Ancora sull'abolizione dell'ordine degli architetti
 
  Oggi il 8/11/2007
Opinioni
Ancora sull'abolizione dell'ordine degli architetti
di Sandro Lazier
Considerazioni in tre punti:
Primo punto.
Il 21 novembre, nella sua newsletter, Luigi Prestinenza Puglisi prendeva le distanze da alcune affermazioni di Francesco Dal Co che, sul numero doppio di Casabella che uscir a fine anno, daranno giudizio della Disney Concert Hall di F. O. Gehry con toni al limite del vaneggiamento.
Ma, non senza sorpresa e sempre sullo stesso numero (o meglio numeri: 717/718), come ci informa www.archimagazine.com nellarticolo introduttivo dal titolo Dellarchitettura italiana si potranno leggere parole e frasi riferibili al pi sensato dei pensieri che il sottoscritto intende ovviamente condividere e promuovere. In particolare, per quanto riguarda lOrdine Nazionale degli Architetti, si pu leggere: [] allabolizione del valore legale della laurea dovrebbe accompagnarsi la progressiva dismissione dellOrdine Nazionale degli Architetti cos come attualmente organizzato, che dovrebbe essere sostituito da organismi professionali autoregolamentati, garanti delle competenze degli aderenti, in grado di promuovere la formazione di una struttura nazionale destinata a svolgere iniziative volte unicamente a promuovere la discussione e il confronto intorno allarchitettura, come accade in molti Paesi europei.
Segue, relativamente alla Legge Merloni: [] il mondo dellarchitettura dovrebbe promuovere una mobilitazione per la radicale riforma della Legge Merloni, da attuarsi secondo due direttrici: a) revisione delle norme regolanti gli appalti (verifica della priorit assegnata al ribasso dasta, certificazione e penali per appaltatori e appaltanti); b) inversione della tendenza che ha fatto s che questa legge privilegi lassegnazione degli incarichi professionali alle societ di ingegneria, alle quali va imputata una parte considerevole delle colpe che hanno portato al degrado dellattivit edilizia di cui prima si detto.
La sorpresa viene dal fatto che le stesse cose il Co.Di.Arch di Alberto Scarzella Mazzocchi e Beniamino Rocca le sta dicendo da anni, anche dalle pagine di antiTheSi (Perch abrogare la Merloni, Da mille a centomila concorsi d'architettura). Trovarsi improvvisamente complice Casabella di Dal Co, in modo oltretutto cos chiaro e determinato, non pu che stupire positivamente. Staremo a vedere.

Secondo punto
Scriveva Franco Abbruzzo nel 1999 (all'epoca Presidente dellOrdine dei Giornalisti della Lombardia e vice presidente del Cup di Milano) in Ordini e Collegi decisi allattacco contro il colpo di mano di DAlema: C gran tempesta nel mondo delle professioni per la minaccia di abolizione degli Ordini e dei Collegi. Anche lOrdine dei Giornalisti a rischio. Tutti citano la Ue per giustificare il "taglio" degli Ordini e dei Collegi. Limpressione che si parli della Ue a sproposito. [] Il 4 giugno il Consiglio dei ministri ha approvato il Decreto legislativo sul riordino dei ministeri che ora allesame della Commissione bicamerale per la riforma amministrativa ("Bicamerialina"). Questo decreto lascia alla vigilanza del Ministero di Giustizia gli ordini forensi e notarili, mentre gli altri Ordini e Collegi professionali sono sottoposti al controllo del nuovo Ministero delle Attivit produttive, mentre per medici e veterinari si ipotizza il passaggio al Ministero della Salute e degli Affari sociali. Il 30 giugno, invece, il Consiglio dei ministri ha varato il Dpef (Documento di programmazione economico-finanziaria per gli anni 2000-2003), il quale dedica un paragrafo (II.2.2.3) alla "liberalizzazione degli ordini professionali". Questo il testo del paragrafo: "Il 3 luglio del 1998, il Governo ha presentato un disegno di legge delega per il riordino delle professioni intellettuali e recentemente ha avviato la fase istruttoria per adottare un nuovo testo pi completo e che tiene conto del parere dell'Autorit garante della concorrenza e del mercato. II disegno di legge intende eliminare quei vincoli amministrativi che limitano la concorrenza e garantiscono rendite di monopolio a molte professioni liberali. Il disegno di legge intende individuare le esigenze di tutela dei consumatori che richiedono l'istituzione di un ordine professionale, senza introdurre ingiustificate limitazioni al numero complessivo dei professionisti, e stabilire al contempo regole di comportamento che garantiscano la deontologia professionale. Coerentemente, il disegno di legge individua tra i principi cardini della riforma il divieto del vincolo di predeterminazione numerica, Iabolizione dei minimi tariffari e la liberalizzazione del costo delle prestazioni professionali, il riconoscimento del diritto di costituire libere associazioni per i professionisti "non protetti", e l'affermazione del principio dell'intuitus personae nell'affidamento dell'incarico professionale".
Purtroppo per DAlema e la sinistra il fallimento della riforma rimane nelle cose della sinistra. Ma non mai troppo tardi. Una seria campagna di sensibilizzazione dellopinione pubblica troverebbe certamente il consenso necessario a determinare scelte importanti anche da posizioni di minoranza. Lattuale compromesso che vede implicate associazioni e organizzazioni di settore segue una logica di parte che la popolazione ignora perch disprezza. La politica deve tornare primariamente al servizio di tutti e non di questa o quella organizzazione.

