49 commenti di Christofer Giusti
Commento
7796
di christofer giusti
del 14/02/2010
relativo all'articolo
Regalo di Natale 2008. A Marco Casamonti
di
Paolo G.L. Ferrara
Le debolezze umane sig. Pagliardini?
poniamola allora in termini di architettura.
Ci che stato fatto alla Maddalena, per citare l'esempio che in questi gg va per la maggiore, ritiene che sia espressione di debolezza, corrotta e lasciva, decadenza, crisi ideale ed intellettuale, oppure secondo lei il tramite della corruzione, della , a pochi concessa, vicinanza a certe persone o enti, hanno dato effettivamente come frutto una architettura vera, onesta, etica e pregna di significato?
Deve l'architettura, per essere tale, costare tanto?
deve per forza esser fatta di gestualit, sfoggio di materiali pregiati e costosissimi (solo perch firmati da corrotti designer) oggetti, oppure no?
deve essere la manichea e superficiale imitazione degli aspetti pi epidermici dei maestri del "moderno" o c' dell'atro?
deve esser fatta solo dai paraculati figli di pap (Boeri, Casamonti), che per giunta si prestano volentiri a dare la proprio opera in mbiti loschi, o forse da altrove verrebbero dei messaggi diversi?
era la Maddalena il luogo dove l'architettura dovesse esprimersi?
architettura ci che si produce e si pone come facciata e espressione di corruttela, lucro di denaro (qulcuno ha scritto che su 350.000 euro, 60.000 sono il frutto di "gonfiaggio" dei conti)
nessuno nega che la natura dell'uomo abbia insite delle debolezze, ma, da architetti, bisogna sforzarsi di mantenere un'etica (peraltro auspicata molto ipocritamente dall'ordine stesso) oppure dobbiamo fingere che i reali "contenuti" dell'architettura risiedano nelle modaiole e puttane gestualit dei blasonati Boeri e Casamonti?
Commento
7786
di christofer giusti
del 11/02/2010
relativo all'articolo
Regalo di Natale 2008. A Marco Casamonti
di
Paolo G.L. Ferrara
La volpe perde il pelo ma non il vizio:
di questi ultimi giorni la notizia del presunto reato di corruzione commesso da bertolaso e vari altri, tra tenici e imprenditori, e desunta da varie e amene intercettazioni telefoniche coinvolgenti vari "traffici", di varia "natura" ( in una il Bertolaso pare volersi assicurare una "ripassata" con una gentildonzella di suo gradimento, in cambio dei suoi "favori")
Ma, la volpe in questione il nostro collega e "amico" (non per gli invidiosi o gli esclusi si intnde) Casamonti , il quale, di nuovo, forte del regime che dal 2008 in qua si reistallato, si fatto disinvoltamente intercettare in amena conversazione di malaffare col Bertolaso.
Il tema pare fossero gli appalti milionari alla Maddalena.........
Ma il pelo sarebbe bene coltivarselo nello stomaco, di modo da essere avezzi ai conati di vomito e perdere cos la capacit di distinguere il bene dal male......
Commento
7347
di christofer giusti
del 08/07/2009
relativo all'articolo
Acqua al mio mulino
di
Silvio Carta
Se pu essere di consolazione posso dirle che quegli entusiasmi, quegli slanci, quelle passioni, sarebbero state messe a dura prova anche da tante ottuse e asfittiche facolt di architettura: pretenziosi corsi, lezioni di sedicenti, pomposi, nonch noiosi e inutili, cattedratici, i cui programmi di anno in anno vengono allungati, a m di broda, da parrasiti ricercatori.
Niente arte caro amico, bei tempi quelli del liceo artistico, ma ad architettura niente arte. Meglio i numeri dia retta!
Commento
7339
di christofer giusti
del 30/06/2009
relativo all'articolo
Utilit e inutilit dell'arte
di
Sandro Lazier
Era relativo ad un altro articolo il commento di Stefano Sanfilippo ma bene si adatta anche a questo.
Altro che arte sig Lazier! in Italia per fare l'architettura (l'arte per la vita per eccellenza)devi fare il geometra e poi avere il babbo con l'impresa (una delle possibili opzioni), allorra si che puoi avere l'occhio clinico, che puoi esprimmere dei giudizi. Vox populi!
Si guardi intorno Lazier e mi dica quanta architettura (arte) vien s, specie di questi tempi, mi dica quale ruolo ha un architetto (inevitabilmente mediocre..si intende) che voglia essere realmente tale, che l'architettura la voglia fare, senza impelagarsi in politica, con gli ordini, con l'universit, di questi tempi e in questo nostro bel paese.
Commento
7331
di christofer giusti
del 26/06/2009
relativo all'articolo
Utilit e inutilit dell'arte
di
Sandro Lazier
Sig. Lazier piuttosto che parlare dell'utiit o inutilit dell'd'arte, io parlerei dell'inettitudine di una societ che orientata a non riconosce in essa pi alcun valore e alcun ruolo. E ben poco sembra riescano a fare, sempre che lo vogliano fare davvero, un manipolo dl intellettuali impegnati a risvegliare delle inesistenti e del tutto insensibili coscienze. L'impressione, a onor del vero, che vi sia in voi l'orgoglio e l'alterigia dell'essere detentori di sensibilit e coscienze ad appannaggio di pochi eletti, assai rare e in via di estinzione se non del tutto estinte.
26/6/2009 - Sandro Lazier risponde a christofer giusti
Giusti, se lei conoscesse la mia personale storia non mi direbbe le cose che dice. Cosa sa di me per pensare che io faccia parte di una lite qualsiasi? Io non sono detentore di nulla se non della mia libert di esprimere opinioni e considerazioni. Non sono intruppato in nessun reggimento accademico per cui non devo render conto a nessuno; in accademia poi, in quanto anarchico ed eretico, non ho neppure preso i voti.
Per quanto riguarda questa societ, essa non peggiore di quelle che lhanno preceduta. La mia generazione la prima in Europa che non ha conosciuto guerre e fame. Non poco. Ma bisogna far meglio perch tutti hanno la responsabilit di lasciare il mondo migliore di come lhanno trovato.
Sono considerazioni semplici che implicitamente chiedono il nostro impegno personale per le cose che conosciamo e per cui siamo portati. Un impegno schietto, serio, generoso e faticoso, che lei non pu definire snobistico.
Commento
7324
di christofer giusti
del 23/06/2009
relativo all'articolo
Utilit e inutilit dell'arte
di
Sandro Lazier
Mi spiace davvero di non poter approfittare della vostra opera di redenzione...
Lazier le posso assicurare che io ...di impianti (e la invito a riflettere sulla scelta stessa del termine)..tendo a non averne alcuno, piuttosto mi fa specie che sia uno come lei, zeviano e contro le regole imposte, ad anteporre una simile prevenuta teoria alla verifica della stessa.
Commento
7316
di christofer giusti
del 21/06/2009
relativo all'articolo
Utilit e inutilit dell'arte
di
Sandro Lazier
.A miglior specificazione
..Insomma, Lazier, si potrebbe dire che l'atto del pisciare nell'orinatoio sia stato in s determinante e indispensabile alla percezione dello stesso non pi o non solo come orinatoio ma come oggetto di riflessione "altra" da se stesso.
L'atto dell'orinare diviene quindi indispensabile per approcciarsi nel modo giusto all'oggetto e alla sua percezione come opera d'arte.
Il dischetto su cui dirigere il getto impetuso d'urina, la porta para spruzzi...
Elementi di riflessione si, ma solo se attivati dall'atto dell'orinare, ne converr!
Lei o chi per lei (Diego Cane), inconsapevolmete entrato nei locali adibiti a servizi igenici, per poi scoprire solo nell'atto "vitale" della minzione, che in realt si trattava di locali espositivi a tutti gli effetti e che lei stesso era opera d'arte attiva.
In quell'edificio, magari nemmeno un museo, in quei locali a cui meno attribuiremmo una tale nobile (o ignobile, Cusano docet)) funzione, ma forse proprio perch cos pi vicini alla "vita", si spegne e accende l'arte con gli atti pi "miseri" della nostra esistenza:cacare e pisciare.
E' cos!
E dopo il suo ansimante e istintivo peregrinare per corridoi, nel momento topico, pur essendosi improvvisamente reso conto di essere capitato in un luogo cos ispirato, non lo ha esplorato in tutti i suoi preziosi contenuti?
Non ha per caso dato un'avveduta ,,,guardata anche ai cessi (WC)?Chissa quali interessanti e rivelanti riflessioni avrebbero potuto attivare!
Lei, o chi per lei (Diego Cane), ha inconsapevolmente pisciato in un "reverse ready-made" pensando che fosse "solo" un orinatoio,per poi scoprire in esso un ready-made di cui l' urina era assolutamente parte integrante e indispensabile per la sua stessa attivazione e comprensione....
Un vero peccato, che non dovesse anche cacare.
:azier, vuole la mia età? ho 56 anni, ma mi sento assai più giovane.L'eta nagrafica non conta....
21/6/2009 - Sandro Lazier risponde a christofer giusti
L’età anagrafica conta eccome. Infatti, se lei avesse dichiarato d’avere vent’anni o giù di li, sicuramente avrei perdonato la sua cafonaggine rispetto al tema trattato. Fino a quarant’anni, si dice, ad un uomo si perdona tutto.
Ma visto che di anni ne ha 56, mi pare inutile qualsiasi speranza di riabilitazione culturale. Non credo che pochi commenti potranno minimamente dirozzare il suo impermeabile impianto intellettuale. Sarebbe tempo sprecato. Come pisciare controvento o cacare a testa in giù, per usare metafore a lei più comprensibili. Per cui, per me, argomento chiuso.
Commento
7307
di christofer giusti
del 19/06/2009
relativo all'articolo
Utilit e inutilit dell'arte
di
Sandro Lazier
Signor Cusano, a lei va tutta la mia ammirazione e stima per come e cosa scrive. Tra l'altro, non vorrei dire, anche se non si direbbe leggere piace anche a me, anche se, lo devo ammettere, certe letture seppur caparbie, mi risulatno faticose e lunghe.....Ringrazio lei e Lazier, cos come Marrucci e Torselli,per aver potuto contribuire a suscitare in voi materia di dibattito.
Effettivamente signor Cusano, avevo usato le parole "tempi di merda" nel mio commento foriero dei vostri, (cos come pure cesso, pisciatoio, etc). Nell'usare questo vocabolario l'intenzione non era certo quella di essere cafone o scandalizzare, quanto piuttosto proprio di focalizzare bene con le parole, e quindi, anche nello scrivere, in senso artistico(?), l'alta "qualit" dei tempi in cui viviamo. Ma Lazier ha pensato bene di pubblicare la versione da me stesso e ironicamente mondata. A lei le possibili conclusioni.
Signor Lazier, sar che l'immagine piccola ma ammetto di essere stato superficiale e di non aver fatto caso n alla porta n al dischetto.
