7 commenti di Enrico Malatesta
Commento
684
di Enrico Malatesta
del 02/03/2004
relativo all'articolo
Domus 866: il Solid sea e la Solid architecture
di
Paolo G.L. Ferrara
Cari Lazier e Ferrara,
meno male che c' Antithesi! - per parafrasare Giorgio Gaber e il suo Riccardo ("che sta solo e gioca al biliardo").
Siete aperti, democratici, forse soli; giocate di sponda dando spazio a riflessioni utili e ad occhi ben aperti.
Almeno non censurate - con il perbenismo e l'ipocrisia piccolo borghese - il disagio generato da chi
mistifica e specula sulle miserie altrui.
S, mi ero ripromesso di tacere per un po', di lasciar decantare la critica alla Domus di Boeri: ma ecco che i commenti (sinceramente addolorati mi pare) ma soprattutto le informazioni date dal giornalista Taccone fanno riemergere gli imbarazzanti retroscena dell'operazione Solid Sea.
Scusate, ma la narrativit dell'arte non c'entra un fico secco con la manipolazione mediatica a scopo autopromozionale.
Taccone smaschera realmente i trucchetti di Boeri/Deteheridge, la loro provinciale lobby lib/lab all'assalto del nulla.
Boeri smentisce s stesso, come il miglior Berlusca. La sua impreparazione giornalistica, la confusione visiva e testuale in cui ha gettato Domus, l'ombra di Koolhaas (degnamente rappresentata da Kayoko Ota che dello studio Koolhaas socio a tempo pieno) incombente
sulla rivista, ne fanno finora la caricatura (Manga?) dell'intellettuale di sinistra.
Cordiali saluti,
Enrico Malatesta
Commento
622
di Enrico Malatesta
del 03/02/2004
relativo all'articolo
Delitti perfetti e riviste perfettibili
di
Maurizio De Caro
Caro Ferrara,
la ringrazio della precisazione e sono onorato della sua richiesta.
Le scriver volentieri un articolo pi circostanziato,
magari con qualche piccolissima considerazione generale.
Abbia ancora i miei saluti e auguri per il sito, specialmente se si terr lontano dai vizi nazionali.
A presto
Enrico Malatesta
Commento
620
di enrico malatesta
del 03/02/2004
relativo all'articolo
Delitti perfetti e riviste perfettibili
di
Maurizio De Caro
Caro Ferrara,
a questo punto temo sia proprio impossibile intendersi, ma
provo ad esprimermi ancora pi chiaramente: il progetto Solid Sea
non un progetto qualsiasi, ma il cavallo di battaglia (o di Troia) con
cui Boeri cerca di inserirsi nel circuito dell'arte contemporanea.
Poich il progetto, vecchio di due anni, non riscuote molto successo mediatico, Boeri se lo pubblica da solo su Domus. Chiaro?
Quanto poi al paragone con Pagano e Casabella semplicemente
fuori luogo. Boeri sta a Pagano come Franco Franchi sta a William Shakespeare.
Comunque la prego di considerare chiusa questa querelle, evidentemente qualche germe del berlusconpensiero in merito al conflitto di interessi deve aver contagiato anche Antithesi.
Pazienza, rimane pur sempre il pi lucido Prestinenza, che almeno
non chiosa ogni lettera che pubblica.
Cordiali saluti e auguri,
Enrico Malatesta
3/2/2004 - Paolo GL Ferrara risponde a enrico malatesta
Ha ragione: non ci si intende. La invito a scrivere direttamente a Boeri.
AntiTHeSi malata di berlusconismo? Oddio, questa è davvero la più grossa cantonata che Lei potesse prendere. Niente da aggiungere, se non che La invito a scrivere un articolo per antiTHeSi in cui, con il giusto peso critico, possa smontare il Domus/Boeri, evidenziandone le lacune che vi ha rintracciato. Aspetto con piacere.
