Riso amaro
di Ugo Rosa
- 2/5/2005
Sebben che siamo donne
paura non abbiamo
abbiam delle belle buone lingue
abbiam delle belle buone lingue
e voialtri signoroni
che ci avete tanto orgoglio
abbassate la superbia
e aprite il portafoglio
A leggere lultimo numero di Casabella dedicato alle donne in architettura, mi viene voglia di riesumare la Kollontaj, comprarmi una copia nuova di zecca dellautobiografia di Angela Davis, stampigliarmi sulla maglietta la scritta Io sono mia e organizzare subito uno di quei bellissimi collettivi di una volta in cui si discuteva del femminile e si faceva autocoscienza. In un delirio di contrizione autodistruttiva mi sento perfino di andarmi a leggere tre pagine di seguito di Luce Irigarayinsomma cari miei, lo confesso, mi viene di diventare femministo. Subito dopo liberare la mia vera indole e iscrivermi allarcigay come lesbico.
Si comincia dalla prima riga con i distinguo, le precisazioni, le cautele e le scuse: vero che abbiamo fatto questo numeroper non lo volevamo farenoi badiamo alla qualitil sesso cinteressa relativamente tuttavia vero chema anche innegabile chedaltra parte non si pu certo dire che
Non avessi il pisello manderei una letterina a Babbo Natale per farmelo trovare sotto lalbero.
Ma, dico, possibile prendere sul serio unantibarbie istituzionalizzata che ci racconta che nel suo caso stato il mio carattere stravagante piuttosto che il fatto di esser donna a rendere pi complicato il mio inserimento in una cultura diversa (Zaha Hadid) oppure stare a sentire senza incornare il tavolino a testate che importante che ogni architetto, uomo o donna che sia, riconosca la capacit dellaltro di svolgere la professione allo stesso livello (Odile Decq)? Tutto questo per la non indifferente somma di euro dieci e cinquanta? Allo stesso costo, scusate tanto, me ne vado in un cinemino dessai a vedermi due film di Franco e Ciccio e con il sunto ci tengo una conferenza sul come e sul perch il femminismo non poteva non finire com finito.
Se sono fortunato, con la cena che mi offrono in quanto conferenziere fuori sede ci recupero anche il prezzo del biglietto.
E bello, in ogni modo, che larchitetta Pinos dichiari che quando si hanno chiari i propri obiettivi si devono affrontare le difficolt per quello che sono, senza stare l a pensare se siano dovute allessere bianco o nero, uomo o donnasi tratta solo di ostacoli da superare e niente di pi. Magari se lo si fosse detto subito a quelli che a Dachau rompevano le scatole con la bizzarra pretesa che i loro guai derivassero dallessere ebrei sarebbe stato ancora pi bello: cari, sollevate quella benedetta Kippah e mettetevi in testa una cosina meno appariscente, sappiate, infatti, che il vostro problema non consiste nel fatto che siete ebrei, solo che dovete imparare a superare gli ostacoli. Avremmo cos aggiustato la cosa come si fa tra personcine civili. Bastava anche spiegarlo ad Amina un po prima che la lapidassero, allora s che sarebbe stata tutta un'altra storia. Sai le risate dei lapidatori. E come stare a una riunione di famiglia con Jader Jacobelli che modera il nulla mentre la nonna si mangia i pasticcini e di nascosto butta il t nella pianta: gutta cavat lapidem fa Carme Pinos, io, per parte mia, ho infranto tutte le barriere risponde sussiegosa la Hadid, Non vorrei omettere lapprezzamento richiesto su Zaha Hadid sussurra suadente Flora Ruchat. Laria rarefatta, gira la testa e qualche amica si appisola: Occuparsi di architettura positivo in generale (Elsa Prochazka) unaltra gi ronfa nel 1999 sono stata intervistatain quelloccasione dissi: anche nellambiente dellarchitettura esiste una differenza tra uomini e donne (Odile Decq).
Al buffet invece, nellindecisione tra una tartina e un vol au vent, ci sinfervora: Sono fermamente convinta che, a differenza degli uomini, le donne godono di un vantaggio (che forse anche uno svantaggio): possono scegliere (Odile Decq) sono cose che scuotono; tant che, alla fine, si propende per il buccellato della zia Clementina che, almeno, ha il vantaggio (che a volte, bisogna dirlo, anche uno svantaggio) dessere fatto in casa: La donna ha molto da offrire al mondo del lavoro (Carme Pinos). Capito o no?
E un piacere, per, notare che, in tutto questo fuggi fuggi, la vecchia guardia non molla, sentiamo che ha da dire Gae Aulenti: il sapere costituito dai processi che lo determinano e larchitettura non n un piacere solitario n la ricerca di un linguaggio che escluda la soggettivit artistica, ma potenzialit critica che prepara gli strumenti che serviranno proprio a definire una specificit della disciplina. Come potete vedere abbiamo ancora, feriti ma invitti, sia la potenzialit critica sia la specificit della disciplina, e a coprirgli la ritirata ci sono i processi che la determinano senza per questo prendere sotto gamba la questione della soggettivit artistica. Credetemi, quello s che era vivere.