Ma, mi dica, lei ha fatto gol prima o dopo l'ispirazione artistica?
19/6/2009 - Sandro Lazier risponde a christofer giusti
"Ma Lazier ha pensato bene di pubblicare la versione da me stesso e ironicamente mondata. A lei le possibili conclusioni."
Lazier apprezza, evidentemente, l'ironia.
"Signor Lazier, sar che l'immagine piccola ma ammetto di essere stato superficiale e di non aver fatto caso n alla porta n al dischetto."
L'artista non vede, guarda
Commento
7312
di christofer giusti
del 19/06/2009
relativo all'articolo
Utilit e inutilit dell'arte
di
Sandro Lazier
Signor Lazier...ma che importanza vuole che abbia? se vuole mi pubblica e se non vuole non mi pubblica! per parte mia cerco di prenderla con ironia per sopire il malumore, e d'altronde guardi qui che fiorir di commenti intorno a questo burlone.
19/6/2009 - Sandro Lazier risponde a christofer giusti
Non le ho chiesto la luna. Mi basta un numero. Quello dei suoi anni.
Commento
7311
di christofer giusti
del 19/06/2009
relativo all'articolo
Utilit e inutilit dell'arte
di
Sandro Lazier
Mi consenta ancora questo ultimo "stimolo" per le esigenti cellule grigie vostre, diciamo per uno scarso 1-2% su 100, non di pi...
Signor Lazier, ha fatto gol prima o dopo aver immortalato ed elevato ad arte il suo personale R:MUTT 1917?
importante, secondo il mio fare arrogante (qualcuno, tra l'altro...mi spiace signor cusano, non ricordo chi, ritiene artisticit-genialit e arroganza come binomio indissolubile, e ben inteso la qual cosa non mi piace chissach).
Perch, giustamente lei sig. Lazier, dice: l'artista non vede,guarda"...io le credo sulla parola e le dico per che per ..guardare uno deve porsi in condizione...diciamo cos, di disposizione alla riflessione e/o contemplazione.
E, specie se la vescica e bella piena, e quindi la minzione lunga, con sgrullo o non sgrullo che gi di per s distoglie, la creativit ne beneficia.
Sarebbe quindi il caso di dire che l'ispirazione non venuta n prima n dopo ma...durante!
altrimenti sig Lazier vorrebbe dirmi che andato al cesso non per sua impellente necessit fisiologica, ma perch qualcuno le aveva segnalato il tal particolare pisciatore nel tal edifcio olandese?
oppure aveva scambiato la sala da bagno per una delle sale museali?
e quest'ultima considerazone potrebbe essere di ulteriore stimolo...intellettuale, anche in considerazione di quanto lo stimato sig.Cusano dice sull'origine dei musei: la sala museale che diviene un cesso pubblico, il luogo dove si ammazza l'arte e la si butta nel cesso! gia ma questo effettivamente forse nessuno l'ha ancora fatto, se ne riparler allora...
Rispetto invece al concetto di "reverse ready made" pare proprio che un artista,che non poteva che essere italiano, (non so chi e non so quando...mi spiace per i miei deficit)abbia pensato bene di fare diventare arte l'atto di pisciare nella fontana di Duchamp.
Questo non porter alcun arricchimento nella mente di tutti voi, ma non nemmeno detto che debba farlo.
Signor Cusano, io non aborro proprio niente,ho solo osato dire, velatamente, che, essendo lei uomo e come tale avendo lei delle debolezze, la sensazione che, oltre all' innegabile opera di onesta e interessantissima informazione e stimolo alla ricerca e approfondimento, lei inceda ben volentieri nel mettersi in mostra e nel porsi in cattedra.
Ma va questa presa come un offesa? e perch mai?
continui dicuramente nelle citazioni. io personalmente le apprezzo molto.
19/6/2009 - Sandro Lazier risponde a christofer giusti
Scusi Giusti, quanti anni ha?
Commento
7308
di christofer giusti
del 19/06/2009
relativo all'articolo
Utilit e inutilit dell'arte
di
Sandro Lazier
Invio un commento al video in inglese trovato su YouTube (http://www.youtube.com/watch?v=d2Y5mUJiaZI&feature;=related) sempre a proposito di Duchamp e, in particolare, proprio sull'opera ispiratirce (fountain)....
Duchamp had another concept of the readymade called the "reverse readymade." His example is using a Rembrandt as an ironing board.
By urinating in Fountain, the Italian artist was simply making Duchamp's piece into a reverse readymade, reversing it from a work of art into a useful object, but ironically back to a use for which it was originally created--a brilliantly Duchampian gesture!
Commento
7301
di christofer giusti
del 18/06/2009
relativo all'articolo
Utilit e inutilit dell'arte
di
Sandro Lazier
In effetti l'impressione , con tutto il rispetto, che Mr Cusano ami "porsi al di sopra";ora che la levatura dipenda dallo stare sul carro, cosa anche probabile, oppure stare in cattedra poca differenza potrebbe fare.
Ammiro in Mr cusano le citazioni colte che spesso leggo volentieri, ma ripeto, la citazione delle stesse, a sfoggio talvolta irritante di superiore eloquenza, mi suonano come l'adoperamento di...ready made..da usarsi secondo opportuit. Tali citazioni oltre allo sfoggio, pur interessante, di se stesse, non eludono il problema, sempre che problema ci sia! Come dice mrs o miss Torselli, che ringrazio per il suo intervento, anch'esso indubbiamente interesante e che, s, condivido, nell'arte concettuale appunto nel concetto, nel progetto-processo mentale che precede la fisicit dell'oggetto che va ricercata l'opera d'arte, tale elaboarzione mentale sar poi inevitabilemte diversa a seconda del fruitore dell'opera stessa e della sua capacit di porsi delle domande e darsi delle risposte, siano esse di natura emozionale siano esse di natura logico razionale.
Alla fine di tutto ci per, ripasso e master in storia dell'arte compreso, si assoda il fatto che uno scenario come quello da me paventato sarebbe possibilissimo, un oggetto costituto da wc o orinatoio unitamente all'happening dell'artista o di altro individuo reale o virtuale,ripreso nell'atto di defecare o orinare in essi, potrebbe a buon diritto essere opera d'arte!
Non disdegnerei poi nemmeno la componente "manieristica" della citazione vera e propria, oltre alla componebte vintage dell'antico orinatoio duchampiano (che brutto quello ripreso da lei sig. Lazier!), oppure quello delle vecchie scatole di latta del Manzoni.
E che dire poi del concetto di opera d'arte nell'opera d'arte.
Chiedo scusa per il disturbo.
18/6/2009 - Sandro Lazier risponde a christofer giusti
Tirato in ballo devo alcuni chiarimenti.
Nessuno si pone sopra le cose con le parole. Le parole sono il solo strumento per manifestare il pensiero. Quando questo alto, le parole sono alte e le citazioni aiutano. Pretendere una maggiore semplicit o elogiare la stessa, come fa Marrucci, questa si che metafisica che non ha niente a che vedere con larte e le cose di questo mondo. Il mondo non semplice e non facile raccontarlo. Personalmente sono grato a chi, come Cusano e Torselli, dedica tempo, pazienza e fatica a parlarne e discuterne pubblicamente.
Lorinatoio fotografato non in un museo ma in un vero bagno pubblico in Olanda. La porta da calcio e la pallina sul dischetto del rigore hanno una funzione precisa: costringere gli utenti ad una concentrazione che eviti loro di produrre schizzi a casaccio. Utile, e geniale.
Fotografato e messo in un museo, o sulle pagine di un giornale che parla darte, perde la sua funzione e diventa un racconto immaginario, zeppo di riferimenti, relazioni, illazioni, turbamenti, rabbie, volgarit, emozioni. Vi pare poco?
Commento
7286
di christofer giusti
del 17/06/2009
relativo all'articolo
Utilit e inutilit dell'arte
di
Sandro Lazier
Signor Cusano,
questo lo scriveva Croce nella XX edizione.
Lei ne riporta il testo per intero, ma ne condivide anche il contenuto o, visto che sono passati cinquanta e pi anni dalla formulazione di tal pensiero crociano, avrebbe da dire di suo, espresso con parole sue?
Commento
7279
di christofer giusti
del 13/06/2009
relativo all'articolo
Utilit e inutilit dell'arte
di
Sandro Lazier
Ma, orinare si pu considerare un happening artistico? arte?
e ancora, se l'orinatoio arte (vedi foto dell'articolo e rimando a Duchamp) ci si pu orinare dentro? artisticamente parlando, si intende!
Dopodich si potrebbe passare al WC, e al suo connubio con le feci (di manzoniana memoria, si intende).
Se ne potrebbero aprire un p di scatole e buttarne il contenuto nel WC, purch quest'ultimo sia opera d'arte riconosciuta e quindi sia degno delle feci di Piero Manzoni.
Lo vuole firmare lei, Lazier, un bel WC, c' solo l'imbarazzo della scelta: tra pezzi d'alto design e modelli dozzinali, ma poi perch dozzinali? ecco, forse uno di questi ultimi, tutto sta a disgiungere forma da funzione, oggetto da contesto, immagine da connotazione.
Per poi ritorniamo alla domanda originaria: premesso che sia arte orinare e defecare, che siano arte feci e orina, lecito abbinarle a orinatoio (fontana) e WC?
ai posteri l'ardua sentenza.
mi scuser, ho letto l'articolo, ma mi sono fatto prendere dall'immagine, che vuole farci, sono un lobotomizzato figlio di questi tempi di feci.
Commento
7268
di christofer giusti
del 06/06/2009
relativo all'articolo
Utilit e inutilit dell'arte
di
Sandro Lazier
Insomma, esimi Lazier, pagliardini, Cusano, ve la dite e ve la fate.....a proposito di appartenenze...
Commento
6733
di christofer giusti
del 10/01/2009
relativo all'articolo
La qualit architettonica non solo cultura. mo
di
Renzo Marrucci
Ma, mi spieghi, tutto questa disillusione, questo cinismo questa assenza di fiducia nel prossimo, una questione d'et?
se i furbi ci saranno sempre allora a che serve parlare qui? soprattutto a che serve tutto questo scambio tra vecchi-nuovi idealisti e giovani esaltati?
Si aspettera pure qualcosa da questi eventi che non sia un mero rimpasto, un insabbiamento, o no? certo, non si pu mandare in galera tutta la categoria professionale, e chi lo vuole? ma almeno l'uscir fuori, una presa d'atto, un p d'autocritica, l'adoperamento a cambiar le cose....
Se questa gente non si...rompe i coglioni...come dice lei saremmo punto e a capo e sai che oscillazioni!.
prenderemmo atto che questo un paese in cui le cose assolutamente non sono per tutti, ma non per questioni di nobile meritocrazia, ma per appartenenza.
E chi tale appartenenza non ha si lambicchi il cervello a capire come acquisirla.