Cordialità
Commento
615
di Enrico Malatesta
del 01/02/2004
relativo all'articolo
Delitti perfetti e riviste perfettibili
di
Maurizio De Caro
Caro Ferrara,
rispondo a lei, se non le dispiace, in quanto presumo che il suo sito rappresenti un luogo di mediazione o - per usare un termine pi circense - di "arena " dove si confrontano le diverse opinioni.
Noto che sia lei che De Caro glissate elegantemente sulla questione del "conflitto d'interessi" di Boeri - che prima si pubblica il suo progetto "Solid Sea" poi, socio in affari di Koolhaas con cui lavora ad altri progetti molto importanti, gli lancia un bouquet di roselline con un simpatico fumetto, tutto nello stesso infausto numero di Domus.
Invece io (e forse altre due o tre persone in Italia) continuo a credere che a un direttore di riviste si addica una certa obiettivit, o almeno il rispetto delle regola per cui non si pubblicano i progetti propri (o dei propri soci) sulle riviste che si dirigono. Quando Bellini cominci a farlo, un po' troppo, la cosa non piacque affatto all'Editore di Domus, che lo sostitu abbastanza velocemente con il noioso, ma almeno corretto, Vittorio Magnago Lampugnani.
Boeri sar forse, come crede De Caro, il nuovo Messia dell'Architettura, e le masse adoranti si strapperanno dalle mani ogni mese la rivista che temporaneamente dirige: ma sicuramente (da come si comportato alla sua prima uscita) anche l'ultimo arrivato di una lunga sequenza di furbi che usano i media - che posseggono o che diriigono - per l'interesse personale loro e dei loro amici. Niente di nuovo, dunque,
altro che "coraggio di mettere in discussione".
Continuo a pensare che con questa direzione Domus cadr in un triste oblio, da cui forse la risolleveranno ogni tanto gli uffici di pubbliche relazioni: materia di cui peraltro Boeri un vero esperto.
Cari saluti
1/2/2004 - Paolo GL Ferrara risponde a Enrico Malatesta
Mi perdoni, ma davvero non capisco la questione del conflitto d'interessi.
O, per meglio dire, a me non interessa come Boeri gestir Domus, ma il prodotto che ci dar. Pensiamo un p all'ostracismo che Pagano fece a Terragni su "La Casa bella". Condanniamo Pagano perch in quella fase assoluto "piacentiniano"? buttiamo nel cesso tutto quello che ha rappresentato?
Ora, Boeri pubblica su Domus quella che ritiene essere una ricerca importante (Solid sea) e noi lettori possiamo dargli meriti o criticarlo, ma non possiamo affermare che sia solo questione d'interessi.
Ripeto: comprer i prossimi numeri di Domus e, se lo riterr opportuno e giustificato, sapr essere critico, o meglio, continuare ad esserlo, perch il mio articolo tale voleva essere, e non certamente improntato alla gioia esultante che pu provocare l'arrivo di un Messia...anzi.
La saluto cordialmente
PS. Su Bellini: credo che De Caro potr risponderLe meglio, visto che ci lavora fianco a fianco.
Commento
610
di enrico malatesta
del 30/01/2004
relativo all'articolo
Delitti perfetti e riviste perfettibili
di
Maurizio De Caro
Cara Antithesi,
ho piacere che il mio intervento abbia contribuito a smuovere un po' il clima stagnante e melenso creato da interventi/sviolinata come quelli di De Caro, che suppongo presto scriver per Domus, visto che di fatto si candida come miglior corifeo di Boeri: che forse si meriterebbe di meglio che le sviolinate, dato che nessuno ha mai detto che non sia preparato e competente in materia di problematiche urbanistiche (soprattutto le pi trendy ) e che le sue posizioni non meritino considerazione.
Nessuno contesta a Boeri stesso il dirtitto di esprimere certe sue idee.
Il problema da una parte di ordine professionale (non sa fare riviste, e si vede) e dall'altro di ordine squisitamente etico e deontologico.
E' giusto che un direttore piazzi nel primo numero - o anche negli altri - della rivista che dirige un proprio lavoro (Solid Sea), con tanto di strillo in copertina? Direi proprio di no.
