Riforma delle professioni. Il Co.Di.Arch. incontra Roberto Zaccaria
di la Redazione
- 26/7/2006
Lettera a Roberto Zaccaria
Il Co.Di.Arch., costituitosi con atto notarile dellaprile del 2000, un Comitato promotore di iniziative a difesa degli interessi degli architetti con lobiettivo finale di fondare unassociazione di rappresentanza e tutela dei liberi operatori del progetto.
In questi anni si inserito nel dibattito sulla riforma delle professioni partecipando a diversi incontri pubblici oltre ad essere stato interpellato pi volte da alcune testate nazionali come il Corriere della Sera, Europa, Il Sole 24 ore, il Mondo e altri.
Il Co.Di.Arch. ha anche partecipato al convegno di Bruxelles indetto dal Dr. Monti e svoltosi nellottobre del 2003, in seguito a quella partecipazione nella relazione finale il Co.Di.Arch. stato citato, pi volte,
Ultimamente il Co. Di Arch. ha deciso di operare anche allinterno della struttura dellOrdine presentando una sua lista alle elezioni per il rinnovo del Consiglio dellOrdine degli architetti della Provincia di Milano (dicembre 2005). Questa lista ha riscosso il 21% delle preferenze espresse contro il 36% raggiunto dalla lista del Consiglio dellOrdine uscente. In base al disposto di legge la lista di maggioranza con il 36% dei voti ha eletto 13 consiglieri e il Co.Di.Arch. con il 21% ne ha eletto 1.
LE ATTUALI PROPOSTE LEGISLATIVE
Le proposte di modifica legislativa attualmente al vaglio del parlamento spinte dal C.U.P. (Comitato unitario degli ordini e dei collegi professionali) chiedono fondamentalmente:
1 - Esercitare il potere di certificare la qualit delle prestazioni.
2 - Verificare e controllare il perdurare nel tempo, dei requisiti professionali dei propri iscritti.
Il Co.di.Arch, nel contrastare queste proposte ricorda che, secondo lAntitrust , il controllo dellattivit, della capacit professionale e della qualit delloperato di un professionista non pu essere affidata ad un collega che opera sullo stesso mercato professionale del collega controllato, e denuncia che lappoggio da parte degli Ordini Professionali, del CNA (Consiglio Nazionale Architetti) del CUP a tali proposte legislative dimostra la volont di affidare agli Ordini il monopolio della rappresentanza dei suoi iscritti, peculiarit assurda, in quanto nessun Organismo ad iscrizione obbligatoria , per di pi obbligatoria per poter lavorare, pu rappresentare alcunch.
Per queste ragioni, ad ulteriore sviluppo di quanto previsto dal Decreto 4 luglio 2006, n.223, acquisite le disposizioni indicate ai comma 1 e 3 proponiamo i seguenti Principi guida per una riforma delle libere professioni:
1)Rappresentanza dei liberi professionisti
2)Accesso alle professioni regolamentate
3)Formazione continua e certificazione delle prestazioni
4)Modalit di esercizio dellattivit professionale e tariffe
5)Compiti e funzioni degli Enti di tutela dellinteresse pubblico
6)Professionisti incaricati di pubblici servizi e riserve di attivit
1.La rappresentanza dei liberi professionisti, analogamente a quanto avviene nel mondo del lavoro dipendente e dellimpresa, dovr essere affidata ad enti ad iscrizione volontaria di tipo associativo e/o sindacale. Lattuale rappresentanza affidata agli Ordini professionali, che contraddice oggi la loro funzione di controllo deontologico, dovr progressivamente lasciare spazio alle sole alla funzioni di controllo deontologico e di tenuta dellalbo.
2..Laccesso allesercizio delle professioni regolamentate gi vincolato dallo Stato allottenimento di un titolo di studio universitario riconosciuto. Tale titolo dovr essere condizione necessaria e sufficiente per garantire lingresso effettivo nellattivit professionale su tutto il territorio della Comunit Europea. Il diploma di laurea dovr quindi essere titolo abilitante per lesercizio della stessa professione.
3.Lulteriore formazione necessaria allaggiornamento professionale dovr essere libera e a discrezione del professionista. In questo contesto la formazione non potr che essere offerta da enti autonomi in concorrenza sul mercato. Tali enti dovranno garantire il pluralismo dellinformazione scientifica fondata anche su diversi paradigmi disciplinari. La certificazione della qualit della prestazione derivante dallaggiornamento professionale documentato dal professionista non potr essere quindi elemento discriminante per laccesso alla professione, ma solo garanzia di ulteriore qualificazione riconosciuta dal mercato.
4.Lesercizio delle professioni regolamentate dovr poter essere svolto sia in forma individuale, sia in forma associata, sia in forma societaria anche con apporto di capitale. In particolare, dovr essere individuata una speciale forma societaria, a responsabilit limitata, che consenta sempre e comunque il controllo da parte dei professionisti della maggioranza delle stesse quote di capitale, ma senza obbligo di iscrizione all'Ordine ed alla Cassa di previdenza privata per i professionisti che operano al loro interno in forma di impresa. Nessun vincolo per attivit miste anche con professionisti non iscritti agli Ordini. In questo quadro indispensabile il passaggio immediato dal sistema delle tariffe minime obbligatorie al sistema formazione del prezzo libera e da specificare nella stipula di un contratto (obbligatorio).
