Punta Perotti? E'ancora in piedi
di Paolo G.L. Ferrara
- 25/5/2006
Punta Perotti stata ripulita dalla saracinesca.
Il Gruppo Matarrese, che ne era stato il costruttore, chieder i danni, pari a 570 milioni di euro.
Se ripercorriamo la vicenda, nonostante possa sembrare paradossale, la richiesta di risarcimento non per nulla scandalosa.
Difatti, come plausibile pensare che un gruppo di speculatori edilizi, proprio perch tali, abbia avuto limperizia dinvestire centinaia di milioni di euro in unopera abusiva, manco fossero un gruppo di intrallazzoni da strapazzo? E, infatti, plausibile non lo , tanto vero che fu il Consiglio Comunale di Bari ad adottare ed approvare i piani di lottizzazione presentati dai gruppi imprenditoriali Matarrese, Andidero e Quistelli (uniti nella societ Sud Fondi), finalizzati alla costruzione del complesso Punta Perotti.
Siamo all 11 maggio 1992 e il Comune stipula con i gruppi suddetti anche le convenzioni per i piani di lottizzazione.
Prima domanda: se lapprovazione di un piano di lottizzazione ha un preciso iter legale da seguire, come mai nessuno si accorse che quello di Punta Perotti non aveva i requisiti per essere approvato? O forse li aveva?
Forse s, quantomeno in apparenza: infatti, il 19 gennaio 1995 i gruppi imprenditoriali si vedono rilasciare la concessione edilizia per un totale di mc 123.000 circa a destinazione residenziale e mc 8.000 circa a destinazione terziaria.
Inizia la costruzione, tanto veloce quanto lenta la Giustizia che solo due anni dopo (il 22 marzo 1997) sequestra gli immobili con la motivazione che possano essere ritenuti abusivi in quanto allinterno della fascia di rispetto di 300 metri dal mare.
Ma, lo sappiamo, il mare si muove e modifica le spiagge. Cos, appena sette mesi dopo, la Cassazione dissequestra gli immobili poich nessun vincolo ne impedisce la costruzione, che va avanti finch il 10 febbraio 1999 il gup Maria Mitola ne ordina la confisca poich costruzione abusiva. La colpa non di nessuno: vengono infatti assolti tutti gli imputati perch il fatto non costituisce reato. La colpa sembra essere ancora una volta del mare, che si spinto verso la costa, erodendola e fregando i metri necessari al limite dei 300. Ma c un punto da valutare attentamente: nella sentenza si pone laccento sul "disinvolto iter amministrativo" seguito dal Comune di Bari, tanto da definire "scandaloso il procedimento che ha portato all'improvviso rilascio dei provvedimenti autorizzatori e concessori" necessari alla costruzione del complesso.
Che significa disinvolto? Dobbiamo intenderlo nellaccezione di comportamento naturale e spontaneo oppure in quella di comportamento audace e sfrontato?
Inutile dire che la sostanza cambierebbe totalmente a seconda di come sintendesse intenderloFatto sta che un iter amministrativo soggetto al rispetto delle leggi, il che significa che il giudice abbia inteso disinvolto nellaccezione di comportamento naturale e spontaneo, ovvero quello che si ha quando si agisce in buonafede.
Poi per, il mare ci ripensa e, ritirandosi, riconsegna i metri necessari al limite dei 300, tant vero che il 5 giugno 2000 la Corte dappello ordina la restituzione degli edifici ai gruppi costruttori, che possono beneficiarne per pochi mesi: il 29 gennaio 2001 la Cassazione, confermando la sentenza do primo grado, confisca nuovamente le costruzioni, stavolta in via definitiva. Cos, nel febbraio 2001,il Comune di Bari ne diventa il legittimo proprietario.
