Un caso di malcostume
di Sandro Lazier
- 1/6/2001
Ci perviene notizia di uno dei tanti casi di malcostume:
"Concorso in due fasi per il progetto della nuova chiesa parrocchiale
di Petosino (BG)". Presidente di giuria Prof. Arch. Francesco
Dal Co (Direttore di Casabella); ammesso alla seconda fase arch.
Alberto Ferlenga (redattore di Casabella). Siamo
stati esclusi urlano gli altri partecipanti al concorso.
Bene. Voglio subito affermare che non ci piace fare la parte di coloro
che indossano il saio del giusto. Personalmente ho vissuto vizi e peccati
che mi impediscono di salire sul pulpito e additare buoni e cattivi, peraltro
essendo molto difficile distinguerli. Ma il peccato rimane e credo che
chiunque, se decide o gli capita di rubare la marmellata, debba una giustificazione
che permetta al prossimo di capire quale girone dantesco ha rischiato
l'anima sua. Soprattutto, debba il 'perché' se quest'anima gode
di prestigio, ammirazione, e di un posto di direttore nella costellazione
dell'architettura italiana.
Altro problema.
Il dibattito attuale sull'architettura comincia a farsi chiaro. La pubblicazione
del Dizionario di Magnano Lampugnani non gode dalla mia approvazione e
simpatia, ovviamente per quel che vale. Ha però il merito di prendere
una posizione chiara, dichiaratamente accademica e classicista, antispaziale
e retorica. Ne ammiro l'onestà non certamente i contenuti. Addirittura
mi irrita il nichilismo delle considerazioni e mi pare ridicolo il tono
profetico delle conclusioni, ma è per me un nemico che si manifesta,
che ha l'onestà intellettuale di sostenere tesi e posizioni. Questo
è il punto. Se nel mondo ognuno difende la propria verità,
o la propria fede, diviene condizione necessaria fare in modo che la stessa
possa essere comunicata, divulgata, confrontata e, alla fine, condivisa.
Dialogo tra "onesti", quindi, altrimenti si è fuori dai
giochi, perché il presupposto affinché si possa giungere
al possesso di una comune consapevolezza è l'onestà e la
chiarezza delle parti e dei ruoli.
Per questa ragione mi chiedo se la credibilità di un ruolo debba
essere messa in dubbio da un barattolo di marmellata. Conosco la mia risposta;
a voi la vostra.
(Sandro Lazier
- 1/6/2001)
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