Scrivere di architettura e scrivere architettura
di Paolo G.L. Ferrara
- 11/9/2000
Il Prof. Francesco Tentori pone una questione che chiunque legge o scrive di architettura dovrebbe porsi, soprattutto se l'architettura vuole anche progettarla: "LEGGETE (E per ricordatevi sempre che pensare bene e scrivere bene sono accadimenti pi comuni che sapere progettare un oggetto, una casa, una regione!) "
Una frase apparentemente retorica? Assolutamente no, almeno per quanto mi riguarda.Non la intendo quale ammonimento, bens nella sua accezione di stimolo.
Architettura parlata, scritta o, semplicemente, architettura? Nessuna differenza sostanziale; chi conosce il progetto che esegue, conosce cosa sta scrivendo, ne sa parlare e ne sa scrivere.
Semplicemente, architettura.
Vero: non tutti i bravi storici, non tutti i bravi critici, sanno progettare. Hanno capacit di leggere larchitettura degli altri, ma non riescono ad esprimersi facendone della loro. Di contro, non tutti i bravi architetti sanno scrivere, teorizzare. Da non scartare l'ipotesi che ci potrebbe essere una scelta.
Parole, architettura e fraintendimenti: uno dei tormentoni dellarchitettura da bar sport quello riguardante L.Kahn e la sua capacit di ipnotizzare a mezzo delle parole. Tanti gli estasiati, pochi i ricettivi di quelle parole. Discorso calzante anche per altri maestri.
Un vero architetto deve sapere scrivere con la penna, trasmettere il proprio messaggio anche attraverso ci che dice verbalmente? Dubito. Gehry non scrive molto anzi, quasi niente- ma la sua architettura parla con molta pi forza di qualsiasi scritto.
Francesco Tentori coglie nel segno: leggere di architettura importante, ma non basta a chi larchitetto vuole fare. La capacit consiste anche nel non leggere, solo ed esclusivamente, cercando verit in ci che si legge.
Le Corbusier scrive "Verso unarchitettura" e difficilmente si pu sfuggire al suo fascino. Haring ci parla del segreto della forma ed anche in questo caso la chiarezza dello scritto ci attrae. Eppure, Le Corbusier e Haring rappresentano lopposto. Capire che nessuna delle due posizioni "verit assoluta" significa essere sulla buona strada per diventare buoni progettisti. Se riesco a cogliere i diversi messaggi posso elaborarne i contenuti, verificarli e, eventualmente, attuarli nel mio modus progettuale.
Posso fare di pi: criticarmi. Come afferma Sandro Lazier , il progetto atto di presunzione; nel momento in cui ho finito di progettare sono pronto a dare agli altri la mia idea, in cui si ritrovano i miei sentimenti, il mio modo di vedere loggetto, il mio intendere il luogo delloggetto, etc. Gli altri dovranno, tutto sommato e nel peggiore dei casi, subire il mio prodotto. Consapevole di ci, ancor prima di progettare, devo criticarmi.
Metto alla prova la mia capacit di elaborare le personali conoscenze. Ad esempio, se ho capito ci che ho letto di Eisenman, non posso fare a meno di prendere atto che i suoi progetti hanno rapporto diretto con ci che teorizza. Posso non concordare sulle sue teorie; di conseguenza, non potr concordare con lattuazione delle stesse. Secondo questo iter, non avr alcun senso che il mio progetto abbia connotazione eisenmaniana.
Gehry afferma che Wright e Borromini sono fondamentali per il suo modo di fare architettura. Larchitettura di Gehry almeno da Santa Monica in poi- sicuramente uno scatto in avanti, intendendo ci non nel senso puramente formale. Se Gehry ci dice che sispira a Wright e Borromini dobbiamo avere capacit critica di comprendere il suo messaggio; eviteremo di progettare esclusivamente contorcendo muri e rivestendo in titanio. In primo luogo sar necessario conoscere i significati spaziali che Gehry rintraccia in Borromini e Wright e la successiva elaborazione che egli ne fa. In caso contrario, solo formalismo insulso.
Scrivere e parlare bene possono sicuramente essere degli accadimenti: chi non ha avuto il famigerato compagno di classe che, se pur impreparato, sapendo parlare bene riusciva a prendere ottimi voti?
Progettare bene non pu essere un accadimento. Va da s che chi sa comprendere se tra le belle parole si nasconde il nulla, altrettanto capace di individuare leventuale mancanza di contenuti - il nulla- in un progetto.
Prima di tutto, critici , dunque, LEGGETE (Antithesi)
, e per ricordatevi sempre che pensare bene e scrivere bene sono accadimenti
pi comuni che sapere progettare un oggetto, una casa, una regione
(Paolo G.L. Ferrara
- 11/9/2000)
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Commento 10643 di Alessandra Fan del 29/07/2011
Mi appresto a leggere con grande interesse questo articolo, mentre sto cercando altro nel web. Mi appare all'improvviso e m'incuriosisco.
E' vero, molto pi facile trovare teste pensanti che bravi progettisti, ma non sempre facile trovare chi sappia individuare le parole giuste per esprimere sottilmente ed in maniera interessante i concetti pensati.
E' anche vero che saper progettare non significa saper scrivere, e, viceversa; e questo articolo non mi capita per caso sotto mano, visto che, da non molto tempo ho scoperto la voglia e la carica di scrivere , accanto al progettare.
Ho qualcosa da dire...e sento le parole per dirlo.
Chiss se, secondo i concetti da lei espressi, sapr pi progettare o pi scrivere? mi auguro di saper fare entrambi.
Sono comunque convinta che la sensibilit personale, unita ad una giusta quantit di capacit, naturalmente, influisca moltissimo nel "fare "professionale, oltre che in quello privato.
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