E le informazioni sulle tante connection di Boeri non sono gossip, sono informazioni che circolano liberamente, basta volerle leggere. E' un dato di fatto che nessun altro architetto italiano sotto i cinquanta anni parteciper al concorso per la riurbanizzazione dell'area storica della Fiera di Milano.
Per il Signor D'Angelo, ritengo che Valle sia stato un architetto che ha solo fatto bene il suo lavoro - come ce ne sono stati tanti in Italia - semplicemente con un ego un po' pi forte.
E due morti , per quanto importanti (Valle e Price), in un solo numero fanno pagine dei necrologi, non rivista d'innovazione.
Inoltre, non vedo in giro questo gran pieno di riviste "alla Sudjic".
C'era Domus, direi che ora non ce ne sono altre. E un po' di rispetto, se non nostalgia, per un architetto che ha realizzato tra l'altro una Biennale di Architettura molto importante (anche per gli interessi di categoria) non guasterebbe.
Ma non mi stupisco, gli italiani hanno la memoria cortissima e lo sport nazionale rimane saltare sul carro del vincitore del momento. In un paese che ha eletto e tiene in vita con l'ossigeno il cadavere politico di Berlusconi - in attesa di un nuovo padrone, magari di sinistra - cos'altro aspettarsi?
Ugualmente per, ogni italiano - o straniero - anche libero di comprare e leggere la rivista che pi gli piace. Io Domus non la comprer pi, e penso che molti altri faranno altrettanto.
30/1/2004 - Maurizio De Caro risponde a enrico malatesta
E' proprio cos :voglio essere il corifeo di Boeri,caro Malatesta perch tra chi sceglie di agire e di rischiare abbandonando tendenze alla Sudjc (Dio, Berlusconi o l'Ulivo ci liberino da Biennali e/o riviste d'avanspettacolo) ferme al "madamina il catalogo questo" preferisco la strada, il mare, le tempeste e qualcosa che manca alla critica italiana: il piacere del rischio e il godimento del complimento leale.
Sono l'ascaro di Boeri? Forse perch sono stufo delle analisi tristemente complicate che vogliono divenire complesse, e quella Domus (che Lei, e si limiti a parlare nella certezza del singolare, non comprer pi) ha il coraggio di mettere in discussione come in uno psicodramma collettivo perfino quelle dell'olandese volante. Domus adesso, e basta.
Questo non pu essere per tutti. Non scrivero per Domus ma non voglio togliermi l'abitudine di giudicare e scrivere positivamente (lontanissimo dalla piaggeria) e non mi capita spesso, per questo, comprer il prossimo numero di Domus.
cordialmente
Commento
606
di Enrico Malatesta
del 25/01/2004
relativo all'articolo
Domus 866: il Solid sea e la Solid architecture
di
Paolo G.L. Ferrara
Cari Ferrara e Prestinenza Puglisi,
quanto tempo sembra ormai passato dallannuncio della nomina di Stefano Boeri a nuovo direttore di Domus e da quel lucido editoriale con cui Ferrara metteva in guardia - soprattutto i giovani - da facili entusiasmi! Le reazioni al numero di gennaio della rivista, sia su Antithesi che nella newsletter di Prestinenza, francamente mi sembrano di uneccessiva indulgenza da parte vostra anche se, nel caso di Prestinenza, con lattenuante della provocazione. Non si era mai visto un direttore - Boeri - che chiede al direttore di un altro mezzo di comunicazione - Prestinenza - di esprimere pubblicamente un parere sulla propria rivista! Con luscita del primo numero della nuova gestione, mi sembrano comunque ancora pi misteriose le ragioni per cui - fra tanti bravi architetti/critici italiani under 50 che animano la discussione in architettura (Ciorra, Molinari, Brandolini, Garofalo, Irace... voi stessi) - proprio Boeri riuscito ad arrivare alla direzione della pi importante rivista italiana darchitettura. Ma per farne che? Intanto Boeri si direbbe molto preoccupato di ricevere e restituire favori. Ad esempio, le sue apparenti simpatie di sinistra non gli impediscono di scrivere regolarmente sul quotidiano della Confindustria Il Sole 24 Ore, dove lo sostiene