Buon compleanno, Danilo.
di Paolo G.L. Ferrara
- 28/6/2003
"Sento ora necessario dichiarare che se saro' chiamato per uccidere o
collaborare anche indirettamente alla guerra mi rifiutero': non voglio
essere assassino".
Danilo Dolci
La lobby della guerra a tutti i costi sta prendendo corpo definitivamente. Lobby figlia di una guerra inutile, che non aveva altro scopo se non quello di alimentare i produttori statunitensi di armi (grandi elettori di Bush).
Berlusconi & C., lungimiranti come al solito, capirono immediatamente che laffare andava fatto. E lo hanno fatto, tant che, con il suo faccione giubilante, Giuliano Urbani cinforma dellavvenuta assegnazione allItalia dellappalto per la ricostruzione delle architetture storiche irachene danneggiate dai bombardamenti.
Mi dissocio assolutamente dal giubilo di Urbani: invece di vergognarci come ladri, esultiamo perch ..il nostro Paese sar parte integrante della ricostruzione.
Eccoli qua un p di migliaia di quei posti di lavoro famosi....
Come pensa Silvio Templar (al secolo Il Santo) di uscire indenne a livello dimmagine da una situazione che chiaramente frutto di una pianificata violenza ingiustificata e coperta ipocritamente da questioni umanitarie?
E che sia chiaro: lo stesso imbarazzo etico-morale varrebbe per qualsiasi altro schieramento politico. Il problema restano sempre e comunque gli interessi economici mossi da una guerra: prima spendo, poi guadagno.
Ma chi la pagher la ricostruzione? In che modo sopraffino ci faranno intendere che non tireremo fuori un euro? Ma come, lo stesso ministro Giuliano Urbani chiede agli italiani collaborazione (leggi: soldi) per salvaguardare e restaurare il patrimonio storico nazionale, e poi ci dicono che il nostro Paese sar avvantaggiato dalla ricostruzione in Iraq...? Chi ne sar avvantaggiato? Probabilmente solo i grandi gruppi, formati da societ edili e con dietro istituti bancari di primo piano. Ancora una volta la sfera dazione dellarchitettura combacia con gli interessi meschini delle lobby che muovono leconomia mondiale.
Ancora una volta larte architettonica usata quale paravento culturale per coprire le malefatte.
Unusanza che vale per i piccoli ed i grandi appalti, indifferentemente. E c da giurarci che la corsa alla spartizione degli appalti per la ricostruzione irachena sia gi iniziata, una spartizione non pi locale ma assolutamente planetaria. AllItalia il nobile e prestigioso compito di ridare vita alle meraviglie del patrimonio artistico, secondo al mondo solo proprio allItalia.
Larchitettura stata il paravento di Saddam Hussein tanto quanto lo stata del duo storico Ciancimino-Lima nel sacco di Palermo degli anni 60; lo slogan era Palermo bella; lavoriamo per farla ancora pi bella, e in nome di tale nobilissimo proclama... nel giro di una notte sparirono le palazzine liberty e il teatro Bellini...
Anche oggi larchitettura serve da paravento per il governo di Silvio Templar Berlusconi. Un sottile filo unisce la Palermo degli anni 60 alla Bagdad di oggi, il sottile filo della miseria vissuta da uomini, donne e bambini.
Oggi il 28 giugno; settantanove anni fa nasceva Danilo Dolci. Pi volte ho voluto richiamare la sua figura nei miei articoli perch la considero un esempio di grandissima valenza per chi desidera essere architetto nellaccezione pi nobile. Pur non laureandosi architetto, Dolci lo stato molto pi di chiunque altro, contribuendo notevolmente alla difficile rinascita civile e democratica dell'Italia dalle macerie morali e materiali della seconda guerra mondiale.
