La qualit dell'architettura per legge
di Sandro Lazier
- 8/8/2003
Il disegno di legge riguardante la qualit architettonica che il Ministro
Urbani sta proponendo all'approvazione del Parlamento rappresenta una vera svolta
per il nostro paese. Al di l delle difficolt di natura logica
e teoretica relative alla definizione di una categoria estetica rigorosa, finalmente
ci si pone il problema di come promuovere e distinguere il lavoro degli architetti
seri da una pi generica moltitudine di costruttori edili non sempre attenti
alle virt delle loro creature.
Personalmente per non credo che questa legge, illustrata e promossa con
la molla di un conflitto un po' troppo innocente tra il "bello" e "il
brutto" - il "cattivo" verr dopo - possa risolvere di colpo
un problema che riguarda la societ prima ancora che l'architettura. Bruno
Zevi scrisse: "L'architettura il termometro e la cartina al tornasole
della giustizia e delle libert radicate in consorzio sociale. Decostruisce
le istituzioni omogenee del potere, della censura, dello sfascio premeditato e
progetta scenari organici." Difficile contestare una cos appassionata
definizione, capace di accendere la lampadina della comprensione anche presso
il pi sprovveduto dei cittadini. Quindi, nel disegno di legge Urbani,
qualcosa non combina.
Infatti, se si pensa di aver fatto male per anni, come si pu pensare di
far bene per decreto legislativo? Ma, soprattutto, dove sta il bene? Distruggendo
San Vittore? O il corviale? Avremo forse pi libert e democrazia?
questo il precetto della legge? E, se cos, questo paese
ha oggi una classe dirigente con forza morale e tensione etica necessarie per
farci capire e condividere ci che giusto - e quindi anche "bello"
- e ci che non lo tanto da meritare il rogo?
Una canzone di Giorgio Gaber, recentemente scomparso, dice: "non riempire
il futuro con gli ideali del passato" - frase che andrebbe scritta sopra
il campanello di ogni architetto- frase che comporta per il futuro il desiderio
di un cambiamento radicale e incondizionato. Ma, per paradosso, il cambiamento
ce lo propongono i conservatori di centrodestra, ovvero quelli che per scelta
ideologica e propensione morale ritengono che le cose debbano restare come sono,
oppure debbano cambiare tornando ad essere come erano.
E sono gli stessi conservatori che vorrebbero attribuire il giudizio sulla qualit
dell'architettura agli ordini professionali - che per primi sono stati e sono
responsabili della spartizione della torta dell'industria edilizia, senza distinzione
di qualit, di teoria o dottrina. Modernisti e postmodernisti, tradizionalisti
e avanguardisti, tutti indiscriminatamente sotto la stessa coperta senza nemmeno
la possibilit e la soddisfazione di mandarsi vicendevolmente e pubblicamente
a quel paese.
Mentre da un lato trovo naturale il mio disaccordo sulla definizione di qualit
dell'architettura che potrebbero esprimere Mario Botta o Paolo Portoghesi, dall'altra
dovrei rassegnarmi all'idea di destinare ad una istituzione concettualmente neutra
come l'ordine professionale il destino dell'architettura. Chi si assumerebbe la
responsabilit di scelte sbagliate? L'istituzione forse? La responsabilit
sempre e solo personale, ha bisogno di un nome e una faccia da mostrare
quando si sbaglia. Quando mai una istituzione - che per definizione qualcosa
che esiste senza che se ne possa discutere- potrebbe essere investita di una qualsivoglia
responsabilit?
Vedo molti ostacoli sulla strada di questa legge che avrebbe necessit
di un atteggiamento empirico, troppo distante del formalismo e dall'idealismo
della cultura giuridica italiana.
A meno che una seria riforma delle professioni, che azzeri le posizioni di privilegio
e tuteli effettivamente le idealit, quali esse siano, non trovi spazio
nelle strette maglie della rete di interessi di compagnia che la politica di questi
tempi sembra prediligere.
Vedi disegno di legge Urbani
(Sandro Lazier
- 8/8/2003)
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Commento 390 di Vilma Torselli del 11/08/2003
Il disegno di legge del ministro Urbani ha, effettivamente, per certi versi, lindefinibile propriet organolettica dellaria fritta assieme al dirompente contenuto innovativo della scoperta dellacqua calda.
