Da mille a centomila concorsi d'architettura
di Beniamino Rocca
- 28/10/2003
Come gi detto, con una semplice proposta di modifica alla legge Merloni, che preveda lobbligo del concorso di idee per ogni ente pubblico che voglia accedere ad un finanziamento superiore ai cinquecentomila euro, i concorsi darchitettura diventerebbero subito centomila e pi.
Questa allargata, e democratica, possibilit di accedere al mercato del lavoro attraverso concorsi didee (anche i giovani architetti vi potranno accedere a pari titolo dei professionisti pi affermati , finalmente!), richieder concorsi snelli e semplici:
-una tavola formato AO
-una pagina di relazione
A questo punto il vero problema diventerebbe la gestione, e composizione, delle commissioni giudicanti.
Che gli ordini professionali, CNA in testa, abbiano avuto un ruolo deleterio e teso a privilegiare il proprio potere di controllo sotto gli occhi di tutti ormai, (basti pensare allo scippo legalizzatodellart.57 presente nella Merloni e, tanto per farsi unidea di come vanno i concorsi in Italia, al concorso di Catanzaro vinto da Paolo Portoghesi capogruppo insieme a consiglieri e presidenti degli ordini architetti e ingegneri delle province calabresi - si veda la rivista L architettura, cronache e storia n511 -maggio 98- per non dire poi che la funzione principale del CNA quella di tutelare, istituzionalmente, gli interessi pubblici rilevanti contro quelli particolari degli architetti, altro che pretendere - e dichiarare - di rappresentare linteresse dei professionisti architetti alla Commissione Europea, cosa che offende la democrazia e la libera rappresentanza sindacale sancita dallart. 39 della Costituzione Italiana!.
Ecco allora alcune direttive semplici, semplici, che la Merloni - modificata secondo le proposte del Co. Di. Arch. , sintende- dovrebbe dare sulla composizione delle giurie:
1)I concorsi devono essere palesi.
2)Il dibattito della giuria deve essere pubblico e il voto dei commissari deve essere palese. Il pubblico non pu fare domande e i progettisti partecipanti possono leggere pubblicamente la pagina di relazione e rispondere alle eventuale domande di chiarimento dei commissari.
Il dibattito, di norma, si tiene nellaula del consiglio comunale.
3) Lente pubblico che bandisce il concorso libero di scegliere e comporre la giuria come meglio crede, garantendo per i rappresentanti delle opposizioni politiche. Lente banditore non deve sottoporre il bando al giudizio di nessuno.
4)Lente banditore ha lobbligo di individuare il vincitore e rendere pubblico il programma dei lavori della giuria dare progetto definitivo, esecutivo e direzione dei lavori al vincitore organizzare una mostra pubblica di tutti i progetti partecipanti.
Come sarebbe bello che al prossimo congresso nazionale di Bari del CNA, un delegato dellordine (come si sa, o meglio , pochi sanno: solo i delegati hanno diritto di parola, oltre a ministri e invitati famosi, naturalmente), colpito da una folgorante voglia di democrazia, di buon senso, di nausea da corporazione filo fascista (leggere il libro di Paolo Nicoloso Gli architetti di Mussolini [ed. F. Angeli] se pensate che esagero), di amore per il proprio mestiere e per larchitettura, portasse queste problematiche allattenzione dellassemblea.
Noi del Co. Di. Arch., in attesa di una risposta ai quesiti gi ufficialmente posti alla commissione Cee di di Bruxselles, vorremmo semplicemente che almeno su internet se ne discutesse un po'.
(Beniamino Rocca
- 28/10/2003)
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Commento 462 di Franco Porto del 02/11/2003
Credo che l'iniziativa del CNA sull'Osservatorio dei Concorsi debba ritenersi molto interessante e chi stato a Bari potr averne constatato i risultati. Sono daccordo che occorre pi trasparenza sulle Commissioni (a Bari si parlato poco di tali problematiche) ma non capisco perch le sedute pubbliche devono essere considerate la soluzione al problema. Da una recente esperienza di membro di Commissione nel Concorso per un "Laboratorio di Citt" a Misterbianco (Catania) ho potuto verificare che le due sedute pubbliche (iniziale e finale) sono state quelle pi polemiche e meno utili al raggiungimento del miglior risultato per la competizione. Penso che la dignit di una Commissione si misuri sui risultati prodotti e su quelli bisogna discutere, sicuramente con pubbliche sedute per capire le scelte fatte senza necessariamente individuare chi ha meglio supportato la proposta vincitrice, anche perch il risultato finale, raggiunto all'unanimit dopo varie sedute, inizialmente poteva non essere unanime e se i membri si pronunciano in seduta pubblica difficilmente sarebbero propensi a rivedere le proprie posizioni.
Per quanto riguarda Portoghesi e i membri di Ordini calabresi credo che se ne parli gi molto ma non solo di quei casi (risulta strano che il CNA dopo aver dato parere su dei concorsi poi si ritrova vincitori alcuni dei suoi membri principali) sarebbe meglio impedire che partecipassero coloro che certificano e regolamentano la qualit di una competizione. Chiaramente su tutto l'etica professionale che ci salva dai cattivi pensieri. Franco Porto Presidente In/Arch Sicilia
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Commento 463 di enricogbotta del 03/11/2003
Le proposte di Beniamino Rocca e del Co.Di.Arch sono senz'altro sensate. Le condivido. Ma cosi come sono rimangono su un piano puramente idealista e sarebbero difficilmente applicabili (scommettiamo che non saranno MAI applicate?). Le idee che vogliono cambiare uno stato di cose, portare un cambiamento radicale, devono tenere conto degli interessi in ballo, di tutti gli inetressi, e cercare di stabilire un equilibrio diverso. Le proposte di Rocca non saranno mai applicate perche non portanno nessun vantaggio agli enti banditori. Ad esempio, se la procedura concorsuale garantisse al banditore effettivamente la selezione di proposte oggettivamente valide, con il massimo della qualit possibile, beh allora magari sarebbe disposto, in cambio, a offrire una procedura concorsuale trasparente... si tratta di trovare il modo epr rendere questo possibile. Fare proposte eccessivamente idealiste purtroppo non ci porta da nessuna parte.
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