Le riviste e la critica: neutralit o passione?
di Gianni Marcarino
- 15/4/2001
Domande e risposte a Raffaella Razzano direttrice de L'Ambiente Cucina
Una rivista che si occupa di analizzare attraverso la presentazione e la critica dei prodotti ,l'evoluzione estetica, tecnica, culturale del fenomeno design , nel vostro caso il mondo della cucina, deve mantenere oppure no un ruolo di neutralit, cio di cronaca degli eventi senza proporre una propria posizione, un proprio punto di vista critico iniziale?
---La domanda rimanda a un eterna diatriba sul punto di vista oggettivo/soggettivo del giornalista. Per quanto ci si sforzi di fotografare con "obiettivit" la realt di cui parliamo, sicuramente "l'obiettivo" coglie quanto noi per primi riusciamo a vedere. La nostra visione dunque parziale, ma privilegiata rispetto ad altri perch quotidianamente sollecitati da molte informazioni che riescono a darci una visione pi ampia sull'argomento, nel caso specifico il mondo dellarredamento per la cucina. Per quanto mi riguarda il problema non quindi la neutralit totale, obiettivo che ritengo praticamente impossibile anche se la tensione deve essere in quella direzione, ma la ricerca continua di informazioni, lascolto del maggior numero di opinioni. Solo cos posso offrire ai mie lettori una visione critica che abbia un valore anche per loro.
Le riviste vengono alimentate in parte dalla pubblicit delle case produttrici. Diventa forse anacronistico od addirittura snobistico pensare ad un media che possa comunicare con un vasto pubblico senza usufruire del "polmone" pubblicit; il rischio per l'inversione dei ruoli: la critica che diventa un'appendice della reclame. Quanto spazio di libert critica rimane in questo rapporto cos stretto? Che servizio si rende realmente al pubblico e quale alla propria professione?
---Purtroppo, al contrario di altri paesi, in Italia si abituato il lettore a ricevere gratuitamente le riviste specializzate. Questa realt ormai radicata spiega come una rivista rivolta agli operatori si alimenti
esclusivamente attraverso gli introiti della pubblicit pagata dai produttori.
Il condizionamento in questo senso esiste innegabilmente, ma non sempre
un condizionamento negativo per la credibilit della rivista e per il
lavoro del giornalista. Innanzitutto il nostro compito primario quello
di mediare il flusso di informazioni fra il mondo della produzione e quello
della distribuzione. Il legame stretto con i primi alimenta e arricchisce
il contenuto della rivista stessa. Inoltre una rivista tanto pi seguita
e apprezzata da chi deve investire su di essa il proprio denaro, quanto
apprezzata e autorevole nei confronti dei suoi lettori. E questo succede
solo quando il rapporto di mediazione non di sudditanza ma di filtro
intelligente. Come ho gi detto il nostro ruolo primario di offrire
una visione il pi ampia possibile. Un punto di vista che rielabori tutte
le informazioni nel rispetto della verit e con un occhio attento a tutte
le realt, a prescindere dai legami con le singole aziende.
Le riviste ed il mondo della scuola. Gli organi
di informazione acquisiscono nel tempo una notevole ed importante serie
di dati ed esperienze dovute al contatto col mondo della produzione. Sono
in possesso di elementi teorici e tecnici che potrebbero essere oggetto
di confronto e scambio con le scuole superiori, le universit. Esiste
questo tipo di rapporto? Se esiste Lei crede che potrebbe essere ulteriormente incentivato? In che modo?
---Rispondo a titolo puramente personale perch non so come si comportano
altre realt dellinformazione. Attualmente non esiste un rapporto istituzionalizzato e continuativo con il mondo della scuola, ma esiste sicuramente una personale disponibilit ad aiutare chi, studente, ha bisogno di raccogliere informazioni. Regolarmente riceviamo studenti universitari, tesisti per lo pi, che hanno bisogno di approfondire le conoscenze sul settore arredo, cucina in particolare. Un altro possibile punto di contatto linserimento momentaneo di studenti presso lazienda attraverso gli stage, obbligatori per alcuni corsi di studio. Abbiamo gi avuto esperienze di questo genere e sono state sempre molto positive. Probabilmente questa una delle strade pi interessanti per incrementare maggiormente il rapporto fra le due parti. Altri percorsi possibili sono la creazione di iniziative collaterali allattivit
editoriale (mostre in occasione delle fiere, ad esempio) dove la rivista
diventa il filtro per selezionare e presentare lattivit di studenti
che si affacciano al mondo del lavoro.
Le riviste ed internet. Il mondo di internet pu
rappresentare un'opportunit ed un pericolo per la comunicazione della
carta stampata. Come vede , in questo senso, il futuro?
---Per carattere sono portata a cogliere pi le opportunit che i pericoli
di un processo di cambiamento, ma non nascondo che talvolta come giornalista di carta stampata ho l'impressione di far parte alla specie dei "dinosauri" della comunicazione. In verit credo che il cambiamento epocale "velocit e globalizzazione" che la rete simboleggia molto bene modificher sicuramente anche la fruizione della notizia, ma non necessariamente dellinformazione nellaccezione che spero di essere riuscita a spiegare rispondendo alle prime due domande. In altre parole credo che sulla rete "correranno" i fatti, e noi giornalisti o editori saremo tanto pi seguiti se riusciremo a creare una rete di rapporti (leggi link) il pi ampia possibile. Lo scotto della velocit sar per una assenza di visione critica che solo un mezzo pi "lento" come la carta stampata pu possedere. La stessa fruizione del mezzo stampato consente una maggiore riflessione e quel processo di rielaborazione dei dati che rende "nobile" il nostro ruolo. Lo sforzo di chi opera sulla carta stampata sar sempre pi quello di rielaborare il dato puro esprimendo anche opinioni, che il lettore potr confrontare con la propria o con quella di altri mezzi.
Quindi lunga vita alla rete, ma anche alla carta stampata! Sono due letture diverse che corrispondo a ritmi diversi - slow e fast per utilizzare la lingua di internet - che tutti noi sperimentiamo quotidianamente.
(Gianni Marcarino
- 15/4/2001)
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