Perper quanto arduo ed utopistico sembri essere credere di poter promuovere e tutelare la qualit dellideazione e della realizzazione architettonica e urbanistica con una Legge-quadro che intervenga sulla qualit estetica, mi sembra che questa 'convincente impossibilit' sia preferibile ad una 'non convincente possibilit', ..una seria riforma delle professioni, che azzeri le posizioni di privilegio.. ( mi perdoni Aristotele).
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Commento 391 di Beniamino Rocca del 13/08/2003
E' vero, la proposta di -legge quadro sulla qualit dell'architettura e dell'urbanistica- corre il rischio di sommare "l'aria fritta all'acqua calda" come simpaticamente dice Wilma Torselli.
Io invece , da inguaribile ottimista, vedo questo disegno di -legge quadro- come la istituzionale presa d'atto da parte dello Stato Italiano del fallimento dell'insegnamento dell'architettura nelle universit e del ruolo degli ordini professionali, a tutela del cittadino incompetente in architettura ed urbanistica.
Per questo sono felice e ...... ottimista.
Se passa questa legge, come potr rimanere ancora vigente la "legge Merloni" (109/94) che in tutti i suoi articolati privilegia la "quantit edilizia" piuttosto che la "qualit architettonica".
Certamente il Ministro Urbani , si preoccuper di dare meno potere al mondo accademico e al mondo ordinistico...
E a proposito della riforma degli ordini professionali - non ancora passata in Parlamento - perch restare inibiti sulla possibilit di una riforma di tipo europeo con libere associazioni di professionisti
(vedi il RIBA in Inghilterra) senza pi l'obbligo dell'iscrizione agli ordini professionali ?
Anche l'ANTITRUST contro questa riforma , ma nessuno lo dice .
Sta a tutti coloro i quali hanno a cuore l'architettura e l'ambiente svegliarsi e , per dirla con le parole di Maurizio Sacripanti :"fare architettura oggi , deve significare fare poesia , musica e rivolta".
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Commento 392 di enricogbotta del 14/08/2003
Colgo l'occasione per segnalare un mio intervento su questo argomento apparso il 25 luglio 2003 su newitalianblood:
Mi sembra che le reazioni a questa legge siano inspiegabilmente titubanti. Ancora piu' inspiegabile e' il fatto che alcuni siano addirittura soddisfatti. Ma forse sono io a non aver capito le vere intenzioni dei ministri Urbani e Lunardi (si perche la leggere sulla qualita' architettonica e' un giano bifronte gia' alla nascita).
Forse ha ragione Beniamino Rocca che vede questa legge come "l'istituzionale presa d'atto da parte dello Stato Italiano del fallimento dell'insegnamento dell'architettura nelle universit e del ruolo degli ordini professionali, a tutela del cittadino incompetente in architettura ed urbanistica.", io dal canto mio mi chiedo come si possa interpretarla in questo modo... e gioirne.
Fosse vero (cosa che non e') sarebbe una vera tragedia che a delle carenze educative e difronte al fallimento di un'intera categoria professionale si rispondesse con una oligarchia di nomina politica con il compito di dire cosa e' bello e cosa e' brutto. Una cosa, cioe', totalmente ridicola da qualsiasi parte la si guardi.
E' tuttavia completamente inutile soffermarsi su questioni di carattere filosofico e cercare di capire se stabilire cosa sia il bello e il brutto sia cosa possibile o meno, dal momento che il bello e il brutto, questo e' evidente (almeno per me), non sono cio' che veramente interessa ai promulgatori di questa legge.
Ricordiamoci che i governi Berlusconi sono stati (piu' volte) promotori di condoni edilizi, che non hanno mai avuto una politica di conservazione e preservazione del territorio, hanno avviato uno progressivo smantellamento del patrimonio immobiliare dello stato, hanno piu' volte avanzato la proposta di far gestire monumenti di interesse storico artistico ad aziende private... insomma, quale sia il rapporto del governo con il "belpaese" credo sia ormai assolutamente chiaro.
