Storie di un Atene Moderna:
la facciata mutilata
di Andrea Bulleri
- 30/3/2018
Il legame fra Atene e il mare ha contraddistinto la formazione e lidentit storica della capitale greca fin dalle sue origini mitologiche (tramandate nelle gesta di Teseo e di suo padre Egeo). Lintuizione politica di Temistocle fece di Atene una potenza mercantile egemone nel Mediterraneo, decretando labbandono dellantico porto del Faliro per il Pireo; la creazione di una doppia centralit, polarizzata sullAcropoli e lArsenale (V sec. a.C.), indirizzer limpianto della citt antica determinandone le fortune nel periodo del suo massimo sviluppo.
La sua rinascita urbana nel XIX sec., come capitale del nuovo stato greco, riproporr intatta la vocazione marinara: lapertura della Leoforos Syngrou, nel 1883, ri-orienter gli equilibri su Faliro e Glyfada. La strada, lunga 6 km, collega la citt al mare attraverso un lungo rettifilo, disteso tra il tempio di Zeus Olimpio e la baia del Faliro; evidentemente il suo ideatore, il banchiere e filantropo Andreas Syngros, amava i collegamenti diretti e le scorciatoie (non a caso ricordato per il suo significativo contributo alla realizzazione del canale di Corinto).
Il lungo canale visivo oscilla conciliante tra due opposte visioni urbane: il rimando (in)volontario allantica Atene e la pragmatica espansione infrastrutturale. Una lettura benevola privilegia i rapporti di continuit storica di una citt a scala territoriale, fatta di luoghi separati, collegati da precisi tracciati visivi: dalle colonne del tempio di Zeus si pu nitidamente traguardare, in una giornata di cielo terso, oltre il golfo Saronico, fino al tempio di Aphaia sullisola di Egina. Linclinazione geografica trascura i confini fisici e riporta alla strutturazione simbolica dellimpianto antico: Una citt fatta di luoghi distanti () Luoghi legati fra loro da percorsi, da tracciati altrettanto necessari, anche visivamente, architettonicamente, fatti apposta per unire con evidenza. Luoghi che dovevano riconoscersi da lontano, come elementi di ununica triangolazione visiva, come mete obbligate nella citt estesa e poi percorsi, tracciati a conferma dello stretto reciproco legame.1
Suggestioni, aperture poetiche alla definizione di scenari oggi mortificati dalla proliferazione dello sprawl e dalla rottura dei margini urbani che la stessa Leoforos Syngrou la maggiore arteria viaria di Atene ha contribuito a causare. La baia di Faliro un disordinato insieme di aree residenziali degradate e settori indeterminati in attesa di recupero: La brutalizzazione degli assi viari lungo i quali fluisce la frenesia ne ha distrutto il significato dinsieme, ha dissolto la continuit del tessuto urbano, ha interrotto senza appello il rapporto tra mare e citt, dando adito allemergere di un indefinito immondezzaio cosparso di ricordi sbiaditi.2
Un paesaggio ibrido, nel quale convivono, allinsegna del compromesso, nostalgiche aperture ad uneredit fondativa e una modernit superficiale che non riesce ad individuare strumenti e metodologie in grado di incidere sul disegno urbano, con limposizione sic et simpliciter di una rete infrastrutturale. Questo porter K. Frampton a definire Atene citt moderna per eccellenza (). Tuttavia crediamo di poter correggere questa definizione e dire che Atene una citt post-moderna, dove alla costruzione di una citt compatta nella quasi totale assenza dei principi dellurbanistica moderna si contrappone una pratica costruttiva violentemente moderna.3 Storia e modernit quindi: un rapporto biunivoco, giocato su vari gradi di ambiguit, che appare caratterizzante e imprescindibile nel caso di Atene.
La rilevanza dellinfrastruttura richiama la formazione di stabilimenti industriali, nellarea centrale del tessuto ateniese. In particolare, si attesta sulla Leoforos Syngrou la fabbrica di birra Fix (1893), fondata nel 1864 da Ioannis Fix, un imprenditore tedesco giunto ad Atene al seguito del Re Otto di Baviera (Fix la versione ellenizzata del cognome Fuchs). Lo stabilimento consolida il suo ruolo e cresce dimportanza potendo contare sul monopolio nel territorio greco e su una riconosciuta popolarit nei paesi del Mediterraneo orientale , espandendosi con nuove addizioni che ne estendono il corpo di fabbrica lungo la direttrice viaria, fino alla definitiva occupazione di un intero isolato.
