Privatizzazione alla siciliana dei Beni Culturali
di Teresa Cannarozzo
- 7/7/2008
Sono apparse recentemente sulla stampa nazionale alcune dichiarazioni deflagranti dellAssessore ai Beni Culturali (il medico Antonello Antinoro), circa la sua determinazione di cedere a privati per alcuni decenni i siti archeologici pi importanti della Sicilia, come la Valle dei Templi di Agrigento (sito UNESCO), il teatro greco di Siracusa, quello di Taormina, etc..Lobiettivo sarebbe quello di incassare dei canoni e di fare costruire varie opere; nel caso di Agrigento lAssessore desidererebbe migliorie sul tracciato della strada Palermo-Agrigento e un eliporto; in altri casi alberghi, musei, etc
La proposta ha suscitato sconcerto, reazioni allarmate e dissenso anche da parte di esponenti della coalizione di centro destra, ma stata difesa dal Presidente che ha cercato di fornire rassicurazioni sul massimo rigore che sarebbe stato praticato per larruolamento dei privati. LAssessore, viste le reazioni, ha precisato ulteriormente il suo pensiero, escludendo al momento la Valle dei Templi e sottolineando che sar costituito un apposito comitato che affiner la proposta, che saranno coinvolte banche e fondazioni e che si ricorrer anche a concorsi di idee. Precisazioni che preoccupano ancora di pi perch rivelano lassenza di un serio progetto di sviluppo della risorsa turismo, obiettivo che pretenderebbe una politica integrata tra diversi assessorati e la costruzione di una filiera produttiva partecipata da molti soggetti pubblici e privati. LAssessore probabilmente non ha avuto il tempo di riflettere bene sugli argomenti che ha lanciato e non stato assistito in maniera adeguata dal suo staff.
Sembra opportuno quindi ricordare al nuovo Assessore che a partire dal 1999, anno in cui furono approvate le Linee Guida del Piano Paesistico Regionale, che costitu il primo lodevole screening delle risorse culturali (in senso lato) del territorio regionale, lamministrazione regionale (Assessorato Territorio e Ambiente in concerto con i Beni Culturali) commission allUniversit di Palermo una serie di studi e analisi per approfondire le Linee Guida, che dovevano confluire nel Piano Territoriale Urbanistico Regionale. LUniversit consegn gli studi nel 2001 ma il governo Cuffaro lasci decadere ogni iniziativa. LAssessore Antinoro informato di questi precedenti?
La Sicilia dotata naturalmente di uno straordinario patrimonio storico, architettonico, naturalistico, paesaggistico, archeologico, geologico, vulcanico, termale, artistico, al quale bisogna aggiungere il sistema costiero, il clima eccellente e il fascino dei centri storici, anche quelli pi piccoli e semi abbandonati. A questo proposito il caso di ricordare che anche in Italia sono in corso esperimenti di trasformazione di piccoli centri storici in paesi albergo, come sta avvenendo a Santo Stefano di Sessanio in Abruzzo, a Colletta di Castelbianco in Liguria e in altre regioni.
Alcune delle risorse territoriali di cui sopra sono note, conclamate e introdotte tra i siti UNESCO; alcune dovrebbero essere ulteriormente censite, comunicate e valorizzate. Il problema di fondo che tali risorse non si trasformano da sole in risorse turistiche; esse costituiscono in genere unofferta turistica potenziale, che per diventare effettiva, ha bisogno di politiche e di strategie appropriate, in cui il privato pu avere un ruolo, come prevede il Codice dei Beni Culturali e come avviene in alcune realt regionali, nazionali e internazionali.
E a tutti noto che nonostante lesistenza di tale patrimonio, le economie derivanti dal turismo regionale sono di poca entit se si confrontano con quelle della sola Rimini, in Emilia Romagna.
Per rimanere nel campo delle risorse di conclamato valore internazionale come la Valle dei Templi, dove per altro una serie di servizi aggiuntivi sono gi effettuati da una societ privata, il problema, anche questo noto a tutti e ampiamente documentato, che i turisti si fermano troppo poco, dormendo ad Agrigento ben che vada, una sola notte.
