Spazi incompresi e spazi incomprensibili
Letture e considerazioni sulle strategie di ri-generazione urbana in corso ad Atene
di Andrea Bulleri
- 31/3/2018
Lo sviluppo disordinato di Atene ha generato nel tempo un incredibile continnum edilizio, privo di spazi verdi e ricreativi. Nelleccessiva densificazione urbana, la proliferazione di numerosi ambiti interstiziali minuti e improbabili ha ribadito una ostinata propensione alla vita allaperto, tipica della capitale greca, mortificata dallinvadenza del traffico veicolare. La piazze, i balconi e i marciapiedi raccontano tante microstorie imperfette: isole di strade incrociate; logge strette e profonde; sentieri occupati da mercatini improvvisati. Sono tutti esempi di volenterosa incompiutezza spaziale che rivendicano unaspirazione inespressa e irraggiungibile. Lassenza di luoghi pubblici un limite strutturale del tessuto urbano ateniese riconducibile alla moderna espansione post-bellica, manifestata da un processo meccanico di ripetizione tipologica dellunico modello residenziale, la polykatoikia (palazzina per appartamenti). Durante tale periodo la popolazione urbana pi che raddoppiata, raggiungendo, alla fine degli anni 70, il tetto massimo di 4 milioni (lattuale ordine di grandezza). Lattenzione rivolta alla mera soddisfazione della domanda residenziale ha fatto emergere fenomeni di discontinuit ed eterogeneit ambientale, marginalizzando nel tempo lazione sulle qualit spaziali degli spazi aperti.
Il processo di riappropriazione della citt, iniziato con i giochi olimpici del 2004, stato condotto nel segno del riscatto dello spazio invaso (lInvaded space nella classificazione proposta da Carmona1). Il predominio dellautomobile in un tessuto denso e dotato di una rete viaria inadeguata con una carenza cronica di aree di parcheggio ha ridotto gli spazi di relazione e reso invivibile la citt, contribuendo alleccessivo livello di inquinamento. Atene olimpica ha introdotto un nuovo impianto infrastrutturale che ha radicalmente modificato il precedente assetto e la storia urbana della capitale greca, migliorandone i livelli di accessibilit e comfort urbano.2
Potendo contare su una struttura adeguata alle ambizioni da metropoli europea, la citt si espansa in tutte le direzioni, determinando una vivace rinascita attraverso inattese relazioni tra i vari settori urbani. Lincremento della mobilit ha consentito uno sviluppo dei servizi e dellofferta commerciale lungo i principali assi di comunicazione sono sorti numerosi shopping mall e, per contro, favorito fenomeni di migrazione interna e di riassetto economico che hanno svuotato progressivamente le aree centrali rispetto a quelle periferiche. Leffettiva trasformazione della geografia urbana ha modificato sia gli equilibri spaziali che le dinamiche sociali, ridefinendo la mappa simbolica e identitaria della capitale greca su nuovi luoghi di interesse, per una ridefinizione degli spazi aperti a vocazione pubblica. Il progetto pi rappresentativo di tale scenario senzaltro Piazza Monastiraki, affrontata secondo un approccio classico di riqualificazione per ambiti strategici e rappresentativi.
1. Piazza Monastiraki. Courtesy of N. Kazeros, V. Manidaki, Z.Kotsopoulou, C. Parakente, E. Tzirtzilaki
Lassetto post-olimpico identificava, infatti, un nodo principale dintersezione infrastrutturale per larea centrale, fra la precedente linea metropolitana e il nuovo percorso diretto allaeroporto internazionale Venizelos. Lallestimento della linea ferroviaria, al di sotto della stazione di Monastiraki, ha riportato alla luce lalveo dellEridano, lantico fiume di Atene che scorreva lungo la necropoli del Keramiks.
