Ravello? Si fa, si fa!... Non si fa, non si fa
di Sandro Lazier
- 8/2/2004
Ezio Greggio, noto attore e presentatore di un fortunato programma di Antonio
Ricci, bravo nellinterpretare e cogliere laspetto meschino, imbroglione
e scettico dellitaliano medio, solito commentare con il tormentone
citato nel titolo le vicende non sempre raffinate della cronaca italiana.
La cronaca di questi giorni ci presenta il caso Ravello che ha coinvolto praticamente tutti gli intellettuali d'Italia schierandoli su fronti contrapposti. Da una parte coloro che appoggiano il progetto di Niemeyer, dallaltro quelli che
lo osteggiano e vorrebbero impedirne la realizzazione. AntiTheSi, con larticolo
di Paolo G.L. Ferrara "Con
De Masi per Niemeyer" si schiera decisamente a favore malgrado le accese
polemiche contenute in 24 commenti allarticolo.
Ma, come abitudine del giornale, siamo andati alla ricerca della ragioni
opposte per capire se il disagio e il disappunto di chi osteggia siano frutto di oggettive ragioni pratiche o, pi semplicemente, non siano il solito fastidio decorativo
procurato dalla stonatura anche quando non c del
nuovo. Vediamo.
Edoardo Salzano urbanista, dalle pagine del Corriere del Mezzogiorno, 24 gennaio
2004, sentenzia: Non credo che 165 intellettuali si sarebbero spesi
per un appello se si fosse trattato di difendere, che so, un progetto dellarchitetto
Rosa Zeccato. Poi aggiunge, dimostrando poca confidenza con larchitettura
e la sua storia, malgrado una cattedra allo IUAV di Venezia: Ho parlato
e parlo di auditorium, e non di progetto di Niemeyer, perch il progetto
non di Niemeyer [] bravo a costruire nuove citt nel deserto
che detto da un urbanista ci d la misura del suo talento e della
conoscenza di quello di Niemeyer. Il nostro amico professore dice dessere
contrario alla costruzione dellauditorium per due ragioni. La prima perch
illegittimo; la seconda perch sbagliato. Prima mette
laccento sulla legittimit perch [] la
difesa della legalit deve essere la prima preoccupazione.
Aggiungo io, soprattutto in Campania, dove tale preoccupazione ha reso questo
pezzo dItalia limpido, immune dallarbitrio e dallabusivismo.
Ogni tanto qualcuno si sveglia e allimprovviso sembra che Napoli
sia diventata il capoluogo del Trentino. Quindi giusto, in questa occasione, essere
rigidi e severi e imporre la legge davanti a tutto e a tutti. Parola dordine:
tolleranza zero. Peccato che le leggi le facciano gli uomini doggi e per
di pi politici, che siano piene di difetti e compromessi e, per questo,
vadano interpretate con un minimo di senso delle proporzioni e della realt.
Le leggi urbanistiche poi, basta chiedere a qualsiasi progettista che le adopera,
sono le peggiori da maneggiare perch viscide e contraddittorie (spesso
in antitesi le une con le altre), incoerenti (variano da regione a regione, da
comune a comune), ambigue (altezze di medie ponderate, volumi fuori o entro terra,
intradossi, estradossi che si rincorrono con un lessico terribile, spesso inaccettabile
anche solo da un punto di vista grammaticale).
E opinione diffusa nella sinistra pi attenta che gli eccessi di
integralismo moralista abbiano portato per reazione al peggiore governo del dopoguerra.
Ma Edoardo Salzano e quelli come lui non lhanno compreso e, per celare
il reale motivo del loro disappunto, ricorrono, come sempre succede in Italia,
a qualcuno degli infiniti strumenti normativi (come gi detto ambigui e
incoerenti) per impiantare storie e grane infinite di cui infine nessuno pagher
le conseguenze. Siamo allassurdo di Ravello per cui un privato che intende
costruire un parcheggio pu fermare la costruzione di un bene deciso dalla
comunit perch una norma, fatta per il bene della comunit,
gli consente di farlo. In un paese sereno, semplicemente, si cambierebbe la norma
che, di fatto, risulta essere palesemente carente. Ma lurbanista dice no.
Anche se la norma carente, e in questo caso controproducente, va osservata,
non modificata, perch altrimenti la gente potr pensare che le
leggi sono fatte per essere superate. Certamente, dico e insisto, le leggi sono
fatte per essere superate quando necessario. E vanno modificate se sbagliate;
infine va cacciato chi le ha fatte in modo sbagliato, compresi gli urbanisti che
le hanno pensate e scritte. Altrimenti veramente la follia.
