Tra faccia e facciata,
lo studio Doxiadis a Atene
di Andrea Bulleri
- 27/3/2018
Alan Colquhoun, in un articolo del 2005, delinea il concetto di facciata manifesto Die Fassade als Manifest 1
, nella disamina critica di un tema sensibile e controverso: il ruolo della facciata nel Moderno. Riferendosi a Le Corbusier, il critico cita
architetture come la villa a Garches, il padiglione dellEsprit Noveau e ledificio per lEsercito della salvezza a Parigi; esempi nei quali la
facciata torna a rivestire unimportanza estetica e simbolica nellespressione di un programma, una dichiarazione architettonica che recupera
anche il potenziale rappresentativo tradizionale (contestato invece dalle coeve correnti De Stijl e Neue Sachlichkeit).
Nelle opere di Le Corbusier, quindi, riprendendo anche la teoria delle accademie francesi del XVIII sec. la facciata torna ad essere
lelemento di frontiera e di distinzione fra interno e esterno, qualificandosi come medium comunicativo dellintera architettura.
Linterpretazione lecorbuseriana stabilisce un distacco netto rispetto alla coeva tendenza dissolutiva prodotta dallabolizione dei confini
fisici: sperimentata, tra gli altri, anche da Ludwig Mies van der Rohe nella casa di campagna in mattoni (1923). Nellambiguit di proclami
contrastanti, su tale aspetto affiora un tentativo di sintesi fra la tradizione classica e la continuit spaziale modernista. Tratti
caratterizzanti larchitettura modernista, manifestamente oppositivi rispetto alleredit storicista quali la moltiplicazione dei punti di
vista, lattenzione alle qualit spaziali e lesaltazione della volumetria , sono subordinati ad una frontalit orientata su calibrati meccanismi
di lettura visiva che, durante il percorso artistico di Le Corbusier, esaltano dapprima la superficie bidimensionale linterpretazione
geometrica e proporzionale di una composizione astratta (solitamente riconducibile allapplicazione della sezione aurea nelle architetture degli
anni venti e trenta) per poi indagare la profondit di una terza dimensione, nellinterpretazione scultorea e luministica delle architetture
dellultimo periodo del maestro svizzero: la facciata del Segretariato di Chandigarh (1951-1955) o casa Shodan (1951-1956).
La definizione di facciata manifesto coniata da Colquhoun ha in Le Corbusier lartefice assertivo della propagandistica diffusione dei principi
del Moderno, declinata per sul recupero di un ruolo storico del prospetto (pur ripensato come faade libre e svincolato da un rapporto
tettonico archetipico). Considerando laccezione generale del termine, la facciata manifesto individua un uso programmatico della facciata, come
schermo rappresentativo bidimensionale, nella quale concentrata lespressione di un manufatto o di un programma architettonico. In tal senso, il
confronto nel tempo fra diverse interpretazioni della facciata pu essere utile, in senso comparativo, per lindividuazione di passaggi
concettuali e storici significativi. il caso di un esempio a torto trascurato e considerato minore, come la doppia facciata utilizzata nella
sede dello studio Doxiadis a Atene (1955-1961), sulle pendici del monte Licabetto. In un momento di ripensamento dei principi modernisti, questa
architettura stabilisce un punto di passaggio fondamentale nella riappropriazione della dimensione urbana: il contesto naturale in cui si era
sviluppata la frontalit tradizionale. La ricerca di un inedito vocabolario espressivo rivolto allespressione di una nuova contestualit del
progetto riflette i presupposti del superamento di un approccio modernista prettamente funzionale. Il trapasso della machine habiter e
della stagione dei CIAM consumato negli stessi anni dalle ricerche del Team X, sul tessuto e sulla fenomenologia. In un rapporto pacificato con
le eredit storiche, i valori della tradizione diventano quelli del paesaggio, della topografia e dei materiali.
