Preludio
di Ugo Rosa
- 18/10/2017
La scrittura degli architetti percorre, in questo momento, strade che non mi interessano.
Daltra parte quel che scrivo io non pu, mi pare, interessar loro.
Questo disinteresse speculare configura linutilit di ci che mi accingo a fare: scrivere intorno a cose darchitettura per lettori che, presumibilmente, saranno architetti.
Perch, allora, lo faccio?
Perch le cose inutili mi piacciono.
Sono, anzi, disposto a confessare di averci dedicato la vita.
Non ha del resto, larchitettura, annidato in s come una tenia, il verme della inutilit?
Come si spiegherebbe, altrimenti, la fatuit di una parte enorme dei suoi adepti?
La loro ridicola boria?
La loro endemica superficialit?
Il loro intellettualismo pretenzioso e frivolo?
La loro lamentosa, e lamentata, inettitudine ad incidere, seppur minimamente, sulla realt?
(Nota al margine: so che generalizzare brutto ma, giusto per farmi capire, detesto la categoria. La trovo moralmente inferiore a quella degli avvocati, ed quanto dire... pi insulsamente improduttiva e parassitaria di quella di notai, farmacisti e psicanalisti, pi cialtrona di quella dei dietisti e dei consulenti fiscali. Solo unaltra categoria le fa mangiare la polvere della mascalzonaggine: quella di nuovo conio, spaventosa e indefinibile con linguaggio umano, dei life coach.queste bestie...).
Ecco, direi che tutto questo fa da sponda alla inutilit del mio scrivere e gli fa fare carambola. Quella inutilit subito diventa duplice.
Trattando argomenti fondamentalmente inutili ne scriver inutilmente e, per di pi, in una lingua che non quella degli architetti.
Non si pu immaginare minore effettualit.
Ma una volta precisato limprecisabile vorrei precisare anche il resto.
Non posso escludere che, da qualche parte, sotto la cenere della mia scrittura, covi una minuscola scintilla: sehnsucht, saudade...nostalgia? Forse. Non, per, di luogo, cosa o persona. Piuttosto di quel niente che fatalmente e definitivamente evaporato nellattimo in cui mi decisi per larchitettura. Quel niente che ogni architetto ha perduto come i nostri progenitori perdettero leden. Nostalgia, dunque, evidentemente fuori luogo e fuori tempo. Infondata, oserei dire. Da qualche altra parte, sempre sotto quella cenere, c per anche la speranza, ugualmente infondata, che un giorno larchitettura sfugga alle grinfie degli architetti.
Nostalgia infondata da una parte e infondata speranza dallaltra.
Ecco gli estremi tra i quali si muove la mia cocciutaggine di scriba non letto...che non potrebbe avere, sintende, estensione pi elastica
La prima estremit infatti rivolta, sempre, al passato, la seconda, sempre, al futuro.
Da questa fantasmagoria bifronte prende forma il suo modesto presente, con laria del postulante, indigente ma petulante che, se gli dai cinquanta centesimi ti guarda con laria schifata di chi abituato ad altro. Dar secondo le mie possibilit che sono infime.
Ma, considerati i tempi, lasciar cadere in quel cappello qualche centesimo sembra gi un lusso.
(Ugo Rosa
- 18/10/2017)
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Commento 14659 di Giulio del 20/10/2017
Potremmo dire che l'architettura vale meno di niente....... ma allora l'architettura vale pi di tutto
L'architettura un tutto alla ricerca di quel niente che per sua natura non pu esserci
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