La banda degli onesti
di Paolo G.L. Ferrara
- 18/2/2001
In un articolo sulla prima pagina del Corriere della Sera
di gennaio, a proposito dei Professori universitari, Pietro Ichino, scriveva:
"La realt che nell'Universit italiana efficienza
e produttivit sono gradite, ma non obbligatorie [] Cos
come strutturata oggi, la cattedra universitaria costituisce
una sorta di carica onorifica".
Conclude l'articolo una considerazione difficilmente non condivisibile: "Occorrerebbe, per voltare pagina, stabilire che anche i professori universitari possono perdere il posto".
Ichino si riferisce ai professori ordinari e associati, quelli che non si possono licenziare.
Ci che Ichino tralascia di parlare del sottobosco del corpo docente universitario, quello formato da cultori della materia -pi comunemente definiti quot;assistenti"- e dai professori a contratto.
L'inefficienza universitaria coinvolge anche loro e non li esenta da precise responsabilit nelle cause della stessa.
Chi attua il sistema dell'arruolamento dei neo laureati nel mondo dell'insegnamento direttamente responsabile delle deficienze che l'inesperienza dei giovani assistenti causa al sistema didattico.
Il compito di un professore di ruolo insegnare e verificare la
preparazione dello studente; il professore di ruolo, in virt dei
concorsi affrontati per conseguire tale titolo - che, tranne poche eccezioni,
fingiamo di credere assolutamente esenti da ogni tipo di clientelismo-
legittimato ad esprimere e trasmettere il proprio pensiero agli
studenti, e verificarne il profitto.
Domanda: se tutto ci lo fanno anche gli assistenti reclutati dal professore titolare - a sua discrezione- che motivo c' di doversi sottoporre a concorsi e ad anni di studio per potere insegnare? E se i Consigli di Facolt elargiscono incarichi didattici a questi stessi assistenti, equiparandoli di punto in bianco ai Professori di ruolo, con che tipo di criterio lo fanno?
Di pi: come si pu valutare la preparazione di assistenti
e incaricati ?
Una volta assorbiti all'interno di un corso universitario, gli assistenti hanno, praticamente, lo stesso ruolo del docente titolare: fanno lezione, correggono alle esercitazioni, esaminano gli studenti e li valutano. Il
pi delle volte, tutto ci fatto singolarmente,
senza che vi sia la supervisione del docente titolare. Indubbio che possa
capitare qualche caso di neo- laureato/assistente che abbia capacit
tali da essere assolutamente idoneo a spiegare, correggere, valutare.
Ma la stragrande maggioranza non lo , quantomeno per poca esperienza didattica.
Da qui il primo danno allo studente che, dando credito a chi delegato a comunicare con lui (ma potrebbe fare altrimenti?), si trova spesso ad avere a che fare, appunto, con personaggi incapaci od inesperienti.
Oltre la questione del danno didattico, mi chiedo che senso abbia arruolare i neo assistenti senza alcun controllo da parte degli organi preposti.
Ogni docente di ruolo ha la libert di chiamare chiunque ad assisterlo e, conoscendone le capacit, gli assegna un ruolo assolutamente importante.
L'assistente si arma di santa pazienza e, facendone una virt, attende che passi qualche anno, sin quando arriva il momento di potere presentare un curriculum didattico/scientifico che gli consenta di ottenere il ruolo di professore a contratto. E' compito dei Consigli di facolt dare il consenso alle candidature.
Questo, in breve, il percorso che si svolge parallelo alla carriera universitaria ufficiale.
Tutto questo sottobosco non per controllato. Perch? Ecco un interrogativo sul quale non si pone quasi mai l'accento. Quasi mai, perch il Politecnico di Milano, Facolt di architettura I, lo ha fatto. Per l'anno accademico 2000-2001 sono state stilate delle "liste 'idoneit" per potere essere incaricati come contrattisti.
A mezzo di un lavoro di cui non conosco la puntigliosit - ma perch avere dei dubbi?- il Dipartimento di Conservazione ha verificato l'idoneit di chi ne ha presentato richiesta. Tutti idonei i candidati, ma capitato che l'arch. Paolo G.L. Ferrara venisse dichiarato "idoneo, ma solo perch gi incaricato".
Per farla breve, il Dipartimento si accorto che il candidato
in questione non era in grado di "documentare la capacit
di analisi e di sintesi [] oltre alla capacit di trasmettere
in modo efficace il suo pensiero".
Bene, finalmente qualcuno che ha scovato imbrogli ed imbroglioni, ma con un piccolo particolare da sottolineare: come mai al sig. Paolo G.L.Ferrara stato consentito di fare il cultore della materia per sette anni e, non contenti, gli stato affidato per ben quattro anni un incarico da Professore a contratto? Con quali criteri il Consiglio di Facolt ha potuto conferire al Sig. Ferrara tali incarichi, vista e considerata la sua presunta incapacit d'insegnare?