5.Laddove si riscontri linevitabilit di un controllo deontologico sui professionisti, non affidabile al mercato, lente pubblico preposto a tale compito dovr garantire uneffettiva terziet di giudizio nella tutela dellinteresse pubblico generale. Tale ente non potr quindi in nessun caso essere affidato a colleghi concorrenti che operano sullo stesso mercato professionale dei colleghi controllati, ma dovr operare nella forma di ente terzo arbitrale di giudizio. Allinterno dello stesso ente dovranno quindi essere garantite la trasparenza e leffettiva rappresentanza di tutte le categorie interessate: professionisti, imprese, consumatori, pubblica amministrazione. La funzione principale dellente di controllo dovr essere quella di agire, nel pubblico interesse, contro quei professionisti che dovessero adottare comportamenti scorretti sul mercato, cos come definiti da un codice deontologico predeterminato.
6.Il numero chiuso per l'accesso alla libera attivit dei professionisti incaricati di pubblici servizi, , nella sua forma attuale, in aperto contrasto con l'interesse pubblico generale: Mentre i cittadini hanno interesse ad avere un numero minimo e non certo massimo di servizi essenziali sul territorio, non viene oggi lasciata mai alla libera concorrenza sulle "capacit" dei professionisti abilitati, la possibilit di un ulteriore diffusione ed espansione dei servizi offerti sul territorio. Ulteriori miglioramenti degli stessi servizi si avrebbero sia sotto il profilo della qualit sia del costo della prestazione, una volta stabilito un numero minimo di esercenti il servizio.
SONO INOLTRE NECESSARIE PER LA CATEGORIA ARCHITETTI:
7)Rivalutazione parametri studi di settore
8)Possibilit di appello al giudice del lavoro per contenziosi
9)Impegno alla salvaguardia delloriginalit progettuale
10)Norme a garanzia rapporti contrattualmente stabiliti tra committente e professionista
11)Esclusione dallalbo dei dipendenti pubblici
12)Modifica legge elettorale ordini
13)Eliminazione dei minimi tariffari anche dai Lavori Pubblici
7.Rivalutazione degli studi di settore per architetti che, attualmente, si basano sugli importi del tariffario minimo, e che invece dovranno essere equiparati alle reali capacit reddittuali della professione.
8.Possibilit, per i professionisti, di appellarsi al giudice del lavoro, in caso di controversia con il cliente, cos da ridurre al minimo i tempi del contenzioso.
9.Impegno a salvaguardare lunitariet dellidea progettuale e il diritto dautore per gli architetti.
10.Redazione di una serie di norme che condizionino lapprovazione o accettazione delle pratiche edilizie alla stipula di regolari contratti tra committente e architetto e lassolvimento da parte del primo dei suoi obblighi contrattuali. In altre parole estensione delle norme a tutela dei lavoratori della legge Biagi, gi applicate a carico delle imprese, anche a carico dei committenti.
11.Esclusione dallAlbo dei dipendenti pubblici e riduzione del potere concorrenziale alla libera professione da parte dei dipendenti pubblici, soprattutto part-time.
12.Modifica della legge elettorale degli ordini che consente che una rappresentanza che raggiunge il 21% dei voti sia rappresentata dal 6% dei consiglieri.
13.In un quadro di contrattazione libera anche con il committente pubblico, risulta superato il mantenimento della tariffa minima attraverso la stipula di un contratto che specifica con precisione le mansioni, tempistica e il tipo di documenti richiesti (elaborati grafici, relazioni, computo metrico, etc. ). Tale contratto diventa tutela per la P.A. che ottiene in tempi certi la documentazione pattuita e per il professionista che verr pagato nelle modalit concordate nel contratto.
Il presidente del Co.Di.Arch.
Alberto Scarzella
(la Redazione
- 26/7/2006)
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Commento 5784 di Renzo Marucci del 08/12/2007
Le considerazioni svolte nella lettera del Co.Di.Arch. , in linea di massima, mi sembrano accettabili e logicamente sostenibili. Esiste tuttavia una pi ampia realt da sostenere in materia dell'esercizio della professione di architetto di cui non vedo cenno o riferimento alcuno. Tutto il resto va bene? Stiamo freschi d'estate e caldi d'inverno? Bisogna chiedersi in che cosa gli ordini professionali aiutano i suoi iscritti e nella fattispecie quale la loro funzione nel contesto sociale e culturale che viviamo oggi? Naturalmente parlo di chi architetto. Nessuno si preoccupa del grande numero di laureati e della possibilit che ha la societ di assorbirli per ci che concerne la professione? Nessuno parla del rispetto del campo di azione professionale e culturale per esempio nel campo dei beni culturali?
Oggi vasto e implicante. Chi se ne occupa? Toccherebbe a chi? Un'altro argomento sempre quello dei concorsi e la rassegnazione della categoria non tanto bene rappre- sentata dagli ordini professionali. Le norme che tutelano l'esercizio della professione nel contesto attuale non solo nei beni culturali e lo spontaneismo confuso e approssimato con il quale si identifica la figura professionale dell'architetto tra l'esercizio della professione urbanistica come semplicedispensa di regole e regolette o tecnica computistica edilizia e roba simile? La sicurezza? E' solo un fatto di videocamere e il progetto non interessa? Quale l'impegno su temi come questi? I temi ci sono ma non credo ci siano le volont e i mezzi associativi o legali per poter impostare, dibattere per aspirare a ridisegnare socialmente la figura dell'a funzione sociale dell'architetto che oggi manca forse completamente.
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