56 commenti di Leandro Janni
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10929
di Leandro Janni
del 20/12/2011
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Nell'area dello Stretto si impone il principio di
di
Leandro Janni
C' chi non si rassegna al principio di realt.
Per la Soprintendenza ai Beni culturali e ambientali di Messina, diretta dallarchitetto Salvatore Scuto, il progetto definitivo del Ponte sullo Stretto merita l'autorizzazione paesaggistica e pu, pertanto, approdare al successivo, ultimo stadio della progettazione esecutiva.
Naturalmente - puntualizza il soprintendente Scuto - a condizione che ottenga il via libera da tutti gli altri enti nella speciale conferenza dei servizi nazionale che esamina il progetto definitivo. La nota, contenente il dispositivo della approvazione paesaggistica, giunta qualche giorno fa sul tavolo del consorzio Eurolink, aggiudicatario della progettazione definitiva-esecutiva e della costruzione della mega opera infrastrutturale, ed stata notificata al governatore Raffaele Lombardo, agli assessorati regionali al Territorio e ai Beni culturali, al "Mibac" (Direzione generale per il Paesaggio, le Belle arti e l'Architettura del ministero Beni culturali) e, a Messina, a Comune e Provincia.
Va subito annotato il passaggio chiave, in quattro capoversi, che considera "soddisfatte" le prescrizioni date dalla Soprintendenza 1'11 giugno 2003, all'interno del nulla osta al progetto preliminare, firmate dall'allora soprintendente Gianfilippo Villari: Osservato che le raccomandazioni pro-gettuali avanzate da quest'ufficio nel disposto approvativo numero 5459 del 2003 - riassume Scuto - hanno trovato l'attenzione del procedente nella fase di elaborazione definitiva, nell'ambito delle variazioni dei tracciati progettuali e delle cantierizzazioni; Osservato che le risultanze progettuali, pur di livello definitivo, contengono profili e soluzioni secondarie suscettibili di miglioramento e implementazioni finalizzate al mantenimento dei livelli della vivibilit delle popolazioni progressivamente raggiunte dalle cantierizzazioni; Considerato che la complessit e specificit dell'elaborazione ingegneristica e architettonica richieder un confronto dinamico tra i soggetti attori a partire dall'elaborazione del progetto esecutivo: Ci visto e osservato, questa Soprintendenza esprime parere di conformit del progetto ai contenuti normativi ed ai principi di tutela paesaggistica e rilascia, ai sensi dell'articolo 146 del decreto legislativo 42 del 2004, la richiesta autorizzazione paesaggistica.
A questo punto, serve un riepilogo delle prescrizioni che la Soprintendenza, dopo una serie di perplessit sul rapporto tra la mega opera e il paesaggio dello Stretto, diede nel 2003 all'interno del documento che comunque accord il "nulla osta". Si chiedevano, testualmente, forme e modalit pi precise di mitigazione degli impatti, ad esempio la necessit di distanziare i piloni lungo i viadotti Pace, Curcuraci, Ciccia e Annunziata per ricondurla ai 73 metri delle pile del viadotto Pantano. Chiarezza veniva reclamata in merito alle conseguenze dell'opera sull'ecosistema lagunare di Ganzirri, e sulle aree da utilizzare per cantieri, depositi di materiali, zone di stoccaggio ed itinerari di servizio: Occorre definire il programma d'interventi di ripristino e di rinaturazione, finalizzandoli alla ricostruzione del paesaggio. E si sottolineava l'opportunit di utilizzare il materiale di risulta, proveniente da scavi e sbancamenti, per la realizzazione di una o pi grandi opere di particolare rilevanza ambientale a fruizione della citt. Cosa ne stato, dunque, delle prescrizioni di otto anni fa? Sono state tutte recepite nel progetto definitivo che, da parte nostra, pu trasformarsi in esecutivo ad eccezione delle opere compensative il cui quadro non ancora noto visto che l'apposita commissione non ha concluso i lavori ineffabilmente risponde larchitetto Scuto. Soprintendente.
Lautorizzazione della Soprintendenza ai Beni culturali e ambientali di Messina si aggiunge a quella dellUfficio tecnico comunale.
Con riferimento a tali autorizzazioni, Anna Giordano ha scritto di recente su Centonove: Per cortesia, fate altri mestieri che non abbiano la responsabilit della vita di migliaia di cittadini nelle vostre mani.
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10817
di Leandro Janni
del 15/11/2011
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Opere faraoniche e tragedie annunciate
di
Leandro Janni
Una citazione.
"Nella distruzione della vostra Riviera responsabile tutta la vostra classe dirigente, non soltanto quella politica. Ne sono responsabili quella imprenditoriale, quella finanziaria, quella mercantile, quella alberghiera.Tutti.
Tutti, anche il cosiddetto uomo della strada: tutti abbacinati dall`irruzione dei cantieri, fabbriche di miliardi e di posti di lavoro;dalla speculazione edilizia che prender d`assalto il promontorio dando agl`indigeni la grande occasione di arricchirsi con un orto.
Che pacchia! Una pacchia che durer sei, sette, dieci anni, per poi ridurre questo angolo d`immeritato paradiso alla solita colata di cemento e di asfalto".
(Indro Montanelli, Corriere della Sera dell 8 aprile 2001)
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10813
di Leandro Janni
del 07/11/2011
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Opere faraoniche e tragedie annunciate
di
Leandro Janni
10 ottobre 1970: alluvione di Genova; morte e distruzione. 4 novembre 2011: alluvione di Genova; morte e distruzione. Stessi luoghi, stesse tragiche immagini. Sono cambiati soltanto lo stile degli abiti, il design delle auto e il sindaco. Insopportabile.
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10651
di Leandro Janni
del 17/08/2011
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Estetica dell'abuso
di
Sandro Lazier
1) A Gela sono capaci di costruire una casa abusiva in 36-48 ore.
2) A proposito di sedie, poi, capita spesso che i dirigenti scolastici siciliani chiedano, a genitori e alunni, di portarsele da casa. E di certo, non per amore di sperimentalismo linguistico-espressivo.
3) Provate voi a somministrare un questionario - sul senso dell'abitare - in certi quartieri di Palermo, di Favara o di Palma di Montechiaro. Provateci!!!
Saluti molto cordiali. Dalla Sicilia
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9236
di Leandro Janni
del 09/01/2011
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Corredo Libeskindiano
di
Domenico Cogliandro
Caro Domenico,
come saprai, Daniel Libeskind, appena ricevuto da Pietro Ciucci e dalla societ Stretto di Messina, ha affermato: "Il progetto architettonico testimonia la memoria del Mediterraneo quale epicentro storico e culturale dell'Europa e del mondo. Il Ponte una sfida meravigliosa e ambiziosa, un'opera che deve saper dialogare con i cittadini e diventare centro di aggregazione e incontro tra culture".
Perfetto. Alle prossime!
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9213
di Leandro Janni
del 20/12/2010
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Pompei
di
Leandro Janni
Inevitabilmente mi chiedo: Marrucci snob, elitario o nichilista - nei suoi insostenibili, incomprensibili piagnistei culturali? Che noia, comunque!
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9208
di Leandro Janni
del 18/12/2010
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Pompei
di
Leandro Janni
Ho limpressione che il buon Renzo Marrucci abbia fatto una certa di confusione (pu succedere) nel commentare sommariamente alcune mie recenti riflessioni qui - su antithesi.info - diversamente pubblicate. Egli, tra molteplici affermazioni, sostiene: Il motivo per cui (il tuo articolo) non mi sollecita dibattito perch si regge su una strumentalizzazione a sfondo politico che non mi attira per come impostata.
Cosa rispondere? Cito poche parole di Pietro Giovanni Guzzo, soprintendente di Pompei dal gennaio 1995 allagosto del 2009, la cui intervista compare in questi giorni su il Venerd di Repubblica.
Dice Guzzo: Pompei stata commissariata e tutti si sono ubriacati con la parola valorizzazione. Una bufala. I pochi soldi che avevamo sono stati dirottati a fare gabinetti e bar, abbandonando la cura del patrimonio. Ci siamo trasformati tutti in albergatori.
Mi pare che le parole del soprintendente Guzzo sintetizzino la tesi principale che, nel mio articolo, sostengo con nettezza (politica???!!!).