Commento
6726
di christofer giusti
del 10/01/2009
relativo all'articolo
Il ruolo della critica
di
Sandro Lazier
Sig. Carta, che sono queste esclusivit? li faccia qui i nomi di questi critici, o ha forse paura di coinvolgere tali signori in qualcosa di scomodo? e che diamine di critici "veri" sarebbero dunque?
sig Marrucci, se ha avuto queste rivelazioni, le riporti qui per favore, a m di appello a svegliarsi!
anche perche i battibecchi tra fessi e esaltati..francamente....
Commento
6725
di christofer giusti
del 10/01/2009
relativo all'articolo
La qualit architettonica non solo cultura. mo
di
Renzo Marrucci
Invece, sig. Marrucci, saremo sempre noi fessi a dovercele rompere le scatole.........che ci piaccia o no! non cos?
Commento
6690
di christofer giusti
del 06/01/2009
relativo all'articolo
Caso Casamonti
di
La Redazione
Signor Rinaldo, ma lei chi ?
1) lei un servo sciocco del Casamonti che anzich provare a fare la propria architettura (cosa molto ma molto faticosa,e non soprattutto per le pi o meno solide relazioni da intessere, glielo assicuro),cercando anche di trarci di che vivere, preferisce di gran lunga schermirsi dietro il "genio".
2) lei Casamonti, e non serve aggiungere altro.
Se lei, Rinaldo, si ritiene soggiogato dal grande genio (per lobotomia o per convenienza) al punto da legittimarne qualsiasi azione, beh questa una sua posizione che a me, personalmente, appare pi come un problema, e piuttosto serio anche.
Pi importanti architetti hanno espresso solidariet al Casamonti...e allora? questo le basta? le basta perch le consente forse di continuare a sognare che il mondo e il modo professionale in cui vive sia quello giusto, quello dei divi? ma si dia una svegliata.."rinaldo".
come si permette di giudicare indirettamente il grado e la qualit dell'impegno di ciascuno di quelli che non sia uno dei "missionari" che lei ammira! che ne sa lei dell'impegno, mitomane?
che fa, lo valuta in base alle pubblicazioni........magari su "Area"?
e poi, missionari? ma lei in piena crisi isterica, lei un esaltato, non si faccia strumentalizzare, rinaldo, faccia la sua di architettura, intraprenda una sua "missione", e poi mi dir.
E tornando a quella solidariet, non dovremmo forse parlare di complicit? la "bellezza" giustifica tutto secondo lei? anche pilotare le gare? e chi sono i colleghi impegnati, solidali e soprattutto disinteressati? forse Pellegrini, Segantni, Femia, Savi? o altri ancor pi su? certi della commissione internazionale Anas, per esempio?
Commento
6681
di christofer giusti
del 05/01/2009
relativo all'articolo
La qualit architettonica non solo cultura. mo
di
Renzo Marrucci
Intanto lei, sig Marrucci, assieme all'atro articolo di testa al suo , sta ben contribuendo a chiuderla questa esigua finestrella..
Si certo, lo so, ho i paraocchi, ma a parer mio dovrebbero cominciare a fare ammenda tutti coloro che, a gradi diversi, in modi pi o meno illeciti, hanno fatto atto di prevaricazione sui fessi, approfittando, pe esempio,dell'istituzione dei concorsi, per farsi le regole "personalizzate" e agendo, in tali ambiti, pi o meno truffaldinamente.
la via del "cambio", della redenzone di una societ, passa proprio attraverso la presa d'atto degli errori, e sarebbe gi tanto!
Invece,guardi un p che manifestazioni di tracotanza da parte del reo preso in castagna. Egli non paranoico, Ferrara, ma secondo m pure peggio, egli recita la paranoia!
qui, lo ricordo, stiamo parlando di architettura, ossia di quella materia complessa che dovrebbe portare al "progresso", al miglioramento di una societ, alla presa di coscienza della giustezza dell'equit, mentre in tutti coloro che : inneggiano istericamente all'insuperabile genio Casamonti, oppure a coloro che, da servi leccaculi avvoltoi o figli di puttana, ritengono normale che l'architettto in italia lo si possa fare a patto d'avere il babbo architetto o la mamma ricca, siamo ben lontani dall 'avere una tale consapevolezza, siamo ben lungi da un "mea culpa"!
e parlo di certi architetti e dell'architettura che fanno, ma si intende che l'ammissione di colpa dovrebbe avvenire a 360
se ci non avverr, se le persone non sentiranno la necessit di esporsi come pure di mettersi nella condizione di "pagare dazio" se necessario, mi pare piuttosto difficile che qualcosa possa cambiare.
Tornando al grande attore Casamonti, con tale inequivocabili illeciti compiuti, com' possibile che possa di nuovo lavorare?
ma se pure ci fosse legale, dove trova , il Casamonti la faccia di bronzo per continuare a farlo, per pensare di essere nel giusto, se non nel suo essere un montato paranoide?
si svelino le carte!
5/1/2009 - Sandro Lazier risponde a christofer giusti
Tranquillo Giusti! Qui nessuno chiude le finestre. Ma la vita, grazie a Dio, deve continuare. Con onestà, generosità e passione per questo lavoro
Commento
6652
di christofer giusti
del 02/01/2009
relativo all'articolo
Regalo di Natale 2008. A Marco Casamonti
di
Paolo G.L. Ferrara
Signor Marrucci,
lei ama scriversi addosso!
lavoro duro? ma si parli piuttosto di lavoro, lavoro e basta, gia tanto!
si distingua piuttosto il lavoro etico dal non etico, il lecito dall'illecito, ma non si faccia ancora retaorica con il "duro lavoro"!
ma se l'immagini, crede lei che Casamonti non debba lavorare duramente per mantenere le fila di tutto st ambaradan che a messo su?
Scusi ma lei fa (o vorrebbe fare)opere pubbliche? se si dovr pure partecipare a gare o concorsi...o no? bhe, mi pare questo il busillis.
E lasci stare il suo mal celato senso di inferorit verso l'architettura "digitale"...sig. Marrucci., si legga piuttosto il pdf sull'articolo "il caso Casamonti" e vedr, ad un certo punto nel testo, che il Sig. Biagi, con la complicit di Savi e Casamonti, faceva illecite pressioni sulla provincia di Firenze affinch la stessa, trasferisse i propri uffici in area Castello e, a tal scopo, acquistasse i terreni al valore di mercato.
Come dire, la necesit, la domanda, (di un opera pubblica e quindi di una gara) creata ad arte dal politico Biagi con i progettisti complici pronti a spartirsi le parcelle e il Ligresti pronto anch'esso a incassare.
E gli altri, i fessi, partecipano, sempre meno speranzosi e sempre meno motivati, chissa come mai.
Commento
6651
di christofer giusti
del 02/01/2009
relativo all'articolo
Caso Casamonti
di
La Redazione
Sig. Marrucci,
tante, tante ,tante, tante parole per non dire un accidente!
Il suo duro lavoro anche il mio,
la sua passione anche la mia.
Il doversi invischiare con la politica, che dal canto suo invischia e pare essere matrice e ragione unica di ogni cosa in sto paese, mi fa ribrezzo,
la sola idea di diventare star, mi deprime.
Il mio sarcasmo, sia verso Casamonti, sia verso coloro che dicono opportunisticamente, come Maurizio De caro, che certi sistemi si cambiano standoci ben bene dentro, da star.
A dispetto dei toni, il mio non sfogo irrazionale, ma pungolo, testimonianza, rincaro, idealistica voglia di un sistema un p pi sano e schietto.
E quindi non perch io ce l'abbia con Casamonti, con Femia, con Segantini, con Pellegrini, non perch la loro crocefissione leniscca o ripaghi dela mia supposta frustrazione.
Se c' frustrazione da parte mia, questa dipende proprio dal fatto che il mio duro lavoro, cos come immagino il suo e di tanti altri, troppo spesso, viene avvilito dalle pratiche di questi sistemi, che si servono della voglia di diventare "star" di troppi professionisti.
la mia testimonianza relativa al cocorso Anas 2005-2006, indicativa di vari aspetti, non ha la funzione di rincarare la dose su Marco Casamonti.
Certo, Il Casamonti si trovato assai bene in questo ruolo di pallone gonfiato, ma la vicenda fa riflettere sulla vaquit dei concorsi, sulla loro ragione troppo spesso priva di un reale e concreto fondamento.
Sono essi occasioni reali per i progettisti di poter offrire la loro etica prestazione professionale, il loro "duro lavoro", o sono essi solo teatrini ipocriti dove le lobbies (politiche, accademiche,imprenditoriali) si spartiscono le sempre lamentate "esigue" risorse?
e, signoi Marucci, volendo fare architettura, se non attraverso concosi e gare, mi dice lei come si pu lavorare, sia pure duramente, in ambito pubblico?
Commento
6639
di christofer giusti
del 31/12/2008
relativo all'articolo
Auguri 2009
di
Sandro Lazier
Tanti tanti auguri all'italia che se ne sbatte della cultura e dell'equit, ma che, una volta per tutte, ha la giusta rappresentanza in chi, per mera popolarit, disposto a fare leggi che consentano la prevaricazione dei figli di puttana sugli onesti!
e chi vuol lavorare, dio buono, diventi star se ne capace, non faccia l'invidiosetto!
Commento
6638
di christofer giusti
del 31/12/2008
relativo all'articolo
Regalo di Natale 2008. A Marco Casamonti
di
Paolo G.L. Ferrara
Bene,
al signor Marucci un grazie per la sua molto italiana "ambiguit"!
ma cos' lei un moderatore? o per caso uno che vorrebbe, si, ma poi forse, per, meglio stare con un piede di qua e l'altro di l?
meglio "dissociarsi", cambiare "luogo" di conversazione.
Benissimo, non avevo alcun dubbio!
a parer mio il, sapere, il conoscere e soprattutto il cambiare, passa proprio attraverso la citazione di fatti, luoghi, circostanze e, per i pi arditi persone.
Ognuno faccia secondo il prorio coraggio (totale o parziale, Sciascia o non Sciascia) secondo la propra coscienza.
Se ci non si far, qui o altrove, mi parebbe ben esaurita la conversazione sul come e perch, non cambiera un bel niente, sig Marucci, .
al signor De caro, il quale dice che certe cose vanno combattute ad armi pari, da dentro il "sistema", vale a dire diventando star, bh che dire, tocca soccombere, di nuovo, ad uno che "finge" di non aver capito, per continuare, male che vada, a curare bene il proprio ricco tornaconto
Qui, nuovamente, si giustifica la "non etica" (vale a dire il "forzoso" dover diventare star ) in nome dell'etica.
Complimenti, a guardare il suo palmares mi pare che le riesca alquanto naturale, sia fare la starletta che esprimere la non cultura.
Mi auguro che non incappi in itercettazioni, anche se, visto anche l'attivismo in certa parte politica (suo o di un suo omonimo), queste dureranno ancora assai poco.
Non conosco il suo pensiero, ma mi pare di poter dire che lei appartiene a quelli dotati della personalit arrogante e arrivista, che "vivono il loro tempo", che cavalcano l'onda.