Al centro del quartiere omonimo, la piazza aggiorna la centralit di un ruolo che da sempre ha contraddistinto la sua storia. Sede del bazar, rappresentava lo spazio pubblico deccellenza dellimpianto ottomano, nel passaggio tra le vestigia classiche della biblioteca di Adriano, la moschea di Tzistarakis e la chiesa bizantina di Pantanassa. Considerate le significative testimonianze, il progetto di riqualificazione del 2008 (architetti: Nikos Kazeros, Vasileia Manidaki, Zina Kotsopoulou, Christina Parakente, Eleni Tzirtzilaki) attiva un campo di coesistenza sincretico tra le esigenze spaziali e simboliche con il riconoscimento delle notevoli testimonianze storiche; il forte carattere attrattivo del bazar e dellattiguo mercatino delle pulci confermando le precedenti consuetudini e recependo le nuove dinamiche sociali. Piazza Monastiraki un luogo nevralgico e vitale per Atene: trafficata area di passaggio, spazio di sosta, curiosa passeggiata commerciale, luogo di ritrovo, happening e eventi notturni. La nuova pavimentazione multicolore, in pietra naturale e marmo, propone una rilettura del luogo sul tema dellacqua: affermata nel tempo dallEridano, dalla presenza della fontana ottomana, dalle impronte liquide della pavimentazione associate allo scorrimento dellacqua piovana. Una stratificazione di significati che si distende fino alluso turistico massificato del centro storico ateniese, laddove i medesimi segni accompagnano il flusso della folla, rivolta allAcropoli, verso lingresso della stazione metropolitana. Un rimando di analogie legato ai rapporti sociali e spaziali intessuti da uno spazio condiviso, tra pratiche sociali consolidate e le inedite relazioni introdotte dalla nuova configurazione infrastrutturale.
Piazza Monastiraki rappresenta simbolicamente il canto del cigno per un approccio di riqualificazione condotto nellalveo di una tradizione architettonica consolidata, che prevede notevoli investimenti e un ingente coinvolgimento sociale, indirizzati allaggiornamento contemporaneo di un luogo preesistente. un processo di conferma, e di necessaria revisione, secondo unintenzionale ri-significazione del valore sociale e contestuale. Sono riannodati i fili di un dialogo storico che si sviluppa per continuit, considerando i rapporti spaziali in una lettura che sempre calibrata sulla grande scala urbana, in un sistema correlato di rimandi visivi e simbolici.
La feconda stagione di rinnovata fiducia spaziale del periodo post-olimpico si chiude idealmente con il progetto di recupero di Piazza Monastiraki. Laffermarsi della crisi economica e finanziaria internazionale, nel 2009, ha di fatto portato la Grecia sullorlo del fallimento. Il collasso del settore edilizio, sia pubblico che privato, avvenuto in un contesto economico generale di estrema precariet, di nuove dinamiche sociali e di drammatica ridefinizione degli equilibri urbani: In Athens, 300,000 houses and flats are empty. Most capitals suffer from a housing shortage, but changing demographics and the financial crisis have led to a surfeit here. () Commercial and residential properties once considered high value, lie empty. () There is hardly any distinction between the kinds of homes and office spaces left empty. New, old, on main roads or in alleys: Athens is being hollowed out.3 In un tale contesto, lapertura del corridoio balcanico ha fatto affluire uningente quantit di nuovi immigrati che, per i notevoli problemi di alloggiamento, ha attivato contrastanti processi di solidariet e conflitto. Particolari forme di gerarchia socio-spaziale e inedite dinamiche di interazione tra i quartieri hanno travalicato le tradizionali barriere di distinzione economica. In un quadro di riferimento completamente mutato, hanno cominciato ad attecchire nuove visioni strategiche, destinate a percorrere sentieri non tradizionali in condizioni di sostenibilit sociale e basso impatto economico.
