Una spiritualit ecologica
di Leandro Janni
- 15/7/2006
Non bisogna abusare del mondo. Luomo sta sporcando la Creazione.
Con queste parole, Papa Benedetto XVI ha lanciato, lo scorso 3 Giugno 2006, in
occasione dellincontro mondiale di Roma con i movimenti ecclesiali, il
monito della Chiesa cattolica sul degrado del nostro ambiente. Parole forti, tragiche,
emozionanti. Parole che non possono non farci riflettere, suscitare azioni. Da
cristiano cattolico, da ambientalista impegnato da anni nella tutela della natura
e delle bellezza, propongo qui una riflessione. Un testimonianza sulla spiritualit
ecologica, sulla gioia e limpegno di una nuova relazione con la
natura, il cosmo, la Creazione.
Viviamo un fatto nuovo della storia: un mondo interdipendente. La sfida
che tutto questo divenga unimmensa occasione di vita in comunione. La via
obbligata trasformare il fatto in evento.
Un evento interiore tanto ricco di verit e bellezza da essere assunto
come opzione fondamentale; come valore dei valori, come fonte ispiratrice
del senso della nostra vita umana, come criterio per scelte di conversione, di
riorganizzazione delleconomia, della politica, delle culture in dialogo.
Il genere umano deve scoprire un fuoco interiore per potersi misurare con le sfide
del nostro tempo. Per poterle affrontare e non solo enunciarle come imperativi
deve appassionarsi alla vita in senso globale, integrale. La sua volont
deve sentirsi attratta e smossa da un bene superiore e interiore. Solo cos
le sfide si trasformano in un appuntamento: sicuramente impegnativo, ma appassionante
e desiderabile. Solo cos le sfide ci appaiono funzionali a una promessa
di vita e di felicit, e non obbligo, vincolo pesante da evitare ad ogni
costo. E una sfida fondamentale la spiritualit come sorgente
di senso, come forza che orienta una prassi di vita.
Una prima azione di sanazione, di pacificazione. Nasciamo
piccoli, deboli, vulnerabili. Laggressione contro noi stessi prende, a
seconda delle situazioni, diversi volti: forze naturali, animali, esseri umani.
Non possiamo idealizzare la condizione umana in modo ingenuo e astratto. La selezione
e la lotta per la sopravvivenza sono una legge della vita. Lhomo sapiens
nasce in noi quando diventiamo riflessivi, intelligenti, creativi. Suppliamo la
debolezza della braccia con la forza della mente. Analizziamo lambiente
per delimitare e controllare quanto ci minaccia. La vita il risultato
di una lotta: a livello biologico, fisico, ambientale, sociale. La terra pu
sobbalzare e divorare cose e viventi. Il fuoco pu esplodere improvviso
dalla crosta terrestre o dai vertici dei monti e bruciare ogni cosa, seminando
desolazione e morte. Il cosmo, con le sue forze selvagge e incontrollate,
un nemico da vincere. Le acque possono sommergere noi e le nostre citt.
Il vento pu affondare le navi, sradicare le piante e scoperchiare le case.
Impariamo allora a creare argini e dighe. A costruire case solide e sicure. A
difendere le campagne da frane e smottamenti utilizzando argini e piante.
Subendo aggressione e violenza, elaboriamo un vero e proprio codice
genetico difensivo. Gli esseri umani e le forze naturali non nascono amici,
ma possono diventarlo. E una scelta da fare. Unopzione fondamentale.
La natura stessa pare sfidarci. Ci chiede di prenderla per mano, di controllarne
la forza bruta e di canalizzarla ad esiti positivi. Cosa oggi come non mai possibile
grazie allo straordinario potere tecnico e scientifico raggiunto. Lessere
umano chiamato a maturare una nuova spiritualit ecologica: capire
e vivere se stesso come sintesi e vertice degli elementi naturali; lacqua,
la terra, laria, il fuoco.