E al diavolo gli ideali, gli dia gi di luxury houses (un titolo indicativo del contenuto)!
Commento
6631
di christofer giusti
del 30/12/2008
relativo all'articolo
Auguri 2009
di
Sandro Lazier
Signor Lazier,
ottima sintesi!
le porgo i miei saluti e i miei auguri per un buon 2009!
Commento
6629
di christofer giusti
del 30/12/2008
relativo all'articolo
Regalo di Natale 2008. A Marco Casamonti
di
Paolo G.L. Ferrara
Dibattito vivace e interessante, ma devo dire che a scoprire le carte c' molta ma molta reticenza.
Assai poche rivelazioni, assai poche indiscrezioni, assai pochi appigli.
Ma si vuol cambiare o no?
vogliamo cercare di uscire da questa fogna o no?
se di moralit c' bisogno, ae moralit ed equit che si vuole, queste hanno certamente una via privilegiata di esprimersi proprio attraverso l'architettura!
Commento
6613
di christofer giusti
del 29/12/2008
relativo all'articolo
Regalo di Natale 2008. A Marco Casamonti
di
Paolo G.L. Ferrara
....."Che tristezza mi fa questa vicenda sapete una cosa? Io conosco il colpevole, si perche tutti lhanno gia messo alla forca il povero Marcoma per me, nonostante levidenza, rimarra sempre innocente e piuttosto vittima di un sistema e di un vortice che lo ha completamente deviato e soprattutto imbrogliato non giustifico lillegalita ma talvolta in Italia lillegalita e mascherata da legalita, soprattutto se approvata dagli uffici governativi e amministrativi"...
STENTO A CREDERE CHE MARCO CASAMONTI ABBIA POTUTO REALMENTE E INGENUAMENTE CONFONDERE ILLEGALE CON LEGALE, PIUTTOSTO DIREI CHE QUESTA ERA UNA COMODA SCUSA PER LA SUA COSCIENZA.
da certi sistemi non si scappa, non ci scappa nessuno.
PER ORA IO SI! CERTO NON SONO LA ZAHA HADID ITALIANA, ANZI TUTT'ALTRO, MA ANCHE QUANDO DOVESSI ESSERE COSTRETTO A SPORCARMI LE MANI PER LAVORARE, PER MANTENERE IL MIO UNICO STUDIO E MANTENERE LA MIA FAMIGLIOLA, NE SAREI PERFETTAMENTE CONSAPEVOLE E NON GIUSTIFICHEREI IN ALCUN MODO LA COSA NEMMENO IN NOME DELLA GIUSTA ARCHITETTURA (ANCHE PERCHE' IL PRESUMERE DI FARLA NON E' CERTO DIMOSTRAZIONE D'UMILTA')
"Cio che di bello si e costruito a Firenze negli ultimi anni ha il suo nome sopra"
MI CONSENTIRA' DI ESPRIMERE LE MIE RISERVE SU QUESTO,
CHI LO DICE CHE SONO BELLE OPERE? FORSE LE SUE RIVISTE?MAGARI QUALCUN'ALTRO LE AVREBBE FATTE ANCHE PIU' BELLE, O MAGARI DIVERSE, SE SOLO AVVESSE POTUTO CONTARE SU COMPETIZIONI E GIUDIZI EQUI E COSTRUTTIVI.
VEDE, CERTAMENTE CASAMONTI ERA PRIVILEGIATO NELL'ACCESSO, ANCHE ALL'ILLEGALITA', E DI QUESTA LUI HA VOLUTO CONSAPEVOLMENTE SERVIRSI, ANZICHE' DENUNZIARLA COME AVREBBE POTUTO CON MAGGIOR EFFICACIA..
......"Marco e, al contrario di chi lo descrive come una persona che ha peccato di presunzione, una persona estremamente modesta, per nulla arrogante, nonostante le sue qualifiche e posizione";
MI SPIACE,MA CI SONO MOLTI COMMENTI E TESTIMONIANZE A CONFUTAZIONE, IN OGNI CASO RI-CITO IL CONCORSO ANAS 2005:
....nel bel mezzo dell appassionato ed entusiastico approntamento della seconda fase, arriva al capogruppo una telefonata del Casamonti, gi in rapporti con lui per altri lavori:
Lascia perdere, cosa mia.disse il Casamonti
Cos fu, Casamonti vinse!
DAVVERO UNA BELLA PROVA D'UMILTA', DI SPORTIVITA' E SOPRATTUTTO DI INGENUITA', A RIPROVA DELLA SUA INCONSAPEVOLEZZA.
......"E pensate che la sua redenzione possa servire a salvare lItalia? Ma come siete ingnui o, forse dovrei ribadire, ipocriti e falsi!"
BENE, ALLORA SI VDA AVANTI COSI,
SIG.TAGLI, LA STORIA CI INSEGNA CHE CHI SI ESPONE, CHI VUOL PRIMEGGIARE A QUALSIASI COSTO, (E MI PARE CHE SIA QUESTO IL CASO) GODE DEGLI ONORI IN CASO DI RIUSCITA, MA SI DEVE FAR CARICO ANCHE DEGLI ONERI, TRA QUESTI, ASSAI SPESSO, QUELLI DEL FARE DA CAPRO ESPIATORIO
NON CREDO CHE NICCHIARE SU QUESTO RENDA IL CASAMONTI MENO IPOCRITA RISPETTO ALLA MEDIA ITALIANA.
..."Ma perche non andate a intervistare lintoccabile Ligresti e gli altri architetti che di favori, non ne hanno solo fatti, ma anche ricevuti! Per non parlare degli amministratori e politici coinvolti"......
PIU' CHE GIUSTO, SI FACCIA UN BEL REPULISTI!
CERTI AMMINISTRATORI HANNO PERO' LAMENTATO IL FATTO D'ESERE SOTTO RICATTO DEI POLITICI E DEI PROGETTISTI.........
Commento
6610
di christofer giusti
del 28/12/2008
relativo all'articolo
Regalo di Natale 2008. A Marco Casamonti
di
Paolo G.L. Ferrara
Il sito Italia nostra onlus Firenze
pubblicava due dettagliati articoli sulla vicenda del casamonti con relativi commenti dei lettori.
http://italianostrafirenze.splinder.com/post/19309226/Arrestato+Marco+Casamonti,+l'a
Il sito non pi accessibile
Spero che non tocchi analoga sorte a questo sito.
Marrucci ha ragione, nessuno dice niente (o comunque assai pochi hanno il coraggio di fare schiette denunzie), nonostante l'inequivocabilit delle intercettazioni, il "metodo" Casamonti, in grande o in piccolo, ancora un modello da persguire, proteggere con l'omert e in nome dello scambio di favore.
Che dici Paolo, cambier mai qualcosa?
Commento
6599
di christofer giusti
del 25/12/2008
relativo all'articolo
Regalo di Natale 2008. A Marco Casamonti
di
Paolo G.L. Ferrara
Caro Paolo Ferrara,
mi arrivata la cartolina d'auguri della redazione di antithesi.
Non so se siano personalizzate o se siano uguali per tutti, fatto sta che Paul Klee il "degenerato" che preferisco sin dai tempi dei primi anni del liceo, al punto che, a sedici anni, scovai nella incustodita biblioteca il gi allora introvabile suo "teoria della forma e della figurazione".edito da feltrinelli.
Per la verita riuscii a trovare (e, ammetto i miei modesti illeciti, sgraffignare) solo il primo volume, le lezioni, il secondo: la storia naturale infinita, non ho mai avuto l'avventura n di sfogliarlo, n di leggerlo.
Ben inteso, Paolo, non ho la presunzione di aver capito Klee, ma certamente tale libro mi ha aperto la porta ad un universo parallelo e alla comprensione delle sue regole.
Ti ringraio molto, ancora auguri a te e famiglia.
Commento
6592
di christofer giusti
del 24/12/2008
relativo all'articolo
Regalo di Natale 2008. A Marco Casamonti
di
Paolo G.L. Ferrara
"MA PERCHA' PARLATE DELL'ARCHITETTURA???? QUESTA NON C'ENTRA .DELL'UOMO POI...OGNUNO PENSI QUEL CHE VUOLE"
Il fatto che secondo il mio modesto parere tale sua architettura l'espressione dell'appartenenza a tale vizioso sistema, non potrebbe essere altrimenti. Essa arrogante e invadente, piuttosto che ipocritamente moralizzante.
Laddove si arrivi ad essa, l'archittettura, accettando come giusto prezzo l'imbroglio, la prevaricazione, la presunzione, assecondando poteri occulti e illeciti per la propria autoaffermazione, essa non potr che essere criicabile alla pari dell'uomo che l'ha prodotta.
La chiave di tutto l'umilt, l'annoso lavoro e la costante dedizione, solo acquisita tale dote, una volta che uno ben corazzato culturalmente e moralmente, probabilmente anche con l'et, pu arrischiarsi ad accettare di lavorare (con atteggiamento critico) con personcine del calibro del Ligresti alias Finanziaria Sai, alias Pirelli etc.
Diverso l'andarsele a cercare fidando nel "giro giusto".
Commento
6588
di christofer giusti
del 23/12/2008
relativo all'articolo
Regalo di Natale 2008. A Marco Casamonti
di
Paolo G.L. Ferrara
Mi arrivata la notizia del pubblicato articolo su Casamonti..dalla mailing list di antithesi.
Bho, io l'ho gi letto ho gi mandato fior di commenti su di esso.
I tra le righe, il non detto, le allusioni, mi trovano forse lento di comprendonio.
Io ho un amico che, fatte le superiori (un istituto commrerciale) trov un'occasione di lavoro assai allettante, ma anche di gran responsabilit, si trattava della direzione di un'agenzia di assicurazioni.
Si mostr abile, nonostante la giovane et era bravo, sapeva fare, aveva la dote innata, l'agenzia andava assai bene...era un enfant prodije.....!
Bene, questo mio amico era un ragazzo che aveva come punto d'arrivo far soldi, sempre stato questo il suo pallino, farli e farli in fretta,ma non farli per accumularli da tignoso, farli per mostrare di averli, per fare lo splendido.
Era, ed immagino che sia tutt'ora, un generoso e uno spaccone.
Si mont la testa, cominci a spendere i soldi dei premi, in cene, auto, vestiti, ricevimenti, fidando nel fatto di poter ripianare i buchi.
Fu la rovina.
fu denunciato,e alla fine, fu perseguito per truffa, per essersi appropriato, spendendoli, di non so quanti milioni.
Da allora sparito, per noi di qui che continuiamo la nostra vita egli non esiste pi.
Eppure lui era bravo nel suo lavoro, davvero, anche per fare l'assicuratore il talento conta, ma nessuno, ripeto nessuno gli ha pi dato una seconda chance, nessuno gli ha proposto di nuovo un posto di assicuratore in virt di tale talento e bravura, fidando nella sua redenzione.
E' dovuto emigrare!