La verit che nel nostro paese chi ha sbagliato i programmi del
dopoguerra, responsabili delle tanto vituperate periferie, continua a fare piani
regolatori pontificando che le periferie non vanno pi fatte in quel modo
e che bisogna tutelare il territorio dai brutti ceffi che vorrebbero distruggerlo.
Loro lhanno distrutto e non si danno pace che qualcuno pi bravo
riesca invece a valorizzarlo. Smessa la divisa del guaritore sociale ci si infila
quella un po pi verde dellecologista e alla fine nulla
cambiato.
In verit la ragione vera del disappunto e del conflitto sul caso Ravello
questa: [] sbagliato perch non ha senso
modificare un paesaggio gi perfetto di per s, che non ha bisogno
daggiunte che, anche qui, detto da un professore che insegna architettura
lascia quanto meno un po perplessi. Vogliamo Niemeyer? Benissimo.
Ha costruito a Segrate, chiamiamolo a fare un progetto a Scampa o a Nola
o a Soccavo, se la legge e i piani lo consentono. Ma lasciamo in pace Ravello,
e per i concerti utilizziamo Villa Rufolo, Villa Cimbrone, e magari San Giovanni
del Toro. Sembra di sentire Sgarbi in una delle sue sceneggiate antimoderne.
Bastava dirlo subito, caro Salzano, senza tirare in ballo lurbanistica,
la legalit e la politica. La sua opinione legittima ma, se intende
imporla agli altri, si presenti alle elezioni di Ravello, si faccia eleggere sindaco
e poi decider quel che la legge, anche a lei, conceder di fare.
La democrazia funziona in questo modo: non d privilegi per supposta superiorit
morale e, tanto meno, estetica.
Si condanna scandalizzati la procedura dincarico un po tirata e al limite della legalit usata dal sindaco di Ravello.
E forse pi corretto tirare in ballo altre norme e regolette, peraltro prese dallo stesso sacco, per velare nient'altro che un possibile fastidio ascetico?
(Sandro Lazier
- 8/2/2004)
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Commento 672 di Isabel Archer del 18/02/2004
Con il dovuto senso dellironia, la cosa suona sinistramente calzante:
"Nella prima met degli anni 30 il fascismo sceglie di presentarsi allEuropa con un volto efficiente e moderno, servendosi di uniconografia in linea con i tempi; il terreno delezione per questa operazione di propaganda la citt, dove non si intende ovviamente spostare alcun privilegio privato. Per questo la dimostrazione di forza da parte del nuovo stato fascista non porta ad una nuova politica urbana, ma ad un rinnovamento della scena della citt che punta su alcuni grossi interventi monumentali.
Il senso di imperio statale doveva scaturire dalladozione di un linguaggio in contrasto con la tradizione delledilizia borghese, che nel contempo si prestasse bene a soddisfare le aspirazioni piccolo-borghesi ad un mondo dal volto nuovo. In un certo senso, era proprio il programma di politica culturale a richiedere per lopera architettonica una chiarezza di rapporti col contesto che ne siglasse lefficienza comunicativa, ed un livello di qualificazione formale che ne assicurasse il prestigio."
Gianni Accasto
E in questo caso magari si potesse parlare almeno di chiarezza di rapporti col contesto ed efficienza comunicativa. Ci vuole qualcosa di pi per larchitettura contemporanea. Osiamo.
Isabel Archer
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Commento 673 di Salvatore Aprea del 20/02/2004
Noto, con estremo disappunto, che le cose in Italia stanno peggiorando come non mai. Gentile Sandro Lazier, da napoletano mi aspetto almeno le sue scuse per una frase quale: "Ogni tanto qualcuno si sveglia e allimprovviso sembra che Napoli sia diventata il capoluogo del Trentino". Come si permette? Cosa vuol dire? Che a Napoli si autorizzati a violare le leggi, solo perch l'hanno fatto in tanti?
Beh, in un paese dove l'attuale Presidente del Consiglio sostiene che giusto evadere le tasse, che i disoccupati volenterosi possono cercarsi un lavoro nero, c' da aspettarsi anche questo. Le leggi hanno valore relativo in base alla geografia e in base ai giudizi estetici di presunti esperti! Che fine faremo?
