Introduzione ad Eisenman
di Antonino Saggio
- 19/3/2004
Luned 22 marzo Peter Eisenman ricever la Laurea Honoris Causa
accordatagli dall'Universit di Roma La Sapienza, Facolt di Architettura
L. Quaroni.
Per l'occasione Eisenman terr una conferenza dal titolo "Il Futuro
della Storia" con l'introduzione di Antonino Saggio che, vista l'importanza
dell'evento, ha concesso ad antiTHeSi di pubblicarla in anteprima. Ringraziamo
Saggio per l'occasione data ad antiTHeSi ed ai suoi lettori.
In Occasione della conferenza di Peter Eisenman "Il Futuro della Storia" per la Laurea in Honoris Causa accordata all'architetto da l'Universit di Roma La Sapienza, Facolt di Architettura L. Quaroni
In Roma 21 marzo 2003
La posizione di Peter Eisenman nello scenario internazionale dell'architettettura
chiara e forte. Egli il grande teorico di un'architettura
intesa come pratica critica.
Cerchiamo di intenderci. Cosa vuol dire un'architettura come pratica critica?
Vuol dire fondare la progettazione prima e la realizzazione poi sulla coscienza
che l'architettura appartiene innanzitutto al mondo della ricerca intellettuale
e solo successivamente ai materiali che le sono propri. E cio agli spazi,
alla costruzione, alla funzione, alla tettonica, che sono tutti soggetti ad un
pensiero superiore, ad una ratio superiore, di cui essi sono, appunto, i materiali.
Eisenman, da questo punto di vista, prima di tutto un intellettuale,
in secondo luogo un didatta, in terzo luogo un architetto operante. Naturalmente
non si tratta di una gerarchia ma di un intreccio indissolubile. Ma
importante capire che Eisenman architetto, in quanto didatta e in quanto
intellettuale, ed a sua volta intellettuale, in quanto architetto e
didatta.
Eisenman studia i temi del pensiero contemporaneo nei campi della Filosofia,
delle Scienze, delle Arti cercando quei nessi che consentano alla sua architettura
di essere di questi pensieri "pratica critica" e cio ad un
tempo conoscenza e interpretazione della realt.
L'opera di Eisenman pone la realt sotto la grande lente deformante e
illuminante ad un tempo del pensiero contemporaneo. E questa lente, come quella
di un orefice, serve ad un tempo a conoscerla quella realt ma anche
a lavorarci per trasformarla come, appunto, deve fare chi chiamato
come gli architetti a operare sulla realt.
Ricordate il progetto del Triangolo Klingelhofer a Berlino del 1995 basato su
una serie di morphing a partire dallo schema di un orologio?
I temi della sua indagine in quasi mezzo secolo di lavoro si sono succeduti a partire
dal lavoro dei suoi due padri, Colin Rowe e Noam Chomsky, per proseguire con
i filosofi francesi degli anni Ottanta (troppo noti per essere ancora ricordati
nei nomi di Foucalult, Guattari, Deleuze, Derrida se non per ricordare che con
alcuni di essi Eisenman ha firmato progetti) e ancora avanti negli anni Ottanta
e Novanta nelle sfere della Scienza, della Matematica, della Tecnologia.
L'architettura dunque pratica critica perch la connette con
il pensiero contemporaneo nel nesso conoscenza-interpretazione, ma dall'altra
pratica critica nel processo del suo stesso farsi.
Cerchiamo, di nuovo, di intenderci. Alla base dei progetti e delle costruzioni
di Eisenman non c' uno "schizzo", e cio la prefigurazione
sintetica di un'idea spaziale, ma sempre un diagramma.
Cosa vuol dire avere alla base di un progetto un diagramma invece di uno schizzo?
Vuol dire, appunto, basare anche lo sviluppo del progetto d'architettura su
una riflessione critica.
Il diagramma non prefigura soluzioni, ma indica possibili strade che, lungo la
storia del progetto, l'architetto deve dipanare muovendo quelle linee reti diagrammatiche,
quelle relazioni articolandole nello spazio, interpretando la loro natura alla
luce del variare delle forze in campo.
Vale la pena di ricordare che questo modo di fare e di pensare ha influenzato
migliaia di architetti di oggi?
A voi Peter Eisenman.