Lacqua, che a volte travolge e distrugge, scesa dal cielo la culla
della vita. Diventa per nove mesi il piccolo mare della nostra Genesi
nel grembo di ogni madre. L, dalle acque profonde, veniamo alla luce,
prendiamo forma, riceviamo le prima carezze liquide del cosmo. Lacqua
il nostro primo letto, il veicolo dove navighiamo nella primordiale esplorazione.
Nati nellacqua e grazie allacqua, solo grazie ad essa vivremo: siamo
liquidi per quattro quinti del nostro organismo. E per lintero corso della
nostra vita, usciti dalla conchiglia protettiva della madre, continueremo a navigare
in un fiume di acqua. Pu a lungo tempo mancarci il cibo, non lacqua.
Essa la condizione della nostra vita. Siamo tutti acqua viva.
La terra, che a volte schiaccia e divora, si fa struttura organica del nostro
corpo. Essa, che svetta nei monti, con i suoi elementi minerali, confluisce nelle
nostre ossa. Ci d consistenza. Ci consente la posizione eretta. Ci abilita
a prendere e sollevare le cose, a gestire azioni, a fare movimenti, a stringere
altre mani e altri corpi. Lo spazio diventa per noi percorribile. Sappiamo di
poterci spostare. Il mondo pu diventare la nostra casa. Siamo tutti terra
santa.
Laria, che a volte si trasforma in vento impetuoso, ci avvolge impalpabile
e leggera. Mette dimora dentro di noi. Ci culla e ci sostiene. Penetra in modo
silenzioso e discreto nel nostro organismo. Si fa respiro in un duplice armonioso
movimento: linspirazione trasforma laria, il cielo in boccata di
ossigeno, lo introduce nel nostro organismo, lo consegna agli organi interni;
lespirazione raccoglie i rifiuti che gli vengono affidati e li espelle,
li riconsegna alletere per un ciclo di depurazione. Inspirazione ed espirazione
modulano tutto il nostro mondo passionale ed emozionale, le nostre gioie e i nostri
dolori, le nostre allegrie e le nostre paure. Tutto il mondo della nostra affettivit,
attraverso il ritmo dellaria, si fa notizia a noi stessi e agli altri.
Vertice della sua dignit, laria rende possibile il miracolo della
parola: laria, diventa suono, linguaggio, canto, comunicazione. Siamo tutti
soffio di vita.
Il fuoco, che a volte si trasforma in incendio distruttore, nelle sedi centrali
dellorganismo alimenta tutto il nostro processo vitale. Ogni essere vivente
ha bisogno di energia e di forza. Il processo sanguigno elabora, fuoco organico,
tutta la luce e il calore di cui ogni cellula del nostro corpo ha bisogno. Siamo
una roveto ardente: ogni istante della nostra storia si compie grazie a questo
fuoco che nelle nostre viscere. Esso si rivela abitualmente nella temperatura
ottimale, segno di fisiologia perfetta. E si altera per un super lavoro, nelle
situazioni di pericolo e di infermit. Siamo tutti vita di fuoco.
Dobbiamo acquisire la consapevolezza che possiamo porre fine alla relazione
violenta persona-natura. Possiamo chiudere un ciclo di relazione polemica
e aggressiva con la Creazione, trattata come oggetto infinitamente manipolabile.
Occorre criticare, mettere in dubbio la concezione dominante di razionalit.
Essa si sta affermando nel mondo occidentale, si sta diffondendo in tutta la Terra.
E distrugge altre concezioni della vita. Per giungere ad una spiritualit
ecologica, il passaggio obbligato decolonizzare la mentalit
calcolante. Essa vede solo quantit, conteggi, combinazioni. Possibilit
e opportunit in prospettiva di utili, di interessi, di potere economico
e politico. E sta rendendo impossibile la vita stessa. Il mondo in cui viviamo
ce lo dice: notte e giorno, quattro stagioni allanno. Per rispondere alle
sfide globali del nostro tempo non basta lecologia: serve una svolta sapienziale
e simbolica. Occorre una spiritualit, una spiritualit ecologica.