Chiamato a intervenire alla fine degli anni cinquanta, Takis Zentos riconfigura lintero complesso nel segno della modernit (1957-1963), garantendo allo stesso tempo la continuit produttiva.4
1. Ledificio in costruzione. Courtesy of 3SK Stylianidis Architects
Consumata lesperienza del Movimento Moderno, per larchitetto greco la modernit unattitudine etica e culturale rivolta alla prefigurazione di scenari futuri potenziali, da esplorare attraverso una pratica architettonica focalizzata sulla cura del dettaglio e la realizzabilit esecutiva. Con una buona dose di pragmatismo, Zentos (affiancato nel progetto da Margaritis Apostolides) ri-organizza lo spazio produttivo tra la transizione contingente della fase realizzativa e il suo sviluppo futuro, in un ripensamento organico espresso dalla facciata unificata, lunga 190 mt: un gesto impressionante per forza e dimensione.
Il rapporto con la direttrice assiale interpretato da unarchitettura di pari grado, che rimanda ad uno spazio senza confini, in una combinazione di linee orizzontali che sembrano perdersi allinfinito (segnando indelebilmente un paesaggio urbano ancora in costruzione, ai piedi dellAcropoli). Ledificio, completamente smaterializzato, appare come una combinazione di linee orizzontali che esaltano, sul piano stradale, la fuga prospettica. Lespansione senza limite si attua attraverso una ripetizione senza fine delementi simili che costituiscono lo sfondo tecnologico neutrale, manipolabile su volont (). Zenetos muove dalla scala senza limite alla ripetizione senza fine di elementi simili e poi, ovviamente, alla prefabbricazione generalizzata di quegli elementi che consentono ripetizioni senza fine.5
2. Takis Zentos, la facciata su via Kallirois. Courtesy of 3SK Stylianidis Architects
Il lungo prospetto composto secondo un codice linguistico modernista, ben riconoscibile lafaadelibre, lafentreen bandeau, leplan libre, letoit-terrasse, in una configurazione spaziale che travalica ogni possibilit di determinare un centro di fruizione visiva. La particolare interpretazione del tema della facciata invita ad un confronto con Le Corbusier che propone nella sua opera due indirizzi compositivi antitetici: rivolti alla sublimazione della staticit dellimpianto prospettico o al suo definitivo abbandono su scala territoriale. Appartengono al primo gruppo le facciate del primo periodo, negli anni venti e trenta, nelle quali il mantenimento di una frontalit tradizionale esalta i rapporti geometrici e proporzionali di una composizione astratta, risolta su una superficie bidimensionale. La facciata del Segretariato di Chandigarh (1951-1955) dimensionalmente affine alla fabbrica Fix rientra nella stessa logica perch ancora calibrata su un prospetto fruibile alla grande scala (pur nel superamento plastico e scultoreo dellimpaginato bidimensionale). Lesteso sviluppo del fronte rimane ancora leggibile nei suoi estremi e dominabile dal punto di vista visivo, per la particolare collocazione logistica. Il secondo gruppo comprende, invece, le ipotesi progettuali per Rio de Janeiro (1929-1936) e il Plan Obus (1930-1931), nei quali il rapporto sulla grande scala interpretato da segni a rilevanza territoriale che sperimentano il trapasso della dimensione architettonica, nellaffermazione onnicomprensiva di un edificio / viadotto.
Considerando il caso della fabbrica Fix, Zentos propone una tipologia di facciata che media tra i due indirizzi lecorbuseriani: larchitettura senza fine sperimentata in un contesto urbano che annulla una visione frontale ma mantiene una relazione tra strada e edificio (non a caso lunico punto non applicato dei Lescinq points de l'architecture moderne" lutilizzo dei pilotis). Lunica possibile lettura unitaria frontale proposta a scala territoriale (il livello sul quale Le Corbusier introduce, invece, lo sviluppo indefinito dellinfrastruttura), ci avviene secondo un punto di vista determinato da una condizione topografica specifica: lesistenza di una quota percettiva sopraelevata rappresentata dallAcropoli di Atene.
