Progetto Ranaulo per Sciacca. Opinioni
di la Redazione
- 6/10/2002
Testo tratto da ControVoce, a firma di Giammarco Aulino
Meno male che non sono andato alla bellissima presentazione che l'architetto Ranaulo ha fatto la scorsa settimana del suo progetto per il completamento e l'utilizzazione del teatro Samon. Mi sarei fatto, come si dice, "il sangue acqua". Il progetto l'ho visto in Tv, nei notiziari: bellissimo! Anche se forse qualcuno, a studiarlo a lungo, potrebbe obiettare qualcosa, resta un progetto bellissimo e tutti noi saccensi dobbiamo essere grati all'architetto che ci ha donato un'ora da sogno. Per tutto ci non toglie nulla alla nostra idea che l'unica soluzione per il teatro Samon quella di abbatterlo. E basta con queste facce scandalizzate dei soliti benpensanti. Non , e non sar possibile, gestirlo e non c' alcuna possibilit in questo senso. Le ragioni Controvoce le ha spiegate gi da tempo (vedi articolo "Chiacchiere di cemento", n.d.r.) e non intendiamo ribadirle. Si potrebbe sfidare chi non d'accordo a completarlo, anche con un project financing (e vorrei vedere se si trova un'azienda che intende attuare un simile progetto), ma tutto ci comporterebbe solo un ulteriore spreco di denaro pubblico per far si che uno di noi vinca la scommessa. Meglio di no. Ma, stato detto, il completamento come teatro tradizionale ormai superato da questo nuovo progetto, dunque... No, non mi fate fare ci che non voglio, ossia criticare il bellissimo progetto dell'architetto Ranaulo. Anche perch l'idea c', bella, sarebbe anche sostenibile. Solo che non sostenibile a Sciacca e non solo perch noi saccensi siamo pessimisti e ci piangiamo sempre addosso. Il fatto che passeranno ancora dei lustri (e forse dei secoli) prima che Sciacca e tutta la sua gente prenda coscienza di come si fa l'imprenditore turistico. Per il momento abbiamo solo delle strutture che ospitano gitanti a pensione completa; e verso questa direzione siamo indirizzati dai prossimi investimenti che si faranno nel settore. Oppure pensiamo che sir Rocco Forte, e poi quelli dal lato di, Menfi, e poi Sviluppo Italia o chi ci sta dietro (perch possiamo scommettere che Sviluppo Italia non costruir alberghi; se vender a cinque ci che a comprato a dieci si vedr, ma sul fatto che costruir alberghi siamo pronti a scommetterci uno a cento), insomma pensiamo che costoro se faranno gli alberghi li faranno per turisti 'fai da te' o a mezza pensione. No. E allora a cosa serve questa struttura polifunzionale a servizio del turismo? Quel turismo a pensione completa di cui vediamo solo le briciole? Ancora una volta a nulla. E allora diciamo tutti a Cuffaro che non ci far un piacere spendendo altri soldi dei siciliani per tentare di completare un'opera che non funzioner. Ne abbiamo gi spesi tanti per arrivare a questo mostro di cemento che non serve a nulla, cerchiamo di non spenderne altri per finirlo inutilmente. Ma anche per abbattere il teatro Samon bisogna spendere altri soldi e allora lasciamolo cos com'. E siccome una bella tabella costa solo 50 euro, Controvoce si prende la briga di offrirla alla Regione per affiggerla su un paio, cos come si fa con i monumenti. E nella tabella ci scriviamo: Monumento alla stupidit politica dei siciliani. E cos facciamo diventare Samon un artista come Pomodoro, non spendiamo pi un euro per questo teatro, e ci consoliamo tutti della nostra stupidit passata che non ci ha fatto protestare contro l'imposizione di questo mostro sullo skyline di Cammordino. E non ce ne voglia l'architetto Ranaulo, ma ognuno dona ci che pu.