Per una relazione pacifica dellessere umano con lintera
realt naturale. Con il cosmo, la Creazione.
(Leandro Janni
- 15/7/2006)
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Commento 1355 di Carlo Sarno del 10/08/2006
Caro Leandro , mi rende lieto il tuo appello sincero ad una "spiritualit ecologica" , un concetto di ecologia che estende l'idea di equilibrio ed armonia ad una visione integrale del cosmo, inteso come sintesi di materia e spirito.
Mi viene in mente ad esempio l'idea di estetogenesi cosica formulata da Paolo Soleri con la sua ricerca Arcologica, radicata nei principi dell'Architettura Organica, che sfocia in una ecologia dell'uomo inteso come totalit, essere razionale e compassionevole capace di comprensione e amore verso la natura.
E che dire poi di Hundertwasser e della sua concezione delle "cinque pelli" dell'uomo, dove si passa dalla pelle ai vestiti, poi all'architettura, all'ambiente antropizzato e infine al cosmo intero.
Ma ancor pi mi sembra utile Leandro citare qui la Carta dei Cristiani per l'Ambiente , presentata ad Assisi il 5 giugno 2004, che bene divulgare per comprendere meglio l'importanza di una "spiritualit ecologica" .
Auguri a tutti una buona lettura e riflessione, cordialmente Carlo.
( brano tratto dal sito www.ambienteazzurro.it )
La cultura ambientalista che ha dominato la scena mondiale negli ultimi trenta anni stata caratterizzata da un accentuato relativismo filosofico e morale.
Le attivit lavorative e l'identit umana sono state criticate oltremodo ed accusate di tutti i mali del pianeta.
In questo contesto la stessa concezione giudeo-cristiana come espressa dalla Genesi stata rifiutata.
Agli albori di questo terzo millennio, Roberto Leoni, presidente Sorella Natura, Rocco Chiriaco, presidente Movimento Azzurro, Saverio Quartucci e Vincenzo Tuccillo, presidente e vicepresidente di Ambiente azzurro e Antonio Gaspari direttore di Green Watch News, hanno sentito la necessit di manifestare la propria identit cristiana nel proporre una cultura ambientale coerente con gli insegnamenti della dottrina sociale della Chiesa.
Per questo hanno stilato una "Carta dei Cristiani per l'Ambiente" al fine di riunire le tante realt associative in un progetto finalizzato alla lode e salvaguardia del creato secondo i principi dell'umanesimo cristiano e della difesa del bene comune.
La Carta dei Cristiani per l'ambiente stata presentata ad Assisi il 5 giugno 2004, giornata mondiale dell'ambiente.
CARTA DEI CRISTIANI PER L'AMBIENTE
Laccresciuta sensibilit nei confronti del creato sicuramente un fenomeno che indica un pi alto livello di civilt e una maggiore attenzione ai diritti di esseri non umani.
Quello a cui assistiamo oggi per fa parte di quella babele dei diritti in cui per moda o peggio per ideologia si propongono utopie radicali in cui la difesa degli animali, della flora e del mondo inanimato viene contrapposta alla vita umana.
Assistiamo ad un ritorno dellutopismo romantico, dove prevalgono pessimismo, catastrofismo, irrazionalit, trasgressione, pensiero magico.
Il tentativo della cultura ambientalista dominante quello di capovolgere il mandato di Dio indicato dalla Genesi: Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la Terra, soggiogatela e dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e su ogni essere vivente che striscia sulla Terra (GN 1,28).
Luomo, posto da Dio nel giardino dellEden perch lo coltivasse e lo custodisse, stato considerato da una certa cultura ecologista il peggiore dei nemici. Addirittura il cancro del pianeta.
E la natura stata divinizzata al punto tale da essere adorata come Gaia.
Da questo punto di vista, lapproccio e la soluzione dei problemi ambientali stato stravolto, perch la crescita civile e lo sviluppo economico, lavorativo, tecnologico e scientifico dellumanit sono stati considerati come aggressioni alla madre Terra
In questo contesto e rilevante notare le differenze che esistono tra lideologia che caratterizza le maggiori associazioni ambientaliste e il pensiero cristiano.