La posizione di Zentos si potrebbe collocare allinterno di quella corrente di pensiero che, nei primi anni Sessanta e successivamente negli anni Settanta, ricercava una sintesi tra produzione di massa e flessibilit, prefigurando la personalizzazione di massa. Lo scenario culturale esaltava il cambiamento in costante divenire, in una visione ottimistica del progresso tecnologico, e, quindi, labbandono di posizioni vincolanti per il futuro. Non progettiamo nulla, almeno con i mezzi noti, non perpetuiamo gli errori del passato, non inchiodiamo al tavolo un futuro in rapido cambiamento:6 la costruzione doveva essere reversibile e non-invasiva rispetto allambiente. In un tale contesto, la produzione industriale era chiamata ad assumersi la responsabilit della sostenibilit economica, abbassando il costo delle costruzioni leggere e modificabili.
Rispetto alledilizia minuta circostante, la fabbrica Fix afferma il fuori scala di una megastruttura predominante un grattacielo orizzontale alto sei piani e disposto lungo linfrastruttura viaria , perfettamente coerente e leggibile nello sviluppo iterativo dei pannelli esterni. Il modulo base rimanda ad una no-stop architecture: I limiti di ieri sono stati superati e i limiti che poniamo oggi sono ancora ampliabili, a dispetto dellimmobilit umana.7 Gli elementi prefabbricati sono risolti nel progetto di Zentos in termini tecnici, studiati per la produzione industriale, in un sistema seriale che potesse garantirne lutilizzo flessibile attraverso una serie di micro-aggiustamenti.
Con lo studio sulle strutture prefabbricate leggere, Zentos anticipa i tempi di un cambiamento produttivo che si affermer solo successivamente, al quale lindustria greca dellepoca non era preparata. Nonostante la dettagliata progettazione degli elementi di facciata, sar perci costretto a realizzare lintervento con lintonaco, simulando con stilature concave i giunti tra i previsti pannelli prefabbricati. Come in Mies prima di lui, lestetica della modernit precede la sua effettiva realizzabilit tecnica e si afferma nellutilizzo di tecniche costruttive tradizionali.
La scomposizione della scatola muraria, per fasce orizzontali, annulla i confini percettivi del fabbricato, ricercando una maggiore integrazione con lambiente esterno e la componente luministica. Il piano terra, completamente vetrato sulla Leoforos Syngrou, unestensione dello spazio pubblico urbano, visivamente aperto sul reparto imbottigliamento e le aree produttive. Lutilizzo della luce diventa invece lelemento guida per lorganizzazione degli ambienti superiori, destinati ad uffici e ai reparti di immagazzinamento.
3. Prospettiva da via Syngrou in unimmagine depoca. Courtesy of 3SK Stylianidis Architects
Mentre i confini esterni della scatola rimangono invariati, Zentos prefigura una modificabilit interna allinsegna della massima flessibilit, in una scissione netta tra contenitore e contenuto. Il modello del solaio continuo adottato per comparti e risolto nel dettaglio, nelle possibili variazioni degli interpiani, in rapporto alle esigenze di produzione. Lintera fabbrica assimilabile ad un enorme scaffalatura industriale a piani regolabili8, nella quale solai leggeri su travi reticolari possono scorrere in senso verticale, attraverso un sistema di guide, consentendo nel tempo configurazioni variate.
