Greg Lynn: idee fresche, idee dinamiche
di Paolo G.L. Ferrara
- 15/4/2003
Greg Lynn s giovane anagraficamente, ma anche e soprattutto nella freschezza delle idee.
Al decennale della Facolt di architettura di Ferrara ha tenuto una piacevolissima conferenza sulla sua personale ricerca. E, senza alcun tipo di costruzione enfatica, ci ha mostrato quelli che sono i veri valori di una ricerca: i contenuti.
Ora, al di l di qualsivoglia interpretazione personale che ciascuno di noi pu trarre dalla lettura dellarchitettura di Greg Lynn, resta indubbio che linsegnamento che dobbiamo recepire dalla sua opera la naturalezza con cui viene portata avanti. Attenzione: per opera non intendo larchitettura costruita, ma la costruzione del pensiero che la genera. Ed proprio la naturalezza che Lynn mette nella costruzione del pensiero che deve farci riflettere, poich stronca il fenomeno di matrice accademica (molto italiano...) di enfatizzare il pi possibile la presentazione di un qualsiasi processo analitico sui contenuti dellarchitettura.
Lynn , come tutti sappiamo, un esponente di primo piano della Transarchitettura, su cui molto si scritto, ma di cui molto poco si visto realizzato. E indubbio che, come ha precisato il Prof. Vittorio Savi durante la conferenza, sia necessario fare attenzione a non confondere lalba con il pieno giorno, ma altrettanto indubbio che lalba c, e questo gi un gran passo in avanti rispetto la volont di rendere attuabile una ricerca figlia della contemporaneit. Comunque sia, Vittorio Savi ha espresso alcune perplessit sulla sostanza della ricerca, ovvero quella di generare forme al di l di ogni consolidata tradizione tettonica. Il tema di per s pertinente, ma Lynn non si nasconde dietro concetti astratti tesi a contrapporsi alla tradizione dellarchitettura, di cui, piuttosto, la sua ricerca diventa un arricchimento dialettico. Lynn considera larchitettura del passato dinamicamente statica (pu sembrare una contraddizione in termini...ma non lo ), dunque, il suo obiettivo usare il movimento per generare dinamicamente larchitettura. Attenzione: non architettura dinamica, ma architettura dinamicamente generata, il che sottintende una sostanziale differenza tra le due cose, che possiamo cogliere dalle sue stesse parole:Lo sviluppo di questi progetti[quelli della Transarchitettura, n.d.r.] procede attraverso lo sviluppo di prototipi scelti in base alla loro flessibilit ed adattabilit. Per dare il via alla trasformazione ed alla mutazione, vengono esercitate delle pressioni esterne su questi prototipi regolati dallinterno. Il risultato di questa interazione tra unorganizzazione generalizzata e flessibile e delle particolari costrizioni esterne un procedimento di progettazione dai risultati indecidibili che d libero spazio alle attitudini improvvisative del design. Il passaggio dal determinismo a una controllata indeterminatezza assolutamente centrale nello sviluppo di un metodo di progettazione dinamica.
Architettura ed interattivit legate ed amalgamate per dare vita ad un dinamismo spaziale che ha contenuti nuovi rispetto a quello legato esclusivamente alla costruzione architettonica.
Da qui, forme ed estetica nuove, di cui necessario scandagliare i contenuti.
Del resto, gi Antonino Saggio -nella prefazione del libro Nati con il computer (Prebellini e Pongratz, Ed. Birkhuser, 2000)- centr il nocciolo del problema: Qual il senso estetico dellinterattivit? Larchitettura nuova consentir a ciascuno di essere attore e protagonista?.
Domanda pertinente, perch calata nel vivo della questione sulla nuova architettura: e Greg Lynn risponde perfettamente al ruolo di attore e protagonista, ma sotto la regia della Rivoluzione Informatica, che ha scritto il copione per la nuova storia dellarchitettura. S, perch questo il punto cruciale: capire la Rivoluzione Informatica indispensabile per potere dibattere su Lynn e lallegra compagnia, ove laggettivo allegra va inteso nel senso letterale del termine, ovvero di un approccio allo studio dellarchitettura che si spoglia di gran parte dei problemi concettuali del passato, dibattuti allo sfinimento, senza ironia, senza la consapevolezza che il mondo va avanti e che il mondo anche larchitettura, dunque...
La scelta sembra essere la pi forte e decisiva che mai si sia stati costretti a fare: la Rivoluzione Informatica indiscutibilmente il nuovo; o la si sposa, accettandone tutte le incognite della scelta, o la si ripudia, accettandone -anche in questo caso- tutte le incognite della scelta.
