Tradizionalismo a Parma
di Sandro Lazier
- 29/1/2004
Andrea Pacciani, assiduo e puntuale commentatore di antiTheSi -dal lato dirimpetto a quello del giornale- ci segnala un convegno in Parma nei giorni 12 e 13 marzo 2004 che ha come tema e titolo Le forme della tradizione (Attualit della tradizione in architettura tra scelta culturale, esigenza tecnologica e offerta di mercato). Nelle nostre pagine ci siamo pi volte occupati, con indubbio impegno ed energia, del rapporto tra modernit, storia e tradizione. Per questa ragione, e soprattutto per comprendere le ragioni degli avversari, segnaliamo con interesse il convegno a cui partecipano, fra gli altri, Vittorio Magnago Lampugnani, Pierluigi Cervellati e lo stesso Pacciani con unaltra trentina di persone.
Un paio di appunti e precisazioni sono per necessari.
Il primo riguarda la lista degli invitati. A prima vista manca del tutto la controparte perch, tra gli interventi, dubito potranno formarsi opinioni contrastanti e quindi il convegno rischia di perdere interesse e ridursi alla celebrazione dei soliti e noti teoremi. Tra laltro, nella presentazione al convegno si pu leggere: Nel campo dellarchitettura il termine tradizione, tuttavia, non gode oggi, almeno in Italia, di popolarit culturale; compare raramente e spesso in associazione a stereotipi negativi. La modernit attribuisce al tradizionalismo architettonico - inteso come copia o imitazione di una presunta tradizione architettonica - un non-valore, ponendolo in contrapposizione allinnovazione, al progresso, alla sperimentazione, allavanguardia, al confronto con la quotidianit. Affermazione che mi pare fuori luogo, del tutto arbitraria e che andrebbe contestata, visto che il 90 percento delle costruzioni comprese villette e palazzotti stanno pienamente nella tradizione costruttiva italiana, nella quotidianit dove il progetto piuttosto sintesi del rapporto tra la massaia e il muratore che non di una qualsiasi idea di progresso. Siamo grati a Pacciani per la segnalazione ma avremmo preferito un invito a discutere nel vivo del convegno per poter portare, oltre le ragioni della modernit, un minimo di contestazione.
Il secondo appunto pi che altro un invito. Il tradizionalismo vive una contraddizione di fondo dalla quale non riesce a liberarsi, a mia conoscenza, senza scadere nel localismo con tutte le sue indubbie carenze e difficolt. Lidea di tradizione, di continuit storica in forme riconoscibili, tende a esaltare le differenze rispetto alla totalit. Il paradosso nasce dal fatto che per marcare la propria differenza rispetto al resto del mondo si costretti a negare qualsiasi differenza allinterno del gruppo, altrimenti non si pi riconoscibili e se ne viene esclusi. La dimensione la caratteristica che definisce il gruppo e questa non ha misure fisse, tali da formare base oggettiva di un qualsiasi pensiero derivato. Il gruppo pu essere famiglia, clan, trib, popolazione, specie; la civilt, la storia e la politica ne definiscono i contorni, ma sempre aggregazione di elementi primi che sono gli individui. Lindividuo che rivendica la propria diversit esclude di fatto lappartenenza al gruppo. Ne viene che, se lindividuo unit di misura sociale, i segni della democrazia liberale cos come si evoluta nel mondo occidentale- saranno ovviamente riconoscibili anche nellarchitettura. Se le unit di misura diventano altre litalianit, il regionalismo, la tipologia, lo strapaese, ecc..- ovviamente la democrazia e la libert, anche nei fatti architettonici, alla lunga ne soffriranno.
Se pu essere utile alla discussione, inviterei i convitati di Parma a suggerire una possibile via d'uscita.
Comunicato stampa 26-01-2004
Universit degli Studi di Parma
Dipartimento di Ingegneria Civile, dellAmbiente, del Territorio, e Architettura - DICATeA
LE FORME DELLA TRADIZIONE
Attualit della tradizione in architettura tra scelta culturale, esigenza
tecnologica e offerta di mercato
Parma 12 - 13 marzo 2004
Patrocinato da:
Comune di Parma
Provincia di Parma
Ordine Ingegneri
Ordine Architetti Pianificatori Paesaggisti Conservatori.
Italia Nostra Sez. di Parma
Con il contributo di: Terreal Italia s.r.l.
Il convegno si propone di investigare le forme attraverso
cui si esprime oggi il termine tradizione in architettura. Tradizione
sinonimo di continuit: la parola si usa quando si vuole porre l'attenzione
su una cosa od un concetto, che richiamano un valore ancorato al passato, o
al patrimonio di conoscenza collettiva, o semplicemente alla prassi costruttiva
consolidata. Tradizione, dal latino tradere, significa propriamente
trasmettere: il peso delle cose del passato tradotte nel presente.
Nel campo dellarchitettura il termine tradizione, tuttavia, non gode
oggi, almeno in Italia, di popolarit culturale; compare raramente e
spesso in associazione a stereotipi negativi.