4. Sezione schematica sui solai interpiano (A Brewery in Athens. Architects: T. Ch. Zenetos-M. Ch. Apostolides, Architektoniki, 41, 1963, p. 12)
Diventa quindi accettabile che le tre maggiori unit funzionali della fabbrica produzione, magazzini e amministrazione abbiano dimensioni e rapporti variabili nel tempo. E la facciata risponde a questi cambiamenti senza rompere lunit morfologica del tutto perch ci su cui opera non la forma ma la regola e la tecnologia che la supporta.9
Nella disposizione planimetrica, gli stessi elementi di compartimentazione interna non sono fissi ma disposti liberamente sul piano del solaio, con strutture leggere e rimuovibili. Una soluzione messa a punto da Zentos nel coevo edificio per appartamenti sullangolo tra via Amalias e Dedalou (Atene 1959): The division of space was made possible by the placing of guides adapted to a strict grid for screwed or sliding partitions of various types: opaque, semi-transparent, transparent lighting or heating etc., with or without insulating qualities. Standardization, mass production, flexibility, should be adopted and the monotony resulting from the application of todays building industry, avoided.10
Zentos non affronta il tema dellindustrializzazione delle costruzioni in modo statico, non intende lindustrializzazione come un mero fattore deconomia della costruzione. Ma non solo la mutabilit estetica e compositiva che lo interessa: egli vuole evitare che gli edifici rimangano immobili nel tempo: il trasformabile ricerca costante nei modi, tempi e tecniche che i suoi anni gli consentono. () La costante proiezione verso il futuro e il liberarsi del presente domina il pensiero di Zentos. () in conseguenza del fatto che Zentos sottintenda lidea della trasformazione della forma, che si percepisce la sua indifferenza per la forma finale. Non possibile immobilizzare le sue opere e giudicarle quali oggetti isolati. Essi sono oggetti di trasformazione nello spazio.11
Uno spazio che manipolato consapevolmente in un approccio progettuale inclusivo che sperimenta negli edifici costruiti le diverse fasi di transizione di una teoria urbana pi ampia, rivolta allevocazione di un futuro elettronico. Electronic urbanism immagina lestensione senza limiti di una rete elettronica su tutta la terra, come una ragnatela, che nei nodi genera lo spazio dellabitare e delle attivit delluomo, annullando la materialit architettonica e confondendosi con il paesaggio. Lelaborazione della sua teoria urbana accompagna Zentos durante la sua attivit professionale, per successive tappe di approfondimento dal 1962 al 1974, proponendosi come laboratorio di idee sempre pi spinto allimmateriale: senza prendere le distanze dallesistente ma prefigurando un processo di evoluzione graduale fino al pieno sviluppo delle potenzialit tecnologiche. Una fideistica propensione al futuro per allontanare le miserie del presente.
Ma il futuro sovente tradisce le aspettative pi ottimistiche opponendo la pesantezza di una realt ormai disillusa e ripiegata sulle contingenze economiche e politiche, oltre ogni possibile prefigurazione di un cambiamento. Dismessa lattivit industriale allinizio degli anni novanta, la fabbrica Fix in degrado per mancanza di manutenzione divenuta una propriet statale senza che ci modificasse le sue condizioni di abbandono. Riconosciuta dallICOMOS come vero e proprio landmark urbano capolavoro dellarchitettura moderna , ne veniva richiesto a pi riprese il restauro conservativo e il recupero funzionale, senza alcun esito. Su iniziativa della Attiko Metro, la compagnia metropolitana ateniese, con la formale concessione del Ministero dellambiente e dei lavori pubblici nonostante la decisa opposizione della comunit scientifica , nel 1995 il manufatto stato demolito per oltre met della sua estensione al solo scopo di realizzare un parcheggio ed una biglietteria, al servizio della nuova stazione di interscambio Syngrou Fix. Studenti e professori della Facolt di Architettura di Atene hanno tentato di fermare i lavori, riuscendo a salvare quanto rimaneva delledificio mutilato, un segmento lungo 90 mt (rispetto agli originali 190). Una porzione pi che sufficiente, secondo le motivazioni addotte dalla compagine istituzionale, che, nel giustificare lintervento affermando lirrilevanza della riduzione in lunghezza dichiara che il valore architettonico delledificio non sarebbe compromesso, anzi si certi di aver realizzato un desiderio dello stesso Zentos. Una simile argomentazione denota lassoluta incomprensione dellopera: il progetto di Zentos esaltava il dinamismo e lintensa linearit dellinsieme, esattamente ci che stato pregiudicato con il parziale abbattimento della fabbrica Fix. In attesa del suo recupero, la sezione trasversale aperta dalla demolizione ha connotato simbolicamente linsanabilit di una ferita e lirrimediabile cancellazione di uno degli edifici-simbolo della capitale greca, aumentandone, se possibile, il rimpianto.
5. Ledificio demolito prima del suo recupero. Courtesy of Kalliope Kontozoglou
Linatteso punto di vista di solito relegato alla dimensione astratta del disegno tecnico restituisce visivamente uno spaccato della raffinata organizzazione interna in rapporto alla facciata.