lamica Anna Detheridge. Ed ecco che questa famosa esperta di urbanistica e architettura con una mano scrive un editoriale di scarso interesse sul primo numero della "nuova" Domus e con laltra, appena uscita la rivista, ne fa un bel panegirico sul domenicale del Sole 24 Ore: un vero modello di obiettivit e deontologia professionale! Anche Boeri deve avere unidea estremamante vaga di cosa sia la deontologia, visto che non sintende per nulla di riviste, non ne ha mai fatte e lo dichiara pubblicamente, civettando con Prestinenza sul proprio essere "dilettante": c da prenderlo alla lettera, rilevando nella nuova rivista una grafica decisamente sciatta, la mancanza di edifici significativi, foto amatoriali, testi lunghissimi in puro architettese, culminanti in un pasticciato servizio su Barcellona: che se diventasse cos triste come la prospettano le pagine di Domus, sarebbe meglio evitare anche di visitare. Come grande novit del design, i piccoli elettrodomestici del solito Jasper Morrison, gi strapubblicato in ogni rivista darredamento del globo. In generale, non ho trovato unimmagine o dei disegni da cui poter veramente capire le architetture: in particolare, mi sembrato davvero imbarazzante il "soffietto" a Koolhaas, per lAmbasciata Olandese di Berlino, che scimmiotta i fumetti di Restany per la Domus anni Ottanta di Mendini. Come esilarante lattacco del "coccodrillo" sul povero Gino Valle, scritto da Cino Zucchi che ricorda quando da giovane, negli Stati Uniti, "cadde dal pero" sentendo parlare di Valle: che lui, studente italiano di architettura, non conosceva! A parte tutti questi segni evidenti di incompetenza, mi sembra invece che la grande pensata di Boeri sia quella di sviluppare su Domus alcuni "temi", furbescamente un po sociologici. Quali siano (saranno?) si indovina facilmente: sono tutti gi stati ben sviluppati nei suoi ripetuti interventi, un po ovunque, al rimorchio di Rem Koolhaas, cui ha spianato la strada in Italia per tutti questi anni. A cominciare dalle mappature delle sfortune planetarie - quintessenza dell' ultima, grottesca mostra di Koolhaas "Content" che ho visto, pentendomi poi, alla NationalGalerie di Mies a Berlino (che combinazione, lassistente a Domus alla Direzione di Boeri, Kayoko Ota, proprio il curatore di quella mostra...) - non c espediente propagandistico inventato da Koolhaas che Boeri non vada ripetendo quando e come puo. Questo spiega forse anche perch, tra le tante versioni che hanno circolato sulla nomina di Boeri a Domus una delle pi diffuse faceva capo proprio a Koolhaas. Lui, il pi mediatico teorico dellarchitettura contemporanea, interpellato per la direzione avrebbe dichiarando limpossibilit di fare il direttore di una rivista, anche cos prestigiosa come Domus. Poi le versioni si confondevano: Koolhaas ha candidato Boeri come apprendista direttore? O semplicemente stato preso un rampollo della solida borghesia milanese al posto di un populista olandese ed eccentrico? Fatto sta che Boeri ce lha fatta a raggiungere uno dei suoi obiettivi pi desiderati. Mi domando per come riuscir, visti i suoi gi tanti impegni didattici tra IUAV, Domus Academy e Berlage Institut, a fare anche la rivista e allo stesso tempo a sostenere la gestione di uno studio di architettura e urbanistica molto ben avviato. Certo, non c niente di male a frequentare sistematicamente i salotti, da quello di Miuccia Prada (che guarda caso ha come angeli custodi in architettura Herzog, De Meuron e - ovviamente - Rem Koolhaas) a quello della miliardaria di sinistra Milly Moratti: che plaude giuliva al progetto di Boeri per un fantomatico "Quinto Anello" per lo stadio
25/1/2004 - Paolo GL Ferrara risponde a Enrico Malatesta
Caro Malatesta, credo che sia corretto cercare di andare un p pi a fondo alla questione, in primis mettendo in risalto che la richiesta di Boeri a Prestinenza va interpretata quale un momento di confronto importante.
