L'imbroglio della 'formazione permanente'
di Beniamino Rocca
- 14/9/2006
Non pu passare sotto silenzio la proposta di legge sulla riforma delle professioni n 1216 presentata il 27 giugno 2006 dallavvocato Pierluigi Mantini, parlamentare della Margherita e da decenni legale di fiducia dellOrdine degli architetti di Milano .
Questa proposta riprende le sciagurate iniziative della senatrice di Alleanza Nazionale on.le Siliquini e on.le Vietti dellUDC ( un bellinciucio politico-culturale mica da ridere , cari colleghi) tentando di propinarci una riforma delle professioni che lesatto contrario delle liberalizzazioni che vorrebbe il decreto Bersani , pur ancora molto carente per quanto riguarda la figura del tecnico architetto.
E' bene ricordare che L Architettura larte della vita quotidiana, cos l'hanno definita artisti famosi , critici affermati e grandi architetti, da Picasso a Moore, da Zevi a Frampton, da Wright a Piano.
Un mestiere bellissimo il nostro che il potere ordinistico tenta da decenni di affossare e che oggi , ( con un governo di centrosinistra, tra laltro) tenta di castrare definitivamente con la richiesta di una Formazione permanente che un imbroglio politico- culturale da smascherare alla radice.
La Formazione permanente il libero professionista se la pu fare solo quotidianamente, lavorando.
Questo il punto fondamentale!
E il nostro cliente, pubblico o privato che sia , che ci fa lesame ogni giorno.
Altro che corsi a pagamento gestiti dagli Ordini professionali in cui saremo interrogati , bocciati ed espulsi dallAlbo dai nostri colleghi concorrenti sullo stesso mercato del lavoro!
Uninsensatezza che si tenti di normare questa professione che , non a caso, ha visto i suoi migliori rappresentanti da LeCorbusier a Wright, ieri, da Carlo Scarpa a Tadao Ando, oggi, come architetti mai laureati in una facolt di architettura. E desolante che di questo scandaloso tentativo di legge non se ne parli, che pochi architetti ne siano al corrente, che nessun ordine degli architetti abbia mai avvisato i propri iscritti di cosa Mantini ed amici stavano preparando in combutta con il nostro CNAPPC.
E appena stata inaugurata la Biennale di Venezia ed giusto che sui giornali si parli finalmente un po di architettura, ma sar anche utile che , almeno su internet , si cominci a prendere coscienza di questi problemi perch larchitettura s tecnica e mestiere, ma anche spazio e poesia.
Si allega per conoscenza il testo degli articoli 25 e 26 di questa proposta di legge.
ART. 25.
(Responsabilita` disciplinare).
1. Il professionista deve:
a) rispettare le leggi e il codice deontologico;
b) comportarsi in modo conforme alla dignita` e al decoro professionali;
c) provvedere allaggiornamento della propria formazione professionale secondo quanto previsto dallordinamento di categoria.
2. Il professionista che non ottempera ai doveri di aggiornamento professionale e che interrompe lesercizio professionale per un periodo prolungato, secondo i criteri stabiliti dallordinamento di categoria, e` radiato dallalbo.
ART. 26.
(Sanzioni disciplinari).
1. La violazione delle disposizioni di cui allarticolo 25 comporta lirrogazione delle sanzioni disciplinari stabilite dallordinamento di categoria nel rispetto di quanto previsto dal presente articolo.
2. Le sanzioni disciplinari sono proporzionali alla gravita` della violazione.
3. Le sanzioni disciplinari sono le seguenti:
a) lavvertimento, che consiste in un richiamo scritto comunicato allinteressato;
b) la censura, che consiste in una dichiarazione di biasimo resa pubblica;
c) la sospensione, che consiste nellinibizione allesercizio della professione da un minimo di un mese a un massimo di due anni;
d) la radiazione, che consiste nella cancellazione dallalbo.
4. Lordinamento di categoria determina le condizioni e le procedure con le quali liscritto puo` essere eccezionalmente sospeso in via cautelare dallesercizio della professione; in ogni caso la sospensione cautelare non puo` avere durata superiore a un anno.