Noto anche che non si sottratto a toni dannunziani: "Certamente, dico e insisto, le leggi sono fatte per essere superate quando necessario. E vanno modificate se sbagliate; infine va cacciato chi le ha fatte in modo sbagliato, compresi gli urbanisti che le hanno pensate e scritte". "Cacciare", ma s, applichiamo il metodo RAI!
Lasci che le istituzioni democratiche decidano quando e quali leggi "superare", questo verbo mi sembra assolutamente inappropriato.
E venendo all'Auditorium, su cui troppi si sono espressi senza avere alcuna formazione specifica, Le dico che quest'opera mal si inserisce nel luogo. Il plastico non restituisce la qualit orografica del sito, sembra un giochino Playmobil. E ancora posso dirLe che il progetto, nel tentativo, a mio avvisso fallito, di legarsi al sito "naturale" (quanto c' ancora di veramente naturale in costiera amalfitana?) dimentica secoli di felice tradizione costruttiva. Chi si potr riconoscere in un'opera che viene da lontano? No, Niemeyer ha imposto la sua idea di spazio a-priori a secoli di nobile arte architettonica locale.
Tutti i commenti di Salvatore Aprea
20/2/2004 - Sandro Lazier risponde a Salvatore Aprea
1. - Sorvolerei su tutta la retorica del dove andremo a finire perch, su questo giornale, per la sua storia e le sue limpide posizioni culturali, non ha nessuna ragione dessere. Comprendo gli slanci emotivi e le facili cadute nella trappola berlusconiana ma, in questo modo, lei rischia di mandare al rogo anche gli amici.
2. - Il plastico non restituisce la qualit orografica del sito, sembra un giochino Playmobil.
Le sembra questo un modo serio di affrontare la critica architettonica? Secondo lei Niemeyer solo un cretino che disegna giochetti? Un uomo di 94 anni che ha una storia parecchio lunga e interessante avrebbe deciso di finire la sua carriera disegnando cretinate che prendono per i fondelli il prossimo?
Se ritiene di avere argomenti interessanti, senza grottesche banalizzazioni, lei invitato a produrre un testo nel quale vengano considerate ragioni che non siano gi note (come quelle dellambientamento paesaggistico e del nichilismo ecologista).
Commento 675 di paolo fiore del 20/02/2004
Nella vicenda Ravello emergono una serie di aspetti inquietanti, oltre a quello che le leggi sono uguali per tutti tranne che per i sociologi famosi i maestri dell'architettura e i sindaci amici dei sociologi famosi e dei maestri dell'architettura, c'e' l'allarmante atteggiamento disinvolto di critici (Prestinenza Puglisi con "Ravello") e commentatori e docenti quali quello di Lazier:
"Certamente, dico e insisto, le leggi sono fatte per essere superate quando necessario. E vanno modificate se sbagliate; infine va cacciato chi le ha fatte in modo sbagliato, compresi gli urbanisti che le hanno pensate e scritte". In questa vicenda Antithesi si schierato per la "giusta" violazione della legge, non c'e' stata mobilitazione per cambiare la legge, atteggiamento che, mi dispiace, concordo con Salvatore Aprea, ricorda tanto Berlusconi che invita ad evadere le tasse perch la legge ingiusta, piuttosto che modificare la stessa. Insomma rivelano questi commenti ,la mentalit di una generazione con una etica fragile e la predisposizione italiana al "fatta la legge trovato l'inganno".
Il critico Prestinenza Puglisi invece, strenuo difensore dei giovani talenti bravi ma privati della leggittima visibilit , come mai non si battuto per un concorso pubblico per Ravello?
Tutti i commenti di paolo fiore
20/2/2004 - Sandro Lazier risponde a paolo fiore
E vero, nella vicenda Ravello emergono parecchi aspetti inquietanti.
Il pi grave quello che se non vincer un minimo di buon senso, al posto di un auditorium disegnato da un maestro dellarchitettura moderna si far un bel parcheggio privato (alla faccia del bene comune, della legalit offesa e del comunismo da barricata e da concorso).
Il pi interessante quello che, nella sostanza, non c nessuna differenza tra conservatori di destra o di sinistra, perch esprimono le stesse perplessit e gli stessi giudizi di valore. Infatti ci mostrano disinvoltamente la parte pi conformista e reazionaria della loro personalit.