Architetto e urbanista greco (1913-1975), Costantinos Doxiadis si forma presso il Politecnico di Atene per poi conseguire il dottorato
allUniversit tecnica di Berlino Charlottenburg, durante loccupazione tedesca della seconda guerra mondiale. Lesperienza in Germania determina
lassimilazione di un metodo, sullimpostazione didattica del Bauhaus, ma il campo dindagine rivolto alla lettura della citt greca, in un
percorso che lo avvicina a Dimitris Pikionis (suo insegnante al Politecnico di Atene). Lanalisi dei principi geometrici alla base della
morfologia architettonica della citt antica largomento sviluppato nella tesi di Doxiadis, nella quale sono studiati anche i coni visuali e i
tracciati che determinano il posizionamento degli edifici sullAcropoli di Atene. La definizione di un sistema stratificato di segni, contraddice
la visione romantica di uno sviluppo spontaneo e casuale degli spazi del tessuto antico, precisando nuovi strumenti di traduzione e lettura della
ritmica del paesaggio. Strumenti utilizzati e trasfigurati da un profondo lirismo nelle architetture di Pikionis in una Topografia
sentimentale2che rinnova un rapporto ideale con il paesaggio attico, come avviene nella sistemazione dei sentieri
attorno allAcropoli e al Filopappo (1954-1957). In Doxiadis lapplicazione di tale metodologia innesca nuove modalit di interrelazione urbana,
senza rimpiangere il passato perduto ma evocando il medesimo nella costruzione di relazioni potenziali con il presente: larchitettura costruisce
il paesaggio rinnovando e ri-significando relazioni di continuit. Seguendo tale orientamento critico, Doxiadis teorizza una scienza degli
insediamenti denominata Ekistics (il termine deriva dalla parola greca utilizzata per connotare labitazione) nella quale le relazioni spaziali
coincidono con quelle sociali, ed entrambe si iscrivono in una dialettica sulla lunga durata, poich solamente ci che si evolve facendo
riferimento al proprio nucleo profondo, riesce a dare risposta ai bisogni delluomo. Doxiadis utilizza il concetto di entopia (in
opposizione allutopia, il luogo che non esiste) per dimostrare che larchitettura deve ritornare al luogo, non pu dare forma ad un
sistema immutabile, bens determinare i presupposti per un sistema stabile, capace di crescere e adattarsi.
Nominato dirigente dellufficio urbanistica di Atene dal 1937 fino alla fine della seconda guerra mondiale e Ministro dello sviluppo e della
coordinazione dopo la liberazione, Doxiadis ha la possibilit di verificare, in una veste istituzionale, le ricadute del suo apparato teorico in
progetti urbanistici che contribuiscono alla ricostruzione del paese. Linstabilit politica del governo greco determina il suo allontanamento nel
1951 ma non ne limita lattivit, sempre pi dedicata a progetti in grande scale per programmi di riqualificazione urbana e rurale elaborati per
Iraq, Pakistan, Stati Uniti, Ghana e Sudamerica. Tutti progetti sviluppati nel suo study machine, non un ufficio ma un complesso a vocazione
pubblica che comprendeva gli studi professionali e le strutture educative dellIstituto Tecnologico di Atene (che introduce per la prima volta il
computer nella capitale greca), una scuola tecnica fondata dallo stesso Doxiadis.
Il manufatto architettonico composto da due volumi rettangolari paralleli di cinque e otto piani fuori terra, disposti lungo la pendenza del
rilievo e scalati in senso altimetrico. Ledificio si connota perci per la particolare articolazione di due facciate sovrapposte costruite sui
rimandi visivi instaurati fra lAcropoli e il Licabetto, offrendo una lettura privilegiata sulla citt di Atene: Il miglior prodotto di uomo e
natura.