Casamonti ha esagerato, ha approfittato della sua posizione di vantaggio e privilegio, ha pestato i piedi, snobbato e prevaricato troppe persone e ha favorito quelli che potevano favorirlo o quelli che gli leccavano il culo nel modo giusto o pi allettante.
Lo ha fatto sapendo bene quel che faceva, non era un bambino!
Non il solo, questo sicuro; fanno pi schifo i reconditi, altra grande verit. Si arrivi anche a quelli, si faccia tabula rasa.
l'umilt la virt dei fessi, e Casamonti fesso non si riteneva davvero, visti i suoi modi sprezzanti, diunque che potenziale c' in lui?.
tu vuoi scindere la parte cattiva dal potenziale buono...
ma qual' questo buon potenziale?
per conto mio la sua architettura poteva piacere solo ai suoi intontiti e suonati e arroganti studenti, quelli che accettano di lavorare in uno dei suoi studi per 400 euro al mese, in condizione di estremo arrivismo e cruda competizione, perch questo il prezzo per fare l'architetto, per avere i canali giusti, per l'onore di poter scrivere sul proprio curriculum: "lavorato presso lo studio Archea".
La sua vuota architettura si presta solo a rappresentare persone come Ligresti, che cercano una grancassa per rappresentare la loro marcia magnificenza, ma che in cambio non danno nulla.
E non mi sembra che casamonti si sia messo in alcun modo in polemica con tal mecenate, nemmeno in meniera sottile come fecero: il Michelangelo, l Borromini, il Guarini.....egli anzi dice che ne un p innamorato.
Commento
6579
di christofer giusti
del 20/12/2008
relativo all'articolo
Regalo di Natale 2008. A Marco Casamonti
di
Paolo G.L. Ferrara
Caro Ferrara,
sono pienamente d'accordo con quanto hai detto!
il coraggio non per tutti, non a caso Sciascia ne scriveva.
Per non si arrivi a dire adesso che il Casamonti ha lasciato la retta via perch nessuno lo ha correttamente indirizzato.
Cos si giustificano anche Mussolini e Hitler!
diciamo pure che quel "capogruppo" fa parte di quei colleghi/amici vigliacchi che hanno usato il Casamonti per i loro interessi.
Il fatto per rimane.
Commento
6578
di Christofer Giusti
del 20/12/2008
relativo all'articolo
Regalo di Natale 2008. A Marco Casamonti
di
Paolo G.L. Ferrara
Caro Ferrara, rieccomi dopo lungo tempo.
E penoso constatare come Marco Casamonti sia stato abile nella persuasione. Egli per ha plagiato e esaltato soprattutto se stesso, al punto di credere di essere legittimato a farsi le regole su misura, in nome dellunica architettura possibile: la sua.
Tutti coloro che lo hanno appoggiato o ne hanno esaltato il ruolo, hanno finto e fingono di essere compartecipi, emotivamente o intellettualmente coinvolti, solo per il loro sporco tornaconto.
Che gran amici, che gran intellettuali, che gran amministratori o imprenditori, che gran vigliacchi!
Si faccia dunque un bel repulisti, ma di tutte queste brave persone in vista o non in vista, siano esse Casamonti..o non Casamonti!
eh, dio buono! (citazione della conversazione intercettata tra Marco Casamonti e Pietro Carlo Pellegrini).
Un altro piccolo e... ingenuo contributo alla sua grandezza:
con tutto il rispetto per lannosa dedizione, la sincera passione, i meriti intellettuali, il talento vero o presunto, ossia, detto per inciso, per tutte queste cose che posso dire di condividere con il Casamonti, anche se io non ho riviste su cui sbandierarle e non sono professore, cito solo un episodio a testimonianza dei metodi del nostro:
concorso Anas 2005 per la rinaturalizzazione di un tratto autostradale e nuovo museo archeologico. Concorso internazionale in due fasi, con preselezone in prima fase di tre candidati finalisti in forma anonima.
Una bella e insperata chance per pi giovani e meno giovani studi, uniti in associazione temporanea, e capeggiati da una societ di ingegneria.
Felicissimi per il gradimento della commissione che li aveva selezionati, nel bel mezzo dell appassionato ed entusiastico approntamento della seconda fase, arriva al capogruppo una telefonata del Casamonti, gi in rapporti con lui per altri lavori:
Lascia perdere, cosa mia.disse il Casamonti
Cos fu, Casamonti vinse!
Ritenete che ci sia molta differenza tra questa e le vicende per cui Inquisito o stato arrestato? che forse il suo probabile annoso adoperamento, foriero alla fine di questo concorso, legittimano il tutto, sia pure in nome di una sua presunta superiorit intellettuale o della superiorita tutta da dimostrare del suo progetto proposto per il concorso?
Ma stato selezionato e ha vinto per il suo progetto o ha vinto perch Casamonti?
20/12/2008 - Paolo GL Ferrara risponde a Christofer Giusti
Caro Giusti, non conosco la vicenda "Anas" e il Suo commento riporta una denuncia molto pesante. Detto ci, mi chiedo come mai il capogruppo di cui parla non abbia denunciato Casamonti. Vede, credo fermamente in ci che diceva Leonardo Sciascia, ovvero che "il coraggio una dote intera; a met falso eroismo".
Il suddetto capogruppo, avendo accettato la cosa (certamente squallida e illegale), avrebbe dovuto agire e non lamentarsi. Non lo ha fatto poich gi in rapporti con Casamonti, dunque ne condivideva il sistema. E, presumibilmente, gli stava bene che Casamonti avesse il potere in gestione.
Cordialit e buone feste.
Commento
5887
di christofer giusti
del 05/01/2008
relativo all'articolo
Regalo di Natale di Antithesi al Direttore di L'A
di
Paolo G.L. Ferrara
Da Natale 2001 a Natale 2007,
ci sei poi andato da Casati? ti ha fatto vedere i suoi cassetti pieni di progetti propostigli dai tapini architetti vogliosi di mettersi in mostra?
tra quelli ce n' anche uno dei miei, ma forse per farlo pubblicare l'unica (forse)sarebbe pagare!
ora che le tue provocatorie parole, assieme a quelle (assai pi eloquenti) del da te usato Pesce, hanno sortito la consueta reazione ruffiana del Casati, magari ti si aperta una via privilegiata alla visibilit "sull' ARCA"....sempre ammesso che tu abbia mai realizzato qualcosa.
Botto di capodanno.
5/1/2008 - Paolo GL Ferrara risponde a christofer giusti
Certe volte mi chiedo come -avendo letto i miei articoli- si possa credere che io sia lì a cercare strade privilegiate...
Caro Giusti, mi sono fatto più nemici in sette anni che nei restanti 36.
Casati non mi ha mai proposto di scrivere o di pubblicare le mie opere, ma posso garantirle che non avrei accettato.
Soprattutto, nessuno dei personaggi da me criticati ha mai voluto incontrarmi per interviste con cui approfondire i temi da me sollevati. Pensì un pò, neanche per farmi un regalo che potesse fare il botto.
Commento
5722
di christofer giusti
del 17/11/2007
relativo all'articolo
Sgarbi, Portoghesi, e i giovani d'oggi
di
Paolo G.L. Ferrara
L'articolo del 2001, ora siamo quasi nel 2007 e praticamente nulla cambiato.
Basta uscire dai patri confini, duvunque ma fuori dell'italia, per accorgersi che l'architettura contemporanea ha modo creativo di esprimersi persino in bellissimi contesti storici!
e, a proposito di questi ultimi, a proposito del paesaggio (da qualche hanno a questa parte foriero di chiacchere e teorie pi o meno astruse), l'italia si fa vanto di patrimoni , patrimoni che sono sempre pi degradati e inesistenti, per i quali capace di produrre solo chiacchere, comprese quelle di Sgarbi, leggi ,leggine e norme del....., in due parole:immobilismo, parassitismo (specie politico)!
Si vadano a vedere i paesaggi austriaci, svizzeri, francesi, si impari dalla loro integrit.
Si vadano a vedere le citta, i paesi, la loro bellezza urbanistica, i loro nuclei storici, la loro pedissequa e amorevole manutenzione, la compresenza, in essi, di bella architettura contemporanea.....
Ora, dopo aver tolto i minimi tariffari, per essere allineati all'europa......, per garantire la qualit (da geometra) vogliono anche accorpare (leggasi accoppare) gli ordini secondo logica di affinit professionale.....................(troppo coraggioso toglierli del tutto).
Stiamo assistendo alla disfatta dell'intelligenza, saremo iscritti assieme ai geometri, e coerentemente con la mediocritas italiana non saranno loro ad elevare il loro quoziente, ma saremo noi ad essere degradati a misuratore di terra (il lavoro comunque garantito secondo costituzione).
Siamo al punto che un geometra potr, sostenedo pochi esami (a pagamento) e in virt di non meglio precisati crediti maturati, avere la laurea in architettura (solo quela breve, si intende, quella di architetto jr).
Ma che c....o faranno questi architetti jr se non essere dei disgraziati pi dei senior?
ma intanto le aziende-facolt-letamaio incamerano i loro bei quattrini, moltiplicano le loro cellule-facolta -antoccio, piazzano i loro leccapiedi-culo, sfornano nuove e creative figure professionali il cui campo di impiego stabilito per legge.
Voglio emigrare.
Commento
5419
di christofer giusti
del 08/07/2007
relativo all'articolo
Senza parole
di
Paolo G.L. Ferrara
(AGGIUNTA ALLA FRASE FINALE DEL TESTO)
Egregio Ferrara,
Ci risiamo,
non sono convinto che l'architettura sia il frutto della "reale preparazione",(sono laureato, quindi ce l'ho), cos come non sono convinto che un giurato dotato di una tale "reale preparazione" sia in grado di valutare meglio un progetto, sia nella posizione di non cedere (di fronte alle lusinghe di tanti "bei"progetti) a condizionamenti o seduzioni!
Non so dire quali siano le componenti oggettive di un progetto che andrebbero valutate, ci che voglio dire che sento l'esigenza (difficilmente soddisfacibile) di un giudizio che possa essere espresso da persone "particolari" su elementi oggettivi, razionali, misurabili, insindacabili (come spesso si legge sui bandi), pur essendo io dell'idea che l'architettura sia si un fatto culturale, ma culturale nella misura in cui cultura strumento per l' affinamento della propria sensibilit espressiva ed artistica, comprensione "razionale"(quando accade) delle inconsapevoli ragioni del proprio intuito.
E' cos che io voglio fare e che faccio l'architetto, coerentemente con la mia preparazione che, francamente, non so dire se sia o non sia "reale", mi ha fruttato 110 e lode all'universit (senza CEPU, allora ancora non c'era)..., dopo anni di autodidattismo, di sangue amaro e di corse dietro a tizio e caio. Forse solo un bluff, come lo sono i pettorali carichi di lustrini e madaglie degli attuali militari, sbandierate in occasione dell'ultima festa della repubblica, medaglie che non aveva nemmeno mio nonno che ha fatto due guerre.
