2 commenti di MARCO
Commento
12114
di marco
del 28/01/2013
relativo all'articolo
Fundamentals
di
Sandro Lazier
Sulla parte dedicata alla scelta di Koolhaas condivido. Meno su quanto scrive Lazier a proposito di popoli (e quindi culture) e territorio e anche di conseguenza architettura. L'architettura di un territorio (e quindi di un popolo) ben riconoscibile e radicata in ogni parte del pianeta. E non si ricominci con la storia che nessuno ha radici e siamo semplicemente figli del mondo (cito Lerner) perch ognuno di noi le ha e le deve, a mio modesto parere, tenere ben strette. Il tentativo di codificare un'architettura internazionale priva di radici a mio modestissimo avviso fallito, le opere di Alvaro Siza o dello stesso Piano, per esempio, lo dimostrano
28/1/2013 - Sandro Lazier risponde a marco
Il problema, secondo me, non quello desser radicati oppure no. Le buone piante si giudicano dai frutti, non dalle radici. Cos come le buone architetture. Ergo, se le piante sono buone daranno buoni frutti. Dipender, ovviamente, da dove le coltivi.
In un terreno idealmente fertile, delle radici quasi si potrebbe fare a meno. in un terreno cattivo che avr bisogno di radici particolarmente robuste e profonde. Ma da un terreno cattivo difficile ricavare buoni frutti.
Deduco: tante radici -> posti peggiori -> frutti peggiori.
Qualche anno fa si parlava di villaggio globale, unidea che oggi pare scomparsa. Unidea che esplicitava al senso comune la rivoluzione del web. Grazie alla possibilit di comunicare in tempo reale con tutto il pianeta, si poteva assimilare il mondo della rete ad un antico villaggio dove , giorno per giorno, potevi conoscere tutto ci che succedeva al suo interno. Non si trattava di contrapporre globale e locale, ma di rendere il locale grande come il globale, di farli, in pratica, coincidere. Ora, solo chi ha paura di crescere e mettere in comune esperienze e cultura pu provare avversione al villaggio globale e al suo linguaggio. Paura soprattutto di perdere unidentit e restare senza nessuna cultura cui riferirsi. Il che non possibile perch se si perde unidentit se ne trova simultaneamente una nuova, probabilmente migliore della precedente perch frutto di una rinnovata condizione.
Non mi pare che R. Piano rinunci alla comunicazione globale.
Altra cosa essere architetti organici dove la specificit del luogo che genera larchitettura che dovr modificarlo. Ma si parla di luogo fisico, non culturale.
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Commento 14522 di MARCO
del 09/05/2017
relativo all'articolo Pritzker Architecture Prize 2017
di Sandro Lazier
Ottimo articolo molto coinvolgente.
http://www.calcolostrutture.net/