4 commenti di Franco Porto
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857
di Franco Porto
del 25/12/2004
relativo all'articolo
Eisenman Terragni
di
Antonino Saggio
Non sono stato a Como. Non ho un resoconto su quanto stato detto su Terragni. So quanto stato anticipatore Nino Saggio sul rapporto Terragni ed Eisenman e quanto ha indagato per indiviuare i significati di questa ricerca critica. Sono passati circa dieci anni in cui a Catania presentava il suo libro su Giuseppe Terragni e scriveva di Peter Eisenman. Devo ammettere che fu quel libro e quell'incontro a farmi capire perch amavo Terragni e mi sentivo automaticamente interessato al lavoro dei Five e di Eisenman in particolare. Fu quel libro a portarmi presto a Como e alla bellissima mostra alla Triennale di Milano, che rimane l'evento pi importante sull'architetto comasco. Vogliamo dirlo che le celebrazioni per tutto il 2004 sono state una grande delusione? Forse erano tante le aspettative, ma perch in Biennale non abbiamo visto nulla? Perch ancora quest'architetto pu essere solo presentato nel ristretto ambito della Fondazione di famiglia?
Non indispensabile sapere quando ha scritto Eisenman il suo libro su Terragni, ma importantissimo che l'abbia scritto e cos Nino Saggio. Per poter rileggere la storia dell'architettura contemporanea in Italia bisogna ripartire da Terragni e bisogna rinvigorire la ricerca sulla sua opera, riavviando un dibattito fermo, in Italia, al libro di Nino Saggio. Prima che Eisenman si occupi di Palladio lotti per realizzare qualcuno dei suoi progetti in Italia e ci dimostri che le opere di Como non sono state un pretesto in un itinerario nel 1961 molto particolare.
Penso che Terragni ha dato poco rispetto a quanto poteva, se fosse vissuto ancora dieci soli anni, cos come Edoardo Persico. Oltre Eisenman invitiamo Richard Meier, anche lui un inconsapevole amico di Terragni.
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462
di Franco Porto
del 02/11/2003
relativo all'articolo
Da mille a centomila concorsi d'architettura
di
Beniamino Rocca
Credo che l'iniziativa del CNA sull'Osservatorio dei Concorsi debba ritenersi molto interessante e chi stato a Bari potr averne constatato i risultati. Sono daccordo che occorre pi trasparenza sulle Commissioni (a Bari si parlato poco di tali problematiche) ma non capisco perch le sedute pubbliche devono essere considerate la soluzione al problema. Da una recente esperienza di membro di Commissione nel Concorso per un "Laboratorio di Citt" a Misterbianco (Catania) ho potuto verificare che le due sedute pubbliche (iniziale e finale) sono state quelle pi polemiche e meno utili al raggiungimento del miglior risultato per la competizione. Penso che la dignit di una Commissione si misuri sui risultati prodotti e su quelli bisogna discutere, sicuramente con pubbliche sedute per capire le scelte fatte senza necessariamente individuare chi ha meglio supportato la proposta vincitrice, anche perch il risultato finale, raggiunto all'unanimit dopo varie sedute, inizialmente poteva non essere unanime e se i membri si pronunciano in seduta pubblica difficilmente sarebbero propensi a rivedere le proprie posizioni.
Per quanto riguarda Portoghesi e i membri di Ordini calabresi credo che se ne parli gi molto ma non solo di quei casi (risulta strano che il CNA dopo aver dato parere su dei concorsi poi si ritrova vincitori alcuni dei suoi membri principali) sarebbe meglio impedire che partecipassero coloro che certificano e regolamentano la qualit di una competizione. Chiaramente su tutto l'etica professionale che ci salva dai cattivi pensieri.
Franco Porto
Presidente In/Arch Sicilia
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44
di Franco Porto
del 21/01/2002
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Gibellina: vergogniamoci, tutti.
di
Paolo G.L. Ferrara
Intervento sullarticolo di Paolo G.L.Ferrara su Gibellina.
Fa bene Paolo G.L.Ferrara a puntare i riflettori di Antithesi sul dimenticato caso Gibellina, diffusamente trattato negli anni ottanta e presto archiviato come una grande operazione spettacolare che ha solo introdotto nei circuiti dei grandi eventi artistici il dramma del terremoto.
La Sezione Sicilia dellIstituto Nazionale di Architettura, nel 1998, ha organizzato proprio a Gibellina uno dei suoi primi convegni per cominciare a catalogare criticamente la nuova Architettura siciliana del dopo guerra.