Poi ognuno puo' sempre interpretare le cose come meglio crede, anche vedere in una proposta di legge assurda, io dal canto mio ci vedo il tentativo di eliminare ogni possibile restistenza alle "opere pubbliche", guarda caso progettate, approvate ed eseguite, dal buon ministro Lunardi. Mi sembra chiaro, se chi stabilisce cos'e bello e cos'e' brutto sono io (o gente nominata da me) il mio grado di liberta' d'azione e' vastissimo.
Cosi' col brutto ci faccio quello che voglio (amplio, allargo, alzo, rado al suolo) e il bello, al massimo, lo sovvenziono... che ne so... Villa S. Martino di Arcore sara' sicuramente bella e magari sovvenzionata perche' e' giusto che il patrimonio architettonico italiano venga preservato... mentre, che so, qualche villa liberty che mi sta proprio all'imbocco del futuro tunnel di Mestre non e' che fosse proprio bella benche con la 89 fosse vincolata... quindi, siccome non e' bella, me la posso togliere dalle scatole.
Ho fatto due esempi di fantasia per cercare di far capire com'e' facile, una volta posti criteri non verificabili, usare le cose a proprio vantaggio in ogni circostanza. E il bello e' che molti "sostenitori" di questa legge hanno sempre parlato male delle soprintendenze, adesso davanti a una super-soprintendenza centralizzata di nomina politica e con potere assoluto non sanno far altro che essere contenti?
Ora, come fa, non un architetto, ma una persona civile a non essere chiaramente e fermamente contraria ad una legge simile?
saluti,
enricogbotta
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Commento 393 di Beniamino Rocca del 15/08/2003
Io non so quali siano le intenzioni dei ministri Urbani e Lunardi , ma anche dopo aver letto le considerazioni di Enrico G Botta continuo a gioire per questo disegno di legge.
Intendo larchitettura soprattutto come espressione di civilt e dunque come impegno civile. E sempre con questo metro che sono solito valutare ogni accadimento che pu incidere sul fare architettura, sul fare gestione urbanistica.
Cerco di giudicare solo dai fatti e guardo con attenzione ad ogni possibile cambiamento democratico che favorisca e sostenga la qualit nel mio lavoro di architetto.
Purtroppo il fallimento dellinsegnamento nelle universit di architettura e degli ordini nei fatti, nel paesaggio costruito che ci troviamo di fronte ogni giorno.
Se un ministro della mia Repubblica, nata dalla Resistenza, vuol ribadire per legge che il brutto e ci che stato costruito illegalmente va demolito io sono felice.
Sospettoso certo (so bene che le Fondazioni sono istituzioni di potere e poco hanno a che fare con la cultura, basta vedere quello che fa la Fondazione dellordine degli architetti di Milano!) ma se questo disegno di legge, come consentirebbe una lettura onesta del testo, mette in crisi la legge Merloni, ben venga. Se una legge favorisce i concorsi darchitettura, ben venga. Il vero problema la gestione dei concorsi darchitettura come ormai www.arcaso.com insegna. Ma quanti critici darchitettura e professori universitari sanno che cos la legge Merloni? Qual la sua nefasta influenza sullarchitettura, i vantaggi che garantisce alle societ di ingegneria, ai consorzi dimpresa, ai burocrati ed ai furbi?
E questa, purtroppo, una legge fatta da un governo di sinistra e, ahim, operante da nove anni. E con la legge Merloni non si tratta di fare filosofia sul bello e sul brutto, si tratta di come lo Stato spende i nostri soldi per fare opere pubbliche, di come fa gli appalti , dunque di come costruisce paesaggio, fa brutta edilizia piuttosto che bella architettura.
Lo vogliamo capire o no che proprio questo il momento di far sentire la nostra voce, per quello che pu fare internet sintende, perch questo ancora un disegno di legge, modificabile quindi. Credo che dovremmo usare le nostre intelligenze per proporre modifiche credibili alla legge piuttosto che fare i processi alle intenzioni dei ministri. Di chiromanti e chiaroveggenti gi piena la TV di provincia, proviamo a usare internet a favore dellarchitettura. Chiss che non succeda qualcosa.
