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Ci sono 2 commenti relativi a questo articolo

Commento 377 di Carlo Sarno del 19/07/2003


La critica organica oppure non critica ... Bruno Zevi insegna. La vera critica nasce dall'interno del fenomeno, da una intuizione critica che unisce sentimento e conoscenza per una globale e organica comprensione.
Non si pu osservare senza "sentire" ... occorre immergersi nel processo generativo storico e rendersi partecipi con il proprio personale, libero e creativo punto di vista.
La critica organica si origina sempre dalla realt fattuale delle opere che riflettono le matrici teoriche che le hanno generate.
Allontanarsi dalle "opere", dalla "natura organica" della critica, significa perdersi in cerebralismi senza meta. Soltanto una storiografia critica libera e creativa genera vera conoscenza critica.
E qui rimpiango il classico " SAPER VEDERE " di Matteo Marangoni, o il pi recente " SAPER VEDERE L'ARCHITETTURA " di Bruno Zevi. La critica buona esiste, serve alla societ, ed aiuta a crescere e diventare uomini veri per costruire un futuro migliore,
Questa la critica organica!
Questa la critica che insegna a vedere il mondo e conoscerlo! Questa la critica che mi ha insegnato l'Architettura Organica!
Cordialmente, Carlo Sarno

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Commento 382 di Beniamino Rocca del 23/07/2003


Questa volta non sono d'accordo con Paolo che citando G. Botta...L'architettura un servizio che va offerto nel rispetto e nella salvaguardia della vita, della salute, della propriet e del benessere collettivo, afferma ci che avrebbe potuto dire Danilo Dolci.
Sono certo che Danilo Dolci mai avrebbe accettato di mettere il "benessere collettivo" dopo "la salvaguardia della propriet".
La citazione di Botta tipica del pragmatismo americano che trovo dannoso per l'architettura.
Almeno, per chi come me intende l'architettura come espressione di impegno civle innanzitutto, come espressione compiuta di civilt proprio perch l'opera d'architettura richiede pi intelligenze, pi mestieri, pi fatiche per realizzarsi.
L'architettura richiede amore per il proprio mestiere, ma anche amore per gli altri. Questa la cosa pi importante che per chi fa critica d'architettura non si sogna nemmeno di considerare il pi delle volte.
Dobbiamo fare belle case non solo per chi vi abita, ma anche per chi le guarda, per chi le avr di fronte tutta la vita e le vedr tutti i giorni quando va al lavoro, a scuola, a fare la spesa.
Le Corbusier diceva che le case devono essere " macchine per abitare"
ma intendeva dire che dovevano essere" perfette come macchine "comode e funzionanti, ben costruite. Diceva che l'abitazione doveva essere come un "paradiso terrestre" per la famiglia, ma l'universit e la critica d'architettura dominante ha saputo mistificare il suo credo adattandolo a ci che gli serviva.
Alla speculazione edilizia insomma.Il tutto per interpretando "pragmaticamente" le idee di Lecorbu.
Con una universit che sempre pi distante dall'impegno civile come si pu sperare che il mestiere dell'architetto, per me il pi bello del mondo, possa produrre finalmente architettura invece che edilizia?Quando la critica d'architettura si accorger che non si pu pi demandare questo mestiere agli ordini professionali, all'esame di stato ,alle universit, alla burocrazia di Asi e uffici tecnici e ...... alla sciagurata legge sui lavori pubblici:la legge Merloni?


p.s. un pubblico ringraziamento a Mara Dolce per avere segnalato il sito www.arcaso.com- anonimo purtroppo, ma da reclamizzare e sostenere

Tutti i commenti di Beniamino Rocca

 

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