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Commento 14680 di vilma torselli del 21/01/2018


La predominanza dello sguardo, ipocrita, bugiardo, prepotente e ingannatore che sia, ha ragioni soprattutto evolutive ed è iniziata quando un nostro lontano antenato si è faticosamente drizzato sulle zampe posteriori scoprendo, da quella insolita altezza, nuovi, sconfinati orizzonti in cui spaziare (con lo sguardo), ricavando una visione del territorio infinitamente più ampia e più ricca di informazioni 'osservabili' utili per la sua sopravvivenza. Voglio dire che "la parte del leone" l'occhio non se la è presa, gliele abbiamo data, privilegiando una scelta evolutiva che, pare fino ad oggi, è stata la più utile (quand'anche non necessariamente la migliore) per la nostra sopravvivenza.
Certo, il naso si è allontanato dal suolo e l'odore dell'humus si è fatto più debole, la localizzazione data dai suoni è passata in secondo piano a fronte della precisione della visione e forse è da allora che è cominciato l'adattamento selettivo per l'utilizzo dei nostri miseri cinque sensi, orientandosi alcuni verso la coscienza rappresentativa e cognitiva, altri verso quella affettiva.
Così un neonato riconosce la madre dall'odore che emana, dal sapore del cibo che gli fornisce, dal suono della voce, dal contatto fisico di un corpo caldo, finendo solo in seguito per privilegiare il canale visivo che allo stato attuale, ci fornisce circa l'80% delle informazioni sul mondo che ci circonda.
Quanto a Goethe, più fonti gli attribuiscono queste considerazioni: "Usare occhiali non ha un effetto costruttivo per gli uomini. Quando vedo attraverso le lenti, sono un altro uomo. Non mi piaccio più. Vedo più di quanto sia necessario vedere. Il mondo visto eccessivamente nitido non va d'accordo con il mio io nella sua globalità."
Ma non basta più non mettersi gli occhiali, perch oggi ogni riflessione sulla nostra identità passa attraverso il selfie, che innesca un processo cognitivo, emozionale e relazionale attorno ad un racconto autobiografico dove l'io soggetto-spettatore e l'io oggetto-rappresentato coincidono. E non ci sono scappatoie.

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