Partiamo dalla seconda ipotesi, il ripudio della RI. Ho letto uno scritto di Davide Ruzzon (vedi www.tarch.com ) in cui si parla della questione sulla nuova architettura, e ne ho evidenziato una passaggio importante: [...]Dalla parte opposta si rafforza il gruppo dei Sacerdoti del Futuro che sostiene la necessit di aprirsi nel presente al futuro mediante una forma che ne incarni l'aspetto pi estraniante, la condizione di ubiquit offerta dal mezzo digitale, l'apparente frammentazione data dalla crisi della 'comunit' intesa come gruppo culturalmente omogeneo.
E chiaro che Ruzzon, parlando di parte opposta, desidera marcare il concetto che in architettura convivono due semi (siamo ancora al dibattito sul classico ed anticlassico, schematicamente posto...?!), ma proprio qui sta lerrore di fondo. Il dualismo un fatto prettamente costruito dalla storiografia accademica, che non accetta di vivere in prima persona i terremoti culturali che stravolgono quelle certezze che sembravano solidissime. In effetti, molto pi facile prendere atto del passato e studiarlo a posteriori che non il doversi confrontare con il presente, con i cambiamenti della contemporaneit.
Salto senza indugi tutti i conosciuti commenti sul significato della Rivoluzione informatica, gi da tempo ben chiariti da critici molto pi calati di me nel problema.
Piuttosto, c' da chiedersi che tipo di rapporto instaura Greg Lynn con la Rivoluzione Informatica. La risposta nelle sue stesse parole, quando ci parla della sua avversione per lapplicazione dei suoi concetti alla casa dabitazione, intesa quale luogo di aggregazione della famiglia media. Certo, si pu non essere daccordo, poich, se una sperimentazione architettonica deve essere applicata, lo deve essere a 360. Eppure, per quanto al primo impatto possa sembrare una contraddizione limitativa, laffermazione di Lynn esplicita i contenuti stessi della sua ricerca, che si svela essere ponderata passo dopo passo. Non una rivoluzione immediata iniettata nella societ senza la diagnosi delle controindicazioni, bens una sperimentazione che ha forse gi chiari i traguardi e che, proprio per questo, ha la consapevolezza della necessit di essere portata gradualmente allinterno del tessuto societario.
La sua ricerca cos evolutiva e dinamica, tanto quanto lo la sua architettura.
E indubbio che, come afferma Martin Schaedler, lapproccio generativo sia un metodo che offre nuove possibilit progettuali e tecniche nel processo di concept e di realizzazione di architettura, ma Lynn non trascura lelemento primo che fa vivere larchitettura, ovvero lutente.
Per quanto la ricerca della Transarchitettura possa sembrare puro formalismo, la sostanza ci dice che i contenuti sono presenti, e soprattutto quelli umani. Del resto, se vero che Lynn utilizza i software per progettare unarchitettura dinamica e flessibile che interagisca con lambiente, chiaro che lelemento fondamentale risulta sempre e comunque essere luomo, per il quale, e con il quale, larchitettura interagisce, sino a diventare dinamica e flessibile.
Oltre ogni questione sulla forma dellarchitettura (che sembra davvero una patologia dura da sconfiggere...), la sostanza della ricerca della forma dellarchitettura che esplichi i concetti del progettista lunica cosa che conti realmente. Al proposito, concordo assolutamente con quanto diceva Bruno Zevi: Per un architetto l'interpretazione personalizzata dei contenuti umani e delle funzioni edilizie costituisce una fase essenziale del lavoro creativo che, istantaneamente, si concreta in ipotesi formale, in un'immagine.
Non un caso che Lynn ci abbia mostrato architetture pensate e progettate per contesti reali. Nessun diagramma e nessuna mirabolante sfogliatella elettronica, definizione curiosa e divertente di Luigi Prestinenza Puglisi, che di Greg Lynn teme lo sfociare in una linea di ricerca post-portoghesiana. Un organicismo a buon mercato. Forse, ma una ricerca tale solo se contempla anche la possibilit di errore. Comunque sia, il progetto per Ground Zero, in collaborazione con United Architects, la perfetta sintesi della linea di ricerca di Lynn: uso del continuum fluttuante ma derivato dallinterpretazione personalizzata dei contenuti umani, nel caso in questione fortissimi e assolutamente inalienabili. Cade cos unaltra accusa dello spirito accademico incarnato da Davide Ruzzon, secondo il quale [...] Aldil delle differenze, blob architecture, decostruzionismo, Greg Lynn, Peter Eisenman e Rem Koolhaas sono uniti dalla assunzione a priori della dimensione planetaria del proprio lavoro e quindi della ininfluenza della storia del contesto nel quale il progetto deve realizzarsi. Viene teorizzato e praticato un rifiuto radicale del linguaggio architettonico che ha costituito l'area geografica o la citt nella quale si colloca il 'nuovo'. Il futuro viene inteso come spaesamento e come assenza di prossimit, come frammentazione, centralit dell'immagine digitale e cos viene rappresentato. Vengono costituite logiche compositive che si fondano su queste assunzioni nella convinzione dell'importanza fondamentale di dare l'annuncio dei tempi nuovi attraverso la forma dell'architettura, mediante nuovi sistemi di relazione nello spazio, metafore in opera che invitino a pensare quel futuro.