Buon Ferragosto
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Commento 399 di Mariopaolo Fadda del 02/09/2003
Confesso che non ho mai provato grande entusiasmo per una legge sullarchitettura. Primo perch come hanno gi osservato altri la qualit non la si d per decreto; secondo perch il fondamentalismo conservatore e la putrida retorica ambientalista sono in grado di snaturare qualsiasi serio intervento volto a riportare lItalia nel contesto culturale europeo e mondiale; terzo perch lo strapotere, invece che limitato, potrebbe uscirne rafforzato ed ampliato.
La moderna cultura architettonica chiedeva da anni, sulla scia dellesperienza francese, una legge che impegnasse le istituzioni pubbliche nella promozione della qualit architettonica.
Quando lessi, qualche anno fa, la proposta elaborata dal CNA, mi convinsi ancora di pi che in unItalia prigioniera di bande burocratico-corporative anche le pi encomiabili intenzioni non possono che finire in vacca.
A parte la vuota retorica della declamazione iniziale la parte davvero repellente la proposta di un Consiglio Superiore per lArchitettura nazionale, con tanto di ramificazioni regionali, organizzati ad uso e consumo dei professionisti dellarchiburocrazia (su sedici membri dieci scelti dal CNA e dal CNI ed i restanti 6 scelti tra altre categorie!). E la sinistra, con il solito impeccabile opportunismo, aveva tempestivamente sponsorizzato questa schifezza per la promozione dello strapotere di ordini, consigli nazionali, soprintendenze. Societ civile e libera cultura emarginate, se non cancellate da questo grottesco scenario. E saranno ben pochi ad opporsi a questa macroscopica e vergognosa sclerotizzazione burocratica.
Ci riprover, senza successo per fortuna, la melandri. Zevi, poco prima di morire, ...il disegno di legge recante disposizioni in materia di promozione della cultura architettonica e urbanistica, presentato dallon. Melandri, va sdegnosamente rifiutato, perch la direzione dellarchitettura prevista non affidata ad una personalit libera, di prestigio... ma pu essere incarnata anche da un burocrate selezionato dal mazzo... Tante grazie, on. Melandri, si tenga la sua legge.
Ora c la proposta Urbani che, come gi rilevato da altri, presenta sia elementi di novit che elementi discutibili, triste retaggio della pluridennale emarginazione dellItalia dal crcuito culturale internazionale.
Finalit. Lavvio non certo dei pi felici laddove si enfatizza larmonico inserimento nellambiente circostante dellopera. Dizione questa presa pari pari dalla Risoluzione del 12 gennaio 2001 del Consiglio dell'Unione. Una sciocchezza concettuale. Nell'epoca di Einstein, Picasso, Duchamp, Schoenberg, Pollock c'e' ancora qualcuno che si picca di giudicare il mondo contemporaneo con il parametro dell'armonia!
Si alla qualit ma solo se armonica. Una tetra litana che abbiamo sentito per anni: si allinserimento purch ambientato, si allinserimento purch conforme ai caratteri del luogo, si allintervento purch mimetico. In un epoca contrassegnata dagli stracci di Rauschenberg, dalle tele bruciate di Burri, dalle lamiere accartocciate di Gehry, cio da un brutale richiamo alla realt, non necessariamente bucolica, che ci circonda, a dir poco anacronistica questa fuga a ritroso in astrazioni romantiche. La qualit moderna attinge allo sporco, al derelitto, al disarmonico, al contrastato, allasimmetrico, al dissonante, a tutto meno che allarmonia. E poi, in armonia con lambiente circostante? Neanche gli aborigeni australiani si azzarderebbero pi a parlare di armonia dellambiente.
Articolo 5. Plateale cedimento al fondamentalismo conservatore. Questa mania di conservazione a 360, anche se rivolta ad opere moderne, rischia di essere un boomerang: se bisogna conservare anche tutto il moderno, cos come tutto lantico che senso avrebbe larchitettura contemporanea? Tutto il potere ai soprintendenti! urlerebbe Sgarbi. E tutto il potere a restauratori, ristrutturatori, recuperatori, rivitalizzatori, riabilitatori, aggiungiamo noi.