Bisognerebbe quindi ampliare lofferta inserendo nei pacchetti turistici, altre risorse come il centro storico, il turismo balneare, il diportismo nautico, le zone di interesse ambientale che ricadono nei comuni confinanti come la Scala dei Turchi, la riserva di Torre Salsa, le Maccalube di Aragona, etc.
Una citt che vuole attrarre maggiori risorse dal turismo deve progettare s stessa in maniera adeguata e offrire servizi pensando a diverse tipologie di turisti e non solo a quelli che arrivano nei pullman dei viaggi organizzati. Ci riferiamo al turismo individuale, al turismo giovanile, al turismo naturalistico, al turismo gastronomico per i quali bisogna prevedere carte turistiche, trasporto pubblico, cartellonistica, itinerari, visitor center, siti archeologici, musei e monumenti aperti tutta la settimana, biglietti unici, ostelli della giovent, campeggi, alberghi e quantaltro insegnano le numerose esperienze derivanti da una efficace politica del turismo riscontrabili in Italia e allestero.
Se ad Agrigento, luogo mitico di rilevanza mondiale si manifestano le criticit prima accennate, figuriamoci quelle riscontrabili in altre realt meno prestigiose a cominciare da Palermo, Piazza Armerina, etc
Le proposte dellAssessore, ribadite dal Presidente, denotano un deficit di conoscenza dei problemi che si vorrebbero affrontare e le richieste a casaccio di eliporti, strade, alberghi e nuovi musei, sono una scorciatoia inaccettabile di fronte alle potenzialit del territorio regionale e alle disfunzioni rilevabili, spesso ascrivibili allamministrazione regionale e agli enti locali.
Il buon senso vorrebbe che le proposte scaturissero da analisi appropriate, di cui, come accennato prima, la Regione dispone e che dovrebbero essere solo aggiornate.
Si tratta di trasformare le risorse territoriali presenti in risorse turistiche a partire da una seria politica regionale del turismo da condividere con gli enti locali, nellambito di un progetto complessivo di sviluppo nel quale i privati possono essere collocati, con ruoli circoscritti, specificati dagli enti pubblici che governano il territorio alle varie scale.
(Teresa Cannarozzo
- 7/7/2008)
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Commento 6329 di maurizio zappal del 29/07/2008
La posizione espressa in questo pezzo, dallesimia prof.ssa dott.ssa Teresa Cannarozzo, ha il tenore di una difesa dufficio che lascia, naturalmente, basiti!
La prima operazione per far funzionare le cose, alla luce delle esperienze internazionali, organizzare una governance, snella e competente (minimamente politicizzata!!!), pochi progetti strategici nel pi ampio disegno di rivitalizzare, sia dal punto di vista culturale che economico, citt o zone di esse abbandonate al degrado che anche degrado intellettuale! Bisogna e siamo gi molto in ritardo, lanciarsi in un lifting radicale per concorrere, in epoca globale, con le realt gi esistenti. Per intercettare i flussi del nuovo turismo. Che nessun specialista del settore, nega, esistere! E naturalmente, mi riferisco allesperienza spagnola! Il fine dovrebbe essere convertire la nostra citt regione in un centro di cultura e turismo scevro da bigottismi e arroccamenti storico-immobilisti! In altre parole (turatevi le orecchie passatisti e abitanti delle case degli avi!) se bisogna mettere mano a siti archeologici per rivitalizzare la vita intorno, facciamolo subito e con qualit, degna della nostra tradizione!
Perch possibile lavorare, rimodellare un sito come quello di Santiago de Compostela, la citt santa di Spagna per eccellenza? Si, in Galizia. In quella regione che assomiglia tanto allIrlanda e che i Celti avevano popolata nellEt del ferro. E in questo lembo estremo della penisola iberica che sorge Santiago. Poco lontana dalle coste frastagliate, che si gettano nellOceano Atlantico, qui i Romani, erano convinti che terminasse il mondo! Diciamo che Santiago di storia ne ha! Toh, ma ha anche i cyber caf, Il Centro Galiziano DArte Contemporanea (dellarchitetto portoghese Alvaro Siza) e lauditorium di Santiago (in sito archeologico), di P. Eisenman. Qui sono passati i Celti, i Romani e gli Arabi, questultimi non sono mai riusciti a sradicare il forte culto cristiano. Anzi, la citt divenne un simbolo della Riconquista! E stata dichiarata Patrimonio dellUmanit! Vi immaginate, Villa del Casale a Piazza Armerina, riprogettata da P. Eisenman?