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9154
di Leandro Janni
del 10/12/2010
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Le nuove nomine per l'amministrazione dei beni cul
di
Leandro Janni
Caro Casgnola,
Sa indignarsi solo chi capace di speranza ha scritto Lucio Anneo Seneca. Certo, l'indignazione, la libert costano. Ma sempre meglio che fare anticamera o i lacch. Oppure, gli intellettuali organici.
Attendiamo tempi e modi migliori. Grazie, comunque, delle tue parole.
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9150
di Leandro Janni
del 08/12/2010
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Pompei
di
Leandro Janni
Le tante scritte, le frasi rimaste intatte sui muri degli edifici di Pompei, visibili ancora oggi, ci informano su quali fossero le speranze, i rancori, gli amori e gli umori dei suoi abitanti. Una mi ha particolarmente colpito:
Mi meraviglio, o muro, che tu non sia crollato sotto il peso di tante sciocchezze. Cos'altro dire?
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8961
di Leandro Janni
del 19/09/2010
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Biennale di architettura 2010. Italia ailatI . Par
di
Paolo G.L. Ferrara
Cosa dire? In fondo "Italia ailatI" ricorda l'Alitalia: rassicurante.
POSCRITTO
Io, comunque, alla Biennale architettura 2010 ci sono stato. Belle foto!
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8859
di Leandro Janni
del 30/07/2010
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L'Italia del petrolio
di
Leandro Janni
Nell'Italia del petrolio qualcosa si sta muovendo. Lo scorso 23 giugno 2010, accogliendo il ricorso della Regione Puglia, il Tar della Puglia ha annullato il decreto 1349/2009 del Ministero dellAmbiente che, di concerto con il Ministero ai Beni Culturali, aveva dato il via libera allavvio delle ricerche di idrocarburi sui fondali pugliesi da parte della societ inglese Northern Petroleum ltd. Insomma: emersa una insufficiente valutazione degli impatti ambientali. Il primo luglio 2010, l'annuncio del ministro dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo: Un giro di vite all'insegna dell'ambiente, che vale per tutto il territorio e il mare nazionale. Su proposta della Prestigiacomo, il Consiglio dei Ministri ha approvato, nello schema di decreto di riforma del Codice Ambientale, un articolo che vieta ogni esplorazione, non solo le trivellazioni, in tutte le zone all'interno delle aree marine e costiere protette, e per una fascia di mare di 12 miglia attorno al loro perimetro. Un divieto solo un po' meno duro riguarder l'intera costa nazionale: nessuna attivit sar consentita entro le 5 miglia. E guai ad illudersi per le zone teoricamente "libere": al di fuori delle aree assolutamente proibite le attivit di ricerca ed estrazione di idrocarburi saranno tutte sottoposte a Valutazione di Impatto Ambientale. Si tratta chiarisce il ministro Prestigiacomo di una normativa che fissa paletti prima lacunosi. Tant' che la nuova disciplina si applica anche ai procedimenti autorizzativi in corso. Abbiamo inserito norme chiare a difesa del nostro mare e dei nostri gioielli naturalistici incalza in una nota la Prestigiacomo colmando una opacit legislativa che nel recente passato ha suscitato timori nelle comunit locali.
Cosa dire? Le nuove norme che regolamentano le trivellazioni, annunciate dal ministro dell'Ambiente Prestigiacomo, rappresentano restrizioni importanti, ma di certo questi provvedimenti non sono sufficienti a garantire adeguate condizioni di sicurezza per i nostri mari e le nostre coste.
Intanto, un altro grave disastro ambientale determinato dal petrolio accaduto nei mari che bagnano la Cina e la Bp, responsabile del disastro del Golfo del Messico, sta progettando la trivellazione di pozzi petroliferi profondi 1700 metri a 500 chilometri dalle coste siciliane. Il Mare nostrum non un luogo qualsiasi: pur occupando solo l' 1% dei mari del mondo, concentra nella sua limitata superficie autentici tesori. Oltre ad essere la culla di arti, religioni, civilt diverse, presenta una ricchezza di biodiversit non paragonabile con altri mari non tropicali. Un' eventuale fuoriuscita di greggio danneggerebbe specie uniche. Come la posidonia, un' erba marina che vive solo nel Mediterraneo, il corallo rosso, materia prima per un importante artigianato, il gabbiano corso che vi nidifica in 300 coppie, la foca monaca, meno di 500 individui tra Turchia, Grecia, Croazia e Italia. E ancora il tonno rosso mediterraneo e una sottospecie endemica di balenottera minore. Mentre le piattaforme gi in funzione nell' Adriatico incutono minor timore perch operano su fondali poco profondi, gestire le sonde a 1700 metri presenta incognite gravi anche in regime di gestione normale. Gli oltre 400 milioni di persone che gravitano sul bacino (abitanti, pescatori, turisti) risentirebbero a lungo di un incidente perch un mare praticamente chiuso e non vivificato da forti correnti. Questo fa s che il ricambio totale delle sue acque (gi inquinate dal secondo traffico di petroliere al mondo) richieda pi di 150 anni. Le leggi in vigore in Italia, che impongono per le trivellazioni una distanza di 5 miglia (9 km) dai litorali e di 12 dalle Riserve Marine, non sono sufficienti a sventare disastri di portata incalcolabile. Il governo Obama ha imposto norme restrittive sui pozzi off shore in Atlantico e la Norvegia sta predisponendo severi limiti alle perforazioni nel Mare del Nord. E si tratta di oceani aperti, con impetuose correnti e immensit non paragonabili con quelle del piccolo mare interno in cui nata la civilt occidentale e sopravvive una biodiversit di altissimo valore.
In tale contesto, la Regione Siciliana, preoccupata, dice "NO alle trivellazioni petrolifere nei mari siciliani". Vedremo.
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8755
di Leandro Janni
del 21/07/2010
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Addio Giannino Cusano
di
La redazione
"Beati quelli che hanno sete di GIUSTIZIA, perch saranno saziati".
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7778
di Leandro Janni
del 01/02/2010
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Il Piano Casa in Sicilia e il Ponte di Messina
di
Leandro Janni
Ad libitum. Mentre le ruspe iniziano a demolire i 600 immobili abusivi di Ischia, il governo pensa allennesimo condono edilizio. Cosa dire? Al peggio non c fine. Ha gi svenduto, per quattro soldi, il patrimonio abitativo pubblico e ora si accinge a regalare ai soliti noti caserme, edifici pubblici e perfino le spiagge. poi verissimo che il governo ha messo le mani sull'ambiente: con l'impegno personale profuso dallo stesso leader Berlusconi (sette giorni di personale campagna elettorale) per sconfiggere Renato Soru nelle recenti elezioni sarde. La posta in palio era la cancellazione del piano paesistico e quanto resta delle superbe coste sarde fin qui scampate al cemento. Ha infine messo le mani sui servizi pubblici. di qualche giorno fa la protesta dei presidi delle scuole romane che non hanno i soldi per far funzionare gli istituti, mentre nel Veneto molte scuole sono pulite dai genitori. La sanit, come noto, sistematicamente smantellata e affidata alle mani amiche degli Angelucci o dei don Verz. Ora, la proposta di riaprire per la quarta volta, dal 1985, un condono edilizio la pi scandalosa conferma del superamento di ogni limite di legalit e di decenza. L'emendamento presentato in Commissione Affari costituzionali del Senato dai due deputati campani del Pdl, Vincenzo Nespoli e Carlo Sarro (e incautamente firmato dalla senatrice Incostante del Pd, che ha poi ritirato la firma), molto chiaro, cristallino. Non bastava, dunque, il Piano casa. Adesso si pensa ad un nuovo condono edilizio. Il Piano casa doveva servire a dare una stanza a figli che si sposano e non hanno i mezzi per comprare un appartamento e soprattutto a sostenere ledilizia in crisi. Con tali obiettivi e con la minaccia di sanzioni del governo, lo scorso anno quasi tutte le regioni si sono affrettate ad approvare proprie leggi sul Piano casa, con la conseguenza che allanarchia edilizia di molte parti del nostro paese, a causa dellabusivismo, si aggiunto il caos urbanistico nel quale ogni regione ha approvato una propria legge in assenza delle norme di semplificazione promesse ma mai approvate dal governo. Il risultato di tanta sconsiderata frenesia legislativa per un completo e salutare fallimento, tanto che il governo vorrebbe rilanciare il Piano casa con un ulteriore aumento delle cubature e con laggiunta di un nuovo condono edilizio.