Il cambiamento, la migrazione e la trasformazione delle compagini sociali ha innescato decise azioni oppositive alla situazione esistente: manifestazioni, disordini ma anche azioni virtuose di rivalutazione urbana in contesti inespressi, come nel caso del parco Navarinou (2009-2010), nel quartiere bohemien di Exarcheia. Loccupazione spontanea, da parte di privati cittadini e comunit locali, di un terreno marginale adibito a parcheggio ha consentito la creazione di un piccolo parco. Istintivamente la stessa popolazione ha cercato nuove condizioni di adattamento alle condizioni critiche, ricucendo gli strappi di unemarginazione urbana per un rinnovato radicamento identitario. La piantumazione casuale di nuove alberature e lutilizzo di materiale di recupero, in una sistemazione basica, hanno trasformato in giardino pubblico uno spazio trascurato e residuale. Mentre a piazza Monastiraki il luogo gi esisteva e richiedeva solo di essere interpretato nelle implicazioni spaziali in rapporto alle dinamiche sociali, nel caso Exarcheia il luogo inventato nelle condizioni pi improbabili. Non si tratta pi di agire in continuit gli spazi in questione non hanno mai avuto una storia e nemmeno una qualit o una ragion dessere ma di inserire possibilit spaziali di relazione sociale laddove non esistono.
Larea a parcheggio era uno dei tanti angoli morti del tessuto urbano che Carmona definisce come lost spaces:4 presenze associate dallo studioso inglese alla carente gestione dello spazio pubblico che ne determina linevitabile declino, secondo modalit tipizzate (Under-management). Ci che invece appare in decisa controtendenza, rispetto ad un fenomeno globale di decadenza spaziale gi indagato sotto vari aspetti , il riconoscimento sociale community-oriented dello spazio recuperato che misura la portata di un decisivo cambiamento culturale: le notevoli difficolt economiche, in un momento particolare di ri-orientamento sociale, hanno innescato ad Atene condizioni di aggregazione per nuove comunit urbane.
Lacquisizione di una consapevolezza identitaria previene i fenomeni di degrado dovuti alla mancata manutenzione degli spazi pubblici, associati ad una debole presenza delle istituzioni ma, soprattutto, ad un imperante atteggiamento individualistic and family-oriented. E ci determina la differenza fondamentale: il parco di Navarinou pur essendo il pi improbabile degli ambiti uno spazio vissuto e costantemente mantenuto; piazza Monastiraki il luogo del riconoscimento collettivo oggi appare invece trascurata e degradata nelle sue attrezzature. La lettura codificata di uno spazio istituzionale accende la diffidenza di una coscienza collettiva orientata alla immediata soddisfazione di bisogni sociali primari, negli spazi intermedi della scala medio-piccola.
Quella che poteva apparire unazione dimostrativa estemporanea rimarca anzi un processo di riappropriazione dello spazio pubblico. Un processo nel quale rientrano rinnovate condizioni di mutualit e solidariet ma anche di forte protesta, orgoglio e senso di riscatto, lo stesso che nel 2011 ha radunato 100.000 persone in piazza Syntagma e poi a Gazi per protestare contro le disposizione del Fondo monetario internazionale.
Altro elemento distintivo del parco di Navarinou il riconoscimento dellorigine della frammentazione dello spazio pubblico, riconducibile alla presenza di aree non progettate, nemmeno considerate dalla compagine istituzionale come possibili spazi potenziali. Lintervento manifesta una presa di distanza, quindi, rispetto sia alle politiche di intervento locali che ad un certo tipo di progettazione degli spazi aperti, mettendo in discussione anche il ruolo delle figure tecniche. Il parco di Navarinou di fatto unarchitettura senza architetti che, rispetto ad una attenzione ambientale carente e dequalificata, coltiva un vissuto che lega i cittadini allambito recuperato. Non si tratta per di una scelta pregiudiziale ma di un deciso cambiamento di prospettiva che non esclude a priori la partecipazione degli attori classici nella riconfigurazione degli spazi pubblici architetti e amministratori , semmai getta le basi per una ridefinizione dei loro ruoli, in condizioni di maggior flessibilit e sostenibilit. Un appello raccolto con il recupero del mini-park di Pangrati (2012),5 uno spazio giochi municipale collocato tra i prospetti ciechi di un vuoto urbano. In un singolo giorno, un gruppo di 30/40 volontari coordinati dallarchitetto Labros Seklisiotis ha realizzato un piccolo parco con sentieri, panchine e aree giochi per bambini. Materiali riciclabili forniti dal Comune (pallets, tronchi dalbero, pneumatici); piante, giochi e vernici offerte dagli sponsor sono stati usati per costruire uno spazio di relazione e gioco. Risorse limitate, fantasia, autogestione, consapevole volont di azione urbana: un intervento dal sapore emergenziale nel quale il progettista ricopre un ruolo non esclusivo nelle decisioni e la competenza tecnica assorbe nuove nozioni dal sapere comune, in uno scambio creativo di opinioni e esperienze. La revisione del modello piramidale di intervento in progetti efficaci e operativi in grado di ovviare a carenze e ostacoli dovuti alla burocrazia ma anche di promuovere, al contempo, una strategia generale. Larchitetto torna a rivestire un ruolo ma costretto a rivedere il fondamento della sua professione: la crisi ha costretto a fare scelte di valore, a battere nuove strade, creando le condizioni per ampliare il legame tra citt e architettura. in atto una riflessione sul ruolo dellarchitettura, lontana dagli standard di benessere del decennio precedente, secondo un approccio che tende al suo superamento come disciplina autonoma.