Ipotesi A : il Dipartimento ha ricevuto segnalazioni di protesta tali
nei confronti del Sig.Ferrara che non ha potuto fare a meno di sancirne
l'incapacit a ricoprire il ruolo che gli era stato assegnato.
Comportamento assolutamente legittimo e meritevole di lode. Ai circa 3.500
studenti che hanno avuto la sventura di avere a che fare con Ferrara ,
vanno le scuse del Politecnico: "ci siamo sbagliati, ci dispiace,
capita".
Ipotesi B: chiunque pu candidarsi per un incarico didattico e, avendo le giuste sponsorizzazioni, pu arrivare ad avere un contratto d'insegnamento. Presumibilmente il Sig.Ferrara le aveva ed ha potuto fare il bello ed il cattivo tempo, tra l'altro a spese della omunit.
Ad un certo punto, non le ha pi avute, quindikaputt.
Ipotesi C: il Sig. Ferrara era elemento di disturbo, fuori dalle righe.
Lo si doveva fare fuori. Ipotesi assolutamente fantascientifica, perch
queste cose non accadono Le universit - risaputo-
sono assolutamente immuni a questi giochi di potere. Forse.
Qualsiasi sia l'ipotesi, resta il fatto che i 3.500 studenti di cui sopra
avrebbero il diritto di sapere che razza di servizio abbia loro dato il
Politecnico di Milano, incaricando il Sig.Ferrara senza che ne avesse
titoli meritori.
A dirla tutta, gli studenti avrebbero diritto ad un rimborso dei danni subiti ed il Sig.Ferrara l'obbligo di risarcire il Politecnico dei soldi
ricevuti per svolgere gli incarichi didattici. Resta da vedere che tipo
di responsabilit dovrebbero assumersi coloro i quali gli assegnarono
incarichi didattici; una responsabilit potrebbe essere il non
essersi informati bene sul suo conto, ma ci evidenzierebbe l'approssimazione e la leggerezza con cui si gestisce gran parte dell'universit italiana.
Bene, questa storia vera, dunque potrebbe non essere un episodio casuale.
Ricapitoliamo: Ferrara si laurea, diventa immediatamente cultore della materia e, dopo sette anni, riceve per quattro volte consecutive -su segnalazione del Consiglio di Facolt- incarichi didattici direttamente dal Rettore del Politecnico.
Improvvisamente, si decide di compilare le liste degli idonei e - ma guarda un po'!- ci si accorge di avere dato incarichi a chi non ne aveva i requisiti.
Ferrara disperato, tenta anche il suicidio mangiando tre pizze ai formaggi con aggiunta di prosciutto cotto. I tentativi non vanno a buon fine e, messosi a dieta, Ferrara inizia a ponderare il tutto. C' chi gli dice "dai, lo sai che sono tutti giochi politici" oppure " vedrai che il prossimo anno ti riprenderanno. Tu fai finta di niente. In fondo, anche tu sei entrato per i giochini interni"
Ferrara non dello stesso parere, soprattutto perch non
si rende conto che senso abbia essere considerati non idonei all'insegnamento ma continuare ad essere inseriti nelle Commissioni di laurea. E' paradossale, come paradossale il risultato delle schede di valutazione didattica compilate dagli studenti: quasi il 90% ha gradito il corso di Ferrara. Che dire di questi studenti se non che, probabilmente, si trattava di "mono- neuronici".
Ho terminato il mio incarico didattico con gli esami dell'ultima sessione 1999/2000.
Avrei potuto rendere pubblico l'avvenimento all'indomani della lettera
del Dipartimento( aprile 2000), ma avrei coinvolto gl'incolpevoli studenti
in mie questioni personali. Anche ora ne avrei fatto a meno, ma un'intervista
-apparsa sul Corriere della sera del 21.02.2001- mi ha tolto ogni remora.
Leggendo quanto affermato dal nuovo rettore della "Cattolica",
Prof. Sergio Zaninelli, sembrerebbe che i problemi universitari non risiedano
nel nepotismo e nelle baronie : " Le vere figure di riferimento di
una universit sono i maestri. Piuttosto il problema un
altro[] Se, tanto per cominciare, venisse abolito il valore legale
del titolo di studio, si consentirebbe un confronto tra le universit
che sarebbero poste in grado di attirare e formare gli studenti migliori,
con vantaggi indubbi anche sul piano della formazione di generazioni sempre
nuove di ricercatori".
Capito bene? Sorvoliamo sul nepotismo e le baronie e centriamo l'attenzione su un altro problema: perch non creare universit di serie A e universit di serie B ? Con questo sistema non ci sarebbero problemi di preparazione precaria Incalza Zaninelli :"in questo momento la laurea conseguita in un' universit di eccellenza, cos come in quella che di eccellenza non , hanno lo stesso valore, in sede di concorso pubblico".