Tutto possibile, certo, ma, oltre le questioni legate alla presunta continuit con il passato, non sarebbe il caso di fermarsi a riflettere sui significati spaziali della ricerca di Lynn? Vero che le sue riflessioni e sperimentazioni sono virtuali, ma altrettanto vero che si basano sulla concezione spazio-temporale, ovvero lessenza dellarchitettura contemporanea. Ora, importa molto la forma in s? oppure ci si deve chiedere cosa ci sta dietro? Durante la proiezione del progetto sulla ricostruzione di Ground Zero apparsa -per non pi di un secondo, quasi che fosse un messaggio subliminale- limmagine dellinterno di Santa Sofia a Costantinopoli (almeno credo...tanto veloce stato il passaggio!; comunque sia, era linterno di una cattedrale luminosissima), ovvero lesempio pi affascinante del concetto di dilatazione spaziale. A questo punto, personalmente, ho trovato il senso della ricerca di Lynn: lo spazio. Certo, uno spazio assolutamente contemporaneo, legato indissolubilmente alla Rivoluzione Informatica, ma con radici profonde e solide nel passato (ma quanto pertinente un tale aggettivo quando si parla di architettura in termini spaziali?).
In conclusione, possiamo davvero condannare chi studia e ricerca per il raggiungimento di nuovi orizzonti? No, indubbio. Dobbiamo solo seguirne gli sviluppi e verificare che al senso estetico dellinterattivit sia sinergico il suo senso etico.
Antonino Saggio focalizza il problema:" Il vero problema, come sempre, non di natura tecnica [...] bens di natura estetica. Come lavorare cio a unarchitettura che abbia la consapevolezza di potere essere interattiva, di potere avere strutture e spazi e situazioni, navigabili e modificabili come un ipertesto".
I progetti che Lynn ci ha mostrato sono ancora legati ad un sistema costruttivo tradizionale e nulla sembra potere davvero dirsi formalmente bloboidale. Attenzione, so bene che questa mia affermazione, poich riduttiva, rischiosa, ma non forse questa la contestazione pi abusata e banale che si fa a Lynn? Forse, il pi capire che non possiamo mai, ed in nessun caso, leggere larchitettura solo quale forma, e ci vale soprattutto quando ci si inoltra nelle sperimentazioni contemporanee.
Greg Lynn, affiancando alle sue architetture anche la presentazione di un oggetto di design, stato, indubbiamente, molto sottile...: una theiera che - questa s!- incarnava pefettamente il concetto di un oggetto evolutivo e dinamico, che assume configurazioni spaziali (dunque, formali) diverse, ma il cui mutamento direttamente influenzato dallintervento delluomo che lo manipola. Il messaggio chiarissimo: la gestione del rapporto design/blob-uomo molto pi facilmente gestibile che non quello tra architettura/blob-uomo, ed averne consapevolezza fondamentale per potere sviluppare la ricerca gradualmente, ponderandone eventuali errori e banalit.
In Italia c molto fermento intorno alle nuove ricerche architettoniche, con maggiore attenzione da parte di quei critici e quelle riviste che stanno crescendo con la consapevolezza che la contemporaneit non pu essere solo registrata, ma che va analizzata e studiata approfonditamente.
Un ruolo alquanto scomodo, poich sempre molto difficile evitare le trappole che lo studio e lanalisi di ricerche in corso comportano. Ovviamente, la critica ha lobbligo, senza indugi, di assumere una posizione ben precisa, chiara, da cui potere partire per evidenziare pregi e difetti, sviluppi e punti di non ritorno di una qualsiasi ricerca.