Una nuova generazione di architetti,6 di riconosciuto talento, sta sperimentando in Grecia nuovi approcci al progetto, attraverso pratiche collaborative e interdisciplinari. Il manifesto di tale tendenza il progetto di Point Supreme per piazza Kotzia, nel quartiere Omnia, ripensata come un grande prato: le uniche attrezzature urbane sono semplici irrigatori che mitigano leffetto del calore e provvedono alla manutenzione del verde. Non serve nientaltro.
In Point Supreme ritornano gli echi dei progetti utopici degli anni sessanta e settanta, elaborati in condizioni economiche simili, e come negli anni settanta il processo di assegnazione di valore simbolico torna ad essere radicale e solitamente affine alla disciplina artistica.
Il progetto ACTOPOLIS, the art of action,7 ha sperimentato per tre anni le possibilit indotte da azioni dimostrative innescate da happening, stimoli artistici e interventi effimeri. Liniziativa promossa dal Goethe-Institut, ad un livello internazionale, ha coinvolto sette citt Ankara/Mardin, Atene, Belgrado, Bucarest, Oberhausen, Sarajevo e Zagabria in un network transnazionale di sperimentazione per alternative urbane. Sotto la direzione artistica di Angelika Fitz e Katja Amann, insieme ai co-curatori locali, stato condiviso un punto di vista sulle questioni urbane correnti, cos come verificate le migliori strategie dintervento: artisti, urbanisti e attivisti attraversando discipline, confini nazionali e differenze culturali hanno partecipato ad un laboratorio che prevede la condivisione e lo scambio di specifici progetti anche durante la fase di sviluppo, prima dellimplementazione.
La condivisione internazionale di modelli virtuosi dintervento estesa alla scala globale nel caso di Reactivate Athens,8 un progetto finanziato dalla Fondazione Onassis e sviluppato da Urban Think Tank(U-TT): un gruppo multidisciplinare fondato a Caracas, nel 1998, daAlfredo Brillembourg e Hubert Klumpner.
In una delle regioni pi urbanizzate al mondo, U-TT ha sperimentato in Venezuela modelli dintervento informali, per far fronte ad una realt metropolitana in condizioni di assoluta deregulation (mancanza cronica di servizi, strutture viarie assenti o inadeguate). La crisi perdurante e condizioni stringenti di austerit (applicate dal Fondo Monetario Internazionale in Sudamerica fin dagli anni ottanta del XX secolo) hanno emarginato ampie estensioni urbane, abbandonate a se stesse, escluse dal centro e dalla ricchezza. I dogmi della pianificazione modernista si sono rivelati del tutto inadeguati a risolvere i problemi sociali delle aree pi degradate che sfuggono ad ogni forma di controllo.9 Una visione pi flessibile, orientata alla soluzione di bisogni sociali contingenti, alla scala medio-piccola, ha dimostrato una maggior efficacia se ben calibrata e progettata e un immediato impatto rigenerativo, in proporzione al grado di coinvolgimento sociale. Intercettando gli spazi della mobilit i non luoghi di Marc Aug le proposte spaziali trasformano ambiti impersonali in spazi collettivi utilizzando la percezione dinamica di luoghi flessibili e trasformabili (in orari differenti, con strutture fisse o provvisorie).