Come possiamo non esprimere una ferma e dura opposizione a tali proposte che distruggono e consumano territorio in spregio alla pianificazione urbanistica e ad ogni ragionevole uso di un bene limitato?
Il rilancio delleconomia, nel nostro paese, non nellanarchia edilizia e nel caos urbanistico. Il paese pu uscire dalla grave crisi economica e ambientale solo con nuove regole per il recupero del patrimonio edilizio esistente, con la tutela dei nostri centri storici e con la drastica riduzione del consumo del suolo. Lo chiede la nuova economia della conoscenza, fatta di idee e non di cemento. Lo chiede leconomia del turismo e lo chiedono i turisti che scelgono lItalia per le loro vacanze. Lo chiedono soprattutto i cittadini per la qualit della loro vita e per quella dei loro figli. Lo chiedono, lo chiederanno anche i tecnici, gli architetti, gli ingegneri?
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7767
di Leandro Janni
del 28/01/2010
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Il coccodrillo come fa...? la politica lo sa
di
Paolo G.L. Ferrara
Lennesimo crollo in un centro storico siciliano ha determinato la tragica morte di due bambine. Favara un centro interno dellagrigentino, di 35mila abitanti, con il record di imprese edili, in Italia (ben 900 imprese!), rispetto al numero di abitanti. Un luogo come tanti delle nostre aree interne, cresciuto senza regole e senza limiti al di fuori dei propri confini storici; un tasso altissimo di abusivismo edilizio.
E la dimostrazione di un Paese che, nonostante le ripetute tragedie (Abruzzo e Messina solo negli ultimi mesi), resta incapace di prevenzione, di rispetto delle regole, di tutela del proprio patrimonio storico e urbanistico e quindi incapace di difendere la vita dei propri cittadini. Ancora una volta una tragedia annunciata, in un Sud che paga una inesorabile e scriteriata sopraffazione degli interessi privati sul bene pubblico. Sono le conseguenze della mancata programmazione e gestione del territorio, che ancora vede, nel 2010, lassenza di strumenti di pianificazione urbanistica, cos come spesso manca una pur minima politica di salvaguardia del patrimonio storico e ambientale.
Restano inascoltati i ripetuti appelli del Presidente della Repubblica Napolitano sulla necessit di emergenti azioni di prevenzione per evitare tragedie come quelle che nellultimo anno hanno colpito il nostro Paese.
Mentre in taluni casi vengono create ad arte situazioni di emergenza fittizia finalizzate alloccupazione dei pi importanti siti culturali da parte di commissari di nomina politica, laddove questa emergenza non solo reale ma drammatica, gli organi di governo sono colpevolmente assenti.
Serve una verifica immediata degli strumenti di ricognizione: cartografia del rischio in primis, analisi della situazione idrogeologica. Di quali strumenti dispongono attualmente gli organi di governo? E a che livello di aggiornamento e di affidabilit risultano tali strumenti? Serve lo stanziamento immediato di adeguate risorse economico-finanziarie per una mappatura del territorio, con le gradazioni di rischio sismico, idrogeologico e sullo stato delledificato. Vedremo.
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7729
di Leandro Janni
del 07/01/2010
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Zevi, Craxi, prestigio, potere
di
Paolo G.L. Ferrara
Caro Marrucci,
sai come si dice in Sicilia: "MEGLIO SOLI CHE MALE ACCOMPAGNATI".
Cordiali saluti, L. J.
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7723
di Leandro Janni
del 06/01/2010
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Zevi, Craxi, prestigio, potere
di
Paolo G.L. Ferrara
In effetti c', o meglio, c'era qualcosa che accomunava Bruno Zevi e Bettino Craxi : una comunicazione "irritante". Dunque, assai efficace.
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7703
di Leandro Janni
del 02/01/2010
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La farsa del ponte (sullo Stretto)
di
Leandro Janni
Renzo Marrucci (generosamente?) scrive:
"Janni, una simpatica persona che fa come il filosofo che, rinchiuso tra le sbarre, cerca di convincere di essere lui il vero libero e che le sbarre non imprigionano veramente lui ... Cio: la Sicilia pi libera senza il ponte e il ponte non uno strumento di maggiore possibilit e sviluppo... Janni non crede che il ponte possa innescare una visione pi dinamica del mondo e una geografia pi aperta e possibilista di prima... liberare o iniziare a liberare la Sicilia da un retaggio stretto, forse ristretto, appartato e via dicendo. No, non ci crede! Crede invece di perdere dei privilegi e non averne in pi... Il certo per l'incerto o il plagio della tradizione che inviluppa queltanto che fa godere il filo antico e prezioso, ma che fa anche perdere o romanza la visione del mondo. Aristocrazia culturale o asfittica gelosa appartenenza? ...di gattopardiana memoria? L'identit non si perde collegandosi, ma semmai si arrichisce e bisogna spiegarglielo bene che chi traina sar il ponte, non solo una passerella di modernit e il resto vien da s..."
Rispondo.
Caro Marrucci, nel mio mondo e persino nella mia Sicilia, PROCESSO, CONTENUTO E REGOLA coincidono. Quando ci non avviene, io (ingenuamente? aristocraticamente? ostinatamente?) avverto l'odore - fastidioso - dell'impostura e della mistificazione.
Un simpatico saluto.
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7679
di Leandro Janni
del 25/12/2009
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L'arte facile
di
Sandro Lazier
Se l'arte contemporanea facile, la vita (contemporanea) complicatissima.
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7561
di Leandro Janni
del 22/10/2009
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Opere faraoniche e tragedie annunciate 3
di
Leandro Janni
Gentile Vilma Torselli,
pensavo di essere stato chiarissimo - a proposito del PONTE - nell'ultimo commento inviato.
Pertanto, la pregherei di rileggerlo - il mio ultimo commento - con sufficiente attenzione e senza pregiudizi.
Un saluto molto cordiale e a presto
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7558
di Leandro Janni
del 21/10/2009
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Opere faraoniche e tragedie annunciate 3
di
Leandro Janni
Io non sono mai stato ostile all'idea di un PONTE che, in modo mirabile e superbo, possa collegare - stabilmente - l'Isola alla Penisola. Anzi!
Io sono contrario all'ipotesi che conosciamo (per mezzo di un colorato e ben noto plastico in scala) di un banalissimo e datato mega-ponte strallato, nell'area dello Stretto. Tutto qui.
Mi d ovviamente un certo fastidio il fatto che qualcuno provi a farmi passare per ottuso fondamentalista dell'ambiente. Ma in fondo, nella vita, c' di peggio!
Ovvero: l'ineffabile, ipocrita vacuit dei sostenitori del nulla.
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7526
di Leandro Janni
del 19/10/2009
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Opere faraoniche e tragedie annunciate 3
Ovvero
di
Leandro Janni
Sempre a proposito del controverso "ponte sullo Stretto", mi sia concessa una inevitabile, doverosa considerazione di tipo formale, stilistico. PROGETTUALE.
Insomma: ci siamo mai veramente chiesti - designer, architetti e ingegneri - perch dovremmo accettare che venga realizzato, o quantomeno concepito, un PONTE cos banale e datato, in uno dei luoghi pi straordinari, densi e seducenti della Terra?
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7518
di Leandro Janni
del 15/10/2009
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Opere faraoniche e tragedie annunciate 2
di
Leandro Janni
Il Piano casa un condono preventivo.