1. La facciata originaria in una foto depoca. Constantinos and Emma Doxiadis Foundation
From every point on each floor one can look at Lycabettus with its rocks and trees as the nature on which we must build, on the other side, one sees the city and the mistakes that have been made in it, while in the background stands the Acropolis, symbol of a great architecture. Between these three elements the designer can choose the road he wishes to follow. 3
I due corpi di fabbrica rettangolari costituiscono i lati lunghi di una planimetria a C, chiusa sul lato corto da un pi basso volume di tre piani: lintera disposizione chiude quindi langolo di un isolato urbano, raccogliendosi intorno ad uno spazio centrale. La corte interna, con accesso dalla strada, distribuisce direttamente sugli ambienti del piano terra che comprendono: uno spazio espositivo; la sala per le assemblee; lentrata alla scuola e spazi di servizio. Il piano mezzanino si affaccia sulla sala delle assemblee (a doppia altezza) e completa con il piano primo il basso volume trasversale che si affaccia su via Likavittou. A questo livello sono collocati spazi di maggior rilevanza didattica: stanze di registrazione e di proiezione; un museo dei materiali da costruzione e la biblioteca. Il piano primo stabilisce il collegamento tra i due volumi emergenti, con spazi di interrelazione e rappresentanza. I restanti tre piani del volume pi basso, su via Stratiotikou Syndesmou, occupato da uffici, aule scolastiche, spazi ausiliari e di segreteria relativi allattivit scolastica. Il volume pi alto, rivolto al Licabetto (su via Evelpi Rogakou Ilia) destinato allambito prettamente professionale, con cinque piani organizzati in settori specialistici (amministrazione, coordinamento progettuale e area esecutiva).
Coerentemente con i presupposti teorici del suo autore, la disposizione interna propone un piano libero e trasformabile, impostato sulla flessibilit di un maglia modulare di 3 m: 4 The basic idea in the conception of the building was the creation of large spaces free of interior walls and supporting columns, as needed for drawing offices and other working areas. This permits their conversion into smaller areas according to need because partitions are movable and have been designed on a modulus enabling them to be put together in many alternative ways. 5
La stessa griglia modulare organizza larticolazione della facciata, 6scandita da ampie campiture rettangolari (dimensionate solitamente su un ritmo stabilito dalla ripetizione di tre moduli dellelemento finestra), che restituiscono la lettura immediata dellintelaiatura strutturale. Le superfici sono uniformate dal trattamento brutalista che rimanda al contempo al contesto mediterraneo e moderno. Il carattere monocromo delle finiture, sui toni naturali della terra (grigio, terracotta e ocra) corrisponde allintenzionalit di una scelta contestuale, avvicinando ledificio alla sostanza materica del paesaggio: le rocce del monte Licabetto. Rispetto al rilievo montuoso, la costruzione stabilisce un passaggio di soglia, nel punto di transizione tra la collina e la citt. Larchitettura di Doxiadis non emerge, evita di distinguersi sfruttando la differenza altimetrica ma si pone come necessario trait dunion tra il paesaggio e il contesto edificato del quale stabilisce (stabiliva) il margine urbano, con un doppio segno orizzontale.
Mentre, ad un livello superiore, la scuola elementare Pefkakia (1931-1932) di Pikionis si propone come emergenza visiva, in rapporto diretto con il paesaggio nel morbido adagiarsi sul pendio dei bianchi volumi di origine cicladica , ricercando solo a distanza una relazione visiva con larchitettura storica (la cappella di Agios Georgios sulla sommit del rilievo); ledificio di Doxiadis prevede una pi stretta integrazione tra paesaggio, architettura e contesto urbano, risolvendo le modalit di passaggio tra i tre diversi ambiti. In Pikionis i rimandi visuali rispondono maggiormente ad una dimensione ideale e spirituale, spesso intrisa di nostalgia; per Doxiadis rivestono invece una puntuale rispondenza oggettiva e sociale, manifestando in tutta evidenza la sua differente impostazione urbanistica. Unimpostazione per tuttaltro che ortodossa rispetto ai principi della Carta di Atene, nella quale gli strumenti operativi del Moderno di analisi, lettura e riconfigurazione urbana su tracciati differenziati sono utilizzati in un sistema di relazioni identificative per istanze e relazioni sociali in ambiti urbani pi raccolti.
Considerando tale aspetto, larchitettura in esame ma soprattutto la sua facciata si propone come manifesto se non lascito etico di uneredit culturale.