Listituzione ad Atene dal 2013 di un laboratorio multidisciplinare promosso allinterno dellETH di Zurigo una piattaforma sperimentale aperta in una delle aree pi povere della citt (vicino a piazza Omnia) nata con gli stessi obiettivi: individuare soluzioni innovative e efficaci in risposta a bisogni sociali specifici (necessit di alloggi, spazi flessibili, migliori condizioni di accessibilit urbana, servizi per la collettivit).
Non tutte le suggestioni sono architettoniche ma tutte riconducono a strategie e interventi spaziali sulle condizioni duso. Si tratta di prototipi intelligenti, 101 idee che propongono opportunit sociali nello sviluppo di nuovi modelli resilienti, flessibili e a basso costo: Plug In, Plug On prevede una strategia per lutilizzo di edifici lasciati in corso di costruzione o abbandonati; Urban theatre considera ancora le stazioni ferroviarie come i luoghi ideali per lattivazione di eventi provvisori; Vertical Gym utilizza una struttura aperta in grado di ospitare, su pi livelli, impianti sportivi e spazi gioco, ecc.. Ogni ipotesi indaga il potenziale spaziale che sta oltre il riconoscimento codificato di un ambito urbano. Progetti rivolti alla rivalutazione dei luoghi improbabili, in grado di assorbire quelle zone neutre che materializzano elementi di separazione per trasformarle in spazi a vocazione sociale.
Nel passaggio di scala adottando approcci analoghi di coinvolgimento e riconoscimento urbano estesi per su aree maggiori Re-think Athens10 (OKRA landscape architects, Mixst Urbanisme, WUR, Studio 75, LDK, Nama, Atelier Roland Jeol, Werner Sobek GT. 2013 - in corso) interviene sulla matrice storica di Atene Moderna: il triangolo con vertice su piazza Omnia progettato da Stamatios Kleanthis e Eduard Schaubert nel 1832.
2. Re-Think Athens. Vista dallalto. Courtesy of OKRA landscape architects
Finanziato dalla Fondazione Onassis, il piano prevede il recupero delle piazze principali di Atene (Omnia e Syntagma) attraverso la pedonalizzazione dellarteria viaria principale: via Panepistimiou. Labolizione delle attuali sei linee di traffico, nelle previsioni progettuali, sar sostituita da un sistema integrato di mobilit composto dalla rete metropolitana (gi presente), piste ciclabili e linee tranviarie. La piantumazione di 800 alberi connoter il nuovo corridoio verde consentendo il controllo climatico e la positiva mitigazione generale delle emissioni inquinanti e delleffetto calore (con una riduzione complessiva della temperatura estiva al suolo di circa 3C). br>
3. Schemi esplicativi sul controllo climatico. Courtesy of OKRA landscape architects
Lottimizzazione delle condizioni di comfort urbano accompagnano una coerente strategia di spazio condiviso, nellattenta calibrazione dei flussi e delle aree pi raccolte. Nel progetto, luso pubblico si estende oltre la direttrice stradale per ricercare interazioni e collegamenti con le realt sociali, culturali e ricreative del contesto adiacente. In questottica fortemente valorizzata la cosiddetta trilogia neoclassica ateniese al centro di via Panepistimiou, nel quartiere Akadimia , il complesso architettonico ottocentesco composto dallUniversit, dallAccademia e dalla Biblioteca nazionale. Contro lattuale frammentazione, lintegrazione con i quattro spazi verdi compresi tra via Solonos e Parnassou servir a creare un unico sistema alberato, esteso fino alle pendici del monte Licabetto.11 Lo sforzo ricompositivo affronta i problemi di Atene contemporanea ponendo in primo piano i vantaggi e il potere attrattivo di spazi a forte vocazione sociale. Il trattamento del verde accomuna il recupero dellarteria centrale, articolando spazi di sosta, filari alberati e ambiti pi raccolti: unofferta spaziale che attiva spazi dincontro e eventi in grado coinvolgere e trasformare i piani terra del tessuto costruito. br>
4. Prospettiva. Courtesy of OKRA landscape architects
Si creano perci condizioni favorevoli per il riuso e la ri-occupazione del notevole numero di edifici svuotati dalla crisi: proposte come un teatro di mille stanze prevedono infatti programmi culturali e iniziative per mini-teatri provvisori, situati in edifici abbandonati intorno a piazza Omnia. Sono attivit volano low-cost per un uso pi flessibile del patrimonio costruito che contemplano la partecipazione di urban pioneers studenti, lavoratori, artisti, lavoratori specializzati per usi e eventi temporanei in grado di generare nuove prospettive di cambiamento.