Non amo fare citazioni, non le so fare, questo fa di me un architetto immeritevole?
questo che intendi quando dici che ciascuno dovrebbe parlare del proprio progetto e instaurare un dibattito? stare li a sciorinare la propria eloquenza?
cambierebbe poco secondo me, l'avrebbero vinta gli affabulatori pi abili come te, che al disegno antepongono le parole, con le quali possibile attribuire un significato qualsiasi cos come il suo esatto contrario ad un qualsiasi segno.
Francamente, la mia impressione , ancora, che se ne faccia una questione di appartenenza: in una moltitudine di laureati chi ha pi diritto a fare o parlare di architettura? quelli che hanno la "preparazione reale" (pomata per le emorroidi sovrane) e, tra questi, tu metti naturalmente te stesso (bando alla falsa modestia)!
Alla fin fine il tuo presunto atteggiamento liberale non diverso da quello che tu presumi essere il mio (illiberale).
Di contro posso dire, e per inciso, che io antepongo il disegno e il disegnare, il pensare e ripensare attraverso il disegno (a mano, anche se passatista, o con il computer), la pratica del fare, al parlare e allo scrivere (occasioni professionali permettendo), forse perch ho maturato o sto maturando via via l'idea che l'architettura sia un fatto di tempo dedicatole, di pazienza e di tentativi.(se non sbaglio qualcuno l'ha anche scritto e io condivido, ma non per aver mandato a memoria la tal frase o il tal concetto, bens perch lo sto constatando con la pratica del fare)
Ed forse proprio in questo che l'architettura si differenzia dall'edilizia: per la cultura, sinonimo per me dell'acquisire sempre maggior conoscenza e quindi sensibilit oltre che, per il prezioso tempo la cui quantit consente di ottenere l'accuratezza necessaria a esprimere tale sensibili.
Non comprendo il conflitto classista tra classico e anticlassico, francamente trovo che questa contrapposizione oggi non abbia grandi chances di scaldare gli animi, anacronistica!
vero, alcuni critici e storici hanno attribuito all'attingere al classico nei vari casi in cui avvenuto, un atteggiamento involutivo, tipico di una societ che guarda al passato sia pure per rifondare, in modo anche discutibile e assolutistico, il proprio presente.
Non voglio esprimermi riguardo a questo, dico solo che classico e anticlassico individuano due modi diversi di esprimersi, ad esempio, in architettura.
L'esprimere architettura (beninteso pur sempre moderna) attualmente, pu avvenire e di fatto avviene, nell'uno o nell'altro modo, oppure addirittura, dico un 'eresia,arrivando a rendere compresenti i due modi. Ne faccio semplicemente una questione di sensibilit, e parlo di sensibilit individuali.
Ma, tento un approccio generale.
Tu citi Saarinen (Eero), forse era meglio parlare di Jarno Saarinen, centauro il cui nome ha adesso Trulli....ma forse no visti i risultati di quest'ultimo.
Se lui (Eero)dice che attinge al passato, per introiettarlo nel presente e proiettarlo nel futuro non si pu che credergli e soprattutto rimanere a bocca aperta di fronte all'indiscutibile bellezza e soparattutto espressivit e suggestione delle sue opere.
Una figura come questa, con opere compiute di tal calibro, non pu che generare mitomania verso la quale, lo ripeto, non mi parete davvero immuni, n tu, n Zevi.
Commento
5417
di Christofer Giusti
del 07/07/2007
relativo all'articolo
Senza parole
di
Paolo G.L. Ferrara
Egregio Ferrara,
Ci risiamo,
non sono convinto che l'architettura sia il frutto della "reale preparazione",(sono laureato, quindi ce l'ho), cos come non sono convinto che un giurato dotato di una tale "reale preparazione" sia in grado di valutare meglio un progetto, sia nella posizione di non cedere (di fronte alle lusinghe di tanti "bei"progetti) a condizionamenti o seduzioni!
Non so dire quali siano le componenti oggettive di un progetto che andrebbero valutate, ci che voglio dire che sento l'esigenza (difficilmente soddisfacibile) di un giudizio che possa essere espresso da persone "particolari" su elementi oggettivi, razionali, misurabili, insindacabili (come spesso si legge sui bandi), pur essendo io dell'idea che l'architettura sia si un fatto culturale, ma culturale nella misura in cui cultura strumento per l' affinamento della propria sensibilit espressiva ed artistica, comprensione "razionale"(quando accade) delle inconsapevoli ragioni del proprio intuito.
E' cos che io voglio fare e che faccio l'architetto, coerentemente con la mia preparazione che, francamente, non so dire se sia o non sia "reale", mi ha fruttato 110 e lode all'universit (senza CEPU, allora ancora non c'era)..., dopo anni di autodidattismo, di sangue amaro e di corse dietro a tizio e caio. Forse solo un bluff, come lo sono i pettorali carichi di lustrini e madaglie degli attuali militari, sbandierate in occasione dell'ultima festa della repubblica, medaglie che non aveva nemmeno mio nonno che ha fatto due guerre.
Non amo fare citazioni, non le so fare, questo fa di me un architetto immeritevole?
questo che intendi quando dici che ciascuno dovrebbe parlare del proprio progetto e instaurare un dibattito? stare li a sciorinare la propria eloquenza?
cambierebbe poco secondo me, l'avrebbero vinta gli affabulatori pi abili come te, che al disegno antepongono le parole, con le quali possibile attribuire un significato qualsiasi cos come il suo esatto contrario ad un qualsiasi segno.
Francamente, la mia impressione , ancora, che se ne faccia una questione di appartenenza: in una moltitudine di laureati chi ha pi diritto a fare o parlare di architettura? quelli che hanno la "preparazione reale" (pomata per le emorroidi sovrane) e, tra questi, tu metti naturalmente te stesso (bando alla falsa modestia)!
Alla fin fine il tuo presunto atteggiamento liberale non diverso da quello che tu presumi essere il mio (illiberale).
Di contro posso dire, e per inciso, che io antepongo il disegno e il disegnare, il pensare e ripensare attraverso il disegno (a mano, anche se passatista, o con il computer), la pratica del fare, al parlare e allo scrivere (occasioni professionali permettendo), forse perch ho maturato o sto maturando via via l'idea che l'architettura sia un fatto di tempo dedicatole, di pazienza e di tentativi.(se non sbaglio qualcuno l'ha anche scritto e io condivido, ma non per aver mandato a memoria la tal frase o il tal concetto, bens perch lo sto constatando con la pratica del fare)
Ed forse proprio in questo che l'architettura si differenzia dall'edilizia: per la cultura, sinonimo per me dell'acquisire sempre maggior conoscenza e quindi sensibilit oltre che, per il prezioso tempo la cui quantit consente di ottenere l'accuratezza necessaria a esprimere tale sensibili.
Non comprendo il conflitto classista tra classico e anticlassico, francamente trovo che questa contrapposizione oggi non abbia grandi chances di scaldare gli animi, anacronistica!
vero, alcuni critici e storici hanno attribuito all'attingere al classico nei vari casi in cui avvenuto, un atteggiamento involutivo, tipico di una societ che guarda al passato sia pure per rifondare, in modo anche discutibile e assolutistico, il proprio presente.
Non voglio esprimermi riguardo a questo, dico solo che classico e anticlassico individuano due modi diversi di esprimersi, ad esempio, in architettura.
L'esprimere architettura (beninteso pur sempre moderna) attualmente, pu avvenire e di fatto avviene, nell'uno o nell'altro modo, oppure addirittura, dico un 'eresia,arrivando a rendere compresenti i due modi. Ne faccio semplicemente una questione di sensibilit, e parlo di sensibilit individuali.
Ma, tento un approccio generale.
Tu citi Saarinen (Eero), forse era meglio parlare di Jarno Saarinen, centauro il cui nome ha adesso Trulli....ma forse no visti i risultati di quest'ultimo.
Se lui (Eero)dice che attinge al passato, per introiettarlo nel presente e proiettarlo nel futuro non si pu che credergli e soprattutto rimanere a bocca aperta di fronte all'indiscutibile bellezza e soparattutto espressivit e suggestione delle sue opere.
Una figura come questa, con opere compiute di tal calibro, non pu che generare mitomania verso la quale, lo ripeto, non mi parete davvero immuni, n tu, n Zevi.
Dopodiche, daccordo, dopo che lui l'ha detto e c
Commento
5401
di christofer giusti
del 30/06/2007
relativo all'articolo
Senza parole
di
Paolo G.L. Ferrara
Caro (consentimi un tal grado di confidenza) Paolo Ferrara.
Io mi sento molto ignorante, non vi giorno che il confronto con gli altri, le letture, l'ascolto di televisione o radio non mi persuada della mia ignoranza, della mia inadeguatezza.
Io sono architetto, (laureato a Venezia col massimo dei voti..) cerco di mettere l'anima ma non so se cio che produco pu a buon diritto esere definito architettura.
In questo articolo tu auspichi un mondo di virtuosi, una societ di persone vaccinate contro l'accidia e la pigrizia.
Il tuo articolo datato ma proprio di recente, con l'attuale governo, che mi pare sia di sinistra...sempre che oramai faccia differenza, che ho sentito un certo Prodi parlare di lotta contro i clientelismi, di meritocrazia, di far spazio ai giovani (speriamo fino ai 99 anni).
Ma, vorrei dire, lo ritieni davvero possibile?
E' realistico che ad un concorso per il quale arrivano un centinaio, se non il doppio, di proposte non si favorisca l'uno o l'altro in base a clientelismi?
non forse pur sempre "clientelismo" che un giurato dia il suo punteggio ad un progetto redatto in modo da incontrare i suoi "gusti"?
Oppure, formulo in altro modo, forse meritocratico che un progetto venga deprezzato rispetto ad un altro che incontra pi la filosofia del tal giurato o giurati?
Come al solito ne faccio una questione di appartenenza, la quale appartenenza, presente o assente, genera, secondo la mia modesta opinione, pigrizia nel giudicare e, seppure non premeditato, "clientelismo".
Una commissione dovrebbe essere virtuosa a tal punto da saper appprezzare le qualit "oggettive" di un progetto , dovrebbe probabilmente fare lo sforzo sovrumano di superare i preconcetti delle proprie categorie estetiche (supposte come giuste) per cercare di capirne i pregi razionalmente oggettivi.
Considera che, sempre pi frequentemente, le commissioni non sono rese note, perlomeno non ai comuni mortali.
Per dirla pi semplicemente o banalmente: se tu fossi giurato e ti capitasse sotto gli occhi un progetto oggettivamente pregevole ma "classico", tu ,quale anticlassico, lo faresti vincere?
una domanda semplice.