La modernit attribuisce al tradizionalismo architettonico - inteso come
copia o imitazione di una presunta tradizione architettonica - un non-valore,
ponendolo in contrapposizione allinnovazione, al progresso, alla sperimentazione,
allavanguardia, al confronto con la quotidianit.
Eppure affiora spesso un senso di disagio, soprattutto nelle aree industrialmente
sviluppate, nei confronti della rapida trasformazione del territorio, dello
spazio della citt e della casa, o nei confronti dei modi di vivere e
di interagire con la natura e con i mezzi di produzione. La risposta attuale
al disagio oggi la promozione del concetto di sostenibilit:
non lontana dal concetto di tradizione in quanto espressione di opposizione
alla rapida ed irreversibile trasformazione dell'ambiente, al consumo delle
risorse senza previsione per il futuro, la sostenibilit gode di grande
fortuna. D'altro canto, l'inserimento di un nuovo edificio in un contesto secondo
una logica tradizionale di continuit e di cauta perturbazione (nelle
linee, nei colori, nei materiali) potrebbe assicurare, rispetto alla pura sperimentazione,
un controllo di qualit maggiore.
Un convegno sulla tradizione in architettura assume vari significati, a seconda
dell'interpretazione che viene data al termine ed alloggetto a cui si
riferisce: la citt, la casa, le tecniche costruttive, i materiali. L'obiettivo
quello di fare affiorare i significati attribuiti dalla contemporaneit.
E' oggi attuale il concetto di tradizione? Per quali scopi viene usato, o strumentalmente
sfruttato? Quali sono gli aspetti per i quali ha ancora valore discuterne?
Il convegno, che viene organizzato in contemporanea con l'uscita di una pubblicazione
sul tema, vuole mettere a confronto esperienze e ricerche recenti, essendo l'occasione
per fare il punto su significati, tendenze, approcci culturali, metodologie
di analisi e studio sviluppatisi in Italia e all'estero sull'argomento.
Programma del convegno:
il convegno si articola in 2 giornate e tre sessioni:
I SESSIONE
LA CONOSCENZA DELLA TRADIZIONE
Venerd mattina, 12 marzo, ore 9:30 13:30
Aula Magna, Universit degli Studi di Parma, strada Universit,
12 Parma
II SESSIONE
TRADIZIONE, TECNICA E MERCATO
Venerd pomeriggio, 12 marzo, ore 15:00 18:30
Aula Magna, Universit degli Studi di Parma, strada Universit,
12 Parma
III SESSIONE
TRADIZIONE E TRADIZIONALISMO
Sabato mattina, 13 marzo, ore 9:30 13:30
Sala della Musica, Palazzo Cusani, p.le S. Francesco, 1 - Parma
La prima sessione affronta il tema della conoscenza e della
trasmissione della cultura tradizionale nell'architettura e nella tecnica attuali.
Vengono introdotti il significato ed i caratteri generali del termine tradizione
in architettura, proponendo esperienze di lavoro e di ricerca in alcune aree
disciplinari che con esso si confrontano, come la storia, il restauro, lo studio
tipologico, la tecnologia, la rappresentazione.
La seconda sessione tratta del modo in cui percepito il concetto di
tradizione oggi, in rapporto alluso della tecnologia ed investigando
la vitalit del mercato dei prodotti edilizi considerati tradizionali.
Vengono presi in considerazione materiali ed opere promossi come tradizionali.
La terza sessione vuole ragionare sulla attualit dellarchitettura
e della citt tradizionali, in rapporto ai concetti di regionalismo,
tradizionalismo e classicismo o regionalista, tradizionale o tradizionalista,
classico o classicista.
Il convegno gratuito e aperto a docenti, studenti e professionisti.
In occasione del convegno prevista la presentazione del volume che
raccoglie i contributi degli autori, di circa 350 pagine.
La pubblicazione verr diffusa in forma ridotta in occasione del convegno
ed in forma estesa verr data alle stampe in primavera con la casa editrice
FrancoAngeli, Milano.