Il Piano casa attribuisce ai privati la scelta di ampliare labitazione, in deroga alla pianificazione urbanistica che, con un complesso procedimento amministrativo fatto anche di partecipazione pubblica, stabilisce limiti alla propriet per assicurare, secondo lart.42 della Costituzione, linteresse pubblico delluso equilibrato di un bene limitato come il territorio. Questa deroga alla pianificazione, determina una profonda modificazione nei rapporti tra bene pubblico e interessi privati. La stessa modificazione dei condoni edilizi, cambia solo il rapporto tra la legge e lintervento edilizio: nel caso del condono viene prima lintervento edilizio e poi la legge, nel Piano casa il contrario. In tutti e due i casi c un aumento del consumo del suolo e del carico urbanistico in contrasto con il piano regolatore generale, vale a dire che viene alterato il rapporto tra numero di abitanti e quantit di servizi. Il Piano casa, secondo i suoi sostenitori, andrebbe incontro alle esigenze del figlio che si sposa e invece di comprar casa amplia quella dei genitori, con la conseguenza che, considerato che si prevedono ampliamenti del 20% degli edifici uni o bi-familiari (oltre alle demolizioni e ricostruzioni fino al 35%), nelle zone con questa tipologia di edifici (si pensi alle tante villettopoli cresciute intorno alle nostre citt) ci determiner un aumento del numero degli abitanti, mentre rimarranno immutate le strade, i parcheggi, le fognature, le scuole, gli uffici pubblici, il verde pubblico, le reti di gas, luce e telefono, ecc.
Per queste ragioni, a difesa della pianificazione pubblica del territorio, sin dallinizio - e oggi ancor di pi, dopo la tragedia di Messina - Italia Nostra si opposta al Piano casa, indipendentemente dal fatto che a proporlo ed attuarlo fosse il Governo o le Regioni, indifferente anche al fatto che alcune Regioni ne abbiano mitigato la portata. Italia Nostra, dopo aver presentato nelle scorse settimane un reclamo alla Commissione europea per violazione del diritto comunitario, impugner innanzi al TAR le deliberazioni dei Comuni sul Piano casa e sollever la questione di legittimit costituzionale della legge regionale per violazione di diversi articoli della Costituzione, in particolare dellart.42. Senza contare che non risulta che i Comuni, nellapprovare a loro volta il Piano casa, abbiano tenuto conto dellart.78 del Testo unico enti locali che prevede lastensione dei consiglieri comunali nei casi in cui sussiste una correlazione immediata e diretta fra il contenuto della deliberazione e specifici interesse del consigliere o di parenti o affini entro il quarto grado. Siamo sicuri che non c alcun consigliere comunale, o parente o affine del medesimo, al quale faceva comodo ampliare la villetta?
Questo sotto il profilo giuridico, mentre per quello economico, se nel Piano casa evidente linteresse dei cementieri, meno sicuro quello dei costruttori che gi oggi hanno serie difficolt a vendere i tanti edifici costruiti sullonda della bolla immobiliare (chi li acquister se, in piena crisi delledilizia, i figli che si sposano amplieranno la casa dei genitori?), mentre linvenduto e il disabitato, con adeguati incentivi, potrebbero risolvere il reale fabbisogno abitativo.
Un interesse opposto hanno invece i settori del turismo, dellagricoltura, delle energie rinnovabili e di quelleconomia verde che si va affermando nel mondo. La devastazione del nostro territorio e paesaggio, vera ed irripetibile ricchezza del nostro Paese e del nostro turismo di qualit, non la via di uscita dalla crisi economica, ma il definitivo e irrimediabile affossamento della nostra economia e della capacit dellItalia di attrarre talenti e ricchezza. Per superare la crisi serve un diverso modello di sviluppo, non il Piano casa, non altro cemento. Quel modello al quale sta lavorando Obama negli Stati Uniti e quello che ci incoraggia a perseguire il Presidente Napolitano quando dice facciamo della crisi unoccasione perch lItalia cresca come societ basata sulla conoscenza, sulla valorizzazione del nostro patrimonio culturale e del nostro capitale umano.
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7507
di Leandro Janni
del 11/10/2009
relativo all'articolo
Opere faraoniche e tragedie annunciate
di
Leandro Janni
Carissimo Pietro (Pagliardini),
considerato il tono e i modi della discussione, ripondo - mi auguro con adeguata ironia - utilizzando una citazione tratta dal film "RADIO DAYS", di Woody Allen: "Lo sapevo che non ti saresti inasprito!"
Un'ultima cosa, ci tengo a dire: a me - che ho sempre lottato e presentato decine di esposti e denunzie contro l'opacit, l'inerzia, l'ignoranza e il malaffare dei tecno-burocrati istituzionali - "piccolo burocrate" non lo aveva detto mai nessuno. Cosa dire? C' sempre una prima volta!
Ma questi, probabilmente, sono gli effetti di certo, contemporaneo berlusconismo. Ovvero: il ribaltamento assoluto della verit; la divisione, la lacerazione, IN DUE, del Paese. Persino "il PONTE" divide!
Un cordiale saluto
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7501
di Leandro Janni
del 09/10/2009
relativo all'articolo
Opere faraoniche e tragedie annunciate
di
Leandro Janni
A proposito di "opere faraoniche e tragedie annunciate", mi permetto di citare un recente commento di Anna Donati.
Le Grandi opere (quelle dannose, quelle inutili, quelle non prioritarie e quelle comunqie sbagliate), i quattrini e il potere che producono; il resto vada a ramengo. Terra, 8 ottobre 2009.
Anche il capo dello Stato, dopo la tragedia annunciata di Messina, intervenuto con parole molto nette: prima di realizzare opere faraoniche bisogna mettere in sicurezza il territorio. E tutti hanno pensato al Ponte sullo Stretto di Messina, lopera simbolo del governo Berlusconi che costa 6,3 miliardi di euro. Nemmeno le esortazioni di Guido Bertolaso, capo della Protezione civile, hanno indotto una seria riflessione nel governo, quando ha detto che per rendere sicuro il nostro territorio e mettere un freno al dissesto idrogeologico servono 25 miliardi di euro e che bisogna smettere di costruire in modo abusivo parti di territorio e citt. Niente da fare, non servono i morti e non servono gli autorevoli interventi: il governo Berlusconi tira dritto sul progetto del Ponte sullo Stretto e non ritira il famoso Piano casa di cementificazione selvaggia, dellurbanistica fai da te.
Tanto, il ritornello ricorrente, Ponte, Piano casa, dissesto idrogeologico e tragedia di Messina sono cose diverse, che non centrano, e il ripeterlo in modo ossessivo la miglior prova della relazione. Il governo ha ammesso di non avere i 25 miliardi necessari (come una manovra finanziaria) e che quindi il Ponte sullo Stretto pu andare avanti perch in fondo costa solo 6,3 miliardi, che per il 60% verranno da fondi privati. Proprio in questi giorni scaduto il mandato del commissario straordinario Pietro Ciucci, luomo del Ponte che anche amministratore delegato della Societ Stretto di Messina e presidente di Anas, che aveva il compito di presentare il nuovo piano finanziario evitando le forche caudine del Cipe.
Secondo le prime indiscrezioni uscite dai giornali, il progetto preliminare costa 6,3 miliardi di euro, sono prenotati 1,3 miliardi da Fintecna (ma erogati di anno in anno secondo le disponibilit della Finanziaria, come ha voluto il ministro Tremonti); il 40% dovrebbe provenire da risorse pubbliche e il 60% da capitale privato da ricercare sul mercato. la solita favola che abbiamo contestato e vissuto con la Tav e le concessioni autostradali: che i privati siano disposti a rischiare capitale proprio per grandi opere. Niente di pi falso, e lalta velocit ferroviaria, come in tutto il resto dEuropa, stata pagata interamente con soldi pubblici e anche nel caso delle autostrade si intervenuto con proroghe delle concessioni (per incassi sicuri) e con garanzie pubbliche di subentro alla scadenza delle concessioni.
Commento
7495
di Leandro Janni
del 09/10/2009
relativo all'articolo
Opere faraoniche e tragedie annunciate
di
Leandro Janni
Cosa (mal)fatta capo non ha.
Il presidente della Regione Sicilia Raffaele Lombardo, a seguito della tragedia di Giampilieri, di Scaletta Zanclea e di altri centri abitati del Messinese, ha espresso la volont di adottare un atteggiamento intransigente verso labusivismo e di porre in essere interventi seri ed efficaci per ridurre il dissesto idrogeologico. Parole importanti e impegnative dunque, da parte di Lombardo, pronunciate in una regione come la Sicilia dove, abusivismo, permessi facili, e interessi illeciti legati al mattone e al cemento, alimentano una fetta delleconomia isolana. Un primo segnale positivo e apprezzabile arrivato: il presidente Lombardo ha congelato il disegno di legge sul Piano casa, in discussione allAssemblea Regionale Siciliana. Non possiamo non ricevere con soddisfazione tale decisione.