Commento
1480
di christofer giusti
del 22/11/2006
relativo all'articolo
Sulla riforma dell'ordinamento professionale
di
Alberto Scarzella Mazzocchi
...Se invece di livello tecnico\progettuale, al fine di garantire alla committenza che il prodotto finale avr le caratteristiche richieste e al costo preventivato, la richiesta assume un aspetto diverso ed accettabile...
non da escludere che una ottusa garanzia del non andar oltre i costi preventivati cos come delle presenza delle sole caratteristiche progettate a priori, in se stesse, impediscano la possibilit della creazione di un'opera che abbia in se i valori aggiunti dell'intuizione (difficimente preveniviabile), cio un opera che si possa a buon diritoo definire architettura.
La sensazione che si voglia dare una sorta di avanzamento di carriera: ci che una volta erano i geometri(duri a morire peraltro) ora saranno gli architetti, preposti a produrre un'edilizia di mediocre qualit, ma nel rispetto delle norme, delle prestazioni e dei preventivi ottusamente previsti in sede di progetto.
Ma questo il fin troppo prevedibile frutto di un paese che deve piazzare e garantire il lavoro a tuti i suoi sudditi.
E siccome oramai la laurea sempre pi ad appannaggio di tutti, (ti abbonano gli esami persino se dimostri esperienza lavorativa attinenteal corso di laurea, pubblicizza CEPU) si ha buon gioco a svilire la professione della creativit per antonomasia, l'architetto.
Commento
1463
di christofer giusti
del 13/11/2006
relativo all'articolo
Carnevale a Piazza Armerina: la carrozzata 'Villa
di
la Redazione
Cio che l'Architetto Andrea Pacciani afferma pu essere condivisibile per certi aspetti: le teorie sul restauro si sprecano, al punto che l'unica via percorribile, dal mio punto di vista, quella che, oggi come oggi, fa pi paura, quella che non demanda all'una o all'altra tranquillizzante teorizzazionie assolutistica, che non si affida alla scienza come foriera di tutte le risposte giuste perch, appunto scientifiche, ma quella che sia affida alla sensibilit percettiva, espresiva e culturale di un architetto, nella fattispecie l'architetto Franco Minissi.
Sembra incredibile che i tempi contemporanei, eredi di tanta passata ricchezza (frutto della intuizione), non siano, di fatto, in grado di apprezzare la ricchezza non materiale, non misurabile non monetizzabile.
E se l'opera del Minissi per la villa romana , certamente un'opera funzionale oltre che architettonicamente certamente apprezzabile, vista l'indecente incuria che le stata riservata, potrebbe essere sostituita da altra opera MODERNA e egualmente, se non pi sensibile, (e non certo dalla porcata di Sgarbi e co), lo stesso non si sarebbe potuto certo dire per la basilicale di Mazara del Vallo, un'opera di gran bellezza per la quale, signor Pacciani, s, si sarebbe dovuto procedere a un restauro; ma non un restauro secondo le teorie di tizio piuttosto che di caio, o secondo le tendenze del tal sovrintendente, ma un restauro che, preso atto della giustezza dell'idea, ne riproponesse lo stesso lirismo se non pi alto! magari usando materiali pi durevoli o pi garantiti
invece, a proposito di reversibilit, qualche sprovveduto ha pensato bene di tramutare quella delicata opera in una colata di cemento...intonacato di bianco.
Commento
1429
di christofer giusti
del 03/10/2006
relativo all'articolo
Viva Bersani!
di
Sandro Lazier
Maledettamente daccordo con il sig. Diego Bortolato!
Commento
1402
di Christofer Giusti
del 15/09/2006
relativo all'articolo
L'imbroglio della 'formazione permanente'
di
Beniamino Rocca
RIVOLTANTE!
ma, a conferma di quanto gia constatato (fino ad ora 0 commenti), agli architetti italiani va bene cos!
Commento
1394
di Christofer Giusti
del 09/09/2006
relativo all'articolo
Nonsolomoda, anche idiozie
di
Paolo G.L. Ferrara
Egregio G.L.Ferrara,
per certi versi e pur esendo io stesso architetto, non riesco a dar torto al sig. Massimo Davoli.
Non perch mi importi alcunch di NonsoloModa, che non guardo mai (non per snobbismo) e che mi capitato di vedere sporadicamente e per puro caso, piuttosto perch questa necessit di trovare degli astrusi contenuti culturali mi appare quantomeno forzata!
Probabilmente vero! in italia ci sono troppi dottori e tra questi, troppi vogliono fare ricerca col complesso di dover legittimare se stessi. Si impegnano nei dottorandi inseguendo non si sa quali insondabili e sempre pi imperscrutabili (ai pi) verit! l'imperscrutabilit delle verit sembra sia direttamente proporzionale al numero dei dottorandi ricercatori che siano, ossia, per chiarire meglio il teorema: piu il "mercato" saturo di dottori ricercatori (ufficializzati dalle universit, si intende) piu la verit diviene di difficile comprensione per i comuni mortali, pi diviene macchinosa e quindi bisognosa di "studiosi" per la sua "decodificazione".
Scherzi a parte (o no?) ritengo che gli indirizzi figuarativi di un O. Ghery, una Zaha Hadid, un libenskid, proprio perch in opposizione, per usare le sue parole, alla figurazione razionalista sfocino inevitabilmente in una preponderante componente di spettacolarit, laddove per spettacolarit si intende il fatto che tali architetture abbiano un'mmediata presa sul lato emotivo, viscerale, ansiogeno e assai poco sulla componente razionale.
Si potrebbe ritrovare lo stesso rapporto, con le debite differenze, tra l'architettura rinascimentale, la cui bellezza era il frutto della "divina propozione" e l'architettura del barocco la cui innegabile bellezza era soprattutto dovuta alla spettacolarit, all'emotivit.
Ma la cosa che mi chiedo a questo punto e questa: un O. Ghery, una Zaha Hadid, un Libenskid etc, quando progettano, davvero hanno la piena coscenza dei contenuti culturali dei loro progetti? davvero si pu supporre che abbiano coscenza di fare architettura d'avanguardia, culturalmente elevata, nel momento stesso in cui la fanno e senza demandare ai posteri il giudizio sulla giustezza e appropriatezza culturale del loro operato?
non credo.
A questo punto mi domando perch l'architetto non faccia l'architetto, ossia PROGETTI e COSTRUISCA, con coscenza, con onest, secondo la propria cultura perennemente in fieri, ma anche secondo il proprio intuito e la propria sensibilit, insomma faccia proprio tutto quello che in st paese non si riesce a fare anzich indugiare troppo e solo nello studio e nelle teorizzazioni!
Commento
1366
di christofer giusti
del 15/08/2006
relativo all'articolo
Sull'idea di complessit
di
Sandro Lazier
Eppure, sig. Lazier , per quanto ingenua sia la mia visione, dovrebbe essere proprio cosi! in che modo altrimenti si esprimerebbe da architetto, lo spirito del proprio tempo se non proprio attreverso il mezzo espressivo dell'architettura?
Diversi sono gli architetti che ora amiamo citare a esempio, a guida, a modello, e che sono riusciti a tradurre pensiero filosofico o scentifico a loro contemporanei in architettura espressione del loro tempo!
Le corbusier, Mies vanderhoe, Wright, per citare, magari a sproposio, i pi incensati.
e se penso a Le corbusier mi ritornano alla mente le letture dei suoi scritti e soprattutto la vitalit, la freschezza, e talvolta l' ingenuit che li caratterizza, l'ingenuit di colui che si avventura in un modo nuovo di fare l'archiettura, un modo che reinventa, ridisegna, ripensa la citt, la casa, la stanza, la finestra ponendoli a espressione di architettura del suo tempo.
Dunque il genio Le Corbusier era un ingenuo? uno che credeva di poter travasare scienza e filosofia direttamente nell'architettura? tapino!
Ma il busillis sta tutto qui, nel saper esprimere in modo compiuto in termini figurativi la filosofia o la scienza, insomma il pensiero del proprio tempo, altrimenti che ci stiamo a fare? lo afferma lei stesso.
mi scuser se non faccio altro che ripetermi nell'intento di far chiarezza anche a me stesso.
D'altro canto, tornando ai frattali, si potrebbe sostenere che, tra i miliardi di soluzioni spaziali a forma di brioche (o di altro) che il computer potrebbe snocciolare a soluzione di un medesimo problema, potremmo ritrovarvi esempi di estrema bellezza come casa tugendhat, piuttosto che un palazzetto ecclettico o villa Barbaro a Maser, oppure, ancora, la casa dell'arch. Lazier, insomma senza riguardo a logiche diacroniche o sincroniche e senza alcun interesse, quindi, per l'apparteneza o meno alla contemporaneit. A meno che contemporaneit non significhi il tutto possibile, il caos nel quale ciascun individuo, se architetto proporr, la propia soluzione di ordine e di bellezza (comprese le sue, sig. Lazier).
15/8/2006 - Sandro Lazier risponde a christofer giusti
A meno che contemporaneit non significhi il tutto possibile, il caos nel quale ciascun individuo, se architetto, proporr la propia soluzione di ordine e di bellezza (comprese le sue, sig. Lazier)
Mi pare proprio di s! E con questo direi argomento chiuso
Commento
1365
di christofer giusti
del 14/08/2006
relativo all'articolo
Sull'idea di complessit
di
Sandro Lazier
1o non sarebbe invece una sua personale interpretazione, filtrata dal suo modo di intendere l'architettura?
Certamente si! A questo serve avere una propria visione del mondo. Se poi non coincide con quella dellautore questo influir sul giudizio conseguente, ma non muore nessuno.
"Le vorrei per far notare che la nostra percezione attraversa un, appunto, panorama culturale che interpreta i segni esterni in funzione delle nostre conoscenze. Le architetture si possono vedere oppure guardare".
Mi era sembrato di cogliere una nota di biasimo da parte sua per non aver saputo cogliere i contenti dei suoi progetti (in pratica vedo e non guardo, o forse ho una visione del mondo diversa dalla sua, ma detta cosi anche per me, oltre che per lei, suona quantomeno pi gradevole).
2l'architettura ha una sua propria cultura, fatta di secoli di storia, di scienza delle costruzioni, di "teorie evolutive", si pu prescindere da tutto ci volendo fare l'architettura?
Certo che no! Ma la cultura che determina unarchitettura non le esclusivamente propria; parte del suo tempo e delle conoscenze del suo tempo, compresa la scienza delle costruzioni che parte della fisica come lo sono i frattali.
Vorrei allora ripetermi: in che modo i suoi progetti si fanno portavoce della coscenza del loro tempo, del nuovo "esprit nouveau"? i frattali: dove, concretamente ,se ne vede l'utilizzo nei suoi progetti? in che modo? che controllo potrebbe mai avere l'uomo nella modellazione con tali strumenti ad appannaggio dei soli calcolatori? e che dire dell'esecuzione di opere cos concepite? quale, tra le casualmente infinite possibili, costruire? e perch?
3ritiene davvero di essersi liberato, nell'esprimere tale coscienza, di tutti i retaggi linguistici "convenzionali" dell'architettura?