Nel sito http://www.citicord.uniroma1.it/saggio/
locandine, news, foto.
(Antonino Saggio - 19/3/2004)
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Commento 699 di Mariopaolo Fadda del 20/03/2004
Antonino Saggio d ripetutamente dellintellettuale a Peter Eisenman. Speriamo che il buon Peter non lo prenda come uninsulto. A Ivy, che in una recentissima intervista per AR gli chiede La sua una ricerca intellettuale?, cos risponde:
Sono interessato alla ricerca intellettuale, ma non mi considero un intellettuale. La domenica faccio le parole crociate di Times, leggo gialli, guardo Internet e gioco il solitario. Non chiamerei tutto ci intellettualmente stimolante. Mi alzo alle 5:30 del mattino e alle nove ho gi scritto quello che ho bisogno di scrivere e letto quello che ho bisogno di leggere. E sono a posto. Il resto del giorno, il tran-tran professionale di architetto, non lo chiamerei una ricerca intellettuale.
P.S. Chi volesse, pu leggere lintera intervista al seguente indirizzo:
http://archrecord.construction.com/...
Tutti i commenti di Mariopaolo Fadda
Commento 702 di Carla Ricci Roma del 23/03/2004
Un'altra occasione persa per gli studenti di Architettura.
Ieri nell'Aula Magna de La Sapienza, Peter Eisenman ha tenuto una delle conferenze pi interessanti degli ultimi cinque anni...peccato che ci siamo persi met di quello che diceva. Ho passato tutto il tempo a sforzarmi di captare qui e l il senso del discorso, perch, naturalmente, l'Universit non pu permettersi di pagare un traduttore che ci facilitasse la comprensione di concetti come METAPHYSIC, che non proprio come parlare delle mele che si comprano al mercato. Davvero un gran peccato.
Peccato anche che tutti gli esimi professori e i rampanti architetti dell'ultima generazione, che pure abbiamo riconosciuto tra i presenti, non abbiano colto l'occasione di porre domande all'esimio architetto. Evidentemente sanno gi tutto. Beati loro! io da parte mia ho solo dubbi e se fossi riuscita a seguire la logica del discorso , state certi che le domande non sarebbero mancate. Porre domande un modo per far circolare le idee, per rendere partecipi, coloro che lavorano in uno stesso ambito, di quello che c' di nuovo nell'aria, un modo per creare un ambiente diffuso pi accogliente per il "fare architettura". L'architettura non deve essere materia per pochi, non un affare d'lite...
Peccato, infine, non aver visto nessuno della Facolt di Valle Giulia...
a conferma che le idee chi ce l'ha se le tiene per s e chi non sa non ha nemmeno l'umilt di domandare.
Tutti i commenti di Carla Ricci Roma
Commento 703 di Mara Dolce del 23/03/2004
Poco tempo fa la facolt di Valle Giulia di Roma, ha dato la laurea Honoris causa allarchitetto argentino Clorindo Testa. Le celebrazioni per il decennale dellUniversit degli Studi di Ferrara , si sono concluse con la Laurea Honoris Causa allo svizzero Peter Zumthor. Ieri, la facolt Ludcovico Quaroni, ha dato la laurea Honoris causa allamericano Peter Eisenman: Carla Ricci nel suo commento ci assicura che stata la conferenza pi interessante degli ultimi 5 anni, se solo ne avesse captato l'altra met .
Che cosa significano queste lauree Honoris Causa?
Che ci vogliono dire i presidi delle facolt con queste operazioni culturali?
Si tratta per caso di un vuoto della linea di facolt che si cerca di riempire -in assenza di un pensiero proprio- con quello di personaggi pi o meno autorevoli?
O forse lennesima operazione poltica di presidi di facolt, ormai ridotti a burocrati che, obbligati allautonomia, sono in cerca di consensi che poi si trasformino in matricole?
Lucio Barbera e` il nuovo preside della facolt Ludovico Quaroni, si appena installato.
La prima operazione che ha fatto da preside stata quella di investire a Honoris il noto architetto americano: che dobbiamo pensare? Che quella sar la nuova linea della Ludovico Quaroni?
O che altro? Lavr spiegato il professor Barbera perch fosse cos urgente questa Laurea honoris causa?
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