Larchitettura moderna, a differenza di quella antica, non costruisce per ammonire (monumento), per sfidare i secoli. Dura magari lo spazio di qualche anno. Gehry ha modificato la sua leggendaria casa-documento non so quante volte, facendo unopera aperta continuamente alle novit, alle nuove esigenze della vita contemporanea.
Art. 10. Ottima la proposta per la costituzione di centri territoriali di documentazione per larchitettura e lurbanistica moderna e contemporanea.
La Fondazione. Una soluzione, a mio parere, decisamente migliore rispetto a quella burocratico-paternalistica del Consiglio e Consiglini Superiori (eredit, tra laltro, della cultura fascista). Sar perch vivo negli Stati Uniti dove le fondazioni sono il motore che consente alla cultura di essere libera da lacci e lacciuoli politici, corporativi e burocratici, ma la ritengo una strada da percorrere anche se non si capisce ancora come debba essere strutturata e come debba funzionare. Una versione architettonica della cassa per il mezzogiorno, cio un carrozzone politico-affaristico, va rifiutata e combattuta senza tentennamenti, ma se fosse strutturata in modo tale da incentivare la creazione di fondazioni private andrebbe sostenuta ed incoraggiata.
I concorsi. Di notevole importanza e novit (nella proposta del CNA neanche un accenno) lestensione dei concorsi anche agi interventi di recupero.
Per fare dei concorsi seri bisogna per superare due giganteschi ostacoli: il consiglio nazionale degli architetti e quello degli ingegneri con il codazzo di ordini professionali e, nel caso di contesti storici, delle soprintendenze. Senza l'eliminazione di questi santuari burocratico-corporativi e oscurantisti e' impensabile organizzare concorsi internazionali che possano essere presi vagamente sul serio.
Due esempi.
1. La carnevalata inscenata da Sgarbi per gli Uffizi. Non entro nel merito dellopera (un Isozaki in formato mediocre), ma il tentativo del tribuno ferrarese di sindacare lintervento sia nella forma che nella sostanza la dice lunga su cosa intendano per concorso qualche farneticante politico e limmancabile soprintendente di turno, che hanno in odio la cultura architettonica moderna.
2. A Catanzaro, quattro o cinque anni fa, fu bandito un concorso vinto dal gruppo capitanato da Paolo Portoghesi (un nome, una garanzia) che includeva presidenti e consiglieri degli ordini degli architetti e degli ingeneri delle provincie calabresi. Nella commissione a giudicare anche i rappresentanti degli ordini professionali. Roba da repubblica delle banane.
Il mio scetticismo su una legge per la qualit architettonica resta anche di fronte a questa proposta che sembra non una rivoluzione copernicana, ci di cui ha maledettamente bisogno larchitettura italiana, ma una timida inversione di tendenza. Qualcuno dir: aspettiamo le controproposte dellopposizione, i girotondi, aspettiamo le osservazioni degli accademici di lungo corso, aspettiamo il parere dei protettori delle tradizioni. E poi i soprintendenti, gli esperti dei partiti, le associazioni ambientaliste, gli ordini professionali, le confraternite. E vero: il peggio deve ancora venire.
Mariopaolo Fadda
Santa Monica, California
P.S. Splendido sito (scoperto casualmente), complimenti a promotori e partecipanti.
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Commento 400 di Andrea Pacciani del 02/09/2003
Gentile Fadda,
Non ho nulla da difendere della legge Urbani perch ritengo inutile una legge sulla qualit dell'architettura; fin tanto che esiste un'architettura modernista che si fonda sull'autoreferenzialismo qualitativo dell'autore o del critico difficile disciplinare alcunch, mentre molto facile fare dei danni.
Che "La qualit moderna attinge allo sporco, al derelitto, al disarmonico, al contrastato, all'asimmetrico, al dissonante, a tutto meno che all'armonia", una sua opinione rispettabile ma non so neanche quanto condivisibile da molti architetti modernisti (Botta, Piano...., faccia lei) n cos rintracciabile nella storia dell'architettura moderna (Wright, Kahn, Mies per citare i "maestri" della sua terra di adozione).