E' inusuale che un direttore si confronti e non credo sia corretto vedere in questo atteggiamento un modo per accattivarsi pi pareri possibili, soprattutto se, come Lei dice, Boeri gi ben calato nel sistema... quello dei presunti "favori" di cui Lei parla, e di cui non so proprio cosa commentare, soprattutto se si tiene conto che i rapporti interpersonali non sempre sono sinonimo di clientelismo. Detto ci, vengo a quanto mi riguarda. Io direttore di Domus? Suvvia! pur ringraziandoLa della fiducia, devo dirLe che la prima cosa che ciascuno di noi deve avere presente il proprio limite: non sarei capace di fare il direttore di una rivista qual' Domus, n di nessun'altra. Ho antiTHeSi e mi basta. La deontologia di Boeri? Attenzione, perch nessuno pu mettere in discussione la deontologia di nessuno senza avere dati certi. Il fatto che Boeri non abbia mai diretto una rivista non significa nulla. Un direttore non altro che s stesso, dunque, cos come Gregotti portava la sua vita professionale e culturale su Casabella, cos come Pagano faceva su La Casa Bella, cos come Zevi faceva ne L'architettura, cronache e storia, Boeri far nella sua gestione di Domus, che non sar per nulla facile proprio perch molto ci si aspetta da un giovane direttore.
Sia chiaro che la mia non una difesa a Boeri: lo conosco di "sfuggita" e nulla ho a che dividere professionalmente e, men che meno, a livello di partecipazione a Domus. Ripeto: la carta igienica non l'ho mai fatta, e mai la far.
Se ho scritto il primo articolo in cui mettevo in preallarme e se ho scritto il secondo in cui mi rendevo partecipe di un tiepido entusiasmo, beh! non significa che non ce ne possano essere un terzo...un quarto...in cui Boeri possa essere criticato pesantemente. D'altronde, come Le dicevo, solo da antiTHeSi posso avere la libert di dire tutto quello che penso, anche se dobbiamo imparare a "pesare" le parole, a saperci autogestire....come mi aspetto possa fare Lei nel suo prossimo intervento, andando a fondo delle questioni che pi ci interessano, proponendo alternative costruttive. E, magari, mandandole direttamente a Boeri.
[Torna indietro]
Commento 695 di Enrico Malatesta
del 16/03/2004
relativo all'articolo Ponte sullo Stretto. Contrordine: Unione Europea a
di la Redazione
Cara Antithesi,
la realt supera non "la", ma "ogni "fantasia.
E quindi anch'io voglio abbandonarmi al delirio delle ipotesi.
Se i pazzi sanguinari vendicatori del nulla di Al Qaeda - o chi per loro - non avessero sterminato in un solo minuto duecento innocenti lavoratori, donne, uomini e bambini spagnoli , identici a quelli morti sotto i bombardamenti in Iraq e Afghanistan di Bush e Blair, se Aznar non fosse stato quindi sul punto di essere spazzato via dalla nemesi popolare, avrebbe la combriccola dei governi europei di destra (mascherati o meno da sinistra) disperatamente inserito tra i suoi ultimi colpi di coda anche l'oltraggio mafioso del Ponte sullo Stretto?
E' altamente probabile che Berlusconi e soci in Siclia siano stati eletti con una maggioranza di voti della Mafia: non ci sarebbe proprio quindi niente da stupirsi se qualche piccolissimo favore venisse restituito. (Fate voi i conti, con il "pizzo" vigente sui lavori pubblici, e non, di almeno il 10%.)