Ricapitoliamo: quello stesso Comune che con atti deliberativi aveva dato le licenze di costruzione ai gruppi imprenditoriali, dopo sei anni si ritrova ad essere custode di quegli stessi beni
Il Gruppo Matarrese, supportato dalla Cariplo, riesce a fare pignorare i beni quali risarcimento danni, mettendosi cos contro quello stesso Comune di Bari che quei beni, rilasciando la licenza di costruzione, li aveva ritenuti assolutamente legittimi. Legittimi nel 1995 ma da abbattere perch abusivi nel 2001.
Lo dice il giudice nel 2004: i palazzi sono abusivi e devono essere confiscati e dunque per la legge non esiste alcuna pretesa di terzi (Matarrese e Cariplo) che possa ritenersi legittima.
Tra vari altri ricorsi, nellaprile del 2006 avviene labbattimento: un giorno di festa per ambientalisti e assertori della legalit.
Anche i Matarrese non sembrano troppo turbati dallabbattimento che, secondo loro, interessa solo marginalmente le imprese costruttrici, considerato che il vero danno stato patito nel 2001 quando avvenuta la confisca dei suoli e dei palazzi che l'amministrazione comunale aveva autorizzato a costruire. Quei manufatti sono da cinque anni di propriet del Comune di Bari che sta dunque abbattendo un bene proprio. La sconfitta della citt sta nella contribuzione dei baresi alle spese di demolizione e al risarcimento dei danni subiti da tutte le parti lese, ovvero i 700 milioni di euro richiesti da aziende costruttrici, proprietari di suoli e appartamenti, al Comune, alla Regione e al ministero per i Beni e le attivit culturali, le tre amministrazioni che oltre un decennio fa consentirono l'avvio di questa paradossale vicenda.
Siamo alle solite: grandi pasticci ma nessun colpevole. Labusivismo ha questa caratteristica allorquando si tratta di capirne le regole, quelle stesse dettate dalla corruzione: il cumulo di macerie di Punta Perotti, se fa gioire molti di noi, non rappresenta per la fine delle capacit di costruttori, funzionari, politici, tecnici di riuscire a tessere una tela incredibilmente perfetta tanto da potere ottenere permessi che non si potevano ottenere, costruire ci che non si poteva costruire
La verit desolatamente semplice: nel momento in cui si mette in moto il meccanismo della corruzione e del compromesso gli ingranaggi, al massimo, vengono bloccati ma mai smontati.
LItalia piena di costruzioni non finite perch ritenute abusive, che si trasformano in ruderi mortificanti il territorio. E questa situazione ad essere il vero scempio: scempio morale. Mi sono sempre chiesto come mai le costruzioni abusive vengono bloccate solo dopo che sono state quasi ultimate. Eppure il controllo del territorio non certo cosa difficile allorch si tratta di fare accertamenti in quei luoghi in cui si vedono sorgere gli scheletri strutturali. Nel caso specifico di Punta Perotti si raggiunge il colmo se si pensa alle dimensioni dellinsediamento.
Anni fa, ad Agrigento, in localit dune di San Leone, fu scoperto che, appunto sotto una duna di sabbia, un furbacchione aveva costruito abusivamente la sua casa di villeggiatura e laveva poi coperta di sabbia in attesa che un condono potesse farla riemergere dai granelliLillegale astuzia fu possibile poich si trattava di una piccola costruzione, astuzia invece impossibile per Punta Perotti.
Dunque, il vero problema non relativo al solo impatto ambientale dellarchitettura ma, piuttosto, alla speculazione economica sullarchitettura che vive e vegeta grazie ad un complesso sistema di connivenze tra professionisti, costruttori, tecnici comunali, giunte comunali, soprintendenze. Chi concede le licenze? Come vengono concesse? Perch gli Ordini professionali non intervengono sulle responsabilit dei progettisti? e perch non istituiscono un organo di controllo sulla legittimit dello svolgimento delliter finalizzato allottenimento delle licenze?
