In the night all cows are Brown. (aggiornamento)
di Domenico Cogliandro
- 26/7/2003
Se Camilleri potesse profondere le sue energie per montare un giallo sulla questione del progetto Ponte sullo Stretto, pardon Crossing, ne verrebbe solo un pallido panorama rispetto a tutto quello che cova e ha covato sotto le ceneri spente. Vi aggiorno su alcuni scenari e vi racconto un autogol, che nemmeno Osvaldo Soriano. Innanzitutto devo ricordarvi che dalle notizie in nostro possesso, e riferite al 20 giugno scorso, il nostro Doc Brown ancora at Conference, oppure non ha avuto tempo per rispondere alla mia, e nostra, missiva. E questo uno. Il mio personalissimo delirio ha a che fare con le origini delle cose, e con la paternit dellopera. Se come lucidamente, in una pubblicazione ad hoc sullargomento edita da Donzelli, stato scritto che la Societ Stretto di Messina NON una societ mista con fondi pubblici e privati, ma un braccio armato dello Stato gestito da mercenari che danno fondo e rastrellano denari da ventanni a questa parte, per farne quel che vogliono, ed la sua sopravvivenza il vero motivo della questione Ponte: l che si trova il nostro buco nero. E anche da notare lo scenario dentro cui maturata la progettazione delloggetto. Lincarico viene dato, grosso modo, tra il 1989 e il 1990, ad una equipe di tecnici e mirabili studiosi, prevalentemente italiani tranne uno, e noi sappiamo chi, che, dopo la bozza generale delloggetto, verificano di massima le condizioni per la fattibilit dellopera. Il maggiore promoter delloperazione, della fattibilit del Ponte cio, lIRI, che una delle societ che possiedono quote percentuali della Stretto di Messina Spa. Su un altro fronte, quello del collegamento stabile con una opera sommersa e ancorata al fondo del mare, il cosiddetto Ponte di Archimede, invece, sostenuto dallENI. Una specie di guerra fratricida che si conclude in una specie di giallo a cavallo della presentazione dei progetti, ma poi dellunico progetto possibile, a Palermo, avvenuta il 22 febbraio del 1991. In quel momento lo spettacolo mediatico ci propone la prima guerra del Golfo di Bush padre e, per i meno interessati alla sorte del mondo, il serial Twin Peaks che si interroga, invece, e senza interpellare la Raffai, chi diavolo ha ucciso Laura Mars. Qualcuno ricorda? Bene, a chi volete fregasse del fatto che qualche giornalucolo locale (leggasi Gazzetta del Sud, direttore Nino Calarco, nonch allora Presidente, oggi Onorario, della societ Stretto di Messina), e anche qualche testata nazionale, abbia riportato la notizia che a Palermo, luogo in cui dal 12 febbraio dello stesso anno si annunciava (vedi stesso giornalucolo) il modello del Ponte e la conferenza stampa con i progettisti (tutti, tranne uno, di chiara fama), arriv anche un plastico del Ponte di Archimede, sponsorizzato dallEnte Nazionale Idrocarburi? Quasi a nessuno. Anche perch quel plastico non credo sia mai stato visionato da qualcuno, anzi ritornato in direttissima a Milano senza mai venire smontato dal furgone che lo aveva condotto a Palermo. Che fine ha fatto quel modello o, di pi, dove finita la ragionevolezza che ci consente di poter scegliere su come spendere i denari per andare e venire liberamente dalla Sicilia, optando tra due possibili soluzioni? Mistero. Ora, si potrebbe notare, chi te lha fatto fare a perdere tempo per trovare le circostanze di questo giallo italiano in emeroteca, per poi arrivare a nessuna soluzione? Bella domanda, fosse stata fatta (e per questo me la son fatta da solo)! Risposta: nessuna ricerca, piuttosto levidenza di un autogol della Societ Stretto di Messina che, sotto le mentite spoglie di una presunta par condicio, riporta tra le sue pagine web la notiziola. Io mi sono mosso per ridare senso alla cosa rispolverando alcuni scenari, i corollari, le frange, lintorno. Ma, e qui nemmeno il fantomatico dottor Sottile, a proposito di dottori, sarebbe riuscito nellimpresa, a tutto ci si aggiunge la dichiarazione della consegna del progetto definitivo agli uffici del Ministero dei Lavori Pubblici da parte della societ Stretto: avverr entro e non oltre il 31 dicembre 1992. Caso ha voluto che il progetto sia stato consegnato in piena bufera Mani Pulite, e allora i politici o fuggivano nei mari del sud o si dimettevano in massa, e allora, dico, nelle mani di chi? E della cosa, nel giornalucolo ma anche negli altri, non v traccia (e qui mi ci son messo demeroteca) n con un largo anticipo rispetto alla data prevista (nessuna notizia trionfalistica, ma ci sarebbe dovuta essere visti gli impegni di spesa, nel mese di dicembre del 1992) e nessun riscontro dellavvenuto deposito per tutto il gennaio 1993.
Nemmeno Rosi, oltre che Camilleri, riuscirebbe ad inventare per il suo cinema di denuncia un luogo di perdizione come la Stretto di Messina Spa, che fagocita denari pubblici, cio nostri, con laccondiscendenza di tutti i governi possibili dal post Craxi ad oggi. E che, nonostante vadano le cose intorno al progetto Ponte, rimarr lunico motivo, anche a bocce ferme, di assorbimento, ed arricchimento di pochi, dei finanziamenti pubblici intorno alla ipotesi dellopera. Una specie di luogo orwelliano in cui vengono assorbiti i desideri, fagocitati ed espulsi in forma di richiesta di denari (pi di 30), da un lato, o di collocazione strategica di uomini in luoghi di potere.
Attendo fiducioso, nel frattempo, commenti, e invito tutti i lettori, per quel che varr, al campeggio internazionale contro il Ponte sullo Stretto, che si terr tra Cannitello e Punta Faro tra il 28 luglio e il 2 agosto prossimi. (Per ulteriori informazioni al proposito www.noponte.org)
(Domenico Cogliandro
- 26/7/2003)
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