Sono stati molto bravi ad intuirlo gli organizzatori del Decennale: non certo un caso che al fianco di Greg Lynn sia stato chiamato Antonino Saggio, vero pioniere italiano della ricerca del
rapporto tra l'informatica e la ricerca architettonica. La collana la
"Rivoluzione Informatica" della Testo&Immagine; (tradotta in Inglese da
Birkhauser come "IT Revolution in Architecture") infatti una base
imprescindibile per chi si avvicina a questi temi. Saggio ce ne spiega i
contenuti: "Credo che il rapporto con l'informatica per un architetto debba
essere ad un tempo Strutturale, e Formale. Strutturale perch lintera societ che ruota attorno al valore delle informazioni, Culturale perch orientarsi in questo nuovo scenario fondamentale, Formale perch le procedure del pensiero messe in atto nellinformatica possono influenzare il nostro stesso modo di pensare alla forma".
Greg Lynn sta cercando di trasporre tutto ci nelle sue architetture. Non sappiamo ancora come, quando e se ci riuscir, e se le sue architetture saranno davvero lincarnazione di questo nuovo sentire, ma indubbio che stia lavorando in questa direzione, e ci ne legittima la ricerca.
Potere ascoltare dal vivo Greg Lynn stato molto importante, sia per capire quelle che sono le potenzialit della sua ricerca, che, soprattutto, quelle che potrebbero esserne le difficolt, le problematiche di attuazione. La Facolt di architettura di Ferrara ci ha dato questa occasione di crescita e ne ammiriamo lo sforzo fatto. Il Decennale non stata unoccasione mondana, ma di confronto: un messaggio che molte altre istituzioni dovrebbero recepire. Grazie dunque agli organizzatori, al Prof. Alfonso Acocella, al Prof. Gabriele Lelli, e grazie anche al Prof. Vittori Savi, i cui interventi provocatori hanno dato ulteriori spunti di dibattito a Greg Lynn e Antonino Saggio.
Finalmente un confronto senza peli sulla lingua, senza falsi sorrisi ed ipocrite pacche sulle spalle.
Concludo parlando dell'incontro avuto con Maurizio Bradaschia, direttore della rivista Il Progetto, chiamato ad illustrarne i contenuti. Il lavoro iniziato sei anni fa ha subito puntato all'obiettivo di riportare in Italia lattualit della ricerca architettonica internazionale, per l'appunto quella che affrontava i temi della nuova progettualit. Bradaschia ha precisato che proprio tale linea editoriale ha innescato critiche tendenti a sottolineare la vena esterofila del giornale, penalizzatrice dellarchitettura italiana nei confronti di quella estera. Personalmente, credo che tali critiche siano cos deboli da non essere nemeno considerate, tanto anacronistico oggi continuare a cercare una propria identit nazionale a tutti i costi, visto e considerato che larchitettura sempre pi indissolubilmente legata agli studi incrociati di architetti che operano in ogni parte del pianeta, il che forse laspetto pi evidente ed inevitabile dellepoca che stiamo vivendo, pur non significando certo che larchitettura debba trovare, una volta ancora, un modus internazionale da ripetere in ogni dove. Piuttosto, necessario sapere cogliere la grandissima possibilit del continuo aggiornamento sulle ricerche che vengono affrontate. Ciascuno, poi, ne trarr le conclusioni che crede, ma ne sar comunque arricchito.
Importante e da seguire attentamente anche il lavoro che sta facendo Diego Caramma con la sua "Spazio Architettura", operante in un vero e proprio feudo di stampo accademico qual' il Canton Ticino. Un lavoro faticoso che tende a creare quantomeno il pluralismo delle idee.
(Paolo G.L. Ferrara
- 15/4/2003)
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Commento 309 di j lobo del 17/04/2003
Si potrebbe dire c'ero anch'io, ma oggigiorno il privilegio della presenza ha perso gran parte della sua importanza.
