Ravello
di Luigi Prestinenza Puglisi
- 14/2/2004

Sicuramente gli ambientalisti avranno buone ragioni per tentare di bloccare
la costruzione dellauditorium di Niemeyer a Ravello. Io per,
che sono per la costruzione, vorrei provare a elencare le mie, partendo da un
altro contesto ambientale altrettanto delicato: Venezia. Nel 1953 proprio nella
Serenissima Frank Lloyd Wright, il pi grande architetto del novecento,
o come lui stesso si autodefiniva non senza immodestia, il pi grande
architetto degli ultimi cinquecento anni, propose di realizzare una costruzione
sul Canal Grande: il Masieri Memorial. E , anche a vederlo oggi, un progetto
sorprendente che avrebbe arricchito lItalia, forse lEuropa in
quanto sarebbe stata lunica opera sul nostro continente del grande architetto
americano. La risposta dellamministrazione competente non fu negativa:
un no secco. Fu un no burocratico: cio un forse, poi un mezzo rifiuto,
poi un mi dispiace. Infine laccantonamento del disegno in un archivio
polveroso dove forse oggi si trova in compagnia di un altro strabiliante ma
rifiutato progetto per la stessa Venezia, questa volte un ospedale, disegnato
da Le Corbusier. Andiamo adesso in unaltra citt: la Berlino prima
della caduta del muro. Qui, negli anni ottanta, furono invitati i migliori architetti
contemporanei: molti stranieri, in barba a qualunque sciocco sciovinismo. Realizzarono
numerose opere, alcune riuscite altre meno. Oggi , anche grazie a questo piano
intelligente e illuminato, Berlino una delle pi attraenti capitali
europee. Ma, si dir, la Costiera Amalfitana non Berlino. E
molto pi delicata e non tollererebbe lopera delluomo.
E vero, lo . Ma lopera delluomo, quando
ben diretta, migliora e non peggiora il paesaggio. Due esempi in proposito.
Il primo a qualche chilometro di distanza da Amalfi. E la villa Malaparte
a Capri nata dallincontro/scontro tra un architetto razionalista, Adalberto
Libera, e uno scrittore raffinato ma prepotente, Curzio Malaparte, che a un
certo punto mand al diavolo il progettista trentino per fare di testa
sua. Cosa sarebbe quello scoglio senza unopera cos forte e, allo
stesso tempo, cos contestuale? Laltra costruzione pi
lontana, sta vicino Pittsburgh negli Stati Uniti, ed di quel Wright
a cui abbiamo negato il piacere di costruire a Venezia. E la celeberrima
Casa sulla cascata, un capolavoro che ha trasformato una insignificante cascatella
in una icona figurativa del nostro secolo; guardare per credere: lillustrazione
si trova in tutti i manuali di storia dellarte. Torniamo a Niemeyer.
E larchitetto brasiliano allaltezza di un compito tanto
difficile quanto quello di costruire a Ravello? Direi di si. Nel suo curriculum
figura Brasilia ma soprattutto vi sono decine di capolavori realizzati per un
paesaggio non meno delicato, quale quello brasiliano. Numerosi architetti contemporanei,
tra i quali Zaha Hadid, Rem Koolhaas e Peter Cook, citano Niemeyer come uno
dei loro maestri. E a oltre novantanni non si pu certo accusarlo
di inesperienza. Ravello ha bisogno di un auditorium e,quando si ha una occasione
del genere, non si pu, credo, ricorrere agli strumenti dellordinariet.
Gestire la quale porta alla banalit. Che certo meglio dellillegalit
dellabusivismo, ma che non basta per fronteggiare un paesaggio eccezionale.
Quale il pericolo che io vedo? Che, ammesso che il progetto di Niemeyer,
la spunti, si voglia poi fare tutto in economia, allitaliana, lesinando
sul progetto esecutivo, sui materiali e sulla costruzione, con la pratica scellerata
del massimo ribasso. Leccezionale, permettetemi il paradosso, deve esser
fatto al massimo rialzo. Come diceva un tale ai suoi studenti: Michelangelo
non dipingeva sulla carta da pacchi, n scolpiva sul gesso.
Luigi Prestinenza Puglisi
http://www.prestinenza.it
(Luigi Prestinenza Puglisi - 14/2/2004)
Per condividere l'articolo:
![]() |
Altri articoli di Luigi Prestinenza Puglisi |
![]() |
Invia un commento all'articolo |
![]() |
Stampa: "Ravello.pdf" |
Commento 667 di Beniamino Rocca del 17/02/2004
Ha ragione Luigi Prestinenza Puglisi quando dice .non si pu, credo, ricorrere agli strumenti dellordinariet. Gestire la quale porta alla banalit. Che certo meglio dellillegalit dellabusivismo, ma che non basta per fronteggiare un paesaggio eccezionale.; ma si sa, la banalit, la mediocrit, sempre ben accetta . E lintelligenza che, di norma, viene rifiutata dalla gente, figuriamoci la genialit di un architetto brasiliano.
In Italia, poi, si confonde sempre l edilizia con l architettura. Per questo le associazioni ambientaliste hanno avuto cos successo e sono cos numerose e potenti. Sono ormai veri e propri partiti politici (come il ritiro del ricorso da parte di alcune associazioni ambientaliste ben testimonia).