Dolci avrebbe combattuto anche contro l'attuale sistema occidentale funzionante a mezzo della sinergia tra istituzioni e potere economico. Sarebbe andato in Iraq, e avrebbe scritto Inchiesta a Bagdad, sulla falsariga di Inchiesta a Palermo, quello che Bruno Zevi defin ...il libro bianco di un architetto dimissionario; un testo che dovremmo rendere obbligatorio nelle scuole di architettura. E la cronaca, autobiografica, degli uomini delle donne dei bambini abbrutiti dalla miseria, calpestati dalle istituzioni, dai potenti e dai loro sicari, che conducono unesistenza peggiore delle bestie, tra lindifferenza dei politici, dei funzionari dello Stato, della polizia.
E avrebbe accettato il rischio di essere condannato alla galera, cos come avvenne in Sicilia.
Oggi il 28 giugno; il compleanno di Danilo Dolci, delle sue idee e delle sue lotte. Antithesi si onora di ricordare Danilo e desidera renderne nota lopera a tutti i giovani che desiderano essere architetti e che senza conoscere linsegnamento di Danilo Dolci non potranno mai esserlo al 100%, perch limpegno etico e civile , per chi fa architettura, conditio fondamentale.
Danilo Dolci oggi pi contemporaneo che mai, e lo in Italia quanto in Iraq. Lui s che lotterebbe per salvaguardare i diritti umani, quelli veri, e lo farebbe a costo di rinunciare ai suoi. Altro che bombe. Altro che appalti.
Buon compleanno, Danilo. Con te, come tu stesso insegnavi, porteremo avanti "la continuazione della Resistenza, senza sparare"
"Se la maggioranza degli individui nel mondo
occidentale non fosse cos cieca davanti alla vera grandezza, Dolci sarebbe
ancora pi noto di quello che ".
Erich Fromm
Per approfondire:
http://danilo1970.interfree.it/dolci.html
http://lists.peacelink.it/mafia/msg00038.html
(Paolo G.L. Ferrara
- 28/6/2003)
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Commento 361 di Carlo Sarno del 29/06/2003
I miei migliori auguri per Danilo Doci, faro di salvezza della cultura italiana. Ma qui, caro Paolo, faccio anche a te, oggi 29 giugno 2003, gli auguri di un buon onomastico. E voglio riallacciarmi proprio al tuo nome, e al Santo del tuo nome, per una breve osservazione.
La critica, la vera critica si fonda sul valore morale e sulla propria testimonianza: ce lo ricorda meravigliosamente Danilo. La critica si fonda anche sul valore delle parole pronunziate, che debbono essere giuste, costruttive, vere. Ecco, qui vorrei ricordare San Paolo, lui parlava della Parola di Dio, una "spada a doppio taglio", Parola di verit e amore, di speranza e bellezza. Danilo Dolci mi sembra si avvicini molto a questo "uso" buono della parola, cio sa "parlare bene". Anche tu, caro Paolo, hai dato prova nei tuoi scritti e interventi di saper "parlare bene".
Bruno Zevi nel suo libro "Leggere , scrivere , parlare architettura" richiama gli architetti a saper "parlare bene".
Cerchiamo dunque tutti, sulla scia di San Paolo, apostolo delle genti che amplific il messaggio di salvezza proveniente dalla Parola di Dio, e sull'esempio di Danilo Dolci, di trovare anche per l'architettura e la sua critica una giusta maniera di "parlare bene" , per costruire una vita migliore per tutti.
Cordialmente, Carlo Sarno .
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Commento 362 di beniamino rocca del 30/06/2003
Con l'elogio a Danilo Dolci finalmente anche la critica d'architettura sembra tornare a considerare" il progetto come impegno civile".
Era uno slogan molto di moda nel '68 , e molti di quelli che lo predicavano allora, diventati professori, lo hanno subito dimenticato .
Danilo Dolci ci ha insegnato , pagando di persona,a tradurre" l'utopia in progetto" , a"progettare nella partecipazione" .
Quanti architetti oggi ne hanno consapevolezza?
E' bello e ben augurante, anche per l'universit , che qualche giovane docente un p controcorrente faccia critica d'architettura parlandoci del movimento moderno, di decostruttivismo, ma anche , schierandosi con franchezza, di guerre e di Danilo Dolci.
l'impegno civile, si sa, di questi tempi virt sempre pi rara.
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