Comunque posso informare, innanzi tutto, su cosa sia avvenuto prima, ossia da quale baratro ci abbia risollevati Greg Lynn. Spieghiamo infatti che due settimane prima della sua conferenza erano stati invitati dalla FAF, sempre in occasione del decennale, Eberle&Baumshlager; e Koolhof. Altra conferenza che ha preceduto quella di Lynn, ci stata gentilmente concessa da Sir. M.Hopkins. Al di l di tutti questi nomi dal sicuro impatto mi sembra doveroso rilevare da osservatore autonomo ed insomma anche meno imbarazzato da doveri di cortesia, che si sia affermata una volta di pi l'inerzia immobile del mondo accademico italiano(tutto?). Cerco ora di argomentare: i contributi di Eberle e Hopkins hanno marcato senza dubbio la loro inesistente linea di ricerca presentando un catalogo delle opere, ribadendo quei due o tre concetti base, buoni per ogni stagione (caso Hopkins clamorosamente). Mi sembra inutile sottolineare il fatto che siano state le conferenze pi presenziate (anche dal corpo docente) e applaudite. Non passeremo per sotto silenzio il fatto che gli invitati all'ormai cerimoniale intervento critico-affabulatorio di Vittorio Savi si siano sottratti con quasi imbarazzante e "clamoroso silenzio". Problemi con la traduzione? Probabile, ma non lo sapremo mai! Non mi sto a dilungare sui temi trattati, anche perch immaginabili ma aggiungo solo che il resto dei temi messi in campo da altri interventi rasentava il banale tanto vero che il tutto sembrato un programmatico tentativo di distogliere l'attenzione dalla teoria dell'architettura e riportarlo alla pratica, anzi al praticismo ( ricordo che uno dei temi portanti del decennale dovrebbe essere la continuit teoria-pratica nell'architettura). Insomma come prevedibile le due prestazioni che ci sono sembrate pi convincenti o perlomelo appassionate sono state appunto quella di Lynn e Koolhof. L'architetto tedesco pur denuciando tutta la labilit delle basi che informano il suo programma, e siamo nel 2003 d.C., ha dimostrato una coerenza processuale che ben riuscito a trasmettere nell'arco dell'incontro. Su questa ricerca si potrebbe parlare a lungo, ma risulterebbe noioso almeno quanto cercare di distinguerne un progetto dall'altro. Quindi mi limito a riportare la significativa impostazione che l'architetto a voluto dare al suo contributo. Koolhof ha mostrato come prima immagine quella del salotto di casa sua e da l partito a spiegare la miriade di salotti pressoch identici che sta tirando s per tutta Berlino. A parte gli scherzi stata un'impostazione che ha denunciato in maniera inconfutabile l'aderenza dell'architetto a quello che un sentimento diffuso di colpa nel popolo tedesco, che si esplicita in un'architettura intimista e fondamentalmente ottocentesca e per questo immune da colpe. Propongo un confronto della sua opera con un altro tedesco, sicuramente pi grande di lui, che ne "Il cielo sopra Berlino" parte da una situazione intimistica analoga per poi sfociare ottimisticamente, anche a livello architettonico, in una visione del futuro di pi ampio respiro e sicuramente problematica.
Su Greg Lynn molto stato detto da Ferrara e quindi mi astengo per ora da un commento approfondito, come del resto ho fatto fin ora. Mi scuso per l'incompletezza di alcuni concetti e anzi gradirei volentieri discuterne meglio con altri.
In ultimo lancio un input che spero venga raccolto per continuare il dibattito sul fondamentale intervento di G. Lynn al XFAF: troppo poco si parlato della ricerca di Lynn, come di altri, e delle sue basi filosofiche, mentre molto si continua a discutere sulla questione epistemologica dell' architettura digitale. Non pensate che sia indispensabile capire cosa sta dietro queste esperienze, cosa le differenzi, per non cadere nell'appiattimento e banalizzazione che a volte si portati a perpetrare nel dover discutere sulla legittimit o meno dell'uso dello strumento informatico? Va be' sono appena caduto nello stesso errore, potete anche non rispondere direttamente alla domanda. Anzi sarebbe meglio.
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Commento 310 di enricogbotta del 17/04/2003
Di Greg Lynn si fa un gran parlare da molto tempo. Evito di dilungarmi in risposte punto per punto alle posizioni espresse da Paolo Ferrara nel suo articolo, ma invito (ed e questo un invito che estendo a tutti i critici che scrivono e parlano di architettura) ad utilizzare della documentazione grafica chiara a sostegno delle proprie tesi (cioe non immagini di viste prospettiche taroccate ma delle sane piante e sezioni, o dei VR realistici se si preferiscono strumenti piu intuitivi per chi non sa leggere i progetti). Cosi facendo sarebbe molto facile capire (ma forse e proprio questo cio che si vuole evitare) che un conto sono le belle parole e le piacevoli conferenze, un altro sono i fatti.
E i fatti sono che la embrionic house e una bolla senza architettura e che il progetto del WTC di United Architects e un progetto degno di un approccio alla Kohn Pedersen e Fox. Non ci credete? Guardatevi le piante e confrontatele con quelle di un edificio per uffici sviluppato da una qualsiasi societa di progettazione se trovate delle differenze e solo perche Kohn Pedersen e Fox sono piu bravi a fare floor layouts efficenti e fanno meno errori. Nel progetto di UA, a parte limmagine esterna (per altro discutibile) non ce nulla, tanto meno una qualsivoglia innovazione spaziale.