La Citt Nuova di Gibellina sicuramente un insieme di autentici momenti di elevata qualit di Architettura Contemporanea, un vero laboratorio sperimentale come in nessun altro luogo dellItalia.
Bisogna approfondire levolversi degli avvenimenti negli anni successivi il terribile terremoto del gennaio 1968 per capire come certe scelte alla lunga si sono rivelate sbagliate ed affrettate.
La nuova Gibellina viene ricostruita a valle, a circa 18 km dal sito della vecchia citt, conferendo allISES lincarico della progettazione. Il Piano per la localit Salinella pronto nel 1970 e vengono coinvolti architetti come V. Gregotti, G. Samon e L. Quadroni, questultimi incaricati soprattutto per il Centro Civico (Municipio, Centro Culturale e Commerciale, Mercato, Sala Conferenza, ecc.). Tenteranno spontaneamente di coordinare i loro progetti attraverso una configurazione continua, cercando di opporre un frammento di urbanit allinterno del sistema discontinuo previsto dal Piano.
Nel 1980 sono state realizzate le opere di urbanizzazione, le famose case a schiera, i centri scolastici e parte del Municipio.
LAmministrazione Comunale gi orientata a correggere le impostazioni del Piano a seguito delle esigenze manifestate dalla popolazione ormai insediata. A questo punto ha inizio una storia molto particolare che ha come protagonista Ludovico Corrao, Sindaco di Gibellina, che per modificare il desolante scenario della nuova citt fa ricorso alle opere di alcuni artisti che hanno collocato in vari punti di questi spazi oggetti darte, monumenti e assemblaggi che interagiscono con lambiente, proponendo alla comunit contadina di Gibellina le avventure della storica incomprensione tra arte moderna e citt gi lungamente consumata nelle comunit metropolitane.
Lo scenario di "mostra permanente" che queste opere compongono, la loro difficolt ad appaesarsi, conferma lincapacit del progetto moderno a produrre unarte civica, gli effetti rivelatori delle catastrofi si dispiegano con tanta evidenza proprio a causa di un eccezionale convergere di proposte architettoniche, urbanistiche e artistiche in questa fase di revisione del Piano. Gli esempi pi clamorosi sono costituiti dalle opere e dalle proposte di Consagra (ha realizzato nella sua terra di origine alcune tra le pi grandi sculture che un artista contemporaneo abbia mai realizzato) e Burri (la cui autentica megalomania ha trasformato lammasso delle rovine in un gigantesco cretto.
Gibellina stata tre citt contemporaneamente: il vecchio abitato, la baraccopoli e la nuova citt, lo spreco rappresentato dal sovradimensionamento di infrastrutture e servizi (soprattutto di scuole) ha generato fenomeni di abbandono e di perdita didentit con conseguente disagio della popolazione nel rapportarsi con luso degli spazi pubblici o con il centro della citt.
Quali le strategie di un riuso complessivo dei manufatti che sono stati costruiti da pochi anni e gi necessitano di seri interventi di restauro?
Nel mese di marzo lIN/ARCH Sicilia avvia cinque seminari sul tema della Conservazione dellArchitettura Moderna (trattando anche singoli casi come Casa Malaparte e Casa del Fascio), ma il caso Gibellina merita un approfondito evento di rilettura a fronte dei nuovi scenari e del nuovo millennio.
Arch. Franco Porto Presidente IN/ARCH Sicilia
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Commento 6575 di Franco Porto
del 18/12/2008
relativo all'articolo Regalo di Natale 2008. A Marco Casamonti
di Paolo G.L. Ferrara
Sono molto colpito dell'arresto di Marco Casamonti.
Sar stata fatale la sua doppia visione del fare architettura. Sono convinto che si muoveva nella consapevolezza di dover finanziare quanto di bello voleva poi realizzare. I successi fanno parte della sua ostinazione a svettare.
Lo ricordo a Genova per 7x70 con i Grandi dell'Architettura mondiale, un'organizzazione perfetta. L'ho invitato a Catania qualche anno fa e la sua generosit a "darsi" al pubblico lo ha stremato per le cinque ore di "professionale" conferenza.
Credo che di questi progetti non ci avrebbe mai parlato, sono da incasellare nella sezione "altro". Per su questi che si inciampa.
Ha ragione Paolo che bisogna parlarne, anche perch ne sentiremo parlare spesso dal momento che l'architetto partecipa sempre di pi a competizioni come questa in cui le imprese hanno molta pi esperienza.
Una caduta ci pu stare. Sono sicuro che Marco si assumer tutte le sue responsabilit.
Agli studenti va raccontata anche questa parte della storia......