5. Il professionista radiato puo` chiedere di essere reiscritto allalbo, sussistendone i presupposti, non prima di cinque anni dalla data di efficacia del provvedimento di radiazione.
6. Nel caso di societa` tra professionisti iscritti allalbo, la responsabilita` disciplinare del socio concorre con quella della societa` se la violazione commessa e` ricollogabile a direttive impartite dalla societa`.
7. Nel caso di societa` interprofessionale, la cancellazione da uno degli albi nei quali la societa` e` iscritta e` causa legittima di esclusione dei soci iscritti al medesimo albo.
(Beniamino Rocca
- 14/9/2006)
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Commento 1402 di Christofer Giusti del 15/09/2006
RIVOLTANTE!
ma, a conferma di quanto gia constatato (fino ad ora 0 commenti), agli architetti italiani va bene cos!
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Commento 1409 di angelo massimo gulino del 19/09/2006
Sinceramente, sono s preoccupato per tutti i giovani architetti che come me, si ostinano a raccogliere tempo prezioso da utilizzare per fare concorsi, uno dei pochi luoghi dove ancora possibile comunicare liberamente dell'architettura e dell'arte. Ecco che i grandi, decidono all'unisono che vogliono prendersi anche quel p di tempo libero e che dobbiamo obbligatoriamente impegnarlo per seguire corsi di aggiornamento professionale (art. 28)...Ma i giovani studenti lo sanno che c' una sorpresa anche per loro e si chiama TIROCINIO professionale finalizzato alla preparazione all'esame di stato ( art. 16)...e l' universit? Ci significa che stato, universit e ordine degli architetti si stanno appropriando del mio tempo e di quello dei vostri figli , per chiuderci in qualche scatola a seguire corsi obbligatori.
Lasciateci la libert di scegliere, per sbagliare anche, per crescere. Grazie
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Commento 1410 di Claudio Peraboni del 19/09/2006
La lamentazione giusta e sacrosanta, su questo non si discute e come Beniamino sa io la condivido al 100%.
Mi domando per se a furia di lamentazioni non ci siamo lasciati mettere in un tunnel da cui appare arduo uscire in maniera dignitosa.
Questa legge odora di fascismo corporativo, eppure non so quanto di ci che stiamo dicendo verr effettivamente recepito dai nostri colleghi.
La nostra denuncia preventiva cozza - nella sensibilit dei pi - contro il senso comune: la maggioranza non crede - ancora - a questo smaccato potere manipolatorio in mano agli ordini professionali. I pi presumono onest e correttezza anche se non si danno da fare per verificare se queste sussistono davvero.
Vale la pena allora di approfondire un'analisi giuridica che metta in luce l'infondatezza costituzionale di una proposta di legge che limita pesantemente nei fatti la libera iniziativa (e quindi la libert di lavoro di ogni individuo) creando un oligopolio corporativo tendenzialmente chiuso.
Solo argomentando in maniera pi circostanziata le nostre sacrosante lamentazioni potremo dare corso a una forma di protesta non sterile, ma foriera di qualche utile novit legislativa.
Glisso, e chiudo, sull'atteggiamento di questo governo, che, nello specifico di tale questione, non si distingue ancora da quello che l'ha preceduto ....
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Commento 1411 di Silvio Carta del 19/09/2006
La spasmodica voglia\necessita' di rinchiudere chiunque in categorie, sotto un titolo, per poter esser controllati meglio.. e` gia capitato in passato..
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Commento 1428 di Enrico Bonazza del 03/10/2006
Tutto ci abberrante!
Si era partiti con il voler abolire gli ordini professionali e si arriva a renderli ancora pi elitari.
Ma chi decide la qualit degli aggiornamenti e soprattutto chi dovr giudicare chi?
Non siamo a scuola, siamo tutti professionisti di pari dignit.
Ma scusate, allora i medici gli ingegneri gli avvocati...tutti lo stesso trattamento?
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