Dal punto di vista invece della ricerca pura, delle idee che stanno dietro, beh anche li siamo messi molto bene Greg Lynn e molto giovane anagraficamente ma molto vecchio per gli obbiettivi che si pone cioe cerca di fare quello che faceva una certa corrente artistica degli anni 60 pero quaranta anni dopo. Molto piu "fresco" (ma sono convinto che nessuno ne ha mai sentito parlare perche' non fa notizia come Greg Lynn) la ricerca di un vecchio signore come John Johansen[1], maestro del moderno creativo ora concentrato su unidea di architettura autogenerata basata sulle nanotecnologie e sulla codifica di DNA costruttivi. Persone come Bill Katavolos e Heresh Lalvani, molto piu maturi di Greg Lynn, sono molto piu radicali e freschi nelle loro idee sullarchitettura.
Greg Lynn e lennesimo esempio del dominio culturale delle accademie americane che noi da bravi caproni ci buttiamo giu dal gargarozzo pensando che se parliamo di Greg Lynn automaticamente entriamo nel gotha della ricerca architettonica mondiale. Tutte balle, come quelle che questi personaggi raccontano nelle piacevoli conferenze che atenei di provincia e irrilevanti pagano a peso doro. Lingenuita della critica di architettura italiana mi lascia sempre piu perplesso.
A Milano da diversi anni si tiene una conferenza chiamata Generative Art[2] alla quale ho avuto questanno il piacere di partecipare come relatore, dove si e parlato in modo serio di temi come lutilizzo del computer, lelaborazione di algoritmi genetici, di reti neurali e quantaltro nellambito del processo creativo (architettura, pittura, musica, scultura, design industriale) beh di quella che e una iniziativa scientifica, che ha raccolto interventi di relatori da tutto il mondo, tra cui alcuni dello spessore di John Gero, Michael Leyton e John Frazer, non si e detto nulla ne' su antiTheSi, ne su Archit , ne' da parte di nessuno che dice di essere cosi interessao a questi temi appena arriva una patacca come Greg Lynn a Ferrara tutti a scrivere articoli beh, mi sembra che questo la dica molto lunga sul livello su cui viaggia la critica in Italia roba da Maria de Filippi e Maurizio Costanzo...
1. http://www.generativeart.com
2. http://www.papress.com/forthcoming.html
Nanoarchitecture presents eleven of John Johansen's most inspired visions. A floating conference center, an apartment building that sprouts form the earth and grows on its own, and a levitating auditorium all demonstrate Johansen's capricious yet thought-provoking ideas. Taken together, they offer an antidote to much of today's form-driven practice.
http://www.quantumarchitecture.net
Tutti i commenti di enricogbotta
17/4/2003 - Paolo GL Ferrara risponde a enricogbotta
Per Botta tutto, tranne quello che dice lui, è una "patacca". Bene, registriamo senza scossoni l'ennesimo commento del vero ed unico profeta dell'architettura. Solo un'annotazione: ad antiTHeSi non interessa essere nel gotha della critica: lo VUOI CAPIRE O NO?!!
A differenza tua, io ascolto tutto e tutti e da tutto e tutti cerco d'imparare, il che non significa essere d'accordo. Tu un pò d'umiltà..no...vero? Conoscevo poco Lynn e ho voluto ascoltare quanto aveva da dire. Per quanto riguarda "Generative", ti avevo chiesto di scrivere tu, ricordi? Mi dovevi mandare parte della tua ricerca per pubblicarla...o mi sbaglio?
A proposito di Maria De Filippi: vacci. Tu sarai sicuramente "famoso" un giorno. Non è quello a cui aspiri? Bene, a me proprio non interessa.
Commento 311 di enricogbotta del 17/04/2003
ah ancora due cose...
1. di pessimo gusto piazzare una foto di Lynn in compagnia di Antonino Saggio, era proprio necessario includere il secondo tanto per far vedere che c'era?
2. la citazione con pacca sulla spalla a Diego Caramma (che ho consociuto alla biennale a braccetto con Prestinenza) e' il solito scambio di effusioni tra "amichetti", tipico della critica italiana. Una cosa assolutamente inutile, fuori contesto, gratuita e decisamente fastidiosa.
E' possibile che nessuno riesca a fare il suo lavoro seriamente senza dover necessariame fare gruppetto "io sto con questi e contro di questi" e spacciare per roba assolutamente imperdibile il libretto, la rivistina, l'articoletto del nostro amichetto di turno?
Tutti i commenti di enricogbotta
17/4/2003 - Paolo GL Ferrara risponde a enricogbotta
Caro Botta, va benissimo che tu non sia d'accordo su quanto io ho apprezzato Lynn, ma l'insulto gratuito te lo rimando indietro.
1. Saggo non ha bisogno delle mie foto per fare vedere che c'era, soprattutto perch non gli interessano queste cose (presenzialismi). Saggio, appunto, "c'era" ed stato importante che ci fosse. E se ci fossi stato tu avresti capito il perch, dopo avere ascoltato il suo intervento critico su Lynn.