La rinnovata configurazione del centro storico non si allinea per allimpatto globale di altre iniziative dal forte sapore mediatico. Il centro culturale della Fondazione Niarchos,12 nella baia del Faliro, sposta lattenzione sulla valorizzazione dellarea costiera. Sul sedime dellIppodromo, il progetto di Renzo Piano realizza un nuovo parco urbano di 170.000 mq, con 1.500 alberi di macchia mediterranea che si estende, con una collina artificiale, fin sulla copertura delledificio. Il centro comprende il Teatro dellOpera e la nuova sede della Biblioteca Nazionale, un castello di scaffali a vista distribuiti su una superficie di 24.000 mq.
Lintervento, iniziato nel 2006 e durato 10 anni, rientra in un pi generale processo di delocalizzazione periferica di enti e dipartimenti governativi pianificato con i giochi olimpici che si rilevato nel tempo fallimentare, portando alla conseguente depauperizzazione del centro e alla sua mancata ri-significazione.13 Allo stesso modo non sono state previste efficaci ipotesi di riuso per i precedenti edifici e si tratta delle stesse architetture sulle quali punta Re-think Athens per il rilancio dellarea centrale: la sede storica della Biblioteca nazionale disegnata da Theophil von Hansen (1887-1902), su via Panepistimiou, e il teatro Olympia in via Academias, nel quartiere Exarcheia.
Considerando i precedenti storici, il centro culturale appare come lultimo di una lunga serie di esempi imposti come aggiornamenti moderni. Andando a ritrovo nel tempo, solo per citare i casi pi recenti: la costruzione del Museo dellAcropoli (Tschumi e Photiadis, 2008) ha causato labbandono delledificio originario, collocato accanto alle vestigia antiche e del tutto dimenticato, anche come testimonianza storica; lapertura del nuovo aeroporto internazionale, nel 2001, ha sancito labbandono dellEllinikon di Eero Saarinen (1959-63), inaugurando un lungo capitolo sulle sue ipotesi di recupero, tuttora aperto. Lo stesso dicasi per un numero consistente di attrezzature sportive costruite in occasione dei giochi olimpici, inservibili per lalto costo della manutenzione e dalla problematica riqualificazione.14
In questo quadro generale di architetture incomprese o dimenticate, il teatro Olympia sta attualmente definendo i termini di uninusuale coesistenza con il nuovo complesso dovendo considerare un ruolo fortemente ridimensionato mentre il destino della Biblioteca nazionale ancora tutto da stabilire, una volta terminato il trasferimento dei 750.000 alloggiati nella sede storica.
in mezzo alla peggiore crisi che abbiamo vissuto, con il centro di Atene che stenta a sopravvivere, con una quantit enorme di case vuote ed edifici dismessi, con maggiori problemi sul fronte delleducazione, della salute e della produttivit, con gli investimenti degli anni scorsi scomparsi, ci si pu chiedere se questa crisi non sia servita di lezione a nessuno.Quale sar il destino degli edifici della Biblioteca nazionale e dellOpera nel centro della capitale?Risulter economicamente sostenibile un progetto cos grande, cui fin dora sembrano mancare le risorse per il funzionamento? Ne aveva davvero bisogno Atene? () Interventi simili firmati da archistar servono a collocare Atene sulla carta internazionale per attrarre investimenti e visitatori. Seguendo tante altre metropoli europee, Atene si sta trasformando da citt deindustrializzata ma produttiva e socialmente attiva in citt del consumo turistico. questa la strada per far fronte alla crisi?15
>>1 GCarmona, M. (2010). Contemporary Public Space: Critique and Classification, Part One: Critique, Journal of Urban Design, 15, 1, p. 127-128.