Noi, cosiddetti "ambientalisti", avanziamo tre proposte di modifica al disegno di legge sul Piano casa: 1) proponiamo che venga posto un limite chiaro e rilevante alleventuale aumento della cubature edilizie; 2) proponiamo che vengano totalmente escluse dal Piano casa siciliano nuove costruzioni edilizie nelle aree a rischio idrogeologico e nelle aree protette; 3) proponiamo che vengano esclusi dal Piano casa interventi su immobili non residenziali.
Con lattuale versione del Piano casa siciliano evidente si rischia di dare il via a unulteriore, scriteriata esplosione cementizia su tutto il territorio regionale. Nel Piano attuale non c alcuna indicazione esplicita che escluda incrementi di volume negli edifici esistenti nelle aree a rischio idrogeologico, o in zone importanti e delicate, dal punto di vista ambientale e paesaggistico, quali i parchi. Inoltre, il Piano attuale consente di allargare o sopraelevare abitazioni di tutte le dimensioni, senza specificare, con chiarezza, il limite di cubatura. E ancora, sono possibili interventi edilizi persino negli immobili non residenziali (ad esempio, nei centri commerciali, nei capannoni artigianali, ecc.) e nei fabbricati di pertinenza adiacenti alle abitazioni (ad esempio, nei i fabbricati agricoli).
Ancora una volta affermiamo che, per tutelare lambiente e per rilanciare leconomia in modo sostenibile, pi che un Piano casa serve un PIANO TERRITORIO. Ovvero: messa in sicurezza, manutenzione ambientale, valorizzazione della pianificazione urbanistica e paesaggistica, realizzazione di qualificati interventi di restauro urbano e di architettura, realizzazione e compimento delle opere infrastrutturali necessarie. Noi ci auguriamo che le recenti dichiarazioni del presidente Lombardo rappresentino unassunzione piena di responsabilit e determinino, nellIsola, uninversione di tendenza nei processi degenerativi e involutivi del territorio.
POSCRITTO.
Prendo atto che certi tecnici si rifiutano di pensare, di ragionare. E d'altronde, il territorio cosa complessa. Taluni, poi, ai "luoghi comuni" preferiscono i "non luoghi" della mistificazione e della propaganda: berlusconiana, e non. Auguri!
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7492
di Leandro Janni
del 07/10/2009
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Opere faraoniche e tragedie annunciate
di
Leandro Janni
"Opere faraoniche e tragedie annunciate".
Ovvero: "Opere annunciate e faraoniche tragedie".
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7356
di Leandro Janni
del 18/07/2009
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Il caso Gela
di
Leandro Janni
Caro Marrucci,
siamo un paese decandente, confuso. Pensare costa fatica ed energia.
Cambiare lo stato delle cose, poi, impresa titanica. Complicatissima.
Eppure, non abbiamo altra scelta.
Un cordiale saluto,
L. J.
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7117
di Leandro Janni
del 18/04/2009
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Berlusconi e il Piano Casa per chi ce l'ha gi
di
Teresa Cannarozzo
Nelle nostre vite confuse, disperse e troppo spesso ormai virtuali, il principio di realt irrompe, a volte, con dolorosa e imprevedibile forza. E il caso del terremoto manifestatosi nel cuore dellAbruzzo, proprio durante il controverso dibattito, nazionale e regionale, sul cosiddetto Piano casa.
Ad ogni modo, se il dichiarato fine del piano (casa) voluto dal premier Berlusconi quello di rianimare lattivit edilizia (che si dice mortificata dalla generale crisi), non v dubbio che la ricostruzione di LAquila e dei minori insediamenti della sua corona offra una occasione, e insieme una responsabilit, di dimensioni straordinarie. Il restauro dei monumenti e il sistematico recupero degli insediamenti storici, messi in doverosa sicurezza sismica, dovranno attivare, e certamente per tempi non brevi, una vasta imprenditorialit di elevata qualit e ad alto tasso di occupazione.
Se si considera, poi, la imponente entit dei danni al patrimonio edilizio, anche pubblico, dellAbruzzo, si deve constatare che neppure i fabbricati pi recenti (che avrebbero dovuto adeguarsi alle normative antisismiche), come scuole e ospedali, hanno saputo opporre resistenza al sisma. E allora non certo arbitrario risalire a una allarmante condizione generale e alla dimensione nazionale di una responsabilit e di un compito che non possono essere elusi. Sicch si impone una strategia fondata su un ordine di incontestabile priorit, in un Paese interamente esposto, pur se in misura differenziata, alla vulnerabilit sismica. Converr dunque orientare la ripresa delle attivit imprenditoriali edili, non gi alla espansione-sopraelevazione della casa di chi gi ne dispone, ma alla priorit assoluta della messa in sicurezza dei luoghi nei quali Stato, Regioni, Province, Comuni adempiono ai servizi essenziali alla vita comunitaria, come innanzitutto scuole e ospedali. Un programma nazionale di dimensioni colossali, immediatamente attivabile, cui debbono essere destinate le necessarie risorse (anche distolte da meno urgenti impieghi) e che impegner per ben oltre un decennio la qualificata imprenditorialit delledilizia.
Tutto questo, ovviamente, valido, proponibile anche e soprattutto in una regione come la Sicilia. Ma, ci chiediamo: sapranno i nostri politici e amministratori regionali, anche alla luce delle recenti tragiche esperienze, contenere, limitare la costante, inesorabile, devastante cementificazione dellIsola e invece promuovere, attivare il risanamento, il rinnovamento qualitativo del patrimonio edilizio esistente? Sapranno, i nostri politici e amministratori, attivare una programmazione-pianificazione e una progettualit capaci di governare la complessit e valorizzare la bellezza? Sapranno, i nostri politici e amministratori, opporsi alla mistificante, fuorviante prassi delle opere faraoniche (su tutte il Ponte sullo Stretto) e condurre la Sicilia verso i territori moderni, auspicabili dello sviluppo sostenibile?
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6993
di Leandro Janni
del 29/03/2009
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Berlusconi e il Piano Casa per chi ce l'ha gi
di
Teresa Cannarozzo
Scontato dunque che il piano casa (in materia di legislazione concorrente tra Stato e Regioni) non pu essere varato per decretazione durgenza, la Conferenza Unificata Stato Regioni ha ieri avviato un confronto per una diversa soluzione, non solo costituzionalmente corretta. Se la ripresa dellattivit edilizia offre un contributo rilevante al rilancio delleconomia, in questa sola funzione non pu certo giustificarsi e non pu non essere guidata verso obiettivi di utilit sociale, per corrispondere ad un effettivo bisogno delle nostre citt. E allora gli obiettivi debbono essere indicati in progetti di Regioni ed Enti locali, impegnati nel compito di responsabile pianificazione. Il bisogno primario della casa ben pu essere dunque soddisfatto attraverso adeguati piani di recupero e riqualificazione del pi degradato patrimonio edilizio esistente e di conversione di aree riscattate da cessate funzioni.
Un grande progetto nazionale che si opponga allulteriore consumo di territorio e diretto a conferire pi elevata qualit ai nostri insediamenti.
Un progetto che non pu quindi affidarsi esclusivamente alle risorse private, ma esige un consistente sostegno finanziario pubblico: finalmente unopera veramente grande per una migliore condizione urbana.
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6973
di Leandro Janni
del 25/03/2009
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Berlusconi e il Piano Casa per chi ce l'ha gi
di
Teresa Cannarozzo
I controversi progetti edificatori del presidente del Consiglio Berlusconi : 1) Piano casa; 2) Piano casino; 3) Piano casotto. Forse.
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6920
di Leandro Janni
del 15/03/2009
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Una proposta per la tutela del paesaggio in Sicili
di
Leandro Janni
Architetti - contemporanei - inesorabilmente attratti da "agilit" e "velocit". Come le mosche con la marmellata (e con altro...). Come gli adolescenti con le discoteche, le moto e lo sballo.
La complessa bellezza del paesaggio - intellegibile, sperimentabile soltanto attraverso una lenta osservazione, contemplazione, fruizione - , ad essi, preclusa.
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6758
di Leandro Janni
del 22/01/2009
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Caso Casamonti
di
La Redazione
Ringrazio Cusano e condivido quanto scrive.