2-3. Pacche sulle spalle a Caramma? Suvvia, diventi davvero patetico con la tua assoluta boria di onnipotente uomo di cultura che tutto sa e che addita tutti quali incapaci, leccaculo etc. Caramma l'ho conosciuto a Ferrara e mi ha convinto la presentazione che ha fatto del suo lavoro. Che poi lui sia "amichetto" di Prestinenza ed io "amichetto" di Saggio...che? ti d fastidio...? sarai mica "geloso"?! A parte che non siamo "amichetti", non credi che rischi di sprecare le tue potenzialit in queste cose strupidissime? A me non interessa chi frequenti e di chi sei amico ma solo quello che hai da dire in campo architettonico. La morale a me non la fai, sia chiaro. Dovresti conoscere la mia storia e le mie vicissitudini e poi, forse, ma molto improbabile, potresti fare degli appunti. Vedi carissimo, io non ho mai chiesto niente a nessuno e sfido chiunque a dire il contrario. Comunque sia, cerca di essere un p meno drastico nei giudizi sulle persone: non certo per diventare adulatore ma, quantomeno, per non diventare ridicolo.
Peccato che la tua battaglia non si limiti ai contenuti (a volte assolutamente ineccepibili) ma sfoci nel pettegolezzo senza sostanza. Peccato.
Commento 317 di Antonino Saggio del 29/04/2003
Credo che esistano cose rilevanti da dire che non riguardano le immagini, anche se certamente divertente notare benevolmente o malevolmente alcuni dettagli.
Tra queste cose rilevanti vi la circolazione libera e aperta delle informazioni.
Il tema del generativo in architettura/informatica ha una sua lunga storia e una fornitissima bibliografia con autori leader tra cui quelli che hanno un approccio, per cosi dire, semplificando, "Logicamente combinatorio" (si chiama Shape Grammar e il precursore George Stiny) oppure Prestazionalmente funzionalistico, assitito da dosi massicce di Intelligenza artificiale (Charles Eastman, Omer Akin, Ullrich Flemming e naturalmente John Gero) oppure guidato da meccanismi BioMorfologicamente generati (John Franzen, eroe come Johansen del radicalismo anni Sessata, uno dei leader e in Italia, finalmente un italiano!, Celestino Soddu). Esistono organizzazioni congressuali, e pi d'una, che si occupano "solo" di questo.
Il link di sotto alla prossima conferenza che si terr alla mia Alma Mater Carnegie-Mellon nel giugno 2004. Gli organizzatori cercano delle qualificate paper (che naturalmente devono passare ad un vaglio serio prima di essere pubblicate)
http://www.cmu.edu/architecture/graduate/G-CAD/index.html
Chi crede di poter dare un contributo si metta dunque alla prova.
Venendo al campo prettamente architettonico, esiste anche una "poetica" del generativismo e non solo una teoria informatica/scientifica. Ne avevo parlato alla conferenza di Ferrara e forse qualcuno mi ha seguito su questo. Greg Lynn appartiene a questa "poetica" e anche, ma solo un poco, all'elaborazione scientifica. L'importanza della sua generazione quella di aver travasato alcuni approcci scientifici nella prassi porgettuale. Ora questa poetica del generativismo ha avuto in una fase un rilevante interesse anche in John Johansen, certamente e benissimo ricordarlo!, e se ricordo bene, meritoriamente "L'Arca" se ne occupata tempo fa.
A me, Antonino Saggio, nella mia qualit di direttore de " La Rivoluzione Informatica" interessa l'uso architettonico (cio: spaziale, costruttivo, espressivo, funzionale, contestuale) di questa problematica. Ecco perch l'unico libro che ne tratta in maniera sistematica nella mia collana il volume "Induction Design" di Makoto Sei Watanabe che uscito nel 2002 nella versione Inglese e che mi auguro entro quest'anno potr apparire anche con la Testo&Immagine.; Greg Lynn ha un volume in preparazione che affronta questo tematica pi nel campo della ricerca teorica-didattica legata anche alla prototipazione.
Non ho detto queste cose alla conferenza di Ferrara dove sia io che Greg (eh si, anche una persona simpatica forte e quasi un amico da quando lo presentai la prima volta a Roma nel 98) siamo stati invitati "a costo zero", cio senza parcella. La scelta mia accanto a Greg stata fatta dall'architetto Gabriele Lelli che ha operato semplicemente attraverso un suo personale giudizio e senza alcuna relazione n amicale ne italiamente mafiosetta come sembra invece qua e l insuanarsi dei commenti.