--Per un cristiano luomo fatto ad immagine e somiglianza di Dio. Per una certa cultura ambientalista luomo cancro del pianeta.
--Per un cristiano la crescita demografica una benedizione del Signore, per gli ambientalisti una disgrazia, la causa di tutti i mali.
--Noi cristiani abbiamo una visione teocentrica che tende alla verticalit, dove il creato ci stato messo a disposizione del Signore per curarlo, svilupparlo e governarlo.
Mentre il movimento ambientalista ha una visione orizzontale che tende verso il basso, con la tendenza a divinizzare la fauna e la flora.
--Il Dio in cui noi cristiani crediamo buono, e ama alla follia lumanit, mentre il movimento ambientalista parla di Gaia, una Dea pagana ostile e vendicativa che si ritorce contro luomo per ogni sua azione.
Per questi motivi auspichiamo la nascita di una pi avanzata cultura ambientale che attraverso le strade della fede e della ragione giunga alla scoperta della verit.
Proprio in questi anni a cavallo del nuovo millennio, durante i quali abbiamo vissuto e viviamo lapparente paradosso della coincidenza fra il pi elevato livello di modernit industriale mai raggiunto, avvertiamo il bisogno dellaffermazione di una cultura ambientale in cui luomo sia fedele al mandato biblico come custode responsabile dell'ambiente nel quale posto a vivere.
Una cultura ambientale che guardi alluomo con pi ottimismo
Un uomo che non maledizione ma benedizione del pianeta.
Uomo che ricchezza e non impoverimento per il mondo.
Uomo la cui prole suscita speranza e non disperazione.
--Un ambiente inteso come casa e come risorsa.
Un ambiente che si arricchisce del lavoro delluomo e che moltiplica i suoi frutti grazie allo sviluppo ed allapplicazione delle nuove tecnologie.
Auspicando, una maggiore responsabilit etica delluomo verso lambiente affinch lessere umano, unica creatura dotata del libero arbitrio, soprattutto se occupa posizioni di responsabilit, di amministrazione o governo, assuma decisioni mirate al bene collettivo ed alla salvaguardia e valorizzazione della risorsa ambiente, progettandone e favorendone la pi equa fruizione e distribuzione possibile tra tutti gli esseri umani ed incoraggiando a ci i popoli di ogni continente.
--Coniugare la ricerca scientifica e le applicazioni tecnologiche in una dimensione etica dello sviluppo economico significa corrispondere allamore del Creatore.
In questo modo il benessere e lo sviluppo dellumanit risplender nella bellezza del creato.
Prega, lavora e sii lieto ha insegnato San Benedetto
Laudato sii mio Signore per fratello sole, sorella luna, sorella acqua.... ha recitato San Francesco
Luomo fine dello sviluppo e del generare di tutto luniverso, ha insegnato San Tommaso
La tecnologia che inquina pu anche disinquinare, la produzione che accumula pu distribuire equamente, a condizione che prevalga l'etica del rispetto per la vita e la dignit dell'uomo, per i diritti delle generazioni umane presenti e di quelle che verranno Ha detto il Pontefice Giovanni Paolo II
La difesa della vita - ha sottolineato il Santo Padre- e la conseguente promozione della salute, specialmente nelle popolazioni pi povere e in via di sviluppo sar ad un tempo il metro e il criterio di fondo dell'orizzonte ecologico a livello regionale e mondiale
Quanto affermato ha, oltre alla valenza religiosa che attiene ad una scelta di coscienza individuale, una valenza etica che coinvolge anche tutti coloro i quali, anche se non cristiani o non credenti, si ritrovano nei valori etici che accomunano la pi antica sapienza e saggezza dellumanit in ogni tempo ed in ogni cultura.
Questa la cultura ambientale che i sottoscritti riconoscono come coerente con lumanesimo cristiano del giusto del bello e del buono e per questo la promuoviamo.
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