Mi permetto di aggiungere che la dialettica fondamentale per una sana, dinamica democrazia. Ma l'Italia non ama la dialettica.
E inoltre, fondamentale avere uno stato laico, istituzioni laiche, leggi laiche. Ma l'Italia non ama la cultura laica.
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6754
di Leandro Janni
del 22/01/2009
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Caso Casamonti
di
La Redazione
Diverse sono le ragioni che hanno provocato in questi ultimi anni la crisi della politica: i ripetuti fenomeni di corruzione, il dilagare del clientelismo e del familismo amorale, la riduzione dei partiti a semplici ma inesorabili centri di potere, se non a veri e propri comitati daffari. Ma laspetto pi profondo e pi grave di tale crisi, costituito dallassenza di riferimenti ideali, e dunque di tensione morale. Ad alimentare questo problema, oltre al venire meno di valori comuni e condivisi, ha senzaltro contribuito il crollo delle ideologie, che ha determinato la trasformazione della politica in mera questione burocratica, in una sorta di attivit pragmatica i cui parametri di conduzione sono quelli dellutilit immediata, e dunque delladeguamento alle esigenze del momento o della rincorsa dei bisogni, senza alcuna prospettiva progettuale di medio o lungo periodo.
Se si considerano gli effetti devastanti delle grandi ideologie del Novecento, indubbio che la caduta delle ideologie tradizionali rappresenta di per s un dato positivo. Da esse e dalla loro pretesa di totalizzazione, sono infatti nati i sistemi totalitari, in particolare il nazismo e lo stalinismo.
Negli ultimi decenni, si sta facendo strada il concetto di modello che, a differenza dellideologia, non ha alcuna presunzione di esaurire in se stesso il reale, ma si propone, pi semplicemente, il compito di accostare la realt sociale a partire da un certo angolo visuale: cogliendone alcune strutture portanti e alcuni limiti e dando vita a un preciso progetto da tradurre concretamente nellazione politica. Il modello, dunque, riveste unimportanza decisiva per larticolazione di una proposta operativa proiettata positivamente verso il futuro. Di contro, laddove i modelli sono del tutto assenti, lo spazio della politica, sprovvisto di tensioni ideali, viene occupato da meri interessi privatistici. Lattuale atteggiamento di sfiducia nei confronti della politica, che rischia di degenerare in un rifiuto qualunquistico o nichilista, anche frutto di questa situazione.
La ripresa del significato di politica dunque legata, oltre che al recupero delletica (fondamentale il ridare forza ai valori civili della nostra Carta costituzionale), anche al formarsi di modelli realistici e discreti, capaci di promuovere una seria progettualit sociale. A ci deve aggiungersi il coltivare una tensione utopica, antidoto necessario nei confronti del pericolo di totalizzazione ideologica, permanentemente in agguato.
Valori, tensione ideale, progettualit discreta ed incarnata sono ingredienti di cui la politica dovrebbe servirsi se intende recuperare il suo ruolo originario. Cio, quello di azione volta a promuovere la crescita autentica della polis, lo sviluppo di una sempre pi ampia coscienza civile e di una societ dalle strutture capaci di rispondere, in maniera adeguata, ai nostri veri bisogni che, non sempre e non solo, sono quelli materiali.
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6572
di Leandro Janni
del 18/12/2008
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Regalo di Natale 2008. A Marco Casamonti
di
Paolo G.L. Ferrara
Nella mia complicata -ma credo coerente- vita da cittadino, architetto o ambientalista, ho sempre pensato che PROCESSO, CONTENUTO e REGOLA non possano essere disgiunti, separati.
Insomma: il fine NON giustifica il mezzo.
I migliori auguri -comunque- a Marco Casamonti. E all'ITALIA.
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6567
di Leandro Janni
del 14/12/2008
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Soprintendenze di Sicilia: Quod non fecerunt barba
di
Leandro Janni
BREVE NOTA AGGIUNTIVA
Ormai chiaro, chiarissimo: alle politica per i beni culturali, viene di gran lunga preferita la politica nei beni culturali. Daltronde cos, se non uno straordinario bene culturale, il superbo Palazzo Reale di Palermo, nel quale ha sede e opera lAssemblea Regionale Siciliana?
E per, colpisce non poco lo scarto tra qualit (alta) del luogo di produzione e qualit (assai bassa, spesso rovinosa) del prodotto. Comunque sia, politici e amministratori una cosa lhanno capita: i beni culturali e ambientali rappresentano il palcoscenico, la location ideale per mettersi in mostra, darsi visibilit, consolidare o accrescere il consenso personale, certificare la propria esistenza politica. Daltronde, una bella cornice, una buona scenografia meglio di niente.
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6563
di Leandro Janni
del 01/12/2008
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Miserre!...Ligresti....
di
Paolo G.L. Ferrara
NUTRIRE IL PIANETA, ENERGIE PER LA VITA. Per chi ancora non ne fosse a conoscenza, quello qui riportato lambizioso, aureo motto che contrassegner la quasi imminente, o meglio, incombente Expo milanese del 2015.
Un appuntamento che, come molti segni concordi mostrano inequivocabilmente, minaccia di trasformarsi in una sterile esibizione di muscolatura dolce, per un capitalismo globale in fatale crisi.
Tanta verbale soavit, tanta ostentata attenzione per la sostenibilit - ambientale, territoriale, sociale, economica, etnica, culturale, ecc., ecc. - non possono che apparire superficiali mascheramenti per unimpresa che, al di sotto della patina di una nuova coscienza ecologica, nasce oggettivamente e inesorabilmente sotto il segno della cementificazione e della infrastrutturazione forzate. Oltre che, dalla insensata celebrazione del mito della crescita illimitata, della subordinazione sistematica dellagricoltura, e del suo territorio, alle ragioni provvisorie dellindustria e del commercio globalizzati.
Insomma: italiche mistificazioni, in grande stile.
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6561
di Leandro Janni
del 28/11/2008
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Architettura: la Sicilia torna ad essere 'bedda'
di
Paolo G.L. Ferrara
IRREDIMIBILE. Questo - ben noto - il termine utilizzato da Leonardo Sciascia per descrivere la realt sociale e politica siciliana. Quale termine potremmo utilizzare oggi? Forse, informe?
Il problema, il dramma della Sicilia attuale linsostenibile contrasto tra la forma - forte e definita, direi assoluta - dellIsola, e la sua informe sostanza sociale, culturale, politica. Come un corpo senzanima e senza ragione. Forse il compito degli intellettuali siciliani oggi troppo arduo e faticoso. Irrisolvibile, insomma.
Ma gli architetti sono, o no, intellettuali?
Un caro saluto,
Leandro Janni
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6556
di Leandro Janni
del 22/11/2008
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Ricercatori di verit
di
Ugo Rosa
E un mondo trans-autentico, caro Ugo, quello che abitiamo.
Verosimile insomma! meglio che vero.
E comunque, di autentico (o quasi) ci restano gli anelli al forno, gli involtini alla palermitana, linsalata, la torta al cioccolato. I cannoli siciliani.
POSCRITTO
Come avrai notato, io, nel "gran catalogo dell'architettura contemporanea siciliana", redatto da Oddo, sono riuscito a non entrarci.
Ecologica sapienza?
Un caro saluto,
Leandro
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6480
di Leandro Janni
del 20/10/2008
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Saudade
di
Sandro Lazier
La prima volta che ho letto un testo di Zevi avevo ventanni.
Oggi ne ho quasi cinquanta. A ventanni Zevi mi entusiasmava.
Oggi, il radicalismo estremo e anche un po forsennato dellultimo Zevi mi inquieta.
E comunque, Zevi un maestro. Un grande personaggio dellarchitettura moderna.
Di certo, un intellettuale che non ha voluto intendere, che ha categoricamente rifiutato il post-moderno.
Commento
6327
di Leandro Janni
del 29/07/2008
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Appello contro l'insensata privatizzazione dei ben
di
Leandro Janni
Il commento di Renzo Marrucci - sebbene non del tutto chiaro - sostanzialmente condivisibile.
Assumo l'impegno ad approfondire la "questione soprintendenze", assai delicata
e controversa.
