Critica da allevamento
 
  Oggi il 29/10/2007
Storia e Critica
Critica da allevamento
di Mara Dolce
"La critica comporta un giudizio estetico. Questo giudizio consiste in una valutazione individuale dellopera architettonica che il critico realizza a partire dalla complessit del bagaglio di conoscenze che dispone, dalla metodologia che usa, dalla sua capacit analitica e sintetica e anche della sua sensibilit, intuizione e gusto. Allo stesso tempo parte da un impegno etico: il miglioramento della societ, larricchimento del gusto artistico, la difesa delladeguamento dellarchitettura ai suoi fini. Pertanto, questa critica iniziata come opinione personale da uno specialista, ha come obbiettivo quello di entrare a far parte della volont collettiva di una comunit, con pubblicazioni, strumenti mediatici , corsi e dibattiti cittadini e, alla fine, tornare allo stato primitivo nella sfera soggettiva di ogni individuo nella societ."

Parole di J.M.Montaner in Architettura e Critica, ma vorrei soffermarmi
sullimpegno etico della critica.

Sulla copertina di Architecture.it per settimane ha capeggiato il primo "concept building" energeticamente autonomo di F. Roche e S. Lavaux di R&Sie;, anche in versione animata.
ArchIt qualche giorno fa ci informava che all'ICA (Istitute of Contemporary Arts) di Londra ha avuto luogo onedotzero7, festival di immagine digitale in movimento.
su Channelbeta.net, la sezione speciale, da mesi, dedicata a Winka Dubbedalm che insieme a Prestinenza Puglisi, si chiedono se l'architettura e ' dinamica oppure no.
Il recente arrivo del digitalista Greg Lynn allUniversit di Ferrara stato salutato come un avvenimento da non perdere da pressoch tutte le riviste digitali.
LIn/Arch nazionale questanno ha inaugurato un master di architettura digitale con una serie di seminari aperti al pubblico di cui lultimo dal titolo mondi e mente virtuali.
Tra le ultime novit editoriali invece, ricordiamo il volume Architettura digitale con interventi di docenti di diverse universit italiane tra i quali F.Purini, L.Prestinenza, L.Sacchi
I temi di progettazione nelle universit italiane riguardano nella quasi totalit, spazi flessibili interattivi, mediateche, musei a flusso, spazi espositivi intelligenti.
Parallelamente a questa realt ce n unaltra, sicuramente meno seducente perch non futura n futuribile: ma solo, semplicemente, banalmente e drammaticamente presente. Ed la realt italiana che costruisce a grandi ritmi. Trattasi dellarchitettura delle imprese costruttrici che lottizza le periferie dei grandi centri sfornando edifici da appartamenti seguendo limpegno etico della pura speculazione.
Ma la critica, tutta, dico tutta, unanimemente, su questo non scrive una virgola.
Quando dai mondi virtuali si cerca di atterrare su quello reale, al massimo sono previsti quindici punti per cercare di intervenire nei centri delle citt. Nessuno che muova il culo dal centro storico per andarsi a fare una passeggiata in periferia e scrivere su quanto sta succedendo. pi facile teorizzare ed avanzare proposte sul futuro in generale e su quello della modernit nei centri storici, di come dovrebbe essere il disegno dei lampioni e delle panchine, che della modernit inesistente delle citt italiane.
Lidea contemporanea e diffusa tra i critici quella che se sapranno prefigurare un convincente futuro dellarchitettura, questo gli far guadagnare un paragrafo nei libri di storia. Lavorano per il futuro, s, ma per assicurarsi in questo, un posto che gli garantisca limmortalit.
In Italia si assiste da tempo, allinutile gara a chi per primo indovina
larchitettura che sar. Lo sport nazionale consiste nello sperticarsi in interpretazioni illuminanti sulle opere degli architetti dello star system, piuttosto che praticare, anche parallelamente, lingrato impegno di denuncia e critica di unarchitettura scadente che si sta scatenando subito fuori il tuorlo del centro storico; assolvendo cos, in minima parte,al ruolo millenario dellessere architetti nell'accezione piu' ampia, ovvero della sua funzione sociale che contempla appunto anche la denuncia.
Non c da sorprendersi allora, dello scollamento delle realt,tra quello che si vede facendo quattro passi in una periferia urbana e quello che si legge sulle riviste di architettura. Si conferma la sgradevole sensazione che luniversit italiana sia un parco giochi, un paradiso artificiale dellassoluta astrazione formale, dove il generalizzato proiezionismo adolescenziale verso un futuro con le sembianze della patacca Matrix Reloaded, faccia da padrone.Una sperticata celebrazione del grafismo e del nuovismo, priva, ancor prima che di utilit sociale, della bench minima giustificazione architettonica.
Lo si vede dalle tesi di laurea, dagli articoli e dai libri dei loro docenti che raccontano una realt che non esiste, con sperimentazioni la cui quasi totalit inutile, oziosa, superflua, scadente sia nei contenuti teorici quanto nei risultati. E quando da questo autistico virtualismo si plana sulla terra, allora non si esce fuori dal dibattito sullintervento nel centro storico. Perch se proprio della realt e delle citt bisogna parlare ( e ci fa schifo, sia chiaro) che almeno sia centro storico che fa pi chic.
Si delinea allora una generazione di critici da allevamento intorpiditi dal benessere da residenza-centro-storico, con pose da intellettuali scontenti e da avanguardia, ai quali i lacci dell empirismo stanno troppo stretti. E una critica bene che si occupa di architettura da salotto, teorizzata, parlata, metaforizzata, sognata, proiettata, futuribilizzata,che non ha tempo per la realt. Una critica da allevamento che non vuol sporcarsi le mani, in perenne stato di adolescenza senile preda di uninvincibile passione per la playstation; che ritiene di esaurire il quasi doveroso impegno sociale che lessere critici comporta, con la pressoch generalizzata, arbitraria promozione dei giovani architetti italiani e con lintasamento periodico,nel mediocre mondo delleditoria, della loro ultima rivelazione sul futuro.

PS
Da segnalare, tra le riviste digitali, limpegno di ArchPhoto.it con la sezione architettura terremotata e, a suo modo, ARCASO.com, che denuncia le irregolarit dei concorsi di architettura.
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  30/6/2003
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