Se invece si riferiva al fatto che una nuova qualit contemporanea possa ricercarsi nel felice elenco di aggettivi da lei proposto possibile, ma con il gradimento di chi? e con quali risultati?
Ricordiamoci che la storia millenaria dell'architettura insegna che per quanti milioni di architetti si possano laureare gli edifici sono realizzati soprattutto da epigoni maldestri dei maestri (quasi sempre autori di pochi edifici) e da autocostruttori; non capisco perch nessuno di quelli che fanno le ricette per curare i mali dell'architettura debbano ignorare questo dato di fatto ed auspicano come unica soluzione l'imposizione degli incarichi a loro, architetti illuminati, e il genocidio di geometri e ingegneri progettisti.
Credo che l'ineluttabilit dell'armonia faccia parte della natura dell'uomo e della sua vita sociale. Non so se lei per essere moderno a Sandamonicakalifornia ha sostituito definitivamente il sugo di pomodoro per gli spaghetti con la senape o il ketchup perch la qualit riposta nella disarmonia!
L'architettura e l'edilizia non sono oggetti di consumo ma d'uso; possono essere costruiti solo in una prospettiva di permanenza materiale.
Senza tale permanenza, senza un'architettura che sopravviva ai suoi ideatori impossibile immaginare spazi pubblici come espressioni collettive artigianali o artistiche.
Con rispetto anche delle idee pi differenti dalle proprie
Andrea Pacciani
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Commento 401 di Mariopaolo Fadda del 03/09/2003
Nel mio precedente intervento cera unerrore al primo capoverso che cos si concludeva ...terzo perch lo strapotere degli ordini, dei consigli nazionali e delle soprintendenze, invece che limitato, potrebbe uscirne rafforzato ed ampliato. Mi scuso per il taglio che ha reso poco comprensibile la frase finale.
1. La legge che, impropriamente, chiamiamo per la promozione della qualit , mi pare banale rimarcarlo, una legge per promuovere alcuni strumenti che favoriscono laffermarsi di opere di qualit e cio i concorsi, i centri di documentazione e diffusione, un piano per le opere pubbliche, le fondazioni ecc. Ci premesso ribadisco che sono perplesso di fronte alla proposta Urbani ma non talmente cieco da non vederne gli spunti positivi. Non salgo comunque sulle barricate con chi avversa la legge, qualsiasi legge sullarchitettura, per partito preso.
Ma non sono cos ingenuo da pensare che con una semplice legge si risolvano di colpo i decennali problemi dellarchitettura italiana. Non ritengo comunque che larchitettura possa, con gli strumenti tipici della disciplina, cos come dincanto battere la speculazione edilizia, convertire gli investitori immobiliari, riciclare la spazzatura edilizia.
Chi confida nellautoreferenzialismo qualitativo dellautore dovrebbe anche spiegare come questo possa emergere se in Italia vige la legge materiale della giungla, non scritta, di dare gli incarichi agli amici, agli amici degli amici, ai compagni di merende, ai compari. E farci
capire come possa emergere la qualit se larchitettura moderna fatta oggetto di ostracismo, soprattutto da parte di apparati dello stato e come possa emergere la qualit se le opere pubbliche sono le prime a fornire un esempio desolante e disarmante di mediocrit?
A che serve giustificare la mediocrit di geometri, ingegneri, architetti se questi invece che ispirarsi ai maestri si ispirano alle lordure che li circondano e che loro stessi contribuiscono ad incrementare in un circolo vizioso senza fine?
"... la storia architettonica appare seminata di
Che la massa sia succube dei surrogati dellarchitettura comprensibile, ci che indigna quello che indignava Alberoni, anni fa, e cio come tutte le forze che si sono dichiarate e si dichiarano progressiste, d'avanguardia, siano, in realt, conservatrici, paurose e tradizionaliste... Anche l'alta cultura stata affascinata dalla conservazione, dal restauro, dal passato. L'imprenditorialit sommersa, di gente disorganizzata, ignorante, priva della pi elementare sensibilit pubblica, ha trasformato il paese con un'alluvione di bruttezze...