Partecipano al convegno:
Alfonso Acocella Universit di Ferrara
Anna Barozzi - Universit di Bologna
Mauro Bertagnin - Universit di Udine
Paolo Bertozzi - Universit di Parma
Carlo Blasi Universit d Parma
Pio Luigi Brusasco - Politecnico di Torino
Andrea Campioli Politecnico di Milano
Carlo Fabrizio Carli - Roma
Pierluigi Cervellati IUAV, Venezia
Enrico Dassori - Universit di Genova
Adolfo Cesare Dell'Acqua - Universit di Bologna
Daniela Deperini Universit di Udine
Aldo De Poli - Universit di Genova
Davide Desiderio - Milano
Ivo Iori - Universit di Parma
Agnese Ghini, Universit di Bologna
Luca Guardigli - Universit di Parma
Vittorio Magnago Lampugnani - Politecnico di Zurigo
Giacinta Manfredi Universit di Parma
Paolo Marconi - Universit di Roma
Nicola Marzot - Universit di Ferrara
Marco Nicoletti - Perugia
Andrea Pacciani - Parma
Enrico Pietrogrande Universit di Padova
Giorgio Pigafetta - Universit di Genova
Antonio Pizza, ESTAB, Barcellona
Giovanni Polesello Universit di Bologna
Renato Rizzi IUAV, Venezia
Gian Paolo Scarzella - Politecnico di Torino
Marco Trisciuoglio, Politecnico di Torino
Marco Zerbinatti, Politecnico di Torino
Luigi Zordan - Universit de L'Aquila
Comitato scientifico ed organizzativo:
Anna Barozzi, Paolo Bertozzi, Aldo De Poli, Davide Desiderio, Agnese Ghini,
Giacinta Manfredi, Luca Guardigli, Andrea Pacciani.
Segreteria organizzativa:
Dipartimento di Ingegneria Civile, dell'Ambiente del Territorio, e Architettura
Facolt di Ingegneria, Area delle Scienze 181/A, 43100 Parma
Agnese Ghini
Luca Guardigli tel. 051 209 31 79 (c/o DAPT, Universit di Bologna)
tel. 0521 90 59 44/42
fax 0521 90 59 53
E-mail [email protected]
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(Sandro Lazier - 29/1/2004)
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Commento 624 di Andrea Pacciani del 03/02/2004
Gentile Sandro Lazier
La ringrazio per la consueta disponibilit con cui accoglie i miei interventi da dirimpettaio (mi piace il termine, fa molto cultura dellabitare tradizionale; probabilmente si estinguer presto perch gli edifici dei nuovi sperimentalisti non possiedono i concetti quali il vicinato, il rapporto con chi abita di fronte).
Questo convegno al quale sto collaborando nellorganizzazione a mia saputa uno dei pochi che si occupa di architettura tradizionale che non va confusa con i soliti e noti teoremi del modernismo costruttivo a cui pi giusto accumunare il 90 percento delle costruzioni comprese villette e palazzotti e proprio questo distinguo spero venga fuori dal convegno.
La lista degli invitati lunga e solo alcuni parteciperanno come oratori, gli altri con interventi scritti a corredo degli atti del convegno. Io personalmente mi sono autoescluso dalla lista degli oratori per far spazio ad altri. Ogni sessione avr comunque un dibattito in cui le ragioni del modernariato (forse un termine che bisognerebbe introdurre anche in architettura) e un minimo di contestazione sar garantito, anche perch gi tra gli invitati c disparit di vedute, vedi Rizzi biografo di Heisenmann e De Poli di riferimento alle riviste Area e Materia che tradizionali propri non sono; sono daccodo con lei che non ci sono nomi di posizioni totalmente opposte ma il rischio uno sterile e poco costruttivo rimanere sulle proprie idee troppo distanti.
Sarei ovviamente onorato della presenza costruttiva del suo sano antagonismo in uno di questi dibattiti a fine sessione.
Aggiungo alcune riflessioni sui suoi concetti:
1) Il localismo, o meglio il regionalismo a mio avviso la vera risorsa dellarchitettura che la modernit ha cercato di cancellare.marcare la propria differenza rispetto al resto del mondo unatteggiamento tuttaltro che tradizionale, semmai degli egoismi delle avanguardie e degli sperimentalismi per trovare una propria dignit dessere.
In un periodo storico come questo in cui si combattono i pericoli della globalizzazione si impone unarchitettura simile in qualsiasi parte del mondo ci si trovi, imponendo modi di vivere a chi li deve abitare; un vizio dellInternational Style che duro a morire (Gi ho parlato in questo sito come il vecchio saggio che ha dato il la al decostruttivismo lo stesso Philip Johnson.)
2) Larchitettura tradizionale non ha bisogno di misure fisse, tali da formare base oggettiva di un qualsiasi pensiero derivato basti pensare al disegno degli ordini classici nella storia della teoria dellarchitettura: non ce ne uno uguale allaltro, cambia per ogni periodo storico e per ogni regione se non da architetto ad architetto (erano anche loro quasi sperimentalisti!).
3) Lindividuo che rivendica la propria diversit tale appunto se diverso da qualcosa che altro, convenzionale, banale, tradizionale; il tutto diverso da tutto non credo generi una citt ma solo urla in un coro di urla dal quale non riescono nemmeno ad uscire e allora s diventano omologazione forzata che sopprime le individualit. La gara per costruire meglio le citt non a chi grida pi forte o inventandosi una voce nuova
4)litalianit, il regionalismo, la tipologia, dal mio punto di vista hanno a che fare con la democrazia e la libert, tanto quanto la architettura moderna e la storia lo insegna. Non nascodiamoci dietro un legame tra politica e architettura perch non esiste.
Federico Fellini sosteneva: Siate regionali, sarete universali!
Andrea Pacciani
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