Lintento principale delle nostre istituzioni dovrebbe essere esclusivamente quello di contrastare la disoccupazione promuovendo la cultura e concepirla come motore della vita economica! Ci significherebbe, nessuna remora tra cultura e interessi derivanti dal tintennio del denaro! Quale figura istituzionale o maitre pensier, oggi pronto, nella nostra Sicilia, a governare questo concetto che dai pi, considerato non etico o addirittura immorale?
Allora dovremmo iniziare a pensare come primo investimento, a progetti di risonanza internazionale! Subito dopo o contestualmente, al fattore trasporto, per lo sviluppo di un territorio indispensabile, quindi a progetti di porti, aeroporti, teleferiche, metr e ferrovie! Non per nani, ovviamente!
E certo, largomento complesso e borderline! Ma di una sol cosa sono sicuro: non c, oggi, in Sicilia e oserei dire, in Italia, la CULTURA dellinvestimento estetico!
Per come la vedo, da architetto che qualche viaggetto lha fatto, non c alcuna capacit, sia politica - amministrativa che culturale estetica, di far valere le nostre risorse! Attenzione, non si tratta esclusivamente dei templi, dei mosaici, del mare e dei monti! Mi riferisco, allincapacit di rintracciare nuove forme di attrazione turistica del nostro territorio! O meglio, dellinvigorimento delle nostre bellezze, che andrebbero riviste partendo, naturalmente, dalla capacit dellaccoglienza e dei famosi waterfronts! Su questo terreno, in Italia, figuriamoci in Sicilia, siamo davvero non al grado ma all'anno zero! Continua a mancare una classe dirigente e politica conscia dei drammi e delle sfide del territorio-maritorio. Appassionati di letteratura, di pittura, di musica, di sport, tanti, nessuno appassionato di architettura! Dove sono i Pompidou, i Mitterand i Sarkozy di Francia, i Maragall di Spagna, i Soares del Portogallo? Dove sono i Manuel Salgado, (che stato uno degli architetti progettisti dellarea dellExp di Lisbona) o i Bohigas (artefice della nuova Barcellona) o gli Stimmann, (contemporaneamente politico e tecnico, del risorgimento estetico di Berlino dopo la caduta del muro)?
Le citazioni non sono a caso e potrebbero proseguire ma sarebbero un mero ed inutile esercizio di stile che poco cinteressa!!
Dalle nostre parti non esiste una strategia dintervento che miri in poche fasi a raggiungere lobiettivo! E immediatamente tutti gli Enti prendono le distanza o mettono in piazza i propri esercizi di stile!
Per cui, badate bene, ci sar sempre uno studio disatteso, un allarme dato o un: io lavevo detto!!! E intanto, in barba alla nostra atavica mollezza e al nostro tradizionale conservatorismo e ai mille calepini di Don Loll (vedi la Giara di Pirandello), il territorio e il maritorio vengono fagocitati e maltrattati!E riusciamo sempre a non trovare i colpevoli, anzi, li ritroviamo sempre riciclati e immortalie pieni di consensi (voti!)!
Dalle nostre parti, non esiste e non vi sono presupposti per un forte coinvolgimento degli imprenditori del settore (vedi Il Museo Guggenheim di Bilbao!sic!). Appena si accosta il bene culturale al tintinnio della moneta , qualcuno si erge a strenuo difensore del bene collettivo e per giunta culturale! E quindi Italia Nostra, I Castelli, le Soprintendenze, le miserabili Universit darchitettura, italiane e persino Le allegre comari di Windsor, insorgono, per potere defraudato!!!
Ma seria una gestione cos bieca e stantia, dei beni culturali? Perch non viaggiate ma anche su Internet , viaggiate e fate camminare quel minimo dingegno che vi rimasto!
Qui stiamo morendo!ma che Mala Educacin! Almodovar salvaci tu!
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