Qui sta il dramma. I maestri indicano una via, la critica accademica, le fronde ideologizzate, i professionisti della commercializzazione dilapidano. Loro indicano una via e noi li a giustificare gli ignoranti che non capiscono, che travisano, che non sono allaltezza e che per pigrizia mentale amano le scorciatoie.
Noi proponiamo il ricorso sistematico ai concorsi per dare spazio anche a giovani sconosciuti e ci si accusa di volere addirittura il genocidio!
Invece di rimboccarci le maniche per divulgare, popolarizzare gli acuti dei maestri siamo qui a piagnucolare sugli epigoni che tradiscono i maestri e sulla gente che non capirebbe e non gli importerebbe nulla dei messaggi dei Libeskind, dei Gehry, delle Hadid, dei Koolhaas.
E, nonostante i nostri piagnistei la gente risponde con entusiasmo proprio alle opere dei grandi. A Bilbao il museo di Gehry stato visitato in unanno da tanta gente quanto era prevista, se non ricordo male, in cinque anni. Bilbao era sconosciuta a mezzo mondo ora un p meno e molta gente che non lavrebbe mai visitata per le sue preesistenze la visita per andare a vedere lopera gehriana. Ma lopera importante perch ha ridatto vitalit ad unarea industriale dismessa della citt. E i cittadini apprezzano. A Berlino lala ebraica del museo di Berlino di Libeskind apre i battenti anni prima che il museo sia installato perch la gente vuole visitare un capolavoro dellarchitettura moderna.
Dallaltra parte delloceano, il concorso per la ricostruzione di Lower Manhattan ha mostrato come in operazione di grande livello culturale possa essere coinvolta la cittadinanza senza scadere in assemblearismi tribali o in esibizioni accademiche. E soprattutto come la cittadinanza risponda con entusiasmo e sancisca la vittoria di Libeskind, la cui poetica dovrebbe essere, a sentire certi cultori della disciplina, indigesta al grosso pubblico!
2. Negli Stati Uniti, al contrario che in Italia, il settore privato che funziona da traino per la qualit e ispira anche il settore pubblico. Alcuni anni fa il governo americano, dopo le critiche delle riviste di architettura e della stampa, ha lanciato concorsi ed il cambiamento stato subito lampante e gli squallidi edifici con tanto di colonne, trabeazioni, capitelli, archi o le scatole in ferro e acciaio hanno lasciato spazio ad opere in linee moderne.
Ora anche i singoli stati si stanno adeguando ed il primo concorso in California per la realizzazione della sede di Los Angeles del Dipartimento dei Trasporti lo ha vinto Thom Mayne che si imposto su Rem Koolhaas e Miralles Tagliabue. Ledificio in avanzato stato di costruzione, a due passi, dalla strepitosa Walt Disney Concert Hall di Gehry, dalla cattedrale di Moneo e dal MoCA di Isozaki. Edifici costruiti, tutti, con fondi privati. E questi acuti stanno dando una mano formidabile al rilancio di una degradata downtown.
In Italia si avverte lurgenza di opere pubbliche di qualit perch limprenditorialit privata non ha mai dimostrato, a parte il caso pi unico che raro di Adriano Olivetti, grande interesse a promuovere la qualit architettonica. Qualche sporadico approccio (il Lingotto di Renzo Piano) e poi di nuovo via alle anonime scatole in vetro e cemento.
Il settore edilizio italiano minato da alcune tare: un abusivismo da terzo mondo ed uninnato istinto alla speculazione. A queste c da aggiungere la stortura delle cooperative che non sono altro che la faccia presentabile dellabusivismo e della speculazione.
Ma come si alimenta questo circuito?
Quando ero in Italia ogni tanto la Cassa di Previdenza mi inviava i suoi bollettini dove, con orgoglio, venivano esibiti i nuovi acquisti di immobili: orripilanti palazzoni per uffici realizzati da quei palazzinari pronti a costruirne altri per le Casse di Previdenza dei medici, degli avvocati, ecc. Questo il sistema attraverso cui viene finanziata la produzione edilizia pubblica o di interesse pubblico che, silurando larchitettura moderna, ha abbruttito e sta abbruttendo lItalia. Hanno costretto noi a finanziare quelle schifezze. Anchio quindi nel mio piccolo ho contribuito a riempire lItalia di quel p-p di melma. Ho anche provato a ritirare la mia quota di partecipazione. Niente da fare. Devo aspettare fino a 65 anni e fino ad allora continuer a fare, mio malgrado, il palazzinaro.