Leandro Janni
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6081
di Leandro Janni
del 25/02/2008
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Lettera aperta a Bruno Vespa dall'estrema periferi
di
Salvatore A. Turturici
Cari amici,
come commento- contributo, invio la lettera aperta che scrissi lo scorso 29 settembre 2005, in occasione delle elezioni per il rinnovo del Consiglio dell'Ordine della Provincia di Caltanissetta, per il quadriennio 2005/2009 .
Un saluto,
Leandro Janni
Le elezioni per il rinnovo del Consiglio dell'Ordine, per il quadriennio 2005/2009
Caltanissetta, 29 settembre 2005 - LETTERA APERTA
Secondo quanto previsto dal D.P.R. 8 luglio 2005 n.169 - "Regolamento per il riordino del sistema elettorale e della composizione degli organi di Ordini professionali" - anche gli architetti, i pianificatori, i paesaggisti e i conservatori della provincia di Caltanissetta, procederanno alle elezioni per il rinnovo del Consiglio del proprio Ordine, per il quadriennio 2005/2009.
Finalmente si vota, quindi, a partire da venerd 30 settembre. Finalmente si vota, dopo anni di inerzia, di sconcertanti e ripetuti rinvii delle elezioni degli organi degli Ordini professionali, da parte del Governo nazionale. E di certo, ci sarebbe stato, e c', bisogno di ben altro - oltre all'inerzia e alle proroghe di questi anni. Ad esempio, una modernizzazione degli Ordini, il riconoscimento europeo delle nuove professioni, la crescita delle societ professionali e interprofessionali, un programma di educazione permanete, la razionalizzazione dei tirocini e degli accessi (esami di Stato), il diritto dell'equo compenso e tutele per i giovani praticanti, lo sviluppo delle casse previdenziali, le politiche economiche a sostegno delle professioni (credito e sgravi fiscali sulla ricerca), la promozione dei requisiti della professionalit (e non del capitale) nelle gare per gli appalti di servizi, una maggiore tutela dei cittadini-consumatori, pi deontologia, pi Europa.
Ma veniamo alle questioni locali. Il Consiglio dell'Ordine degli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori della provincia di Caltanissetta in questi anni ha svolto, con efficiente pragmatismo tecnico-burocratico, i tradizionali compiti di un Ordine: tenere l'Albo dei professionisti, vigilare sulla correttezza dell'esercizio professionale, fornire pareri alla pubblica amministrazione. Questo, e poco altro ancora, a dire il vero. Intanto, in questi anni il numero degli architetti dell'Ordine nisseno cresciuto sino a contare, oggi, 578 iscritti.
Comunque sia, ci saremmo aspettati, soprattutto considerato quanto accaduto in questi anni, che le operazioni di voto per il rinnovo del Consiglio dell'Ordine, fossero previste dopo una sacrosanta e doverosa assemblea degli iscritti. Un'assemblea in cui, il Presidente uscente avesse potuto relazionare, insieme ai componenti il Consiglio, sull'attivit svolta. Un'assemblea in cui, cos come si sempre fatto negli anni passati, si potessero presentare eventuali programmi, proposte, disponibilit. Nulla di tutto questo accadr. Non prevista, infatti, alcuna assemblea degli iscritti. Andremo a votare - per il rinnovo del Consiglio dell'Ordine - ordinati e silenti, e in fila per uno.
Di certo, sarebbe stato interessante e utile verificare, discutere di quanto sia cresciuta, o diminuita, in questi anni (anche ad opera dell'Ordine), nei cittadini della nostra provincia, la consapevolezza del ruolo, della funzione dell'architetto e dell'architettura. Questo, d'altronde, era uno dei punti qualificanti del programma del Consiglio dell'Ordine uscente. Di certo sarebbe stato interessante discutere, chiedersi - tra colleghi - quali strategie adottare per migliorare i modi consueti di operare, come interpretare in maniera pi profonda, efficiente e proficua i nuovi bisogni della societ e dell'ambiente, come migliorare la comunicazione di buone pratiche di architettura attraverso i media, come aggiornare e formare professionalmente i pubblici funzionari, come sensibilizzare gli amministratori, i costruttori e i progettisti rispetto all'importanza e al valore aggiunto della qualit architettonica. E poi, come introdurre materie specifiche sulla conoscenza e percezione dello spazio nei vari corsi di studio, a partire dalle scuole elementari. Come animare il contesto locale attraverso eventi di promozione e diffusione della cultura architettonica. Come coniugare insieme identit e sviluppo, conservazione e innovazione.
Insomma, malgrado tutto, queste e altre domande, questioni, dovrebbe porsi chi oggi si candida a gestire, a governare l'Ordine degli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori della provincia di Caltanissetta. Con umilt, consapevolezza, spirito di servizio. Nell'interesse degli iscritti all'Albo - ovviamente - ma anche dei cittadini e del territorio nel quale, tutti, abitiamo.
Cordialmente,
Arch. Leandro Janni
gi componente del Consiglio dell'Ordine degli Architetti della Provincia di Caltanissetta
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6011
di Leandro Janni
del 06/02/2008
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Oltre gli incerti confini. Il territorio urbano di
di
Leandro Janni
Nel commento n. 6001, Rosario Ferraro definisce esercizio di stile il mio testo sul territorio urbano di Palermo, malamente manifestando l'auspicio di comprenderne il messaggio. Cosa rispondere?
Nulla.
Leandro Janni
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5776
di Leandro Janni
del 04/12/2007
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Oltre gli incerti confini. Il territorio urbano di
di
Leandro Janni
DELLA PERDUTA "FELICITA' " DI PALERMO
Eppure, un tempo Palermo fu felicissima. A proposito del rapporto intimo, profondo, ancestrale che nonostante tutto abbiamo con la verit e la bellezza dei luoghi della nostra esistenza, una mia cara amica francese sapientemente afferma che il mare esteriorizza mentre la terra interiorizza.
Inesorabilmente, molti problemi della Palermo contemporanea derivano dalla ostinata, scriteriata negazione della struttura geografico-simbolica di un territorio: straordinariamente compreso, definito da magnifiche montagne e sapientemente aperto sullazzurro infinito del mare.
Aver perduto nel corso degli ultimi decenni questa privilegiata, distintiva condizione, ha generato una sorta di alienazione collettiva, di doloroso degrado ambientale.
Di insostenibile bruttezza.
Leandro Janni
Commento
5760
di Leandro Janni
del 29/11/2007
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Oltre gli incerti confini. Il territorio urbano di
di
Leandro Janni
Commenta Domenico Cogliandro:
Io non credo di essere una cima (come si dice dalle mie parti) caro Leandro ma, devi credermi, non ho capito esattamente dove hai voluto andare a parare con questa profilattica esegesi panormita. Gi, esattamente dove?
Cari saluti, Domenico.
Caro Domenico,
potrei rispondere citando lamato Borges (Non sono le soluzioni che contano ma gli enigmi), oppure consigliandoti la lettura dellultimo testo di Umberto Eco (Dallalbero al labirinto. Saggi sulla storia della semiotica, Bompiani). Oppure, da ambientalista, potrei anche suggerirti di leggere e studiare da postazioni dominanti e ben ossigenate come, ad esempio, la cima di un monte o, al limite, va bene anche un colle messinese. Scherzo, ovviamente!
Comunque sia, rispondo ricordando una piccola storia. Diversi anni fa, nel corso di una lezione-conferenza presso laula magna della Facolt di Ingegneria di Palermo, a proposito di un ambiguo e comunque seducente progetto di Aldo Rossi, rivolsi una domanda complicata al prof. arch. Gianni Braghieri, il quale reag con unosservazione analoga alla tua. Replicai che forse era giusto, oltre che opportuno, che egli insegnasse nella Facolt di Ingegneria di Palermo.
Un saluto affettuoso, Leandro
Commento
5307
di Leandro JANNI
del 30/04/2007
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I guai di Tafuri
di
Luigi Prestinenza Puglisi
Tafuri.
Mistico senza religione?
Disincantato pensatore senza valori da trasgredire?
No. Semplicemente, falso (seducente) profeta. Con barba. Ovviamente.
Come sempre, "dai frutti li riconosceremo".
Amen.
Commento
2546
di Leandro JANNI
del 18/03/2007
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Rosa e il fiore di Gehry
di
Paolo G.L. Ferrara
Sulle pagine di un noto settimanale italiano leggo il seguente annuncio pubblicitario:
Luomo, il genio, larchitetto. Frank Gehry, creatore di sogni. Un film di Sydney Pollack. Dal 30 marzo al cinema.