Anzi mi sono pentito solo di una cosa del mio viaggio a Ferrara. Di non aver ringraziato abbastanza l'architetto Lelli per l'occasione che ha costruito per tutti. Lo faccio ora.
Tutti i commenti di Antonino Saggio
Commento 449 di Viviana Basilico del 31/10/2003
...E finalmente qualcuno ha creato un forum, un luogo, un non luogo dove si parla di vera architettura. Coffee break. Finalmente qualcuno ha il coraggio di sputare in faccia a maestri addormentati che mai sono stati in grado di insegnare nulla, e che al massimo hanno fatto della propria cultura il mezzo primo per costruire il gi visto e, cosa molto pi grave, il gi vecchio. Il concetto e' molto semplice: se le nostre citt appaiono ai nostri occhi invivibili e brutte la colpa e' di tutti coloro che si ostinano a costruire copiando Mies o Terragni. Mi inchino se volete all'autorevolezza delle vostre critiche architettoniche, ma fatemi il piacere, abbandonate le smanie di costruire architetture che non fanno bene al corpo e alla mente, solo per non tradire gl'insegnamenti di chi, se fosse nato 40 anni fa, adesso ricercherebbe altrove le sue ragioni progettuali.
Svegliatevi, o lasciate che chi ancora deve vivere a pieno il mondo se lo costruisca da se.
Se tutti fossero stati con i prosciutti agli occhi come tanti di voi, adesso staremmo a discutere sull'utilit della ruota.
Tutti i commenti di Viviana Basilico
31/10/2003 - Paolo GL Ferrara risponde a Viviana Basilico
Mi scuso, ma non ho davvero capito il senso dell'intervento. E' certamente un mio limite, ma non mi risultano chiare le conclusioni: critica Antonino Saggio? Lynn? Ferrara? antiTHeSi? il prosciutto?
Comunque, La invito a scrivere un p pi approfonditamente sui suoi concetti, magari in veste di articolo e non di commento.
cordialit
Commento 6730 di cristian del 10/01/2009
Chi scrive un semplice studente di architettura...
Sono molto soddisfatto dall'articolo scritto da Paolo Ferrara ed il mio status di studente mi pone al di fuori di qualsiasi conoscenza e per inciso non sono "amichetto di nessuno" come scrive il furente "enricogbotta" nel 2003 (spero abbaia stemperato il proprio animo).
A distanza di anni e dopo una sommaria conoscenza del fenomeno Greg Lynn si pu affermare che il suo processo compositivo e la sua ricerca architettonica non siano ancora sfociati in un qualcosa di concreto e realisticamente sostenibile(e questo non mi preoccupa affatto, il normale iter di una percorso di ricerca,e questo dovrebbe essere chiaro a qualsiasi "critico italiano").Rimangono invariati molti commenti negativi che su di lui girano in rete e tutto questo non vuole avere nessun accento negativo...il perch semplice...
Una ricerca "rivoluzionaria e apripista" non ha come primario obiettivo quello di creare un risultato comprensibile o realistico,dunque concreto.Questo lo si pu affermare in ogni ambito scientifico e quindi anche nel campo della ricerca architettonica.Dire questo spiega come le ricerca su particolari aspetti della scienza partono sempre da presupposti che sembravano irragiungibili,impossibili ed contemplata anche l'inutilit della stessa ricerca.Soltanto a ricerca conclusa si comprende la reale utilit ed il reale margine di sviluppo negli altri campi... e l entrano in gioco gli altri ricercatori che svolgono un lavoro cumlativo (non meno importante!) ma di secondo rango.
La ricerca architettonica non sfugge a queste semplici dinamiche,per cui paradossale che la critica si rivolga con toni ed aspettative di questo genere al lavoro di ricerca di architetti come Greg Lynn che rischiano al di la dei facili giudizi di percorrere una pista sbagliata ,poco battuta e molto rischiosa Gli altri possono soltanto restare a guardare e commentare ma di progettisti che siano in grado di rispondere con una ricerca alternativa in italia non se ne vedono affatto.L'atteggiamento di critica e progettisti italiani in merito deludente (come mille aspetti di questo paese sciagurato)
Intanto la criticata universit di Ferrara da allora ad oggi 2008 ha sempre promosso iniziative volte alla comprensione della contemporaneit e della rivoluzione informatica e non si pu che dargliene merito.
Se la mia facolt si muovesse in tale senso non potrei che esserne orgoglioso ma senz'altro potremmo ospitare(dato la sua maniera di pensare l'architettura e la critica architettonica) questo divertente personaggio "Enricogbotta".A roma ti accoglierebbero a braccia aperte!
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