Nel 2002 stato bandito un concorso per il restauro delledificio e il suo recupero come Museo nazionale di arte contemporanea. Il nuovo impianto museale (EMST) ideato 3SK Stylianidis Architects con Kalliope Kontozoglou, Moyzakis Architects e Tim Ronalds Architects stato inaugurato nel 2016. Le due facciate storiche sulla Leoforos Syngrou e via Frantzi sono state poste sotto tutela e restaurate come una monolitica rovina ormai decontestualizzata.
6. I prospetti restaurati sullangolo tra via Syngrou e Frantzi. Tita Bonatsou. Tutti i Diritti Riservati
Le misure di salvaguardia hanno interessato solo queste due facce del volume parallelepipedo; non sono state adottate per la facciata sul retro su via Kallirois , divenuto il prospetto dingresso per il nuovo museo, n sul lato mancante (in questo caso per conseguenza logica).
Anche ladattamento a struttura museale, lultimo passaggio temporale che doveva, infine, garantire la tutela di quanto rimasto, nuoce in definitiva a quanto sopravvissuto delledificio originario. Decade il carattere unitario del volume progettato da Zentos, nella frammentazione dei lati del prisma che rispondono, a due a due, a logiche differenziate, corrispondenti a due diversi angoli. La nuova configurazione propone un edificio dissociato, che dichiara sulla strada principale leco della modernit introdotta da Zentos, ridotta a commento nostalgico, mentre il prospetto opposto rievoca una continuit storica con la topografia dimenticata di Atene. Il binomio inscindibile storia e modernit torna a riproporsi decisamente, a distanza di anni, dopo la chiara scelta di campo di Zentos: al tramonto della modernit ritorna la Storia.
Gli schizzi progettuali su questo aspetto sono esemplificativi: i due lati rimasti della fabbrica Fix avvolgono un nuovo volume indipendente (the magic box), che si rivolge con la facciata unicamente alla strada che fronteggia: via Kallirois.
7. Schizzi di progetto. Courtesy of Kalliope Kontozoglou
Landamento serpeggiante della medesima rispetto al netto rettifilo di via Syngrou rispecchia la sua origine: la strada ricalca il percorso (tombato) dellantico fiume di Atene: lIlisso.
8. Vista area: la Leoforos Syngrou e via Kallirois. Courtesy of 3SK Stylianidis Architects
Il nuovo museo, pur darte contemporanea, decide quindi di rappresentare lidentit storica antica di Atene, riproponendo in facciata strati di roccia sedimentaria, in una ideale sezione del fiume. Un rapporto spirituale la facciata sospesa sopra il terreno come una tenda gigante richiamato esplicitamente nella stilizzazione della cascata dacqua, al livello pi basso.
9. La facciata del nuovo museo. Stephie Grape. Tutti i Diritti Riservati
Limpressione che ne deriva quella di unarchitettura inespressa, costretta a subire la presenza dellesistente quando invece vorrebbe manifestarsi in modo autonomo. Questa sensazione rafforzata dai segni orizzontali riportati nella pietra che restituiscono l impronta del prospetto originale (che si era comunque conservato, conviene ricordarlo, ma avrebbe imposto la sua immagine al nuovo museo). Il dinamismo di Zentos appare come raggelato e ridicolizzato nellidea di permanenza che restituisce lapparecchiatura muraria. Il museo dichiara la volont di ritornare alla logica della citt, alla quale stato strappato via, e si propone verso la strada con una bassa cornice rossa tripartita, per connotare lingresso. E in questo voler ritornare contenuta interamente la distanza incolmabile che lo separa dalla parentesi introdotta da Zentos.
I primi tre piani della nuova struttura museale (terra, mezzanino e primo piano), cos come il grande spazio al piano interrato, sono dedicati alle esposizioni provvisorie, con ambiti ausiliari e di servizio. I restanti tre piani (secondo, terzo e quarto) ospitano, invece, le collezioni permanenti. Lo spazio a cielo aperto della grande terrazza utilizzato come galleria per le sculture, affiancata da un ristorante.