Terzo punto
Si concluso il VI Congresso Nazionale degli Architetti a Bari. Nel documento finale si leggono buoni propositi del tutto condivisibili ma talmente generici che difficile persino contestarli. Nel documento votato si dichiara:

"- che le professioni intellettuali e il sistema ordinistico nel quale sono organizzate, stante i ritardi e le contraddizioni che si registrano tra la legislazione regionale e nazionale di settore, si pongono come elemento di armonizzazione dei diversi livelli legislativi enucleando quei principi generali che i saperi professionali ben conoscono in quanto qualificanti la loro professione.
-la propria disponibilit a concorrere alla formazione di specifiche leggi regionali che, per quanto di propria competenza, sappiano affrontare:
- la qualit, la trasparenza e la sicurezza
- il governo del territorio
- lincentivazione della competizione professionale sul progetto
- la materia dei lavori pubblici
- laggiornamento permanente delle professioni
- lammodernamento e la riaggregazione degli studi professionali
- il rilevante ruolo economico e sociale delle professioni
-che il gap tra la cultura professionale (architettonica e paesaggistica) e lopinione pubblica cos sensibile da rendere urgente la programmazione di iniziative per una campagna informativa e di sensibilizzazione per avvicinare i cittadini italiani allarchitettura: alla comprensione, al gusto e alla passione per larchitettura (in particolare quella moderna) e per il paesaggio e per la nostra professione.
-che occorre rendere coscienti cittadini e governanti che, se la qualit architettonica costituisce un reale obiettivo della societ, la qualit del nostro paesaggio architettonico e del nostro ambiente quotidiano dipende sostanzialmente dalla crescente consapevolezza che ogni cittadino sapr dimostrare nel prendere decisioni o dare commesse nel campo dellarchitettura che occorre valorizzare e rendere evidente la forza della rete del sistema ordinistico per comunicare (transmitting) architettura alla societ civile (a tutti i livelli) e al mondo politico. Nella rete assume funzione significativa la struttura regionale del sistema ordinistico che deve trovare adeguato ruolo istituzionale e di rappresentativit.
La rete pu e deve quindi progressivamente predisporsi per raccogliere e divulgare messaggi di democrazia urbana, messaggi sullarchitettura italiana.
-che occorre consolidare, negli amministratori pubblici e negli investitori privati, la consapevolezza che:
- I processi decisionali possono rinnovare le forme della partecipazione al fine di valorizzare la qualit delle scelte compiute e da compiere, da parte delle Amministrazioni, attraverso modalit articolate di governance, di partecipazione e di condivisione dei processi di trasformazione.
- I grandi progetti, cos come i piccoli interventi in luoghi decentrati o periferici, hanno la potenzialit decisiva di trasformare le nostre vite attraverso larchitettura. Essi rivestono, infatti, un ruolo strategico per il rinnovamento del Paese e costituiscono, spesso, una risorsa non rinnovabile.
- larchitettura di oggi il patrimonio del domani. In tale ottica i concorsi sono uno dei principali strumenti a disposizione degli amministratori e degli investitori e realizzano nel concreto la Democrazia urbana.
-che il concorso - come metodo di scelta dei progetti da parte dellente banditore pubblico o privato
- appare in tutta evidenza il metodo migliore per individuare la qualit di un intervento: confronti e giudizi critici consentono infatti di valutare alternative e scegliere la migliore concezione.
Si ritiene essenziale nel processo concorsuale:
- la formazione da parte del programmatore/coordinatore di un bando adeguato agli obiettivi del soggetto banditore
- la certezza di una giuria competente e qualificata."

Tutto molto bene ma mancano riferimenti specifici, per esempio, alla giungla normativa che di fatto blocca qualsiasi sperimentazione progettuale, costringendo la produzione edilizia dentro schemi banali ma formalmente e giuridicamente convenienti. Un vero tappo alla produzione di qualit degli spazi.
Manca, inoltre, un qualsiasi riferimento al problema della scarsa partecipazione agli orientamenti culturali, a cui dovrebbero dedicarsi giornate di lavoro e di indirizzo. La maggior parte degli iscritti che svolge attivit allinterno degli ordinamenti costituita da funzionari o impiegati stipendiati e non da liberi professionisti. Questa condizione, che costringe alla connivenza arbitri e giocatori (funzionari che fanno le regole e liberi professionisti che le stesse regole devono applicare), esclude ogni confronto dialettico e ogni possibilit di indirizzo concettuale.
Per finire, manca del tutto la soluzione del problema che ho sollevato nellarticolo Abolire l'ordine degli architetti: la oggettiva difficolt di far convivere anime diverse sotto lo stesso tetto.

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  26/11/2003
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