Affermazione sbalorditiva, soprattutto se fatta dal rettore di una Universit prestigiosa. Affermazione inaccettabile.
In uno Stato di diritto, ogni cittadino deve potere beneficiare di strutture
funzionanti didatticamente, in qualsiasi luogo si trovino. Secondo il
prof Zaninelli vale il contrario: chi si laurea in universit che
non hanno un "nome", non pu avere gli stessi diritti
di un laureato "eccellente" al momento di affrontare un concorso
pubblico.
Dunque, invece di accrescere ( vedi la Francia e le unit pedagogiche) il numero di facolt -dotandole tutte in uguale misura- per consentire a chiunque lo voglia di potersi laureare, dobbiamo allargare la forbice dei privilegiati e dei penalizzati: secondo il prof. Zaninelli, avremo -finalmente!- una ricerca seria, perch seri e preparati saranno i laureati d'eccellenza. Inconcepibile. Invece di pensare a creare un corpo docente assolutamente preparato, da potere smistare in tutte le universit, ecco che il Rettore della Cattolica non nasconde la
soddisfazione che "le famiglie di tutto il Paese [] scelgono
per i loro figli, pur con sacrificio, il nostro Ateneo".
Siamo cos sicuri che all'interno delle universit d'eccellenza
insegnino personaggi preparati?
Chiss cosa penserebbe il prof. Zaninelli se sapesse dell' illustre Sig. "nessuno" Ferrara che ha insegnato per undici anni al Politecnico di Milano ( indubbiamente, universit "eccellente").
Avere raccontato un fatto personale non significa, necessariamente, che io sia esente da colpe: quando presentai i miei titoli per la candidatura, avrei forse dovuto supporre che il Consiglio di facolt non li avrebbe scandagliati attentamente; avrei dovuto rifiutare gl'incarichi per coscienza personale. Fatto sta che non ho imposto la mia candidatura. Da parte mia, prendendo atto di quanto deciso dal dipartimento e dal Consiglio di facolt, non ripresenter mai pi candidature per incarichi didattici; se mai dovessi rientrare in una facolt di architettura ( magari "d'eccellenza"!) lo far esclusivamente dopo avere affrontato i concorsi che possano legittimare il mio diritto ad insegnare. Quelli, risaputo, sono "puliti", senza ombra di nepotismo e di baronie.
Il prof. Zaninelli ne sicuro ed io, illustre sconosciuto, non posso che credergli.
Le "grandi orchestre" sono quelle d'eccellenza; io e tanti, tanti altri, siamo solo una banda. Ma una Banda degli onesti. Si, proprio quella di Tot e Peppino.
(Paolo G.L. Ferrara
- 18/2/2001)
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Commento 1025 di Beatrice Valle del 24/01/2006
Intendiamoci, sono d'accordo con lei. Solo un dubbio.
Come dovrebbero fare gli assistenti e i neo-laureati che aspirano al ruolo di docente (nel senso etimologico del termine: colui che docet, insegna) ad accumulare l'esperienza che permetter loro di trasmutare in professoroni, come la crisalide che sboccia in farfalla? Cio, in che altro modo si pu fare esperienza d'insegnamento se non a spese di noi poveri studentelli (purtroppo... ma ci si immola anche, per la causa).
In fondo anche i tirocinanti di medicina e chirurgia a voler ben guardare, mettono le mani dove non dovrebbero. Ma se speriamo che "nascano imparati" stiamo freschi! E quando gli illustri baroni degli Atenei avranno lasciato ormai i loro altissimi scranni per un naturale limite fisico insito nella natura umana (chiamato decesso...) chi metteremmo in cattedra?!
Badi, non una critica. Se potesse darmi una soluzione le sarei veramente grata e mi convertirei alla sua setta.
Con (sincera) simpatia,
Beatrice
Tutti i commenti di Beatrice Valle
24/1/2006 - Paolo gl Ferrara risponde a Beatrice Valle
Gli assistenti ed i neo laureati non hanno alcuna licenza di fare esperienza sulla pelle degli studenti. In realtà, credo che il sistema di arruolamento dovrebbe prevedere un test che possa mettere in risalto quantomeno la preparazione di base. Successivamente, il docente titolare dovrebbe controllare che l'assistente non svolga di sua iniziativa revisioni e, soprattutto, esami. Chissà quante volte vi è capitato di lamentarvi degli assistenti, ma chissà perchè non vi ribellate mai: non dovete avere paura, perchè l'università siete voi e senza di voi non ci sarebbero neanche i professori. Il più è che abbiate la consapevolezza che l'unica arma per combattere l'impreparazione della docenza...è la vostra preparazione. Studiare per sè: questo è fondamentale.
Un caro saluto
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