Cosa dire? Buona visione a tutti!
Commento
1838
di Leandro JANNI
del 18/02/2007
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Ricordo di Pasquale Culotta
di
Teresa Cannarozzo
Ora, con sereno razionalismo, mi chiedo: come mai il professore Pasquale Culotta si quasi sempre circondato, alluniversit, di emeriti imbecilli?
Absit iniuria verbo , ovviamente.
Leandro Janni
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1491
di Leandro Janni
del 03/12/2006
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Carnevale a Piazza Armerina: la carrozzata 'Villa
di
la Redazione
Villa romana del Casale: tanto rumore, pessimo risultato
Tanto rumore si fatto, in questi ultimi anni, a proposito della Villa romana del Casale di Piazza Armerina. Il rumore, per, non ha prodotto buoni risultati. Oggi, infatti, la Villa rischia di subire un assurdo intervento di ricostruzione in stile, frutto della confusa collaborazione tra lIstituto regionale del restauro, diretto da Guido Meli, e lAlto commissario Vittorio Sgarbi.
In questi ultimi mesi parecchie autorevoli voci si sono levate contro il progetto Sgarbi-Meli, e a difesa del progetto di Franco Minissi che, a cavallo tra gli anni Sessanta e Settanta, realizz una struttura museale organicamente, discretamente collegata allimpianto archeologico della Villa, oggi in pessime condizioni.
Io credo che sia giusto e sacrosanto criticare, opporsi decisamente, impedire che venga realizzato linsensato progetto di ricostruzione in stile della Villa romana del Casale. Credo, altres, che difendere strenuamente, feticisticamente il progetto di Minissi, considerato da taluni opera darchitettura di assoluto e intangibile valore, sia un errore. Risultando, tra laltro, perfettamente funzionale alla realizzazione del progetto Sgarbi-Meli.
Diciamolo con molta chiarezza: se veramente si fosse voluto realizzare un buon progetto, creativamente conservativo, capace di tutelare e valorizzare la Villa, lunica strada percorribile era quella del concorso internazionale di progettazione. Di certo non quella dellAlto commissario.
Continuare a negare la cultura contemporanea, il meglio della cultura contemporanea, aumenta inesorabilmente la confusione sotto il cielo e il senso, doloroso, della decadenza.
Leandro Janni
Commento
1479
di Leandro Janni
del 22/11/2006
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Ricordo di Pasquale Culotta
di
Teresa Cannarozzo
Non facile dire qualcosa su Pasquale Culotta, il Prof. Pasquale Culotta, in questa grigia giornata dautunno.
Noi che lo abbiamo conosciuto, frequentato, ascoltato, detestato, ammirato, ci porteremo dentro, molto a lungo, il ricordo della sua forza vitale, il suo generoso opporsi allindifferenza e alla banalit.
La vita bella, imprevedibile, sfuggente. Le opere restano? Forse.
Solo lamore, solo il conoscere contano veramente.
Commento
1418
di Leandro Janni
del 24/09/2006
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Addio a Vico Magistretti
di
la Redazione
Di Vico Magistretti ho - a casa - due oggetti, tanto belli quanto confortevoli: un divano e una poltrona. Magistretti aveva talento, stile e misura.
Commento
1376
di Leandro JANNI
del 20/08/2006
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Brevi note a proposito del Ponte sullo Stretto
di
Leandro Janni e Anna Giordano
LA QUESTIONE PONTE SULLO STRETTO E IL SENSO DEL LIMITE
Persino nella nostra bella Italia, nella mitica Sicilia siamo riusciti a perdere il senso del limite. La misura. Non concepiamo pi la natura come terra da abitare, come pensavano gli antichi Greci, ma come spazio da dominare. Non ci limitiamo alluso sostenibile della terra, ma ci spingiamo irresponsabilmente, follemente fino alla sua usura, alla sua consunzione. Rovina.
Il nostro rapporto con la natura fortemente mediato, dominato dalla tecnica: in questo mondo, in questa terra altra spesso coltiviamo illusorie, assurde pretese. Tra queste, pu certamente annoverarsi lo straordinario Ponte sullo Stretto: oggetto di inesauribili e incompatibili discussioni, ipotesi, progetti. Vero e proprio paradosso epistemologico. Follia tecnologica. Ottusa contesa politica. Insomma: tutto e il contrario di tutto, in un rumore comunicativo che nasconde di fatto la realt delle cose. La verit, per, piuttosto semplice: la realizzazione della mega opera infrastrutturale che dovrebbe congiungere la Sicilia al Nord, risolvendo come dincanto tutti i problemi di sottosviluppo della nostra Isola , allo stato, tecnicamente irrealizzabile. Insigni studiosi ed esperti di scienza e tecnica delle costruzioni si sono pronunciati pi volte, in tal senso. E cos: i pontisti se ne facciano una ragione. Almeno per qualche anno o decennio ancora.
Sulle leggi della natura e sui limiti e le possibilit della tecnica, sul concetto di sviluppo sostenibile, mi piace qui ricordare le illuminanti parole del filosofo Martin Heidegger: La legge nascosta della terra si mantiene nella moderata misuratezza del nascere e del perire di tutte le cose entro i limiti della loro possibilit, che ognuna di esse segue e che tuttavia nessuna conosce. La betulla non oltrepassa mai la sua possibilit. Il popolo delle api abita dentro lambito delle sue possibilit. Solo la volont, che si organizza con la tecnica in ogni direzione, fa violenza alla terra e la trascina nellesaustione, nellusura e nella trasformazione artificiale. Essa obbliga la terra ad andare oltre il cerchio delle possibilit che questa ha naturalmente sviluppato, verso ci che non pi il suo possibile, e quindi impossibile. Il fatto che i piani e i dispositivi della tecnica riescano in numerose invenzioni e producano continue innovazioni non dimostra affatto che le conquiste della tecnica rendano possibile anche limpossibile.
Leandro Janni
Commento
1373
di Leandro JANNI
del 18/08/2006
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S.O.S. Castellana Sicula
di
Marcello Panzarella
Carissimo Marcello,
chi ci salver dall'ignoranza e dall'ottusa sicumera di certi parroci?
Sai cosa penso veramente - pur essendo cristiano?
Che il vero miracolo della Chiesa che essa continua ad esistere malgrado certii preti, certi parroci e certi vescovi.
Per quanto riguarda i pubblici amministratori, gli uffici tecnici comunali e le soprintendenze, penso che neanche i miracoli possano fare qualcosa!
Comunque sia: lottare, farsi sentire, proporre sempre meglio che tacere e subire.
Un cordiale saluto.
Leandro Janni
Commento
1266
di Leandro JANNI
del 02/07/2006
relativo all'articolo
Punta Perotti? E'ancora in piedi
di
Paolo G.L. Ferrara
L' Italia - per ragioni storiche, sociali, politiche - il paese dei furbi.
E la furbizia, di certo, non migliora il mondo.
Un caro saluto, Leandro Janni
Commento
1010
di Leandro Janni
del 07/01/2006
relativo all'articolo
Ri-costruire nei centri storici
di
Vulmaro Zoffi
Il principio della "conservazione integrata" del centro storico e l'urbanistica che sostiene un dinamismo architettonico della citt che coinvolge, senza peraltro distruggerlo - il centro storico - tendono a rispecchiare, anche senza rendersene conto, il senso autentico del dinamismo fondamentale del nostro tempo. Che pu veramente allontanarsi dal passato, solo se continua a guardarne il volto e sentirne il respiro.
Commento
914
di Leandro janni
del 18/06/2005
relativo all'articolo
Giancarlo De Carlo morto
di
la Redazione
E' morto Giancarlo De Carlo.
Uno dei pochi, pochissimi architetti italiani non feticisti.
Un uomo libero e serio.
Consistente e imprevedibile.
Un politico creativo.
Chi lo ha conosciuto, se ne ricorder.
Leandro Janni
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Commento 11016 di Leandro Janni
del 31/12/2011
relativo all'articolo Un anno molto difficile
di Sandro Lazier
Diciamo cos: inesorabilmente oggi paghiamo il nostro debito verso l'ingiustizia.
Auguri a tutti!!!