Giammarco Aulino
Testo tratto da ControVoce, a firma di Flavia Verde
TEATRO: FORMAZIONE E FRUIZIONE
Sabato scorso, nella Sala Blasco, l'architetto Ranaulo ci ha fatto sognare. Ha presentato un progetto per il completamento del Teatro Popolare Samon che a me piaciuto tantissimo e mi ha trasportato, per qualche minuto, in una dimensione onirica. Mentre vedevo scorrere le immagini elaborate al computer, con giardini interni, cascate, sala bar, internet-caf, ecc., mi rammaricavo pensando di avere cinquant'anni suonati e invidiavo le nuove generazioni che si sarebbero godute quello che, per la nostra generazione, continua a rimanere un sogno. Ci credo che un giorno il teatro verr completato, ma mi chiedo quando. Quando uno dei presenti, molto concretamente, ha detto agli ideatori del progetto: "siamo a Sciacca!", come dire "stiamo coi piedi per terra", si sentito rispondere che noi saccensi siamo troppo pessimisti e ancorati a certe nostre idee e che non siamo capaci di proiettarci nel futuro.
Forse l'illustre architetto e l'altrettanto illustre direttore di una patinata rivista del settore non erano al corrente del fatto che in questa citt proiettata in un futuro turistico cos ambizioso, non c' ancora un locale dove si possa "fare teatro". Cosa intendo per "fare teatro"? Intendo non fruire di spettacoli teatrali, ma svolgere quotidianamente un'attivit di ricerca di testi, di composizione di opere da drammatizzare, di preparazione di commedie e drammi, di gestione di laboratori, di educazione al teatro.
Se il Samon sar completato, si presenter il problema della sua gestione. Ma il problema per gli operatori teatrali locali rimarr irrisolto. Il Sindaco ci ha invitato alla presentazione dell'idea-progetto e gliene siamo grati. Ma non fa per noi. Noi che a Sciacca facciamo teatro, andremo a vedere (se ci campiamo!) gli spettacoli che si terranno nella megastruttura termale e saremo contenti di essere spettatori e fruitori del cosiddetto teatro popolare. Ma il nostro problema oggi quello di FORMARE AL TEATRO e quindi di avere a disposizione i mezzi per portare avanti tale "missione" in favore dei nostri giovani, e di avere soprattutto uno spazio, anche piccolo dove tenere i nostri laboratori.
Flavia Verde
Testo tratto da l'Otto e Mezzo , a firma di Giuseppe Marciante
OLTRE LOMBRELLO DI CEMENTO
Conferenza stampa-dibattito per la consegna gratuita, da parte dallarchitetto Gianni Ranaulo, al Comune di Sciacca dell'idea di progetto per il completamento e la messa in funzione della struttura del Teatro dei Samon: Le terme della mente e dello spirito; obiettivo, individuare procedure coraggiose e snelle verso il reperimento di fondi, coinvolgendo i privati tramite il project financing.
Tutto ha inizio il 22 Febbraio del 2001 quando sulla rivista online AntiThesi si pubblic un articolo dal titolo Sedotta e Abbandonata, autore Paolo G.L. Ferrara, architetto saccense che vive e lavora a Milano, indignato dallo stato di degrado in cui versava lopera architettonica dei Samon, lincompiuta delle incompiute. In quellarticolo si criticava un numero della rivista internazionale di architettura Casabella, del 1982, dal titolo: "I volumi in cemento del teatro Popolare di Sciacca sono oggi finalmente pronti a funzionare; lautore sottolineava la notizia falsa e paradossale della pubblicazione di Casabella: Ci sono state molte polemiche per le costruzioni abusive nella valle dei Templi di Agrigento, e tanti proclami sono stati fatti. Sciacca a 50 km da Agrigento, Sciacca ed il suo teatro sono lesempio eclatante che labusivismo popolare del fai da te non lunico male siciliano. Qui tutto in regola: progetto, approvazioni di edificabilit, finanziamenti, nulla abusivo. Fatto sta che labuso c comunque. Abuso di potere verso la collettivit doppio sconcerto: cos com, il teatro deturpa il paesaggio, poich immagine di luogo abbandonato inserito in un contesto naturale suggestivo; abbandonare la costruzione ha significato sperperare i soldi per dare vita al nulla, senza produrre un servizio allo sviluppo della collettivit, quale un impianto teatrale potrebbe essere. La collettivit ne esce danneggiata, cornuta e bastonata(P.Ferrara).
A quellarticolo segu il riuscitissimo convegno dello scorso 11 maggio, tenutosi nellex convento di San Francesco, organizzato dall In/Arch Sicilia e da AntiThesi, dal titolo: Conversazione di architettura in Sicilia, il valore della modernit.