Insomma cari miei: il femminismo di sicuro messo male, ma se lo stato dellarte questo, le femmine darchitetto stanno anche peggio. Non c da meravigliarsi, visto che larchitettura ormai diventata un mestiere del cazzo.
(Ugo Rosa
- 2/5/2005)
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Commento 897 di Mara Dolce del 11/05/2005
Casabella dimostra che la banalit come lintelligenza non ha sesso, che la buona come la cattiva architettura non appannaggio maschile piuttosto che femminile. Fatto cos questo numero era meglio non farlo, non serve a niente e a nessuno. Di fatto, un problema delle donne nella professione e in questo caso nellarchitettura, esiste, ma un problema generale: gli uomini fanno carriera, le donne lavorano.
La differenza tra una architetta che lavora e una architetta di successo, che questultima un bel giorno ha deciso di far carriera piuttosto che di sbarcare il lunario. Le donne, (e questo non lo dico io, ci sono tonnellate di pubblicazioni in proposito,) non sono educate allassunzione del rischio e mal sopportano gli errori che commettono. Gli uomini sbagliano e si rimettono in gioco con pi coraggio.
Sono questi, e non la solita lagna del maschilismo ( che esiste in parte ) alcuni dei motivi che impediscono alle donne di occupare posti di potere.
Casabella avrebbe forse dovuto sottolineare questo punto di eccellenza delle architette intervistate: sono donne che, al di l delle cose pi o meno sensate che hanno dichiarato, sono riuscite a superare condizionamenti e difficolt oggettivamente maggiori per una donna che decida di fare questo lavoro esponendosi in prima persona.
E poi penso allassociazione donne architette dellOrdine di Roma, esiste qualcosa di pi patetico? A parte incontrarsi per partorire collettivamente superflue e oziose riflessioni , lunico apporto utile che potrebbero dare politico: si sono per caso accorte che dai dati nazionali dellInarcassa, nel nord come nel sud le architette italiane guadagnano esattamente la met degli uomini? Come mai?
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Commento 899 di Vilma Torselli del 16/05/2005
Il femminismo di ritorno, che ha perso ogni mordente, perch non c pi niente da mordere, e sfoggia un pacato equilibrio annacquato di qualunquismo, dopo che le battaglie femministe hanno dato alle donne uno spazio che esse stesse non sono state capaci di prendersi, il modo pi o meno elegante che il genere femminile ha scelto oggi per una strisciante e dignitosa marcia indietro, dopo aver sperimentato che, in fin dei conti, il potere ha i suoi aspetti negativi, frustranti e stressanti e logora anche chi ce lha.
Personalmente sono sempre stata molto lieta del pregiudizio discriminante che mi ha proibito di fare la minatrice, o la camalla, e che non mi ha mai impedito, invece, di fare larchitetto, nei limiti delle mie potenzialit intellettive e delle mie capacit generali, probabilmente ho avuto vita facile, o mi sono accontentata, o ho mediato tra le molte cose che una donna vuole dalla vita, cio un po tutto, rinunciando un po a tutto.
Diversamente da come lo avrebbe fatto un uomo, perch non sono un uomo.
Per libera scelta, come fanno molte donne, non necessariamente architetti, perch le donne hanno rispetto agli uomini priorit diverse, un cervello strutturato diversamente, come ormai la scienza ha dimostrato, una diversa visione del mondo, una costituzione fisica diversa, interazioni ormonali specifiche, partoriscono, hanno il ciclo mensile, la sindrome premestruale, insomma sono DIVERSE.
Sar forse per questo che ci sono meno donne che uomini architetti, dato inoppugnabile, statistiche alla mano, di cui il genere femminile non ha nulla da vergognarsi, perch le donne vogliono fare dellaltro, magari le veline, ambito nel quale, invece, gli uomini sono tenacemente discriminati.
Insomma, il tira e molla di Casabella non spezza nessuna lancia a favore delle donne, architetti o meno che siano, semmai ne mette in risalto incertezze, debolezze, ovviet e superficialit mettendo le mani avanti con tutti i suoi distinguo, le precisazioni, le cautele e le scuse. Ma se gli architetti, come gli angeli, non hanno sesso, perch mai Casabella distingue? E se invece il sesso ce lhanno, perch Casabella non ha mai dedicato, che mi risulti, un numero agli architetti uomini?
Mi aspetto dissenso e proteste dalle femministe, dalle donne-architetto e probabilmente anche dallassociazione donne architette dellOrdine di Roma, in compenso, credo che avr leterna riconoscenza di Ugo Rosa.
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Commento 948 di Guidu Antonietti del 05/09/2005
Aux amis Italiens qui lisent le franais, je propose ce topic
/ Larchitecture au fminin / - lire sur le forum de aRoots
http://www.aroots.org/forum2/topic_architecture_338.html
Grazie
Guidu Antoniettti
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