La citt di Doxiadis oscilla sul confronto dialettico tra stabilit e dinamicit, lesempio pi evidente il progetto e la successiva realizzazione di Islamabad (1959-1963). Gli elementi fissi, calcolati secondo rapporti funzionali prettamente modernisti, sono limpianto infrastrutturale nel quale i flussi pedonali e veicolari stabiliscono diversi livelli fruitivi, senza interferenze fra loro e il distretto amministrativo: sottoposti ad un controllo e una pianificazione che si fa geografica, in rapporto al territorio. La variabile dinamica definita invece dalla particolare disposizione del tessuto residenziale, composto per ambiti distinti da tipologie edilizie prestabilite ma adattabili alle esigenze del singolo nucleo familiare: ci asseconda il riconoscimento di un grado di modificabilit dello sviluppo urbano, correlato alle interazioni sociali stabilite dai suoi abitanti. Questa particolare sintesi tra approcci urbani locali e conformazione territoriale modernista favorisce la progressiva acquisizione di una conformazione pi matura, attraverso i necessari passaggi di transizione richiesti da comunit pre- moderne. Considerato il periodo storico e il contesto di riferimento, Doxiadis considera infatti un tessuto composto per piccoli comparti, configurati sui legami familistici dei clan, con un forte senso di identificazione. Lintroduzione di vincoli deboli e modificabili favorisce levoluzione e ladattamento urbano nella persistenza di una dimensione narrativa, con unarticolazione spaziale che favorisce le relazioni sociali. Nel caso della Comunit di Apollonio a Porto Rafti (1969), un simile assetto rimanda alla formazione storica delle citt greche: un insediamento improntato alla scala umana, secondo le caratteristiche dei tessuti tradizionali delle isole dellEgeo (senza strade carrabili, in una sequenza di percorsi, slarghi e spazi pubblici).
Loriginale esperienza storica di questa architettura, dedicata al lavoro di Doxiadis tuttora narrata in uno spazio espositivo al piano terra dellimpianto rinnovato secondo le indicazioni di One Athens, il progetto di recupero di Divercity7 (2009-2014). Nonostante i limiti imposti dalla riconversione residenziale, il progetto cerca di mantenere lidea originaria di comunit non solo nella vocazione pubblica del piano terreno, occupato dalla mostra permanente e dalle aree comuni distribuite intorno allatrio (piscina coperta, palestra, sala riunioni, asilo nido) una piazza di transizione urbana e di riconoscimento sociale, secondo i codici tipici dei complessi dabitazione del Movimento Moderno , ma anche rimodellando le facciate delledificio originario, per rafforzare il legame con lambiente circostante (alla ricerca di una continuit ideale con la storia dellopera e le idee di Doxiadis).
2. One Athens, Divercity: planimetrie del piano terra, quinto e sesto. Courtesy of Divercity Architects
3. Vista dalla corte interna. Fernando Guerra. All rights reserved
4. Laccesso ai locali comuni. Fernando Guerra. All rights reserved
Lintelaiatura strutturale stata mantenuta come griglia iconica semplificata rispetto allassetto originario (pregiudicando in parte la lettura in facciata del modulo compositivo) che incornicia una superficiepixellatadi vetro, cemento traslucido, lastre di marmo (uno dei materiali originariamente impiegati nellatrio e negli spazi pubblici) e volumi estrusi che si espandono nellambiente circostante.
5. La facciata in rapporto con il Licabetto: render progettuale. Courtesy of Divercity Architects
6. Il progetto realizzato. Fernando Guerra. All rights reserved
Ogni pixel produce effetti spaziali attraverso la diffusione della luce, la fusione delle ombre, e la rivelazione o loccultamento parziale dei punti di vista sul Monte Licabetto e sullAcropoli. Lespediente introduce, nella variet della nuova facciata, i necessari elementi di oscuramento e di qualificazione singolare degli spazi inter-esterni richiesti dalla nuova destinazione residenziale.
7. Vista interna. Fernando Guerra. All rights reserved
Al posto della ruvida pelle cementizia, una levigata finitura rimanda ad un approccio politically correct, pi rispondente al gusto contemporaneo.
Il confronto tra progetto e preesistenza evidenzia una profonda diversit ideologica e unincolmabile distanza culturale tra le aspirazioni degli anni cinquanta e le esigenze contemporanee. Ledificio di Doxiadis non era formalmente connotato e nemmeno manifestava un interesse in proposito, la sua maggior preoccupazione era relazionale: calibrata sul grado di interazione paesaggistica e di coinvolgimento sociale rispetto alla compagine urbana. Larchitettura era il risultato di un rapporto (visuale, geometrico, ideale) fra costruzione e paesaggio, in stretto e continuo dialogo. In un tale contesto, la facciata rappresentava la filosofia di un determinato approccio progettuale e rifletteva simbolicamente lo scopo di unistituzione culturale: la scuola di Ekistics. Non si distingueva come un oggetto ma sublimava il carattere e la storia di un contesto.