Architetti di tutta Italia si confrontarono sulle architetture abbandonate e dimenticate, denunciando sperperi, speculazioni, interessi privati, che utilizzano larchitettura per raggiungere non nobili fini; si parl di architettura negata, ma soprattutto si riusc a suscitare interesse tra il mondo della critica e il mondo della progettazione. A conclusione dellevento culturale, gli organizzatori fecero sapere che non si sarebbero fermati li, anzi uno di loro, proprio Gianni Ranaulo, promise di donare un progetto alla citt di Sciacca, promessa che stata mantenuta.
Segu il dibattito sul sito www.antithesi.info e, in citt, nei due settimanali locali. A luglio illustri professori universitari a Venezia, tra cui Cesare Ajroldi, Guido Canella, Luciano Semerari, Francesco Tentori, Gianugo Polesello, Franco Purini e il Rettore dello IUAV Marino Folin, firmano un appello. Destinatario Cuffaro. Intanto a Sciacca il Sindaco, a giugno, aveva scritto a Cuffaro chiedendo notizie sul finanziamento promesso dal Governatore della Sicilia, che il 30 Aprile scorso, durante una pubblica manifestazione, promise un intervento risolutore con un finanziamento per lultimazione del teatro.
E siamo giunti al 28 Settembre, quando ufficialmente si presenta questo bel progetto. Il progettista alla conferenza stampa sottolinea che non solo una questione di soldi: questa bella idea, forte e originale, dimostra come si possano coinvolgere dei finanziatori privati per investire in determinate realt; le idee coraggiose, portano a procedure burocratiche snelle, stimolando limprenditoria locale e non: in altre circostanze analoghe in Italia, larchitetto riuscito a coinvolgere amministratori illuminati a portare avanti questo nuovo modo di fare architettura (la Light Architecture, della rivoluzione informatica). Nel suo progetto, Ranaulo scoperchia lombrello di cemento e lo trasforma, dandogli una nuova destinazione duso, creando una continuit con il complesso termale antistante. E' stato pensato come luogo di relax. Lautore parla di immersivit allinterno del corpo umano, estraneit dalla vita quotidiana, attraverso lutilizzo di strumenti mediatici. La macchina scenica viene svuotata, prevista una piscina sul tetto, una platea per poter assistere a delle proiezioni allaperto sul tetto tronco conico della struttura, e sono previsti anche un active internet caf, una beauty farm, cascate dacqua, un centro commerciale per attirare le persone e magari con attigue librerie. Insomma, uno spazio culturale polifunzionale oltre la sala grande per gli spettacoli, superando cos lidea sovradimensionata degli anni settanta pensata dal maestro Samon. Il progetto di riuso del teatro pu essere realizzato con una somma che varia dai quattro ai cinque milioni di euro, quasi la met rispetto a quelli previsti dallufficio tecnico comunale occorrenti per completarlo.
Mi sembrava che il mondo stesse diventando tutto di pietra: in questa lenta pietrificazione di cui parla Italo Calvino nelle sue celebri riflessioni sulla scrittura, possiamo riconoscere i segni della crisi che il mondo dellarchitettura sta attraversando. Da un certo tempo assistiamo effettivamente a una lenta pietrificazione dellarchitettura, che diventa sempre pi pesante, sempre pi statica sempre pi vecchia; la verit che il mondo cambiato e con esso la nostra societ, le culture e le citt in cui viviamo; larchitettura deve muoversi in direzione del mondo e porsi al servizio delluomo. larchitettura deve essere rapida come il mondo e dare emozioni altrettanto rapide. La completa e concreta attuazione di questi schemi si verifica nel Media Building, in cui la Light Architecture, applicata al singolo edificio, porta a creare una vera immagine di fusione tra i due mondi, in cui la spettacolarizzazione dei flussi fisici si confonde con la spettacolarizzazione dei flussi virtuali in unico supporto vitreo. Secondo Ranaulo sono tre gli elementi che hanno cambiato larchitettura contemporanea: lautomobile, lelettricit e la pubblicit. Larchitettura oggi infatti deve essere dinamica e in movimento come lautomobile. Lelettricit ha illuminato larchitettura ed ha prolungato a ventiquattro ore la vita delle citt. La pubblicit ha cambiato limmagine delle citt: passeggiando in qualsiasi citt non possono passare inosservati cartelloni pubblicitari, insegne, manifesti, eccetera. Ed proprio coniugando questi tre elementi che la Light Architecture si pone come il nuovo, come larchitettura del non-costruito, del non-visibile. Ranaulo definisce la Light architecture come un tentativo di sintesi fra due mondi ancora considerati incompatibili: il mondo reale e il mondo virtuale al fine di creare la stereorealt, un luogo dove realt e virtuale dialoghino allunisono integrandosi nella scala urbana. (tratto dalla recensione del libro: G. Ranaulo, "LIGHT ARCHITECTURE", ed.testo & immagine, Roma 2001).