Gli alleati di qua e di l dall'Atlantico, chiudono un occhio, anzi due.
Sono la societ civile e l'intellighenzia che dovrebbero smetterla di associarsi alla moscacieca.
Dovremo ringraziare Al Quaeda se questo succeder?
Enrico Malatesta
P.S.
E' stato rinvenuto ieri nel deserto dell'Arizona un meteorite, probabilmente proveniente da un lontanissimo passato, recante questa iscrizione.
Progetti: il ponte sullo Stretto di Messina
da Domus 850 luglio/agosto 2002
di Roberto Gamba
Il fascino per la realizzazione di unopera monumentale si manifesta soprattutto nei bambini: limpresa costruttiva sviluppa nelle loro menti, con lidea del progresso tecnologico, uno spirito di positivit, che sembra ad essi possibile solo con la concretezza del costruire. Molti hanno conservato dallinfanzia il desiderio di veder compiuta una delle pi grandiose, possibili opere delluomo: il ponte, a campata unica, per il collegamento stabile tra la penisola italiana e lisola di Sicilia.
Il Presidente del Consiglio dei Ministri dellattuale governo italiano ha annunciato con grande clamore, nelle passate settimane, che c, da parte sua, lintenzione di por fine al trentennio di incertezze per questopera pubblica.
Lo scorso anno, Guido Gentili, editorialista del Corriere della Sera, ha gi scritto un libro (Lincompiuta: dalle dighe mobili al ponte di Messina storie di un paese bloccato), che sembra mettere sotto accusa lindecisione della nostra classe dirigente: ma che anche rivela quanto sia irrazionale voler approvare a tutti i costi leggi scorciatoia, per compiere opere per le quali o i soldi non ci sono, oppure le analisi preventive non hanno sancito completamente la fattibilit. del 1971 la legge che ha promosso lattuazione del Ponte, da allora si sono susseguiti annunci, progetti, pareri positivi e negativi, ma la promessa dellonorevole Berlusconi non pu significare una completa garanzia per il completamento dellopera: dal momento che la previsione di inizio lavori va al 2004 e la fine al 2010, come potr essere solo suo il merito costruttivo? Come potr il Governo da lui diretto durare cos a lungo? Non c il rischio di andare a costituire unulteriore caso di incompiutezza, da rilanciare ai governi successivi?
Lentusiasmo attuale si basa soprattutto sugli aspetti finanziari: si coinvolgerebbero i privati nella costruzione e nella gestione dei pedaggi, ma in campo le cifre appaiono poco chiare (oltre che talmente elevate da risultare incontrollabili). Quanto coster definitivamente lopera e a che prezzo lutente automobilista, o il trasportatore ne potranno godere? Lintervento necessario e probabile di capitali extra-continentali non parrebbe suscitare entusiasmo negli imprenditori nazionali; inoltre attirerebbe piccoli e grandi interessi dellambiente mafioso, soprattutto per subappalti e forniture.
Il Ponte sullo Stretto ancora un modello di non sviluppo, perch non sviluppa le forze locali, nega altre priorit sul terreno delle politiche sociali, dove urgono invece servizi diffusi e capillari; distrugge una risorsa dellambiente: la bellezza, afferma Osvaldo Pieroni, docente di sociologia allUniversit della Calabria nel suo saggio Tra Scilla e Cariddi - il ponte sullo Stretto di Messina: ambiente e societ sostenibile nel Mezzogiorno (vedi Domus n. 833). Il ponte deve essere criticato proprio a partire da aspetti che, apparentemente, non riguardano la sua fattibilit. C in primo luogo da considerare cos diventato il vivere civile nelle regioni del Sud dItalia, paurosamente segnate da cronica carenza dacqua, inefficienza nei servizi sanitari, insicurezza, arretratezza in ogni tipo di struttura pubblica. In questi territori proprio lambiente e il paesaggio sono la principale risorsa, capace di far migrare, verso il Sud nei mesi di vacanza, intere popolazioni dal Nord, ove insieme incerto e irrefrenabile