Una legge per l'architettura
di Sandro Lazier
- 2/1/2020
Questo edificio un progetto di
Stephane Malka. Si trova a Parigi, sui bordi della Senna.
Qualcuno, credo un paio di anni fa, defin questo genere di interventi urbani architettura parassita, intendendo con questo termine, non molto generoso, unarchitettura che nasce e vive sopra unaltra, in modo e forma del tutto autonomi, ma utilizzandone le risorse.
Diciamo subito che la storia dellarchitettura ci offre una moltitudine di esempi che corrispondono a questo tipo di descrizione: sopraelevazioni, accostamenti e rimaneggiamenti sono vicende consuete nelle nostra citt storiche. In questo caso, evitando il riferimento al nome che , dovendo trattare una tipologia urbanistica probabilmente lascia molto spazio alla interpretazione, metterei laccento sul modo e la possibilit di poter realizzare anche nel nostro paese interventi del genere.
Questo il testo che accompagna la pagina web del progetto:
CASE DEMOCRATICHE
Annidate sul bordo della Senna a Parigi, queste unit abitative sono ora possibili grazie a la Loi Alur, una nuova legislazione che consente l'ampliamento urbano. Non richiedono alcuna acquisizione del lotto poich i diritti di costruzione sono ottenuti in cambio di parti comuni della ristrutturazione dell'edificio esistente. Pertanto, si in grado di proporre abitazioni ecologiche inferiori del 40% rispetto al prezzo del mercato immobiliare, costruite senza alcun problema in officina, in un tempo estremamente breve grazie ai pannelli brevettati e alla tecnica unica di prefabbricazione. Questi brevetti sono stati ottenuti in collaborazione con un team di ingegneri e specialisti di "Les Toits du Monde".
Queste costruzioni sono etichettate come High Environmental Quality (HQE) e sono certificate Low Consumption Building (BBC) secondo le normative termiche francesi RT2012. Realizzato con materiali naturali e riciclabili al 100%, questo sistema induce inerzia termica e isolamento ad alte prestazioni. Inoltre, questa struttura brevettata modulare, costituita da una struttura flessibile che consente agli alloggi di espandersi in base alle esigenze degli abitanti.
La sopraelevazione un'antica tradizione parigina, da rue de Rivoli a piazza Dauphine fino alla fine del XX secolo. Oggi, costruire sui tetti significa lavorare contro l'espansione urbana scoprendo nuove prospettive sulla citt.
Costruire in cima ai tetti non solo una soluzione ecologica ed economica, ma lavora contro l'espansione urbana che uccide il legame sociale. anche un modo contemporaneo per scoprire nuove prospettive della citt, una nuova Parigi sopra l'orizzonte.
(Stephane Malka - 3BOX - Paris)
Questa non fantascienza ma realt in un paese che considera larchitettura una cosa seria e non solo un vezzo per ricchi capricciosi e politici ambiziosi.
C una precisa legge che rende possibile allarchitettura esprimere tutte le sue potenzialit, in totale libert, senza limiti retorici o nostalgici, in piena e onesta sintonia col nostro vivere attuale, senza deformazioni storicistiche o ricattate da un ambientalismo da passeggio.
Se larchitettura vuole crescere e progredire, dando finalmente voce ai tanti giovani dotati, che oggi sono costretti a scappare per vedere riconosciuto il loro talento, occorre che allarchitettura vengano concessi spazi di libert per ora inimmaginabili. Spazi fuori dal formalismo burocratico che si impadronito della progettazione pur non essendo, di questa, capace e competente. Commissioni su commissioni hanno contribuito e contribuiscono tuttora alla mediocratizzazione (scusate la parolaccia) del territorio, frammentato, banalmente uniformato, esteso oltre ogni possibile concezione urbanistica seria, ostaggio dellingordigia della speculazione edilizia pi improvvisata (vedi la bolla finanziaria degli anni passati e il successivo crollo del mercato immobiliare).
Vi faccio una domanda. Secondo voi, in Italia, quante commissioni edilizie o paesaggistiche o ambientali o quel che volete potrebbero accettare un progetto come quello che ho qui presentato?
Quanti Sgarbi, Settis, Montanari si ergerebbero sul ronzino delloltraggio per chiamare il popolino alla resistenza? Ma soprattutto, quanti architetti (docenti compresi) saprebbero soprassedere ad anni di predicazione contro limbastardimento dei luoghi? Contro la perdita di unidentit nazionale immaginaria, dunitalianit fantasiosa e speciosa, con lunico risultato daver sdoganato sul piano culturale il peggior localismo, fino al razzismo nazionalista attuale?
Il futuro sar multietnico per necessit di sopravvivenza. Limbastardimento sar la regola e opporsi a questa condizione varr lisolamento, quello culturale in primis. Mai come oggi abbiamo avuto la convinzione di quanto il pianeta sia unico e fragile e di quanto abbia necessit di un governo universale, che vuol dire una lingua universale e una cultura collettiva universali, pena la sudditanza ai pochi potenti padroni del pianeta, i cui capricci costano sempre il sangue di tante inermi vittime innocenti negli angoli del mondo diventati loro prede.
C un solo modo per combattere schiavit e servilismo ed quello di essere padroni della cultura, perch lei limmagine del mondo, il modello cui tutti aspirano per elevarsi da una condizione di sudditanza. Chi domina il mondo non il denaro ma la cultura. Col denaro si compra il consenso, ma solo con la cultura lo si acquisisce.
La nostra attuale condizione, una tra le peggiori nel mondo occidentale, non dovuta solo a ragioni finanziarie e a crisi di mercato. Essa dovuta in particolare ad una decadenza culturale che dura da pi di trentanni, da quando il valore di tutte le forme despressione culturale hanno voltato le spalle al futuro, cercando nel passato quello che pensavano di dover perdere e credendo che solo quello, il passato, avesse in s i presupposti del futuro. Contemporaneamente, in questi anni la rete informatica ci ha insegnato che, alla fine, non si perde niente e tutto si somma. Memoria e conoscenza sono diventate accessibili e consultabili in tempo reale, e tutto il mondo, passato e presente, convive nellistante di un clik sulla tastiera del pc. La conoscenza non ha pi necessit dessere composta, strutturata per essere organizzata nel cervello degli uomini. La coerenza compositiva non ha pi senso e la tutela dellidentit diventa un vizio cognitivo capace solo pi di aggregare una volont conservatrice, ideologicamente orientata ma totalmente inutile sul piano della ricerca culturale.
Liberiamo larchitettura dalle sevizie della sua storia. Questa la vera ripartenza. Proponiamo una legge che ridia spazio alla creativit preservando larchitettura dalle grinfie della burocrazia.
(Sandro Lazier
- 2/1/2020)
Per condividere l'articolo:
Altri articoli di Sandro Lazier | Invia un commento all'articolo |
Stampa: "Una legge per l'architettura.pdf" |