L'anno che verr
di Sandro Lazier
- 24/12/2001
La fine dellanno, come ogni anno, ci porta le pi
svariate riflessioni.
Questanno ce ne sono parecchie ma tutte paiono
essere minimizzate dagli accadimenti del 11 settembre e
dalla guerra in corso.
Personalmente vorrei proporvi invece una frase tratta da
Societ della conoscenza o societ del gioco?
pubblicata sulla Stampa del 11/12/2001 a firma Gianni
Vattimo.
Premetto il pensiero di Vattimo. Egli si rif ad un
precetto dellUnione Europea che stabilisce come
orizzonte direttivo delle sue politiche comunitarie
lidea di una societ della conoscenza.
Sapere, conoscenza e cultura sono termini che si
assomigliano e viaggiano spesso in compagnia. Vattimo, da
buon filosofo profeta del pensiero debole, sa bene come
queste cose siano lontane dalla verit, ammesso che
questa esista, e come sia ormai diventato inutile
rincorrerla sommando quantitativamente e coerentemente il
sapere. Nessuno pu sapere tutto e la verit sapere
tutto. Come si salta al gioco? In questo modo: in una
societ dove il sapere o meglio dove ci che di
esso appare non pi presente solo sui libri ma
vive e cresce in tempo reale grazie ai mezzi
informatici, ognuno di noi libero
di scegliere la propria educazione culturale. Di solito
chi libero sceglie ci che gli piace e lo coinvolge
emotivamente. Ma libert e piacere non sono forse
caratteristiche del gioco? E il gioco fatto.
Ora, siccome la conoscenza argomento di cui anche gli
architetti devono farsi carico, che ruolo affidiamo al
gioco nelle scelte progettuali?
La frase che propongo alla vostra riflessione questa:
Qui la distinzione tra pensare e conoscere si
impone in tutta la sua possibile attualit, per una
inderogabile ridefinizione del significato sociale della
conoscenza. Non un caso che la societ in cui matura
la crisi dellidea di sviluppo quantitativo della
conoscenza sia anche la societ dellinformatica.
Per quanto mi riguarda, credo che Vattimo, in fondo,
sottovaluti il gioco. Lo esibisce forse un po
ingenuamente per confermare le sue tesi filosofiche. C
un po di moralismo alla rovescia e c linvito
al funerale della ragione che personalmente non condivido.
Ovviamente una ragione che non tratti il gioco come il
fratello scemo.
Ma questi sono pensieri miei. A voi i vostri insieme a
tanti auguri per lanno che verr.
(Sandro Lazier
- 24/12/2001)
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