10. Piano terra. Courtesy of 3SK Stylianidis Architects
11. Piano primo. Courtesy of 3SK Stylianidis Architects
12. Piano secondo. Courtesy of 3SK Stylianidis Architects
13. Pianta della copertura. Courtesy of 3SK Stylianidis Architects
La scoperta degli ambiti museali introdotta dallesperienza spaziale esperita con lascensione delle scale mobili, disposte su un asse parallelo al prospetto su via Kallirois. Un ampio canyon interno, esteso da terra fino alla copertura (30 mt di altezza), afferma una preponderante componente verticale che svilisce la precedente logica interna, flessibile e risolta sullestensione orizzontale del solaio continuo, in rapporto alla facciata. Relazione che irrimediabilmente si interrompe: il grande invaso spaziale delle scale stacca il prospetto esterno come elemento autonomo.
14. Sezione assonometrica. Courtesy of 3SK Stylianidis Architects
15. Prospettiva sulle scale. George Nesis. Tutti i Diritti Riservati
Naturalmente, nella stessa logica compositiva, ci avviene anche per il prospetto opposto, con una serie di aperture che separano dai solai il prospetto di Zentos: definitivamente relegato al ruolo di reperto archeologico.
Il lato corto delledificio, riconfigurato dal nuovo progetto si sforza di proporre viste selezionate sulla citt, nelle valorizzazione dei suoi elementi di maggior riconoscibilit (ricercando prospettive mirate sul monte Licabetto e lungo larteria stradale).
16. Vista sulla citt. Stephie Grape. Tutti i Diritti Riservati
Lambito a cielo aperto della terrazza, ora pi contenuta e confinata sul lato sud-ovest, si propone come un grande belvedere dedicato alla celebrazione del continuum edilizio della capitale ateniese.
17. Terrazza panoramica. George Nesis. Tutti i Diritti Riservati
Per un processo di beffarda nemesi, la fabbrica Fix, un edificio nato per essere osservato e proporsi come riferimento urbano nel linguaggio dirompente della modernit si conforma ad un destino ingrato e si adatta allinedito ruolo di supporto visivo dellesistente.
>>1 Giorgio Grassi, in Macchi Cassia C. (a cura di), Dieci progetti per la citt
greca, Atene 1997, p. 50-53.
>>2 Nikos Fintikakis, in Macchi Cassia C. (a cura di), Dieci progetti per la citt
greca, cit., p. 71-72.
>>3Tzompanakis A., Labirinti mediterranei. Tessuto, paesaggio e spazialit tra Europa
e periferia ellenica, Firenze 2012, p. 46.
>>4 The Brewery as it stood before the works of remodeling and expanding. Fortunately
the walls were independent of the main structure: this is what permitted complete renovation. A Brewery in
Athens. Architects: T. Ch. Zenetos-M. Ch. Apostolides, Architektoniki, 41 (1963), p. 13.
>>5 Papalexpoulos D. Kalafati E., Takis Zenetos. Visioni digitali, architetture
costruite, Roma 2006, p. 17.
>>6 Ibid., 11.
>>7 Trad. it: vd. T. Ch. Zenetos Town and Dwelling in the Future- Town-Planning in
Space. A study, 1962, Architektoniki, 42 (1963), pp. 48-55.
>>8 A guide system in front of the structure embodies materials transparent or not, of
special insulation, or not, according to the needs & use made of the space corresponding to each section of the
Faade. For example: 1. The ground floor is the show-case of battling and machine sections. 2. Study room,
Draughtsmens room, Administration. 3 & 4. Warehouses. The guide system allows for any necessary change called for
by internal requirements or floor level alterations a necessary prerequisite to satisfy the continuous needs of
re-adjustment and/or production increase. Also, a certain irregularity in the space use diagram does not create a
displeasing faade (). The subdivision of the guide system was made, independently of the floor levels (as it is
usually done with curtain walls) and in such a way so as to permit any and ever alterations. A Brewery in Athens.
Architects: T. Ch. Zenetos-M. Ch. Apostolides, cit., p. 12.
>>9 Papalexpoulos D. Kalafati E., Takis Zenetos. Visioni digitali, architetture
costruite, cit., p. 52.
>>10 Zenetos T. Ch., Block of Flats at Amalia Avenue, Architektoniki, 39
(1963), p. 50.
>>11 Papalexpoulos D. Kalafati E., Takis Zenetos. Visioni digitali, architetture
costruite, cit., p. 52, 85 e 86.
(Andrea Bulleri - 30/3/2018)
Per condividere l'articolo:
Altri articoli di Andrea Bulleri | Invia un commento all'articolo |
Stampa: "Storie di un Atene Moderna: la facciata mutilata.pdf" |