>>2 Le veritable apport des Jeux olympiques aura finalement t lamlioration des transports en commun dans une ville qui navait, en 1990, quune seule ligne de metro. Un nouvel aroport Eleftherios Venizelos, inaugur en 2001, deux lignes de metro supplmentaires, un boulevard priphrique payant, plusieurs lignes de tramway, la plus grande usine de traitement des eaux uses en Mditerrane, un noveau muse et la liaison pitonne des principaux sites archologiques sont quelques-uns des acquis incontestables des 2004. La ville a realize en dix ans ce quellenavait pas pu ou voulu mettre en uvre depuis le dbut de la reconstruction, la fin des annes 1950. Catsaros, C. (2011). Retour de Athnes, Architecture daujourdhui, 386, p. 150.
>>3 Baboulias, Y. (2015). Athens is being hollowed out: 165,000 citizens left in one year alone, The Architectural Review, 1421, p. 9.
>>4 Baboulias, Y. (2015). Carmona, M. (2010). Contemporary Public Space: Critique and Classification, Part One: Critique, cit., p. 125-126.
>>5 Vd. Aesopos, Y. (2014). Architecture in a time of crisis: 2008-2013, A10, 55, p. 58-60.
>>6 Two adjectives that could currently define the emerging architecture practices in Greece are radical and ethical. Young practices in Greece are exploring, without prejudices and often without the limitations of real commissions, new architecture goals and formats. Despite the undesirable absence of paid work fallow periods are often romanticized without heed for practical necessities it is undeniable that this sort of experimental and ideological creativity would not have been possible 10 years ago, when the prospect of making a profit was still a motivating possibility. Herrero Delicado, G. (2014). Post Worlds end architecture: Greece, Blueprint, 332, p. 180.
>>7 Vd. Kleilein, D. (2017). Die Kunst zu handeln, Bauwelt, 13, p. 8-10.
>>8 Vd. Hofmeister, S. (2017). 101 Ideen fr Athen von Urban Think Tank, Detail, 4, p. 6-9.
>>9 This experience confirmed something we had often said, namely that Caracas is everywhere, Ibid., p. 8.
>>10 Knuijt, M. (2013). One step beyond; Landscape architects: OKRA, Mixst Urbanisme and others, Topos, 85, p. 60-67.
>>11 Related to the 19th century grandeur, the Panepistimiou will be the contemporary boulevard in the web, linking archaeological sites with major museums, transforming this street into a boulevard by adding inviting outdoor areas to the linear space. Ibid., p. 64.
>>12 Vd. Mauger, V. (2016). Athenes, Renzo Piano ne connait pas la crise, Architecture d'aujourd'hui, 408, p. 18; Acrpolis imperfecta. Renzo Piano in Athens (2016). Arquitectura Viva, 189, p. 6; Bucci, F. (2016). Nella luce dellAttica, mentre ad Atene si spengono le luci, Casabella, 865, p. 62-81.
>>13 Catsaros, C. (2011). Retour de Athnes, cit., p. 150.
>>14 Questopera spettacolare per Atene del 2016 lascia perplessi e sconvolti. Il progetto partito nel 2006, dopo i Giochi Olimpici, nellambito del grande piano di riunificazione della citt col mare. Si tratta di un regalo da 600 milioni della Fondazione Stavros Niarchos allo Stato greco. Un regalo a quali condizioni? Mantenere ledificio in uno stato accettabile per la Fondazione. Diversamente, questa toglierebbe il suo nome e poi richiederebbe indietro i soldi dellinvestimento per vie legali allo Stato. Peteinaki, M. (2016). Servir davvero ad Atene il centro culturale firmato RPBW?, Il giornale dellarchitettura, 19 luglio 2016.
>>15 Ibidem.
(Andrea Bulleri
- 31/3/2018)
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