Al termine della conferenza stampa-dibattito ci sono state anche delle critiche: si s-parlato di "identit" e,a tal propositoe mi piace citare: L'architetto senza identit, articolo apparso su : L'architettura, cronache e storia 516, Ottobre 1998 di Sergio Signorini :"(e non lo si confonda con larchitetto senza qualit). Quello che pensa e realizza non mai immediatamente riconducibile a lui o, semmai, lo solo per la diversit del suo pensiero architettonico. Suo scopo larchitettura tout court, per la quale vive una passione trascinante, bruciante, che non ammette requie. Larchitetto senza identit costruisce edifici e luoghi sempre diversi perch ogni occasione professionale per lui unica; unica la committenza che lo incarica e lo stimola, unico il luogo dellintervento, unici e spesso irripetibili i referenti burocratici e gli esaminatori, i giudici (Amministratori, Uffici tecnici pubblici, Commissioni Edilizie, Unit Sanitarie Locali, Soprintendenze, Vigili del Fuoco, Commissioni Provinciali di Vigilanza), unici il tempo e la cultura dominanti, unico lui stesso, larchitetto, diverso, e con diversa esperienza e cultura, rispetto a quello che ag alla precedente occasione o che agir alla successiva, come sosteneva Leonardo da Vinci nel suo modo di esprimere il panta rei che, citato a memoria forse impropriamente, suona : Lacqua del fiume che tocchi lultima di quella che and, la prima di quella che viene".
(la Redazione
- 6/10/2002)
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Commento 210 di Sandro Lazier del 06/10/2002
Caro Gianni,
tra i peccati meno noti, seppure pi diffusi, quello che alimenta lintransigenza del conservatore pi incallito.
Sto parlando dellignavia, peccato che Controvoce interpreta in modo impareggiabile.
Riguarda le anime dannate che si lamentano continuamente ovvero i pusillanimi che per paura non sanno seguire il bene e che per vilt non perseguirono il male. Senza essere propriamente dannati, come contrappasso per la scelta fra bene e male che rifiutarono di fare in vita, sono ora costretti a inseguire freneticamente uninsegna, mentre degli insetti pungono i loro corpi nudi e dei vermi bevono il loro sangue misto alle lacrime. Sono cos spregevoli che Virgilio invita Dante a non occuparsene, e questi, bench ne riconosca alcuni, evita persino di nominarli.
Parola di Dante:
Quivi sospiri, pianti e alti guai
risonavan per laere sanza stelle,
24 per chio al cominciar ne lagrimai.
Diverse lingue, orribili favelle,
parole di dolore, accenti dira,
27 voci alte e fioche, e suon di man con elle
facevano un tumulto, il qual saggira
sempre in quellaura sanza tempo tinta,
30 come la rena quando turbo spira.
E io chavea derror la testa cinta,
dissi: "Maestro, che quel chi odo?
33 e che gent che par nel duol s vinta?".
Ed elli a me: "Questo misero modo
tegnon lanime triste di coloro
36 che visser sanza nfamia e sanza lodo.
Mischiate sono a quel cattivo coro
de li angeli che non furon ribelli
39 n fur fedeli a Dio, ma per s fuoro.
Caccianli i ciel per non esser men belli,
n lo profondo inferno li riceve,
42 chalcuna gloria i rei avrebber delli".
E io: "Maestro, che tanto greve
a lor che lamentar li fa s forte?".
45 Rispuose: "Dicerolti molto breve.
Questi non hanno speranza di morte,
e la lor cieca vita tanto bassa,
48 che nvidosi son dogne altra sorte.
Fama di loro il mondo esser non lassa;
misericordia e giustizia li sdegna:
51 non ragioniam di lor, ma guarda e passa".
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