Arredo, architettura e societ.
di Gianni Marcarino
- 20/5/2001
Una visita al Salone del Mobile di Milano offre un panorama complessivo
sull'arredamento.
L'occhio con cui guardo sedie, tavoli, divani, quello di chi al museo
osserva un quadro od una scultura. Analizzo la forma ,il colore ,il materiale;
valuto l'aspetto qualitativo e cerco di immaginare anche una categoria
estetica in cui incasellare il tutto; minimalista,pop,etnico
In un
mondo che riflette per immagini, per elementi e per ambientazioni, l'evoluzione culturale degli ultimi decenni. Gli anni ottanta ed i primi novanta hanno visto (i sintomi sono ancora precedenti) il tentativo di riproporre il
concetto di LUOGO come affermazione di caratteristiche culturali ed estetiche contingenti, in opposizione al moderno, demone livellatore di ogni differenza e particolare, simboleggiato dalle architetture razionaliste che, nei
lori diversi gradi qualitativi ed espressivi, troviamo dappertutto. Questa
reazione al funzionalismo, specialmente quello pi ortodosso del Bauhaus,
provoc la nascita di eventi culturali e manifestazioni, tra cui l'esposizione
Abitare il Tempo che tuttora si tiene ogni anno a Verona.
In essa convivono padiglioni commerciali, in cui artigiani ed industriali
presentano al mercato le novit, e padiglioni culturali, in cui si tentato
di rappresentare il concetto di classico in vari modi: dalle esposizioni
di carattere regionale-vernacolare alla rappresentazione e rielaborazione
degli stilemi, ai convegni. Negli ultimi anni la riduzione degli spazi
culturali rispetto ai commerciali e la presenza di produttori anomali,
se non antitetici rispetto le premesse, ha spento l'iniziale entusiasmo.
Al pari di come andata in crisi l'immagine pi facile del postmoderno,
quella della libera acquisizione di forme e decorazioni del passato ,
utilizzata come fonte di stimolo creativo .
Nei saloni del mobile di maggiore interesse questa tendenza si risolse in alcuni rimandi pi o meno colti delle aziende pi note.
A livello popolare il risultato fu la visione di ambienti coordinati, con maggior presenza di essenze di legno utilizzate per la maggior parte degli arredi, con la ricerca di assonanze tra materiali di finitura e tessuti , con l'ingresso dei colori , degli stucchi e con la ridondanza
di dettagli decorativi. Finiti gli anni della "Milano da bere"
stata riproposta una immagine pi "pulita " e sobria della
casa, tuttavia il sasso nello stagno dell'estetica e, credo si possa dire
in qualche modo,della decorazione funzionalista era ormai gettato.
Se analizziamo le ultime realizzazioni del salone dal punto di vista dello
spazio ,troviamo una rinnovata disponibilit dei contenitori ad essere
"architettura" cio ad un legame maggiore con le parti murarie
ed al rapporto interno -esterno. Al contrario, il linguaggio dei complementi
( tavoli ,sedie,letti,accessori
) diventa sempre pi esteso e dunque
internazionale, rispetto a materiali e colori, ma con rimandi e metafore.
Se confrontiamo questo momento col decennio passato troviamo analogie
tra il tentativo di rinnovamento di parte dell'avanguardia architettonica
di inizio secolo ,attraverso una valorizzazione del concetto di spazio,
e l'ambiente eclettico ottocentesco, in cui si assisteva ad una esasperazione
decorativa su strutture architettoniche sostanzialmente tradizionali (scatoloni).
Oggi l'arredo contemporaneo si dispone ad essere un testo aperto e disponibile a mille influssi e tendenze; i contenitori mantengono in gran parte una razionalit da angolo retto - con gioia delle industrie produttrici -
perch subiscono la condizione che rivela la realt architettonica attuale
e contingente. Credo sia fondamentale discutere di architettura ed urbanistica per pensare ad uno svolgersi futuro dell'arredamento.
Ci sono due domande per cui occorre pensare e a cui, possibilmente, dare
una risposta:
1. La casa risponde ad un bisogno pratico ed a uno estetico di rappresentativit sociale. Quando una classe sociale, o meglio quando un consorzio di individui che condivide cultura ed aspettative di vita,ha la possibilit economica di utilizzare risorse oltre la sopravvivenza,cerca attraverso varie forme, tra cui l'abitazione, di rappresentarsi, di darsi significato. Lo ha fatto la nobilt , lo hanno fatto i borghesi, prima copiando i simboli della classe cui volgevano lo sguardo, poi cercando una propria identit attraverso varie avanguardie. Oggi ,forse per la prima volta,esiste un numero veramente grande di persone che dispongono della possibilit di comunicare se stessi. Esiste una risposta popolare originale? Gli edifici strutturati con le solite stanze preconfezionate sugli standard, che mettono d'accordo i cultori dell'esistenza minima e gli speculatori, sono una risposta adeguata alle moderne esigenze di vita? I prototipi di mobili con nuove forme e dimensioni che senso hanno in questo contesto? I quartieri cos come sono
strutturati oggi consentono lo svolgersi di una degna ed attuale vita
civile?
2. La nascita di una diversa architettura e di una diversa urbanistica
quali effetti avrebbero sul mondo dell'arredo? Il grande testo di immagini
e possibilit estetiche che oggi il mondo ci consente di utilizzare attraverso
la comunicazione potrebbe, con una nuova architettura, superare il dualismo
tra eclettismo decorativo e rigore purista funzionale e generare una sintesi
nuova, pi libera? Avr ancora senso pensare ad una omogeneit estetica
internazionale come per i mobili e le architetture Bauhaus, oppure esister
un tipo di relazione diversa tra arredo ed architettura (e tra architettura
e luogo), che superi il vernacolo delle tradizioni locali ma che non si
irrigidisca nella ricerca dello stile unico e coerente? Che senso assumer
poi la parola coerenza?
Sarebbe forse pi semplice pensare all'arredo come ad un mondo a s. Sicuramente sarebbe pi consolatorio. Oggi forse cos.
(Gianni Marcarino
- 20/5/2001)
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