Il pi stolto quello che accomuna le scelte di campo del nostro giornale a quelle di un qualsiasi media sostenitore del marketing berlusconiano. E concesso a chi ci segue da poco e non ci conosce. Lo di meno a chi ci frequenta da un po di tempo e di lei, caro Fiore, abbiamo commenti che risalgono al febbraio 2002. Quindi non faccia il fariseo.
Commento 676 di Massimo Pica Ciamarra del 22/02/2004
Se non per aver aderito ad un Appello ed un sintetico contributo alla tavola rotonda INARCH, non ho partecipato al dibattito sullAuditorium di Ravello. Altri hanno detto molto, e bene, per sostenerne la realizzazione.
Un confronto ampio, straordinario per la positiva divergenza di atteggiamenti fra gli ambientalisti. Parte di loro questa volta al fianco di noi che ci sentiamo tali credendo nel vero insegnamento della tradizione: trasformare, continuamente innovare, cercare nuove qualit nei paesaggi, con consapevolezza ambientale e coscienza delle stratificazioni. Fiduciosi nella capacit umana di formare stratificazioni e paesaggi, di intrecciare natura ed artificio: quella che ha prodotto qualit e bellezza dei nostri luoghi.
Gli aspetti positivi di questo confronto sono per offuscati da due affermazioni. Fa sorridere chi considera il paesaggio perfetto, espressione di grave incultura. Ma irrita il continuo appellarsi a questioni di legalit. Certo si poteva espletare un concorso, strumento basilare (e spesso tradito) per selezionare, confrontare, tendere alla qualit degli interventi. Formalmente ancora ammesso affidare il progetto allUTC con lapporto di uno dei Maestri dellarchitettura del 900. Ricalca prassi diffuse, degenerate, da evitare e correggere. Ma non ha senso discutere su cosa si poteva fare. Ora lalternativa unautorimessa (senza concorso) oppure unopera di architettura che introduce nuova qualit in quel contesto.
Con il pretesto della legalit (bisognerebbe discutere di altri progetti di ufficio, del perch si generano tante opere che devastano paesaggi ed ambiente, pur se perfette nelle procedure) si rischia la paralisi, lorrida sconfitta del nulla.
Tutti i commenti di Massimo Pica Ciamarra
Commento 678 di Isabel Archer del 23/02/2004
Solo una breve precisazione: il Sindaco di Ravello ha affermato che il pericolo del parcheggio privato non esiste pi, poich i relativi progetti sono stati respinti diverso tempo fa. Anzi, lo stesso sindaco ha invitato a non considerare l'auditorium solo come un'alternativa migliore a quest'intervento.
Parole sue.
Cordialmente
Tutti i commenti di Isabel Archer
Commento 1202 di Gustavo Maria Bucci del 29/05/2006
In questa vicenda ad un tratto mi sono fatto una domanda e mi sembra molto strano che altri non abbiano fatto lo stesso: una volta costruito l'auditorium ritengo ovvio che gli eventi musicali non saranno piu' ospitati da Villa Rufolo, ma nella nuova struttura. Bene io a Ravello ci vado da trent'anni, ci sono nato praticamente poich ne ho trentadue e di sicuro assistere ad un concerto nella conca sospesa qualcosa di indescrivibile. Cosa significher assistere ad un concerto all'alba in un luogo chiuso o quasi.. senza il profumo delle piante che ricominciano la loro attvivit quotidiana e mi fermo qui perch potrei riempire pagine e pagine di cio' che accade a Villa Rufolo durante i suoi festival.
Purtroppo pare l'ennesimo tentativo di speculazione e chi parla di parcheggio poi tanto stolto non visto che la situazione a dir poco drammatica.
Forse Ravello ha i suoi festival proprio per quella determinata cornice..
Tutti i commenti di Gustavo Maria Bucci
Commento 1210 di angelo massimo gulino del 01/06/2006
Ricordo gli antichi greci e romani che giunsero in Sicilia, e l trovarono un paesaggio naturale d'incanto. Cos il sogno di terra e mare diventa pietra su pietra a ancora oggi gli uomini, come noi, si emozionano raccolti nel teatro di Siracusa e di Segesta...
Ecco credo che l'auditorium sia un dono che l'architetto Oscar Niemeyer abbia voluto fare al prezioso paesaggio naturale di Ravello. Un grande occhio bianco adagiato sul futuro, nel rispetto di tutti coloro che amano questa bellissima costiera amalfitana.
Tutti i commenti di angelo massimo gulino
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