Non possiamo sapere in anticipo se un piano di opere pubbliche di qualit possa essere desempio a questa imprenditorialit da rapina ma che possa avere un favorevole impatto sullasfittico panorama urbatettonico italiano indubbio. Ed esso ancor pi necessario quale atto di rottura di un circuito al limite della malavitosit.
3. Gli epigoni maldestri. Due interventi urbani in corso ad Amsterdam: la ricostruzione degli Eastern Doklands nel distretto Borneo Sporenburg e la costruzione di un nuovo quartiere chiamato IJburg su sette nuove isole artificiali nellAmsterdam Harbor. Ne hanno parlato sia il New York Times che Architectural Record.
Lintervento a Borneo Sporenburg e la ricostruzione di unarea portuale. Il piano originario e opera di Steven Holl, ed il completamento e stato affidato a Kees Christaanse. Uno schema rettilineo di case a schiera interrotto diagonalmente da alcune grosse strutture ad uso collettivo (negozi, ristoranti). Unoltraggio al dogma del new urbanismo che impone lesclusione dei negozi dal quartiere residenziale. Le isole che fanno parte del piano sono collegate da tre sinuosi ponti pedonali.
Le case a schiera (altezza massima consentita 3 piani) che si affacciano sullacqua sono una reinterpretazione in linee moderne delle tradizionali case sui canali di Amsterdam. Linguaggio essenzialmente minimalista con unelegante orchestrazione di materiali, mattoni, calcestruzzo e legno. Al piano terra e consentita unaltezza maggiore che agli altri piani in modo tale da consentire, nel futuro eventuali adattamenti e la conversione in caffe o bars.
Il 30% sono abitazioni a prezzo sociale, a prezzi cioe inferiori a quelli di mercato.
La varieta non manca anche se poteva essere maggiore se i promotori immobiliari non avessero spinto per limitare gli appartamenti-tipo. Gli interventi degli studi MVRDV e Architectengroep raggiungono livelli poetici.
In Italia la costruzione di sette nuove isolette avrebbe scatenato lira funesta del fondamentalismo rosso-verde, un trentennio di dibattiti e discussioni ed il solito finale a tarallucci e vino. Ad Amsterdam,
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Commento 691 di fausto capitano del 11/03/2004
NEWS - 09/03/2004 stata definitivamente approvata la legge quadro sulla qualit architettonica. Tra le importanti novit in arrivo: diffusione del ricorso ai concorsi di progettazione per la realizzazione di alcune opere pubbliche, coinvolgimento degli enti locali, pubblicizzazione da parte delle regioni delle informazioni relative alla valorizzazione delle opere architettoniche attraverso siti internet.
Raffaele Sirica, presidente del Cnappc (Consiglio nazionale architetti, pianificatori e conservatori), intende attivare un network delle regioni ed unalleanza con i sindaci per la democrazia urbana.
Realizzare il diritto fondamentale di tutti a un ambiente fatto di architettura di qualit. Con queste parole Sirica spiega lobiettivo delliniziativa.
Firenze la prima tappa di questa task force: lincontro con il sindaco , secondo Sirica, il passo fondamentale per tradurre in realt il ricorso ai concorsi di progettazione per alcune opere pubbliche.
Larticol 1-bis della legge quadro prevede, infatti, che le pubbliche amministrazioni individuino le opere per le quali ritengono necessario il concorso di progettazione, nella fase di preparazione del piano triennale delle opere pubbliche, previsto dalla Merloni.
Nuovi risultano anche il coinvolgimento delle amministrazioni pubbliche regionali nellattivit del centro di documentazione e le arti contemporanee, e la diffusione, da parte delle regioni, delle notizie finalizzate alla valorizzazione delle opere architettoniche. Il comma 2 dellarticolo 9 della legge la loro pubblicizzazione attraverso siti internet. (fonte: http://www.edilportale.com)
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