Enzo Mari
di Gianni Marcarino
- 22/7/2002
Enzo Mari, in un intervista concessa a Federmobili (n. 5 del 2002) conferma la sua posizione critica verso il marketing e gran parte della produzione industriale attuale.
Per me il vero design di chi produce non di chi compra: Questo pensiero sintetizza un modo chiaro di vedere il design come percorso che parte da una filosofia di fondo del progettista, il quale incontra lartigiano/industriale produttore disponibile a condividere una strada comune. Nascono cos prodotti con un contenuto forte; oggetti che a distanza danni mantengono un significato ed un valore non solo economico ma anche culturale e sociale.
E la sintesi di quello che stato, con diverse sfumature, il design di gran parte del 900. Un design spesso rivoluzionario nelle premesse sociali, ovvero la produzione doggetti al servizio di una societ nuova, con le persone, la massa finora esclusa dalla disponibilit dei beni, che possono finalmente utilizzare oggetti belli, utili, dotati di un estetica nuova, slegata dai vecchi stili a dalle consunte abitudini borghesi.
Le cose non sono andate proprio nella direzione della condivisione popolare verso il design. La societ, pur crescendo il livello qualitativo dal basso, ha recepito il rinnovamento estetico e di costume proposto, proprio nelle fasce sociali privilegiate (come gi con le Arts and Craft di Morris), dotate di maggiori strumenti culturali e, soprattutto, economici; la produzione in mano a piccole aziende non ha consentito economie di scala tali da imporre prezzi popolari (e questo non certamente a causa della distribuzione). Queste condizioni generali hanno portato, come in architettura, il mondo del design verso lo stile design, come si trattasse di un qualunque movimento estetico del passato.
Diverse sono state le reazioni e le posizioni rispetto questirrigidimento; lingresso del marketing nel design ha significato uno stravolgimento di valori. Le cose viste dal punto di vista del mercato. Non pi il designer filosofo e creativo con una propria visione da proporre, ma un interprete dei gusti e delle tendenze che arrivano dal mondo in genere; in fondo solo un buon interprete. Lindustria diventa strumento tecnico disponibile a far passare non una propria personale identit, ma quello che il determinato momento richiede.
Mari vede in questa situazione, la voracit del mercato e del consumismo che bruciano prodotti ed insieme valori. Ha ragione. Si giocato con carte truccate, sono stati invasi campi e competenze altrui con la scusa di una condizione meno elitaria e pi democratica del mercato.Negli ultimi dieci anni le grandi compagnie di distribuzione commerciale, molte industrie hanno vissuto sulle invenzioni e sugli investimenti in ricerca di poche aziende, copiando i loro prodotti, riducendone la qualit complessiva e inondando il mercato col cosiddetto design democratico. Il marketing ha preteso di dettare le forme partendo dalle esigenze pi o meno latenti della gente. Come se esistesse un modello platonico ideale di desiderio o necessit da andare a scoprire chiss dove. In effetti, il problema tutto racchiuso nella ricerca dei volumi di fatturato. Oggi stiamo raccogliendo quanto seminato e la grande omologazione dei prodotti presenti sul mercato ha mandato in crisi molte aziende, costrette a misurarsi con lunica leva utilizzata in questi anni: il prezzo.
Il mercato ha fame didee di qualit e prodotti con contenuti donest progettuale.
La posizione dEnzo Mari condivisibile ed attualissima. E bene che ognuno svolga il proprio lavoro nellordine che gli compete. Il marketing, come leva per promuovere idee, concetti, proposte, ha un ruolo importante a valle del progetto e della produzione, cos come la distribuzione deve essere un tassello fondamentale per veicolare al pubblico, nel modo pi corretto i prodotti.
Ritengo tuttavia che un esame di coscienza vada fatto a tutti i livelli, produzione e designer compresi. Anche loro e non solo commercio e consumo sono coinvolti in questi avvenimenti. E superata la posizione di superiorit morale attribuita a designer e produttore. Entrambi agiscono allinterno del mercato e sarebbe gi un grande risultato indirizzare il pubblico verso una maggior consapevolezza. Esiste sicuramente una funzione formatrice e didattica che assunta nel momento della proposta di un progetto, di un prodotto. Sarebbe utile, forse, immaginare le cose da un punto di vista orizzontale, pensando, con uno sforzo positivo, ad un pubblico pi maturo e ricettivo del passato, il quale misura con strumenti propri la verit degli oggetti proposti. Compresi quelli bellissimi di Enzo Mari.
(Gianni Marcarino
- 22/7/2002)
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