E questo sistema che deve essere demolito. In caso contrario, avranno ragione i Matarrese a chiedere i danni e commentare la vicenda quale Situazione paradossale, di una edificazione ritenuta illegittima ma che non ha colpevoli. Festeggiare le demolizioni assolutamente inutile. Pi utile sarebbe non dovere demolire, il che significherebbe che tutto ci che si costruisce ha legittimit vera, non certo quella creata ad arte da poteri occulti a cui pochi, pochissimi, sanno dire di no.
(Paolo G.L. Ferrara
- 25/5/2006)
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Commento 1234 di Giulia Gresti del 12/06/2006
Lontano da Bari, dove un Sindaco, ex magistrato, ha avuto la forza e il coraggio di difendere il bene pubblico contro gli interessi di pochi , guardiamo la grande Milano.
Stanno sorgendo tante Punte Perrotti ,armate di tutte le autorizzazioni, sotto l'egida dell'Amministrazione, di intrecciati comitati di affari e l'ingiustificabile silenzio degli Ordini Professionali, delle Soprintendenze e delle Universit.
Si sta cancellando la storia di Milano, ne si sta pregiudicando le testimonianze storiche, monumentali , ambientali e la qualit di vita stessa della citt, in nome di un modernismo che ignora anche il diritto dei cittadini a partecipare alla trasformazione del proprio territorio come diritto riconosciuto anche in sede europea dalla "Convenzione per il Paesaggio " e recepita dall'Italia sin dal luglio del 2001.
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Commento 1255 di Marco mannori del 27/06/2006
Riporto la Tua analisi , centrata e corretta :
"Dunque, il vero problema non relativo al solo impatto ambientale dell’architettura ma, piuttosto, alla speculazione economica sull’architettura che vive e vegeta grazie ad un complesso sistema di connivenze tra professionisti, costruttori, tecnici comunali, giunte comunali, soprintendenze. Chi concede le licenze? Come vengono concesse? Perch gli Ordini professionali non intervengono sulle responsabilit dei progettisti? e perch non istituiscono un organo di controllo sulla legittimit dello svolgimento dell’iter finalizzato all’ottenimento delle licenze?
E’ questo sistema che deve essere demolito. In caso contrario, avranno ragione i Matarrese a chiedere i danni e commentare la vicenda quale “Situazione paradossale, di una edificazione ritenuta illegittima ma che non ha colpevoli.” Festeggiare le demolizioni assolutamente inutile. Pi utile sarebbe non dovere demolire, il che significherebbe che tutto ci che si costruisce ha legittimit vera, non certo quella creata ad arte da poteri occulti a cui pochi, pochissimi, sanno dire di no."
Detto questto occorre per interrogarsi se esistano oggi nei paesi occidentali a regime capitalistico ed in particolare in Italia le condizioni politiche , perch quello che Tu lamenti non possa pi avvenire ??? La risposta NO !! Questo un sistema che fa comodo a tutti sia pur in diversa misura e con ruoli e responsabilit acnhe molto diverse !! Gli ordini difendono solo gli interessi di una ristretta casta di professionisti, che poi sono sempre quelli maggiormenti collusi con la speculazione eilizia e con le forze politiche che la sostengono e la alimentano. Gli enti locali, anche quando non sono direttamente infiltrati dal crimine organizzato, si mostrano deboli ed inerti sia a livello di struttura burocratica che di quella politico.-istituzionale e non hanno la capacit amministrativa per confrontarsi con potenti lobbies economiche. Pretendere che gli archittetti, anche qualora ne avessero voglia, possano da soli fare la rivoluzione, mi sembra francamente utopistico ed anche un p ingenuo !!!!
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Commento 1266 di Leandro JANNI del 02/07/2006
L' Italia - per ragioni storiche, sociali, politiche - il paese dei furbi.
E la furbizia, di certo, non migliora il mondo.
Un caro saluto, Leandro Janni
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