Lettera ai lettori - 2
di Sandro Lazier
- 12/11/2001
Cari lettori,
ci scusiamo per la lunga pausa durante la quale sono mancati gli aggiornamenti.
Questo tempo, in effetti pi lungo di quanto avevamo previsto, stato reso necessario dalla nuova impostazione del giornale che da statico diventato dinamico.
Infatti, grazie alla tecnologia informatica, tutti i testi sono reperibili e consultabili da database il che ne rende pi semplice la ricerca e la catalogazione. Non esiste archivio perch tutto il materiale presente rigenerato dalla richiesta del lettore. Grazie ad un motore interno possibile rintracciare qualsiasi parola o frase contenuta nei testi. E altres possibile ordinare i testi per autore, sezione, data, riferimento, ecc..
Tutto questo ha richiesto un lavoro non indifferente ma siamo convinti che lutilit ne sia giustificazione. I lettori potranno liberamente cercare e confrontare testi e opinioni. Ma la novit pi importante, poich segna effettivamente la distanza da qualsiasi rivista cartacea, mi pare essere la possibilit di commentare e esprimere pareri su ogni scritto pubblicato, rendendo partecipe e dialogico ogni pensiero espresso. Siete pertanto invitati a intervenire e commentare, alimentando con i fatti limpegno culturale nel quale tutti siamo impegnati e per il quale oggi non pi possibile difendere linopportunit e linadeguatezza. Chi cerca lalibi del disimpegno non ha pi motivo di lamentare il difetto della libera cultura e delle libere opinioni perch , grazie alla tecnologia, se ha idee le pu liberamente confrontare.
Il 26 ottobre, a Firenze, lo studente Giovanni Bartolozzi ha organizzato in modo ineccepibile un convegno sulla figura di Bruno Zevi: Zevi Maestro di Domani. Antonino Saggio ci ha dato occasione di partecipare e dire la nostra. Gli articoli che seguono, di Paolo Ferrara, Luigi P. Puglisi e Vincenzo De Gennaro, vi possono dare il tempo e il tono di quanto si detto nelloccasione. La mia impressione stata che, tra qualche ex-cathedra di troppo e qualche escandescenza del prof. Purini, la figura di Zevi ne sia uscita nella ragionevole dimensione amorfa che appartiene sempre alleffigie di personaggi complessi e contraddittori. Nellet della semplificazione e degli slogan a buon mercato non mi pare cosa da poco e, senzaltro, gli studenti che hanno partecipato, trarranno beneficio dalla liberatoria congerie dimpressioni che il personaggio trattato ha lasciato in eredit. In verit, una chiave chiara e sottile di lettura venuta da A. Saggio che ha citato la frequente convivenza di Zevi con il pensiero della morte, pi volte scampata. Saggio mi affascina perch sa essere spietatamente intelligente: la coscienza della fine e dellabbandono legittima sempre le incomprensioni e le differenze perch pone su un piano etico superiore la consapevolezza del giudizio. Della persona resta quindi la sostanza e la sostanza del personaggio Zevi, come ha detto F. Tentori, risiede nella convinzione di un punto fermo della cultura italiana del novecento con il quale tutti devono confrontarsi.
(Sandro Lazier
- 12/11/2001)
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