Larchitettura artificio e, inevitabilmente, lartificio architettura modifica la natura.Tra architettura e natura vi uno scambio, un gioco di dare ed avere in cui larchitettura d forma al proprio tempo esprimendo nel bene e nel male il modo politico di organizzare la societ. E un modo, forse impietoso, ma profondamente vero e sincero di dare conto del livello di civilt di una societ. Su queste tematiche avrei voluto che si cimentasse un po di pi un critico giovane e bravo come Prestinenza Puglisi.
Proprio per queste profonde implicazioni tra fatti amministrativi, modifiche del paesaggio, architettura costruita, legislazione vigente, occorre guardare con attenzione ed in profondit al caso Ravello.
Trovo troppo timido Prestinenza Puglisi quando, dopo una bella disquisizione sui fatti storici raccontati, chiude il suo articolo individuando solo il pericolo nelleventuale costruzione in economia dellauditorium (ed a tale proposito doverosa una precisazione ai lettori di Antithesi: la sciagurata legge Merloni non ratifica il massimo ribasso- lo prevede solo se le imprese partecipanti sono meno di cinque - la norma per laggiudicazione dei lavori , giustamente, la media ponderata con lo scarto dellofferta pi alta e quella pi bassa. Lo preciso, perch la sacrosanta lotta per abrogare la Merloni deve essere fatta sulle vere cause per cui in Italia si continuer a produrre edilizia e non architettura e non su informazioni incomplete. E sarebbe bello se Prestinenza Puglisi ed altri importanti critici darchitettura come lui volessero saperne un po di pi su questa pessima legge.) perch una semplificazione marginale delle grandi questioni in gioco e potrebbe generalizzare tra gli amministratori lerrata convinzione che l architettura sia sempre costosa .
Il fatto che siano scesi in campo anche noti urbanisti e lInu contro il progetto Niemeyer a salvaguardia della legalit urbanistica, questione che dovrebbe preoccupare i critici darchitettura .
Questi personaggi sono i teorizzatori della Pianificazione, della Idea di Piano che tutto risolve attraverso la cultura dello standard e dei retini ed il rispetto della normativa urbanistica . Non hanno ancora capito che quello che decide, giorno per giorno, della qualit del paesaggio costruito la Gestione urbanistica . La verit, a mio modo di vedere sintende, che un piano regolatore deve essere innanzitutto unostrumento della gestione urbanistica, una costruzione di occasioni pubbliche di contrattazione della trasformazione del territorio per esprimere al meglio le necessit di quella comunit che, democraticamente, si scelta degli amministratori che la rappresentano.
Insomma, costruire significa imprimere il segno delluomo su un paesaggio che ne rester modificato per sempre e contribuire a quel processo di lenta trasformazione che l essenza stessa della vita della citt, cos come della costiera amalfitana.
Commento 671 di isabel Archer del 18/02/2004
Il paragone non regge
Domus, n. 605, 1980.
Cable from Milan/Casa come me
I nostri rapporti con specifici eventi, o immagini nel tempo, sembra talora si concentrino su frammenti, disparati e ossessivi, della nostra esperienza: siamo giocatori ed osservatori ad un tempo, come al biliardo. ()
La Casa di Malaparte, come la pens Libera, una casa di riti e di rituali, una casa che immediatamente ci riporta, con brivido, ai misteri e ai sacrifici egei: un gioco antico in una luce italiana. Ha a che fare con gli dei primitivi, e con le loro implacabili richieste. Con linghiottire pietre e foglie e restituirle come mare e cielo. Con lo scegliere il bene o il male, e con linevitabile pathos dellerrore. Con il vuoto delle caverne e linaccessibilit del sole. Con il rifiuto dellastrazione e l'incanto lirico. Ed anche con i dilemmi e i problemi del tempo nostro. ()
Allesterno, il dramma nel panorama, ed ha altri valori. E il dramma delluomo e della natura, della nascita e della morte, della espansione e della compressione, del sacrificio e dellaccettazione.()
Isolata, esclusa, la casa Malaparte di Libera un paradossale oggetto che si consuma in solitudine, pieno di storie senza risposta. Un relitto sulla roccia, dopo il ritiro delle acque. Un sarcofago di voci segrete, sussurranti di fati ineluttabili.()
John Hejduk
Mi spiace molto aver dovuto "sintetizzare" questo bellissimo articolo, ma per dirle, gentile LPP, che un progetto architettonico dovrebbe ispirare tutto questo e molto altro.
Isabel Archer
Commento 4781 di isabella guarini del 09/04/2007
Caro LPP. conserver il tuo scritto su Ravello in forma cartacea, i riferimenti alla storia dell'architettura moderna. Ma vengo alla questione di Ravello, che, secondo me, stata gestita maldestramente. Non condivido l'intervento del nuovo auditorium, in quanto non lo trovo compatibile con il contesto paesaggistico. Ci non significa che non si possa fare a Ravello, o sulla costiera, un edificio "moderno", ma bisognerebbe far riferimento a un modello pi efficace. Penso alla lezione di Le Corbusier per Venezia, in quanto indica un principio insediativo evocato dalla natura stessa della citt. A parer mio il bianco guscio extradossato sui crinali di Ravello una forzatura che potrebbe essere risolta con una doppia struttura, una esterna a giardino pensile, l'altra interna a guscio, come l'Orecchio di Dioniso. Il Mattino ha pubblicato questa mia idea. Apriti cielo e terra! Ho ricevuto persino insulti da un fantomatico comitato di cittadini, di quei Ravellesi che, senza meriti, rappresentano il pi alto reddito pro capite nella Campania dei rifiuti e dei morti ammazzati. Con stima, Isabella Guarini
[Torna su]
[Torna alla PrimaPagina]