Nella mitologia greca antica lequilibrio intrinseco di un insieme ricondotto ad unessenza costitutiva, una struttura di supporto che ne costituisce il substrato originario, rappresentata dalla figura di Zeus. Zeus non ha carattere, il supporto di ogni carattere. Come la sua statua in Olimpia era il supporto di tutte le forme, sue parassite, cos il suo luogo accoglie ogni possibile luogo. E la sua voce, lo stormire della quercia, la pi vicina allindifferenziato, quella che sulla terra pi ricorda il mare. Soltanto Zeus sa rendere meraviglioso il fondo piatto dellesistenza. A tutti gli altri spettano le forme, i segni, i profili. A Zeus il fondo, e il rumore di fondo. Zeus il qualsiasi, supporto dellunico. Lunico non sussiste senza il suo supporto. Ma il supporto pu sussistere da solo. Lunico tende a essere geloso, perch qualcosa non gli appartiene. Il supporto tende a essere indifferente, perch tutto su di lui riposa. 8
La riqualificazione contemporanea della sede storica dello studio Doxiadis propone, invece, tuttaltra chiave di lettura, rafforzando il valore materico e oggettuale di un oggetto senza soggetto. Imponendo lesaltazione di unimmagine spendibile e accattivante, oltre la ruvidit scabra di una materia tormentata (come il trattamento a beton brut), oltre le aspirazioni etiche della materializzazione e condivisione di un metodo di lavoro.
La tavolozza materica e cromatica si arricchisce di nuovi elementi che distolgono lattenzione da un insieme precedentemente unitario per focalizzare levidenza del singolo particolare, in una rassicurante e codificata conformazione poca rispettosa del carattere particolare e specifico dellesistente. Ledificio perde gran parte del suo sereno radicamento contestuale (ma il contesto da tempo compromesso), costringendo se stesso allinopportuna invadenza verso le strade adiacenti con i nuovi volumi aggettanti per ritrovare un pi evidente grado di coinvolgimento sociale.
8. Il prospetto su via Evelpi Rogakou Ilia. Nikos Daniilidis. All rights reserved
Perch levidenza la nuova cifra che deve sostituire il supporto programmatico e larchitettura deve mostrare la sua faccia, piuttosto che la facciata. Apollo subentra a Zeus in attesa di Narciso. lidea di perfezione. Ci che perfetto origine in s e non ama dilungarsi sulla propria formazione. Chi perfetto recide ogni legame con il circostante, perch basta a se stesso. La perfezione non racconta la propria storia, ma offre il proprio compimento. 9
>>1 Colquhoun A., Die Fassade in ihren modernen varianten, in Werk, bauen + wohnen, n. 12, 2005, p. 15.
>>2 Dimitris Pikionis, architect 1887-1968. A sentimental topography, London 1989.
>>3 The Doxiadis Associates building in Athens, in Architektoniki, n. 13, 1959, p. 31.
>>4 The use of a standard-type partitions necessitated the design of the building on a grid, this grid being chosen with a modulus of 75 cm. and resulting from the definition of the minimum working space for one person i.e., the width of a desk or drawing board and the chair. Consequently, every working area has been designed so that the dimensions of its floor plan are multiples of this modulus with a minimum of 4 x 0.75 = 3 m. Auxiliary spaces follow the same modulus. Ibid., p. 30.
>>5 Ibid., p. 30.
>>6 Its facades clearly show the modulus with continuous 3 m. wide windows areas which have two facades and therefore enjoy good sunlight and ventilation at all times of the day. Ibid., p. 30.
>>7 Fondato da Nikolas Travasaros, Dimitris Travasaros e Christina Achtypi, si tratta di uno dei pi interessanti studi emergenti nel panorama greco. Per un breve profilo, vd. Herrero Delicado, G., Post Worlds end architecture: Greece, Blueprint, 332, 2014, pp. 176-186.
>>8 Calasso R., Le nozze di Cadmo e Armonia, Milano 200914, p. 355.
>>9 Ibid., p. 110.
(Andrea Bulleri - 27/3/2018)
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