pi evidente e con la nuova riforma
delle professioni strangoler sempre di pi la concorrenza . Basta osservare quanti
professorini e rampolli di sfiatati accademici si candidano alle elezioni dell'ordine.
Una istituzione questa, nata nel'23 , che dovrebbe controllare innanzitutto il
rispetto delle norme deontologiche da parte degli iscritti. Orbene, guardiamoci
un po' attorno. Su quante riviste d'architettura si vedono opere realizzate da
professori che hanno firmato all'universit per il tempo pieno? Ne conoscete uno
sanzionato dal proprio ordine? Ma in fondo cosa pretendere da un ordine professionale
per difenderci da comportamenti poco limpidi; un socio di studio, una moglie,
un' amante, insomma, qualcuno si trova sempre per una firma. Anche notissimi architetti
svizzeri e americani trovano sempre chi ha superato l' esame di Stato ed iscritto
all'albo e che, in barba alle norme deontologiche, firma con lui i progetti delle
opere che fa in Italia. Insomma, non sembra logico dare pi potere ad istituzioni
che dovrebbero tutelare i liberi professionisti ma che di fatto hanno ormai pi
iscritti tra i pubblici dipendenti e persone a stipendio fisso anche nei consigli.
E che dire poi di elezioni che vedono le urne aperte per mesi e mesi prima di raggiungere il quorum, di assemblee con meno del 1% degli iscritti alla approvazione di bilanci miliardari come succede a Milano, dove i presenti all'assemblea del 27 giugno 2003 erano addirittura 15 ( quindici) , consiglieri compresi su pi di diecimila iscritti!.
Le Corbusier, che come noto architetto non era, diceva:"L'architettura esige
qualit intellettuali interiori". Ecco il vero problema: etico e culturale. Speriamo
proprio che il nostro collega Raffaele Sirica, ma anche Giovanna Melandri e Gianfranco Fini che da ministri qualche impegno lo hanno preso nei confronti degli architetti,
ci ripensino un po' prima di affidare pi potere agli ordini e fare diventare
legge una riforma che contro i giovani, i liberi professionisti, il libero mercato, ma soprattutto, contro l'architettura.
[Articolo gi apparso su L'architettura, cronache e storia n570 di aprile 2003]
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