Non era mia intenzione liberarmi di niente. Cosa sono, tra laltro, i retaggi linguistici convenzionali? A me stato insegnato che larchitettura fondamentalmente spazio. Cercare di capire cosa vuol dire uno spazio complesso presuppone un minimo di conoscenza della locuzione complessit. Di l in avanti ognuno pensi cosa vuole, inclusa la spocchia intellettuale. Ma non mi chiami professore, per favore.
Quello che intendo , forse impropriamente, per retaggio lingustico ha a che fare con il bagaglio di esempi spaziali, le loro articolazioni, coi singoli elementi: tetti, pareti, finestre, porte, del modo in cui si sono evoluti nella storia, del modo in cui alcuni esimi architetti piuttosto che altri hanno saputo evolvere o arricchire o involvere, del modo di intendere lo spazio: storicamente, ormai, sterometrico o neoplastico, scatolare e statico oppure dinamico coi muri che divengono setti traslati e sfalsati, o ruotati, libero in sezione o libero in pianta. di tutto ci, di tutta questa casistica di esempi, di ricordi spaziali (per averli visti, per averli ridisegnati, per averli ricostruiti nella mente, per averli fotografati) se ne ha inevitabilmente un condizionamento, un retaggio (magari definirli convenzionali effettivamente improprio). Credo che concepire uno spazio "frattale" o comunque non euclideo non potrebbe che prescindere da tutto ci, e per quello che ho potuto vedere nel suo sito, nonostante i valori aggiunti che lei vuole attribuire, le sue architetture sono ancora assai legate a quello che io ho definito retaggi "convenzionali" e probabilmente, di conseguenza, sono assai poco complesse.
Perdoni l'involontaria (mia) spocchia
14/8/2006 - Sandro lazier risponde a christofer giusti
Vedo che insiste nel volerla mettere sul personale. Non lho invitata io a cercare nei miei progetti quei riferimenti alla complessit che lei cerca. Nemmeno ho la pretesa di portare questi progetti a modello di complessit tout court e tantomeno di frattali (Tra laltro sono il primo a contestare metodologie automatiche di generazione di architetture al computer). Quindi, mi perdoni, mi sembra un po ingenua la sua necessit di misurare quanto scritto in un saggio per pura aspirazione di conoscenza con i progetti da me realizzati e generati sicuramente da un movente culturale di cui lidea di complessit riguarda solo un aspetto marginale. E, questo aspetto, non deve forzatamente trovare sbocco formale nel progetto. Se lei non riesce a trovare nessuna complessit in quanto ha visto un problema di codice di lettura come ho scritto nel saggio in discussione, e quindi suo e non certamente delloggetto di cui il codice interprete.
Mi sembra, ripeto, un po ingenuo pensare di poter calare la conoscenza dei frattali in un nuovo formalismo, magari con le forme della brioche magari su un impianto spaziale tradizionale. Cosa che avviene abitualmente tra gli architetti attenti pi alla forma che alla sostanza.
Commento
1363
di christofer giusti
del 14/08/2006
relativo all'articolo
Sull'idea di complessit
di
Sandro Lazier
"Laccusa che Salingaros fa agli architetti moderni proprio quella di ignorare una cosmologia adeguata sul piano delle scienze naturali, deformando il lavoro in virt di una conoscenza che egli ritiene insufficiente se non addirittura assente. Rispondere a tale accusa mi sembrava doveroso."
E sia, prof. lazier, davvero difficile conoscere tutto di tutti, probabilmente ogni architetto che si ritenga tale dovrebbe conoscere tutto di qualunque suo collega che si dichiari tale, cos come, tanto per essere anti specialistico, si dovrebbe rispolverare la figura di architetto come detentore di sapere enciclopedico.
Mi dica una cosa sig. lazier: se le proponessi una qualsiasi opera edlizia, che avesse una parvenza architettonica, delle valenze artistiche, lei, solo osservandola saprebbe ritrovarvi le ragioni d'essere, culturali, persino cosmologiche che l'autore ha posto in essere nel crearla? o non sarebbe invece una sua personale interpretazione, filtrata dal suo modo di intendere l'architettura?
ci che io volevo dire che l'architettura ha i suoi elementi grammaticali che sono quelli che lei stesso usa e dai quali non in grado di prescindere (quantomeno non ancora) e che consentono di esprimere un linguaggio che, come tutti i linguaggi, in continua e lenta evoluzione. Altra cosa poi caricare tali elementi di significati che esulano dalla cultura propriamente architettonica e che sono, come tali, soggettivamente, o malamente, o per nulla interpretabili in base al grado di conoscenza o di intuito di ciascuno.
Insomma l'architettura ha una sua propria cultura, fatta di secoli di storia, di scienza delle costruzioni, di "teorie evolutive", si pu prescindere da tutto ci volendo fare l'architettura? essa vive di vita propria, e pur ritenendomi di mentalit aperta e non, come sono stato tacciato alcuni commenti fa, uno strenuo sostenitore del contestualismo e della tipologia, ritengo che qualsiasi forma espressiva abbia un suo corposo bagaglio linguistico e qualunque altra disciplina o coscienza del mondo si voglia esprimere attraverso la forma espressiva dell'architettura dovr, in coscienza e per correttezza intellettuale, fare quantomeno i conti, come fa lei stesso, con tale bagaglio, o no?
Ma supponiamo di fare tabula rasa di tutto, ritiene che il modo in cui lei ha espresso la sua coscienza cosmologica sia davvero cosi palese? ritiene davvero di essersi liberato, nell'esprimere tale coscienza, di tutti i retaggi linguistici "convenzionali" dell'architettura? mi dica dunque dove comincia l'espressione dell'una e dove l'espressione dell'altra? e dove, un osservatore colto o incolto che sia, potr oggettivamente cogliere distintamente l'una piuttosto che l'altra?
14/8/2006 - Sandro Lazier risponde a christofer giusti
Non deve prendersela con me per via della cosmologia. Ognuno, in fondo, ha la propria e non deve aversene a male.
Per il resto:
1
o non sarebbe invece una sua personale interpretazione, filtrata dal suo modo di intendere l'architettura?
Certamente si! A questo serve avere una propria visione del mondo. Se poi non coincide con quella dellautore questo influir sul giudizio conseguente, ma non muore nessuno.
2
l'architettura ha una sua propria cultura, fatta di secoli di storia, di scienza delle costruzioni, di "teorie evolutive", si pu prescindere da tutto ci volendo fare l'architettura?
Certo che no! Ma la cultura che determina unarchitettura non le esclusivamente propria; parte del suo tempo e delle conoscenze del suo tempo, compresa la scienza delle costruzioni che parte della fisica come lo sono i frattali.
3
ritiene davvero di essersi liberato, nell'esprimere tale coscienza, di tutti i retaggi linguistici "convenzionali" dell'architettura?
Non era mia intenzione liberarmi di niente. Cosa sono, tra laltro, i retaggi linguistici convenzionali? A me stato insegnato che larchitettura fondamentalmente spazio. Cercare di capire cosa vuol dire uno spazio complesso presuppone un minimo di conoscenza della locuzione complessit. Di l in avanti ognuno pensi cosa vuole, inclusa la spocchia intellettuale. Ma non mi chiami professore, per favore.
Commento
1362
di christofer giusti
del 14/08/2006
relativo all'articolo
Sull'idea di complessit
di
Sandro Lazier
Egregio Lazier,
ho letto il suo affascinante articolo e vorrei proporle alcune, forse banali, considerazioni:
daccordo, la complesit, il caos, la statistica le analogie con la fisica etc, ma tutto questo come trova adeguata applicazione espresiva nel progetto architettonico?
forse nell'utilizzo di un calcolatore che, utilizzando il frattale, modella lo spazio proponendomi infinite soluzioni spaziali per il medesimo problema? si rende conto?
non le sembra che tutto questo gran lavorio intellettuale sia indice di involuzione culturale? di crisi? che serva solamente a legittimare se stesso e a ribadire in grassetto che si, servono i ricercatori?
e non forse vero che proprio a causa del vostro cospicuo numero (di voi ricercatori-professori), l'unico modo d mettere la testa fuori per vincere l'entropia, di legittimare la vostra stessa presenza, quella di elucubrare teorie con legittimazioni intellettuali sempre pi complicate (o complesse?) sia che richiamino Biagio Rossetti (riposi in pace) sia che vadano a parare a Bnard?
anche perch se anche quello che voi proponete fosse l'attuale "Esprit-Nouveau" dell'architettura, quanti potrebbero realmente accedere e controllare simili mezzi esressivi?
indubbiamente tutto questo lavorio intellettuale, quest'accanimento cerebrale accuir il vostro acume, attiver le sinapsi ma cosa produce sul piano dell'architettura?
visitando il sito dello studio Lazier, mi si propongono dei progetti che si esprimono, ancora, con la geometria euclidea (rette, poligonali etc.), e cio che io constato che si vuol caricare di alti-altri signiificati soluzioni progettuali che nel migliore dei casi sono riproponimenti di cose gia viste e riviste.
Come minimo vi uno scollamento tra teoria e pratica.
14/8/2006 - Sandro lazier risponde a christofer giusti
Ho scritto questo saggio nel 2000 con lo scopo principale di capire. Il modo migliore per capire provare a spiegare agli altri.
Capire significa allargare il proprio panorama culturale per farsi unimmagine del mondo che la nostra condizione di uomini occidentali ci fa sperare pi prossima a quella che chiamiamo, forse scorrettamente, realt.
Laccusa che Salingaros fa agli architetti moderni proprio quella di ignorare una cosmologia adeguata sul piano delle scienze naturali, deformando il lavoro in virt di una conoscenza che egli ritiene insufficiente se non addirittura assente. Rispondere a tale accusa mi sembrava doveroso.
Questo il senso che volevo dare alla pubblicazione dello scritto.
Dopodich ognuno pu trarre le conclusioni che vuole. Le vorrei per far notare che la nostra percezione attraversa un, appunto, panorama culturale che interpreta i segni esterni in funzione delle nostre conoscenze. Le architetture si possono vedere oppure guardare.
Commento
1360
di christofer giusti
del 12/08/2006
relativo all'articolo
Lottare disegnando. Disegnare scrivendo.
Qualch
di
Marco Maria Sambo
Ringrazio l'autore per questo commento e antithesi per averlo pubblicato.
[Torna indietro]
Commento 9313 di christofer giusti
del 15/04/2011
relativo all'articolo Universit per ricchi
di Luca Guido
Non sarei cos sicuro che la classe politica e, in particolare chi "governa" non sia in grado, come dice lei di: "riflettere ed immaginare le conseguenze delle proprie azioni".
Probabilmente la maggior parte di loro: servi e puttane, questo sforzo intellettuale e di "lungimiranza" non sono oggettivamente nella condizioni
mentali di poterlo fare. La "sifilide" del vizio e del soldo, hanno loro completamente lobotomizzato la mente; ma i loro capi, proprio per questo ancor pi gretti, il loro disegno di degrado e disfacimento l'hanno ben chiaro in mente.